APG23
26/04/2017
Quali disagi e fatiche vivono i genitori nell’educare? Come ascoltare e dialogare con i bambini? La scuola può essere ancora un luogo di conoscenza, di stupore e curiosità? Si può instaurare un’alleanza educativa fra famiglia e scuola?
Tante sono le domande legate all’educazione, oggi che la società, la famiglia, la scuola ed i ragazzi sono profondamente cambiati. Per provare a rispondere, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza a Forlì una serie di incontri dal titolo “Educare, verbo delicato”.
Il primo appuntamento si è svolto il 20 aprile, in dialogo con Cristina Petit, appassionata maestra, scrittrice ed illustratrice bolognese.
Qui potete trovare il link per il video della serata dal titolo: "Come stanno i nostri figli" del 20 aprile scorso.
Un percorso nei modelli fuorvianti che la nostra società diffonde ed inculca nelle menti di genitori e bambini, arrivando ad esporre questi ultimi a veri e propri rischi per la crescita. Pubblicità sempre più intenta a trasformare i bambini in adulti in miniatura, videogiochi violenti, una scuola che spesso non sa cogliere i bisogni dei ragazzi e si limita a valutare le loro prestazioni piuttosto che accompagnarli, ascoltarli, incoraggiarli.
Prossimo appuntamento il 28 aprile, con Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena, Riziero Zucchi, Docente dell’Università di Torino, e Lubiano Montaguti, vicesindaco di Forlì con delega all’istruzione, si confronteranno su come educare all’ascolto e alla relazione.
Nell’ultimo incontro, l’11 maggio, Andrea Canevaro, professore emerito dell’Università di Bologna, Lucia Bolcato e Ferdinando Ciani della Comunità Papa Giovanni XXIII si confronteranno sulla scuola delle belle passioni e della gratuità: in particolare verrà presentata l’esperienza - vissuta da diversi anni - della Pedagogia del Gratuito: un nuovo modo di vedere e pensare alla scuola, elaborato negli anni Novanta da don Oreste Benzi che ha come centro la persona in tutte le sue dimensioni, compresa quella spirituale.
Su di essa, Lubiano Montaguti, afferma: «La pedagogia del gratuito è una pregevole testimonianza di scuola inclusiva fondata sulla fiducia e sull’ascolto, sulla cooperazione e sulle relazioni umane, senza confini. Verrà introdotta una pedagogia del cuore, fondata sui quattro pilastri dell’educazione: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme, imparare ad essere».
APG23
24/04/2017
Dal 4 al 6 aprile si è tenuto a Santiago in Cile il 2º Incontro Latinoamericano delle Comunità Terapeutiche della Comunità Papa Giovanni XXIII, al quale hanno partecipato membri e operatori provenienti da Bolivia, Argentina, Brasile e Cile. Erano presenti anche alcuni membri di Comunità arrivati dall’Italia. Il 1º incontro si era tenuto circa 6 anni fa in Bolivia e da tempo si sentiva la necessità di incontrarsi nuovamente, per verificare il cammino fatto e tracciare alcune linee guida, soprattutto nell’ambito educativo che si rivolge alle persone con problemi di dipendenza.
Lunedì 3 sono arrivati dall’Italia, dall’Argentina e dal Brasile i primi partecipanti, che sono stati accompagnati a visitare le diverse strutture di condivisione che si trovano nel comune di Peñalolen (alla periferia di Santiago) luogo dove si è tenuto l’incontro.
Il 4 aprile Giovanni Salina animatore generale dell’ambito Dipendenze della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha aperto l’incontro con una breve riflessione sul metodo specifico che utilizza la Comunità Papa Giovanni XXIII per liberare le persone schiave di una dipendenza (che può essere da droghe, da alcol, da gioco, ecc.). Di seguito c'è stata la presentazione delle Comunità Terapeutiche (CT) presenti in Brasile e in Bolivia. La giornata si è conclusa con la Eucarestia, presieduta da don Alessandro Fiorina (Bolivia), aperta a tutti e alla quale hanno partecipato i ragazzi della CT.
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Il secondo giorno, 5 aprile, Primo Lazzari, vice presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, nel suo intervento ha spiegato il concetto di educatore, partendo da uno sguardo attento alla vita del nostro fondatore don Oreste Benzi. L’incontro è proseguito con la presentazione della CT dell’Argentina e la CT del Cile.
Il terzo giorno, 6 aprile, è stato caratterizzato da un dialogo tra tutti gli educatori delle CT dei Paesi presenti, per analizzare situazioni comuni e differenze nei vari cammini terapeutici delle persone accolte, e per approfondire il ruolo dei collaboratori esterni e dei membri di Comunità presenti nelle strutture. Nel pomeriggio tutto il gruppo si è recato nel comune di Pirque, per visitare il terreno che la Diocesi di San Bernardo sta dando in accomodato, affinché si apra in un futuro prossimo una nuova struttura che si chiamerà Villa de la Resurrección. Siamo stati accolti dal vescovo mons. Juan Ignacio Gonzalez, che ha concelebrato la Eucarestia insieme a don Alessandro. In questa occasione si è voluto festeggiare anche la conclusione del programma terapeutico di tre giovani accolti nella CT a Santiago, che hanno ricevuto regali e abbondanti benedizioni dal vescovo e da don Alessandro.
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Al termine di questi giorni trascorsi insieme, una proposta comune è quella di consolidare questa prassi e ripetere questa esperienza tra 2 anni. Sono state giornate intense in cui abbiamo reso concreta la fraternità pregando insieme, condividendo le esperienze positive e anche quelle faticose, nella gioia di vivere la stessa vocazione a fianco dei più emarginati.
Vai al resoconto completo dell'incontro delle Comunità Terapeutiche in America Latina.
APG23
24/04/2017
Sono aperte le iscrizioni per il secondo Corso Missioni dell’anno che si terrà dal 19 al 21 maggio 2017. Tre giorni intensi per capire se è il momento giusto per un’esperienza in una delle missioni della Comunità Papa Giovanni XXIII. La sede del corso sarà l’Hotel Royal a Cattolica (RN). Molto interessanti i temi trattati, anche per chi volesse conoscere meglio le attività della Comunità di don Benzi:
Andare oltre l’assistenza: l’importanza della rimozione delle cause che creano ingiustizia
Missionario oltre le sbarre
Quando il mondo bussa alla nostra porta: il fenomeno immigrazione
Perché partire? Per chi partire? Aspettative e motivazioni del volontariato in missione
Servizio Civile all’estero e Corpo civile di Pace
E per stuzzicare l’attenzione, ecco la testimonianza di un partecipante ad un precedente Corso Missione:
«Sono Giacomo, ho 19 anni e ho appena terminato le scuole superiori. Una forte indecisione sul mio futuro e un grande amore per la condivisione con le persone che popolano il nostro mondo mi hanno spinto a fermarmi 6 mesi per dedicarmi a qualcuno che non è stato fortunato quanto me.
Così ho conosciuto per caso la Comunità Papa Giovanni XXIII e ho partecipato al Corso Missioni, che mi ha lasciato forti emozioni e spunti di riflessione! Dopo due mesi sono partito per il Kenya, nella periferia di Nairobi in un Centro che ospita ragazzi di strada. La maggior parte di loro ha un passato molto pesante e difficile ma qui nel centro possono sicuramente sentirsi in una famiglia. Alla mattina i ragazzi vanno a scuola e io cerco di rendermi utile nella miglior gestione del Centro. Quando tornano i ragazzi arriva il momento migliore: si vive con loro. Dalle più emozionanti partite di calcio o basket a semplici momenti di condivisione anche nella fatica dei lavori da svolgere insieme. Il Centro è a qualche centinaio di metri dalla baraccopoli di Soweto, un ambiente molto duro e degradato che mi ha fatto però render conto di cosa è veramente prezioso nella vita di un uomo. Sono molto soddisfatto dell'esperienza che sto vivendo; nella semplicità della condivisione con le persone più sfortunate ho scoperto un pezzetto di mondo e ampliato i miei orizzonti».
Allora che aspetti? Informati e iscriviti subito!
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21/04/2017
È comune, quando si parla di detenuti, pensare subito a gente pericolosa, che va richiusa in carcere, buttando via la chiave, convinti che il problema si risolva così. Invece don Benzi amava ripetere: «L’uomo non è il suo errore» e per il 9° anno consecutivo è stato organizzato un pellegrinaggio tutto speciale: il 22 aprile sarà un’occasione per camminare insieme ad alcuni dei detenuti accolti nel CEC (Comunità Educante per Carcerati) e conoscerli di persona.
«Chi partecipa arriva alla meta totalmente diverso nel pensiero e nelle opinioni. È proprio vero che la conoscenza fa la differenza», dice Matteo Giordani, che da 5 anni lavora come operatore nella Casa Madre del Perdono, uno dei 5 CEC gestiti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
«La società, senza saperlo, alimenta nuovi crimini», afferma con forza Giorgio Pieri, coordinatore del progetto CEC, «i reati più gravi non sono fatti da persone incensurate, ma da chi è stato in carcere 2, 3 o più volte, perché non è un ambiente educativo. Il progetto CEC è un’esperienza unica in Italia, dove dei detenuti comuni seguono un progetto educativo specifico all’esterno del carcere. Chiaramente il carcere è necessario per alcuni, ma per 20mila detenuti ci potrebbe essere una soluzione alternativa. Già da domani, se lo Stato fosse disposto a pagare 30 euro al giorno per ogni detenuto (invece che circa 200 €, che è il costo di un detenuto in carcere) ci sarebbero delle realtà pronte ad accoglierli tutti».
Il titolo del pellegrinaggio di quest’anno è “Don Oreste… cammina con me” e durante l’itinerario, che parte dalla tomba di don Benzi nel cimitero di Rimini e termina nel Carcere cittadino, verranno proposte alcune riflessioni del sacerdote fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII.
APG23
21/04/2017
L'approvazione della legge sul Biotestamento suscita l'amarezza di chi condivide la propria vita, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con disabili gravi o persone non autosufficienti. Ecco la dichiarazione di Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito all’approvazione da parte della Camera: «È un primo passo verso l'eutanasia. Non aumenta la libertà dei pazienti, ma di coloro che intendono disfarsene. Non è libero chi nella disperazione e nella solitudine rinuncia alla vita, origine e fine di ogni libertà. Non è libero chi viene lasciato morire di fame e di sete, neppure su sua disposizione. Da 50 anni come Comunità Papa Giovanni XXIII scegliamo di condividere la vita con gli ultimi di questa società, spesso minori o incapaci, con tutori che in molti casi non li hanno mai incontrati. A nome di ognuno di loro chiediamo di poter vivere».
APG23
20/04/2017
Dal 9 aprile fino al 1 maggio, in Galleria Peschiera a Cesena (FC) sarà visitabile “aCasa”, la Mostra organizzata dal Centro Diurno socio-riabilitativo Don Oreste Benzi di San Tomaso (FC), gestito dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. La mostra ricostruisce i diversi spazi di convivialità della casa e nasce dal bisogno di comunicare l'importanza della casa come luogo privilegiato dell’accoglienza e della condivisione da parte degli artisti.
Abbiamo rivolto alcune domande a Flora Amaduzzi, responsabile del Centro Diurno Don Oreste Benzi e ideatrice della mostra:
Perché è importante organizzare queste mostre con le creazioni dei vostri ragazzi?
«È il modo estremamente originale che noi del centro Diurno Don Oreste Benzi abbiamo di vivere la “rimozione delle cause che creano emarginazione”, come diceva sempre don Oreste. La Mostra è una sfida e insieme una grande occasione, un momento didattico e culturale, di educazione alla diversità, alla convivenza, all’accoglienza, alla pace. È uno stimolo alla curiosità per l’arte, nella profonda convinzione che la bellezza artistica sia fonte di una nuova cultura del rispetto della diversità, del dialogo e dell’incontro».
Nel Centro Diurno l'arte è un linguaggio importante, perché?
«Per noi l’arte è un linguaggio veramente speciale e alla portata di tutti perché permette di esprimere e comunicare attraverso i colori, le forme e la scelta dei vari materiali i diversi stati d’animo. È necessario poter esprimere rabbia o dolore o gioia, entusiasmo ma anche paura e per chi non ha dimestichezza con le parole, l’arte diventa un linguaggio universale comprensibile da tutti, perché usa simboli e codici condivisibili da tutti».
Il titolo della Mostra è "aCasa", però fa parte della 9a edizione di "diversaMENTE ABILI", spiegaci meglio il contesto in cui è inserito tutto ciò.
«Ogni mostra “diversa MENTE ABILI” ha un tema e quella di quest’anno è “aCasa”, per ricordare il nostro fondatore don Oreste Benzi. Siamo alla 9ª edizione della Mostra chiamata “diversaMENTE ABILI”, in verità di mostre ne abbiamo fatte molte più di 9, ma solo 9 con questo nome. Si svolge ogni anno e nei primi anni l’esposizione era nella galleria comunale dove c’era molta visibilità, poi la galleria non era più disponibile e allora abbiamo cercato altrove. Non è facile trovare una galleria disponibile ad ospitare i nostri lavori. Per entrare in questa abbiamo partecipato ad un bando di concorso comunale e siamo rientrati tra i prescelti. Ogni mercoledì mattina siamo presenti in mostra con un laboratorio dal vivo per incontrare scolaresche o altri Centri Diurni che desiderano conoscerci e lavorare con noi».
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L'esposizione si apre con una grande installazione intitolata “Aggiungi un posto a tavola”, che consiste in un ampio mosaico di sgabelli in legno dipinti a mano. Lo sgabello rappresenta simbolicamente l’opportunità e la scelta di fermarsi, sedersi, occupare un posto, essere se stessi; rappresenta l'unicità dell'individuo nella sua globale convivenza. Indica che in una casa c’è sempre un posto disponibile per l’ultimo arrivato anche se improvviso e inatteso.
Il messaggio è chiaro: c’è un posto anche per te!
APG23
16/04/2017
La Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi – organizzazione internazionale presente in Toscana con diverse strutture di accoglienza e condivisione – è promotrice, in collaborazione con l’associazione Run X You, società sportiva U. S. Nave e del Comune di Firenze di una corsa podistica a staffetta di 120 km su strade urbane ed extraurbane con partenza dal centro di Firenze e arrivo a Viareggio passando per Campi Bisenzio, Agliana, Montecatini Terme, Altopascio, Lucca, Vecchiano. L’evento, dal titolo “Un’altra strada è possibile” ha l’obiettivo di sensibilizzare alla tratta degli esseri umani nel suo aspetto più evidente, la prostituzione. Alcune delle strade percorse sono luoghi di prostituzione.
In Italia si stima che siano tra le 75.000 e 120.000 le vittime della prostituzione. Il 65% è in strada, il 37% è minorenne, tra i 13 e i 17 anni. La tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale hanno come cause profonde la diseguaglianza tra uomini e donne e la povertà, aggravate dalle disparità etniche e da altre ingiustizie come i conflitti armati. Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli.
Da anni la Papa Giovanni XXIII si batte per la liberazione delle giovani donne vittime della tratta, con numerose unità di strada che escono ogni sera, in tutte le regioni italiane. E’ in strada che si crea una relazione di fiducia, da qui chi vuole uscire viene accolto nelle case, in regime di protezione. Attualmente sono 340 le ragazze ospiti della Comunità, che in 25 anni ha liberato più di 7000 donne.
AGGIORNAMENTO - 14/05/2016
La staffetta parte da Firenze, in Piazza della Repubblica, alle ore 18.00 di venerdì 13 maggio 2016.
Oltre alle istituzioni ci saranno anche alcuni testimonial del mondo sportivo, per sostenere e condividere la finalità dell’iniziativa:
- Nicolò Beni, tra i migliori delfinisti italiani di sempre, è stato specialista dei 200 metri farfalla e dei 50 metri dorso.
- Umberto Panerai, uno dei più grandi portieri pallanuotisti italiani, vincitore di una medaglia d'argento olimpica, è stato preparatore atletico del team di Luna Rossa.
- Fulvio Massini, maratoneta, allenatore, autore di diversi libri sul tema tra cui “Correre per stare bene”.
- Riccardo Vannini, pallanuotista, allenatore della Rari Nantes Florentia.
- Gianni de Magistris, nuotatore, pallanuotista, medaglia d’argento olimpica.
- Allegra Lapi, nazionale italiana di pallanuoto. Vincitrice ai campionati europei di Eidhoven 2012
- Svetlana Koritova, pallavolista, medaglia d’oro olimpica,
- Carlotta Filardi, nuotatrice. Grazia alla sua lotta è stata promulgata la “legge Carlotta” che da diritto all’esenzione della reperibilità lavorativa in caso di malattie gravi.
Ad accogliere i partecipanti:
- Sara Funaro assessore al Welfare del Comune di Firenze
- Federico Gianassi assessore alla sicurezza urbana del Comune di Firenze
- Paolo Ramonda presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII,
- mons. Andrea Bellandi Vicario Generale della Diocesi di Firenze,
- Col. Marco Lorenzoni Arma dei Carabinieri,
- Caterina Biti presidente del Consiglio Comunale di Firenze,
- Nicola Armentano presidente commissione sociale e sanità del Comune di Firenze,
- Serena Perini presidente commissione diritti umani, immigrazione, pace, solidarietà, e pari opportunità del Comune di Firenze.
Per consentire la partecipazione più ampia possibile dei podisti e la tenuta del ritmo di quelli che effettueranno l’intero percorso o tratte più lunghe, in ciascuna tappa dovrà essere mantenuto un passo medio di 7:30 (min/km), corrispondente a 8 km/h.
La prima frazione di 5 km che da Piazza della Repubblica condurrà in Viale Guidoni fino all’impianto sportivo Paganelli sarà condotto invece a passo di cammino per consentire la partecipazione a tutti i cittadini.
All’arrivo, previsto per le ore 17.30 di sabato 14 maggio, dopo ben 23 ore di cammino, a Viareggio in Piazza Inigo Campioni, attenderanno la staffetta:
- mons. Italo Benvenuto Castellani Vescovo di Lucca
- Rossella Martina vicesindaco di Viareggio
- don Aldo Bonaiuto membro dell’associazione Papa Giovanni XXIII da sempre impegnato contro la tratta delle giovani donne
L’evento è possibile grazie al patrocinio e al sostegno del Comune di Firenze, la Regione Toscana, ConTratTo, Run Worldwide for life, Forum Toscano per le famiglie, Libera, Caritas arcidiocesi di Firenze, Agesci, Azione Cattolica, Movimento dei Focolari, Centro Diocesiano Migrantes Firenze, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira.
Sostieni la Comunità Papa Giovanni XXIII e aiutaci a liberare le ragazze schiavizzate.
Possiamo davvero mettere fine a questa moderna schiavitù.
APG23
12/04/2017
L’autrice ed illustratrice bolognese Cristina Petit il 20 aprile alle 20.45 sarà a Forlì, nell’auditorium CariRomagna di Via Flavio Biondo 16.
Metterà in guardia i genitori: «Quando vedete un bambino assorto nello strisciare con il dito il vetro di un tablet o di un telefonino ricordatevi che sta rinunciando al gioco libero, simbolico, di cui ha un gran bisogno per il proprio sviluppo. È ora di spegnere quegli schermi che tengono buoni i bambini». E incalzerà: «E quali sono i danni che può provocare nei bimbi la televisione accesa durante la colazione, prima di andare a scuola»?
Cristina Petit, autrice del libro Maestra Piccola, di libri educativi per bambini e di altri saggi sul tema, metterà in luce le fatiche ed i disagi che possono venire inconsapevolmente causati dai genitori nei propri figli; proporrà delle riflessioni educative partendo dall’ascolto e dal dialogo sui bisogni, sogni e desideri dei bambini.
L’evento aprirà la rassegna in tre appuntamenti Educare, verbo delicato, organizzati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII con il patrocinio della Diocesi di Forlì Bertinoro e l’adesione della Scuola Santa Dorotea, dell’Azione Cattolica diocesana, della cooperativa sociale Paolo Babini, di Agesc e di altre realtà del territorio.
«Il tema educativo deve essere al centro della riflessione comune — commenta Daniele Severi, responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII per la zona Romagna e moderatore delle serate —. In quest'epoca priva di punti di riferimento e certezze consolidate vogliamo aprire un confronto continuativo fra genitori, insegnanti e dirigenti, in vista di un nuovo modello di scuola».
Le serate successive del 28 aprile e dell’11 maggio vedranno la presenza, tra gli altri, di Mons. Erio Castelluci, arcivescovo di Modena; di Andrea Canevaro, pedagogista dell’Università di Bologna. Verrà presentata la proposta di un modello scolastico alternativo, la “pedagogia del gratuito”, elaborato negli anni Novanta da don Oreste Benzi e sperimentato già in varie classi di scuole statali e paritarie.
Lubiano Montaguti, vicesindaco di Forlì con delega all’istruzione, porterà il proprio contributo: «La pedagogia del gratuito è una pregevole testimonianza di scuola inclusiva fondata sulla fiducia e sull’ascolto, sulla cooperazione e sulle relazioni umane, senza confini. Verrà introdotta una pedagogia del cuore, fondata sui quattro pilastri dell’educazione: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme, imparare ad essere».
Per sperimentare nella pratica gli spunti forniti genitori e bimbi dai 6 ai 12 anni potranno cimentarsi nei sabati 22 aprile, 6, 13 e 20 maggio nei “laboratori delle belle passioni”, che si terranno dalle 16.30 nei locali della Scuola Santa Dorotea, in via dei Mille 1 a Forlì.
Per informazioni: 347.5881750
Scarica il volantino e le foto
APG23
07/04/2017
Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani sarà presente questa sera alla Via Crucis per le donne crocifisse. L'evento è organizzato a Roma dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno della tratta delle donne che vengono schiavizzate ai fini della prostituzione.
«Ringraziamo il Presidente per la sua partecipazione, la sua presenza è un grande sostegno alla nostra battaglia quotidiana per la liberazione delle donne e ragazzine vittime del racket. Rinnova la nostra speranza che in tutta Europa si possa porre fine a questo turpe mercato», commenta il Presidente della Comunità di Don Benzi Giovanni Paolo Ramonda .
Interventi e partenza del corteo questa sera alle ore 19:00 presso il Ponte Spizzichino, zona Garbatella. Sito evento: www.donnecrocifisse.it
APG23
05/04/2017
«Saluto la Comunità Papa Giovanni XXIII e, mentre esorto a continuare l'opera in favore di ragazze sottratte alla prostituzione, invito i romani a partecipare alla Via Crucis per le donne crocifisse che avrà luogo venerdì 7 aprile alla Garbatella». Queste le parole di Papa Francesco, stamane, nel corso dell'udienza generale in Piazza San Pietro. Per ascoltare il file audio di Radio Vaticana clicca qui (l'invito è al minuto 21:22)
La Via Crucis per le donne crocifisse, giunta alla 3° edizione, è un evento, organizzato dalla Comunità di don Benzi, nato per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo al dramma delle donne vittima di tratta, rese schiave per il racket della prostituzione.
SAVE THE DATE!
L'appuntamento è fissato per venerdì 7 Aprile alle ore 19:00 presso il Ponte Spizzichino, zona Garbatella, per la partenza della simbolica Via Crucis di solidarietà e preghiera.
«Siamo grati al Santo Padre per le sue parole di incoraggiamento e l'invito a partecipare alla Via Crucis per le donne crocifisse — commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII —. La Sua attenzione per questa piaga sociale ci incoraggia a proseguire con maggiore impegno la liberazione delle ragazze».
«Dinanzi al dramma della tratta e della prostituzione schiavizzata chiediamo alla società civile, alle istituzioni tutte, di unirsi a noi per la liberazione di tante giovanissime donne. Vengono violentate da coloro che pensano di avere il diritto di comprare il loro corpo di ragazze», spiega don Aldo Buonaiuto, ideatore e coordinatore dell'evento. «Il fenomeno della prostituzione di strada negli ultimi due anni è quadruplicato, anche a causa dei numerosi sbarchi — continua don Buonaiuto —. Lo Stato deve mettersi dalla parte di chi vuole liberare le donne schiavizzate e non da parte di chi le assoggetta, sfrutta e guadagna sui loro corpi».
Oggi esce anche il libro-inchiesta Non siamo in vendita, scritto da Irene Ciambezi, che racconta la storia di tre ragazzine di 15, 17 e 13 anni. Storie partite da lontano ma finite accanto a noi. Ragazzine, quasi bambine, che vediamo lungo le strade delle nostre città, sfruttate da un mercato della prostituzione in cerca di vittime sempre più giovani. Accanto alle storie, l’autrice offre un’approfondita ricerca giornalistica che, collegando dati, documenti e testimonianze dirette, spiega come avviene questo traffico di adolescenti, dalla partenza in Nigeria al passaggio in Libia, alla traversata del Mediterraneo, allo sfruttamento da parte di trafficanti e clienti. E offre una via d’uscita per spezzare questa catena.
Per fermare la spirale di sfruttamento di tante ragazzine e donne, puoi aderire anche tu alla Campagna Questo è il mio Corpo.
APG23
05/04/2017
«Saluto la Comunità Papa Giovanni XXIII e, mentre esorto a continuare l’opera in favore di ragazze sottratte alla prostituzione, invito i romani a partecipare alla Via Crucis per le donne crocifisse che avrà luogo venerdì 7 aprile alla Garbatella». Queste le parole di Papa Francesco, stamane, nel corso dell'udienza generale in Piazza San Pietro.
La Via Crucis per le donne crocifisse, giunta alla 3° edizione, è un evento, organizzato dalla Comunità di don Benzi, nato per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo al dramma delle donne vittima di tratta, rese schiave per il racket della prostituzione.
«Siamo grati al Santo Padre per le sue parole di incoraggiamento e l'invito a partecipare alla Via Crucis per le donne crocifisse — commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII —. La Sua attenzione per questa piaga sociale ci incoraggia a proseguire con maggiore impegno la liberazione delle ragazze».
«Dinanzi al dramma della tratta e della prostituzione schiavizzata chiediamo alla società civile, alle istituzioni tutte, di unirsi a noi per la liberazione di tante giovanissime donne. Vengono violentate da coloro che pensano di avere il diritto di comprare il loro corpo», spiega don Aldo Buonaiuto, ideatore e coordinatore dell'evento. «Il fenomeno della prostituzione di strada negli ultimi due anni è quadruplicato, anche a causa dei numerosi sbarchi — continua don Buonaiuto —. Lo Stato deve mettersi dalla parte di chi vuole liberare le donne schiavizzate e non da parte di chi le assoggetta, sfrutta e guadagna sui loro corpi».
L'appuntamento è fissato per venerdì 7 Aprile alle ore 19:00 presso il Ponte Spizzichino, zona Garbatella, per la partenza della simbolica Via Crucis di solidarietà e preghiera.
L'evento è patrocinato da molte realtà istituzionali, civili, associazioni religiose e vedrà la straordinaria presenza delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, delle Fiamme Gialle, delle donne dell'Arma dei Carabinieri, della Gendarmeria Vaticana e dalle donne della Polizia Municipale. Insieme porteranno la Croce. Saranno anche presenti, portando la Croce, magistrati di Roma, il Ministro degli Esteri Angelino Alfano ed altre autorità.
Sito dell'evento: Per le donne crocifisse dalla prostituzione
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04/04/2017
Tutti presenti alla S. Messa con Papa Francesco a Carpi (MO) che, a sorpresa un mese fa circa, ha risposto all'invito del vescovo mons. Francesco Cavina a fare visita alle comunità colpite dal sisma nel quinto anniversario da quel 20 e 29 maggio 2012 che scosse le province emiliane di Modena, Bologna e Ferrara.
C’era la Casa Famiglia di Mirandola dei coniugi Vignato con figli naturali e accolti disabili al completo, struttura inaugurata nel 2014. C’erano i membri della Comunità di don Benzi di Carpi, Sant'Antonio in Mercadello e San Martin Carano con le persone fragili di diverse nazionalità con cui condividono la vita 24 ore su 24. C’era anche un gruppo di disabili adulti dell'area terremotata che frequentano le attività della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Un’emozione intensa sentire le parole del Papa, ricordare a chi è stato scosso dalla calamità naturale imprevista e imprevedibile di cinque anni fa, sia davanti al Duomo di Carpi che davanti a quello ancora inagibile di Mirandola «Siete un esempio di coraggio. C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi come voi solleva e macerie e ricostruisce... Il cuore di Dio è lontano dal male ma vicino a chi soffre. Lui non fa sparire il male magicamente ma lo porta su di sé e compatisce».
#FOTOGALLERY:papacarpi#
E così è stato allora come oggi per chi appartiene alla Comunità che ha come specifico quello di prendersi cura dei più vulnerabili, e portare la loro croce sulle proprie spalle, sia accogliendo chi non aveva più la casa sia sostenendo le persone che vivevano situazioni di disagio, in stretta collaborazione con le comunità parrocchiali.
Il Papa ha manifestato chiaramente il suo affetto verso tutti e in particolare verso Etta, 17 anni che vive in Casa Famiglia a Cento. Era al settimo cielo quando, finita la celebrazione eucaristica a Carpi nel fuori programma a piedi, il Pontefice si è avvicinato alla sua carrozzina per la quarta volta e ha ricevuto un suo bacio. Nella folla tra i malati e i disabili c'era anche Bain Shibu, bengalese, che ha ricordato con la sua mamma Sara quanto sia urgente che l'abbraccio del Papa arrivi anche in quella terra dove la Comunità Papa Giovanni XXIII è presente dal 1999. L'abbraccio del Papa l'ha ricevuto anche Cristian, giovane disabile che frequenta la Comunità di don Benzi a Mirandola, il cui fratello ventiquattrenne è morto sotto le macerie mentre era a lavoro. Una particolare benedizione l'ha ricevuta anche S. 17 anni, vittima di tratta accolta nella Diocesi, presente all'offertorio durante la S. Messa a Carpi e che gli ha rivolto queste parole: «Grazie Papa per quel che fai per me e per le mie "sorelle" che soffrono in strada. Per favore, ferma gli uomini che usano il nostro corpo!». E il Papa a lei: «Continuerò a sostenervi con tutto il mio affetto!».