«È un cammino prezioso quello che avete intrapreso, che ci fa crescere tutti. Ci richiama all'essere famiglia dove si vivono i legami profondi». Sono state le parole del Vicario generale di Vicenza, don Lorenzo Zaupa, alla Messa di apertura della festa di sabato 25 giugno a Novale di Valdagno (VI) per i 20 anni di casa famiglia e 30 anni di matrimonio di Giuseppe Longo e Lucia Dal Lago. Hanno 4 figli e sono già nonni e in questi vent'anni, circa 200 persone tra giovani, accolti, e volontari, hanno trovato nella loro Casa Famiglia “Emmanuele” della Comunità Papa Giovanni XXIII, non solo un tetto sulla testa, un letto caldo e qualcosa da mangiare, ma il cuore di una mamma e di un papà pronti a dare una famiglia a chi non ce l'ha. «Come Gesù che offre misericordia aiutando le persone a rimettersi in piedi – ha detto il Vicario prendendo spunto dal Vangelo di Luca – così voi non vi siete tirati indietro e avete camminato come fa Gesù, mettendoci una bella dose di incoscienza, diventando un'unica famiglia». Prima di questa grande scelta Giuseppe era un autotrasportatore, Lucia aveva un negozio di parrucchiera, ma sin dal primo giorno di vita insieme c’era la voglia di fare qualcosa per gli altri. Dopo la nascita della primogenita hanno sentito forte il desiderio di aprire la loro famiglia ai bambini in difficoltà. «In un momento in cui eravamo alla ricerca di un senso più profondo da dare alla nostra vita, abbiamo conosciuto la Comunità Papa Giovanni XXIII», raccontano Giuseppe e Lucia. E il 23 dicembre 1995 prende il via ufficialmente la loro casa famiglia. L’hanno voluta dedicare all'”Emmanuele”, «Dio con noi». «Abbiamo scelto questo nome visto l'imminente arrivo del Natale, con la sicurezza che Dio non ci avrebbe mai abbandonato», spiega Giuseppe. Tutte le accoglienze hanno contribuito a farli crescere come coppia e come genitori, a farli diventare quello che sono, ma l'incontro con Sveva è rimasto nei loro cuori facendo percepire la presenza di Dio. «Ricordiamo ancora il dolore per la perdita di Sveva, bambina idrocefala abbandonata in ospedale, che abbiamo accolto a quattro mesi e che è salita al cielo a 21 mesi. Apparentemente la sua poteva sembrare una vita senza significato, eppure da lei abbiamo imparato il senso vero dell'amore incondizionato e senza limiti. È stato il suo dono che poi ci ha accompagnato in ogni nostro passo e ha contributo a dare un significato più profondo alla nostra vita». «Hanno aperto la loro casa a chi era nel bisogno», ha ricordato Giovanni Ramonda, Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXII, intervenendo sul significato della Casa famiglia oggi, prima del momento conviviale a margine della Messa. La Casa Famiglia nasce nei primi anni '70 a Rimini da una intuizione di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità. Un'idea che ha trovato un territorio fecondo anche nel vicentino già dala fine degli anni '70. «Oggi sono 32 le case famiglia nel territorio, ha detto Ugo Ceron, responsabile per la Comunità del Veneto ovest. «La caratteristica della Casa Famiglia è l'avere un cuore grande – ha sottolineato Ramonda – dove bambini, ragazzi, nonni, crescono insieme». Una rivoluzione dal punto di vista pedagogico che si è sviluppata non solo in Italia, ma anche all'estero. «È un tipo di risposta a chi è nel bisogno che viene compresa nelle varie culture e attira continuamente tanti giovani – ha proseguito –. Non sempre è facile ma è qui che si esperimenta quello che diceva don Oreste: “Per stare in piedi occorre stare in ginocchio”. È per questo che nella Casa famiglia c'è anche il cuore pulsante di questa esperienza, la cappellina». «È un lungo cammino che ci porta a conoscere continuamente Gesù» – ha detto Lucia, emozionata, raccontando questi anni di accoglienze vissute con il marito Giuseppe. «La certezza è che è il Signore che opera, al di là delle nostre capacità: siamo solo degli strumenti nelle sue mani». Ramonda li ha invitati a proseguire in questa avventura e a continuare ad essere «Cieli nuovi e terre nuove». «Sappiamo che non siamo soli – ha risposto la coppia – ed è bello appartenere a questa grande famiglia che è la Comunità Papa Giovanni XXIII». Lucia e Giuseppe, semplicemente mamma e papà. (nicoletta pasqualini)
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