«Siamo pronti all'accoglienza dei ragazzi profughi della Sea Watch», ha annunciato nella notte Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII e protagonista delle mediazioni con gli organi di competenza. La notizia è stata rilanciata immediatamente da repubblica.it. La disponibilità ad accogliere è stata comunicata al Viminale. Ai bambini si propone una vita normale, la possibilità di andare a scuola, l'accompagnamento di persone che decidono di vivere con loro e non di operatori a turno: dopo la prima accoglienza a Reggio si apriranno per loro le porte delle Case Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII (nella foto: Giovanni Fortugno, responsabile della casa di accoglienza Annunziata di Reggio Calabria e coordinatore del Comitato diocesano per l'emergenza sbarchi).
Ola, nome di fantasia, ha 11 anni. C'era anche lui fra i bambini profughi, un sabato di giugno era sulla nave Sea Watch 3 che aveva attraccato a Reggio Calabria. Era con altri 27 bimbi che hanno compiuto il viaggio della speranza da soli, senza i genitori. Ma quella di Ola è stata un'odissea drammatica. Partito da solo dalla Nigeria, dopo la traversata del deserto i suoi genitori sono stati uccisi dai trafficanti in Libia.
Il suo non è stato un racconto isolato, perché sono 77 i minori non accompagnati che, sbarcati a Reggio Calabria, hanno raccontato storie analoghe, dopo l'arrivo nella loro prima famiglia di accoglienza. La loro è dedicata alla Santissima Annunziata ed è stata inaugurata in città dalla Comunità Papa Giovanni XXIII nel 2015. Fra le bambine accolte nella casa, almeno 16 bimbe sono risultate vittime di tratta ai fini dello sfruttamento sessuale, e di 8 di queste si sono perse le tracce dopo possibili contatti delle minori con la malavita.
Dopo gli accordi del Governo italiano con la Libia, firmati dal Ministro Minniti l'anno scorso, sono più che dimezzati gli arrivi in Italia, sia di adulti che di minori. Eppure questo non garantisce un adeguato rispetto dei diritti umani.
«Chiediamo al Presidente del Consiglio Conte un tavolo tecnico dove si possa riflettere insieme. I migranti in mare vanno soccorsi ed accolti, il nuovo Ministro dell'Interno ritorni ad un'azione politica congiunta con le altre potenze europee e cerchi il dialogo con la Libia», tuona il Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda.
Dagli oltre 25.000 sbarchi di minori profughi in Italia del 2016 si è passati a circa 16.000 nel 2017 e a poco più di 2.000 nel 2018. Dove sono finiti i bambini che mancano all'appello?
Reggio Calabria ha visto l’arrivo per mare di circa 70.000 persone dal 2011. Oltre alla Comunità Papa Giovanni XXIII hanno aderito al progetto di accoglienza CE.RE.SO, Parrocchia di S.Maria della Neve Cannavò, l'Associazione Anawim, Casa Mosè e Parrocchia di Montebello.
Silvia Comodo è arrivata dalla Toscana: «Ci ha molto colpiti la storia di un ragazzino di 12 anni congolese che è arrivato in Italia con il sogno di fare il meccanico della Ducati. L’ha coltivato attraversando il deserto e il mare. Durante la traversata è stato legato dai trafficanti e gettato in stiva; poi gli sono state mozzate le mani ed i piedi. Finalmente gli sono state costruite delle protesi ed è stato messo in contatto con la casa automobilistica, e il suo sogno potrà forse un giorno diventare realtà!». In 24 sono stati in visita con lei alla casa dell’Annunziata quest’estate, per una decina di giorni; i ragazzi si alternavano nell’animazione e nell’assistenza nei centri di accoglienza per i migranti attivi in città. Nella stazione di Reggio Calabria hanno scoperto la vita di oltre 200 ragazzini profughi che vivono accampati in condizioni di fortuna sui binari morti.
«Non si capisce se sono accolti o scappati, qualcuno ha documenti, qualcuno no. I ragazzini immigrati vivono come in un limbo, in povertà assoluta».
A Chieti, nel giorno dell'Epifania 2017, un originale presepe vivente ha animato le vie della città. A metterlo in scena, nei panni di Maria, c'era una giovane profuga, arrivata in Italia dalla Nigeria per essere venduta come prostituta, e che dopo essere stata salvata dalle unità di strada contro la tratta della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha potuto realizzare il suo sogno di costruire una famiglia.
Con lei la sua bambina di 7 mesi, nei panni di Gesù. Una scelta, sostenuta dalla Diocesi, che non poteva mancare di far discutere, ma che va nella direzione auspicata da Papa Francesco. Ricorda il Papa ai cristiani, nel messaggio per la giornata del migrante: «Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo. [..] E’ una grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà, i quali sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità».
Ecco le foto di Michele Camiscia dell'incontro con un Gesù Bambino di colore.
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Il 14 gennaio di ogni anno la Chiesa ricorda la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, voluta da Papa Francesco. Ecco alcuni passaggi chiave del messaggio del Papa per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018
Fortugno lancia un appello alle coscienze: «Papa Francesco ha detto “aprite le braccia ed accoglieteli”; la condivisione di vita con i profughi è la nostra risposta alla chiamata di vivere con completezza il Vangelo. Noi continueremo a lavorare per dare occasioni per l’integrazione di questi ragazzi, cercando insieme alla città altre risorse e possibilità per loro. Non lasciateci soli: abbiamo bisogno di giovani che vengano a condividere con noi l’accoglienza; di istituzioni sensibili che vogliano conoscere realmente il problema delle morti in mare nella sua complessità»
La situazione politica internazionale ha comportato un fermo delle navi delle Ong (Organizzazioni non governative) che operavano i salvataggi in mare: «Fino ad inizio 2017 è stato enorme il contributo da loro dato al rispetto dei diritti umani dei migranti e al recupero dei gommoni e dei barconi degli immigrati, spesso fatiscenti», spiega Giovanni Fortugno.
Puoi autarci sostenendo le accoglienze dei profughi minorenni in Italia e dei profughi siriani in Libano: emergenzamigranti.apg23.org