Si è inaugurata oggi a Bologna, dopo quasi trent'anni di presenza della Comunità Papa Giovanni XXIII nel quartire Pilastro, la casa famiglia dei coniugi Matteo Pisani e Giulia Montanari : si chiamerà «Pamoja», dalla lingua Kishawili, «Insieme». Matteo è fisioterapista e Giulia pedagogista; da tempo entrambi lavorano per liberare le donne trafficate ai fini di sfruttamento sessuale, accompagnandole dal primo contatto sulla strada fino all'accoglienza in strutture protette. La Comunità Papa Giovanni XXIII è inserita da 16 anni nella rete comunale contro la tratta; è sostenuta nel suo impegno fra gli altri dalla ditta FAAC Spa e dal Bologna FC attraverso l'iniziativa del radiocomando del tifoso . La casa, circondata da un grande giardino e disposta su due piani, per trent’anni era stata abitata da Anna e Angelo Giardini, pionieri della Comunità Papa Giovanni XXIII a Bologna.
Giulia e Matteo hanno portato la propria esperienza: « Quando nacque il nostro primo figlio andammo ad abitare in una pronta accoglienza per i senza fissa dimora. La nostra unità di strada da un po’ ha iniziato ad incontrare in maniera continuativa anche elemosinari e lavavetri : sono davanti ai supermercati, in stazione, nel centro della città. Stiamo parlando di circa 200 persone che vivono in strada; il 40% di loro sono profughi di origine africana; molti sono persone di etnia rom».
Dal mese di ottobre la coppia è impegnata in un nuovo progetto contro la tratta: una ricerca antropologica sul fenomeno dell’accattonaggio , che prevede l’incontro diretto con chi abita la strada, e che sarà sostenuta per tutto il 2017 dall'Istituzione per l'inclusione sociale Don Paolo Serra Zanetti. Il progetto è apripista in Emilia Romagna ; esperienza analoga è nel Triveneto la ricerca " Stop for beg " sostenuta dall’Unione Europea.
«Da oggi inizieremo a contattare queste persone una ad una – spiega Matteo Pisani –, per conoscerne le origini e far emergere situazioni di tratta e sfruttamento . Cerceremo di comprendere come sono organizzate, chi indica loro dove fare questua; proporremo loro un cambiamento di vita attraverso progetti di inclusione sociale come quelli previsti dal decreto legislativo 24 del 2014 e dal successivo Piano nazionale Antitratta».
A livello nazionale per il contrasto alla tratta degli esseri umani ai fini della prostituzione la Papa Giovanni XXIII ha lanciato nei mesi scorsi la campagna “ Questo è il mio corpo ”: chiede alle istituzioni l’adozione di misure che colpiscano la domanda di prestazioni sessuali a pagamento.
Giovanni Ramonda, responsabile generale Apg23, ha spiegato il modello delle case famiglia della Comunità: «La casafamiglia è un luogo aperto a tutti dove c'è una mamma un papà e una porta aperta per chi è senza famiglia e bussa, senza distinzioni».