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APG23
19/02/2016
Prostituzione: a Roma con le donne crocifisse
«Per oltre un anno non ho mai visto la luce del sole, e dopo sono stata rivenduta e sono finita sulla strada. Ogni giorno ho subito percosse, torture e minacce. Se non portavo i soldi che mi chiedevano c’erano altre violenze. Ma di noi perché nessuno si interessa?» Questa è una delle migliaia di donne chiamate “prostitute” ma che sono vittime della tratta e della schiavitù di cui nessuno vuol parlare. «In questo periodo in cui la Chiesa vive la Quaresima, nell'Anno straordinario della misericordia voluto da Papa Francesco, vogliamo scendere in strada con le donne e le ragazzine che ogni giorno subiscono la violenza di sfruttatori e clienti – dichiara Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII – per elevare con loro un grido rivolto a Dio ma anche alle coscienze di tutti e in particolare di chi ha incarichi istituzionali, perché questo mercato di esseri umani venga fermato».   I DATI In Italia si stima che siano tra 75.000 e 120.000 le vittime della prostituzione. Il 65% è in strada, il 37% è minorenne, tra i 13 e i 17 anni. Provengono da Nigeria (36%), Romania (22%), Albania (10,5%), Bulgaria (9%), Moldavia (7%), le restanti da Ucraina, Cina e altri paesi dell’Est. 9 milioni sono i clienti, con un giro d'affari di 90 milioni di euro al mese. La Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnata a fianco delle vittime della prostituzione da 25 anni, ed ha liberato più di 7.000 donne da questa moderna forma di schiavitù. Attualmente sono accolte nelle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII circa 200 ragazze, mentre sono 21 le Unità di strada che escono ogni settimana in tutta Italia per incontrare queste donne e offrire loro una via d'uscita.   LA VIA CRUCIS Partirà dalla chiesa di Santo Spirito in Sassia, alle 19,30 di venerdì 26 febbraio, la “Via Crucis di solidarietà e preghiera per le giovani donne vittime di tratta, prostituzione coatta e violenza” organizzata a Roma dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Pastorale Vocazionale della Diocesi di Roma. Sette le “stazioni” previste, da Borgo Santo Spirito alla Chiesa Nuova, passando per Ponte Sant’Angelo, con altrettanti momenti di preghiera, meditazioni e testimonianze delle vittime salvate dalla tratta. «Sarà una via crucis vivente, molto coinvolgente – spiega don Aldo Buonaiuto, coordinatore dell'iniziativa – È prevista la partecipazione di attori e musicisti, sentiremo inoltre la testimonianza diretta di ragazze che hanno vissuto sulla propria pelle la condizione di vera schiavitù, che anche oggi esiste, nelle nostre città, anche se sembriamo non rendercene conto». Molte le adesioni finora arrivate, tra cui Diocesi di Roma, Unitalsi, Azione Cattolica Italiana, Rinnovamento nello Spirito Santo, Comunità Gesù Ama, Nuovi Orizzonti, Forum delle famiglie, Oratorium, Cisl. Tra i testimonial che interverranno figurano il cardinal Agostino Vallini, vicario generale del Papa; Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII; don Fabio Rosini, direttore dell'Ufficio Vocazioni “10 comandamenti”; Matteo Truffelli, presidente di Azione Cattolica; Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito; Giulietta Astiaso, del Cammino Neocatecumenale; suor Eugenia Bonetti, responsabile dell'Ufficio nazionale tratta dell'USMI; padre Maurizio Botta, de “I 5 passi”. Altre informazioni sono reperibili al sito della Comunità Papa Giovanni XXIII antitratta.apg23.org e al sito dell'evento donnecrocifisse.org    
APG23
16/02/2016
In Ricordo di Mario Catagini
Il 21 febbraio si ricorda il primo anniversario della morte di Mario Catagini, per anni papà di casa famiglia nel centro di Vicenza.  Grande idealista e difensore dei diritti degli ultimi, Mario era rimasto disabile all'età di 23 anni a causa di un banale incidente. Ma questo non era bastato a rallentare il suo operato; nella sua casa cominciò ad accogliere persone con disabilità ben più gravi della sua, e il suo esempio diventò un faro nel sociale vicentino. Da lì la Comunità Papa Giovanni XXIII si allargò a Verona e poi a Padova, mentre centinaia di persone in tutta la regione scoprivano la spiritualità del povero, e gli insegnamenti di Don Oreste Benzi. Un anno esatto dopo la sua esperienza viene ricordata come avrebbe voluto lui: con un evento sul tema della pace, che dal tema del dono del proprio limite arriva a riflettere sul senso - oggi - della partecipazione alla vita pubblica. Ingresso libero, dalle 14.30 alle 17.30 in Villa Morosini, Via Marconi 103, Altavilla (VI)  
APG23
16/02/2016
A Forlì vince la Wheelchair Basket
Domenica 14 febbraio 2016 il torneo di basket in carrozzina "Città di Forlì" ha visto la partecipazione delle squadre di Parma, Reggio Emilia, Forlì e Montecchio Maggiore in una competizione che è stata in primo luogo voglia di stare insieme e occasione di incontro fra persone accomunate dalla passione per la pallacanestro nonostante difficoltà fisiche. Il quadrangolare ha visto l’affermazione della “Wheelchair Basket Forlì”, squadra ospitante fondata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Soprattutto - grazie alla dedizione dei volontari che aiutano negli allenamenti e nelle trasferte - la vittoria è stata nella grande sfida con se stessi, e con i tanti problemi organizzativi e di mentalità. Occasioni come questa ricordano che la gioia dello sport vissuto (e non solo guardato) e ricondotto alla sua vera radice è per tutti.   Sfida fra le più avvincenti fra Reggio Emilia e Forlì: Quattro canestri da due punti segnati da Ilaria del Reggio Emilia e un canestro da due punti da Claudio, per un totale di 10 punti. Cinque canestri da Paolo per la squadra di Forlì, per un totale di altri 10 punti. Fine primo tempo 10 a 10. Nel secondo tempo un canestro segnato da Ilaria di Reggio Emilia e uno segnato da Federico di Reggio Emilia. Tre canestri firmati da Damiano del Forlì e un canestro segnato da Paolo sempre del Forlì chiudono il tempo con 14 punti per gli ospiti di Reggio Emilia, contro i 18 punti che vanno ai locali (Forlì). Terzo tempo:  Due canestri messi a segno da Ilaria del Reggio Emilia e uno da Cristian, per un totale di 6 punti. Rispondono quattro canestri di Filippo di Forlì. Il tempo termina con 20 punti per il Reggio Emilia e 26 punti per il Forlì.  Un canestro segnato da Federico e uno segnato da Cristian del Reggio Emilia, per un totale di 4 punti, contro uno di Alessandro del Forlì, tre di Damiano e uno di Paolo, per un totale di 10 punti chiudono il match: con 24 punti il Reggio Emilia soccombe ai 36 punti del Forlì.     Poi è stato il momento di Parma - Montecchio (Vicenza):   Parma: Falanga mette in rete due canestri per il Vicenza. Zin va a canestro prima con 2punti e poi con 3. Renzo segna un canestro. Nel secondo tempo il Parma firma: Falanga e Nani. Ai 5 punti guadagnati rispondono Corsini del Vicenza e Filotto con un canestro a testa e un totale di 3 punti. Il terzo tempo vede per il Parma: Nani, due canestri per un totale di 4 punti; Vicenza: Zin con un canestro, Renzo con due. Il quarto tempo celebra per il Parma: Falanga, due canestri; Pirilli, un canestro; Nani, un canestro. Rispondo per il Vicenza: Corsini, Zin e Fortin con un canestro a testa. La partita chiude 22 a 21 per il Parma.   La giornata è al culmine con Forlì-Parma: 2 punti vanno agli ospiti nel primo tempo per un canestro firmato numero 6, ma rispondono con la forza di  14 punti i giocatori del Forlì: Ale, due canestri; Damiano, tre canestri; Paolo, due canestri. Fine primo tempo. Con 22 punti contro 6 grazie a due canestri del Parma (firmati dai numeri 22 e 6) chiude anche il secondo tempo. Terzo tempo: un canestro di Filippo e due di Paolo portano 6 punti al Forlì; un canestro di Falanga e tre di Nani danno 8 punti al Parma. Quarto tempo:  tre canestri per Filippo e un canestro di Paolo danno 8 punti al Forlì, mentre due canestri Falanga, uno di Cesare ed uno di Nani ne danno 8 al Parma. La partita termina 36 a 22 per il Forlì.   L'ultima partita, Reggio Emilia contro Montecchio (Vicenza), conclude:  Battono per il Reggio Battisteri con un canestro e Sorvillo (12) con tre. Risponde da Vicenza Zinna con due canestri conquistando 4 punti e chiudendo il primo tempo. Il secondo tempo confronta per il Reggio un canestro di Ilaria e uno di Battisteri, con un tiro libero di Corsini per il Vicenza da un punto. Feltrin risponde con due canestri; si termina il terzo tempo sul filo del rasoio con 18 a 19. Il quarto tempo celebra la vittoria del Vicenza: Battisteri va a canestro ma non può nulla contro i tre di Corsini e il punto di Feltrini. 20 a 27, la partita è chiusa.      La sfida continuerà a Reggio Emilia, dove l'8 Maggio si disputerà il Torneo di Primavera. (hanno collaborato: Daniele Tappari - Daniele Fabbri - Diana Bernasconi - Marco Tassinari)        
APG23
05/02/2016
Prostituzione: vescovi di Vicenza e Verona in strada
Mons. Zenti (diocesi di Verona) e Mons. Pizziol (diocesi di Vicenza) uniti per la veglia che si svolgerà lunedì sera a Verona nei luoghi della prostituzione, in occasione della Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani. In occasione della seconda Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, indetta da Papa Francesco per l'8 febbraio, giorno in cui la Chiesa ricorda Santa Bakhita, la Comunità Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con le Suore Canossiane di Verona e la Pastorale giovanile di Verona, organizza una veglia di preghiera sul dramma della prostituzione schiavizzata dal titolo “Questo è il mio corpo”. L'iniziativa avrà inizio Lunedì 8 febbraio, alle ore 20,30 in Piazzale Guardini, con un corteo che raggiungerà a piedi il Tempio Votivo (di fronte alla stazione ferroviaria) dove alle 21,30 inizierà la veglia di preghiera. Un tema di estrema attualità, quello della prostituzione, che vede coinvolte in Italia – secondo le diverse stime – dalle 70 alle 120 mila ragazze, molte volte anche minorenni, utilizzate come strumento di guadagno da parte degli sfruttatori e come oggetto di piacere da parte dei clienti. Il fenomeno è molto diffuso anche nel territorio veneto, dove la Comunità Papa Giovanni XXIII opera con diverse unità di strada formate da volontari che vanno durante la notte ad incontrare le vittime di questo sfruttamento, offrendo loro una via d'uscita. Alla veglia interverranno Mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona; Mons. Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza; Ugo Ceron, responsabile per la Comunità Papa Giovanni XXIII, zona Veneto Ovest. Sono previste testimonianze raccontate di persone vittime di tratta e prostituzione. All'iniziativa hanno finora aderito: Associazione Città e famiglia; MEVD - Movimento Europeo per la Difesa della Vita e della Dignità Umana; Associazione Aquilia; Associazione Protagonisti per il domani.   Scarica la locandina. Leggi l'elenco degli altri eventi organizzati in Italia.
APG23
03/02/2016
famiglia cellula fondamentale della società 
«La famiglia è la cellula fondamentale della società, non solo dal punto di vista cristiano, ma anche da quello antropologico e sociologico e senza tutela della famiglia e quindi della vita e della maternità, non c’è futuro per nessuna società»,  Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Papa Giovanni, lo dice nei giorni scorsi a Chiarano, in provincia di Treviso, durante un'incontro di presentazione del suo ultimo libro: I cinque talenti degli sposi.  Il direttore de L'Azione, il settimanale diocesano di Vittorio Veneto, don Alessio Magoga, modera la serata; ricorda che la Comunità in diocesi è presente con due case famiglia (a Castello Roganzuolo e a Soligo) ed una famiglia aperta all'accoglienza. Ramonda individua i 5 talenti che devono caratterizzare la vita di coppia, perché lo sposo e la sposa possano sviluppare i tesori che il Signore dona loro:  l’amore dello sposo per la sposa, e della sposa per lo sposo l’amore per le creature che il Signore affida agli sposi la preghiera in famiglia il lavorare sodo l’accoglienza dei poveri «La famiglia - spiega Ramonda, che è papà di casa famiglia - deve essere riscoperta come vocazione con pari dignità delle altre, come luogo di santificazione degli sposi, come abbraccio terapeutico per ogni debolezza e fatica, come realtà necessaria al cammino di conversione proprio e di tutte le altre forme di chiamata alla sequela di Gesù». E continua, evidenziando come la famiglia, e soprattutto la madre, abbia un ruolo insostituibile per la crescita equilibrata dei figli, «bisognosi di respirare e conoscere l’amore e il sacrificio, di comprensione e sostegno per lo sviluppo pieno delle proprie potenzialità».   «Il “segreto” per vivere bene l’essere sposi - dice Ramonda - è impegnarsi a valorizzare i talenti dell’altro nella quotidianità, anche quando faticosa, e di coltivare la liturgia del mestolo, la preghiera semplice che mette in contatto il nostro mondo concreto con Dio».   «Possiamo sintetizzare così la missione degli sposi: trasmettere la bellezza e la gioia del credere all’Amore; la grandezza dell’apertura alla vita nella sua totalità di forme e differenze. Perchè non ci sia più nessuno che soffre da solo». E conclude: «Abbiamo bisogno di insegnanti, operai, medici, avvocati, casalinghe che siano lievito nella pasta, fermento di mondi vitali nuovi dove regna la giustizia di Dio. Perché alla fine saremo giudicati sull’amore, anzi, salvati dall’Amore». #TROPPOLOGICO
APG23
29/01/2016
Family day: ci siamo
La Comunità Papa Giovanni XXIII aderisce alla manifestazione del 30 gennaio a Roma. Al centro il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà. E' finalmente arrivata la giornata “In difesa della famiglia e dei bambini”: il Family Day 2016. Le piccole e grandi associazioni - con differenti sottolineature - sono intervenute nei giorni scorsi per dare sostegno e adesione all’iniziativa. È del 21 gennaio il comunicato stampa della Comunità Papa Giovanni XXIII nel quale sono riprese le parole del responsabile generale, Giovanni Ramonda, che invita i membri e le famiglie dell'associazione a «partecipare all’iniziativa di piazza, per dire un sì pieno alla vita e al dono della famiglia come pensata dal Creatore». «Abbiamo scelto di aderire a questa manifestazione - spiega Ramonda - per sostenere la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, quella prevista e tutelata dalla Costituzione Italiana, che non va confusa con altri tipi di unione». «Vogliamo in particolare ribadire - prosegue la nota - che il bisogno dei minori è di crescere con un papà ed una mamma per una sana identificazione psico-affettiva e relazionale, e che il mercato dell’utero in affitto è un abominevole delitto contro le donne più povere, che si vendono per pochi soldi». Una presa di posizione chiara e forte, in linea con la critica al ddl Cirinnà dei giorni precedenti. «Tutta la normativa che si è sviluppata in Italia - aveva dichiarato Ramonda in quell’occasione - a partire dalla legge n. 184 del 1983 sull'affido e l'adozione ha posto al centro il diritto del bambino a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, non quello degli adulti ad avere un figlio». #TROPPOLOGICO Marco Scarmagnani 
APG23
27/01/2016
Famiglia: un dibattito TROPPOLOGICO alle Nazioni Unite
Mentre in questi giorni al Parlamento italiano è in discussione il  DDL “Cirinnà”, all’ONU di Ginevra l’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR) pubblica un rapporto intitolato: “Protezione della Famiglia: il contributo della famiglia alla realizzazione del diritto ad un adeguato standard di condizioni di vita per i suoi componenti, in particolare attraverso il suo ruolo nello sradicamento della povertà e nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile.” (A/HCR/31/37). Già da alcuni anni una coalizione trasversale di Stati porta avanti all’interno del Consiglio dei Diritti Umani (HRC) il tema della “Protezione della famiglia”. Nel luglio 2015, con la risoluzione Res/29/22 (approvata con 29 paesi a favore , 14 contro e 4 astenuti), l’HRC aveva dato mandato all’OHCHR di preparare il rapporto pubblicato oggi, che riassume l’ampia consultazione condotta tra gli stati e la società civile (con oltre 70 NGO che hanno inviato un contributo). Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII aveva inviato il proprio contributo, difendendo il concetto della famiglia naturale come unione stabile di un uomo ed una donna aperti alla procreazione e come cellula base della società umana.  Il documento presentato ha anche sottolineato il valore della casefamiglia come famiglie sostitutive che si ispirano al modello naturale; nel rapporto dell’OHCHR Apg23 è l’unica ONG citata, in nota. Nel rapporto è stato ripreso il concetto chiaramente espresso dalla Comunità secondo cui la famiglia è “il primo baluardo contro ogni forma di violazione dei diritti dei bambini”; è in arrivo sul numero di febbraio del mensile Sempre un ampio servizio sulle attività Apg23 alle Nazioni Unite. #TROPPOLOGICO (Ufficio Apg23 Ginevra)
APG23
27/01/2016
Santa Bakhita protettrice degli schiavi e delle schiave
Francis è un giovane ghanese che oggi ha 17 anni, venne venduto a 10 anni da un familiare per fare il muratore in Libia. Gracius, nigeriana, ha 13 anni ed è stata venduta per prostituirsi in Italia. La Comunità Papa Giovanni XXIII li ha accolti, e in occasione della Festa di Santa Bakita orgnizza eventi in tutta Italia per ricordare le vittime della tratta di esseri umani, in particolare minori. La Giornata internazionale di preghiera contro la tratta di persone dell’8 febbraio, Santa Bakita, è stata istituita nel 2015: tutte le Chiese, durante la celebrazione eucaristica, possono ricordare le vittime della tratta nelle sue differenti forme. Promuovono la giornata, oltre alla Comunità Papa Giovanni XXIII: Unione dei Superiori e delle Superiori generali (Uisg), la rete internazionale Talitha Kum, Caritas Internationalis, Associazione Slaves no more. «Invitiamo i fedeli ad organizzare, ciascuno nella propria diocesi, iniziative di sensibilizzazione per tutto il mese di febbraio, anche coinvolgendo i membri ed i volontari delle nostre unità di strada», è l’invito di Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità, che spiega: «Dobbiamo rendere coscienti della gravità del fenomeno donne e uomini di buona volontà, per contrastare la schiavitù moderna. Secondo il report 2015 di Save the Children l’Italia è il Paese dove viene segnalato il maggior numero di vittime di tratta. Un quarto di queste sono minori, i nostri volontari incontrano sempre più bambine schiavizzate sulle strade». La Comunità Papa Giovanni XXIII scende in strada con continuità in 20 città d’Italia per incontrare le ragazze che si prostituiscono, per proporre loro gli strumenti per cambiare vita. Santa Bakita era una schiava sudanese già dall’età di 7 anni, poi divenuta a Schio (Vicenza) religiosa canossiana. L'elenco degli eventi organizzati in tutta Italia è scaricabile qui.    
APG23
27/01/2016
Contro prostituzione e schiavitù: giornata di Santa Bakhita
Francis è un giovane diciassettenne ghanese, a dieci anni trasferito in Libia e costretto a lavorare come muratore dalle cinque del mattino fino a mezzanotte, venduto da un suo familiare. Non appena riesce, Daniel scappa e attraversa il Mediterraneo insieme ad altri 120 migranti su un barcone. Arrivato a Lampedusa, finalmente libero, inizia una nuova vita in una famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. Gracious invece è nigeriana e ha solo 13 anni. Anche lei è sbarcata sulle nostre coste, schiava dei suoi trafficanti, e si è ritrovata sui marciapiedi di una città del nord italia costretta a prostituirsi. Sono due storie che hanno un filo rosso: la dignità violata, la violenza inflitta da uomini senza scrupoli, la concezione della vita come mercificazione anche di fronte ai minori. L'uno scampato allo sfruttamento lavorativo; l'altra violata e poi liberata dalla morsa dello sfruttamento sessuale. Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, in occasione della Festa di Santa Bakhita, schiava sudanese a 7 anni poi divenuta a Schio (Vicenza) religiosa canossiana, che si celebra l'8 febbraio 2016 vuole ricordare e pregare per le vittime della tratta di esseri umani in particolare dei minori trafficati, in aumento nelle file dei profughi sulla rotta del Mediterraneo. È stata istituita infatti nel 2015 a livello ecclesiale la Giornata internazionale di preghiera contro la tratta di persone, fortemente sostenuta da Papa Francesco e promossa dall'Unione dei Superiori e delle Superiori generali (Uisg), dalla rete internazionale Talitha Kum, da Caritas Internationalis, dall'Associazione Slaves no more. Tutte le Chiese, durante la celebrazione eucaristica, possono ricordare le vittime della tratta nelle sue differenti forme, (sfruttamento sessuale, sfruttamento lavorativo, accattonaggio, commercio illegale di ordini, adozioni illegali) utilizzando il materiale scaricabile sul sito della Fondazione migrantes. L'Associazione di don Benzi invita a promuovere nelle diocesi di tutta italia, anche collaborando con i membri e i volontari delle unità di strada presenti in 20 città, iniziative di sensibilizzazione per coscientizzare donne e uomini di buona volontà e contrastare il fenomeno riguardo al quale, secondo i dati 2015 di Save the children, l'Italia risulta il Paese dove è stato segnalato il maggior numero di vittime accertate e presunte di cui un quarto sono minori.   #FOTOGALLERY:antitratta# Questi i principali eventi in tutta Italia: 31 gennaio, Cuneo(CN): serata di riflessione e preghiera con la partecipazione di Don Fredo Olivero, da sempre impegnato nell’accoglienza dei migranti. 2 febbraio, Fossano(CN): parrocchia di S.Bernardo, serata di riflessione sul tema “Misericordia e liberazione degli schiavi di oggi” con la presenza di Giovanni Ramonda, Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII. 6 febbraio, Torino: in collaborazione con Amici di Lazzaro e Gruppo Abele, “Troppe schiave sulle nostre strade!” presso Chiesa di San Rocco, con l'esposizione della mostra su don Oreste Benzi, Fiaccolata dalla Basilica del Corpus Domini alle ore 18 e alle ore 18.30 e veglia di Preghiera con Concerto Gospel a cura del coro Ora Nona. 6 febbraio, Roma: partecipazione alla veglia di preghiera nazionale organizzata dall’Unione Superiore Maggiori d’Italia (Usmi) 8 febbraio, Verona: al Tempio Votivo e in zona stazione, fiaccole accese alla presenza del Vescovo di Verona Mons. Giuseppe Zenti e del Vescovo di Vicenza Mons. Beniamino Pizziol. Serata di preghiera realizzata con la collaborazione della Pastorale giovanile veronese e delle Suore canossiane del cui ordine suor Bakita faceva parte. Scarica la locandina. 13 febbraio, Ferrara: Chiesa di S.Agostino, ore 21, momento di preghiera aperta a tutti, insieme ai volontari dell’Unità di strada prima dell’incontro con le vittime di tratta. 18 febbraio, Modena: Tempio dei Caduti, ore 21, momento di preghiera aperta a tutti, insieme ai volontari dell’Unità di strada prima dell’incontro con le vittime di tratta. 26 febbraio, Roma: seconda edizione della Via Crucis per le donne vittime di sfruttamento sessuale, che percorrerà le strade centrali della capitale. Nella scorsa edizione avevano partecipato più di 5.000 persone tra cui numerose personalità di spicco della società e della politica; anche quest’anno parteciperanno illustre personalità nazionali.  
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25/01/2016
Testimonianza dalla Russia
Astrakhan,14 gennaio. Il tempo e' pietoso: cielo plumbeo, nebbia, umidita', un paio di gradi sopra lo zero, dopo essere quasi arrivati a meno venti giusto una settimana fa, la neve che ormai si sta sciogliendo, fango, ghiaccio e acqua dappertutto. Una desolazione visiva ed emotiva. Sto facendo il giro in strada ad incontrare i senza fissa dimora. Passo un incrocio, con la coda dell'occhio mi sembra di vedere qualcuno seduto su delle tubature, ma non ne sono completamente sicura. Accosto la macchina, prendo panini e thermos, torno indientro quei venti metri a piedi destreggiandomi tra le pozzanghere. Giro l'angolo e non mi ero sbagliata: eccolo seduto li', circondato da gatti randagi. Sembra un fantoccio, sporco, vestito di stracci, col volto ferito ed ancora imbrattato di sangue. Sembra uno spaventapasseri educato, seduto con le gambe penzoloni e gli scarponi logori. Sembra un'apparizione, sembra surreale, cosi fuori luogo. Invece e' reale, vivo, in carne anima ed ossa. Ha la barba lunga e grigiastra, due occhi celesti, lo sguardo sveglio: ci salutiamo, gli chiedo come si chiama, zio Sasha mi dice, zio Sasha? Potenza del nome! Lo riconosco, lo avevo gia' incontrato d'estate, poco distante da quel posto. Gli chiedo se per caso viene dalla regione di Krasnodar, se e' stato marinaio, gli si illuminano gli occhi, ma come fai a saperlo, ma ti ricordi che ti avevo spiegato che marinai si resta tutta la vita, si e' proprio lui. Ha le dita dei piedi amputate per il freddo, ecco ora mi ritorna alla mente la nostra chiacchierata, era venuto ad Astrakhan per lavoro e poi ha smarrito la via della vita... Sono due anni che dorme in strada. Vorrei lavarmi, mi dice, ho dei vestiti puliti qui nel sacchetto, vorrei anche farmi la barba, ma che senso ha? Poi tanto e' qui che torno. Ma dove dormivi quando faceva meno venti?Qui, i tubi sono bollenti, senti? Attorno ci sono resti di cibo, per questo i gatti gli stanno addosso. Uno addirittura e' comodamente accoccolato sulle sue gambe. Gli altri due fanno le fusa girovagandogli attorno. Sai che c'e' un dormitorio in citta'? E c'e' anche un piccolo centro statale di accoglienza per senza fissa dimora. Si mi ricordo che me lo avevi gia' detto, ci sono stato al centro di accoglienza, ma sono scappato da li'. Ma con l'inverno davanti? Perche' non ti lasciavano bere? No, perche' non danno da mangiare li.' E' un posto infernale. Meglio morire liberi cercandosi da soli da mangiare, che in gabbia affamati. Gia', e' proprio lo zio Sasha, mi ricordo che gia' la prima volta mi aveva colpito il suo linguaggio ricercato, fuori dal comune, senza volgarita'. La gente ci passa accanto sul marciapiede, qualcuno ci sfiora incuriosito con lo sguardo, ma tutti a distanza di sicurezza procedono per la loro strada. Dove sei stato tutto questo tempo? Sono mesi che non ti incontro. Alla fine dell'estate sono stato in ospedale, ho avuto male ai reni. Mi hanno buttato nell'ospedale per malati terminali di tbc, sotto il ponte vecchio, sai no? Ci mettono tutti assieme la', tanto una malattia vale l'altra. Sono scappato dopo neanche una settimana. Come ti dicevo, meglio morire liberi. Beh, sono contenta di vederti, prendi un po' di the caldo, e dei panini. Ti ringrazio, il the lo prendo solo perche' e' caldo, senno' di solito io non lo bevo..Eh immagino, dico io, che non sia tra le tue bevande abituali. Ci sorridiamo.. Poi succede una cosa allucinante. Una cosa che al momento mi ha lasciato senza parole. Parole che adesso vorrei aver detto...Una signora passa dietro di me sul marciapiede. La sento dire "Ah ma guarda quanto gattini belli..se ne sta seduto coi gatti". La sento fermarsi dietro di me, frugare nel sacchetto della spesa. No Signore dimmi che non sta per fare quello che penso...ma e' un attimo. Compare alla mia destra e si avvicina a Sasha, gli porge due bustine di carne per gatti, e gli dice "Tenga, dia da mangiare ai poveri micini stasera...hanno fame. Domani gliene porto ancora se faccio in tempo a passare". Mentre se ne va i nostri sguardi si incrociano, io devo avere la faccia sgomenta, mi muoiono in gola le parole che vorrei urlarle dietro. Un brivido mi percorre la schiena, non voglio sia vero cio' che ho appena visto e sentito. Mi sento male, saluto lo zio Sasha in fretta, gli dico che spero di rivederlo presto. Mi ringrazia e mi augura salute, anzi, che il buon Dio mi doni salute, come si dice sempre tra la gente di strada. Auguro di rimando a lui salute e fortuna. Me ne vado stralunata, con un groppo allo stomaco. In fondo lo zio Sasha non e' reale, e' solo uno spaventapasseri seduto sulle tubature che serve per dare dai mangiare ai poveri gatti randagi. Probabilmente me lo sono immaginata io, forse un po' suggestionata dal tempo atmosferico. Uno spaventapasseri-marinaio avvolto dal mare di nebbia che regna sugli animi di questa città-nave fantasma. Buon anno e buon viaggio, zio Sasha, di tutto cuore. Mirella, foto di G.T.
APG23
21/01/2016
La Comunità  Papa Giovanni XXIII aderisce al Family Day 2016
Ramonda: «Parteciperemo all’evento di piazza per dire un sì pieno alla vita e al dono della famiglia come pensata dal Creatore»   La Comunità Papa Giovanni XXIII aderisce al Family Day che si terrà a Roma il 30 gennaio. Lo ha reso noto il responsabile generale dell'associazione, Giovanni Ramonda, in una nota con cui invita i membri e le famiglie dell'associazione a «partecipare all’iniziativa di piazza, per dire un sì pieno alla vita e al dono della famiglia come pensata dal Creatore». Abbiamo scelto di aderire a questa manifestazione, spiega Ramonda, «per sostenere la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, quella prevista e tutelata dalla Costituzione Italiana, che non va confusa con altri tipi di unione». Vogliamo in particolare ribadire, prosegue la nota, «che il bisogno dei minori è di crescere con un papà ed una mamma per una sana identificazione psico-affettiva e relazionale, e che il mercato dell’utero in affitto è un abominevole delitto contro le donne più povere, che si vendono per pochi soldi».   #TROPPOLOGICO  
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14/01/2016
No a stepchild adoption e affido rafforzato
La Comunità Papa Giovanni XXIII esprime una posizione fortemente critica nei confronti del disegno di legge su “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze” la cui discussione al Senato è prevista per il 26 gennaio. In particolare per quanto riguarda la cosiddetta stepchild adoption. «Tutta la normativa che si è sviluppata in Italia a partire dalla legge n. 184 del 1983 sull'affido e l'adozione ha posto al centro il diritto del bambino a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, non quello degli adulti ad avere un figlio» dichiara Giovanni Ramonda, responsabile generale dell'associazione. «L'articolo 5 del ddl Cirinnà è invece chiaramente orientato ad assicurare un figlio alla coppia omosessuale, ma tutta la psicologia dell'età evolutiva dimostra che lo sviluppo armonico ha bisogno della presenza della figura paterna e materna, mentre non c'è alcun bisogno del minore di avere due padri o due madri. Inoltre è evidente che, non potendo la coppia omosessuale generare un figlio, questa scelta andrebbe a favorire la pratica dell'utero in affitto, che è una inaccettabile forma di sfruttamento della donna e va a pianificare la nascita di bambini orfani di madre». La Comunità Papa Giovanni XXIII rifiuta anche l'ipotesi attualmente in discussione a livello politico di risolvere il problema con una forma rafforzata di affido. «Una scelta di questo tipo andrebbe a snaturare questo strumento giuridico importantissimo che consente di dare ad ogni bambino una vera famiglia temporanea, in attesa che possa ritornare nella famiglia di origine o andare in adozione in una nuova famiglia – prosegue Ramonda –. Anche per l'affido va ribadito che è uno strumento per dare una famiglia ad un bambino, non un bambino ad una coppia senza figli». «Invitiamo i legislatori a concentrarsi sui diritti dei minori piuttosto che su quelli degli adulti – conclude Ramonda –. Dai dati disponibili risulta che in Italia due terzi dei minori da 0 a 2 anni con difficoltà familiari vengono collocati in comunità con operatori a turno, mentre ci sono tantissime famiglie disponibili. Questa è una vera emergenza sulla quale bisognerebbe intervenire, sostenendo reti di famiglie disponibili ad accogliere questi bambini e le vere comunità familiari che assicurano la presenza di una mamma e un papà».    
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