Dalle periferie del mondo le risposte alle emergenze del nostro tempo, il convegno nazionale a Rimini, 30 e 31 ottobre 2015
Il coraggio è quello delle persone che abbandonano le proprie radici e affrontano il viaggio verso un futuro oscuro con la consapevolezza che può trasformarsi in tragedia.
Il coraggio è anche quello di chi, da questa parte del mondo, sceglie di andare al di là dei propri interessi e va incontro a questa umanità in fuga.
Il convegno parte dalle terre di guerra, tragiche e impoverite, per arrivare fino ai nostri confini, ai nostri muri e fili spinati.
Vogliamo capire cosa c’è dietro la tratta degli esseri umani per chiamare le persone, la società, ad agire, perché “Si può fare”, anzi “Si deve fare”.
Si deve fare perché nei mari di casa nostra naufragano barche con il loro carico umano di morte e disperazione, perché migliaia famiglie sono abbandonate al loro destino per le strade d’Europa.
E’ un “Fare” che parte dalla società civile, come quello dei volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII che vivono nei campi profughi in Libano, che ad Atene sostengono i migranti in transito, e che li soccorrono – stremati o in fin di vita - sul porto di Reggio Calabria insieme a tanti altri volontari. E’ il “Fare” di tanti italiani che aprono la propria casa ad adulti e minori, aiutandoli e integrarsi nel lavoro, nella scuola, nei territori.
Al convegno saranno presenti i profughi ospiti delle nostre strutture in Italia: la Comunità in Italia accoglie nelle proprie case circa 900 migranti, di cui 350 richiedenti asilo.
Ci collegheremo in diretta con Libano, Grecia, Reggio Calabria.
Saranno presenti anche rappresentanti istituzionali, delle Nazioni Unite e degli organismi internazionali, del governo. Poi giornalisti, uomini di chiesa, docenti universitari e politici.
Per trovare insieme un percorso, delle linee guida per affrontare l’emergenza di questo tempo e trasformare la paura e l’emotività in proposta positiva, concreta e attuabile di risoluzione del problema.
Chiediamo alla società civile di andare oltre la logica del particolarismo che ci porta inevitabilmente al conflitto e di spingerci invece verso una solidarietà capace di futuro, che costruisce un modello possibile di convivenza e di cooperazione allo sviluppo.
Per maggiori informazioni ilcoraggiodiessereumani.apg23.org