Alcune decine di detenuti da tutta Italia si danno appuntamento a Rimini, il 3 aprile 2016, di fronte al Carcere di Via Santa Cristina 19. Il loro obiettivo è quello di percorrere a piedi la ventina di chilometri che li separa dalla Casa Madre del Perdono di Taverna di Monte Colombo. Offriranno a tutti la possibilità di incontrarli per conoscere la loro esperienza: stanno scontando la pena in soluzioni alternative al carcere.
C’è chi lavora come casaro, chi produce miele; tutti sono ospitati dalle Cec, le Comunità Educanti con i carcerati, che la Comunità Papa Giovanni XXIII sta sperimentando come modello per il superamento della detenzione.
Giorgio Pieri è responsabile del progetto Cec: «I ragazzi arriveranno alla casa di accoglienza che il vescovo Mons. Francesco Lambiasi ha voluto riconoscere a dicembre scorso come una delle Porte Sante di Papa Francesco. Qui sono 30 i detenuti inseriti in progetti di recupero alternativo. Si tratta di un modello innovativo che abbiamo presentato nei mesi scorsi al Ministero della Giustizia; saremo presenti il 18 aprile a Roma agli "Stati Generali dell'esecuzione penale" e lo porteremo il 19 aprile a Bruxelles all’evento conclusivo del progetto europeo "Reducing prison population"».
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