APG23
16/12/2016
Papa Francesco compie gli anni il 17 dicembre; nel 2017 festeggia 81 candeline!
«Buon compleanno, Papa Francesco! Carissimo Papa, nel cuore delle ragazze schiavizzate che Lei ha incontrato a Roma sorge, insieme a tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII sparsa nel mondo, un augurio e una preghiera sincera per i Vostri 80 anni. Un grazie per la gioia che i poveri hanno incontrato nel vostro luminoso e misericordioso ministero come successore di Pietro. Vi Affidiamo alla vergine di Guadalupe, madre e fiducia nostra», scrive Giovanni Paolo Ramonda, di ritorno dal cile.
Ecco di seguito il video di auguri che ha realizzato insieme ai ragazzi impegnati in Cile nel cammino per superare le dipendenze, condividetelo!
APG23
15/12/2016
bambine nel campo profughi Tel Abbas
«Oggi è mancata una bimba bellissima di cinque anni che viveva nel campo vicino al nostro, aveva un gran sorriso e molta voglia di vivere dentro di sé. È mancata per un incidente, cadendo nel pozzo di scolo delle fogne, dopo essere fuggita dalla guerra con sua mamma (nella foto, in braccio a lei), suo papà e i suoi fratelli. Anche lei è una vittima di questa guerra sporca e senza fine. Si chiamava Amal, che significa speranza, la stessa che oggi cerchiamo in fondo ai nostri cuori insieme alla sua famiglia». Così scrivono due giorni fa i volontari dell'Operazione Colomba presenti nei campi profughi ai confini con la Siria. Che la situazione in Libano sia drammatica, l'ha confermato anche Alberto Capannini, uno dei fondatori insieme a don Oreste Benzi del corpo civile nonviolento (che nel 2017 compirà 25 anni) durante un incontro tenutosi alla Capanna di Betlemme di Bologna lo scorso 5 dicembre. L'escalation di violenza si è aggravata alla fine di ottobre a causa degli scontri a Tripoli tra l'esercito libanese e gruppi armati affiliati al Fronte Al-Nusra e all'ISIS. Interi quartieri sono stati evacuati e le violenze hanno colpito anche la zona a nord del Paese, dove vivono i volontari coi profughi. «Libanesi e siriani hanno paura di una nuova guerra –dice Capannini-. I volontari di Operazione Colomba vivono a Tel Abbas in una tenda in un campo profughi e in un garage: una presenza internazionale, nonviolenta e neutrale che, per gli stessi profughi siriani, è fonte di maggiore sicurezza. Attraverso la condivisione quotidiana i volontari favoriscono il collegamento tra i reali bisogni dei profughi e chi può soddisfarli (ONU, Istituzioni...)». In collaborazione con l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati questo corpo nonviolento di pace tenta nel quotidiano di mediare le tensioni degli abitanti dei campi con la comunità locale libanese, scongiurandone ogni giorno la chiusura.
Ma nonostante le difficoltà, Operazione Colomba non si ferma. Ecco 3 segni di speranza:
1. Davanti alla Commissione Europea Commissione europea, alcune settimane fa, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha portato la voce di questi profughi dimenticati. «Il vicepresidente Frans Timmermans - racconta la delegazione - ha accolto con molta simpatia e con molto impegno questa istanza e si è reso disponibile a far arrivare questa proposta anche allo staff di De Mistura e ai delegati speciali dell’Onu per la Siria». I profughi siriani che la Comunità di don Benzi affianca dal 2013 non possono tornare in Siria perché le loro città sono ancora sotto i bombardamenti e il governo non garantirebbe loro nessuna sicurezza, visto che sono stati già incarcerati. Sul modello delle zone umanitarie in Colombia vorrebbero poter tornare nel loro Paese, con la protezione internazionale e vivere pacificamente. Come spiega Capannini infatti l'unica via è la nonviolenza: «Si tratta di opporsi con una forza morale ad una forza fisica. Toccare e risvegliare la coscienza dell'avversario a prezzo della mia sofferenza, accettare che siamo profondamente interconnessi. Può sembrare rischiosa e ingenua questa via, ma non dimentichiamo che in occidente noi siano esperti di guerra, non di pace, investiamo in esercito ed armi e interventi militari. Con i risultati che vediamo: Iraq, Libia, Siria, Afghanistan».Nel frattempo con l'aiuto dei volontari di Operazione Colomba già tre gruppi di profughi per lo più nuclei familiari (che hanno la possibilità di ricongiungersi con parenti in Europa o che hanno al loro interno bambini o donne con problemi sanitari che richiedono un’autentica assistenza), sono arrivati in Italia in questo anno grazie alla Comunità di Sant'Egidio e alla chiesa Valdese, attraverso il sistema dei corridoi umanitari autorizzati dalla Farnesina, integrandosi in alcune comunità cristiane del nord Italia.
2. Lo scorso 10 dicembre, in occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi e l'Assessore alla Pace Francesca Lucchi hanno consegnato il Premio "Cesena Città per la Pace 2016" proprio ai volontari di Operazione Colomba, presenti in anche in Albania, Colombia e Palestina, per il loro intervento sul campo basato sulla pratica della nonviolenza, dell'equivicinanza e della partecipazione popolare.
premio conferito dalla città di Cesena a Operazione Colomba
3. E le azioni di pace non si fermano mai…. in diverse zone di conflitto Operazione Colomba, solo nello scorso anno, ha potuto sostenere ben 2.240 persone di cui 721 sono bambini.
APG23
12/12/2016
Ci sarà anche Francesco, domani 16 dicembre, all’evento dei 300 giovani impegnati nel cammino per uscire dalle dipendenze che si terrà in una località di Villa Verucchio a Rimini.
Francesco, Originario della Toscana, 24 anni, fumò il primo spinello il giorno in cui ne stava compiendo 15; diventato cocainomane si ritrovò in poco tempo ad un passo dalla morte.
È finalmente arrivato anche per lui il momento della gioia, la fine del suo programma terapeutico, la rinascita: sarà la giornata del Riconoscimento del 26 dicembre 2016, per la quale già da tempo si stava preparando, nella comunità di Villafranca di Forlì che lo ospita.
Francesco ha dovuto lavorare molto su di sé in questi anni, in un cammino che gli è costato fatica e impegno, e che, racconta, ha portato a risultati meravigliosi: «Ho ripreso gli studi, ho instaurato relazioni vere. Spesso mi guardano come un alieno, alcuni non mi riconoscono. Ora cammino, a volte zoppico, ma non temo... perché oggi c’è il sole a illuminare i miei passi».
Saranno circa un centinaio i ragazzi che il cammino lo concluderanno quest’anno, e che si incontreranno il 17 a Marebello per i preparativi, e per raccontarsi i propri sogni per il futuro, i propri bisogni, le proprie speranze, ora che la vita trova un nuovo inizio.
Il giorno dopo Natale, alle 11.15, in un momento pubblico, Francesco riceverà la benedizione del Cardinale Edoardo Menichelli. Celebrerà la fine del percorso terapeutico nella parrocchia della Resurrezione che fu di Don Oreste Benzi, ideatore del metodo che gli ha cambiato la vita.
Bartolomeo Barberis, un responsabile per l’ambito delle dipendenze della Papa Giovanni XXIII , spiega la proposta della Comunità : «La liberazione da tutte le forme di dipendenza patologica, sia da sostanze stupefacenti che da comportamenti devianti, è completa solo quando l’individuo si apre ad una ricerca autentica della relazione con l’Assoluto. Un numero sempre maggior di non cristiani, di musulmani, arriva da noi. Ma l'assoluto per noi ha un nome preciso: è il Padre che Gesù ci ha rivelato. Oltre alle dimensioni psichica, fisica, relazionale, della persona, noi continuiamo sulla strada pensata dal nostro fondatore don Benzi, che ha voluto una cappellina in ogni casa di accoglienza».
Giovanni Paolo Ramonda, il responsabile della Comunità, si rivolge con un augurio ai ragazzi impegnati nei programmi terapeutici: «Siete giovani che nel cammino di liberazione dalle dipendenze avete scoperto i vostri talenti, ora sappiate metterli a frutto per il bene comune e dei più poveri».
APG23
09/12/2016
In Italia sono tre milioni i disabili e di questi solo un milione ha l’indennità di accompagnamento. Oltre 200mila vivono ancora in istituto o in Rsa (Residenza Sanitaria Assistenziale). Molti invece vivono “segregati” in casa, a causa dell’assenza di sostegno, se non quello della famiglia. Secondo l’Eurostat la spesa media per disabile dei Comuni è di 8 euro al giorno, al di sotto di quella europea. E per quanto riguarda l’occupazione, si stima che meno di un disabile su cinque lavora.
E nonostante queste cifre poco gratificanti in questi giorni si sono moltiplicate le iniziative promosse dal nord al sud in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone disabili, voluta nel 1981 dalle Nazioni Unite, che si celebra ogni anno il 3 dicembre. Secondo l'Agenda per lo sviluppo sostenibile, sono 17 gli obiettivi da raggiungere per una vera integrazione delle persone disabili come cittadini attivi. E principalmente riguardano il tema del lavoro, della scuola, dell'accessibilità, della vita indipendente. Per questo la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato in diverse città dal nord al sud Italia l'evento "Io valgo oltre le barriere" dando voce alle persone disabili in diversi contesti sociali.
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C’è chi ha scelto di incontrarsi con gli studenti delle superiori per un cambiamento dei punti di vista come è avvenuto a Bologna con l’evento promosso dalla Cooperativa La Fraternità dal titolo “Io valgo perché mi vedi”. Andrea è uno dei ragazzi disabili che il 2 dicembre ha incontrato gli studenti dell’Istituto Superiore Ettore Majorana di San Lazzaro (BO) per raccontare dal vivo cosa significa per una persona disabile andare oltre le barriere e integrarsi nel tessuto cittadino con le stesse opportunità che hanno tutti. Nelle scuole superiori sarà poi Claudio Imprudente, Presidente di Accaparlante.it, uno dei più significativi archivi digitali sull'handicap, a continuare nei prossimi mesi momenti formativi sul tema della disabilità. A seguire, oltre 500 tra studenti e ragazzi disabili di 20 Centri Diurni emiliani che hanno partecipato al tradizionale Torneo di Bowling per tutti, a fine mattinata hanno realizzato anche un flashmob per mettersi nei panni dell’altro e imparare a vederlo, indossando simbolici occhiali di cartone e “scattando” delle gigantografie “umane” stile Instagram.
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C’è chi i propri diritti li ha fatti valere invece attraverso lo sport. A Catania i campioni di diverse discipline sportive hanno affiancato i "futuri campioni" disabili nel corso dello Sport Ability 2016, patrocinato dal Comune di Catania, dal Comitato Italiano Paralimpico e dall’Inail. Il 2 dicembre nella città sicula l’evento è stato un’occasione di sport di tutti e per tutti, con l’esibizione di diverse discipline olimpiche da parte di atleti di taratura nazionale, internazionale ed olimpica. Raimondo Alecci, tennistavolista, ha infatti dichiarato che: «L'handicap è soprattutto una sfida con se stessi e lo sport paralimpico sta abbattendo le barriere, favorendo l'integrazione». Erano presenti anche Samuele Stella, Irene e Giuseppe D'Antonio del Centro Ro La Formichina della Comunità Papa Giovanni XXIII di Catania e anche Marcella Li Brizzi, campionessa italiana di scherma in carrozzina (spada femminile dal 2012 al 2015) e Martino Florio, campione di nuoto, che ha portato la fiaccola all’apertura delle Universiadi 1997 di Catania e adesso sta avviando una squadra di basket in carrozzina.
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Il protagonismo delle persone disabili non si ferma qui. Dimostrando di essere cittadini attivi in ogni contesto, anche in quello urbanistico quando necessario, il 2 dicembre a Rimini, a conclusione della marcia “io Valgo… oltre le barriere”, i ragazzi dei Centri Diurni Akkanto, La Romagnola, Fondazione San Giuseppe, la Goccia, Zavatta hanno consegnato alle autorità cittadine 5 mappe in cui sono stati segnati i luoghi accessibili della città. I ragazzi che frequentano i Centri hanno percorso aree della città per verificare la presenza, o l’assenza, di barriere architettoniche in pubblici esercizi, uffici, strade, piazze, locali. La vicesindaco Gloria Lisi ne ha sottolineato l'importanza perché «abbattere una barriera culturale è una sfida ben più grande che abbatterne una architettonica, ma è una sfida che ci affascina e non ci fa mollare».
APG23
07/12/2016
Il 3 e 4 dicembre più di 90 ragazzi tra i 12 e i 19 anni da Emilia Romagna, Marche e Umbria, si sono ritrovati insieme a Pesaro per partecipare all’Avvento "Fuori Le Mura". Parola d’ordine: Passaparola! Con questo imperativo i ragazzi si sono confrontati con le testimonianze di Aldo, Carla e Giordano, persone con disabilità di cui non immaginavano la vita così stra-ordinaria; con i detenuti della Casa “Madre della Riconciliazione” che cercano di dare una svolta alla propria vita, con i papà e le mamme delle case famiglia “Due pani e cinque pesci” e “Piccoli Angeli” che attraverso il dono di sé e l’amore gratuito hanno dato una famiglia a tanti piccoli. Occhi sgranati e domande a raffica per Giordano, divenuto cieco a 18 anni in un incidente stradale dopo una notte in cui “ero fumato e bevuto”: sei fidanzato? Vai all’Università? Vivi da solo? Fai volontariato???
La scoperta che il “Passaparola” della Buona Notizia avviene tramite chi è considerato debole e fragile dal mondo. La scoperta, attraverso le riflessioni di Don Enrico Giorgini e Don Adamo Affri, che tutti i tasselli servono a completare il quadro: non conta se siamo il pezzo brillante o quello opaco, ciò che conta è che mettiamo a frutto i nostri talenti e che coltiviamo il desiderio!
Desiderio di una vita piena e vera, senza maschere, desiderio della felicità. Allora anche le nostre fragilità si riveleranno essere in realtà punto di forza e di inizio per diventare voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore!
APG23
05/12/2016
Ha compiuto 24 anni il 26 novembre Dijana, ospitata dalla Casa famiglia Manuela di Campli, in provincia di Teramo. I ragazzi e le ragazze della Gifra (la gioventù francescana), insieme ai parrocchiani, ai volontari della Comunità e a tutti gli amici della città, hanno organizzato una gran festa per lei, tutta a sorpresa. Dijana, che non può parlare, era felicissima, e con i suoi meravigliosi sorrisi ha ringraziato tutti.
La sua è una storia iniziata ai tempi della guerra di Bosnia; dopo la nascita, scoperta gravemente disabile, fu abbandonata dai genitori e venne ospitata a Spalato da una casa famiglia della Papa Giovanni XXIII. Già da bambina arrivò poi in Italia. Oggi Dijana è ospitata nell’ex convento dei frati Cappuccini di Campli, dove il 16 settembre di quest’anno è stata inaugurata la casa famiglia di Claudia Zappasodi e Gioacchino Bruni; la coppia proveniva da San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Ormai da 20 anni Dijana vive con loro.
Adesso in famiglia a Campli, grazie al sostegno della diocesi di Teramo-Atri, della famiglia francescana e delle persone sostengono e aiutano la famiglia, sono in 12, più altre tre persone che sono state ospitate da loro, sfollate dopo il terremoto. Fratelli di Dijana oggi sono altri 3 figli adottati dalla coppia, di cui 2 disabili; poi ci sono 3 ragazzi in affido, i genitori di Claudia, e un detenuto che è stato accolto in misura alternativa al carcere.
Fra i regali che ha ricevuto Dijana per il suo compleanno c’è anche un letto ortopedico nuovo di zecca, che il sindaco di Campli Pietro Quaresimale è riuscito ad avere grazie ad un amico, titolare di un’azienda di prodotti sanitari. Il nuovo letto le permetterà di vivere meglio le sue giornate nella zona giorno della casa; prima infatti ne aveva solo uno in camera sua, al secondo piano.
I genitori, Claudia e Gioacchino, hanno ringraziato con calore il primo cittadino: «E’ stato un regalo molto sentito, un letto molto bello che il sindaco ci ha voluto regalare con semplicità. Si è commosso quando è venuto a casa nostra a conoscere Dijana e gli altri nostri ragazzi disabili, e per questo ci aveva promesso che appena avrebbe potuto ci avrebbe dato una mano. Chi entra nella nostra casa famiglia scopre un’umanità nuova che apre il cuore», spiega Claudia.
La loro casa famiglia è sostenuta anche grazie al progetto delle Adozioni delle case famiglia apg23.
Già in occasione dell’inaugurazione della casa, mamma Claudia l’aveva detto: «Qui a Campli tutti ci stavano aspettando, per mantenere il convento al servizio dei più poveri»; oggi le porte di casa sono sempre aperte, continuando l’opera iniziata in questo luogo 435 anni fa dai frati cappuccini.
Anche tu puoi fare parte della Casa Famiglia Manuela, diventa loro Padrino o Madrina!
APG23
01/12/2016
«In questa giornata di festa, il tema della disabilità deve tornare all’attenzione di tutti: negli ultimi anni i diritti dei disabili rischiano di subire le logiche di razionalizzazione delle risorse», lo dice Fabio Gallo, membro del direttivo del Forum delle Associazioni Familiari e animatore generale per la famiglia della Papa Giovanni XXIII. In tutta Italia fervono i preparativi per la giornata internazionale della disabilità, che il mondo ricorda il 3 dicembre.
Le famiglie che hanno figli disabili in casa vivono con preoccupazione soprattutto il tema del “dopo di noi”: cosa fare quando i genitori diventeranno anziani? Il tema si pone soprattutto in caso di disabilità psicologica, perché le persone non sono in grado di decidere autonomamente del proprio futuro. Spesso papà e mamma si rivolgono con preoccupazione alla rete delle realtà associative che in tutta Italia a macchia di leopardo offrono servizi di assistenza e occasioni di incontro per i ragazzi con disabilità. A giugno 2016 è diventato legge uno stanziamento di 184 milioni di euro come fondo per il dopo di noi, suddiviso in tre anni, che tramite bandi pubblici regionali sosterrà la creazione di gruppi appartamento, residenze private, comunità alloggio per persone disabili sole.
Il meccanismo che è stato approvato prevede anche meccanismi di tutela dei patrimoni che le famiglie destinano al futuro di figli disabili; agevola la sottoscrizione di polizze previdenziali ed assicurative.
Eppure Gallo invita a mantenere alta l’attenzione su questi temi: «Sin dal 2014 è in corso un dibattito che rischia di andare nella direzione di caricare tutti i costi sul sociale, piuttosto che sul comparto sanitario: in questo modo il problema ritorna ai comuni, al privato sociale e alle famiglie. Il denaro stanziato rischia di non essere sufficiente. Come associazione dobbiamo assumerci la nostra responsabilità nel favorire un lavoro di rete fra chi si occupa di residenzialità dei disabili, per continuare a dare voce alle realtà più piccole, che non hanno voce».
«Il dopo di noi richiede un investimento culturale fortissimo — continua Gallo — e adesso guardiamo con fiducia alle linee attuative della nuova legge, dalle quali ci aspettiamo una risposta concreta. Tutti dobbiamo ricordarci la risorsa che possono essere i ragazzi disabili, che ci mostrano la strada per una società più giusta ed umana».
Intanto, in occasione della giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità del 3 dicembre 2016 la Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con le altre associazioni e gli enti locali, organizza eventi in tutta Italia: "IO VALGO ... OLTRE LE BARRIERE”. Si va dal torneo di bowling per disabili di Bologna, alle marce per i diritti dei disabili, con le carrozzelle che verranno spinte a Cesena, Crema e Rimini. Atleti paralimpici si esibiranno a Catania, mentre alcune band dei disabili suoneranno in provincia di Cuneo. Ovunque si susseguiranno tavole rotonde, testimonianze, proposte, riflessioni per il pieno riconoscimento della dignità e del valore della persona con disabilità, già a partire dal 2 dicembre.
Perchè «Ognuno vale per gli altri, nonostante la fragilità, in quanto costruttore di vita, destinatario di una missione unica e insostituibile, cittadino attivo e protagonista della storia» ricordava Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità.
(nella foto: incontro della Comunità con il Vescovo di Padova Claudio Cipolla)
APG23
01/12/2016
Il 1 dicembre è la giornata mondiale contro l’AIDS. Per noi celebrare il primo dicembre sembra essere diventato un momento per gioire di tutti i passi in avanti che la ricerca medica ha fatto nell’ambito della cura dell’AIDS.
Come se ormai questa terribile malattia fosse solo un fantasma del passato. Ci sono le medicine, quindi tutti quelle persone che hanno contratto il virus e magari lo contrarranno possono curarsi ed avere una prospettiva di vita più lunga. Ma è proprio così? O meglio è così in tutto il mondo?
La risposta è semplice ma purtroppo drammatica. NO. Non è vero che tutti possono avere accesso ai farmaci non solo perché le medicine possono non essere accessibili (in tanti paesi vengono date gratuitamente), ma perché accesso ai farmaci vuole dire anche avere i soldi per pagare il trasporto verso l’ospedale e il cibo necessario per assumere dei farmaci così importanti. E questo per molte persone che vivono con meno di 1 euro al giorno, è un’utopia! Per contrastare davvero questa epidemia quasi dimenticata, bisogna quindi spezzare con decisione il circolo vizioso povertà/AIDS dove una alimenta l’altra.
Gli operatori del Progetto Rainbow della Comunità Papa Giovanni XXIII, nato nel 1998 in Zambia per dare una risposta agli orfani dell’AIDS, ci dicono che sono ancora tantissime le persone affette dal virus.
La metà delle mamme che seguiamo nei centri nutrizionali è sieropositiva ed oltre il 20% dei loro bambini ha contratto il virus. Sono purtroppo poche quelle di loro che si possono permettere di accedere i farmaci necessari. Certo non è più quella malattia che a metà degli anni ’90 ha cancellato un’intera generazione, ma è ancora una delle principali cause di mortalità.
Il primo dicembre è quindi ancora la giornata mondiale per la lotta all’AIDS e lo sarà fino a che ci sarà anche solo una persona del pianeta che non potrà avere accesso alle cure necessarie.
Se vuoi scoprire gli altri progetti in Africa, clicca qui.
APG23
30/11/2016
Il 3 dicembre, giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza in diverse città italiane " Io Valgo... oltre le barriere ". Testimonianze, proposte, riflessioni per il pieno riconoscimento della dignità e del valore della persona con disabilità.
Un evento per sottolineare l'urgenza di abbattere le barriere, non solo architettoniche ma soprattutto culturali e sociali e favorire una piena integrazione, così come è scritto nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: “la discriminazione contro qualsiasi persona sulla base della disabilità costituisce una violazione della dignità e del valore della persona umana”. Vanno protetti e assicurati “il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità”.
«Proponiamo una riflessione che deve necessariamente coinvolgere tutti i cittadini e le istituzioni. Quanto le nostre città sono accessibili a tutti? Quali sono i limiti culturali che ancora condizionano la presenza di persone con disabilità nei nostri paesi? — sono le parole di Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII — Una società ricca, positiva per tutti è quella che rimuove gli ostacoli al pieno sviluppo di ogni persona, in particolare di quelle più vulnerabili ingiustamente messe ai margini».
Le città che presentano iniziative legate all’evento sono Bologna, Crema, Saluzzo, Forlì, Cesena, Vicenza, Padova, Rimini e Catania.
CALENDARIO INIZIATIVE
Rimini , il 2 dicembre si terrà una marcia per le vie del centro. Alle 10 il ritrovo presso l'Arco d'Augusto. Il 3 dicembre alle 9 una tavola rotonda sul tema delle barriere architettoniche e culturali, presso il Museo della città, via Tonini 1. Verrà presentata una mappatura dei luoghi accessibili della città stilata dagli stessi ragazzi che frequentano i centri diurni per disabili.
Crema , il 2 dicembre alle 10 in piazza del Duomo un flash-mob e un incontro pubblico dal titolo "L'inclusione attraverso le regole" con la dottoressa Elena Passerini, co-autrice del libro "Educare alla libertà".
Cesena , il 2 dicembre alle 9,50 ritrovo in piazza del teatro Bonci per una marcia cittadina e flash-mob in Piazza del Popolo con gli studenti delle scuole superiori della città.
Bologna , il 2 dicembre, ore 9,30 torneo di Bowling tra i centri diurni e residenziali e gli alunni dell'Istituto E. Majorana presso il Bowlcenter di San Lazzaro di Savena. Alle 12 nel parcheggio dell'Istituto Majorana flash-mob "Io Valgo perché mi vedi".
Catania , Il 2 dicembre alle ore 8,30 presso il Palacatania in corso Indipendenza una mattinata di "sport per tutti". L'evento è patrocinato dal Comune di Catania e dal Comitato Italiano Paralimpico dell'INAIL.
Saluzzo (Cn), il 3 dicembre le band musicali Una nota in più e Tutto esaurito (nate 11 anni fa dall'incontro tra la Coop. Sociale Il Ramo e la scuola di musica La scala del Re ) si esibiranno presso l'Istituto Magistrale G. Soleri. Interverrà Giovanni Paolo Ramonda.
Per approfondire: https://www.apg23.org/it/persone_con_disabilita_io_valgo/
APG23
29/11/2016
Lo scorso giugno il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, aveva firmato uno storico accordo di pace con Rodrigo Londono, comandante delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). E proprio per questo impegno per la pace (la Colombia da più di 50 anni vive nella guerra civile) a Santos era stato pure conferito il Premio Nobel per la Pace 2016 ai primi di ottobre. Poi il risultato inatteso del referendum, voluto dallo stesso presidente, per raccogliere il parere del popolo: i NO hanno vinto.
La delusione per la vittoria del NO al plebiscito è stata un duro colpo per i volontari di Operazione Colomba e per i membri della Comunità di Pace di San José de Apartadò, nella regione di Antioquia, nel nord-ovest della Colombia.
I volontari di Operazione Colomba, che vivono insieme alla Comunità di Pace dal 2009, si sono uniti la sera del 2 ottobre attorno al fuoco a Mulatos con le orecchie tese ad ascoltare la notizie che provenivano da una piccola radio. Nonostante l'analisi politica della Comunità sia sempre stata lucida e il NO non fosse poi così inaspettato, è altrettanto vero che tale risultato ha fatto male. Nonostante i limiti degli accordi, la vittoria del SÌ avrebbe aperto nuovi scenari di lotta per i propri diritti, mentre quella del NO ha riportato il timore di una nuova ondata di violenza. Quello che nessuno si aspettava, forse nemmeno lo stesso ex-presidente Alvaro Uribe, fautore della campagna per il NO, è accaduto: il 2 ottobre il risultato del plebiscito per il consenso al raggiunto Accordo di Pace tra il governo colombiano e le FARC, firmato il 26 settembre scorso, ha avuto esito negativo. Il NO ha vinto per una manciata di voti, circa 50.000, prevalendo con un 50,21% sul 49,78% del SÌ. Migliaia i voti annullati, spaventosa l'astensione al voto: su 34 milioni di aventi diritto, solo 13 milioni si sono presentati alle urne. La mappa delle votazioni nei vari dipartimenti della Colombia è stata inequivocabile: in quasi tutte le regioni colpite più duramente dal conflitto, le vittime hanno votato per il SÌ. Loro la pace la volevano davvero…
Fortunatamente il 24 novembre è stato firmato un nuovo Accordo di Pace che dovrebbe essere ratificato direttamente dal parlamento senza un referendum popolare, il dibattito è iniziato il 28 novembre. Quello che rimane fra la gente della Comunità di Pace e non solo, è una sensazione di insicurezza che soffoca la voglia di speranza in un futuro migliore senza guerra.
Per approfondire:
Firmato il nuovo Accordo di Pace tra Governo e FARC-EP
Leggi gli ultimi aggiornamenti sulle attività in Colombia
Scarica il Report sulle attività di Operazione Colomba in Albania, Colombia, Libano (nei campi profughi siriani), Palestina e Israele
APG23
28/11/2016
«Sono fiero di voi e darò tutto l'appoggio possibile per inserire le vostre proposte sulla Siria nel progetto di pace che stiamo costruendo con il presidente Junker: sosterrò la creazione di zone umanitarie in Siria e supporterò i corpi civili di pace», ha detto Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, rivolgendosi alla delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII che l’ha incontrato oggi a Bruxelles.
La Papa Giovanni XXIII ha portato a Timmermans la proposta sottoscritta dai profughi siriani ospitati nei campi del nord del Libano, e raccolta da Operazione Colomba, corpo di pace della Comunità, presente dal 2013 nell’area.
Fra le richieste portate a Bruxelles ci sono la creazione di zone umanitarie neutrali sottoposte a protezione internazionale, e la possibilità di presenza ai negoziati per la pace di Ginevra dei rappresentanti dei civili siriani che hanno rifiutato l’uso delle armi nel conflitto. «Abbiamo bisogno di proposte concrete come le vostre», ha concluso Timmermans.
APG23
28/11/2016
Oggi presso la sala stampa del Comune di Bologna è stata presentata la campagna di advocacy promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII “ Questo è il mio corpo ”, che propone l'adozione di strumenti per il contrasto della domanda di sesso a pagamento.
La Comunità Papa Giovanni XXIII è attiva in città dal 1995 con le sue attività contro la tratta. Negli ultimi 10 anni ha liberato 166 donne ; di queste il 54% sono di nazionalità nigeriana, il 34% rumena, il 12% provengono da Moldavia, Ucraina, ex Jugoslavia, Albania. Il 60% delle vittime di tratta hanno un'età tra i 19 e i 24 anni ; il 35% tra i 25 e i 28 anni ; solamente il 5% ha più di 28 anni. A queste vanno aggiunte numerose ragazze minorenni che sono state tolte dalla strada attraverso il lavoro delle forze dell’ordine e del Servizio sociale. Dal 2000 la Comunità è convenzionata con il Comune di Bologna per la realizzazione del progetto regionale “ Oltre la Strada ” per la fuoriuscita, l’accoglienza e la messa in protezione delle donne vittime di tratta.
«Non esiste una violenza di serie A o di serie B. La violenza che subiscono le donne che si prostituiscono è violenza di genere. E' importante dirlo ora che abbiamo appena ricordato la giornata internazionale contro la violenza alle donne», ha commentato Susanna Zaccaria , assessora alle pari opportunità del comune di Bologna.
«Se ai giovani viene spiegato quello che si cela dietro la prostituzione, cambiano atteggiamento. Non solo, ma diventano protagonisti del cambiamento», ha dichiarato Giorgio Malaspina , referente nazionale della campagna.
«Ho appena depositato al Senato una proposta di legge per la proibizione della prostituzione. Per questa ragione sono stata fatta oggetto di irrisione», è stata la denuncia dell’On. Francesca Puglisi, intervenuta nel dibattito.
Don Mario Zacchini ha portato il saluto di Mons. Matteo Maria Zuppi; domani sera l'Arcivescovo sarà presente a Borgo Panigale al momento di commemorazione di Cristina, vittima di tratta uccisa nel 2009.
La Comunità Papa Giovanni XXIII da 27 anni lotta al fianco delle donne in schiavitù. Sostiene l’adozione di una legge ispirata al “modello nordico”, adottato anche in Francia, che applica sanzioni ai clienti e che riconosce come vittime le persone che si prostituiscono. Possono aderire alla campagna cittadini, associazioni ed istituzioni. Per approfondire: www.questoeilmiocorpo.org
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