APG23
28/06/2022
«Siamo vicini — così Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII — con la preghiera al popolo haitiano che ha visto una delle sue missionarie, suor Luisa Dell'Orto, uccisa x rapina. Suor Luisa è stata vicina alla nostra missione di Porte au Prince; qui i missionari Ines, Valentina, Seghi, Stefano condividono tratti di vita con gli ultimi. Preghiamo per lei e perché nuovi missionari diano la propria disponibilità, per vivere Cristo presente nei poveri».
Valentina, missionaria prima ad Haiti e ora in Repubblica Dominicana, così ricorda così la missionaria italiana aggredita domenica a Port-au-Prince, dove viveva da 20 anni: «Ieri Suor Luisa avrebbe compiuto 65 anni. Ancora non ci credo che sia stata uccisa. Si prendeva cura delle persone con semplicità e serenità, sapeva accompagnarle con umiltà e generosità. Era una persona colta e preparata; insegnava Filosofia all’università Salesiana della Capitale. Insieme alla sua congregazione, le Piccole Sorelle di Charles de Focauld, ha costruito in uno dei quartieri più poveri una scuola e successivamente il centro educativo “Kay Chal” per i ragazzi in difficoltà e per tutti quei bambini lavoratori chiamati “Restavek”. Ha donato così anche a loro la possibilità di studiare».
Continua Valentina:
«Con me e mio marito Segui Luisa è sempre stata molto attenta e premurosa. È stata anche un riferimento presente durante tanti momenti di scelta nella nostra vita, tra cui nel momento in cui abbiamo deciso di entrare a far parte della Comunità Papa Giovanni XXIII. Credeva molto nella nostra famiglia e ci incoraggiava sempre a vivere la nostra vocazione appieno, senza mai dubitare dei piani di Dio su di noi».
«È stata un grande amica per tutti i fratelli e per tutti i volontari che sono passati per la nostra missione. Oggi la voglio ricordare con serenità e gioia perché la vita deve trionfare sulla morte. Il suo esempio rimarrà per sempre una testimonianza per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di incontrarla e di trascorrere un pezzo di cammino insieme».
«Mesi Sè Luisa, nap sonjè ou anpil! Grazie Suor Luisa, ti ricorderemo tanto»!
APG23
21/06/2022
Oggi 21 giugno a Bologna, in Piazza Verdi alle ore 20 l'evento per focalizzare l'attenzione sugli esiti della pandemia nei soggetti più fragili, giovani e adulti. Un’occasione per esaminare i cambiamenti in atto: dai consumi di sostanze, ai disagi con cui le dipendenze si manifestano, fino ad arrivare ai bisogni latenti sottesi dalle dipendenze. Temi su cui tutte le istituzioni e i cittadini hanno la necessità di riflettere insieme per rimodellare i servizi, rendendoli sempre più integrati e pertanto capaci di rispondere alle più attuali esigenze della comunità. L’incontro sarà preceduto da uno spettacolo teatrale a cura di CEIS Arte.
Domani 22 giugno arriveranno a Loreto i ragazzi delle comunità terapeutiche impegnati nel pellegrinaggio "Sogna e cammina”, in cammino sulla via Lauretana e partiti da Assisi il 15 giugno.
A seguire: il 23 giugno nel parco di Villa Angeletti a partire dalle ore 15 avrà luogo la “Festa dell’Interdipendenza” animata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e dall’Opera Padre Marella:
balli, musica e racconti di esperienze di rinascita si alterneranno fino alle 18, orario di inizio della tavola rotonda in dialogo con il Cardinale Matteo Zuppi. Con Lui i professionisti del SerDP e delle comunità terapeutiche rifletteranno sulle radici della dipendenza che trovano un senso nell' inter-dipendenza e nella consapevolezza di cosa significhi "sentire il piacere e provare il desiderio".
A seguire, alle ore 21, i ragazzi della comunità terapeutica San Giuseppe, in collaborazione con la Compagnia Teatrale dell’Argine, saranno protagonisti di uno spettacolo teatrale.
Il 24 giugno dalle ore 10 alle 14 Raimondo Pavarin, responsabile dell'Osservatorio Epidemiologico Metropolitano dell'Ausl di Bologna durante un momento pubblico rappresenterà lo scenario attuale in un'ottica di prevenzione basata sull'evidenza, guardando al futuro delle nuove generazioni.
La rassegna di eventi (scarica il programma) è promossa da Comunità Papa Giovanni XXIII, Azienda USL di Bologna, in collaborazione con istituzioni ed enti locali tra i quali il Comune di Bologna e la Curia.
APG23
18/06/2022
Il rischio della guerra nucleare è più vicino che mai. È difficile comprendere perciò la scelta dell’Italia di non partecipare, neanche come Paese Osservatore, al contrario di Germania e Olanda, alla Conferenza di Vienna dei Paesi che hanno ratificato il “Trattato per l’abolizione delle armi nucleari”. Le armi nucleari sono armi di distruzione di massa, eticamente inaccettabili anche nel semplice possesso, come ha più volte sottolineato papa Francesco: perché allora non ratificare il Trattato che ne sancisce l’abolizione, già ratificato da 62 Paesi di ogni parte del mondo?
La recente Assemblea Generale dei vescovi italiani ha ripreso e rilanciato nel suo messaggio finale l’appello di oltre 40 associazioni e movimenti cattolici che chiede all’Italia di aderire al “Trattato per l’abolizione delle armi nucleari”, adottato dalle Nazioni Unite fin dal 2017.Come ha messo in evidenza in questi giorni lo “Stockholm International Peace Research Institute” (SIPRI) di Stoccolma, il più autorevole Ente internazionale di ricerca su questi temi, «il rischio di utilizzo di armi nucleari sembra più alto ora che in qualsiasi momento, dall'apice della Guerra Fredda». Gli Stati dotati di armi nucleari stanno aumentando o aggiornando i loro arsenali. Siamo davanti ad una tendenza definita “molto preoccupante” dallo stesso SIPRI.
Il nostro appello, lanciato il 2 giugno 2021 con il titolo Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari, è il risultato di una lettura condivisa e urgente dei segni dei tempi per il bene del nostro Paese e dell’intera umanità.
La scelta dell’Italia è incomprensibile dopo il segnale positivo arrivato lo scorso 18 maggio 2022 con la Risoluzione approvata dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati che impegna, almeno, il Governo “a valutare la partecipazione dell’Italia come «Paese osservatore» alla Prima Riunione degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)”, in programma a Vienna dal 21 al 23 giugno 2022.
Sollecitiamo perciò nuovamente, in coerenza con la campagna “Italia ripensaci” promossa dalla società civile, la diplomazia italiana a compiere un passo concreto per una qualsiasi forma di presenza del nostro Paese nella Conferenza che si svolgerà dal 21 al 23 giugno a Vienna per iniziativa dell’International Campaign for the Abolition of Nuclear weapons (premio Nobel per la Pace 2017), assieme all’International Physicians for the Prevention of Nuclear War (premio Nobel per la Pace 1985).
Davanti alla temuta escalation della guerra in Ucraina si rivelano di una stringente attualità le parole profetiche di don Primo Mazzolari: «Abbiamo bisogno di giustizia sociale, non di atomiche».
APG23
09/06/2022
«Siamo felici di contribuire con la presenza significativa di Laura Milani allo sviluppo sempre più adeguato del Servizio Civile Universale a favore dei giovani che anche all'estero possono destinare una parte della propria vita al servizio delle popolazioni più fragili».
Così Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, esprime soddisfazione per la nomina di Laura Milani a presidente della Cnesc, la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile. Laura Milani è responsabile per i progetti di servizio civile dell'associazione di Don Benzi; la Cnesc dal 1988 riunisce attorno ad tavolo i principali enti convenzionati con l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.
Aggiunge Ramonda: «La nomina di Laura Milani a presidente è un riconoscimento dell'impegno di tanti giovani obiettori di coscienza che, sostenuti da don Benzi, svolsero il loro servizio non solo nelle case famiglia in Italia ma anche nel conflitto in ex-Jugoslavia».
Trent'anni fa, seguendo le provocazioni evangeliche del sacerdote riminese, alcuni giovani si autodenunciavano per vedere riconosciuta l'alternativa alla leva militare come strumento per il servizio alla Patria, anche in progetti di interposizione nonviolenta e di cooperazione internazionale all'estero. Grazie alla loro testimonianza nel 1998 fu approvata la legge 230/98 che aprì la strada alla formazione, attraverso un progetto di Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, FOCSIV e Gavci, del corpo civile dei Caschi Bianchi.
APG23
06/06/2022
Da Rovereto al Cile per stare accanto ai Mapuche. Così Fabrizio e Francesca Bettini hanno cambiato vita, con loro i tre figli Francesco, Mario e Rosette di 8, 11 e 12 anni. Tutto nasce con un viaggio. Era gennaio 2020, la famiglia volò in Cile per una missione umanitaria della Comunità Papa Giovanni XXIII. Obiettivo, osservare da vicino le sofferenze dei Mapuche, popolo indigeno che non si è arreso a secoli di prevaricazione e che oggi lotta per vedersi riconosciuti diritti e territori sottratti ingiustamente. Trenta giorni nella regione dell’Araucania, la zona dove maggiormente si sviluppa lo scontro fra lo Stato e gli indigeni. È stato un colpo di fulmine. «Siamo rimasti affascinati dalla natura potente di queste latitudini e dall’energia di questa popolazione martoriata da decenni. La loro lotta per la terra e per la tutela dell’ambiente è un simbolo. Quando siamo rientrati in Italia è scoppiata la pandemia, siamo rimasti chiusi in casa ma dentro di noi avevamo tutto il vigore che ci avevano trasmesso gli uomini e le donne Mapuche».
Leggi l'articolo completo su Corriere Buone Notizie
APG23
01/06/2022
I pacifisti tornano in piazza a Bologna mercoledì 1 giugno per chiedere di fermare il conflitto in Ucraina. La nuova manifestazione, la terza in pochi mesi, sarà aperta alle 19 dall'artista Alessandro Bergonzoni avrà il saluto del sindaco Lepore, mentre alle 21 interverrà il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. La conclusione è prevista a mezzanotte e sono previsti gli interventi di attivisti del corpo di pace Operazione Colomba, delle Carovane #STOPTHEWARNOW e #SAFEPASSAGE, Un Ponte per, Movimento Nonviolento, Rete italiana per il disarmo, e della Consulta degli Enti di Servizio civile. La manifestazione prevede, oltre agli interventi, una parte musicale di concerti.
«La macchina della guerra continua ad uccidere e provocare distruzioni senza pietà per le popolazioni civili – si legge nel manifesto dei promotori – ed ora è il momento che le Istituzioni internazionali si assumano la responsabilità di lavorare per fermare la guerra, per proteggere veramente le popolazioni civili e creare le condizioni per costruire la pace. Non è vero che l’unica opzione possibile sia quella militare».
La manifestazione è promossa dal “ Portico della pace ”, una rete di variegate realtà associative bolognesi con la co-promozione di ben 13 reti nazionali tra cui anche AOI Cooperazione e solidarietà internazionale, Arci, Banca Etica, Comunità Papa Giovanni, Focsiv, Libera, Mediterranea, Focolari Italia, Il Manifesto in rete, riunite dal comune intento di promuovere il valore della Pace. Prosegue intanto la raccolta fondi per le spese dell'iniziativa e l'invio di beni di prima necessità e la presenza di corpi di pace in Ucraina.
APG23
31/05/2022
«È un primo passo fondamentale perché viene riconosciuta la dignità del bambino, che insieme alla sua mamma, che evidentemente ha compiuto dei reati, possa rimanere nel legame di relazione madre-figlio, ma al di fuori della struttura carceraria, accompagnato in un percorso di accoglienza nelle case famiglia o nelle comunità che hanno anche la competenza di sostenere un processo educativo della mamma nei confronti del bambino». Così il Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda commenta intervistato dall'Agenzia Sir la prima approvazione avvenuta ieri alla Camera della proposta di legge “Tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”.
Leggi l'intervista completa su Agenzia Sir (Foto: ANSA/SIR)
APG23
16/05/2022
Fin dall’inizio del conflitto in Ucraina, come in occasione di altre emergenze umanitarie, la Comunità è stata pronta ad accogliere le persone in fuga dall’Ucraina arrivate in Italia. Le nostre Case Famiglia e le nostre realtà di accoglienza hanno aperto le porte a mamme scappate insieme ai loro bambini, ad anziani e a persone fragili in cerca di un luogo al sicuro lontano dalla violenza della guerra.
Alcuni sono rimasti solo brevi periodi, in attesa di sistemazioni previste dal sistema di accoglienza organizzato dal Governo Italiano, altri finché non hanno trovato una loro autonomia o si sono ricongiunti con familiari o amici che già vivevano in Italia, altri per periodi più lunghi, in attesa di capire quando potranno tornare alla loro vita.
Ecco alcune delle storie delle persone che abbiamo accolto.
Ad Asti nella famiglia di Gianmaria e Letizia sono stati accolti due bambini e la loro mamma
Gianmaria e Letizia e i loro 3 figli tra naturali e in affido, giovane famiglia della Comunità in provincia di Asti, hanno condiviso la casa e la quotidianità con una mamma ucraina e i suoi due figli di 7 e 12 anni.
“Anche se siamo una famiglia alle “prime armi” con l’accoglienza, ci siamo resi disponibili per ospitare una famiglia ucraina a casa nostra. Siamo tutti contenti, compresi i nostri figli di 9, 6 e 1 anno. Il primo giorno facciamo conoscenza e iniziamo a fare amicizia, anche se a volte capita qualche incomprensione. Man mano che passano i giorni la vita quotidiana diventa poco alla volta più piacevole e i ragazzi iniziano anche a frequentare la scuola, cosa che li aiuta a essere un pochino più sorridenti e sereni. Nonostante le difficoltà iniziali, i nostri figli continuano ad essere felici di avere qualcuno che vive e gioca con loro. Scorrono così tre settimane, durante le quali ognuno ha lavorato per ritagliarsi il proprio spazio. Poi, una notizia arriva dall’Ucraina: il nonno è in ospedale ed ha bisogno di cure e la mamma vuole tornare assolutamente a casa. Dopo averli aiutati con i preparativi del viaggio di ritorno in Ucraina, li abbiamo accompagnati a Milano dove avrebbero preso l’autobus.
Gli ultimi due giorni trascorsi insieme sono stati molto piacevoli: abbiamo mangiato la pizza, il gelato e trascorso un pomeriggio in compagnia. Siamo stati contenti della presenza viva di questa famiglia in casa nostra. Averli accolti ci ha insegnato che le fatiche inaspettate ci sono quando ti apri all’altro, ma possono essere superate. Soprattutto la loro presenza ci ha portato a confermare che non vogliamo chiudere la porta di casa e del cuore, e con noi i nostri figli, che ogni sera ci chiedono di pregare per i nuovi amici ucraini tornati a casa.”
Giulia e Matteo aprono le porte ad una famiglia ucraina in fuga dalla guerra
Matteo, membro di Comunità, e sua moglie Giulia hanno accolto nella loro famiglia una mamma ucraina e i suoi due bambini, che avevano bisogno di una casa al sicuro dove poter stare. Sono rimasti con loro un mese, prima di trovare una sistemazione definitiva.
“Il 17 marzo è arrivata la telefonata: cercavano un posto per una famiglia ucraina in fuga dalla guerra, una mamma con due bimbi. Io e mio marito ci siamo guardati e l'unica cosa che ci è venuto da pensare è stata: se capitasse a noi vorremmo che le persone dicessero di sì. E, senza aspettare oltre, questa è stata la nostra risposta: sì, li accogliamo noi. Nonostante il pesante viaggio, i giorni di angoscia passati, le preoccupazioni di essere soli in un paese straniero, hanno portato nella nostra casa tanta voglia di stare insieme, di condividere, di parlare. Si sentiva la voglia di essere famiglia con noi. E questo siamo diventati per tutto il mese in cui sono stati qui. Abbiamo passato le giornate cucinando insieme, mischiando i nostri piatti, cercando di capirci con il traduttore vocale e dove non arrivavano le parole, arrivavano le espressioni e i gesti. Per i bambini il problema della lingua non esisteva: loro si parlavano ognuno nella propria e, non si sa come, si capivano. In casa passavano il tempo giocando a nascondino, rincorrendosi, disegnando, mentre nei giorni di sole uscivamo e raggiungevamo il parco per giocare a calcio, o a frisbee. Il momento dei saluti è stato difficile.
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha trovato per loro una casa, da poter condividere con la sorella e i nipotini, un regalo bello e inaspettato, che però ci ha costretti a salutarci. Ora ci scriviamo spesso e ogni tanto li andiamo a trovare nella nuova casa.
Stanno bene, hanno tutto quello che gli serve, ma ora l'unica cosa che desiderano è poter tornare a casa, poter riprendere in mano la loro vita, il tempo, gli spazi che qualcuno sta cercando di togliergli.”
I bambini arrivati da alcuni orfanotrofi ucraini accolti a Modica nel Villaggio del Magnificat della Comunità Papa Giovanni XXIII
#FOTOGALLERY:magnificat#
Sono 63 i bambini che provengono dagli orfanotrofi delle città ucraine di Mariupol e Kramatorsk. arrivati in Italia grazie al corridoio umanitario coordinato dal movimento Stop the War Now, promosso tra gli altri anche dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. I bimbi, accompagnati da alcuni tutori ed educatori, sono stati accolti in quattro strutture in Sicilia, tra queste il nostro “Villaggio del Magnificat” a Modica, che ha aperto le porte a 18 bambini insieme a 3 dei loro accompagnatori. Qui hanno trovato un letto in cui dormire, un tavolo lungo dove poter mangiare tutti insieme, un luogo sicuro che possono chiamare Casa!
Cristina, mamma della nostra Casa famiglia di Padova ha raggiunto il confine polacco per portar in salvo una famiglia ucraina
“La spinta è stata la consapevolezza che quella mamma potevo essere io.” Così Cristina, quando ha saputo che una mamma ucraina insieme ai suoi due figli non riuscivano a lasciare il Paese è partita con il suo pulmino e percorso diversi km fino al confine polacco.
“Ho accompagnato in Italia Hanna, una mamma mia coetanea insieme alla figlia Vlada, una ragazzina in sedia a rotelle e il fratellino di 9 anni Tymur. Scappavano da Kiev dove hanno lasciato il padre e i nonni materni, consapevoli che la casa lasciata vuota sarebbe stata razziata. Hanno fatto un lungo viaggio in auto, molto rischioso e hanno passato la frontiera a piedi il giorno precedente il nostro incontro. Hanna è un avvocato, desidera tornare a casa propria e al suo lavoro. Vlada, invece, a seguito di un’operazione al cervello per drenare una emorragia, si è trovata in sedia a rotelle”.
Qui sono stati accolti da una famiglia legata alla nostra Comunità e ora stanno ritrovando la serenità, lontano dalle bombe.
A Rimini la famiglia di Elisa accoglie Elena e i suoi due bambini scappati dalla guerra
Le nostre famiglie sono diventate ancora più numerose e ancora più speciali come quella di Elisa, membro di Comunità, che per quasi due mesi ha accolto Elena, una giovane mamma, insieme ai suoi due figli di 14 e 7 anni, Stas e Lisa, arrivati dopo un viaggio in auto durato tre giorni, lasciando il loro papà in Ucraina con la speranza di poterlo riabbracciare. Elisa e la sua famiglia hanno trasformato e riadatto la loro casa per l’arrivo della nuova famiglia, condividendo il loro spazio e i loro giochi con loro, parlando lingue diverse ma con la capacità di ascoltarsi e a capirsi. Insieme hanno festeggiato anche il compleanno della piccola Lisa, dimenticando per un attimo il peso della guerra.
Nella Capanna di Betlemme di Chieti sono arrivate 15 persone scappate dall’Ucraina tra loro anche Anastasia e Ksnia
#FOTOGALLERY:chieti#
Le prime ad arrivare sono state 15 persone, tra loro 5 bambini, alcuni accompagnati dai loro nonni e dalle loro mamme, come Veronika e Lizaveta. Altri sono arrivati in Italia da soli, come le piccole Anastasia e Ksnia arrivate stanche e spaventate dopo un lunghissimo viaggio durato giorni. Qui hanno trovato accoglienza temporanea in attesa di ricevere una sistemazione assegnata dalla Prefettura di Chieti.
A Bologna, nella nostra Casa Famiglia è arrivata la piccola Hannah
La piccola Hannah è stata la prima ad essere accolta dalla Comunità, già pochi giorni dopo lo scoppio del conflitto. È partita per miracolo dall'Ucraina insieme ai suoi genitori e dopo aver viaggiato per 40 ore ha trascorso la prima notte al sicuro in una nostra Casa Famiglia a Bologna, lontana dai rumori delle esplosioni o dai suoni delle sirene.
Per accogliere i profughi in fuga nelle nostre Case qui in Italia,
abbiamo urgente bisogno di te.
APG23
11/05/2022
Un gruppo di 63 bambini orfani ucraini è stato evacuato il 10 maggio in Polonia per arrivare in Italia.
I bambini, dai quattro ai sedici anni, provengono da orfanotrofi di Mariupol e Kramatorsk, nell'Oblast di Doneck. I bimbi sono accompagnati da altre 21 persone, tra cui i tutori dei minori ed alcuni educatori con i loro figli, per un totale di 84 ucraini. Il gruppo era stato evacuato nelle settimane precedenti dai territori martoriati dalla guerra e temporaneamente ospitato nel distretto di Leopoli. Si tratta del più numeroso gruppo di orfani evacuato dall'Ucraina dall'inizio del conflitto. Gli orfani viaggiano con un volo charter da Cracovia; l'arrivo è previsto l'11 maggio alle ore 15:30 all'aeroporto di Trapani. In Sicilia saranno accolti in quattro strutture a Trapani, Modica, Catania e Alcamo.
L'operazione umanitaria è stata coordinata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e dalla rete di associazioni Stop the war now, con la collaborazione della Cgil che ha curato la logistica in Italia, del sindacato polacco Solidarnosc, che si è occupato dei trasferimenti in Polonia, del Movimento 5 Stelle che ha finanziato il volo charter.
L'evacuazione è stata possibile grazie all’assistenza del Ministero degli Affari Esteri e della rete diplomatica italiana in Ucraina e Polonia che ha interloquito con i Ministeri ucraini per la messa in sicurezza dei bambini senza famiglia, che finora non avevano potuto lasciare il Donbass a causa della loro fragilità.
APG23
02/05/2022
Una Giornata nazionale dell'affidamento familiare da celebrare ogni anno il 4 maggio, per informare, sensibilizzare, sostenere l'accoglienza familiare di bambini e ragazzi e per mostrare l’attualità e la bellezza dell’affidamento familiare istituito proprio il 4 maggio 1983 con la legge 184.
È quanto prevede la proposta di legge 3474 che ha come primi firmatari gli onorevoli Paolo Siani e Stefano Lepri che hanno raccolto la proposta avanzata dal Tavolo Nazionale Affido e che verrà presentata il 4 maggio prossimo con una Conferenza Stampa alle ore 12:00 presso la Camera dei Deputati.
La Giornata vuole essere un momento, ufficiale e stabile, di riconoscimento del valore dell'accoglienza familiare svolto da migliaia di famiglie italiane; un'occasione per rilanciare e rinnovare l'invito alle famiglie all'accoglienza e alla solidarietà e per sollecitare le istituzioni per un impegno concreto al fine di dare ad ogni bambino e ragazzo il diritto a vivere in un contesto familiare La proposta di istituire la Giornata ha già avuto anche il sostegno della Commissione Welfare e Politiche Sociali dell’ANCI e del Network nazionale Comuni amici della Famiglia che saranno presenti alla Conferenza Stampa, insieme con i rappresentanti del Tavolo Nazionale affido che presenteranno una analisi sugli ultimi dati sui minori in affido e le prospettive future.
La conferenza sarà trasmessa su: webtv.camera.it
Nel pomeriggio, dalle 15:00 alle 17:30, si terrà il convegno online intitolato “L’affido è bello ... se ognuno fa la sua parte”.
Fabio Geda, scrittore ed ex educatore, dialogherà con Cristina Maggia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati per i minorenni e del Tribunale per i Minorenni di Brescia; Gianluca Amadori, Consigliere del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti; Michela Bondardo in rappresentanza della Presidenza del CNSA (Centro Affidi del Comune di Milano) e Sara De Carli, giornalista di Vita.
Il dialogo sarà accompagnato da diverse e coinvolgenti testimonianze dei protagonisti dell’affido.
L’incontro verrà trasmesso in streaming sulla nostra webtv, su questo sito.
Qui potete scaricare la locandina con il programma del convegno
APG23
27/04/2022
Solo una mamma sa quanto si sia disposte a fare per proteggere il proprio figlio. Qualsiasi cosa, trovando un coraggio che viene solo dalla forza dell’amore, dal desiderio di proteggere. Lo vivono ormai da mesi le mamme ucraine, costrette a scappare con i loro bimbi, sole o con i genitori anziani, lasciando i mariti là a combattere.
Tutti noi della Comunità Papa Giovanni XXIII, grazie al sostegno di tanti, siamo accanto a queste mamme coraggiose fin dallo scoppio del conflitto. A marzo, infatti, tre nostri volontari sono partiti per Leopoli per vedere cosa stava succedendo ai civili e fare la nostra parte. E oggi continuiamo a collaborare con altre realtà locali e non, per portare in salvo chi da solo non ce la farebbe, soprattutto i più fragili. Una volta giunti al sicuro in Italia e in Europa, li accogliamo nelle nostre Case Famiglia e realtà di accoglienza, cercando sistemazioni adatte per tutti.
Così le mamme della nostra Comunità, donne che dedicano la loro vita a bambini e anziani soli o con disabilità, accolgono e aiutano altre mamme coraggiose in cerca di qualcuno a cui appoggiarsi per ricominciare.
#FOTOGALLERY:mammecoraggiose#
Mamme come Elisa, che è scappata dall’Ucraina guidando da sola per 3 giorni e 3 notti per raggiungere l’Italia, fermandosi solo per far dormire i suoi 2 bambini e senza sapere quando e se potrà mai tornare indietro, nella sua casa. L’ha accolta mamma Elena, insieme al marito Gabriele, nella loro famiglia di Rimini dove oggi, pian piano, grazie all’amore ricevuto, sta ritrovando la forza di ricominciare una nuova vita insieme ai suoi figli.
O ancora, mamme delle nostre Case Famiglia, come Cristina, partita da Padova in macchina verso il confine polacco per raggiungere e portare in Italia con sé Hanna, una mamma scappata da Kiev con i suoi due bimbi, Tymur, di 9 anni, e Vlada, di 15, costretta alla sedia a rotelle a seguito di un intervento chirurgico. Arrivati in Italia, sono stati accolti da una famiglia legata alla rete delle famiglie accoglienti della nostra Comunità e oggi stanno ritrovando la serenità lontano dalle bombe. "Sono partita spinta dalla consapevolezza che ognuno di noi, quindi anche io, sarei potuta essere quella mamma." – racconta Cristina sul suo viaggio.
Mamme giovani come Julia, di 30 anni, con una figlia di 7, Katerina, e una mamma che per lei è punto di riferimento e aiuto. Quando è iniziata la guerra, Julia era qui in Italia per lavoro: aveva lasciato sua figlia con la nonna per guadagnare qualche soldo in più necessario per la famiglia. Allo scoppio delle prime bombe è partita in auto dall’Abruzzo arrivando a Kharkiv per prenderle e portarle con sé, in salvo. Ma è tornata solo con la piccola: sua mamma è rimasta in Ucraina accanto all’altro figlio di 23 anni, costretto alla guerra. Oggi Julia e Katerina sono accolte in una nostra Casa Famiglia di Rimini e Julia ha un nuovo punto di riferimento e aiuto per superare questo momento difficile: Monica, la mamma della nostra casa.
Fai una donazione sul nostro sito per aiutare le mamme che scappano dai conflitti per mettere in salvo i propri figli, rimboccandosi le maniche per ricominciare una nuova vita, e le mamme della nostra Comunità, che accolgono indistintamente e senza preavviso chiunque abbia bisogno di una mano.
Se vuoi, sempre a sostegno delle mamme coraggiose, puoi inviare alla mamma del tuo cuore un dono o un biglietto d'auguri digitale. È il modo più bello per festeggiare la Festa della Mamma!
APG23
26/04/2022
Abbiamo preparato questa Novena con le meditazioni tratte dal Diario di Sandra, accompagnate da un commento di don Oreste Benzi, Servo di Dio.
Scarica la Novena alla Beata Sandra Sabattini [PDF]
Ogni giornata è dedicata a un tema legato alla santità semplice di Sandra Sabattini, che era sempre nutrita dalla Parola di Dio. Dalla preghiera, poi, nasce la proposta di gesti concreti di conversione che ciascuno può provare a mettere in pratica per crescere nella relazione con Dio e con i fratelli. Le orazioni sono in parte declinate al tema meditato. Alla fine si recita sempre la preghiera di intercessione alla Beata Sandra Sabattini.
Buona preghiera!