A Bologna, Rimini, Cuneo, Padova le marce della pace per un impegno concreto per il 2016 che è appena iniziato. In tutta Italia iniziative di incontro fra religioni e chilometri percorsi insieme.
Da un paio di giorni la Svezia chiede i documenti a chi arriva dalla Danimarca; da ieri la Danimarca bypassa Schengen e ferma gli arrivi tedeschi; l’Italia non vuol esser da meno e promette controlli di benvenuto a chi arriva dalla Slovenia. Sirene chiamano all’urgenza di accogliere (a Milano il comune promette compensi fino a 400 euro alle famiglie che ospitano migranti), mentre i giornali acclamano alla paura d’invasione.
Il rischio più grande che ne deriva per tutti, è quello di rimanere indifferenti, l’ha ricordato Papa Francesco nella giornata della pace del primo gennaio: «Vinciamo l’indifferenza, conquistiamo la pace!», e gli ha fatto eco da Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi: «Noi spesso con l’indifferenza pensiamo di essere a posto: "non ho fatto niente”, diciamo. Ma è proprio quello il problema: se noi per la pace non facciamo niente, facciamo del male». Il neo-nominato Arcivescovo l'ha detto rispondendo alle domande di un giornalista, mentre percorreva le vie della città degli Asinelli insieme ad altre mille e passa persone. Era il giorno 1, le bandiere della pace e, fra le altre, quelle di Operazione Colomba, coloravano la marcia organizzata in città dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Erano presenti 35 associazioni e realtà del territorio, Romano Prodi con la moglie, il Sindaco Virginio Merola, i rappresentanti delle principali religioni. L’associazione di Don Oreste Benzi ha inaugurato, con iniziative in tutta Italia, un 2016 che sarà dedicato alla costruzione concreta della pace, e che culminerà con un momento pubblico durante la Tre Giorni generale di fine maggio.
Il contributo fondamentale di Bologna, oltre ad un percorso comune di città che può fare scuola, sono le parole di Yassine Lafram, il coordinatore della Comunità islamica: «Qui ci sono 25mila musulmani, vivono la città nella sua pienezza, e sono desiderosi di pace»; l’aveva annunciato in conferenza stampa Andrea Montuschi, responsabile della zona Emilia della Apg23: «Sulla parola pace possono convergere realtà, fedi e culture diverse», e così è stato.
Poco distante a Rimini, il comune romagnolo dove la Comunità è nata, marciavano fra la gente: l’Imam Murad Ayadi, massimo esponente della comunità islamica; Amina Ballabio, rappresentante dei giovani Musulmani d’Italia. Hanno portato la testimonianza di un Islam di dialogo e di pace. Una grande vela e uno slogan aprivano il corteo: “siamo tutti sulla stessa barca”. Giovani hanno creato momenti di animazione; altri ragazzi hanno presentato una dichiarazione di impegno comune: «Facciamo appello a tutti i giovani che ci ascoltano ad unirsi a noi; faremo per tutto il 2016 un cammino di impegno concreto».
A Padova è stata struggente la testimonianza di Ivette, fuggita dalla guerra della Repubblica Centroafricana ed arrivata legalmente in Italia grazie all’impegno dell’ambasciata italiana: «mia cugina è stata uccisa subito dopo aver partorito due gemelli, pochi giorni dopo sono morti anche loro per la mancanza del latte»; il nuovo Vescovo Claudio Cipolla apriva la marcia insieme ai bambini.
Più ad Ovest, il Responsabile Generale della Comunità ha portato il suo contributo durante la marcia di Boves nella provincia di Cuneo. Otto tappe che si inseriscono nella tradizione della scuola di pace cittadina, fondata la bellezza di 35 anni fa: «Costruire la pace vuol dire mettere la spalla sotto la croce del fratello, significa accogliere. Aprire le porte della propria casa e della propria famiglia senza delegare: siamo noi in prima persona a doverci mettere la faccia»!
E poi: «Condivisione è: dire a chi fabbrica le croci di smetterla di fabbricarle. Dire ai milioni di clienti che sfruttano ragazze che si prostituiscono sulle strade, molte di loro minorenni, di smetterla. Questa è pace. Questo è l’inizio. Ma non basta: impegniamoci! E’ l’augurio, per questo 2016, di non lasciare più soffrire nessuno da solo».
Il cammino della Comunità per costruire la pace prosegue nel 2016, nella proposta dei suoi Servizi generali, su tre ambiti: Io, Dio e le relazioni interpersonali; il cammino comunitario e di popolo; la dimensione mondiale e le sfide globali. Tutte porteranno ad un’azione concreta che si inserirà nel cammino dell’Anno Santo dedicato alla Misericordia e voluto da Papa Francesco.
Marco Tassinari