Ex tossici, ex alcolisti, affetti da patologia psichiatrica: tutte persone che di solito nessuno vuol vedere in giro per il paese, perché spesso dormono sulle panchine, non si lavano, disturbano "la quiete pubblica"… Ecco, proprio queste persone vengono accolte nella Casa di accoglienza “Piccoli passi”, a Valdagno (VI).
Beppe Longo, responsabile di questa struttura spiega: «La casa era partita con l’idea di dare una mano a quelle persone che escono dal carcere alla vigilia di natale o vicino ad altre festività, per dar loro un posto dove stare, senza ricadere subito nella delinquenza dovuta all’assenza di altre opportunità». In questi anni sono stati accolti alcuni richiedenti asilo, ragazze uscite dalla strada, carcerati e carcerate in pena alternativa, persone tossicodipendenti (in collaborazione con la comunità terapeutica gestita dalla Apg23 a Lonigo), senza fissa dimora, persone in stato d'indigenza.
Una parte delle offerte dell’8x1000 della Diocesi di Vicenza sono state donate proprio alla Casa “Piccoli Passi” per poter acquistare un automezzo, collocare la canna fumaria della termo-cucina e sistemare una strada dissestata adiacente alla struttura.
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«La Casa è stata aperta nel 2009 e attualmente sono ospiti 9 persone, più un volontario», continua Beppe Longo. «Oltre a collaborare attivamente con i Servizi Sociali del territorio (Comuni, Serd; CSM, parrocchie), la Casa ha svolto, in alcuni casi, servizio di pronta accoglienza per quelle situazioni di marginalità o disagio sociale segnalate dalla cittadinanza. Le persone che accogliamo hanno bisogno di accompagnamento, sostegno, relazioni che offrano loro un senso di appartenenza in un contesto protettivo e di contenimento. Per ogni persona accolta è previsto un progetto personalizzato che cerca di far recuperare nel tempo, per quanto possibile, l’autonomia. Un'autonomia intesa come gestione dei tempi e degli spazi di vita in un ambiente meno tutelante. Per questo motivo è stato aperto un appartamento protetto a Valdagno, sempre collegato educativamente alla casa di accoglienza».
Ascoltando le parole di Beppe, sorge una domanda: le persone accolte, che hanno grosse ferite e problematiche serie, riescono a convivere in pace tra loro?
«Io penso che in questa Casa si possa ascoltare la “sinfonia della vita”» racconta Beppe. «Alcuni strumenti, se suonano da soli, hanno un suono che sembra sgraziato, ma se li metti insieme, prende vita una sinfonia. Succede così anche con queste persone. Quelli che accogliamo vivono come tante piccole isole, che però insieme formano un arcipelago. Nella vita di tutti i giorni, magari ognuno pensa ai fatti suoi, ma quando arriva la tempesta, il fatto di essere vicini aiuta: tra di loro questi poveri fanno barriera, si sostengono».
Adiacente alla casa di accoglienza c'è un'area pic-nic attrezzata, che viene spesso usata nel periodo estivo da gruppi scout, gruppi parrocchiali e famiglie. Durante le belle giornate di primavera, perché non provare a trascorrere una domenica in mezzo alla natura, con quelli che non vuole nessuno? Per info: 0445410901 oppure: 340.6277106