Sabato 1 ottobre, in occasione dei 20 anni della Casa Famiglia Ss. Angeli Custodi a Russi (RA), la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato un momento di festa, di preghiera e di incontro. La Casa Famiglia aperta da Elisa Coralli nel 1996 e portata avanti insieme al suo sposo Marco Pirini e i loro 3 figli ha ospitato in questi venti anni oltre 130 persone divenendo famiglia per chi non l'ha o per chi si trova ad essere lontano dalla propria.
Per l'occasione, l'artista Daniele Cristofori ha realizzato un'opera per immortalare questo momento: «C'è un amicizia con la Casa Famiglia che parte da mia sorella Carla che la frequentava con costanza» spiega l'artista. «Questo quadro è un ricordo verso di lei scomparsa vari anni fa, per mantenere vivo il rapporto con la CF ed esserle vicino. Inoltre in questa occasione del ventennale c'è la possibilità di unire il territorio, il suo paesaggio con la spiritualità e l'attività di questa realtà di accoglienza. Ne viene fuori un'opera piena di significati sia religiosi che laici».
Marco Pirini ed Elisa Coralli parlano così della loro esperienza di condivisione: «Una festa non può essere chiamata tale se non è per tutti, ammoniva don Oreste Benzi. Allo stesso modo in questi 20 anni di Casa Famiglia abbiamo sperimentato che la famiglia non è tale se qualcuno viene escluso da essa. Non è questione di essere bravi, volenterosi, generosi, parliamo di giustizia. Se a casa ho un letto vuoto e vedo qualcuno che dorme in strada, sono responsabile anch'io del suo stare in strada. Se io vivo nel lusso (utilizzando risorse in eccesso a quelle che mi servono) e vedo qualcuno che non ha lo stretto necessario, sono responsabile anch'io della sua indigenza. Se ho lavoro, più di quello che mi serve e vedo qualcuno che non ha lavoro, sono responsabile anch'io della sua disoccupazione, ecc. ecc. La società odierna ci ha portato a credere che siamo noi i proprietari di noi stessi, del nostro tempo dei nostri beni. Invece ne siamo solo amministratori, tutto ciò che veniamo ad avere ci è stato dato si per noi ma per un noi che comprende tutti noi. Non vi è nulla di mio ma tutto è nostro. Allora mi sento in pace e sono nella gioia quando condivido il mio tempo con chi è nel bisogno, quando condivido il mio pasto con chi non ha famiglia, quando condivido le risorse con chi non ha risorse».
Marco fa un esempio concreto: «L'accoglienza del piccolo Marchino in Casa Famiglia 7 anni fa, ha stravolto per anni le nostre abitudini, con notti insonni, giorni frenetici, ospedalizzazioni continue. È venuto spesso il pensiero di non farcela e lo abbiamo affidato a Lui in cappellina. Ogni volta è arrivato l'aiuto il sostegno necessario da amici, volontari, parenti, sconosciuti. Sperimenti che pur nella fatica, con la presenza di questo piccolo, hai ricevuto un dono che non ha prezzo, nella sua totale infermità è diventato maestro per noi, per i nostri figli generati e rigenerati nell'amore e per tutti quelli che hanno la fortuna di essergli vicino.
Marco ed Elisa, due sposi con una chiamata precisa, che non si sentono supereroi: «Chiediamo perdono per le nostre incoerenze, per le nostre chiusure, per le nostre pigrizie, che possono aver scandalizzato e allontanato chi le ha vissute. Per noi vivere questi 20 anni è stata una grande opportunità di incontrare Gesù, nelle piccole fatiche e gioie di ogni giorno. Affidiamo alle vostre preghiere tutti noi e tutti quelli che si affidano a noi. Preghiamo e vi auguriamo di sentirvi sempre buoni amministratori della vostra vita affinché ogni persona che viene a Russi possa sentirsi sempre a casa sua in una festa per tutti».