Lo scorso giovedì 29 Maggio il sottosegretario Alfredo Mantovano è stato accolto in visita privata presso la casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII "Maria Stella del mattino" a Jesi, accompagnato da don Aldo Buonaiuto. Alla visita erano presenti anche il commissario di Fabriano, Angelo Sebastianelli, ed il giornalista e vaticanista Giacomo Galeazzi.
Samuel e Liliana Polidori, responsabili della casa famiglia, dopo aver accompagnato l’onorevole e gli ospiti in un percorso descrittivo attraverso i luoghi più significativi della loro abitazione, – l’ex convento dei Frati Cappuccini – hanno spiegato come si svolge la vita quotidiana della loro casa famiglia, attualmente composta da nove persone, di cui sette minori. Negli anni la casa famiglia di Samuel e Liliana ha dato risposta a decine di persone con varie problematiche.
Hanno spiegato che don Oreste Benzi considerava la casa famiglia come «la pupilla degli occhi della Comunità» necessaria per «dare una famiglia a chi non l'ha». In essa i membri dell'associazione scelgono di diventare padre e madre di chi è nel bisogno, legando la propria vita alla loro come in una normale famiglia.
«La casa famiglia – hanno spiegato Liliana e Samuel Polidori, assieme a Don Aldo Buonaiuto – è il luogo in cui una mamma ed un papà donano la propria vita in maniera continuativa ed oblativa, assieme ai loro figli naturali, spazio non solo fisico ma anche interiore, pensato per dare una famiglia a chi non ce l’ha, e per rendere chiunque ne faccia parte consapevole di essere importante e attore in un progetto più grande, in cui la complementarietà e l’attenzione possono curare le più profonde ferite».
L’iniziativa, pur se realizzata in un clima famigliare e amichevole, si inserisce nel quadro dei numerosi eventi promossi quest’anno dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in occasione del centenario della nascita di don Benzi, suo fondatore, e vuole dare seguito anche alle iniziative promosse nel 2023 in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita, per opera di don Benzi, della prima casa famiglia, modello innovativo di accoglienza, che ridona dignità alla persona.
«Il termine casa famiglia in molti casi viene inflazionato, se non addirittura abusato, utilizzato impropriamente in realtà di accoglienza con caratteristiche molto differenti. Anche a livello normativo – ha ricordato don Aldo Buonaiuto – non si è ancora arrivati ad avere un inquadramento uniforme: viene lasciata piena facoltà alle Regioni di definire criteri di funzionamento e definizione. Esiste un nomenclatore che dovrebbe rendere possibile l’utilizzo di un linguaggio condiviso e appropriato in termini di realtà di accoglienza, ma lo stesso non è vincolante, quindi chiunque può procedere in maniera autonoma».
Il Sottosegretario Mantovano, attento e sensibile verso i temi affrontati, ha espresso la massima disponibilità a supportare qualsiasi iniziativa volta a favorire il perfezionamento delle criticità sulla regolamentazione della casa famiglia.