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L'impegno della Chiesa contro gli abusi

Oggi è la Giornata contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale sui minori

Il 18 novembre, Giornata contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale su minori promossa dal Consiglio d’Europa, è stata indicata dalle Nazione Unite come Giornata mondiale per il contrasto e la prevenzione all’abuso, al maltrattamento e allo sfruttamento sui minori. La Chiesa Italiana ha promosso in tale data - a partire dal 2021 - la Giornata annuale di preghiera e di sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti agli abusi.

Per questa 2ª giornata nazionale, il 18 novembre 2022, è stato scelto come tema: «Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Salmo 147,3). Dal dolore alla consolazione.

Questo per indicare come nella Chiesa stia emergendo una rinnovata consapevolezza intorno al dolore di chi è stato ferito da suoi membri e al suo interno. Nessun dolore è definitivo. Per la comunità cristiana la consolazione è un imperativo, non come dovere, ma come cura e impegno. E la cura e l’impegno non posso anche che generare un rinnovamento nella prevenzione e formazione. Per la Chiesa parlare di safeguarding oggi è impegno serio e credibile. Lo dicono i dati del primo report sulla rete territoriale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, presentato a Roma il 17 novembre. In tutte le diocesi italiane sono stati attivati i servizi diocesani, la rilevazione ha visto la partecipazione di 158 diocesi su 166 coinvolte, perché in 8 di loro i servizi hanno carattere interdiocesano. 

I centri di ascolto, luogo di accoglienza, di presentazione di eventuali segnalazioni indirizzate all’autorità ecclesiastica, sono stati attivati in 90 diocesi.

Mi preme sottolineare 4 aspetti emersi da questo primo report.

1. Il primo è relativo al fatto che l’approccio scelto dalle Chiese che sono in Italia è un approccio globale, per passare da una reazione al problema – protection child, già un buon passo- a una pro-azione, ovvero alla promozione di percorsi formativi che mirano a rendere sempre più tutelanti le attività educative e socio-assistenziali.

Questo si evince dal fatto che nella maggioranza delle diocesi accanto al referente vi è una équipe multidisciplinare. Competenze professionali a servizio dei piccoli dentro una sinodalità di stati di vita e un approccio integrato e multidisciplinare come le evidenze scientifiche chiedono. Il dato relativo al fatto che il referente sia principalmente un sacerdote va incrociato con la sua competenza ( psicologo o educatore o canonista), con le professionalità dei membri delle equipe che lo affiancano e dal dato che nelle equipe dei servizi prevalente è la presenza di figure femminili.

Ancora nei centri di ascolto ad accogliere coloro che vogliono consegnare vissuti ,segnalare, vi sono nella maggioranza donne, laiche. La cura e il calore della maternità come tratto fondamentale per favorire la fiducia e l’ascolto.

2. Il secondo è il numero di persone raggiunte con i percorsi preventivi e formativi, 20mila, in 2 anni segnati dalla pandemia e da limitazioni notevoli anche per le attività della Chiesa. Formazione che ha coinvolto tutto il popolo di Dio nelle sue componenti, come richiesto e auspicato da Papa Francesco nella lettera al popolo di Dio.

3. Il terzo aspetto è che per la Chiesa questi non sono numeri, ma persone, incontrate nella prevenzione come nei centri di ascolto. Parlare di persone raggiunte nella prevenzione significa attivazione di sensibilità e consegna di un metodo di lavoro agli operatori pastorali capace di intercettare fattori di rischio e protezione dentro i diversi contesti ecclesiali.

4. Infine la necessità di mantenere sempre il continuum tra formazione e segnalazione (servizi e centri di ascolto). Vi è infatti un rapporto di reciproca incidenza tra segnalazione e formazione, che questo primo report ha confermato: la segnalazione può consentire di perseguire ma anche prevenire un eventuale crimine, fornendo alla formazione gli strumenti per migliorare i propri percorsi, stimolando i contesti a una revisione critica delle azioni poste in essere, la formazione invece crea quella coscienza e consapevolezza che può far emergere e segnalare comportamenti inappropriati.

Questo è il 1° report annuale sulla rete dei servizi, che sarà ripetuto annualmente. È una delle 6 vie scelte dalla Chiesa Italiana per questo percorso di rinnovamento ecclesiale intorno alla protezione dei minori e dei vulnerabili. 

Il 17 novembre è stato comunicato che si sta approntando anche la ricerca sui 613 fascicoli relativi ad abusi commessi in Italia da chierici nel periodo 2000-2021 presenti presso il Dicastero per la dottrina della fede. Un passo dopo l’altro non solo per rendere verità a chi è stato ferito, ma soprattutto per una rinnovata fedeltà della Chiesa al Vangelo nella sua missione educativa con piccoli e vulnerabili.



Chiara Griffini
18/11/2022
TAG: Chiesa / Minori

 

 

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