Il 7 giugno scorso la Comunità Papa Giovanni XXIII ha celebrato nel Villaggio della Gioia di Forlì il via ufficiale all’accoglienza di interi nuclei familiari.
Un bimbo molto piccolo, una mamma ancora minorenne e di nuovo incinta, un papà anche lui molto giovane: la prima famiglia fragile accolta era senza una casa. Oggi vivono nel Villaggio grazie ad un provvedimento del Tribunale dei Minori di Bologna.
«Il bambino era stato affidato ai servizi sociali. Ma sia i servizi che Il tribunale dei minorenni a novembre hanno accettato la proposta di non procedere per lui con un allontanamento dai genitori, ma piuttosto di evitare una separazione decretando l’accoglienza di tutta la famiglia», spiega Annalisa Chiodoni, avvocato e mamma di casa famiglia all’interno del Villaggio della Gioia.
Qui nel 2014 erano stati finiti di costruire 6 appartamenti per l’accoglienza di famiglie in difficoltà, oggi sono 5 le famiglie accolte e 3 le case famiglia che le affiancano.
Daniele Severi, responsabile della zona Romagna della Comunità, ha introdotto il momento di confronto: «In questi anni abbiamo ricevuto molte visite dall’estero, persone che sono venute a vedere e studiare questo nostro progetto innovativo. Siamo qui per chiederci se, ora che questo modello di accoglienza è diventato realtà, possiamo renderlo replicabile». Il riferimento è alla legge 184/83 che regola l’affidamento familiare: «questa legge dovrebbe prima di tutto tutelare le possibilità di crescita del minore nella propria famiglia, e solo in un secondo luogo portare ad ipotesi di allontanamento. Potrebbe prevedere un comma che permetta l’affidamento dell’intera famiglia, aprendo così la strada ad altre realtà ispirate al modello del Villaggio della Gioia», ha spiegato Annalisa Chiodoni.
«Più che dal Villaggio della Gioia io vengo dal Villaggio della Sofferenza: è quello delle 9.000 famiglie che avrebbero bisogno di un affiancamento», Il presidente del Tribunale dei Minorenni Giuseppe Spadaro, firmatario del primo provvedimento di affido di un nucleo familiare, ha portato l’urgenza di accogliere.
Ma il 7 giugno erano presenti anche le varie realtà che il Villaggio hanno contribuito a farlo nascere:
«Anche attraverso la bellezza e la cura delle cose si può curare», Carlotta Guerra ha portato il contributo di Ikea, che ha contribuito con gli arredamenti; «La prima volta che sono venuto al Villaggio dovevo verificare l’andamento del progetto; ma mi trovai in una serata in cui si festeggiava un compleanno. Nessuna verifica può rendere quel bello che ho trovato nei volti felici di persone che fino all’altro ieri non si conoscevano, e che ora stanno facendo un pezzo di strada insieme», è stata la testimonianza di Nicola Corti Segretario Generale della Fondazione Umana Mente Allianz Ras. «Si apre il cuore a vedere quello che in questi anni avete costruito qui al Villaggio della Gioia», gli ha fatto eco Angelica Sansavini della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.
Marco Tassinari
15/06/2016