“La nonviolenza: stile di una politica per la pace”: è il titolo del messaggio di Papa Francesco in occasione del 50° anniversario della Giornata della Pace, il primo gennaio 2017. È anche il tema della catechesi di Giovanni Paolo Ramonda dell'11 gennaio 2017.
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In un mondo disgregato, confuso e violento, dominato da sanguinose guerre e aspri conflitti sociali e culturali, le parole del Pontefice si ergono come un monito per tutti i cristiani e non, che sono chiamati ad abbracciare la nonviolenza come stile di una politica per la pace. «Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali. Quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme.»
Il Papa dunque invita tutti, dai potenti della terra fino alle persone più umili ed invisibili, a un approccio che rifiuti la violenza come soluzione ai problemi, nella consapevolezza storica (la grande guerra, la seconda guerra mondiale, e la guerra di oggi cosiddetta “a pezzi” sono i riferimenti più evidenti) che questa conduca soltanto a situazioni di estrema ed irreversibile sofferenza.
Come rispondere al male fisico e morale che imperversa e miete vittime ogni giorno? Francesco invita tutti a porre lo sguardo all'annuncio evangelico e dunque all'esperienza di Gesù Cristo che visse in tempi di violenza ed ebbe l'azzardo di fare una cosa più unica che insolita: amare i propri nemici, rispondere al male con il bene e spezzare così la catena dell'ingiustizia. E non esiste via di mezzo o scorciatoia per seguire Gesù, sottolinea Bergoglio: l'unica strada è quella tracciata 2017 anni fa. «Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza. Essa – come ha affermato il mio predecessore Benedetto XVI – “è realistica, perché tiene conto che nel mondo c’è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà. Questo di più viene da Dio”.»
L'orizzonte di bene a cui ci richiama Papa Francesco non è un’utopia, non è un progetto irrealizzabile ma una possibilità concreta. Una possibilità concreta di cui la storia sia passata che recente conserva indelebili tracce. Da Madre Teresa di Calcutta a San Giovanni Paolo II, passando dal Mahatma Ghandi e Martin Luther King Jr, Bergoglio ci invita a a tenere fresche nella nostra memoria le testimonianze di chi ha segnato cambiamenti epocali «mediante una lotta pacifica che fa uso delle sole armi della verità e della giustizia».