Nei primi anni '90, in piena guerra dei Balcani, un gruppo di obiettori in servizio civile propose una campagna per recarsi in disobbedienza civile nei Balcani per sostenere le vittime del conflitto. Don Oreste Benzi era in prima fila.
Molti giovani in servizio civile della Comunità Papa Giovanni andarono in Croazia ed in Bosnia. Fu così che nacque Operazione Colomba, il corpo non violento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII. La Papa Giovanni si espose moltissimo, in solitudine, per questa lotta. In seguito fu indetta la "marcia dei 500 a Sarajevo" con la presenza di altri giovani in servizio civile e prese inizio un movimento importante. Oggi la storia si ripete.
Venerdì 1° aprile una delegazione con oltre 200 persone appartenenti a un centinaio di associazioni e organizzazioni della società civile italiana è entrata in Ucraina per un'azione di Pace, la più grande mai fatta in Europa dall’inizio del conflitto. L’obiettivo è quello di testimoniare in territorio di guerra una concreta volontà di pace e di solidarietà internazionale e per permettere a persone con fragilità di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l'Italia dove poter vivere in un luogo sicuro.
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L’azione promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII insieme a una lunga lista di associazioni ha avuto una valenza politica e umanitaria: dalla richiesta del cessate il fuoco immediato in Ucraina e del ritiro delle truppe russe, alla consegna di 30 tonnellate di beni di prima necessità, quali viveri, vestiario e medicinali per la popolazione sotto assedio.
"Entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace e per permettere a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini, di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l'Italia" dice il manifesto di STOP THE WAR NOW – Facciamo la Pace, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII insieme a una lunga lista di realtà tra cui AOI, Rete Disarmo, Focsiv, Pax Christi, ARCI, Libera, CGIL, Nuovi Orizzonti, 6000 Sardine, Legambiente.
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A Leopoli, la Comunità Papa Giovanni XXIII e gli altri partecipanti della carovana hanno incontrato le organizzazioni della società civile, autorità religiose e civili, tra cui il sindaco della città e l’ambasciatore italiano Pier Francesco Zazo, con cui hanno collaborato per la drammatica situazione, per porre fine alla guerra. «Non è un incontro fra governi, ma fra persone che vogliono fortemente la pace», ha sottolineato Alberto Capannini, volontario di Operazione Colomba, corpo nonviolento della Comunità e tra gli ideatori della marcia per la pace in Ucraina
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Nel tardo pomeriggio del 2 aprile i partecipanti all'iniziativa per la pace #stopthewarnow hanno sfilato in silenzio nelle piazze di Leopoli con cartelloni e manifesti, per portare un messaggio di pace, e soprattutto di speranza, alle persone che arrivano qui da tutta l'Ucraina e che cercano un modo per raggiungere la frontiera europea.
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Un movimento di popolo che vuole costruire la pace ma soprattutto un corridoio umanitario che ha portato in Italia, al ritorno, centinaia di donne, bambini, anziani e persone con disabilità che non riuscivano a lasciare il Paese e Leopoli e che adesso sono stati accolti in case sicure con tutto l’affetto e le cure di cui hanno bisogno.
Segui i prossimi passi su www.stopthewarnow.eu