Il 21 marzo c'è la Giornata mondiale delle persone con Sindrome di Down. Oggi, soprattutto in alcuni Paesi del nord Europa, la diagnosi prenatale che prevede le malformazioni fa sì che i bimbi Down non vengano più fatti nascere, interrompendo volontariamente la gravidanza: è la distruzione di un patrimonio dell’umanità, come sono questi bimbi stupendi, in mezzo al massacro degli innocenti di milioni di bimbi uccisi nel grembo materno.
Un giorno di 22 anni fa l’assistente sociale chiese a Tiziana, mia moglie, e a me se potevamo accogliere Simona rimasta orfana. Una bella bimba di sei anni, con sindrome di Down, vissuta per i primi anni in alta montagna come Heidi con le mucche e la neve. Arrivò da noi tutta intimorita ma conquistò subito tutta la famiglia per la sua affabilità, tenerezza, mimica espressiva e comunicativa, tenacia e gioia di vivere. Oggi Simona fa la bidella nella scuola dove lei stessa ha fatto elementari e medie, con un tutor, insieme ai ragazzi del paese che la conoscono ormai benissimo. Con un progetto scritto a quattro mani tra Comune, Direzione didattica, Comunità Papa Giovanni XXIII e Cooperativa sociale.
I ragazzi con trisomia 21 sono meravigliosi, sanno essere bravi a scuola, lavorano come tutti gli altri, si divertono un mondo quando fanno un giro con gli amici o vanno a mangiare una pizza o a ballare. Creano gruppo e fraternità. Sono semplici, senza maschere, aprono il cuore e stimolano la condivisione.
In Italia oggi arrivano diverse richieste di accoglienza di bimbi Down che rappresentano la categoria nel mondo dell’handicap in cui è maggiore l’abbandono da parte dei genitori di origine. Conosco però anche molti genitori naturali che per una vita intera sono stati con questi figli eccezionali. Nella Comunità Papa Giovanni XXIII in tutto il mondo sono quasi 100 i figli rigenerati nell’amore con queste caratteristiche che vivono nelle case famiglia e famiglie accoglienti.
Vorremo andare ad aprire una casa famiglia in Danimarca mettendo la vita con la vita di queste persone e gridare in forma non violenta che la vita è un dono meraviglioso e che anche le persone con sindrome di Down sono costruttrici di storia e di nuova umanità.
Sono proprio le persone come Simona che ci sanno far vivere le gioie semplici.
foto di Caterina Balocco