APG23
05/09/2022
«Gentile candidato, per queste elezioni ci permettiamo di darti un unico consiglio: partire dagli ultimi. Il motivo è semplice. Se si parte dagli ultimi, allora si possono abbracciare ed aiutare tutti. Qui di seguito ti illustriamo la nostra visione per sostenere le persone e le famiglie in Italia», così il testo del Presidente Giovanni Paolo Ramonda rivolto al prossimo Governo.
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APG23
02/09/2022
50 anni fa veniva riconosciuta in Italia l’obiezione di coscienza al servizio militare quale atto fondativo dell’Istituto repubblicano del Servizio Civile.
Un lungo cammino che in etaÌ€ repubblicana eÌ€ iniziato con Pietro Pinna, a partire dalla sua scelta nonviolenta del 1948, che ha dato il via alla lotta per il riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza culminata con la legge 772 del 1972 che istitutiva appunto il servizio civile sostitutivo.
Per rilanciare l’impegno per la pace e la solidarietaÌ€, la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (network di enti del Terzo settore da decenni impegnati in questo campo) organizza il Festival Nazionale del Servizio Civile per il 9 e 10 settembre a Roma, nella location del Giardino Verano, a ingresso libero.
Saranno due giorni di festa e riflessioni che vedranno protagonisti i giovani, gli operatori degli enti di servizio civile, gli operatori volontari in servizio, insieme a personaggi della cultura, dello spettacolo e agli “obiettori” e ai “civilisti” degli ultimi cinquant’anni.
Il programma si articola in un dinamico susseguirsi di dibattiti culturali, testimonianze e momenti d’intrattenimento teatrale e musicale. L’apertura venerdiÌ€ 9 settembre dalle ore 18 eÌ€ affidata all’ex calciatore della Nazionale e della Roma, obiettore di coscienza e neo-sindaco di Verona, Damiano Tommasi, insieme al giaÌ€ sindaco di Messina il pacifista Renato Accorinti.
Le serate sono impreziosite da due spettacoli musicali imperdibili: venerdiÌ€ 9 settembre Coltivo una rosa bianca. Antimilitarismo e nonviolenza in Tenco, De AndreÌ, Jannacci, Endrigo, Bennato, Caparezza con Enrico de Angelis (critico musicale, voce narrante), Laura Facci (cantante) e Matteo Staffoli (chitarrista) e sabato 10 settembre un’attesissima tappa romana del Piotta Summer Tour 2022 anche lui obiettore di coscienza negli anni ’90.
Ma questa eÌ€ solo una delle varie iniziative che la Cnesc sta promuovendo e coordinando in questi mesi a livello territoriale con lo scopo di far riscoprire la storia del servizio civile, di valorizzare i documenti, gli archivi e le testimonianze degli obiettori e dei civilisti; di consolidare l’attuale servizio civile universale con la messa in rete e il rafforzamento dei valori e delle pratiche che lo animano; per proiettarlo verso il futuro con la consapevolezza e che gli strumenti nonviolenti sono i piuÌ€ adeguati per affrontare insieme alle giovani generazioni le sfide dei conflitti armati, delle disuguaglianze sociali e della crisi climatica.
«Il Festival 50 anni di obiezione per la pace – dichiara la presidente della CNESC Laura Milani – saraÌ€ uno dei momenti culminanti di questo percorso con il quale, a partire dalle radici dell’obiezione di coscienza, vogliamo ribadire e allargare il nostro impegno per un servizio civile davvero universale e volontario, capace di costruire una pace giusta e rispondere alle sfide che le giovani generazioni si trovano davanti».
Il Festival, sebbene alla I edizione, ha ottenuto anche l’importante riconoscimento di essere inserito nel calendario ufficiale degli eventi dell’Anno europeo dei giovani 2022.
Ricchissimo il programma culturale, con ospiti di spessore e dialoghi d’approfondimento sui temi d’attualitaÌ€ come la guerra in Ucraina con videocollegamenti con il Movimento Pacifista Ucraino e il Movimento degli Obiettori di coscienza russi.
Parteciperanno al Festival Nazionale del Servizio Civile anche: Filippo Thiery, Federica Gasbarro, Mao Valpiana, Carlo Rovelli, Franco Ferrarotti, Mario Pizzola, Marco Labbate, Luciano Ventura, Francesco Marchionni, Feliciana Farnese, Rebecca Pecori, Cecilia Rinaldini, Annalisa Camilli, Giovanni Rende, Claudio Pozzi, Piercarlo Racca, Luca Vendruscolo, Mauro Biani, Fabrizio Brandi, NardoTrio Quartet ...e altri ancora!
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APG23
01/09/2022
Per il Tempo del Creato 2022, che lungo il mese di settembre e fino al 4 ottobre accompagnerà tutte le chiese e le religioni in ogni parte del mondo, si è scelto il passo dell’Esodo in cui sono presenti la sfida del viaggio lontano dalla propria terra e la presenza di Dio a fianco dell’essere umano. È la sfida che abbiamo davanti anche noi oggi, c’è un mondo che sta “bruciando” e un Dio che ci invita a non avere paura ed affrontare le difficoltà ascoltando la voce del Creato. Ci vuole una grande fede per affrontare questa sfida ed è proprio la secolarizzazione del nostro mondo che rappresenta il più grande rischio per l’intera umanità. Per la nostra esperienza comunitaria in oltre 50 paesi del mondo, nelle grandi periferie esistenziali, “Impariamo ad ascoltare la voce del creato e insieme al grido della Terra, scorgiamo il grido dei poveri, che subiscono ogni giorno i maltrattamenti umani”.
Il Santo Padre, Papa Francesco, ha voluto rimarcarlo nel suo messaggio per la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del creato, denunciando ancora una volta le ingiustizie del nostro tempo, che sono effetto dell’ingordigia degli esseri umani e affamano milioni di persone in ogni parte del mondo. Di fronte a questo grido, non possiamo rimanere indifferenti e non possiamo tacere: il nostro posto è con i poveri, la nostra missione è riscattare gli oppressi, in una dinamica che pacifichi la Terra e i suoi abitanti. Il Tempo del Creato è un’occasione unica e irripetibile per camminare all’unisono e in ogni parte del mondo, con le altre realtà cattoliche impegnate, ma anche con tutto il movimento di preghiera ecumenico arricchito dalla diversità di voci e di carismi. Ciascuno è fondamentale, la conversione ecologica di ciascuno di noi può fare la differenza, può salvare il nostro pianeta.
Il Tempo del Creato si apre il 1 settembre con l’Evento ecumenico apertura ufficiale on line con sua Eminenza il Metropolita Job di Pisidia, il Rev. Dottor Dave Bookless, direttore di teologia a Rocha, suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano e integrale. “Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi. Sin dall’inizio, l’appello evangelico «Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!» (Mt 3,2), invitando a un nuovo rapporto con Dio, implica anche un rapporto diverso con gli altri e con il creato. Lo stato di degrado della nostra casa comune merita la stessa attenzione di altre sfide globali quali le gravi crisi sanitarie e i conflitti bellici”. Con queste parole, nel messaggio di oggi, il Santo Padre ci invita a prendere coscienza del grido della terra, ad ascoltare quelle lacrime, in tante realtà, ogni giorno, nel mondo.
Certamente sarà questa la cifra dell’incontro che il Papa avrà con i giovani di ogni parte del mondo ad Assisi il 24 settembre, per la seconda edizione di The Economy of Francesco, quando riproporrà a loro di diventare il sale della terra e di cambiare l’economia che uccide il pianeta e gli esseri umani. Anche i giovani della Comunità Papa giovanni XXIII saranno presenti all’evento, con le loro esperienze personali e comunitarie.
Come Comunità Papa Giovanni XXIII continueremo a mantenere alto l’impegno ad “essere voce di chi non ha voce”.
APG23
31/08/2022
Break the wall (Rompi il muro) è la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne promossa da Comunità Papa Giovanni XXIII, Differenza Donna, Associazione gestrice del Numero nazionale 1522 antiviolenza e antistalking in Italia e Fundacion de solidaridad Amaranta in Spagna, nell’ambito del progetto europeo MIRIAM. Free migrant women from GBV (Gender-based violence) finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea.
In un contesto in cui i media europei riportano, ormai all’ordine del giorno, casi di femminicidi e di violenza assistita dai figli e dalle figlie, il progetto vuole contribuire a fare la differenza nel sradicare la violenza contro le donne. E oggi lancia su Instagram un’ampia azione di sensibilizzazione per coinvolgere anche i target più giovani della popolazione per un vero cambiamento culturale che possa “break the wall” contro violenza, stereotipi e pregiudizi responsabili di ostacolare la piena partecipazione delle donne nella società.
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Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, in Europa, nei primi mesi di diffusione della pandemia, gli Stati membri hanno segnalato un aumento fino al 60% delle chiamate di emergenza da parte di donne vittime di violenza per mano dei partner.
Il GREVIO, formato dal Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Instanbul, negli ultimi due anni, ha posto particolare attenzione sulla necessità di coinvolgere le organizzazioni impegnate nella prevenzione e nel contrasto delle diverse forme di violenza che colpiscono le donne più vulnerabili: donne migranti, donne appartenenti a minoranze etniche, donne con disabilità, ecc. Le donne migranti e richiedenti asilo, in particolare, sono tra le più esposte alla violenza. Per questo necessitano di adeguato sostegno per poter accedere, insieme ai loro figli e alle loro figlie, ai diritti, alla salute e alla protezione in luoghi sicuri in tutti gli Stati membri.
Il progetto MIRIAM
Il progetto europeo MIRIAM. Free migrant women from GBV è stato avviato nel 2021 con l’obiettivo di aumentare le competenze di attori rilevanti per identificare tempestivamente le donne migranti vittime di GBV e indirizzarle a servizi di supporto specializzati; aumentare le competenze di professionisti/e in contatto con donne migranti con problemi di salute mentale causati dalla violenza subìta. Inoltre il progetto prevede di ampliare la rete pubblico-privata di servizi di supporto per le donne migranti sopravvissute alla GBV e di sensibilizzare professioniste e professionisti del settore socio-sanitario e il grande pubblico con particolare attenzione ai/lle giovani.
In Italia MIRIAM ha garantito la formazione di più di 400 operatori e operatrici di servizi a bassa soglia sul riconoscimento della violenza e percorsi di accoglienza e supporto delle sopravvissute. Nei prossimi mesi coinvolgerà almeno 100 operatori/trici e professionisti/ste del settore socio-sanitario per fornire adeguati strumenti di accoglienza nei casi di trauma e disagio mentale delle sopravvissute alla violenza.
Attraverso la formazione e il rafforzamento delle competenze degli attori che giocano un ruolo chiave nel riconoscimento dei segni della violenza e nei percorsi di accoglienza e supporto, il progetto mira a migliorare l’emersione, la protezione e i servizi di supporto specializzati per le donne migranti sopravvissute alla violenza con particolare attenzione a sfruttamento sessuale, violenza domestica e matrimoni forzati.
La campagna Break the wall nasce nell’ambito di questo importante progetto e prende forma in immagini ideate da illustratrici che si ispirano alla street art per rappresentare simbolicamente la voce e la forza delle donne di ogni parte del mondo contro ogni forma di violenza. I post che accompagnano ogni carosello, realizzati in una prospettiva di genere e di valorizzazione delle diversità culturali, saranno pubblicati su Instagram con l’obiettivo di raggiungere tre target distinti: le potenziali vittime, i professionisti del settore socio-sanitario e il grande pubblico con una particolare attenzione ai/lle giovani utenti del social tra i più diffusi nella rete.
I prossimi appuntamenti
In Italia, le immagini saranno divulgate anche attraverso l’esposizione di roll up nel corso dei prossimi seminari rivolti alle professioniste e ai professionisti del settore socio-sanitario, secondo il seguente calendario:
A Roma il 24/09 presso Sala Carla Lonzi, Casa internazionale delle donne
A Verona il 21/10 presso Aula Menegazzi, Dipartimento di Scienze Umane – Università di Verona
A Bologna il 30/11 presso Aula dei poeti, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia - Università di Bologna
Per informazioni: progettomiriam@apg23.org
APG23
28/08/2022
Il popolo della pace si mobilita ancora una volta. La terza carovana della pace della rete #Stopthewarnow partirà per l'Ucraina lunedì 29 agosto con una delegazione di 50 volontari in rappresentanza di 175 organizzazioni della società civile italiana. La destinazione è Mykolaïv, dove da tre mesi vivono i volontari italiani della Giovanni XXIII. Tra i partecipanti a questa nuova carovana ci sarà monsignor Giovanni Ricchiuti,vescovo di Altamura e presidente di Pax Christi, in rappresentanza dei Vescovi italiani.
«Andremo sul fronte della guerra per non lasciare sola la popolazione piegata dalle bombe in questi sei mesi di guerra. La gente ci ha invitato a condividere con loro l’angoscia e la paura. Andiamo per sollecitare la politica ad aprire delle trattative di pace. Porteremo anche beni di prima necessità all'andata ed al ritorno evacueremo persone in fuga dal conflitto» spiega Alberto Capannini di Operazione Colomba, il corpo civile di pace della Comunità Giovanni XXIII, presente in Ucraina dall'inizio della guerra.
«Qui a Mykolaïv uno dei problemi principali è l'accesso all'acqua. - continua Capannini - I missili russi hanno distrutto gli impianti di depurazione e dissalazione causando l'interruzione delle forniture idriche verso la città. Dai rubinetti di gran parte delle abitazioni esce acqua color fango, che non può essere usata per bere, far da mangiare o lavarsi. Ogni giorno gli abitanti sono costretti a fare la fila per rifornirsi ai pochi dissalatori rimasti attivi in città, che consentono di rendere potabile l'acqua del mare. Per questo con la rete #Stopthewarnow stiamo raccogliendo fondi per finanziare l'acquisto di due dissalatori che garantiranno gli approvvigionamenti idrici a migliaia di persone».
#Stopthewarnow è una rete di oltre 175 associazioni, movimenti ed enti italiani tra cui la Comunità Papa Giovanni XXIII, Pro Civitate Christiana, CGIL, Focsiv, Aoi, Rete italiana Pace e Disarmo, Libera contro le mafie, Nuovi Orizzonti, ARCI, Legambiente, Focolarini, Mani Tese, Un ponte per. Una prima carovana della pace si è tenuta il 1 Aprile scorso a Leopoli, dove hanno partecipato 221 persone che hanno portato aiuti umanitari, incontrato la società civile ucraina ed al ritorno hanno evacuato 300 persone fragili e disabili. Da allora sono stati organizzati numerosi viaggi umanitari promossi dalle associazioni italiane. Una seconda carovana si è tenuta a fine giugno.
APG23
25/08/2022
28 bambini, sordi o udenti ma figli di genitori sordi, di età compresa fra i 7 e i 14 anni, si apprestano ad affrontare sabato 27 agosto le onde del mare, a Cesenatico(FC) in barca a vela. Con loro ci saranno una dozzina di volontari, educatori, animatori ed esperti di navigazione, riuniti per l'iniziativa Insegni Apprendi a Navigare. L'attività outdoor è organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con il Circolo Vela Cesenatico e altre realtà del territorio.
Durante tutta la giornata i ragazzi seguiranno le indicazioni del direttore sportivo Giuseppe Dimilta, che verranno per loro tradotte direttamente sul campo nella Lingua Italiana dei Segni LIS; si alterneranno al timone suddivisi in turni di età omogenea e resteranno in navigazione per circa due ore. L'appuntamento è alle ore 9 nella sede del Circolo Vela di Cesenatico.
L'iniziativa è alla sua seconda edizione, e riapre ufficialmente dopo la pandemia del Covid-19 le attività per l'inclusione delle persone sorde organizzate dal progetto InSegni Apprendi della Comunità Papa Giovanni XXIII. Fiore all'occhiello dell'iniziativa è il portale insegniapprendi.org.
Spiega Patricio Castillo, ideatore del progetto, educatore professionale e interprete LIS: «In mare non ci sono limitazioni all'utilizzo della Lingua Italiana dei Segni, che funziona bene anche a distanza. L'attività è stata ideata durante il periodo della pandemia per sostenere i bambini più fragili: dovevamo in qualche modo farli uscire dalla loro zona di confort, circolo vizioso fatto di chiusure e di relazioni virtuali, per portarli in una zona di sfida. Con questi obiettivi nel cuore abbiamo pensato anche ad un momento conclusivo, in cui ci si racconta l'esperienza vissuta. Il resto sarà un riscoprire il piacere della socializzazione e di fare attività all'aperto. Per i prossimi anni stiamo ipotizzando di ampliare l'esperienza ad altre categorie di persone fragili, rivolgendoci ad esempio a giovani con altre disabilità o con problemi di dipendenza».
APG23
29/07/2022
«Invitiamo i partiti e le coalizioni ad inserire nei loro programmi elettorali la liberazione e protezione delle donne schiavizzate nell'industria della prostituzione e aumentare le politiche di contrasto riconoscendo la corresponsabilità dei clienti».
E' quanto auspica Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.
«Le donne prostituìte sono rese schiave all'interno della tratta di persone e chi le abusa, i clienti, sono consapevoli che sono vittime di tratta. - continua Ramonda - Sanno che queste persone provengono da aree del mondo dove la violenza politica, la crisi climatica e l'insicurezza alimentare peggiorano la loro condizione e giungono nel nostro Paese con la speranza di una migliore prospettiva di vita, mentre invece vengono imprigionate nello sfruttamento sessuale, nel lavoro forzato e nell'accattonaggio. Le lezioni che abbiamo appreso in 33 anni di attività antitratta le abbiamo trasformate in soluzioni.
In Italia ancora non esiste una legge che riconosca la responsabilità dei clienti e riduca la domanda di sesso a pagamento, nonostante le ripetute indicazioni europee e l'esito dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione promossa dal Senato. Numerosi progetti di legge che vanno in questa direzione sono stati depositati in questi anni da parte di tutti gli schieramenti politici, ma non sono mai stati neppure discussi. E' ora che i politici, donne e uomini insieme, intraprendano iniziative coraggiose: fintanto che in Italia un uomo potrà comprare il corpo di una donna, non ci potrà essere parità di genere».
Lo dimostrano i dati dei recenti report internazionali sulla tratta del Dipartimento di Stato americano, con la stima di 25milioni di vittime di cui circa il 70% vittime di sfruttamento sessuale. Inoltre l'impatto del covid ha causato anche in Europa un aumento delle violenze contro donne, ragazze, bambine e bambini con un +60% e peggiorato la salute mentale delle vittime specie migranti, come raccontato nel Report della Comunità Papa Giovanni XXIII. Anche il recente Report di Save the children ha lanciato l'allarme: nella tratta in Europa 1 su 4 è minore. I dati 2021 della Comunità Papa Giovanni XXIII sulla tratta confermano il trend:
- 100 vittime di tratta assistite: 78 femmine tra cui madri (totale figli: 22), 21 maschi di cui 1 minore e 1 transgender. Età prevalente: 24-27 anni.
- Nazionalità prevalente nigeriana. Ma sono assistite anche vittime provenienti da Bulgaria, Romania, Marocco, Albania.
- 7 donne vittime di tratta a scopo sessuale di origine nigeriana e camerunense supportate in Germania, Svezia, Belgio in cooperazione con ONG locali.
- 22 unità di contatto in 11 Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Umbria, Piemonte, Toscana, Sardegna, Veneto).
- 3 unità di contatto per l'emersione di vittime di tratta al fine di accattonaggio e/o sfruttamento lavorativo in 3 Regioni (Liguria, Piemonte, Emilia Romagna).
- 5 team di primo contatto indoor in 4 Regioni (nelle città di Bari, Modena, Rimini, Roma, Savona
Le donne più a rischio, per quanto colgono le operatrici delle equipe indoor nello sfruttamento online moltiplicato vertiginosamente, sono sudamericane - venezuela, perù, brasile e Cina. Ma non mancano donne costrette dell'Est Europa. Inoltre dall'inizio dell'anno le donne che si sono rivolte a noi di origine nigeriana e camerunense, rientrate dal nord Europa - Germania, Francia e Svezia - sono aumentate di oltre il 10% e hanno a carico figli nati all'estero, in diversi casi anche con disabilità. Faticano ad essere inserite nei circuiti dell'accoglienza, hanno ricevuto un diniego dell'asilo e nonostante i piccoli che hanno con sè e il fatto che siano state vittime di tratta restano in balìa di se stesse e sole nel nostro paese, rischiando il re-trafficking.
Don Oreste Benzi, che aveva molto a cuore la dignità della donna e il suo benessere psicofisico, fu il primo in Italia a lottare contro la tratta e il moderno sistema prostitutivo. Il sacerdote dalla tonaca lisa a metà degli anni '90 intuì per primo che bisognava portare l'attenzione non solo verso i trafficanti ma anche verso i consumatori, l'altra faccia di questo mercato. Per proteggere le vittime e ridurre le conseguenze sulla loro salute mentale e quella dei loro figli e che siano ancora stigmatizzate perchè ex prostitute o facili prede di nuovi sfruttamenti, col progetto "MIRIAM. Donne migranti libere dalla violenza", progetto finanziato dal "Justice Programme" e dal "Rights, Equality and Citizenship Programme" dell'Unione Europea, intende prevenire e combattere ogni forma di violenza contro bambini, giovani e donne. Questo progetto europeo, attraverso il partenariato di Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e Differenza Donna in Italia e Fundaciòn de Solidaridad Amaranta in Spagna, intende potenziare i servizi per le donne vittime e potenziali vittime del GBV per una precoce identificazione e protezione e un supporto specializzato, con una particolare attenzione per le donne straniere vittime di sfruttamento sessuale. Al progetto "MIRIAM. Free Migrant Women from GBV, through identification and access to specialized support service" ha aderito il Dipartimento per le Pari Opportunità - Presidenza del Consiglio dei ministri.
E proprio in questi giorni viene promossa la Campagna che sensibilizza giovani, professionisti del settore sanitario e sociale e cercherà di raggiungere potenziali vittime attraverso i social e il quotidiano dell'Associazione semprenews.it.
SAVE THE DATE
Nei prossimi mesi, la Comunità ha organizzato alcuni importanti eventi: un seminario a Roma il 24 settembre e all’Università di Verona il 21 ottobre; una tavola rotonda a Bruxelles il 9 novembre al Parlamento europeo.
Scarica il Report sulla salute mentale delle vittime durante la pandemia
Per saperne di più: progettomiriam@apg23.org
Leggi le storie:
https://www.semprenews.it/news/Orfana-venduta-come-schiava-dalla-madre-adottiva.html
https://www.semprenews.it/news/Quella-schiavitu-invisibile.html
APG23
22/07/2022
La visita. La Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha visitato oggi una casa di accoglienza per carcerati della Papa Giovanni XXIII vicino Rimini. Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di don Benzi, ha accolto la Ministra nella casa dove vivono 24 detenuti che stanno scontando la pena con misure alternative al carcere.
Le Comunità per Carcerati. Quella di Rimini è una delle 8 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l'accoglienza di carcerati che scontano la pena, dove i detenuti sono rieducati attraverso esperienze di servizio ai più deboli nelle strutture e nelle cooperative dell'associazione. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 241 tra detenuti ed ex detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 1.865 persone.
La Ministra. La Ministra Cartabia, dopo aver ascoltato i detenuti ospiti della casa di accoglienza, ha dichiarato: «Sono qui per conoscervi di persona e toccare con mano una ricchezza di cui tanto ho sentito parlare, anche prima che ci incontrassimo su progetti comuni, come l’accoglienza a madri detenute con figli piccoli. Questo è un luogo dove accadono cose importanti: essere qui oggi è un momento per coltivare il rapporto tra realtà positive della società civile e le istituzioni. Essere qui è per me come una boccata d’ossigeno. Soprattutto in ambito penitenziario, le istituzioni funzionano bene soprattutto quando c’è una sinergia con realtà che funzionano bene, come la vostra».
La recidiva crolla. «Per noi è molto importante questa visita perché come Comunità abbiamo sempre scelto di collaborare con le istituzioni. Le persone che hanno sbagliato devono giustamente pagare per i loro errori, ma devono anche essere rieducate. – spiega Ramonda – E' quello che facciamo nelle nostre Comunità. Per chi esce dal carcere la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è il 75% dei casi. Invece nelle nostre comunità, dove i detenuti sono rieducati attraverso esperienze di servizio ai più deboli, i casi di recidiva sono appena il 15%».
APG23
22/07/2022
Anche quest’anno, sono iniziati i campi di condivisione organizzati dalla Comunità e come ogni anno sono tanti i giovani che scelgono di trascorrere le loro vacanze in un modo diverso dal solito, mettendo a disposizione il loro tempo libero per partire con i ragazzi con disabilità, con le persone più fragili e con le loro famiglie.
Si è già svolto il primo campo a Canazei dove numerosi ragazzi, provenienti da diverse città sia italiane che estere, hanno partecipato con entusiasmo alle attività, alle escursioni in montagna e ai momenti di condivisione insieme ai ragazzi disabili e alle loro famiglie.
In questa esperienza, ognuno dei ragazzi ha riflettuto e lavorato sul contributo necessario per intraprendere una via più giusta ed ecologica, come richiamato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato Sì “Il grido della Terra e dei poveri non può più aspettare”. Da questo appello è nato “The Green Diary”, il diario che ogni anno accompagna i ragazzi durante le giornate dei nostri campi estivi e che quest’anno è dedicato al tema del Creato.
#FOTOGALLERY:campi-estate#
I campi estivi offrono la possibilità a chiunque voglia mettersi in gioco di fare delle esperienze di solidarietà, di relazione, di crescita e di incontro che lasciano in loro una ricchezza che si porteranno per tutta la vita. I campi durano alcuni giorni e si svolgono in Italia o all’estero, tra i paesaggi di montagna o al mare, dove ogni ragazzo potrà ritrovare sé stesso immerso nella natura e anche in compagnia di tanti altri giovani con cui condividere momenti di gioia.
Oltre i campi di condivisione, la Comunità organizza i “Campi fuori le mura” tra le persone che vivono nella marginalità e nella povertà. Delle esperienze capaci di metterti fuori dalle mura sicure della tua casa, fuori dalla tua zona di comfort per sperimentare una condivisione diretta con gli ultimi, superando gli ostacoli della marginalità e dei pregiudizi.
E ancora, il Vieni&Vivi giornate da vivere all’interno di realtà della Comunità, all’insegna della condivisione, della giustizia e della solidarietà.
#FOTOGALLERY:campi#
Tutto è partito dalla volontà del nostro fondatore don Oreste, il quale organizzò il primo campeggio per bambini e ragazzi con disabilità nel 1968 sulle Dolomiti ed è da quella prima esperienza di condivisione che nasce la storia della Comunità.
Queste occasioni a contatto con la natura per i ragazzi con disabilità sono importanti perché possono uscire dal loro ambiente e condividere dei momenti con altri ragazzi con cui potersi relazionare e creare nuove amicizie. Una vacanza dove ci si dona reciprocamente e dove tutti si sentono parte di una grande famiglia.
I campi raccontati dai giovani
#FOTOGALLERY:giovani#
Sono tantissime le testimonianze dei giovani che ogni anno scelgono di partecipare ai campi estivi della Comunità e tanti sono i messaggi di gratitudine che riceviamo da alcuni di loro:
“Grazie agli educatori che, custodendoci in questa settimana, ci hanno permesso di crescere in questa esperienza;
Grazie a Don Oreste e alla Comunità per aver permesso ad ognuno di noi di entrare a far parte di questa grande famiglia;
Ed infine grazie a tutti i ragazzi e i bambini presenti nel campo che, in modo o in un altro, hanno sempre fatto nascere un enorme sorriso nel mio cuore.”
Se vuoi anche fare un’esperienza diversa e unica, guarda le date dei prossimi campi estivi della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Scopri come partecipare e parti!
Parte delle attività estive, in particolare il campo di Canazei, è stato finanziato dal dipartimento per le politiche della famiglia.Â
APG23
21/07/2022
Si terrà a Rimini sabato 23 luglio, alle ore 20.30 presso il Cinema Teatro Tiberio,l’evento “DA 50 ANNI PIOVONO MUCCHE” – Cineforum e dialoghi in occasione dei 50 anni dal riconoscimento dell’Obiezione di Coscienza e istituzione del Servizio Civile, in occasione del Cinquantesimo anniversario della legge 772 del 1972.
“In questo momento storico, in cui la comunicazione istituzionale pone l’accento sull’occupabilità nell’esperienza di Servizio Civile più che sul contributo alla costruzione attiva della pace ed al contrasto della violenza – commenta Laura Milani, Responsabile del Servizio Civile per l’ente ass. Comunità Papa Giovanni XXIII - riteniamo fondamentale lasciarci interpellare dalla contemporaneità che ci ricorda come la pace non sia mai scontata e vada costruita quotidianamente attraverso azioni concrete, culturali, sociali e politiche. In questo senso, obiettivo dell’iniziativa è fare memoria del percorso di Obiezione di Coscienza e Servizio Civile attraverso l’incontro ed il dialogo tra ex obiettori di coscienza, giovani volontari e pubblico, per rileggere alla luce di questo percorso anche il presente e avere uno sguardo verso il futuro.”
L’evento è organizzato dall’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con il Co.pr.e.sc. di Rimini e con il Patrocinio del Comune di Rimini e prevede la proiezione del film “Piovono mucche” di Luca Vendruscolo. A seguire un dialogo tra pubblico, obiettori e volontari in servizio civile. Tra gli interventi iniziali, invitate l’Assessora alla Pace del Comune di Rimini Francesca Mattei e la Vicepresidente Regionale Elly Shlein. Per l’occasione, verrà inoltre allestita la mostra fotografica “CoinVolti” nel cortile esterno al cinema, realizzata da Samuele Ramberti – ex Casco Bianco in Olanda ed attuale Consigliere Comunale – e con il supporto della Regione Emilia Romagna, che racconta i volti, i pensieri e le storie del Servizio Civile all’estero.
La serata si colloca all’interno di un programma più ampio di eventi promossi a livello nazionale dalla Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile, di cui l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII fa parte, finalizzato a riconoscere e valorizzare un percorso lungo 5 decadi, ma anche a ribadire e riattualizzare il ruolo del Servizio Civile nel perseguimento delle sue finalità fondative di Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta.
L’ingresso è libero fino al raggiungimento della capienza massima del Teatro.
Per informazioni: odcpace@apg23.org
APG23
07/07/2022
«“Nella mia diocesi ci sono tanti bambini che non sono amati da nessuno, servirebbe proprio una casa come questa”. Con queste parole Mons. Denis De Jong, un vescovo dello Zambia, si rivolse a don Oreste Benzi dopo aver visitato una casa famiglia a Rimini. Era il 1983. Dopo due anni la Comunità Papa Giovanni XXIII apriva la sua prima missione all'estero, in Zambia, per esportare quell'incredibile intuizione di don Benzi di “dare una famiglia a chi non ce l'ha” attraverso case famiglia. La visita del Presidente Mattarella è importante per rafforzare non solo l'amicizia tra i popoli ma anche le eccellenze sociali che l'Italia può esportare nel mondo».
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, commenta così la visita del presidente Mattarella nel paese africano.
Oggi in Zambia la Comunità di don Benzi gestisce una casa famiglia, tre case di accoglienza, 13 centri per bambini malnutriti, otto centri nutrizionali per anziani, due mense scolastiche, sette community school, una struttura di prima accoglienza e tre centri per ragazzi di strada, due scuole speciali, un centro di formazione professionale ed un centro diurno per persone disabili.
«Ogni giorno raggiungiamo circa 5mila persone in questo paese africano — continua Ramonda —. Da segnalare in particolare il progetto Rainbow per i bambini malnutriti e orfani dell’AIDS, il Cicetekelo Youth Project che accoglie 300 bambini di strada, l'educazione speciale per i disabili, da quando sono bambini fino all'inserimento nel mondo del lavoro. Infine ricordo le gelaterie Gigi Bontà — ad oggi dieci fra Lusaka, Ndola e Kitwe — dove si può gustare un ottimo gelato italiano e dove lavorano 189 persone, molte delle quali strappate dalla strada e dalla povertà».
APG23
30/06/2022
Esprimo a nome della Comunità Papa Giovanni XXIII le più sentite condoglianze per la morte di Francesco Santanera, fondatore dell'Anfaa, l'associazione nazionale delle famiglie adottive e affidatarie. Riconoscere il diritto di ogni bambino ad avere una famiglia, la propria, ma quando ciò non sia possibile una affidataria o adottiva è stato il suo l'impegno che ci ha visto collaborare insieme in tanti anni.