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APG23
02/09/2015
La buona scuola è senza i voti
Una pedagogia fondata sulla gratuità e non sul profitto, in grado di generare una società più felice: è la scommessa su cui puntano da anni la Comunità Papa Giovanni XXIII e il Gruppo di studio per la Scuola del gratuito. Un lavoro che verrà presentato il 5 e 6 settembre a Valdragone (Repubblica di San Marino) presso l'Istituto San Giuseppe in un convegno organizzato Insieme alla Segreteria di Stato per l'Istruzione. Nell’occasione verranno presentate anche alcune proposte per la modifica del sistema scolastico. Nella giornata di sabato, a partire dalle 14,30, dopo i saluti, parlerà Francesco Gesualdi, allievo di don Milani e fondatore del “Centro nuovo modello di sviluppo”, sul tema del rapporto fra scuola e società. «La scuola di oggi – ha dichiarato - è un chiaro strumento utilizzato dal sistema per costruire il pensiero unico del mercato». Seguirà Ferdinando Ciani, insegnante, che ha da poco pubblicato il libro “Scuola del gratuito - Esperienze” e farà il punto sulle possibilità di attuare questo tipo di scuola. Di realizzazioni concrete parlerà anche Antonio Ronco, insegnante ed esponente del “Movimento di Cooperazione educativa” che affronterà il tema “Cooperare nella scuola superiore”, fascia di età di cui si parla poco. Seguiranno esperienze di insegnati, genitori, alunni provenienti da tutta Italia. In questi anni il progetto ha attirato l'attenzione di diversi operatori e realtà scolastiche, che hanno iniziato a mettere in atto questa sperimentazione. In particolare sarà presente la scuola “Cerioli” di Orzinuovi(BS), una paritaria in cui l'iniziativa è partita dalla direzione dell'Istituto. Nella mattinata di domenica i lavori di gruppo. Verranno anche esposte le proposte elaborate in questi anni per un cambiamento delle norme sull'istruzione, nella convinzione che con “La buona scuola” le problematiche scolastiche siano tutt'altro che risolte.   Cos'è la Scuola del gratuito La “Scuola del Gratuito” è un progetto pedagogico, nato dall’intuizione di don Oreste Benzi di una “Società del gratuito”. Ha l’obiettivo di un’educazione capace di liberare la scuola e la società dai disastrosi condizionamenti della cultura del “profitto”: la motivazione naturale e gratuita di ogni giovane è crescere e sviluppare i suoi doni. La “Scuola del gratuito” promuove perciò un sapere interiorizzato e critico, la cooperazione educativa tra tutti i soggetti scolastici, la partecipazione degli studenti all’organizzazione e alla gestione della scuola. In essa la famiglia assume un ruolo attivo, non è più cliente di un’azienda che produce istruzione, ma vero partner educativo. Essendo la Gratuità la molla motivazionale che spinge gli allievi all’impegno, i voti, strumenti privilegiati della scuola basata sul “profitto”, non servono più: ciascuno segue il proprio percorso. Le proposte di cambiamento del sistema scolastico riflettono questi principi e li traducono in strumenti per l'azione concreta.
APG23
02/09/2015
Buon Compleanno Myriam di Nazareth
A Casarano (LE) in Puglia sono passati 10 anni pieni di gioia, lacrime, fatica, notti insonne, risate, e soprattutto amore, dalla fondazione della casa famiglia Myriam di Nazareth. Metti un paesino piccolo a 30 km da Santa Maria di Leuca, aggiungi due donne di buona volontà, una piccola casetta e tanta voglia di condividere la propria vita con i piccoli. Questi sono gli ingredienti che hanno portato 10 anni fa all’apertura della casa famiglia Myriam di Nazareth in Casarano (LE). Era infatti Luglio 2005 quando Lucia e Mina hanno iniziato questo lungo e avventuroso viaggio nella condivisione diretta; da allora sono passati 10 anni pieni di gioia, lacrime, fatica, notti insonni, risate, e soprattutto amore.  «Sin dall’apertura della casa famiglia sono sempre arrivate mamme in attesa o in difficoltà – racconta Lucia – e ad oggi sono davvero tanti i bambini passati da quelle stanze rendendole più allegre con le loro vocine e più luminose con i loro sorrisi». Lucia, consacrata, è la mamma di casa. Cuoca indiscutibile, è sempre quella che per ultima spegne le luci e va dormire la sera quando tutti gli altri sono già al sicuro nei loro lettini. Mina, la zia per i bambini e sorella per le madri, è l’arbitro di tutte le contese. «Artista a volte compresa, altre no – raccontano dalla casa famiglia –. Quasi sempre le proposte più sui generis ma anche più divertenti arrivano da lei». Dopo diverse esperienze di missione da qualche anno ha scelto di vivere qui in maniera stabile.  «A condividere la vita, si sa, il tempo passa velocemente, e dieci anni sono volati – dicono le responsabili –. Tante mamme hanno potuto curare qui i loro dolori e sconfiggere le loro paure, imparando ad essere mamma non per natura ma per vocazione. Vederle arrivare fragili, accoglierle nel cuore e tenere duro quando scalciano non è semplice, ma è impagabile la stretta al cuore che ti viene quando da quella stessa porta le vedi uscire sulle loro gambe, ora più forti e a passo più sicuro». A dare una mano in casa famiglia, oltre a Mina e Lucia, ci sono Stefania e Ilaria, divenute recentemente membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, alcuni volontari, e don Dario Donateo, sacerdote, che  da poco ha intrapreso il periodo di verifica vocazionale nella Papa Giovanni che ha conosciuto quando era in seminario. «È  da tre anni che  frequento la casa famiglia di Casarano – racconta – e mi sono ritrovato come gli altri affetto dalla stessa "malattia" che questa grande e bella comunità trasmette: la condivisione. Ne vieni contagiato senza rendertene conto e all’improvviso non ne puoi più fare a meno!». La punta di diamante della casa è senza dubbio Enza, una bambina intrappolata nel corpo di una giovane donna di 30 anni. Enza scandisce il tempo tra un «ti voglio bene» e un «ti ho pensata». Nonostante sia originaria di Bisceglie è una ballerina provetta di Pizzica da fare invidia a tutte le salentine. Enza per essere felice ha solo bisogno della sua mamma Lucia, delle sue sorelle e delle giostre.  Oltre alla vita condivisa in casa, da circa tre anni, dopo aver notato che la piaga della prostituzione stava prendendo piede prepotentemente anche nel Leccese, si è dato inizio all’unità di strada. Ogni sabato mattina Mina, Stefania, Ilaria, Don Dario e altri volontari partono verso la strada statale 101, quella che collega Gallipoli a Lecce, per incontrare le ragazze, per lo più nigeriane, che su quella strada sono costrette a vendersi, sotto gli occhi e il silenzio di tutti; offrono loro la possbilità di riscattarsi dallo sfruttamento sessuale. «Insomma, non ci resta che prendere un bel po’ di fiato – si augurano le responsabili – e soffiare forte su queste prime dieci candeline, con l’augurio e la speranza che il tempo continui a volare e la vita a scorrere in questa casa davvero originale». (Stefania Lupo)    
APG23
31/08/2015
Catechesi semplice di Giovanni Paolo Ramonda
La “Catechesi semplice” è una produzione video della Comunità Papa Giovanni XXIIi: una riflessione su temi differenti attraverso la luce della Parola. A condurre la trasmissione in studio Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità. È un percorso iniziato nel 2012 (per un totale di 66 puntate). Tanti gli argomenti trattati: la figura di Maria,  la missionarietà, il dono dello Spirito Santo, il diaconato, il popolo della Chiesa e così via.  Per questa ultima edizione, iniziata lo scorso aprile, la scelta è di trattare maggiormente temi legati all’attualità, spesso di urgenza sociale, in cui si coglie il bisogno di approfondire l’aspetto della fede, la lettura cristiana, per avere risposte o chiarimenti. Abbiamo parlato di famiglia, omofobia, coppie di fatto, immigrazione, tossicodipendenza e molto altro. Uno dei temi più approfonditi è stata l’enciclica “Laudato sii” di papa Francesco, a cui Ramonda ha dedicato 2 puntate. E proprio il primo settembre ricorre la Giornata per la custodia del creato, iniziativa voluta dalla CEI in sintonia con le altre comunità ecclesiali europee, e quest’anno il titolo è "Un umano rinnovato, per abitare la terra". La formula non è imposta ma interattiva: è possibile sottoporre a Paolo le proprie domande o riflessioni – attraverso diverse modalità audio video o testuali, anche su un profilo Facebook, già alcuni giorni prima della puntata. Ogni appuntamento dura i 30 minuti della ripresa televisiva, di cui segue ritmi e regole,  può proseguire in studio in un clima più familiare se si crea un dialogo con i presenti. Ramonda propone un’introduzione biblica del tema per poi suggerire una lettura conforme alla specificità della vocazione della Comunità, attualizzata ai fatti e al pensiero del “mondo”. È uno strumento formativo importante, di nutrimento, dal quale attingere per approfondire un cammino spirituale personale e di comunità.  La prossima puntata, in onda domani martedì 1 settembre dopo la pausa estiva, ha il titolo “Misericordia io voglio”. Il tema trattato è il perdono, la grande rivoluzione spirituale che il cristianesimo ha introdotto nel mondo.  La catechesi è trasmessa in diretta streaming sulla webtv della Comunità, dove è possibile anche rivedere tutte le puntate. Va in onda inoltre su RETESEI (Campania), SESTA RETE (Torino), TELEFUTURA (Campania), TELERADIOPADREPIO e TELEPACE. Per conoscere i palinsesti potete contattarci a: audiovisivi@apg23.org (Francesca Ciarallo - servizio audiovisi)      
APG23
28/08/2015
Inaugurata una casa di accoglienza nel cuore di Haiti.
Una casa di accoglienza nel cuore di Haiti a cinque anni e mezzo dal terremoto che nel 2010 ha fatto oltre 200 mila vittime nell'isola caraibica. È stata inaugurata ieri dal responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Ramonda. Presenti alla cerimonia circa 200 persone, per lo più famiglie haitiane che già beneficiano della presenza della Comunità, oltre alle organizzazioni con cui l'Apg23 collabora fin dall'inizio della missione: i Padri Scalabriniani che hanno celebrato la messa in Creolo, la lingua locale; le suore Dominicane, che hanno organizzato la cena; gli operatori della Caritas Italiana e Ambrosiana; il segretario del Nunzio Apostolico. «La presenza dei nostri missionari ad Haiti è iniziata dopo il terremoto del 2010 – racconta Matteo Vignato, responsabile della Zona Caraibi dell'Apg23 –. Inizialmente siamo stati accolti e sostenuti dai Padri Scalabriniani. Poi, grazie all'aiuto di tanti benefattori, siamo riusciti ad acquistare un terreno e a costruire questa casa inaugurata ieri, ma che è già diventata il centro di una rete di attività di accoglienza e di supporto alla popolazione locale». La casa è situata nella zona di Croix de Bousquet, periferia di Port-au-Prince, la capitale. Destinatari dell'intervento sono in particolare famiglie molto povere, nella maggior parte composte da mamme sole con figli. «Con loro abbiamo sviluppato attività di doposcuola e semplici laboratori di cucina, orto, disegno – prosegue Vignato –. A questi bambini garantiamo anche la frequenza scolastica aiutando le famiglie nel pagamento delle iscrizioni e di tutti i materiali necessari». Attualmente sono presenti ad Haiti come missionari Andrè Volon e Ines Meggiolaro, oltre a due “caschi bianchi”, giovani in servizio civile: Davide Crema e Martina Chiesa. In questi anni anche altre persone hanno però collaborato alla missione di Haiti, tra cui Antonio Baccassino, attualmente missionario a Baghdad, in Iraq. (alessio zamboni)
APG23
28/08/2015
Una casa di accoglienza ad Haiti
Una casa di accoglienza nel cuore di Haiti a cinque anni e mezzo dal terremoto che nel 2010 ha fatto oltre 200 mila vittime nell'isola caraibica. È stata inaugurata ieri dal responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Ramonda. Presenti alla cerimonia circa 200 persone, per lo più famiglie haitiane che già beneficiano della presenza della Comunità, oltre alle organizzazioni con cui l'Apg23 collabora fin dall'inizio della missione: i Padri Scalabriniani che hanno celebrato la messa in Creolo, la lingua locale; le suore Dominicane, che hanno organizzato la cena; gli operatori della Caritas Italiana e Ambrosiana; il segretario del Nunzio Apostolico. «La presenza dei nostri missionari ad Haiti è iniziata dopo il terremoto del 2010 – racconta Matteo Vignato, responsabile della Zona Caraibi dell'Apg23 –. Inizialmente siamo stati accolti e sostenuti dai Padri Scalabriniani. Poi, grazie all'aiuto di tanti benefattori, siamo riusciti ad acquistare un terreno e a costruire questa casa inaugurata ieri, ma che è già diventata il centro di una rete di attività di accoglienza e di supporto alla popolazione locale». La casa è situata nella zona di Croix de Bousquet, periferia di Port-au-Prince, la capitale. Destinatari dell'intervento sono in particolare famiglie molto povere, nella maggior parte composte da mamme sole con figli. «Con loro abbiamo sviluppato attività di doposcuola e semplici laboratori di cucina, orto, disegno – prosegue Vignato –. A questi bambini garantiamo anche la frequenza scolastica aiutando le famiglie nel pagamento delle iscrizioni e di tutti i materiali necessari». Attualmente sono presenti ad Haiti come missionari Andrè Volon e Ines Meggiolaro, oltre a due “caschi bianchi”, giovani in servizio civile: Davide Crema e Martina Chiesa. In questi anni anche altre persone hanno però collaborato alla missione di Haiti, tra cui Antonio Baccassino, che ora ha avviato una presenza della Comunità a Baghdad.
APG23
27/08/2015
Embrioni: sentenza storica della Corte Europea
 Ramonda: «Ora salviamo quelle vite umane» La Comunità Papa Giovanni XXIII esprime soddisfazione per la sentenza con cui la Corte europea dei diritti umani ha oggi stabilito che l’Italia non ha violato alcun diritto umano vietando ad Adele Parrillo di donare alla ricerca scientifica gli embrioni umani concepiti nel 2002 con il marito poi morto nell’attentato di Nassirya. ã€ŠÈ di portata storica la sentenza della Corte di Strasburgo sul divieto italiano di donare gli embrioni alla ricerca – sottolinea Giovanni Ramonda, responsabile generale dell’Associazione –. Affermando che "gli embrioni umani non possono essere ridotti ad una proprietà" a norma della Convenzione europea sui diritti umani, riconosce finalmente che non si tratta di cose. Si va così nella direzione del riconoscimento della dignità personale di ogni uomo fin dal concepimento, uno di noi». «Auspichiamo che a queste vite umane sospese nel ghiaccio venga data una opportunità di vita – prosegue Ramonda –, permettendo che vengano accolte in adozione qualora i genitori biologici non intendano più occuparsene. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha un progetto attivo in merito dal 1996, dal quale sono già nati diversi bambini».
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27/08/2015
Al Meeting il formaggio del perdono
  «Il Meeting è andato benissimo, dal mio punto di vista: la casatella è la cugina morbida dello stracchino, e con la rucola allietava il palato nelle piadine – racconta  Antonello, ex detenuto ed oggi casaro all'interno del progetto Cec della Comunità Papa Giovanni XXIII –. Nel ristorante del consorzio Bovinitaly per sette giorni sono state servite tartare di vitello con ricotta; la caciotta bianca accompagnava le insalate e gli hamburger».   Gli ospiti d’eccezione che hanno affollato per una settimana a Rimini il meeting di Comunione e Liberazione hanno potuto così assaggiare il Formaggio del perdono, prodotto da persone inserite in percorsi alternativi al carcere nell’Azienda Agricola di San Facondino a Saludecio (RN).  80 ettari di terra e 120 capi di bestiame hanno portato al Meeting 7 quintali di casatella, 1 quintale e mezzo di ricotta e 30 chili di caciotte.  Uno stand illustrava la possibilità di percorsi alternativi al carcere.   «Fare il formaggio per me è solo un’attività fisica, ma il mio vero lavoro è quello di compensare come posso i conti che ho in sospeso con le persone e con la giustizia», racconta Antonello.   «Le Cec (Comunità educanti per i carcerati) come quella in cui lavora Antonello sono strutture che oggi vivono solamente grazie all’autofinanziamento – racconta Giorgio Pieri, responsabile del progetto –. Eppure se lo Stato investisse in questo campo avrebbe un risparmio enorme oltre che risultati di recupero decisamente migliori. Sono almeno 10 mila i posti che sarebbero da subito disponibili per l'accoglienza dei detenuti da parte della rete di associazioni "Certezza del recupero". Se venisse riconosciuta una retta di 40 euro al giorno per detenuto si avrebbe un risparmio di 500 milioni all'anno rispetto a quanto oggi si spende per mantenere le stesse persone in carcere. Inoltre tra chi fa il nostro percorso di recupero meno del 10% torna a delinquere mentre questo dato sale al 70% per chi fa il percorso carcerario tradizionale».    «È il tempo di passare – conclude Pieri – da una giustizia vendicativa ad una giustizia educativa».   Ecco un video per saperne di più.         per approfondire: https://www.apg23.org/it/carcere/   (Marco Tassinari, foto di Sara Zanni)    
APG23
26/08/2015
La scuola educhi alla gratuità 
La Scuola del Gratuito è un progetto pedagogico che si basa sulla motivazione naturale e gratuita di ogni giovane a crescere e sviluppare i propri doni; un convegno nazionale presenterà le esperienze di un modello scolastico efficace e attento alla persona. Sabato 5 settembre nel Teatro del Turismo di San Marino si terrà la sessione plenaria; Domenica 6 settembre nella Casa S.Giuseppe di località Valdragone (RSM) lavori di gruppo e conclusioni.   L'evento vedrà la presenza di Francesco Gesualdi, alunno di Don Milani, e Antonio Ronco, del Movimento di cooperazione educativa. In collaborazione con la Segreteria di Stato per l'istruzione e la cultura di S.Marino.  «La vera buona scuola è quella che aiuta ad interiorizzare la conoscenza in modo critico, e che vede una cooperazione fra tutti i soggetti scolastici. Anche la famiglia deve assumere il ruolo di un vero partner educativo», commenta Giovanni Ramonda, Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII. approfondimenti e iscrizioni: https://www.apg23.org/it/news/la_vita_della_comunita/196-a_scuola_di_felicita.html
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26/08/2015
A Scuola di felicità 
Nella Repubblica di San Marino il 5 e il 6 settembre si dibatterà su “La scuola del gratuito. Pedagogia della gratuità per una società più felice” (programma e iscrizioni) Periodo di grandi trasformazioni per la nostra scuola italiana. La Scuola, quando è davvero buona, non è un'azienda, ma soprattutto educazione che rende le persone più felici e consapevoli. Sono alcuni dei concetti maturati all'interno delle esperienze di "scuola del gratuito" avviate in alcune scuole d'Italia. A due anni dal successo della prima edizione del Convegno su “La scuola del gratuito”, si torna a fare il punto sul tema il 5 e 6 settembre, con particolare attenzione alle esperienze concrete, e questa volta, grazie alla collaborazione con la Segreteria di Stato Istruzione e cultura, la sede sarà nel centro storico dell'antica città, nella sala più ampia del Teatro turismo. Ci saranno docenti, alunni di scuole statali e rappresentanti della scuola paritaria di Orzinuovi (BS) che ha avviato una sperimentazione in tutti gli ordini di studio. Nell'assemblea, come ospiti di spicco, interverranno Francesco Gesualdi, alunno di don Milani e animatore del Centro nuovo modello di sviluppo, di cui è in libreria l'ultimo libro Risorsa umana, l'economia della pietra scartata, e Antonio Ronco, esponente del Movimento di cooperazione educativa. Si darà spazio anche per esperienze di famiglie ed alunni. Non mancheranno interventi di esponenti della Comunità Papa Giovanni XXIII e del Gruppo di ricerca per la scuola del gratuito, che hanno organizzato l'incontro. Tra questi Ferdinando Ciani, professore di scuola secondaria e uno degli ideatori del progetto, che ha raccolto i suoi spunti pedagogici e alcune testimonianze nel libro “Scuola del gratuito. Esperienze”. Le relazioni metteranno a fuoco il rapporto fra scuola e società e la possibilità di una didattica basata sulla cooperazione e non sulla competizione. Nella seconda giornata ci saranno gruppi di studio su importanti argomenti. La “Scuola del Gratuito” è un progetto pedagogico che si pone come obiettivo un’educazione capace di liberare la scuola e la società dai condizionamenti della "cultura del profitto”  Essa pone al centro della sua pedagogia la motivazione naturale e gratuita di ogni giovane a crescere e sviluppare i suoi doni. Essendo la Gratuità la molla motivazionale che spinge gli allievi all’impegno, i voti, strumenti privilegiati della scuola basata sul profitto, non servono più e ciascuno segue il proprio percorso. (Riccardo Ghinelli - Servizio Scuola Apg23)  
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20/08/2015
Una famiglia per il figlio di Martina
«In attesa che i giudici si pronuncino sull’idoneità della madre, va comunque garantita a quel bambino una famiglia, non una comunità con operatori a turno». È la linea sostenuta dalla Comunità Papa Giovanni XXIII sul caso del figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher, condannati per aver sfregiato con l’acido l’ex fidanzato di lei. «Ogni bambino, tanto più se piccolissimo, ha diritto di avere subito la presenza di una mamma e un papà, come previsto dalla legge 149/2001 sull’affido e l’adozione – precisa Giovanni Ramonda, responsabile generale dell’Associazione fondata da don Benzi –. Per questo invitiamo ad individuare subito una famiglia affidataria preparata che saprà garantire le relazioni affettive necessarie e anche l’eventuale rapporto con la madre previsto dal giudice». 
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18/08/2015
Don Oreste Benzi, che spettacolo!
Spettacoli e musica sulla vita di don Oreste Benzi. Sei proposte artistiche raccolgono l'eredità del sacerdote riminese per il quale è in corso la causa di beatificazione. Così grandi e piccini possono avvicinarsi al carisma dell'accoglienza a braccia aperte. Continuano con grande successo di pubblico gli spettacoli sulla figura di don Oreste Benzi, raccontati col linguaggio dell'arte, curati e realizzati da professionisti e amici che animano il polo artistico "Piccola piazza d'arti" di Rimini.     Sei proposte artistiche dal titolo "Le cose belle", adatte ad ogni tipo di età e situazione. Spettacoli, concerti, fiabe, una mostra fotografica animata, recital e tanta creatività esportabili, oltre che nei teatri, nelle parrocchie, chiese, arene estive, scuole, carceri ed ovunque ne venga fatta richiesta. Un modo diretto e coinvolgente per raccontare la bellezza di un cammino al fianco degli ultimi segnato dal passo di un sacerdote di grande carisma, frequentatore appassionato e credibile delle "periferie esistenziali del nostro tempo".       Don Oreste Benzi, un prete con il rosario in mano e buone scarpe ai piedi, ha tracciato un percorso che ha affascinato e continua ad affascinare migliaia di giovani. Un prete dalla "tonaca lisa" che sapeva coniugare azione e contemplazione, ed essere estremamente al passo con i tempi.    La tournée estiva procede coi seguenti appuntamenti: 21/8 DOVE LO BUTTO al Villaggio Ragazzi del Meeting di Rimini, ore 21. 25/8 #donorestebenzituttodunfiato Chiesa Sacro Cuore Miramare di Rimini, ore 21 16/9 #donorestebenzituttodunfiato a Lavagna (LO)   Scarica il volantino con tutte le proposte e cerca la più adatta alle tue esigenze.     Contatti: 348.2488139 Per approfondire:  https://www.apg23.org/it/arte/ (Emanuela Frisoni - Servizio Arte Apg23)  
APG23
07/08/2015
Amnesty International: l’inganno si rivela subito
"Questo documento contiene una bozza di politiche sul rispetto, protezione e adempimento dei diritti umani delle sex worker (lavoratrici del sesso)". Inizia così il documento in votazione in questi giorni all'incontro internazionale del consiglio di Amnesty International in corso a Dublino. A prima vista sembrerebbe l'ennesima attività meritoria della famosa organizzazione che lotta per i diritti umani, ma per chi, come noi ( https://www.apg23.org/it/prostituzione/), lavora con le persone che attraversano l'orrore della prostituzione, l'inganno si rivela subito. Non esistono sex workers (lavoratori del sesso), esistono sex slaves (schiavi del sesso). Il solo parlare di sex workers implica l'esser d'accordo a questa moderna schiavitù.  Perché, parliamoci chiaro, la prostituzione è sempre una forma di schiavitù. Non perché ce lo dice qualche morale, ma perché ce lo dicono coloro che ne sono uscite o coloro che purtroppo vi sono ancora dentro. Noi non parliamo mai di prostitute, ma di persone che si prostituiscono. Prima viene sempre la persona. Anche quando è ridotta in stato di schiavitù.  Ma veniamo al punto. “Amnesty International riconosce la necessità della regolamentazione della prostituzione”, dice il documento a pagina 10. Amnesty parla di decriminalizzazione delle persone che si prostituiscono. E questo è giusto. Ma utilizza questo argomento per proporre la regolamentazione della prostituzione. E questo è sbagliato. Almeno per chi sa cosa significhi l'orrore della prostituzione. Esistono diverse ricerche internazionali che mostrano gli abusi che subiscono le persone che si prostituiscono; è molto importante constatare che le percentuali degli abusi subiti non cambiano tra paesi dove la prostituzione è regolamentata e quelli dove essa è proibita. Amnesty poi dimentica due punti chiave emersi sia dalle ricerche delle nazioni Unite, sia da quelle di Eurostat. Il primo è la disuguaglianza di genere intrinseco alla prostituzione: le prostitute sono per lo più donne, mentre i clienti e gli sfruttatori sono per la maggior parte uomini. Il secondo dato è che la domanda di sfruttamento sessuale alimenta la tratta di esseri umani. Per questa ragione, chi davvero ha a cuore il massimo sviluppo della persona umana, di tutte le persone, chiede - per dirla con Giovanni Paolo Ramonda, il nostro Responsabile Generale - che la prostituzione venga abolita. Da un lato, decriminalizzando le persone che si prostituiscono, che devono esser considerate come vittime. Dall'altro lato, criminalizzando sia gli sfruttatori che riducono in schiavitù queste persone, sia i clienti, i quali sfruttano la condizione di vulnerabilità delle persone che si prostituiscono. Semplicemente: se non ci fossero clienti, allora non ci sarebbero persone che si prostituiscono.  Ecco allora che ci appelliamo a tutte le persone di buona volontà cha da anni svolgono un importante servizio dentro Amnesty: liberiamo le donne, aboliamo la prostituzione.   Luca Luccitelli, Animatore generale del Servizio Politico della Comunità Papa Giovanni XXIII      
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