1970
Don Oreste ed un gruppo di giovani riminesi da lui seguito cominciano a condividere la vita delle persone con disabilità al “Sol et Salus”, un istituto di Torre Pedrera (RN).
1971
Il 13 luglio viene fondata l'Associazione per la formazione religiosa degli adolescenti “Papa Giovanni XXIII” che l’anno successivo, con Decreto del Presidente della Repubblica n°596 del 5-7-1972, G.U. n°271, viene riconosciuta come entità giuridica. In questo modo l'associazione può iniziare ad agire sul piano civile e legale in tutta Italia.
1973
Dall’incontro con adulti con problemi psichici in stato di abbandono nasce a Coriano di Rimini la prima Casa Famiglia, per “dare una famiglia a chi non l’ha". Da questo momento la Comunità Papa Giovanni XXIII si interroga continuamente riguardo le nuove situazioni di emarginazione, disagio sociale, povertà e abbandono con cui viene a contatto. Conseguentemente la Comunità si allargherà e si diffonderà prima in Italia e poi in tutti i continenti.
1975
Il Vescovo di Rimini, Mons. Emilio Bianchieri, riconoscendo l'importanza dell'associazione nella diocesi di Rimini dirà "L'associazione è piccola cosa come numero di persone, ma è molto grande il suo significato e la sua funzione nella diocesi".
1976
La Comunità inizia ad impegnarsi seriamente nel sociale con un'azione non violenta, allo scopo di rimuovere le cause che creano l'emarginazione, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica e le Istituzioni, sul tema della giustizia, sulla base del concetto "non fare per carità ciò che si deve fare per giustizia".
1977
Esce il primo numero del giornale "Sempre", il mensile della Comunità con lo scopo di "dare voce a chi non ne ha". Nello stesso anno incomincia anche l'esperienza dell'Affidamento Familiare, che porterà nel 1979 all'apertura del primo "Pronto soccorso sociale per bambini", cioè una Casa Famiglia in cui si cerca di rispondere prontamente alle necessità dei bambini in stato di abbandono o provenienti da famiglie che in quel momento non sono in grado di seguirli.
1979
Incominci l'attività delle Cooperative Sociali, per inserire nel mondo del lavoro persone con disabilità fisiche e/o psichiche. Negli anni successivi per ragazzi gravi o gravissimi si apriranno cooperative di tipo educativo oppure misto cioè sia lavorativo che educativo.