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31/10/2017
Ramonda (APG23) : “Nel prossimo governo un Ministero della Pace”
“Chiedo al prossimo governo di istituire un Ministero della Pace”, ha dichiarato Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ad "Una vita per amare", il convegno, al Palacongressi di Rimini, organizzato per celebrare il decennale dalla morte di don Oreste Benzi, fondatore della associazione APG23. “Un Ministero che favorisca la cultura della Pace che deve diventare un insegnamento nelle scuole – ha aggiunto Ramonda – Il prossimo governo deve avere il coraggio di chiudere le produzioni militari e trasformarle in aziende normali”. “E’ una richiesta che fece Don Benzi 15 anni fa. La riproponiamo noi oggi, in linea con quanto Papa Francesco ha recentemente ricordato sul rischio di suicidio che l’umanità corre con il nucleare”. «E' una grande gioiavedere oggi questa complementarietà tra le associazioni cattoliche: Salvatore, Marco, Gigi, Paolo, Matteo. Il sorriso di don Oreste Benzi continua ad illuminarci ed a trasmetterci la sua bontà» Queste il commento del Cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, intervenuo oggi al Convegno in ricordo dei 10 dalla morte di don Oreste Benzi, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. L'evento, condotto daPaola Saluzzi, è stato trasmesso in diretta televisiva da TV2000. Numerosi gli ospiti presenti:Matteo Truffelli(Azione Cattolica), Salvatore Martinez(Rinnovamento dello Spirito), Gigi de Palo(Forum delle famiglie),Matteo Spanò (Agesci), Lucia Bellaspiga(Avvenire), Anna Maria Furlan (Cisl), Marco Impagliazzo (Comunità di sant’Egidio). «Ringrazio il Signore per avermi fatto incontrare questo Santo della carità del secolo scorso. - continua Bassetti - Gli ammonimenti che spesso lanciava ai politici, le sue lotte contro le ingiustizie. Tutto sgorgava dal suo cuore impetuoso, che amava Dio ed i poveri. La sua testimonianze ci ricorda che il Vangelo può esser vissuto»   Scarica le foto ed il materiale  
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27/10/2017
Al passo dei piccoli, in scena i poveri di Don Oreste Benzi
A dieci anni dalla scomparsa del sacerdote riminese, saranno i più piccoli ed emarginati a mettere in scena Al passo dei piccoli: parole, musica e danza per ricordare Don Oreste Benzi. Domenica 29 ottobre all 17.30 al Teatro Novelli saranno protagonisti sul palco i ragazzi dei centri durni e delle realtà occupazionali della Cooperativa sociale la Fraternità, che celebra i suoi venticinque anni dalla fondazione. Entreranno in scena anche i bambini della scuola dell’infanzia della parrocchia che fu di Don Oreste, la Resurrezione, ed allievi, amici ed artisti della Comunità Papa Giovanni XXIII. La conduzione dello spettacolo è affidata a Francesco Tonti; lo affiancano Francesca Airaudo e il disegnatore di sabbia Mauro Masi. «Vogliamo raccontare col linguaggio della danza la bellezza di un cammino di condivisione:Don Oreste ci ha insegnato a non lasciare mai indietro nessuno, a rendere protagonista chi di solito è messo ai margini», spiegano gli organizzatori. Biglietti al costo di 5 euro solo su prenotazione, al numero 346.1402959. A conclusione dello spettacolo è prevista un'aperitivo — cena solidale aperto a tutti, e curato dal progetto Arriva L’Osteria del centro diurno Il Germoglio. La Cooperativa La Fraternità è attiva in Emilia Romagna, nelle Marche, in Umbria e Veneto con 6 centri educativi diurni, 3 centri socio-occupazionali, 2 botteghe del commercio equo ed una scuola dell’infanzia; ogni anno fornisce risposte ad oltre 250 persone che vivono in contesti fragili e a rischio di esclusione sociale. Scarica la locandina: Al passo dei piccoli
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25/10/2017
Cremona, il Ministro Martina al dibattito sul Terzo Settore
Si terrà al Teatro Monteverdi, in via Dante 149, a Cremona, sabato 28 Ottobre dalle 9:30, il convegno “Nel mercato con il terzo settore, una sfida possibile”, organizzato dalla Cooperativa Sociale Il Calabrone, in occasione del 20° anniversario della sua apertura. Interverranno Maurizio Martina, Ministro per le Politiche Agricole, Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, Emma Tadei, Presidente della Fondazione Tadei, Giuseppe Rampini, Presidente di SMA, Benedetto Gui, Professore di economia presso l'istituto Universitario di Loppiano. Il dibattito sarà moderato da Andrea Tolomini, direttore di ConfCooperative Cremona. Il Calabrone è una cooperativa sociale che si occupa di meccanica di precisione. Promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, la Comunità che opera nel vasto mondo dell'emarginazione sociale, fondata da don Oreste Benzi. Oggi Il Calabrone è una azienda certificata del territorio cremonese che si è consolidata nel comparto della filiera metalmeccanica. Più della metà dei dipendenti sono persone svantaggiate, uscite dalla tossicodipendenza, dal carcere, con problemi psichiatrici. Persone che attraverso il lavoro hanno ritrovato fiducia e dignità, potendo iniziare una nuova vita. Una realtà produttiva e competitiva, che riunisce al suo interno professionalità ed integrazione sociale, rendendola unica nel suo genere. Il dibattito sarà un occasione di confronto tra le aziende e i giovani sui temi della formazione e la cura delle relazioni sul posto di lavoro. Seguirà Buffet.
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23/10/2017
Il nuovo libro su Sandra Sabattini, il 25 ottobre a Rimini
​Nove, fino ad ora, le guarigioni avvenute per intercessione di Sandra Sabattini a Rimini. Lo racconta la biblista Laila Lucci, in La Santa della porta accanto (Ed. Sempre Comunicazione): la nuova opera in due volumi è dedicata alla serva di Dio riminese Sandra Sabattini, per la quale è in corso la causa di beatificazione. Il libro La Santa della porta accanto verrà presentato Mercoledì 25 ottobre alle ore 18 presso il teatro della parrocchia di San Girolamo di Rimini, Viale Principe Amedeo, 65. Oltre all’autrice interverranno Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, e Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, oltre ad alcune persone che porteranno la propria testimonianza. L'autrice Laila Lucci, in quest’opera costata 6 anni di ricerche, ricostruisce per la prima volta la storia completa di questa giovane riminese, morta a soli 23 anni. Sandra è stata discepola spirituale di don Oreste Benzi, di cui ricorre il decimo anniversario dalla morte; fu proprio il sacerdote dalla tonaca lisa a scoprire e far emergere la grandezza spirituale di Sandra Sabattini, curando personalmente la prima edizione del “Diario di Sandra”. La nuova raccolta rivela nuovi particolari e scritti inediti, consentendo di cogliere tutta la profondità e l’attualità della giovane riminese: una ragazza che ha vissuto la santità nel quotidiano, che è stata capace di attrarre a Gesù il cuore dei giovani. Conduce la presentazione Nicoletta Pasqualini, giornalista del mensile Sempre. Dal mensile Sempre di novembre: Sandra Sabattini, storia di una guarigione
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18/10/2017
Prostituzione: ne parlano on. Patriarca, Mons. Castellucci e Apg23 a Modena
Alla luce del dibattito in corso sul daspo alle persone che si prostituiscono, Modena affronta la spinosa questione in un incontro pubblico. Le migrazioni, la tratta delle schiave e la prostituzione saranno il tema dell'incontro che si terrà Giovedì 19 Ottobre, alle ore 18:30, a Modena, Palazzo Europa in via Emilia Ovest, 101. Ne parleranno Mons. Erio Castellucci, Vescovo di Modena, Edoardo Patriarca, parlamentare, ed Irene Ciambezi, operatrice della Comunità Papa Giovanni XXIII, autrice del libro “Non siamo in vendita. Schiave adolescenti lungo la rotta libica”. Il dibattito, che sarà moderato dal giornalista Paolo Seghedoni, si inserisce all'interno del Festival delle Migrazioni. Nelle settimane passate il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha emesso un'ordinanza che prevede il contrasto alla prostituzione tramite la sanzione del cliente. Anche a Rimini è in corso il medesimo dibattito. Apg23 – Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII L’associazione, fondata da Don Oreste Benzi nel 1968, lotta da sempre contro la cultura della prostituzione. Promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione, sostenuta, tra gli altri, dal Segretario Cisl Furlan. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.
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17/10/2017
È sempre la notte dei senza fissa dimora
Era il 17 ottobre del 1987 quando più di 100.000 persone si riunirono al Trocadéro di Parigi per ribadire, 40 anni dopo la firma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo in quello stesso luogo, come la povertà violi tali diritti e debba quindi essere contrastata. È proprio questo il senso profondo della Giornata Mondiale per l’Eradicazione della Povertà, poi istituita ufficialmente dall’ONU nel 1992: non solo ricordare chi soffre perché vive in condizioni di miseria, ma promuovere azioni e iniziative concrete per eliminare l’indigenza, in tutte le sue forme. Tra queste rientra la condizione, definita di “povertà assoluta”, di chi vive sulla strada – secondo le stime Istat, in Italia sono oltre 50.000, in continuo aumento. A loro è stata dedicata “La notte dei senza dimora”, organizzata in occasione della Giornata per l’Eradicazione della Povertà dalle realtà che operano nel campo. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aderito anche quest’anno alle proposte, aggiungendo la sua voce al dibattito sul tema dell’emarginazione sociale e portando avanti nel contempo l’abituale attività quotidiana – attività di che dedica il proprio tempo agli “invisibili”, condivide con loro la strada, il pasto, fino ad arrivare alla casa. Il messaggio racchiuso nella Giornata Mondiale dell’Eradicazione della Povertà coincide infatti con quel concetto di “rimozione delle cause” che è uno dei pilastri di Apg23 e sta alla base dell’impegno di chi sceglie di dedicare la vita alle persone senza fissa dimora per strapparle da lì dove sono. Don Oreste Benzi soleva dire: «Ci sono poveri che non vengono a noi, dobbiamo andarli a cercare» ed è sulla scia di queste parole che, trent’anni fa, sono nate le Unità di Strada, gruppi di volontari della Papa Giovanni che vanno in cerca di chi si rintana sotto i ponti, negli anfratti delle stazioni e negli angoli bui del centro di città come Milano e Bologna, ma anche Cuneo, Vicenza, Forlì, Rimini, Pescara. Ciò che anima le Unità di Strada è il desiderio di portare, oltre ai generi di primaria necessità, attenzioni e conforto. Il contatto umano è ciò che permette di abbattere il muro della diffidenza e creare quelle relazioni personali che sono il primo, fondamentale passo del percorso di reinserimenella società – o, per dirla con altre parole, del percorso di eradicazione della povertà. L’incontro con le persone senza dimora segue una mappa che percorre l’Italia da nord a sud e un calendario di uscite che copre tutti i giorni dell’anno. In occasione della ricorrenza del 17 ottobre, stiamo documentando questo impegno postando immagini e brevi storie raccolte durante l’attività settimanale delle Unità di Strada, delle Capanne di Betlemme e delle Mense di Strada sui nostri profili Facebook e Instagram.
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17/10/2017
2 novembre 2017: 10 anni fa moriva don Oreste Benzi
2 novembre 2007: 10 anni fa esatti chiudeva gli occhi a Rimini Don Oreste Benzi. Ecco il ricordo di quei giorni, raccontato nello speciale del mensile Sempre.  Sempre, Dicembre 2007 [5Mb]    Ecco il video integrale del convegno del 31 ottobre 2017 a Rimini che ne ricorda il decennale dalla morte.     Don Oreste Benzi, nel decennale dalla morte "Una vita per amare" è il grande convegno che si è tenuto il 31 ottobre 2017 al Palacongressi di Rimini in occasione degli eventi per per i 10 anni dalla scomparsa di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Una giornata di studi e testimonianze, per approfondire la figura del “prete dalla tonaca lisa” e capire come mai, dopo tanto tempo, le sue sfide sono più vive che mai. Le sue parole così attuali e rivoluzionarie.  In sala migliaia di studenti delle scuole superiori della provincia di Rimini che hanno accettato l’invito. Si susseguono video e testimonianze di persone impegnate sul campo, in alcuni ambiti dove don Benzi ha portato la sua lotta contro l’ingiustizia: immigrazione, prostituzione e tratta di esseri umani, conflitti e pace, tossicodipendenza, difesa della vita, disabilità e integrazione. A condurre l’assemblea mattutina è Marco Federici, presentatore di eventi per la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), con interventi del comico Paolo Cevoli e dell’attrice Beatrice Fazi. Un susseguirsi di stimoli, provocazioni, racconti di vita, all’interno del quale i ragazzi hanno la possibilità di porre domande e confrontarsi.  Nel pomeriggio voci e volti raccontano Don Oreste. Sono intervenuti fra gli altri Matteo Truffelli, presidente di Azione Cattolica, Gigi de Palo, presidente Forum delle Famiglie, Lorena Bianchetti, conduttrice televisiva, Lucia Bellaspiga, giornalista di Avvenire,  il giornalista Rai Enzo Romeo, la presidente della CISL Annamaria Furlan. La Santa Messa era presieduta dal cardinal Bassetti, presidente della CEI; la tavola rotonda è andata in diretta su Tv2000. #cimettolamiavita
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13/10/2017
Sassari: una festa per don Oreste Benzi nel decennale della sua morte
Sassari ricorda don Oreste Benzi, il “prete dalla tonaca lisa”, a dieci anni dalla sua morte, avvenuta il 2 Novembre 2007, a Rimini. Una giornata di festa, pensata per le famiglie presso il Parco di San Giovanni a Sennori in cui si potrà assistere ad uno spettacolo, pranzare e giocare. A partire dalla mattina fino al pomeriggio. L’evento fa parte delle tante celebrazioni in tutta Italia per il parroco riminese che culmineranno il 31 ottobre con il convegno nazionale a Rimini “Una vita per amare”.  Chi era Don Oreste Benzi? Nato nel 1925, è stato un presbitero. Fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha speso tutta la sua vita a favore degli ultimi. Giovane sacerdote nell'Italia martoriata del dopoguerra, si impegnò da subito a favore dei giovani, cui propone «un incontro simpatico con Cristo». Nel 1968 con un gruppetto di giovani e alcuni altri sacerdoti dà vita all’Associazione Papa Giovanni XXIII (Apg23) a sostegno di coloro che nella vita non riuscirebbero a cavarsela da sole. Don Benzi guida l’apertura della prima Casa Famiglia a Coriano, sulle colline riminesi, il 3 luglio 1972. Da allora la Comunità Papa Giovanni XXIII è crescita ed ora conta oltre 400 case famiglia in Italia e all’estero.  Oggi Apg23, in Sardegna, opera sia con una cooperativa sociale, sia con 7 strutture dedite all'accoglienza, tra cui 3 case famiglia.  Don Benzi è stato il primo in Italia a lottare contro la cultura della prostituzione e a denunciare la tratta delle donne. Con la lunga tonaca scura ed il rosario in mano, alle donne vittime del racket della prostituzione proponeva la liberazione immediata e la speranza di una nuova vita. Quella che ancora cercano i tanti poveri lungo le strade delle nostre città. Scarica la locandina: Eventi per Don Oreste Benzi in Diocesi di Sassari
APG23
12/10/2017
Pena di Morte, Ramonda (Apg23): "La vera giustizia non è vendetta"
«Ringraziamo Papa Francesco per aver ribadito la dignità della vita umana, sempre. Don Benzi usava dire “L'uomo non è il suo errore”. Noi siamo contrari non solo alla pena di morte, ma anche all'ergastolo. Perché significa negare alla persona ogni speranza. Invece è necessario fornire sempre un'opportunità alla persone di riparare al danno commesso e di cambiare vita. La vera giustizia non è vendetta».   Questo il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, alle dichiarazioni di Papa Francesco contro la pena capitale.   «Nelle nostre comunità per carcerati non incontriamo gli errori, ma persone che hanno commesso errori. Per chi esce dal carcere – ricorda Ramonda – la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è purtroppo molto alta: tra il 75 e l'80% dei casi. Invece nelle nostre comunità, dove i detenuti fanno esperienza di servizio ai più deboli, i casi di recidiva sono appena il 10%».   La Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce in Italia 5 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l'accoglienza di carcerati che scontano la pena. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 61 detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 565 persone. Nel solo 2016 le giornate di presenza sono state 12.199.
APG23
11/10/2017
Prostituzione, Ramonda: «Dati ISTAT preoccupanti»
«I dati diffusi oggi dall'ISTAT sono preoccupanti: si stima che il giro d'affari della prostituzione sia pari a 3,6 miliardi di euro (poco meno del 25% dell'insieme delle attività illegali)» commenta Giovanni Paolo Ramonda , Presidente di Apg23, l'associazione, fondata da Don Oreste Benzi, che da sempre combatte contro la cultura della prostituzione. «Questo dato dimostra come quella del racket della prostituzione sia una delle principali emergenze sociali e criminali. - prosegue Ramonda - Un giro d'affare enorme che presuppone la riduzione in schiavitù di centomila ragazze, spesso minorenni. Chiediamo al Parlamento ed al Governo un atto di coraggio: occorre una legge per fermare questa moderna forma si schiavitù». La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo , campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle persone che si prostituiscono.
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11/10/2017
In Colombia la Comunità  di Pace che resiste al conflitto
il 12 ottobre 2017 nella sala stampa della Camera dei Deputati si è tenuta una conferenza stampa di sostegno alla Comunidad de Paz de San José de Apartadó, organizzata con l'Onorevole Giovanna Martelli. La Comunità di Pace dal 1997  si è dichiarata neutrale rispetto al conflitto armato che sta spremendo la Colombia, e ha pagato questo cammino nonviolento subendo l'uccisione di 300 suoi membri. Il timore è che l'acuirsi della tensione possa portare all'espulsione dal paese degli attivisti per i diritti umani stranieri presenti nell'area e che gli accordi di pace possano celare in realtà la spartizione dello sfruttamento del territorio. La Comunità si trova nella sottoregione di Urabà Antioquia al nord ovest della Colombia, al confine con Panama. Qui si incrociano forti interessi economici, legati allo sfruttamento delle miniere di carbone e del legno, che in questa zona eÌ€ molto pregiato e se ne trova in grande quantitaÌ€.  Nonostante questo la Comunidad si eÌ€ dichiarata ComunitaÌ€ di Pace nel 1997, decisa a far rispettare il suo status di popolazione civile che rifiuta di essere coinvolta nel conflitto, assumendosi questi impegni fondanti:   Non partecipare alla guerra in modo diretto o indiretto; Non portare né detenere armi; Non dare appoggio e informazioni alle parti in conflitto; Denunciare tutte le violazioni e aggressioni subite da qualsiasi parte in conflitto; Non coltivare coca; Impegnarsi a partecipare nel lavoro comunitario; Combattere l’ingiustizia e l’impunitaÌ€; Non accettare risarcimenti di riparazione per le vittime senza giustizia. In queste settimane la Comunidad de Paz de San José ha subito numerosi attacchi da parte di gruppi neo paramilitari. Vista la delicata fase di transizione che attraversa la Colombia dopo la firma dell'accordo di Pace tra il Governo Colombiano e la FARC, il sostegno della Comunità Internazionale alla Comunidad de Paz de San José de Apartadó è più che mai indispensabile. Ecco perchè erano presenti alla conferenza stampa i volontari di Operazione Colomba, corpo di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, che dal 2009 realizza un progetto nonviolento di protezione della popolazione civile, all'interno della Comunità di Pace di San José de Apartadò. Più volte i volontari hanno segnalato minacce da parte di gruppi paramilitari ai danni di civili inermi.    Sostegno da Montecitorio alla Comunità di Pace di San José de Apartadò Ecco i racconti del 12 ottobre raccolti nella sala stampa della Camera: lo scorso agosto l'On. Martelli assieme all'On. Umberto D'Ottavio e ad altri parlamentari italiani del gruppo interparlamentare Italia-Colombia, avevano incontrato nella sede dell'Ambasciata italiana a Bogotà, accompagnato dai volontari di Operazione Colomba, Gildardo Tuberquia, membro del consiglio interno della Comunità di Pace e leader gravemente minacciato di morte. Da quell'incontro, “il più emozionante tra gli incontri fatti” secondo l'On. D'Ottavio, il gruppo si era impegnato a dare seguito alle richieste della Comunità di Pace in merito al non abbassare l'attenzione su quanto sta avvenendo in Colombia in questa delicatissima fase post Accordi di Pace. La richiesta di Gildardo, giunta dopo avere raccontato l'eroica resistenza della Comunità di Pace e la loro intenzione di continuare nella costruzione di un mondo differente, ha toccato profondamente la delegazione italiana e non è caduta nel vuoto. Per di più, in un momento di grande preoccupazione anche per i volontari di Operazione Colomba, impegnati nell’accompagnare Gildardo e gli altri leader della Comunità di Pace nei loro spostamenti quotidiani, resi rischiosi a causa della presenza sempre più costante di gruppi neo paramilitari ascrivibili alle AGC (Autodefensas Gaetanistas de Colombia) che minacciano, mettendone a rischio la vita, tutti coloro che incarnano i valori di verità e di giustizia che dovrebbero essere alla base della costruzione di una pace vera e stabile.   L'on. Martelli alla Camera dei Deputati sull situazione della Comunidad de Paz di San José de Apartadò   Secondo l'On. Martelli: “La Comunità di Pace è un esempio da seguire, dimostra che è possibile costruire un altro tipo di società, ed è attraverso quel tipo di costruzione di società che si agisce sulle cause strutturali dei conflitti”. Per queste ragioni è importante dare voce alla Comunità di Pace di San José de Apartadò, ma soprattutto che ognuno, nel suo piccolo, possa sostenere questa Comunità che è un esempio, puro, di resistenza nonviolenta e di costruzione di una nuova umanità e di una nuova forma di società. Inoltre come sottolineato durante la conferenza stampa dall'On. D'Ottavio: “E' evidente che senza una attenzione internazionale forte l'Accordo di Pace non può procedere. Gli ideali della Comunità di Pace sono quelli che dovrebbero essere alla base della coesistenza pacifica di tutta la Colombia, per questo vogliamo richiamare l'attenzione della stampa e continuare tutti i giorni a essere presenti al fianco delle nostre organizzazioni che, come Operazione Colomba, compiono azioni concrete. E' importante che le nostre associazioni e ong siano lì presenti con il nostro sostegno politico e ideale come stiamo facendo oggi. E' bene che l'Italia faccia la sua parte per aiutare il processo di Pace, non dobbiamo mollare su questo”. Per questo impegno e sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó e al lavoro di Operazione Colomba ringraziamo l'On. Martelli e l’On. D’Ottavio; e assieme a loro gli amici della Rete italiana di solidarietà Colombia Vive!, anch'essi presenti alla Conferenza stampa, che da anni supportano con le loro azioni e la loro passione la resistenza nonviolenta della Comunità di Pace.     Violenza in Colombia ai danni di popolazione e dei difensori dei diritti umani Il corpo di pace di Operazione Colomba ha espresso a più riprese la sua preoccupazione per il dilagare della violenza. Alessandra Zaghini, coordinatrice del progetto l'ha espresso in un'intervista all'agenzia AciStampa: «I gruppi armati non sono, come li descrive il Governo, semplici criminali legati al narcotraffico, ma veri e propri eserciti che obbligano la popolazione alla coltivazione della coca e che intervengono nella compra vendita dei terreni».    Il diritto alla terra è uno dei problemi maggiori da affrontare.   Ad inizio anno decine di contadini ed attivisti avevano occupato pacificamente per qualche tempo la sede del ministero degli interni di Bogotà: denunciavano i  «120 difensori dei diritti umani e leader sociali, in maggioranza donne, assassinati negli ultimi 14 mesi».   Concordano le fonti che denunciano il perdurare della situazione di tensione:    Almeno 127 omicidi di leader sociali ed attivisti si sono contati nel 2016 secondo le Nazioni Unite ; e la mattanza è proseguita nel 2017: in Parlamento Angela Robledo, rappresentante alla Camera della Colombia per il partito Alianza Verde ha denunciato a marzo di quest'anno: «22 leader della società civile sociali sono stati assassinati in questi 3 mesi». Alessandra Zaghini nell'intervista cita i dati del  ‘Programa Somos Defensores’ che parla di 52 difensori dei diritti umani uccisi nei primi mesi del 2017.   E tutto questo nonostante gli accordi per la pace sottoscritti dal governo del presidente Juan Manuel Santos e le Farc il 25 agosto del 2016, in parte modificati dopo la bocciatura al referendum popolare del 2 ottobre 2016. Sono proseguite anche in parallelo le trattative del governo di Bogotà ed i vertici dei guerriglieri dell'Eln (Esercito di liberazione nazionale); il Presidente, insignito anche del Premio Nobel per la pace, ha difeso la portata del suo lavoro in una recente intervista su Avvenire.   Monica Puto, volontaria in Colombia, ha raccontato la sua esperienza in questa recente intervista radiofonica andata in onda su una radio locale.   Il viaggio di Papa Francesco in Colombia   Papa Francesco è stato in Colombia alcuni giorni ad inizio settembre 2017. La sua visita aveva creato attese da parte dell'80% dei cattolici del paese e da parte degli opinionisti interessati al processo di pacificazione del paese sudamericano.   La Rete Italiana Colombia Vive ha scritto il 18 luglio 2017 una lettera a Papa Francesco, denunciando: «La violenza paramilitare è ogni giorno più forte in Colombia ed il Governo non fa niente per fermarla». Nel documento intestato a Sua Santità spiega:  «I gruppi paramilitari ed i suoi finanziatori stanno approfittando della smobilitazione della guerriglia delle Farc per controllare le zone rurali colombiane»; cita poi le parole del Vescovo della diocesi di Apartadò, sul cui territorio vi sono state anche ripetute incursioni di esponenti del gruppo paramilitare Agc (Autodefensas Gaetanistas de Colombia). Il Vescovo Monsignor Hugo Alberto Torres Marín a più riprese ha denunciato «la violenza paramilitare che tormenta la sua diocesi e la poca attenzione da parte dello Stato colombiano». La lettera al Papa termina con un appello: «Santo Padre, la preghiamo di incontrarsi con altre realtaÌ€ della Colombia, lontane e silenziate dalla versione ufficiale del governo e degli organi statali. In tal modo, conoscendo l'altra realtaÌ€ delle vittime, sia lei l'amplificatore del loro grido per la veritaÌ€, riparazione e non ripetizione. Le chiediamo che includa nella sua agenda contadini, indigeni, afrodiscendenti, difensori dei diritti umani che, da decenni, stanno rischiando la loro vita per costruire e conseguire una pace con giustizia sociale, stabile e duratura».      
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10/10/2017
Aborto: non lasciamo da sole le mamme
Il 6 ottobre scorso, al Teatro degli Alemanni a Bologna, proprio nei pressi della neonata "Culla per la vita" inaugurata da mons. Zuppi, arcivescovo di Bologna, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha presentato il Report 2016 delle attività a sostegno della vita nascente e delle maternità difficili nella regione. Nel 2016 la Comunità Papa Giovanni XXIII in Emilia-Romagna ha seguito 124 donne, di cui 94 gestanti, riscontrando una significativa diminuzione delle donne incontrate rispetto agli anni precedenti (leggi anche il Report 2015), analogo a quello registrato a livello nazionale «Per la nostra esperienza, tra i fattori responsabili di questo calo - ha spiegato Andrea Mazzi, Referente del Servizio Famiglia e Vita per la zona Emilia - ci sono la crescente diffusione delle pillole del giorno dopo e dei 5 giorni dopo, che possono portare ad un aborto prima ancora di socializzare la gravidanza, la preferenza data dalle aziende sanitarie all’utilizzo dell’aborto chimico (con RU 486) anziché chirurgico, per cui alla donna viene fatta fretta per non superare il 49° giorno, e quindi ha meno tempo per cercare alternative, infine la crescita delle difficoltà per chi vuole continuare una gravidanza indesiderata (ad es. maggiore lavoro a tempo determinato), che porta scoraggiamento». Le pressioni sulle donne incinta sono dunque sempre presenti. Sono state rilevate nel 18% delle mamme indecise. Il principale responsabile continua ad essere il partner, che spesso ha un atteggiamento più negativo verso la nuova vita. Numero verde per le mamme in difficoltà Nel 2016 sono 21 le mamme accolte in famiglie aperte o case famiglia o altre realtà di accoglienza della Comunità di don Benzi. Il primo aiuto nella maggior parte dei casi è stato costituito da: offerta di una relazione, di una presenza amicale che incoraggia ed aiuta ad uscire dalla solitudine dall'isolamento (29% delle donne), seguito da: sostegno economico (20%) aiuti materiali come pannolini, latte, corredino, carrozzine/passeggini, ecc. (16% dei casi). Nonostante questo "calo" nelle richieste di aiuto, non sono diminuite le iniziative a favore della vita. Sono continuate infatti sia la Preghiera settimanale davanti agli ospedali Sant'Orsola a Bologna e Policlinico a Modena, sia le iniziative di sensibilizzazione presso i Consultori, le parrocchie, le scuole. In particolare la Fiaccolata per la vita nascente promossa annualmente lungo le vie del centro a Modena in primavera, ha visto la crescente adesione di associazioni cristiane e anche protestanti e ortodosse. Inoltre, è stata segnalata una novità: proprio nel decennale della salita al cielo di don Oreste Benzi (2007 - 2107), è stato approvato dal Dipartimento per la gioventù e del Servizio civile nazionale il primo progetto di servizio civile della Comunità dedicato anche alle maternità difficili, con sede a Bologna, e tra qualche mese un primo giovane inizierà questo servizio. Un segnale importante, il servizio civile, che permette di dare attenzione ai più deboli, con lo stile della nonviolenza, e dimostrare che la Comunità Papa Giovanni XXIII resta sempre dalla parte dei bimbi nel grembo e delle mamme.
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