APG23
05/09/2024
La riforma del sistema carcerario è una sfida in cui si sono cimentati tanti governi con alterni risultati, e quello attuale non fa eccezione. Le ricette si sprecano, nessuna probabilmente è risolutiva, certo è che la soluzione non può venire dalla moltiplicazione dei penitenziari, come qualcuno continua a sostenere. Anche perché per molti proprio il periodo della detenzione diventa una scuola del crimine: anziché incontrare occasioni di rieducazione, come dice a chiare lettere l’articolo 27 della Costituzione italiana, si incontrano cattivi maestri e si esce peggiori di quando si è entrati, o si vive in condizioni tali da aumentare il senso di inimicizia nei confronti della società.
(foto: lavoro nelle Comunità educative con i carcerati)
Leggi l'editoriale completo su avvenire.it
Bologna: Dall'amore nessuno fugge. Scopri l'evento
APG23
04/09/2024
Martedì 3 settembre, un vasto incendio ha distrutto una delle strutture della nostra Comunità Terapeutica a Rimini. Le fiamme hanno divorato attrezzature e impianti usati nelle attività occupazionali, elemento essenziale nel percorso di recupero di tante persone vittime delle dipendenze.
Martedì 3 settembre, un drammatico incendio ha colpito la nostra Comunità Terapeutica “Sant’Aquilina” a Rimini, da 40 anni una realtà di accoglienza e sostegno per persone che lottano contro le dipendenze e per detenuti che qui scontano parte della loro pena. Aperta da don Nevio, sacerdote storico della Papa Giovanni XXIII, la struttura accoglie ogni giorno circa 70 persone, tra residenti e semi-residenti.
Le fiamme, visibili da chilometri di distanza, si sono propagate rapidamente, distruggendo tutto. È rimasto solo il telaio d’acciaio della struttura. All’interno dell’edificio si trovavano attrezzature agricole e altri strumenti che i nostri ragazzi utilizzavano per le attività educative e occupazionali. Queste attività sono un pilastro fondamentale del loro percorso di recupero, permettendo loro di imparare un mestiere e di costruire una nuova vita. Purtroppo, anche l’impianto fotovoltaico installato sulla struttura, un camion e le biciclette elettriche che i ragazzi utilizzavano per i loro spostamenti, sono stati completamente distrutti. Fortunatamente, al momento dell’incendio, nessuna persona si trovava all’interno della struttura, quindi non ci sono stati feriti. Tuttavia, i danni sono ingenti e le perdite sono devastanti per questo luogo che rappresenta una seconda possibilità per tante persone.
Appello alla solidarietà
I danni causati dall’incendio ammontano certamente a centinaia di migliaia di euro. Per far fronte a questa emergenza la Comunità Papa Giovanni XXIII ha lanciato una campagna di raccolta fondi che è possibile sostenere a questo link: emergenze.apg23.org
La ricostruzione è urgente e necessaria per continuare a garantire, a chi sta lottando con tutte le sue forze contro le dipendenze e l’emarginazione, un percorso di rinascita che li aiuti a rimettersi in piedi. Ogni donazione è fondamentale per iniziare subito a ricostruire.
#FOTOGALLERY:incendio#
APG23
03/09/2024
Martedì 3 settembre è stata inaugurata la mostra fotografica “Dall'amore nessuno fugge” sulle realtà delle nostre Comunità Educanti con i Carcerati (CEC) e sull'esperienza Apac - Associazione di protezione e assistenza condannati - che dal Brasile si è diffusa in diversi stati del mondo.
La mostra sarà visitabile a Bologna nella sede dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia Romagna in via Aldo Moro 50 a partire dal 3 fino al 13 settembre. L'orario di apertura va dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18. Durante la mostra saranno presenti volontari, operatori e carcerati che parleranno della loro esperienza.
Giovedì 12 settembre alle ore 16 si terrà un convegno sul tema dei percorsi alternativi al carcere.
Dopo i saluti di Emma Petitti della Regione e Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, interverranno:
Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia,
Debora Serrachiani, deputata membro della Commissione Giustizia,
Giulio Segatta, magistrato di sorveglianza di Trento,
Roberto Cavalieri, garante regionale detenuti della Regione Emilia-Romagna,
Giorgio Pieri, coordinatore del progetto CEC (Comunità Educanti con i Carcerati).
Nel corso del convegno ci saranno testimonianze dei detenuti che stano scontando la pena presso le realtà della Comunità di don Benzi. Il convegno sarà moderato dal giornalista Giorgio Paolucci.
APG23
01/09/2024
Matteo Fadda, presidente della nostra Comunità, e la sua sposa Carla Daviso sono tra i vincitori del “Premio internazionale della bontà 2024”. La cerimonia di consegna è avvenuta sabato 31 agosto a Treviso. Il Premio, giunto alla sua ventiquattresima edizione, premia l’amore che ha contraddistinto la vita e le opere delle persone selezionate dalla Commissione per il loro impegno umano, sociale e di testimonianza.
Queste le motivazioni della premiazione: «Matteo Fadda, sposato con Carla Daviso e padre di 4 figli, fa parte della Comunità “Papa Giovanni XXIII” dal 2005. Matteo ha conosciuto Carla grazie all’affido familiare. È cresciuto nella città di Torino, in una famiglia numerosa con altri tre fratelli: l’incontro con don Oreste Benzi, che considera un grande testimone di fede vissuta, non ha fatto altro che confermare le scelte di apertura alla vita che lui e la moglie stavano meditando. Matteo e Carla si sposano nel 1999, l’amore in parrocchia dove frequentavano lo stesso gruppo prima come "animati" e poi come “animatori”. Durante il loro percorso di coppia, maturano l’idea che una vita insieme fatta di lavoro, figli, vacanze, hobby e volontariato per loro non è sufficiente. Si aprono così all'accoglienza di bambini in affido e di persone senza famiglia, diventando famiglia aperta della Comunità Papa Giovanni XXIII a San Giorgio Canavese (TO), dove tutt’oggi vivono».
«Carla ed io non pensiamo di essere stati scelti perché siamo buoni, - ha commentato Fadda - non avremmo accettato. Riteniamo che questo premio sia destinato alle mamme e ai papà della Comunità Papa Giovanni XXIII che cercano di vivere il Vangelo condividendo la propria vita e aprendo la propria famiglia a chi non ha famiglia, a coloro che la nostra società mette da parte, scarta. La bontà è una meta che vorremmo raggiungere ma siamo ancora lontani e in cammino. Invece se guardiamo a tutta la nostra Comunità possiamo dire che c’è profumo di santità, la santità feriale, umile, che non fa rumore ma che da molto frutto. Questo premio non è per noi due, ma per tutte la famiglie e case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII».
APG23
18/08/2024
La Beata Sandra Sabattini sarà ricordata con una S. Messa nel giorno del suo compleanno. La celebrazione si terrà lunedì 19 agosto alle ore 18.30 a Rimini presso la Chiesa di San Girolamo in viale Principe Amedeo 65, a Marina centro.
Sandra, discepola spirituale di don Oreste Benzi che la Chiesa ha proclamato Beata il 24 ottobre del 2021 in seguito al riconoscimento del miracolo di guarigione di Stefano Vitali, avrebbe compiuto 63 anni. Dalle parole che ci ha lasciato trapela un profondo cammino spirituale, un tesoro da cui attingere che è stato raccolto ne Il Diario di Sandra, Sempre Editore.
La Chiesa di San Girolamo è il luogo dove poterla pregare. La Beata, infatti, ha vissuto con tutta la famiglia per 16 anni nella canonica della parrocchia di San Girolamo, dove lo zio don Giuseppe Bonini era parroco. La Chiesa ospita un'urna sepolcrale ed un bassorilievo celebrativo dedicato a Sandra Sabattini, oltre ad una mostra permanente che illustra la vita della Beata, in cui viene presentata la sua figura, le tappe fondamentali della sua vita, i luoghi, il miracolo che l’ha portata alla beatificazione, il diario e una biografia. Qui è custodita anche l’unica reliquia della Beata ex corporis di Sandra, un suo capello raccolto dal fidanzato Guido Rossi sul letto di morte. Del suo corpo, inspiegabilmente, durante l’esumazione per la ricognizione canonica, non è stato ritrovato nulla.
Tutte le informazioni sulla vita e sulla beatificazione sono disponibili su www.sandrasabattini.org.
Leggilo su semprenews
APG23
05/08/2024
Non possiamo non raccogliere questo ulteriore appello di Papa Francesco, Angelus domenica 4 agosto: “Basta, fratelli e sorelle! Basta! Non soffocate la parola del Dio della Pace ma lasciate che essa sia il futuro della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo intero! La guerra è una sconfitta!”
I giorni che stiamo vivendo sono sempre più carichi di sofferenza e morte. Soffiano forti venti di guerra. Quella Terza Guerra Mondiale a pezzi ci sembra sempre più vicina e angosciante. Troppi popoli in molti luoghi del mondo sono dilaniati dalla guerra. Possiamo restare indifferenti o spettatori? O peggio ancora complici? Uniamo le nostre voci e il nostro impegno per chiedere ai responsabili delle sorti del mondo: basta, cessate il fuoco! Già più volte in questi ultimi anni abbiamo unito le nostre voci e le nostre forze per chiedere un impegno concreto di disarmo. Sono i giorni dell’anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Come vivere questi anniversari se non rinnovando la richiesta all’Italia di aderire al Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari? Lo chiediamo da anni con la campagna “Italia ripensaci”. Proprio in questi primi giorni di agosto denunciamo la follia della corsa al riarmo, come già richiamato da Papa Francesco nel discorso al Corpo Diplomatico, lo scorso 8 gennaio: “Occorre perseguire una politica di disarmo, poiché è illusorio pensare che gli armamenti abbiano un valore deterrente.
Piuttosto è vero il contrario: la disponibilità di armi ne incentiva l’uso e ne incrementa la produzione. Le armi creano sfiducia e distolgono risorse”. E nello stesso discorso aggiungeva: “Ribadisco ancora una volta l’immoralità di fabbricare e detenere armi nucleari”.
È un appello che rivolgiamo ai capi delle nazioni, ma anche a tutti i credenti, a chi vuole vivere il vangelo della pace, insieme a tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Prima che sia troppo tardi.
Giuseppe Notarstefano,
Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana
Emiliano Manfredonia,
Presidente nazionale delle Acli
Francesco Scoppola e Roberta Vincini,
Presidenti Comitato nazionale Agesci
Matteo Fadda,
Presidente della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Cristiana Formosa e Gabriele Bardo,
Responsabili nazionali del Movimento Focolari Italia
Mons. Giovanni Ricchiuti,
Presidente nazionale di Pax Christi
APG23
29/07/2024
La Comunità Papa Giovanni XXIII in occasione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, ha pubblicato il report 2024 sulla tratta, Tra vulnerabilità e resilienza. Il documento evidenzia un preoccupante aumento dello sfruttamento delle persone più vulnerabili che avviene sempre più spesso attraverso le piattaforme online.
Lo sfruttamento sessuale rimane la forma più diffusa e dannosa, sia a livello fisico che psicologico, ma a questo si affianca sempre più spesso il fenomeno della tratta a fini di sfruttamento lavorativo. Il report prosegue presentando le attività di prevenzione, assistenza ed accoglienza realizzate nel 2023 dall'associazione di Don Benzi: la Comunità Papa Giovanni XXIII ha potenziato le attività di primo contatto alla tratta online, attraverso l’analisi di siti pornografici e l'incontro diretto, per intercettare le vittime. Le persone vulnerabili sono spesso contattate attraverso i canali social, con promesse di istruzione, impiego, alloggio o relazioni sentimentali. A rischio sono anche coloro che fuggono da Paesi martoriati dalla guerra, come l’Ucraina, o da persecuzioni contro minoranze etniche.
L'attività di mappatura della Comunità porta l'esempio delle persone incontate in Puglia; le vittime provengono principalmente dall'America meridionale (Venezuela, Colombia, Brasile, Argentina) e dall'Europa dell'est (Albania, Romania, Bulgaria, Moldavia). L’età presunta delle persone contattate varia tra i 18 e i 35 anni.
Fra le storie, quella di Benedicta dalla Nigeria, che ha trovato un inserimento lavorativo in Piemonte. Emblematico il racconto dei volontari della Papa Giovanni XXIII in Kenya: «Entriamo in club bui e sporchi dove le donne si prostituiscono. Con un tè e qualche biscotto, raccogliamo pezzi di vita e sogni nascosti dietro le loro maschere».
Le 101 persone prese in carico dalla Comunità Papa Giovanni XXIII nell'anno scorso in Italia sono state principalmente madri, giovani fragili e vittime di violenze multiple. Tra loro, circa 1 su 5 ha figli con disabilità. Molte di loro sono rientrate dal loro percorso migratorio nel nord Europa, per trovarsi in condizioni di disorientamento, esposte ulteriormente al rischio di ricadere nelle mani dei trafficanti. Grazie a progetti finanziati da fondi europei, l'associazione ha sostenuto poi 70 persone attraverso percorsi individuali mirati alle specifiche vulnerabilità, promuovendo la loro salute e integrazione lavorativa.
Matteo Fadda, Presidente della Comunità, lancia un appello alle istituzioni: « Queste persone sono vittime di una criminalità organizzata che usa ormai sempre più spesso la tecnologia come nuovo mezzo di sfruttamento. Don Oreste Benzi ci ha insegnato che camminare al passo dei più vulnerabili e condividere con loro un pezzo di strada aiuta a far luce sulle ingiustizie della nostra società».
Fadda continua: «Ci sono persone sfruttate che ricordano gli schiavi nei campi di cotone; raccolgono la verdura e la frutta per le nostre tavole, oppure vivono nascosti negli scantinati dove lavorano il cuoio e le stoffe per farne capi griffati. Davvero chi di loro riesce a sottrarsi al controllo della malavita diventa nostro maestro: ci indica la via per contrastare la tratta a tutti i livelli. Per questo ci impegnamo nel dare voce alle vittime di tratta, e nel lottare per cambiare le loro storie».
Scarica il report: Tra vulnerabilità e resilienza.
APG23
18/07/2024
Anche quest’anno, tanti giovani, volontari e persone della Comunità Papa Giovanni XXIII si sono ritrovati nelle piazze di tutta Italia per mantenere quella promessa fatta da don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII: stare al fianco degli ultimi.
Lo scorso fine settimana nei nostri banchetti di “Un Pasto al Giorno” abbiamo incontrato centinaia di persone pronte a dare il loro aiuto concreto per contrastare la povertà e la fame nel mondo.
Il nostro grazie è rivolto a tutti coloro che hanno scelto di donare il loro tempo per tendere le mani; grazie a chi si è fermato ad ascoltarci, a chi ci ha sorriso e a chi ha voluto donare un pasto a chi non ha nulla da mangiare.
#FOTOGALLERY:upag24#
Sono stati giorni intensi e carichi di emozioni ma il nostro impegno continuerà anche nelle prossime settimane.
Scopri di più sull'iniziativa e su come sostenerla su unpastoalgiorno.apg23.org
In Kenya metà della popolazione vive sotto la soglia della povertà, in alcuni villaggi come il Turkana, dove la Comunità Papa Giovanni XXIII è presente, non c’è acqua né tantomeno cibo. Anche in Zambia, i bambini sono colpiti da gravi forme di malnutrizione e in Bangladesh ogni giorno centinaia di persone vivono una grave crisi alimentare. Ma anche restando qui in Italia si vedono uomini, donne, anziani e famiglie intere che vivono in situazione di disagio e povertà. Sono persone che hanno perso lavoro, stipendio, tutto. Altre invece non hanno mai avuto nulla.
Per questo “Un Pasto al Giorno”, l’iniziativa della Comunità Papa Giovanni XXIII, si impegna a garantire 7 milioni e mezzo di pasti all’anno per le mense e realtà di accoglienza nei 40 Paesi in cui è presente e dove accoglie, con amore e cura, ogni persona che si siede alla nostra tavola.
A partire da sabato 21 e domenica 22 settembre, i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII saranno in tantissime piazze d’Italia per chiedere il sostegno che ci permette di dare da mangiare ai bimbi, alle mamme, alle famiglie che ci chiedono aiuto nei paesi più poveri del mondo, spesso l’unico che ricevono.
Simone, missionario della Comunità Papa Giovanni XXIII da tanti anni, porta un esempio di cosa fa Un Pasto al Giorno: “in Kenya, tra le altre cose, riusciamo a garantire cibo a 5 mense scolastiche in 5 villaggi, dove 800 bambini mangiano sia a colazione che a pranzo tutti i giorni. È fondamentale, perché sapendo che lì mangeranno, le famiglie li mandano a scuola, dove possono studiare e costruirsi un futuro diverso”.
Ogni anno scegliamo un oggetto simbolico che esprima la gratitudine di tutta la Comunità a quanti decidono di sostenerci con una donazione.
Per il 2024 abbiamo scelto un calendario che ci accompagnerà in un anno importante per la nostra grande famiglia: il centenario della nascita di don Oreste, che vivremo nel 2025. Un anno da condividere insieme, come fratelli e sorelle, uniti in difesa dei più deboli.
Scopri di più sull'iniziativa e su come sostenerla su unpastoalgiorno.apg23.org
APG23
16/07/2024
Stamattina all'alba è morto Marino Catena, tra i primi accolti nelle case famiglia di don Benzi. Marino, 81 anni, con una disabilità psichica, era stato accolto a Coriano, sulle colline di Rimini, nel 1973 quando fu aperta la prima casa famiglia per volontà di don Oreste Benzi. Il funerale sarà celebrato domani, giovedì 17 luglio alle ore 16.30, presso la parrocchia di Santa Maria Assunta a Coriano (RN).
«Marino è stato il povero a cui è stato detto quel sì sacro grazie al quale è nata l'esperienza della casa famiglia in Italia e che si è poi diffusa in tanti paesi del mondo. – dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII – Le persone che lo seguivano giorno e notte sono state contagiate dalla sua debolezza. Grazie a lui tante persone si sono convertite».
Don Benzi raccontava spesso di quando lo incontrò, l'episodio è raccontato anche nel recente libro “Casa famiglia” di Alessio Zamboni. Una sera di dicembre, dopo aver celebrato la Messa, un parrocchiano andò da don Oreste, «venga a vedere come muore un povero cristiano». Don Benzi si recò a Misano in una casa abbandonata, sul tavolo della cucina un piatto ammuffito. Marino era lì, solo e al freddo, incapace di prendersi cura di sé. Don Oreste si attivò subito, lo prese e lo ospitò provvisoriamente in un albergo fintanto che, pochi mesi dopo, fu aperta la prima casa famiglia dove è stato accolto per 51 anni.
APG23
05/07/2024
«Siamo soddisfatti della scelta del governo di riconoscere le comunità come luoghi di espiazione della pena in alternativa al carcere. Questo governo ha ascoltato le comunità ed il mondo del terzo settore ed ha inteso la grande opportunità che esse offrono. Noi abbiamo avanzato anche altre proposte per incentivare la scelta dei percorsi educativi in comunità da parte dei detenuti e abbattere il sovraffollamento carcerario che non è più compatibile con la dignità umana». E' quanto dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al decreto-legge sulle carceri approvato dal governo ieri sera. Annunciato nelle scorse settimane, il provvedimento era stato denominato “svuota-carceri” per rispondere all'annoso problema del sovraffollamento delle carceri italiane.
«Il nostro è un vero percorso rieducativo. – spiega Fadda – I detenuti inseriti nel nostro programma devono guardare sia le ferite che hanno provocato per i delitti commessi, sia le proprie ferite che li hanno portati a delinquere. Il percorso educativo vero è quello che fa andare a ritroso nel proprio passato per capire le ragioni che hanno portato alla devianza».
«Don Oreste Benzi diceva che un uomo recuperato non è più pericoloso, pertanto noi cerchiamo di passare dalla certezza della pena alla certezza del recupero. – conclude – Alle vittime ed alla società intera dobbiamo garantire l'abbattimento della recidiva, la tendenza a commettere di nuovo dei reati. Oggi, su dieci persone che entrano in carcere noi sappiamo che sette di quelle ci torneranno entro tre anni dall'uscita. Mentre nelle comunità educanti ogni dieci persone che entrano solo una torna in carcere. Questo è il motivo per cui non possiamo più procrastinare questa scelta».
La Papa Giovanni XXIII gestisce 10 Comunità educanti con i carcerati (Cec), strutture per l'accoglienza di carcerati che scontano la pena, dove i detenuti sono rieducati attraverso esperienze di servizio ai più deboli nelle cooperative dell'associazione. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 280 tra detenuti ed ex detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 4mila persone. Per chi esce dal carcere la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è il 75% dei casi. Invece nelle comunità i casi di recidiva sono appena il 15%.
APG23
28/06/2024
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, si è recato in visita a due strutture della Comunità Giovanni XXIII, accompagnato da don Aldo Buonaiuto: il Villaggio della Gioia di Villafranca Forlì, sede di case famiglia che accolgono donne e bambini con varie problematiche, soprattutto di gravi disabilità, e la Comunità terapeutica di Fornò per persone con problemi di dipendenze, nel Santuario della Madonna delle Grazie.
Presente tra gli altri, con ospiti e operatori, Matteo Fadda, presidente della Comunità Giovanni XXIII. Gli incontri seguono quello del novembre scorso nella Casa delle Nuvole, sempre parte della rete fondata da don Oreste Benzi. Don Aldo ha evidenziato al sottosegretario Mantovano come l'impegno della Comunità segua una chiamata, una vocazione evangelica. Il sottosegretario ha espresso forte interesse, apprezzamento e assicurato l'impegno del governo per sostenere questi progetti di concreta attenzione verso le persone con difficoltà, spesso vittime dell'indifferenza.
APG23
24/06/2024
In occasione della Giornata Internazionale di Lotta alla Droga, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza a Rimini la "Festa dell’Interdipendenza". L'evento, che si terrà dalle ore 16:00 alle ore 18:30 nel Campo Don Pippo in via S.Cristina 22c, coinvolgerà gli ospiti delle strutture terapeutiche, i giovani, le autorità e i cittadini interessati.
Teo Vignoli, direttore del SerD di Rimini, sottolinea l'incremento dell'uso di oppiacei sintetici e dei casi di ludopatia: «È una dipendenza subdola, tollerata, di cui si minimizzano i rischi e per i quali, per paura di essere stigmatizzati, si fatica a chiedere aiuto» E spiega: «Sono quasi 3.000 le persone che hanno avuto accesso al nostro SerD nel 2023. Chi si rivolge a noi ha prevalentemente problemi di alcolismo, eroina, cocaina. Un trend locale sicuramente in linea con quello nazionale».
Rimini, città del divertimento, coltiva da sempre una sua natura solidale. Qui sono nate comunità storiche conosciute in tutta Italia impegnate nel recupero di persone con problemi di dipendenza. Vignoli aggiunge: «Siamo la città italiana con il maggior numero di proposte terapeutiche rivolte a persone vittime delle dipendenze, nel Paese che ne conta il maggior numero al mondo. Nel nostro territorio vi è una variabilità di risposte molto ampia; è una risorsa assai preziosa a fronte di un fenomeno vasto, sommerso e in continuo aumento».
Proprio a Rimini, dove storicamente è nata, la Comunità Papa Giovanni XXIII porterà il proprio contributo in occasione della Giornata Internazionale di Lotta alla Droga del 26 Giugno. "Ci riguarda" è lo slogan scelto per la "Festa dell’Interdipendenza": un appello a non sottostimare i rischi, ad unire idee ed esperienze.
Il programma prevede testimonianze da parte di persone coinvolte nel problema delle dipendenze e che hanno intrapreso un cammino di rinascita, musica dal vivo, poesia. E’ prevista la partecipazione di alcuni rappresentanti delle istituzioni di Rimini, al momento hanno dato loro adesione l’ assessore alle Politiche giovanili, Francesca Mattei, il vicario della Diocesi Don Maurizio Fabbri. Previsto possibile saluto da parte del questore di Rimini dott.ssa Abbate. La festa è patrocinata dal Comune di Rimini e dalla Diocesi di Rimini.
Ingresso gratuito. E’ previsto un piccolo buffet finale alle ore 18.30 previa prenotazione entro 25/06 alla mail segreteriatox@apg23.org.
Scopri di più