APG23
22/02/2018
«Chiediamo che il Governo approvi il decreto legislativo che modifica le norme sull'ordinamento penitenziario. Pochi giorni fa ho spedito una lettera al Premier Gentiloni chiedendo di non disperdere il lavoro fatto in questi ultimi anni. Ci auspichiamo che questo avvenga entro la fine della legislatura».
Questo il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alle dichiarazioni di Paolo Gentiloni secondo cui “il sistema carcerario deve contribuire a ridurre il tasso recidiva da parte di chi è condannato per reatiâ€.
«Nelle nostre comunità per carcerati non incontriamo gli errori, ma persone che hanno commesso errori. Per chi esce dal carcere – ricorda Ramonda – la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è purtroppo molto alta: tra il 75 e l'80% dei casi. Invece nelle nostre comunità , dove i detenuti fanno esperienza di servizio ai più deboli, i casi di recidiva sono appena il 10%».
La Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce in Italia 5 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l'accoglienza di carcerati che scontano la pena. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 61 detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 565 persone. Nel solo 2016 le giornate di presenza sono state 12.199.
APG23
22/02/2018
Un seminario per presentare la campagna che chiede al futuro governo l’istituzione di un Ministero della Pace si terrà sabato 24 febbraio alle ore 9:30, a Catania, presso la Parrocchia N.S. del SS. Sacramento in Librino, in Via delle Susine 15.
«La proposta del Ministero della Pace giunge in un momento in cui il tema della sicurezza sociale è percepito come prioritario da cittadini. Violenza, guerre, terrorismo, riarmo stringono sempre più le persone nella morsa dell’insicurezza. Ora si tratta di spezzare questa catena di morte. Come diceva il nostro fondatore don Oreste Benzi “l'uomo da quando esiste ha sempre organizzato la guerra, è arrivato il momento di organizzare la pace”».
Con queste parole Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, invita a prendere coscienza della situazione geopolitica internazionale, tanto grave quanto sottovalutata.
Interverranno: Don Piero Sapienza, Direttore Ufficio per la Pastorale dei problemi sociali e lavoro, Tony Bonaventura, Presidente Diocesano dell'Azione Cattolica Italiana, Grazia Martines del Movimento del Focolari, Luigi Pasotti di Pax Christi, Carmela D’Agostino, Focsiv.
Modera Antonio Chiarenza, Comunità Papa Giovanni XXIII.
Nel corso del seminario saranno anche illustrati i risultati di un sondaggio d'opinione sul tema della sicurezza e della pace, commissionato da Apg23, nell'ambito della campagna.
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni (Azione Cattolica, Cesc Project, Focsiv, Movimento dei Focolari, Movimento Nonviolento, Sermig-Arsenale della Pace, Università di Padova, Mir, Altante delle guerre), la campagna “Ministero della Pace, una scelta di Governo”. La proposta ha l'obiettivo di far istituire nel prossimo Governo Italiano un Ministero che si occupi delle politiche di Pace, sia in Italia che all'estero. Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org.
per informazioni: Antonio Chiarenza, 333.9434256
APG23
21/02/2018
A 10 anni dalla scomparsa di Don Oreste Benzi, da molti ricordato come il prete dalla tonaca lisa, in Sicilia e Calabria si susseguono gli appuntamenti in ricordo del fondatore della Comunità papa Giovanni XXIII.
Un cartellone di eventi per approfondire le tante esperienze di tutela degli ultimi alle quali il sacerdote riminese ha dedicato la propria vita e che fa tappa in due terre – Sicilia e Calabria – che più di altre rischiano di rimanere soffocate dalle nuove povertà, dalla fuga dei giovani, dalle difficoltà di accesso al welfare delle persone con disabilità.
Sono 12 appuntamenti che raccontano l’attualità e la straordinarietà del pensiero di Don Oreste Benzi. Prossimo evento in Calabria sarà il 23 febbraio a Lamezia Terme.
Alle ore 16 nei locali del Seminario Vescovile in Piazza d'Ippolito, alla presenza di Mons. Luigi Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme, si terrà l’iniziativa “Uomo e donna li creò: la Famiglia nella Società liquida”.
Porteranno la propria testimonianza Maria Didiano, mamma di Casa Famiglia a Lamezia Terme; Enrico Masini, coordinatore nazionale per l'aiuto alla famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII; Primo Lazzari, vicepresidente dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
Da Lamezia Terme il cammino proseguirà poi a Palermo, Siracusa, Locri, Caltagirone, Scicli, Reggio Calabria, Trapani e Acireale; si parlerà di accoglienza, immigrazione, famiglia, disabilità, prostituzione, giovani e vita, restituendo la fotografia di una Comunità che opera quotidianamente e sempre in frontiera. Come sosteneva Don Oreste Benzi: «la devozione senza la rivoluzione non basta».
Per informazioni: Maria Didano, 368.650098
Vedi la pagina facebook degli eventi apg23 zona sud
Scarica la locandina
APG23
19/02/2018
«La Legge Merlin va aggiornata alla luce del nuovo contesto sociale, ma sempre nella stessa direzione di tutela delle persone, in particolare delle donne. La situazione attuale non è più quella degli anni '50, bensì è legata alla tratta di persone provenienti da paesi poveri e ridotte in schiavitù. Occorre introdurre sanzioni non solo verso i trafficanti, ma anche verso i clienti delle prostitute, perché con il loro comportamento sfruttano la vulnerabilità delle persone che si prostituiscono. I clienti sbagliano! E per questo vanno sanzionati. Anche per aiutarli a cambiare. Diceva la Merlin: “Questo Paese di viriloni che passan per gli uomini più dotati del mondo e poi non riescono a conquistare una donna da soli”».
E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al 60° anniversario dell'approvazione della Legge Merlin, che il 20 Febbraio del 1958 sancì la chiusura delle “case di prostituzione”. La Legge, ancora in vigore, non vieta la prostituzione in sé, ma chi la favorisce e la sfrutta.
«Ancora oggi torna in campagna elettorale l'idea di riaprire le case chiuse. Si vuole colpire l’emotività dell’opinione pubblica, ma questa è una proposta vecchia, superata, obsoleta. In Olanda, ad Amsterdam, in Germania, dove da decenni ci sono bordelli regolamentati, stanno facendo marcia indietro. Perché sia il mercato legale che quello illegale sono in mano al racket. La prostituzione corrompe una società intera, perché distrugge la dignità della donna».
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni (tra cui CISL, AGESCI, Azione Cattolica, Forum Famiglie, Rinnovamento dello Spirito), l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute. Tutte le informazioni sul sito questoeilmiocorpo.org
APG23
14/02/2018
Il 66% degli italiani è favorevole alla creazione di un Ministero della Pace dedicato a promuovere, sviluppare e coordinare attività di prevenzione e mediazione nonviolenta dei conflitti
E' quanto emerge da un sondaggio commissionato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e realizzato dalla Società Demetra, con la collaborazione dell’Università di Padova.
Secondo il campione di intervistati, se da un lato la sicurezza rimane un problema percepito come centrale (86%), dall'altro ritengono che sarebbe utile dotarsi di un corpo civile nonviolento e di un vero e proprio Dicastero che gestisca i numerosi compiti legati alla gestione dei conflitti sociali e armati. Un Ministero per la Pace che sappia gestire i conflitti, promuovere politiche di disarmo, la difesa civile e i diritti umani, con un ruolo attivo e propositivo, sia a livello europeo che in ambito internazionale.
La maggior parte degli italiani sembra quindi favorevole all’ipotesi di un Ministero della Pace, un ruolo finora mai esistito in Europa, ma da tempo oggetto di proposte - come Corby in Inghilterra - e che in Costa Rica e Nepal ha già preso corpo.
«Il nostro fondatore, don Oreste Benzi, diceva “l'uomo da quando esiste ha sempre organizzato la guerra, è arrivato il momento di organizzare la pace” e propose a più di un Presidente del Consiglio l’istituzione di un Ministero della Pace. Oggi gli scenari internazionali e quelli nazionali richiedono che questa scelta non debba più essere rimandata ed abbiamo dunque lanciato la campagna “Ministero della Pace. Una scelta di Governo”».
E' quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, commentando il sondaggio.
«La risposta che abbiamo ricevuto dalla società civile è stata sorprendente. – continua Ramonda – Si sono uniti in questa battaglia: Azione Cattolica, Focolari, Sermig, Focsiv, CescProject, Movimento Nonviolento, Centro per i Diritti umani dell'ateneo padovano, Gigi De Palo (Forum Associazioni Familiari) e Anna Maria Furlan (Cisl). Ed infine, come testimonial, l'attore Beppe Fiorello».
La necessità di formare un corpo civile esperto. La consapevolezza che la pace vada ricercata, promossa e sostenuta anche con specifiche forze e competenze emerge in diverse risposte raccolte tra gli italiani. L’81% degli intervistati ritiene che il nostro Paese si debba dotare di un Corpo Civile di Pace specializzato. Nella stessa direzione va interpretata la sostenuta adesione al potenziamento (48%) e al mantenimento (30%) dell’attuale esperienza svolta dai giovani italiani che nei contesti di conflitto mettono in atto, per conto dello Stato, attività nonviolente di promozione della pace e di tutela dei diritti umani. Così come va potenziata (70%) l’esperienza dei giovani in servizio civile nazionale, almeno tra quanti conoscono l’esistenza di questo servizio.
Militari formati ai diritti umani e alla nonviolenza. Il 90% degli intervistati pensa che il metodo nonviolento e il paradigma dei diritti umani sia utile nelle attività formative delle forze di polizia e dei carabinieri; così come l’89% pensa che questa debba far parte della formazione di base dei militari e l’86% anche della formazione culturale degli amministratori pubblici locali, regionali e nazionali.
Educazione alla Pace nelle scuole. Non solo i militari ma anche gli studenti devono apprendere i paradigmi culturali della pace. Il 90% degli intervistati infatti si dichiara favorevole a inserire nei programmi scolastici dell’obbligo un insegnamento sull’educazione alla pace, ai diritti umani e alla nonviolenza.
Sicurezza nelle città: non solo militari. La presenza di militari in alcune aree metropolitane a rischio del Paese conferma un forte consenso: il 60% è favorevole ad un suo potenziamento, mentre il 26% e per mantenere la misura in corso senza rafforzarla. Dall'indagine emerge che l’adesione alla misura di contenimento militare prevista dai Governi nazionali va di pari passo con la messa in campo di interventi rivolti alla promozione del dialogo e alla composizione dei conflitti, in un modo rispettoso dei diritti umani. Pertanto, ben il 69% degli italiani sarebbe favorevole alla presenza, accanto ai militari, di civili specializzati in pratiche di mediazione e di accompagnamento sociale.
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, la campagna “Ministero della Pace, una scelta di Governo”. La proposta ha l'obiettivo di far istituire nel prossimo Governo, per la prima volta in Europa, un Ministero che si occupi delle politiche di Pace, sia in Italia che all'estero. Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org.
Per avere un riscontro sul livello di favore che la proposta di istituzione di un Ministero della Pace trova tra l’elettorato italiano, è stata realizzata un’indagine rivolta a un campione rappresentativo degli elettori italiani. Agli intervistati è stato proposto un questionario articolato in cinque aree tematiche e composto da 38 domande. Oltre a verificare il “polso della gente” rispetto al livello di adesione alla proposta del nuovo ministero e delle sue competenze, le domande hanno riguardato anche orientamenti più generali, in particolare: la sensibilità verso i temi della pace, della mediazione nonviolenta e dei diritti umani; le concezioni della guerra e della pace nonché la fattibilità sul campo della mediazione nonviolenta dei conflitti, della riduzione delle spese militari e della riconversione dell’industria delle armi; il tema della sicurezza nelle aree metropolitane del Paese; la valutazione sulle missioni italiane all’estero e sull’impegno dei Corpi civili di pace e del Servizio civile; il giudizio sul ruolo degli attori internazionali nella gestione e prevenzione dei conflitti armati.
Nota metodologica
L’indagine è stata progettata e diretta dal punto di vista scientifico dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova. La popolazione di riferimento è costituita dalla popolazione adulta residente in Italia in possesso di telefonia fissa, mobile o iscritta al Panel online Opinioni.net. Il sondaggio è stato realizzato, via Cati, Cami e Cawi, dalla società Demetra di Venezia tra il 30 gennaio e il 5 febbraio 2018. Il campione di intervistati di 1.024 persone (rifiuti/sostituzioni: 8.675) è rappresentativo della popolazione di riferimento per genere, fascia di età, zona geografica e dimensione comunale (margine massimo di errore al livello fiduciario del 95%: 3,05%). I dati sono stati successivamente ponderati anche in base al titolo di studio e sono stati trattati ed elaborati in forma anonima. La documentazione completa è disponibile su www.agcom.it.
Scarica la cartella stampa
APG23
11/02/2018
l Servizio Volontariato Europeo (SVE), che rientra nel progetto europeo Erasmus+, permette ai giovani fra i 18 e i 30 anni di tutta l’Unione Europea di partecipare ad attività di volontariato all'estero, spesati, per un massimo di 12 mesi. La ricerca di volontari per i progetti di Servizio Volontario Europeo non avviene a cadenza annuale, ma a seconda dei progetti finanziati all’interno del programma Erasmus+. A cosa serve? A promuovere la cooperazione tra i giovani, per favorire la solidarietà tra i concittadini di un'Unione Europea sempre più unita e coesa. L’invio della candidatura da parte dei volontari non ha una scadenza, ma le selezioni dei volontari sono già iniziate: si cercano giovani che possano partire sin da subito. Condividi questo invito ai tuoi amici!
Servizio di volontariato Europeo SVE in Egitto
Stiamo cercando:
1 volontario per il progetto di Servizio Volontario Europeo “MEDITERRANEAN: SEA OF PEACE” al Cairo, in Egitto
Il partecipante che sarà selezionato sarà impegnato 5 giorni la settimana per approssimativamente 35 h settimanali ed avrà la possibilità di inserirsi in attività di integrazione di rifugiati, documentazione e promozione online delle attività svolte, sviluppo di nuove idee e laboratori, e più precisamente:
affiancare gli insegnanti di due scuole che ospitano rifugiati, nello svolgimento delle lezioni/laboratori
attività di sensibilizzazione della società su attività interculturali
sviluppo di nuove idee per attività con bambini da realizzarsi al Cairo ed anche in una scuola poco fuori dalla città
L'organizzazione ospitante ha un mentore, la cui responsabilità è di guidare e aiutare i volontari nella loro vita quotidiana all'interno dell'organizzazione. I volontari alloggeranno in un appartamento nel quartiere Downtown del Cairo, insieme con altri volontari. L’alloggio è vicino ad una stazione della metro. Sarà garantito il vitto e come da Programma è prevista l'erogazione del pocket money mensile. Il volontario selezionato riceverà una formazione pre-partenza in Italia (a Rimini) sul Servizio Volontario Europeo e sui valori e i fondamenti del Programma Erasmus+. In loco riceverà formazione linguistica e formazione specifica in relazione alle attività previste dal progetto. Inoltre ha il diritto/dovere di partecipare alle Formazioni all’arrivo e quella Intermedia organizzate dal partner insieme con il network SALTO.
Chi può partecipare? Ecco i requisiti richiesti
Avere tra i 17 e i 30 anni
Essere legalmente residenti in Italia
Avere una conoscenza di base della lingua inglese
Interesse per il tema delle migrazioni e della nonviolenza
Avere una forte motivazione a sviluppare capacità interculturali e di mediazione
Inclinazione a vivere in un ambiente multiculturale
Essere molto motivati a svolgere un servizio di volontariato all’estero
Quando si parte?
Il progetto dura dal 2 Aprile 2018 al 02 ottobre 2018, per un totale di 6 mesi. Per la precisione verranno contati 184 giorni, cui vanno aggiunti 2 giorni di viaggio.
Come partecipare? Iscrizioni entro il 2 marzo 2018
Le candidature dovranno essere inviate tramite posta elettronica all’indirizzo email odcpace@apg23.org , indicando come oggetto “Candidatura SVE MEDITERRANEAN: SEA OF PEACE – EGITTO”, entro e non oltre il 02 marzo 2018. In allegato alla candidatura inviare Cv e lettera motivazionale entrambi in inglese.
La selezione verrà chiusa, anche prima della data indicata, non appena sarà identificato un/a candidato/a idoneo/a.
Per saperne di più: CLICCA QUI PER LA SCHEDA o scrivi a odcpace@apg23.org
Ecco una TESTIMONIANZA dal progetto (in inglese).
Volontariato SVE in Croazia o in Moldavia
Stiamo cercando:
2 volontari interessati a svolgere 6 mesi di Servizio Volontario Europeo a Vrgorac (Croazia) in comunità terapeutica
1 volontario interessato a svolgere 6 mesi di Servizio Volontario Europeo a Chisinau (Moldavia) presso un’organizzazione nostra partner che accoglie minori svantaggiati
Il periodo di volontariato previsto è di 6 mesi.
Con la Comunità Papa Giovanni XXIII è possibile partire grazie al progetto BEST: Building Essential Skills for Tomorrow, anche se i posti sono piuttosto limitati: i giovani possono prestare servizio nella Comunità Terapeutica della associazione Zajednica Pape Ivana XXIII (che appartiene al network dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) di Vrgorac, in Croazia: accoglie ex-tossicodipendenti in percorsi di recupero. Altri volontari danno una mano nei centri dell'Association for Child and Family Empowerment AVE COPIII Moldova di Chisinau, capitale della Moldavia. Entrambe le organizzazioni di accoglienza da anni collaborano in modo preciso, puntuale e costante con la Papa Giovanni, nella realizzazione dei progetti di Servizio Volontario Europeo; lavorano nell'ambito dell'esclusione sociale, in particolare per quanto riguarda minori e giovani in situazioni di grave disagio.
Obiettivi del progetto
I giovani che vengono selezionati attraverso Apg23 vivranno in prima persona un'esperienza verso gli “Essential Skills for Tomorrow” (le Conoscenze Essenziali per il Domani), come spiega il progetto:
il superamento dei pregiudizi nei confronti dei contesti sociali territorialmente lontani;
la creazione di occasioni di incontro, con spazi di intervento diretto, per un confronto costruttivo fra culture;
l’apprendimento dei valori di solidarietà, partecipazione e cittadinanza attiva promossi dall’Unione Europea.
I volontari potranno porteranno tutto il loro entusiasmo nella realizzazione di giochi ed attività ricreative; ci sarà la possibilità di un confronto critico e costruttivo sui propri atteggiamenti e comportamenti, sui propri diritti e su quelli degli altri. Aiuteranno anche nel realizzare del materiale informativo e di sensibilizzazione sui progetti, attraverso la scrittura di report e di testimonianze personali. Ci saranno anche alcuni momenti di condivisione delle esperienze con coetanei.
Requisiti
Ecco i requisiti che sono richiesti:
età compresa tra 18 e 30 anni;
essere legalmente residenti in Italia;
conoscenza di base della lingua inglese;
essere motivati a svolgere un servizio di volontariato all’estero;
essere curiosi e aperti all’incontro con altre culture e tradizioni.
Contributo economico
Tutti i costi sono a carico del programma europeo Erasmus+. Sono coperti:
costi di viaggio A/R dall’Italia sino al luogo di svolgimento delle attività;
vitto e alloggio;
corso di lingua locale;
pocket money mensile di Euro 55 per la Moldavia e di Euro 90 per la Croazia come sostegno individuale per coprire spese personali supplementari del volontari.
vitto e alloggio, verranno forniti dalle associazioni ospitanti partner del progetto.
Come partecipare
Per partecipare è sufficiente scrivere una mail a progetti@apg23.org inviando il CV ed una breve lettera motivazionale, all’interno della quale il volontario che desidera candidarsi può presentarsi. L’Ufficio Progetti della Comunità Papa Giovanni XXIII contatterà a breve il volontario che ha inviato la candidatura, per organizzare un colloquio conoscitivo via Skype.
APG23
09/02/2018
Comunità Papa Giovanni XXIII premiata assieme alla campionessa olimpica Federica Pellegrini, all’imprenditore del settore dolciario Egidio Dal Colle e all’attrice Valentina Bellè. È successo mercoledì 7 febbraio a Verona durante la “Premiazione della Fedeltà al Lavoro, del Progresso Economico e del Lavoro Veronese” che si è tenuta presso l’auditorium del nuovo centro congressi della Camera di Commercio, gremito di imprenditori e rappresentanti delle istituzioni.
La cerimonia, giunta alla 40a edizione, premia «lavoratori, imprenditori, ma anche persone e associazioni che contribuiscono a valorizzare l’immagine della nostra città in Italia e all’estero anche in campi diversi da quello economico».
#FOTOGALLERY:riello#
Alla Comunità fondata da don Benzi è andato il Premio per il sociale «per aver contribuito – si legge nelle motivazioni – alla valorizzazione dell’immagine di Verona grazie all’attività svolta in campo sociale, a fianco dei poveri e degli emarginati, con i preziosi strumenti della “Casa Famiglia”, luogo di accoglienza e di condivisione di vita autentica, della Cooperativa Sociale “Il Calabrone”, esempio di realtà imprenditoriale solidale, e con le altre numerose attività a tutela dei più piccoli e dei giovani».
Il riconoscimento – una pergamena e un’opera artistica in pietra – è stato consegnato dal presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Riello, dopo la proiezione di un breve video sulle attività dell’associazione.
Sul palco sono saliti, oltre a Ugo Ceron, responsabile della Comunità per la zona Veneto Ovest, Marcellino Dallachiusa e Donata Padoanello, con i loro numerosi figli naturali ed accolti, in rappresentanza di tutte le case famiglia, e Arciso Peretto e Paolo Merlin, presidente e vicepresidente della cooperativa sociale Il Calabrone, accompagnati da due delle lavoratrici inserite.
«Questo riconoscimento – ha detto Ceron – testimonia il grande dono che noi stessi abbiamo ricevuto, di incarnare la vita in Gesù nella condivisione con le persone che si trovano in condizioni di bisogno e disagio. Da questa condivisione sono nate le case famiglia dove queste persone trovano un papà e una mamma che vivono con loro 24 ore su 24. La cooperativa il Calabrone, attraverso la collaborazione con altre aziende del territorio, fa sì che queste persone possano diventare da oggetto di assistenza a soggetti di lavoro e inclusione sociale».
APG23
09/02/2018
Un seminario per presentare la campagna che chiede al futuro governo l’istituzione di un ministero della pace si terrà lunedì 12 febbraio alle ore 17.00, presso l'Archivio Antico del Palazzo del Bo, Università di Padova.
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«Lo scorso 25 gennaio il Science and Security Board della Federation of Atomic Scientists, che dal 1945 indica con le lancette di un orologio (il Doomsday Clock, "l'orologio del giudizio universale") quanti minuti rimangono prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio, ha deciso di ridurre di altri 30 secondi la distanza dalla catastrofe globale fino a due soli minuti: la peggior situazione di sempre».
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Con queste parole Marco Mascia, direttore del Centro Diritti Umani, invita a prendere coscienza della situazione geopolitica internazionale, tanto grave quanto sottovalutata.
«Pochi giorni fa l'Amministrazione Americana ha messo la parola fine alla strategia per "un mondo privo di armi nucleari" ed ha avviato un programma senza precedenti di riarmo nucleare. Il documento parla espressamente di impiego di armi nucleari in caso di attacchi strategici non nucleari e sottolinea che gli USA non adotteranno mai una politica di "non uso per primi". - continua Mascia - Dal canto loro, Russia, Cina e Corea del Nord, i potenziali avversari degli USA a livello strategico, hanno avviato proprie strategie di sviluppo degli armamenti nucleari. Il documento dello Science and Security Board si conclude osservando che i leader reagiscono quando i cittadini insistono che lo facciano, e i cittadini di tutto il mondo possono chiedere azioni per ridurre la minaccia esistenziale della guerra nucleare"».
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La campagna "Ministero della Pace, una scelta di governo" sarà presentata lunedì 12 febbraio 2018 con inizio alle ore 17.00, nella sala dell'Archivio Antico del Palazzo del Bo dell'Università di Padova (via VIII Febbraio).
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Interverranno: Annalisa Oboe, Prorettrice alle relazioni culturali, sociali e di genere, Università di Padova, Francesca Benciolini, Assessore alla Pace e ai Diritti Umani, Comune di Padova, Nicola Lapenta, Comunità Papa Giovanni XXIII, Raffaele Crocco, Direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, don Albino Bizzotto, Presidente dell'Associazione Beati i Costruttori di Pace, Egidio Canil, Francescano, Basilica del Santo, Marco Mascia, Direttore del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papiscaâ€, Università di Padova.
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La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, la campagna Ministero della Pace, una scelta di Governo. La proposta ha l'obiettivo di far istituire nel prossimo Governo Italiano un Ministero che si occupi delle politiche di Pace, sia in Italia che all'estero. Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org.
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APG23
08/02/2018
Una veglia per Arietta Mata, la giovane prostituta ungherese uccisa da un cliente italiano, si terrà Sabato 10 Febbraio, alle ore 21, in via Bonvino, località Gaggio, nei pressi di Castelfranco Emilia (Modena), esattamente nel luogo in cui è stata ritrovata, vicino Castelfranco Emilia.
«Sabato ci troveremo con tutte le persone di buona volontà per pregare per queste nostre sorelle vittime dello sfruttamento sessuale e per la conversione degli sfruttatori e dei clienti - afferma Giovanni Paolo Ramonda Presidente della Comunità di don Benzi, il sacerdote che primo in Italia ha lottato contro il sistema prostitutivo - Chiediamo in particolare alle autorità ed alle persone che sono candidate al Parlamento di partecipare. Noi proponiamo, in questo percorso di avvicinamento alle elezioni politiche, che i partiti appoggino delle leggi che siano in favore della donna, della famiglia, per i bambini, la vita, il lavoro».
«Arietta era arrivata in Italia - speiga Ramonda - con la speranza di una vita migliore. Questa speranza è morta lo scorso 21 Gennaio, quando Arietta è stata uccisa da un cliente italiano, il quale ha poi deturpato il suo corpo, gettandola sotto un treno. Si tratta di un altro episodio di femminicidio, di violenza sul corpo e la dignità dell'essere umano perchè donna».
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.
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APG23
07/02/2018
«Ritenere che la prostituzione possa essere definito un diritto costituzionale appare come una bestemmia giuridica. Rimaniamo sconcertati di fronte all'idea che si possa sostenere che prostituirsi porti al “pieno sviluppo della persona umana”, come sancito dall'art. 3 della nostra Costituzione».
E' quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di don Benzi (nella foto), il sacerdote che per primo in Italia ha lottato contro il sistema prostitutivo. Ramonda è intervenuto in merito alla decisione della Corte d'appello di Bari di ritenere fondata l'eccezione in tal senso sollevata in un processo, trasmettendola alla Corte Costituzionale.
«La legge Merlin va aggiornata alla luce del nuovo contesto sociale, ma sempre nella stessa direzione di tutela delle persone, in particolare delle donne. E' necessario ricordare che l'Italia ha ratificato la Convenzione ONU del '49 in cui si stabilisce che “la prostituzione ed il male che l'accompagna sono incompatibili con la dignità umana”». E aggiunge Ramonda: «Oggi la priorità è liberare le schiave; abolire la legge Merlin vorrebbe dire rinunciare ai pochi mezzi che abbiamo per contrastare la tratta delle donne».
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione delle vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.
APG23
06/02/2018
Verona, giovedì 8 febbraio 2018, Tempio Votivo ore 20.30
Giovedì 8 febbraio alle ore 20.40 Telepace trasmetterà in diretta dalla parrocchia del Tempio Votivo di Verona “Migrazione senza tratta. Sì alla libertà, no alla schiavitù” , in occasione della quarta Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani.
Sonia (nome di fantasia), era stata venduta dalla mamma in Nigeria all’età di 5 anni. Dopo anni di abusi e violenze subiti ha deciso di scappare, poco più che adolescente, per l’Italia, dove è stata costretta per anni dal racket a vendersi come prostituta. All’età di 20 anni, salvata dalle Forze dell’ordine, è oggi ospite di una casa protetta della Comunità Papa Giovanni XXIII ed è finalmente libera di raccontare, per la prima volta, la propria storia. Lo farà a Verona, nel piazzale stazione, l’8 febbraio alle ore 20.30 .
A 60 anni, il 20 febbraio, dall’approvazione della Legge Merlin contro le case chiuse, Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia presiederà la veglia “Migrazione senza tratta. Sì alla libertà, no alla schiavitù”, in memoria di Santa Bakhita, schiava bambina sudanese proclamata Santa nel 2000.
Fra le testimonianze ci saranno anche quella di Gennaro Giudetti, giovane volontario durante le stragi dei migranti nel Mediterraneo, e la voce di un giovane siriano arrivato con un corridoio umanitario.
Saranno presenti:
Francesco Moraglia, patriarca di Venezia
Giuseppe Zenti, vescovo di Verona
Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza
Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria - Rovigo
Ugo Ceron, responsabile per il Veneto della Comunità Papa Giovanni XXIII
L’evento proseguirà poi all’interno del Tempio Votivo. La conclusione è prevista intorno alle 22,30. L'iniziativa è organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con le Suore Canossiane di Verona, Centro di pastorale adolescenti e giovani della Diocesi di Verona, Fondazione Cattolica Assicurazioni. Hanno aderito: Forum delle Associazioni Familiari del Veneto, Famiglie per l'Accoglienza, Caritas Nord-Est, Movimento dei Focolari Italia, Cisl Veneto.
L'evento è collegato alla campagna nazionale Questo è il mio corpo ; la raccolta firme riconosce il cliente fra i responsabili dello sfruttamento delle donne ai fini dello sfruttamento sessuale.
Spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: «La prostituzione è una violazione della dignità fondamentale della donna ed una violenza di genere. Questa ragazze, per la maggioranza, arrivano da paesi di degrado ed estrema povertà; vengono vendute dalla famiglia, ingannate. Ecco il motivo per cui non si può pensare di risolvere il problema della tratta degli esseri umani ai fini dello sfruttamento sessuale legalizzando riesumando soluzioni obsolete come quella delle case chiuse».
Prima dell’evento sarà possibile incontrare i protagonisti della serata.
Scarica il volantino
Cartella stampa: intervista a Ramonda 2018, foto e video dall'edizione 2017
APG23
05/02/2018
Arrivano per la prima volta i dati reali sullo spreco alimentare nelle nostre case, calcolato su un campione di 400 famiglie: tra ciò che rimane nel piatto, che va a male nel frigorifero e che scade nella dispensa, ogni italiano butta nella spazzatura circa 100 grammi di cibo al giorno. In un anno, 37 kg pro-capite, per un valore di 250 euro (DATI PROGETTO REDUCE – DIARI DI FAMIGLIA).
Un costo significativo, dunque, che va a gravare sul bilancio delle nostre famiglie. Ma lo spreco, oltre ad essere un problema economico, è anche moralmente inaccettabile in un mondo in cui ¼ del cibo che viene buttato via potrebbe sfamare milioni di persone che soffrono la fame.
Forse non ci abbiamo mai pensato, ma la fame e il spreco sono le due facce della stessa medaglia – o, per dirla con le parole di Papa Francesco: “Il cibo che buttiamo via è come se lo avessimo rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame”. Certo, non è possibile impacchettare ciò che giace nel cassetto del frigorifero o sta per scadere nella dispensa e spedirlo a chi non ha da mangiare, ma abbiamo il dovere di agire. Come?
Promuovendo una cultura che riconosca la nostra condizione privilegiata e che punti ad un uso più misurato e consapevole del cibo. Compiendo piccoli gesti quotidiani, che devono diventare buone abitudini, per evitare gli sprechi, di qualsiasi natura essi siano. E tenendo bene a mente che, per qualcuno, riutilizzare ciò che altri avanzano o buttano è una questione di sopravvivenza.
In Zambia la gente dei compound compra nei retrobottega dei macellai le ossa dei maiali, le zampe e le teste delle galline: non possono permettersi altro per preparare il brodo da accompagnare alle verdure stufate e all’inshima, la polenta di mais. In Cile i più poveri tra i poveri raccolgono dai banchi del mercato le foglie di lattuga, i ciuffi di carote, i pomodori troppo maturi: sono gli ingredienti con cui cucinano la zuppa, spesso l’unico pasto della giornata. Senza andare così lontano, sono sempre di più gli italiani che contano sulle mense popolari e sui pacchi alimentari – non solo le persone senza fissa dimora, ma anche i nostri vicini di casa.
Il libro #IOSPRECOZERO nasce proprio da qui: dal bisogno di affermare che la dignità di chi è meno fortunato di noi passa anche dal trattare con rispetto ciò che abbiamo, senza sprecarlo. E dalla convinzione che ciascuno di noi possa fare la sua parte per cambiare le cose, partendo da quei gesti che compiamo senza nemmeno pensarci e supportato dai giusti strumenti. Ad esempio, le ricette proposte da #IOSPRECOZERO recuperano proprio quegli ingredienti che maggiormente buttiamo via (latticini, frutta e verdura, prodotti da forno) e spiegano come portarli in tavola oppure utilizzarli in modo alternativo.
#IOSPRECOZERO, che è stato pensato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII a sostegno della campagna Un Pasto al Giorno, parte dallo spreco di cibo per invitare tutti a restituire il giusto valore alle cose della vita – gli oggetti che possediamo, le risorse che impieghiamo, il tempo che abbiamo a disposizione. Perché se sprecare significa, letteralmente, “mandare in malora”, allora il rischio è quello di buttare via il futuro di ciascuno di noi.