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13/03/2018
Carceri, video-appello del comico Cevoli per la riforma
La riforma delle carceri si è arenata e la Comunità  di don Benzi si mobilita per chiederne l’approvazione. Il comico Paolo Cevoli, l'assessore di Zelig il cui motto era “i fatti mi cosano”, scende in campo per chiedere l'approvazione della riforma delle carceri. «La situazione carceraria in Italia non è delle migliori, allora io chiedo […]
APG23
12/03/2018
Un musical contro la violenza alle donne
Nonostante la relazione 2017 della Direzione Investigativa Antimafia confermi che in particolare in Sicilia, Calabria e Campania «organizzazioni criminali di matrice etnica si relazionano sempre più con i sodalizi autoctoni», ci sono cittadini della Campania che, in occasione della Festa internazionale della donna 2018, non  hanno avuto paura di testimoniare con coraggio che è il tempo di contrastare lo sfruttamento della prostituzione sanzionando chi acquista il corpo della donna. E che pagando, non solo favorisce il propagarsi della tratta di donne e minori ai fini di sfruttamento sessuale ma alimenta anche le organizzazioni criminali e le nuove strategie di illegalità nei traffici di droga e armi, sostenuti dallo smercio delle donne. È il caso degli studenti di Torre Annunziata (NA) del Liceo statale "Pitagora – B. Croce" che il 7 marzo hanno promosso l'originale musical "Donnamore" di Liberato Santarpino al teatro Politeama mettendo in luce un nuovo volto della donna, spesso considerata fragile e sottomessa, ma che invece uscendo da ogni forma di violenza vorrebbe essere nella storia protagonista di giustizia e di libertà. #FOTOGALLERY:liceo# A conclusione dell'evento presentato dallo studente Pio Luigi Piscicelli, giovane attore, noto col nome di Toni nella serie televisiva "Braccialetti rossi", alla presenza del sindaco Vincenzo Ascione, dell'assessore alle Pari Opportunità, Sofia Felicia Donnarumma, il preside Benito Capossela ha consegnato diverse centinaia di firme raccolte col coinvolgimento di studenti, insegnanti e genitori a sostegno della Campagna antitratta Questo è il mio corpo della Comunità Papa Giovanni XXIII e una targa a Irene Ciambezi e Salavatore Buonocore «per la denuncia della drammatica condizione delle schiave adolescenti, evidenziando raccapriccianti scenari di illegalità, di fronte ai quali non si può tacere». Nella mattinata dell'8 marzo, attraverso la musica, la danza e la drammatizzazione, gli studenti del quinto e quarto anno hanno dato voce alle protagoniste del libro "Non siamo in vendita. Schiave adolescenti lungo la rotta libica. Storie di sopravvissute", che dal dramma dello sfruttamento sessuale sono riuscite a scappare con la collaborazione delle unità di strada della Comunità di don Benzi. #FOTOGALLERY:sorrento# L'8 marzo nel pomeriggio, ancora nella provincia di Napoli, un altro evento a favore delle vittime di tratta a fini sessuali. A San Giorgio a Cremano, la Cisl di Napoli capitanata dalla referente del Coordinamento Donne Anna Letizia ha promosso, all'interno delle iniziative per il mese di marzo sul tema "Il diritto di contare", un dibattito con Stefania Cantatore dell'Udi di Napoli e Irene Ciambezi del Servizio Antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIII che hanno dato ragione della proposta di integrare la Legge Merlin perchè siano sanzionati i clienti del mercato del sesso, il terzo traffico illegale più produttivo nel mondo dopo traffico di armi e droga. «Ho lavorato per tanti anni per le donne che la Legge Merlin voleva tutelare, perchè non fossero punite nè arrestate. E l'80% aveva contratto la lue (sifilide)» ha raccontato Stefania Cantatore. «La Merlin è stata ed è ancora una grande conquista per le donne e per questo anche la Carta di Instanbul non l'ha mai prescritta perchè non contrasta l'autodeterminazione e la libertà delle donne». Anzi! Ha contribuito a far sì che non fossero più sfruttate dalle metresse. L'assessore alle Pari opportunità, Angela Viola, ha concluso l'incontro confidando che se mesi fa era titubante sulla proposta di legge oggi è convinta a firmare pubblicamente la petizione perchè nella vicenda dell'omicidio della giovane Pamela a Macerata, non era perseguibile quel cliente italiano che, comprando una prestazione sessuale, invece di soccorrerla in un momento di smarrimento le ha fornito il denaro per la droga. (foto di Peppe Forcella e Anna Letizia)
APG23
11/03/2018
L’accessibilità  a tutti: per superare la disabilità 
La dr.ssa María Soledad Cisternas Reyes, Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la Disabilità e l’Accessibilità sarà a San Marino dal 11 al 13 Marzo, ospite di Attiva-Mente e della Comunità Papa Giovanni XXIII. Per l’occasione sono previsti incontri con le Segreterie di Stato e la partecipazione ad ulteriori momenti istituzionali. Inoltre relazionerà alla Tavola Rotonda dal titolo “Alcuni passi verso l’Accessibilità”, nel corso della quale verrà illustrato il Progetto InSegni Apprendi. In occasione del 10° anniversario della ratifica CRDP La dr.ssa Maria Soledad Cisternas Reyes, sarà presente nella Repubblica di S. Marino in occasione del 10° anniversario della Ratifica da parte di San Marino della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD). Cos’è la CRDP? È un Trattato sui diritti umani che rappresenta un importante risultato raggiunto dalla comunità internazionale in quanto, sino ad oggi, non esisteva in materia di disabilità uno strumento internazionale vincolante per gli Stati. Essa non riconosce nuovi diritti alle persone con disabilità, ma intende piuttosto assicurare che queste ultime possano godere, sulla base degli ordinamenti degli stati di appartenenza, degli stessi diritti riconosciuti agli altri. A tal fine, la condizione di disabilità viene ricondotta alla esistenza di barriere di varia natura che possono essere di ostacolo al diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla società. Un percorso condiviso con le persone con disabilità Questa Convenzione non è sulle persone con disabilità ma è delle persone con disabilità: è il primo vero documento che la comunità internazionale ha finalizzato in maniera concretamente partecipata, frutto del confronto costante e del dialogo tra istituzioni e il mondo della società civile, in particolar modo sono stati fondamentali la partecipazione attiva e l'impulso che le organizzazioni delle persone con disabilità hanno apportato nel corso dei 6 anni di negoziato all'interno delle Nazioni Unite. Lo slogan: «Niente su di noi senza di noi» ha rappresentato, infatti, il filo conduttore di questo percorso, dimostrando che con l’impegno costante e quotidiano di tutti, non solo è possibile lavorare insieme (istituzioni e società civile), ma che questo è l’unico modo di operare per attuare i principi di uguaglianza, di non discriminazione, pari opportunità e di autonomia delle persone con disabilità. Le conseguenze della ratifica costituiscono un vero e proprio “terremoto culturale” che avrà conseguenze non solo nel campo della disabilità. La consapevolezza che la disabilità è una condizione ordinaria che ogni essere umano vive nel corso della propria esistenza, impone alla società di tenere conto di tutti i processi di sviluppo e di organizzazione sociale. Scarica la locandina della tavola rotonda Alcuni passi verso l'accessibilità
APG23
08/03/2018
Piacenza, sabato un convegno in vista del Sinodo dei Giovani
Centro Congressi della Università Cattolica del Sacro Cuore, via Emilia Parmense 84 Si terrà sabato 10 marzo 2018, dalle 9:30 alle 17:00 a Piacenza, "Il vento favorevole" il convegno in preparazione al prossimo Sinodo dei Giovani. L'evento è organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con il Centro Pastorale dell'Università Cattolica e la Diocesi di Piacenza-Bobbio, e avrà luogo presso presso il centro congressi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in via Emilia Parmense 84. Nel corso della giornata si alterneranno le voci del Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, di Paola Bignardi, già presidente di Azione Cattolica, di Chiara Giaccardi, docente di sociologia all’Università Cattolica, di Giovanni Paolo Ramonda.   «I giovani devono tornare protagonisti. E noi adulti non dobbiamo temere di affidar loro una missione precisa. Don Benzi fondò la Comunità Papa Giovanni proprio per la formazione religiosa dei giovani e nel suo ultimo discorso invitò a guardare con fiducia verso loro». Commenta Giovanni Paolo Ramonda , presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.   " Il vento è favorevole, perché il cuore dei giovani, ve lo dico – e non badate alle cassandre – oggi batte per Cristo. Però ci vuole chi senta quel battito, chi li organizzi e li porti avanti in una maniera meravigliosa” . E' il 2007 quando don Oreste Benzi pronuncia queste parole, in un discorso alle Settimane sociali dei cattolici. Un discorso che è considerato il suo testamento spirituale. Oggi Papa Francesco invita tutti i giovani a partecipare: dal 3 al 10 agosto diversi pellegrinaggi regionali in tutta Italia daranno vita ad un grande cammino per raggiungere insieme Roma, dove incontreranno Papa Francesco.   «Proprio ieri – aggiunge Ramonda - abbiamo saputo che una nostra giovane ha fatto un altro passo verso la santità. La Chiesa ha riconosciuto le sue virtù eroiche». Alla vigilia del convegno, infatti, è arrivata la notizia che Sandra Sabattini sarà proclamata venerabile da Papa Francesco. Sandra, giovane riminese membro della Comunità Papa Giovanni XXIII e discepola spirituale di don Oreste Benzi, fu investita da un auto mentre camminava con il fidanzato, e morì a soli 23 anni. Dopo la morte don Benzi fece emergere tutta la grandezza spirituale di questa ragazza, curando la prima edizione del “Diario”. L’opera rivela molti particolari e scritti inediti, consentendo di cogliere tutta la profondità spirituale e l'attualità di Sandra, che vive una santità nel quotidiano, capace di attrarre a Gesù il cuore dei giovani.   L'iniziativa è aperta a tutti i giovani e agli educatori. Ci si può iscrivere alla mail segreteria.eduform@apg23.org   L’evento è inserito nelle celebrazioni per il cinquantennale della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi nel 1968 proprio con lo scopo statutario di “assicurare la formazione religiosa e morale dei giovani e degli adolescenti”.   per informazioni: Chiara Griffini, 338.5327060
APG23
07/03/2018
Sandra Sabattini, riconosciute le virtù eroiche della giovane riminese
«Accogliamo con gioia la notizia del riconoscimento delle virtù eroiche di Sandra. Significativa in questo tempo di preparazione al prossimo Sinodo dei Giovani. Sandra ha fatto risplendere la virtù della condivisione con i poveri e della contemplazione. Una vera discepola di don Benzi». Questo il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla notizia del riconoscimento delle virtù eroiche di Sandra Sabattini. La notizia è stata diffusa dal Bollettino della Santa Sede in cui si informa che «il 6 marzo 2018, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi» e che «durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti», tra l’altro, «le virtù eroiche della Serva di Dio Alessandra Sabattini, Laica; nata il 19 agosto 1961 a Riccione (Italia) e morta a Bologna (Italia) il 2 maggio 1984». La notizia è stata accolta con grande gioia dalla Comunità Papa Giovanni XXIII di cui Sandra Sabattini faceva parte.  Sandra Sabattini, giovane riminese, laica, discepola di don Benzi, morta tragicamente il 2 maggio 1984, a soli 23 anni, mentre si stava recando ad un incontro della Comunità Papa Giovanni XXIII di cui faceva parte. È stato proprio don Benzi a cogliere, fin da subito, il suo «animo profondo e semplice, contemplativo e razionale, immerso in una fede profonda», leggendo le riflessioni che lei annotava su foglietti, diari scolastici, bigliettini, all'insaputa di tutti. Un tesoro che il sacerdote ha voluto raccogliere e pubblicare ad un anno dalla sua morte, in un diario. 
APG23
28/02/2018
Elezioni: le 5 proposte della APG23 ai candidati per una società  del gratuito
Istituire un Ministero della Pace, liberare le donne costrette a prostituirsi multando i clienti, promuovere la riabilitazione del detenuto potenziando le misure alternative alla detenzione, promuovere la difesa della vita tramite un sostegno alla maternità al fine di rimuovere le cause che inducono all'aborto, la lotta a tutte le forme di dipendenze. Sono le cinque proposte che Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha illustrato con una lettera aperta ai candidati alle prossime elezioni. L'idea è quella di costruire una Società del gratuito. Le proposte partono infatti dalla condivisione diretta della vita con gli ultimi, secondo la vocazione ereditata da don Benzi, l'inventore della casa famiglia e fondatore della Comunità. Nella società del gratuito ognuno detiene il bene dell'altro: nel bene di tutti c'è anche il bene individuale. E’ un’idea inclusiva di società nella quale il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio della persona umana, soprattutto quando la sua vita è fragile, debole, da sostenere. Le cinque idee sono illustrate in un breve pamphlet, in cui, partendo da una breve analisi dei problemi, si arriva a proposte politiche concrete (scaricalo qui) che i candidati al prossimo parlamento dovrebbero far loro. La lettera di Ramonda si chiude con un suggerimento ai futuri deputati: «fare come facciamo noi: partire dagli ultimi. Il motivo è semplice. Se si parte dagli ultimi, allora possiamo abbracciare ed aiutare tutti».
APG23
27/02/2018
Emergenza freddo: i punti di accoglienza e unità  di strada
Nelle principali città, da nord a sud, è scattata l’emergenza freddo. La Comunità Papa Giovanni XXIIIha moltiplicato il suo abituale impegno nel prendersi cura delle persone senza dimora, in collaborazione con le istituzioni e le associazioni che operano sul campo. Di seguito gli indirizzi delle “Capanne di Betlemme”, case di accoglienza per i senzatetto: Milano, via del Mare 267; Spino d'Adda (CR), Cascina Madonna del Bosco 1; Montodine (CR), p.zza Don Pagliari 1; Castel Maggiore (BO), via Sammarina 50; Forlì, via Sisa 17; Rimini, viale Dardanelli 41; Chieti, via Gennaro Ravizza 107. Oltre alle case di accoglienza sono attive 3 mense di strada a Torino, Genova e Roma. A Milano, Cuneo, Vicenza, Bologna, Forlì, Rimini, Pescara e Catania, inoltre, i volontari incontrano gli homeless tramite unità di strada attive. «Oggi più che mai dobbiamo “andare a cercare le persone che non vengono a cercare noi”, come diceva don Oreste Benzi. Quelli che, nonostante tutto, rimangono a dormire per strada; quelli a cui il freddo rischia di arrivare al cuore, gelandolo per sempre. I volontari delle Unità di Strada e delle Mense di Strada della Papa Giovanni li conoscono per nome, uno per uno, perché li incontrano sempre, tutti i giorni dell’anno. Si prendono cura di loro, li hanno a cuore. E, oggi, la preoccupazione nei loro confronti è ancora maggiore: hanno mangiato? hanno abbastanza coperte per sopravvivere anche a questa notte? L’unico modo per saperlo è andarli a cercare». Commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente di Apg23. La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove tutto l'anno la campagna Un Pasto al Giorno per restituire dignità agli ultimi.
APG23
27/02/2018
L’ex brigatista: «La violenza, l’errore più grande»
È il 1978. Siamo agli anni di piombo, gli “anni bui” della nostra Repubblica. Terrorismo, attentati, sequestri. Franco Bonisoli fa parte del comitato esecutivo delle Br. A 19 anni una scelta totalizzante, la lotta armata. (così totalizzante che qualche anno dopo, in carcere, conclusa questa fase storica e sua personale, arriva a pensare che la sua vita sia finita, non abbia più nessun senso). Franco partecipa alla strage di via Fani, dove viene sequestrato Aldo Moro. Cinque mesi dopo l’uccisione del presidente della Dc, viene arrestato nel covo milanese di via Monte Nevoso. Condannato a 4 ergastoli, a metà anni Ottanta si dissocia dalla lotta armata e la carcerazione viene commutata in una pena a termine.   Durante la detenzione nelle carceri speciali, alcuni incontri imprevisti lo mandano in crisi, rivede tutta la sua storia e – soprattutto – la scelta della lotta armata. È qui che pensa che la sua vita sia finita. «Invece – racconta – è stato l’inizio di una seconda vita». Una seconda vita, in cui – passo dopo passo – diventa fondamentale il legame di amicizia con Agnese Moro, figlia dell’uomo che anche lui ha condannato a morte.     «Avevo rovinato la mia vita, e quella della mia famiglia, era una vita persa. Vivevo nella morte e non vedevo soluzioni: tutto era finito con il fallimento di quell’ideale di rivoluzione a cui avevo dato tutto. Un giorno in carcere, in cortile, incontrai Franceschini (il fondatore, insieme a Curcio, delle BR, ndr). Anche lui si sentiva come me. Così è nata la chiamata a don Salvatore Bussu, cappellano del carcere, un uomo semplice che per anni pazientemente aveva inserito dentro lo spioncino delle nostre celle dei biglietti per cercare un dialogo. Ci trattava come persone, che avevano sbagliato, ma uomini. Don Salvatore preoccupato per dei terroristi. Questa cosa era spiazzante. Se non sono morto, è per quell’umile prete. Da qui ho preso le mosse, per incontrare delle persone. Non come un collaboratore di giustizia, non volevo fare qualcosa per avere dei vantaggi, ma una scelta di cammino. Ho incontrato Giovanni Bachelet per esempio (figlio di Vittorio, ucciso dalle Br nel 1980, ndr.). E ho iniziato a rivedere il mio passato, fino ad affermare, fino in fondo, la sconfitta: la scelta della violenza, l’errore più grande. È stata una grande assunzione di responsabilità personale. Adesso potevo dialogare». «Iniziai a partecipare agli incontri tra vittime e responsabili della lotta armata. Padre Guido Bertagna, gesuita, uno dei fautori di questo cammino durato 8 anni, insisteva perché io e Agnese ci vedessimo. Ricordo benissimo la prima volta. Mi invitò a casa sua e io le portai una piantina. Parlammo e parlammo. Poi le chiesi se aveva richieste particolari. Rispose di no, voleva che le parlassi della mia famiglia, del mio impegno sociale, dell’oggi. Rimase colpita quando le raccontai che, ancora in carcere, utilizzavo i permessi per andare a parlare con i professori di mio figlio. Le interessavo io, la mia vita oggi. Agnese ama ripetere che per avviare un dialogo bisogna essere disarmati. Così è stato». Franco Bonisoli e Agnese Moro sono stati i principali protagonisti a Rimini de “L’incontro che genera vita”, organizzato dall’Università del Perdono fondata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Vedi il video integrale. Foto di Riccardo Ghinelli
APG23
27/02/2018
Elezioni 2018: le nostre proposte
Gentile candidato, questa breve lettera è rivolta a te, che intendi metterti a servizio della più alta forma di carità umana: la politica (Papa Paolo VI). Noi apparteniamo alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da un sacerdote, don Oreste Benzi, il sacerdote che per primo in Italia ha lottato contro la tratta delle schiave della prostituzione. Don Benzi è stato l'inventore della casa famiglia. Da 50 anni noi apriamo le nostre porte e diamo una famiglia a chi non ce l'ha. Non solo bambini, ma anche adulti, ragazzi che escono dalle dipendenze, ex prostitute, senza fissa dimora. Insomma tutti. La famiglia è il luogo dove curiamo i nostri accolti e dove ci curiamo noi stessi. Perché? Perché essa è la risposta al bisogno innato di relazione che abbiamo. Nel nostro piccolo cerchiamo di costruire una Società del gratuito. In essa, ognuno detiene il bene dell'altro: nel bene di tutti c'è anche il bene individuale. E’ un’idea inclusiva di società nella quale il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio della persona umana, soprattutto quando la sua vita è fragile, debole, da sostenere. Ben sappiamo che il nostro Bel Paese è ricco, bello, pieno di cultura. Ma sappiamo anche che tanti problemi affliggono molte persone. Ci permettiamo di consigliarti di fare come facciamo noi: partire dagli ultimi. Il motivo è semplice. Se si parte dagli ultimi, allora possiamo abbracciare ed aiutare tutti. Qui di seguito ti illustriamo alcune nostre 5 proposte concrete per sostenere le persone e le famiglie in Italia, a partire da quelle più fragili. Grazie per il tuo servizio al Bene Comune, Giovanni Paolo Ramonda, presidente Comunità Papa Giovanni XXIII 1° proposta: istituire un Ministero della Pace Questo nuovo Ministro della Pace potrebbe avere competenza sulle materie che riguardano le seguenti aree:  Promozione di politiche di Pace  Disarmo e monitoraggio dell’attuazione degli accordi,  Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta, con particolare riguardo ai Corpi Civili di Pace ed il Servizio Civile  Prevenzione e riduzione della violenza sociale e culturale,  e promozione di un linguaggio libero dall’odio. Qualificazione delle politiche di istruzione rispetto a nonviolenza, trasformazione positiva e nonviolenta dei conflitti, tutela dei diritti umani e mantenimento della pace. Mediazione sociale, riconciliazione e giustizia riparativa. Per la proposta completa, scarica il pdf 2° proposta: liberare le donne vittime di tratta La prostituzione in sé è sempre abusante. Tale pratica ha conseguenze disastrose sulla psiche delle donne. Le donne che si prostituiscono, siano esse dentro i bordelli, siano sulle strade, soffrono degli stessi disturbi psicologici dei veterani di guerra. Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli, spesso cresciute in condizioni famigliari violente ed abusanti,  private dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o ‘esportate’ con l'inganno. Non si può affermare che chi va con le prostitute stia esercitando una libertà. È una “libertà” nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta. È un atto che nasce da una catena di sopraffazioni, non può essere in alcun modo considerato una contrattazione fra due contraenti liberi. Il cliente quasi sempre conosce questa situazione, in questo modo diventa lui stesso uno sfruttatore. Ecco cosa proponiamo: Al Governo Italiano si chiede l'approvazione di un Disegno di legge volto a punire il cliente delle donne che si prostituiscono in un'ottica di percorso riabilitativo e rieducativo in linea con la Raccomandazione del Consiglio d'Europa su sfruttamento sessuale e prostituzione e sulle loro conseguenze per la parità di genere del 2014 (c.d. Risoluzione Honeyball). Per la proposta completa, scarica il pdf 3° proposta: riabilitare i detenuti Il progetto di alternativa al carcere proposto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII si chiama “CEC- Comunità Educante con i Carcerati” ed è sperimentato, a partire dagli anni '90, in 5 strutture residenziali, offrendo concrete opportunità di cambiamento e di rieducazione. Come risultato c'è una drastica riduzione della recidiva, che arriva a circa il 10% Ad oggi, sono state accolti oltre 1600 detenuti ed ex-detenuti presso le nostre strutture. In ambito Europeo l’Associazione è stata capofila del progetto"Reducing prison population: advanced tools of justice in Europe", volto ad ampliare la conoscenza, allo scambio di pratiche innovativecirca le alternative al carcere. Riconoscere le comunità educanti con i carcerati e sostenerle con una retta. Garantire l'accesso alle misure di comunità anche di chi non ha la possibilità di un domicilio. Mai più bambini in carcere. Abolizione dell'ergastolo ostativo. Per la proposta completa, scarica il pdf 4° proposta: in difesa della vita Gli indici demografici, da circa un trentennio attestano un inesorabile invecchiamento della popolazione: i dati ISTAT 2016 confermano da anni una netta diminuzione della natalità, 17.000 in meno rispetto al 2014 e 91.000 nati in meno rispetto al 2008. Le cause di questo “lungo inverno demografico” sono da attribuirsi ad una compresenza di fattori di natura sociale, culturale, economica, sanitaria e di assenza di politiche familiari e del lavoro. Don Oreste Benzi diceva “Ad ogni donna deve essere riconosciuto il diritto di non abortire e di poter accogliere il figlio che porta in grembo in condizioni dignitose”. Reddito minimo di 800 euro mensili per i primi 3 anni di vita del bambino, alle mamme in gravidanza, in condizioni economiche sfavorevoli rilevabile dai dati ISEE o in assenza di lavoro. Definire procedure standardizzate a livello nazionale volte a rimuovere le cause che inducono la donna all'aborto, così come dichiarato nell'art. 5 della legge 194, stabilendo risorse economiche ed umane a ciò dedicate specificatamente ed adeguatamente formate. Porre in essere tutte le azioni necessarie alla promozione del parto in anonimato come alternativa estrema all'aborto. Istituire la figura del Garante dell'infanzia prenatale, «considerato che il fanciullo, a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa una adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita» (dalla Convenzione dei Diritti del Fanciullo). Per la proposta completa, scarica il pdf 5° proposta: liberi dalle dipendenze Nell'ultima Relazione Annuale sulle Tossicodipendenze del 2017 elaborata dal Dipartimento Politiche Antidroga si sottolinea come «oltre un quarto degli studenti delle scuole superiori ha fatto uso di cannabis. Ancora più preoccupante se si pensa che circa 90mila studenti riferiscono un uso pressoché quotidiano della sostanza e che quasi 150mila studenti sembrerebbero farne un uso problematico. L’uso sperimentale di sostanze psicoattive coinvolge circa un terzo degli studenti minorenni frequentanti le scuole superiori». A queste dipendenze si aggiungono inoltre la problematica relativa al gioco d'azzardo patologico, che a differenza di altri tipi di dipendenze, ha conseguenze disastrose non solo sugli individui, ma anche sulle famiglie, le quali vengono esposte a seri problemi di indebitamento. Infine da segnalare la dipendenza dal Web e tutte le altre forme di videodipendenza. Per liberarsi da queste dipendenze e dalle tragiche conseguenze, ecco le nostre proposte: Prevenzione nelle scuole sugli effetti dannosi delle droghe, in particolare della cannabis. Attivare la Conferenza Nazionale sulla lotta alle dipendenze patologiche, prevista dall'attuale normativa. Convocare la Consulta Nazionale degli esperti presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, come previsto dal testo unico 309/90. Rafforzare il coordinamento tra i ministeri di competenza del governo centrale con le Regioni. Campagne di sensibilizzazione sulla dipendenza da web ed oscurazione dei siti web vietati ai minori di 18 anni. Divieto della pubblicità del gioco d'azzardo. Per la proposta completa, scarica il pdf Scarica il libretto completo con le 5 proposte politiche   Per approfondire, ecco alcune riflessioni di Giovanni Paolo Ramonda: Come si vota: dopo proporzionale classico, Mattarellum, Porcellum e Italicum, ora arriva il Rosatellum Per la prima volta, alle imminenti elezioni politiche, voteremo con la nuova legge elettorale, frutto di un estenuante dibattito tra le forze politiche che ha lasciato disorientati i cittadini. Vi spieghiamo per punti come funziona e a cosa serve il nostro voto. Quando si vota? Domenica 4 Marzo dalle ore 7 alle 23. Per cosa si vota? Siamo chiamati ad eleggere i rappresentanti del Parlamento. L'Italia è infatti una Repubblica Parlamentare. Il fatto che in molti simboli di partito sia scritto il nome di qualche leader non deve trarci in inganno: non possiamo eleggere il Governo. Il Presidente del Consiglio è colui che riceve l'incarico dal Capo dello Stato ed ottiene la fiducia dal Parlamento. Attenzione! Nella stessa data si svolgeranno anche le elezioni regionali di Lazio e Lombardia. Qui sì invece che si elegge direttamente il Presidente della Regione. Così come accade per i Sindaci. Chi può votare? Per la Camera chi ha almeno 18 anni, per il Senato chi ne ha almeno 25. Con quale legge elettorale voteremo? Una legge elettorale indica le regole con cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti. È una sorta di operazione che trasforma i voti espressi dagli elettori in seggi del Parlamento. Lo scorso 3 Novembre è stata approvata la nuova Legge, chiamata Rosatellum dal nome del suo ideatore. Essa vale sia per la Camera che per il Senato. Si tratta di un sistema elettorale misto: il 37% dei seggi è assegnato con un sistema maggioritario uninominale (un solo candidato per ogni coalizione): in ciascun collegio è eletto il candidato più votato; il 61% dei seggi è assegnato con un sistema proporzionale: sono istituiti collegi plurinominali (con più candidati per ogni lista); il 2% dei seggi è destinato al voto degli italiani all'estero, con sistema proporzionale. Cosa sono le soglie di sbarramento? Sono un livello minimo di voti necessari ad un partito per accedere alla ripartizione dei seggi. La soglia di sbarramento è utilizzata per limitare l'eccessiva frammentazione partitica. In questo modo, pur riducendo la rappresentatività, si permette una maggior governabilità. In questa legge elettorale è prevista una soglia di sbarramento del 3% per le singole liste. Chi non raggiunge questa soglia non può entrare in Parlamento. Sono presenti coalizioni? Sì, ma non sono obbligatorie. Una coalizione è un insieme di partiti che si uniscono condividendo un programma elettorale e che candidano una sola persona in ogni collegio maggioritario. Si possono esprimere preferenze? No, non è prevista l'espressione di voti di preferenza. Nei collegi plurinominali i candidati vengono eletti secondo l'ordine fissato. Si tratta delle cosiddette liste bloccate, in cui l'elettore non può scegliere il suo candidato preferito, ma può solo votare per quella lista. Cosa sono le pluricandidature? La legge prevede la possibilità di candidarsi in più collegi plurinominali, fino a cinque, ed eventualmente anche in un collegio uninominale. Questo meccanismo permette ai leader di fungere da traino in più collegi, ma serve a ridurre il rischio per molti candidati di non essere eletti, come una scialuppa di salvataggio. Cosa sono le quote di genere? Per favorire la rappresentanza di uomini e donne, nei collegi plurinominali l'elenco dei candidati di ciascuna lista deve seguire l'alternanza di genere (maschio-femmina). Come si vota nelle elezioni 2018? Occorre ricordare che il Parlamento è diviso in due rami. Da una parte la Camera, composta da 630 Deputati. Dall'altra il Senato composto da 315 senatori. Dunque noi riceveremo 2 schede: una per la Camera, un'altra per il Senato. Potremo esprimere il nostro voto in 3 modi differenti: Tracciando un segno sul simbolo di una lista: in questo caso il voto si estende al candidato nel collegio uninominale che quella lista sostiene. Tracciando un segno sul simbolo di una lista e sul nome del candidato del collegio uninominale da questa sostenuto: il risultato è uguale a quello sopra. Tracciando un segno solo sul nome del candidato del collegio uninominale (senza indicare alcuna lista): in questo caso, il voto vale per il candidato nel collegio e si estende in automatico alla lista che lo sostiene. È possibile il voto disgiunto? No, non è ammesso, pena l'annullamento della scheda. Non potremo quindi votare contemporaneamente per un candidato di un collegio maggioritario e, nel proporzionale, per una lista a lui non collegata.  Qui il facsimile delle schede elettorali fornito dal Ministero dell’Interno.    
APG23
26/02/2018
Emergenza Freddo: non lasciamoli soli
L’annunciato freddo è arrivato: metà Italia è coperta dalla neve, mentre l’altra metà è stata colpita da un gelo che toglie il respiro. Non c’è abbigliamento che tenga: lo sentiamo tutti, non risparmia nessuno. Soprattutto chi vive in strada e che, proprio in queste ore, rischia la vita. Nelle principali città, da nord a sud, è scattata l’emergenza freddo. Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII ha moltiplicato il suo abituale impegno nel prendersi cura delle persone senza dimora e la collaborazione con le istituzioni e le associazioni che operano nel campo.   Oggi più che mai dobbiamo “andare a cercare le persone che non vengono a cercare noi”, come diceva don Oreste Benzi. Quelli che nonostante tutto rimangono a dormire per strada; quelli a cui il freddo rischia di arrivare al cuore, gelandolo per sempre.  I volontari delle Unità di Strada e delle Mense di Strada della Papa Giovanni li conoscono per nome, uno per uno, perché li incontrano sempre, tutti i giorni dell’anno. Si prendono cura di loro, li hanno a cuore. E, oggi, la preoccupazione nei loro confronti è ancora maggiore: hanno mangiato, hanno abbastanza coperte per sopravvivere anche a questa notte? L’unico modo per saperlo è andarli a cercare.   #FOTOGALLERY:emergenzafreddo# AGGIORNAMENTI DALLA STRADA Mercoledì 28 febbraio 2018 ​“Il fatto stesso che ci siano persone che vivono il strada è un’emergenza. Ma quando le temperature sono così basse, l’emergenza diventa estrema. Ieri sera siamo andati in stazione e al Movicentro. Questa sera usciamo di nuovo. Danno neve già da oggi pomeriggio, bisogna che ci attrezziamo come si deve” Christian, volontario dell’Unità di Strada di Cuneo   ​“Non ha mai fatto così freddo negli scorsi mesi, sono preoccupato, volevo andare di persona a vedere come stanno i nostri senza dimora. Ce ne sono alcuni che non sono nelle condizioni di rimanere in strada, bisogna assolutamente convincerli ad andare in un dormitorio. Non solo convincerli: bisogna aiutarli a salire sul pulmino e accompagnarli fino alla porta, altrimenti da soli non vanno. Bisogna farlo con estrema delicatezza, sono fragili i nostri senza dimora. Questa sera non potrò farlo, ma so che gli altri del gruppo saranno là anche per me. Non tralasceranno nessuna galleria del Corso Vittorio Emanuele, nessun porticato. Non risparmieranno le parole, i sorrisi e gli abbracci, quando sono ben accetti” Ivan, responsabile dell’Unità di Strada di Milano ​“Credo troveremo una quindicina di persone che dormono sotto i portici del centro e altrettante alla stazione - di solito si rifugiano nei sottopassaggi che portano ai binari, ma in questi giorni la sicurezza chiude un occhio e permette loro di stare nella sala d’aspetto. Sono quasi tutti uomini, forse una o due donne, e per la maggior parte italiani. Non c’è verso di convincerli ad andare nei dormitori: preferiscono il freddo alla confusione di tutta quell’umanità mescolata. È successo lo stesso nel 2012, quando Bologna è stata sommersa dalla neve, e alcune persone sono le stesse, sempre nello stesso luogo. C’eravamo allora, ci saremo anche oggi. Non li lasciamo soli” Franco, responsabile dell’Unità di Strada di Bologna   Martedì 27 febbraio 2018 ​“È nevicato tutta la notte e non ha ancora smesso. Il Comune ha deciso di aprire la stazione per 10gg. Noi questa sera usciamo con tutte le coperte che riusciremo a trovare, ma cercheremo di convincere tutti a seguirci in stazione, li aiuteremo a sistemarsi per la notte. Con questa neve non possono sopravvivere all’aperto, nei luoghi dove dormono di solito. Di giorno invece li aspettiamo al centro di accoglienza Buon Pastore, aperto in collaborazione con la Caritas: apriamo loro la porta perché possano trovare calore, conforto, ristoro. Molti di loro si addormentano sulle sedie, finalmente circondati dal tepore e dalle attenzioni dei volontari che si prendono cura di loro” Martina, volontaria dell’Unità di Strada di Forlì “E alla fine il freddo è arrivato anche qui, in Sicilia, a Catania. Questa sera con l’Unità di Strada andremo come sempre in Piazza della Repubblica. Ci sono persone che ci aspettano per il tè caldo, e non solo per quello. Chi vive in strada ha la possibilità di dormire nel tendone riscaldato che è stato allestito per l’emergenza; altri invece tornano nelle loro case dove non c’è elettricità né gas, perché da tempo non possono più pagare le bollette. Loro rimangono fuori fino a quando parte l’ultimo autobus, in cerca di quel calore che solo il contatto umano sa dare. Questa sera andiamo soprattutto da loro” Vincenzo, volontario dell’Unità di Strada di Catania Lunedì 26 febbraio 2018  “Roma oggi si è svegliata sotto la neve. La città è bloccata ma Fiorella è riuscita comunque ad andare a prendere il pane: questa sera, come tutti i lunedì, ceniamo alla Stazione Tuscolana. Bisognerà muoversi leggeri, quindi porteremo con noi solo panini, torte e tè bollente. Se avanzerà qualcosa, gireremo a piedi nei dintorni per cercare le persone che non hanno trovato posto nemmeno nei dormitori allestiti per emergenza e portare loro un po’ di conforto” Enkolina, volontaria della Mensa di Strada di Roma “Il centro di accoglienza del Comune doveva chiudere ieri. Invece è arrivato questo freddo incredibile e, oltre a non chiudere più, teniamo aperto anche di giorno. Ci siamo messi a disposizione per il turno della mattina, oltre che per quello della sera. Alla Capanna di Betlemme invece più letti di così non ci stanno, siamo pieni. Però più tardi andremo in Stazione: oggi ci vogliono le coperte più pesanti, il tè più caldo e l’amore più grande. Con questo freddo dobbiamo dare ancora di più alle persone che vivono in strada” Luca, responsabile dell’Unità di Strada di Pescara e della Capanna di Betlemme di Chieti Domenica 25 febbraio 2018  “Da venerdì scorso cerchiamo di prendere tutti, di non lasciare nessuno a dormire fuori e di tenere le persone al caldo anche di giorno. In Capanna noi volontari dormiamo sui materassini in soggiorno per mettere a disposizione più letti possibili per le persone senza dimora. Insieme alla Caritas e alla Protezione Civile invece abbiamo aperto un dormitorio di emergenza con una 30ina di posti, dove offriamo anche la cena e la colazione. Al freddo oggi si è aggiunta la neve… Questa sera infatti facciamo il giro doppio, prima accompagniamo la gente a dormire al coperto, poi torniamo in stazione per distribuire qualcosa di caldo e delle coperte a chi nonostante tutto rimane a dormire in strada” Nicolò, volontario dell’Unità di Strada e della Capanna di Betlemme di Rimini  
APG23
26/02/2018
Missionari nel cuore dell’Europa
Il 16 e 17 febbraio scorso una settantina di persone si sono incontrate a Guadalajara, a pochi km da Madrid: i papà e le mamme di casa famiglia, con tutti i loro figli, che rendono presente la Comunità Papa Giovanni XXIII nell’Europa centro-occidentale. Dodici anni fa la prima apertura in Europa; oggi la vocazione di don Benzi è sbocciata in Olanda, Svizzera (con la presenza ai tavoli delle nazioni unite a Ginevra), Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Inghilterra e da qualche mese anche Belgio. Come portare un carisma, nato in Italia, inculturandolo in un Paese e in una cultura diversa? Come mantenere viva e attuale la buona notizia portata agli emarginati e ai poveri, nella ricca Europa? Questi e altri sono stati i temi che i missionari hanno affrontato insieme a Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Apg23. Importante è stata la vicinanza del vescovo di Guadalajara, che si è voluto rendere presente tramite il proprio vicario generale mons. Agustin Bugeda Sanz, a dimostrazione della stima che la Chiesa locale nutre per la Comunità di don Benzi. Un incontro gioviale e di fraternità, con degli importanti momenti di riflessione comune sia per gli adulti che per i figli. Tutte le riflessioni emerse sono state messe ai piedi dell'altare durante la messa celebrata da Agustin Bugeda Sanz, vicario del vescovo della diocesi di Guadalajara. #FOTOGALLERY:europa# «Ci sono poveri che non verranno mai a cercarci, quelli li dobbiamo cercare noi» diceva spesso don Benzi. Con questo spirito tanti della Comunità Papa Giovanni XXIII sono partiti nel mondo intero alla ricerca dei poveri che nessuno conosceva o che nessuno voleva vedere. A distanza di 33 anni dalla nostra prima partenza, oggi siamo chiamati alla presenza in tutti i 5 continenti. Da 12 anni ormai anche nella nostra ricca Europa centro-occidentale: Olanda, Svizzera con la nostra presenza ai tavoli delle nazioni unite a Ginevra, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Inghilterra e ora anche Belgio.  Si tratta pur sempre di Europa, ma sono territori, lingue, culture e usanze totalmente diverse l'una dall'altra; unica comunità, ma esigenze, modi di inserimento e contesti di condivisione totalmente diversi che hanno il bisogno di ritrovarsi, di confrontarsi e di crescere alla luce ed alla guida di una sola vocazione. Le continue chiamate da parte dei vescovi e la continua disponibilità ad aprire in nuove zone di missione ha fatto sì che ad oggi siamo presenti in 42 paesi del mondo e non è più pensabile di riuscire a trovare un solo unico momento generale. Per questo è già qualche anno che si sperimenta l'importanza e la fecondità di incontri delle diverse realtà presenti nelle zone delle stesse macro-aree geografiche; ci si ritrova un paio di volte l'anno per quanto possibile di persona e poi con l'aiuto della tecnologia in video-conferenze, per conoscersi, fare fraternità, scambiarsi dubbi, sensazioni, idee, confrontarsi sulla vita missionaria della propria realtà e zona, per tirar fuori delle linee comuni per rimanere sempre in ascolto del territorio che ci ospita.
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