«Non si contano i casi di donne ed adolescenti adescate e sfruttate nell'industria della prostituzione indoor in Europa, con strategie sempre nuove, da parte di trafficanti e sfruttatori; lo squilibrio di potere tra uomini e donne danneggia per lungo tempo, anche negli appartamenti e nelle camere d'albergo, la salute mentale delle donne. Interveniamo sulla domanda e sanzioniamo i clienti del sesso a pagamento, come già fanno diversi Paesi del Nord Europa», è il commento Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, alle testimonianze portate sabato al seminario nazionale Tra corpo e psiche: ferite visibili e invisibili dello sfruttamento sessuale . L'associazione di Don Benzi è impegnata dal 1996 al fianco delle vittime di tratta, ed è presente con 27 unità di strada in 12 regioni italiane. Ha promosso l'evento online insieme ai partner Differenza Donna e Fundacion de solidariad Amaranta, nell'ambito del progetto europeo MIRIAM, donne libere dalla violenza di genere.
Sulla stessa linea si è espressa la senatrice on. Maria Luisa Mantovani: «La regolamentazione della prostituzione in Germania ha aggravato il fenomeno della tratta». Fra gli interventi, quello di Liliam Altuntas, sopravvissuta all'industria del sesso tedesca: «La prostituzione è come la bomba atomica: entra dentro di te, esplode e la radiazione ti uccide piano piano. Dopo un rapporto, quando quegli uomini finivano, mi guardavo allo specchio. E non mi riconoscevo. Non vedevo realmente Liliam ma un oggetto. Ero spazzatura».
Poi quello della psicoterapeuta Ingeborg Kraus che l'ha aiutata e sostenuta nel superare i traumi subiti, e che ha riportato: «Fra il 50% e il 90% delle donne del mercato della prostituzione tedesco sono state abusate da bambine. Come effetto della regolamentazione della prostituzione il numero dei clienti tedeschi è cresciuto, così come la tratta delle donne, che si è trasformata nelle strategie e nelle modalità di adescamento».
Annaclaudia Servillo, del Dipartimento per le Pari Opportunità del che finanzia 21 progetti della rete nazionale antitratta, ha promesso nuove strategie riguardo allo sfruttamento sessuale: «Il nostro sforzo aumenterà sempre di più, soprattutto in questo periodo in cui la pandemia da Covid-19 sta aggravando il problema, anche online. Il fenomeno si modifica molto più velocemente di quanto noi non riusciamo ad adattare le misure poste in essere. Proveremo a modificare l'assetto, se sarà necessario, con modalità nuove e diverse rispetto al passato».
A rappresentare la liberazione dalla condizione di sfruttamento, nella giornata di oggi, la Rete nazionale antitratta e il Numero verde nazionale antitratta promuovono la diffusione dell' hashtag #liberailtuosogno ( scarica la brochure ) .