APG23
12/10/2017
«Ringraziamo Papa Francesco per aver ribadito la dignità della vita umana, sempre. Don Benzi usava dire “L'uomo non è il suo errore”. Noi siamo contrari non solo alla pena di morte, ma anche all'ergastolo. Perché significa negare alla persona ogni speranza. Invece è necessario fornire sempre un'opportunità alla persone di riparare al danno commesso e di cambiare vita. La vera giustizia non è vendetta».
Questo il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, alle dichiarazioni di Papa Francesco contro la pena capitale.
«Nelle nostre comunità per carcerati non incontriamo gli errori, ma persone che hanno commesso errori. Per chi esce dal carcere – ricorda Ramonda – la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è purtroppo molto alta: tra il 75 e l'80% dei casi. Invece nelle nostre comunità, dove i detenuti fanno esperienza di servizio ai più deboli, i casi di recidiva sono appena il 10%».
La Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce in Italia 5 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l'accoglienza di carcerati che scontano la pena. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 61 detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 565 persone. Nel solo 2016 le giornate di presenza sono state 12.199.
APG23
11/10/2017
«I dati diffusi oggi dall'ISTAT sono preoccupanti: si stima che il giro d'affari della prostituzione sia pari a 3,6 miliardi di euro (poco meno del 25% dell'insieme delle attività illegali)» commenta Giovanni Paolo Ramonda , Presidente di Apg23, l'associazione, fondata da Don Oreste Benzi, che da sempre combatte contro la cultura della prostituzione.
«Questo dato dimostra come quella del racket della prostituzione sia una delle principali emergenze sociali e criminali. - prosegue Ramonda - Un giro d'affare enorme che presuppone la riduzione in schiavitù di centomila ragazze, spesso minorenni. Chiediamo al Parlamento ed al Governo un atto di coraggio: occorre una legge per fermare questa moderna forma si schiavitù».
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo , campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle persone che si prostituiscono.
APG23
11/10/2017
il 12 ottobre 2017 nella sala stampa della Camera dei Deputati si è tenuta una conferenza stampa di sostegno alla Comunidad de Paz de San José de Apartadó, organizzata con l'Onorevole Giovanna Martelli.
La Comunità di Pace dal 1997 si è dichiarata neutrale rispetto al conflitto armato che sta spremendo la Colombia, e ha pagato questo cammino nonviolento subendo l'uccisione di 300 suoi membri. Il timore è che l'acuirsi della tensione possa portare all'espulsione dal paese degli attivisti per i diritti umani stranieri presenti nell'area e che gli accordi di pace possano celare in realtà la spartizione dello sfruttamento del territorio.
La Comunità si trova nella sottoregione di Urabà Antioquia al nord ovest della Colombia, al confine con Panama. Qui si incrociano forti interessi economici, legati allo sfruttamento delle miniere di carbone e del legno, che in questa zona eÌ€ molto pregiato e se ne trova in grande quantitaÌ€.
Nonostante questo la Comunidad si è dichiarata Comunità di Pace nel 1997, decisa a far rispettare il suo status di popolazione civile che rifiuta di essere coinvolta nel conflitto, assumendosi questi impegni fondanti:
Non partecipare alla guerra in modo diretto o indiretto;
Non portare neÌ detenere armi;
Non dare appoggio e informazioni alle parti in conflitto;
Denunciare tutte le violazioni e aggressioni subite da qualsiasi parte in conflitto;
Non coltivare coca;
Impegnarsi a partecipare nel lavoro comunitario;
Combattere l’ingiustizia e l’impunitaÌ€;
Non accettare risarcimenti di riparazione per le vittime senza giustizia.
In queste settimane la Comunidad de Paz de San José ha subito numerosi attacchi da parte di gruppi neo paramilitari. Vista la delicata fase di transizione che attraversa la Colombia dopo la firma dell'accordo di Pace tra il Governo Colombiano e la FARC, il sostegno della Comunità Internazionale alla Comunidad de Paz de San José de Apartadó è più che mai indispensabile.
Ecco perchè erano presenti alla conferenza stampa i volontari di Operazione Colomba, corpo di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, che dal 2009 realizza un progetto nonviolento di protezione della popolazione civile, all'interno della Comunità di Pace di San José de Apartadò. Più volte i volontari hanno segnalato minacce da parte di gruppi paramilitari ai danni di civili inermi.
Sostegno da Montecitorio alla Comunità di Pace di San José de Apartadò
Ecco i racconti del 12 ottobre raccolti nella sala stampa della Camera: lo scorso agosto l'On. Martelli assieme all'On. Umberto D'Ottavio e ad altri parlamentari italiani del gruppo interparlamentare Italia-Colombia, avevano incontrato nella sede dell'Ambasciata italiana a Bogotà, accompagnato dai volontari di Operazione Colomba, Gildardo Tuberquia, membro del consiglio interno della Comunità di Pace e leader gravemente minacciato di morte. Da quell'incontro, “il più emozionante tra gli incontri fatti” secondo l'On. D'Ottavio, il gruppo si era impegnato a dare seguito alle richieste della Comunità di Pace in merito al non abbassare l'attenzione su quanto sta avvenendo in Colombia in questa delicatissima fase post Accordi di Pace.
La richiesta di Gildardo, giunta dopo avere raccontato l'eroica resistenza della Comunità di Pace e la loro intenzione di continuare nella costruzione di un mondo differente, ha toccato profondamente la delegazione italiana e non è caduta nel vuoto. Per di più, in un momento di grande preoccupazione anche per i volontari di Operazione Colomba, impegnati nell’accompagnare Gildardo e gli altri leader della Comunità di Pace nei loro spostamenti quotidiani, resi rischiosi a causa della presenza sempre più costante di gruppi neo paramilitari ascrivibili alle AGC (Autodefensas Gaetanistas de Colombia) che minacciano, mettendone a rischio la vita, tutti coloro che incarnano i valori di verità e di giustizia che dovrebbero essere alla base della costruzione di una pace vera e stabile.
L'on. Martelli alla Camera dei Deputati sull situazione della Comunidad de Paz di San José de Apartadò
Secondo l'On. Martelli: “La Comunità di Pace è un esempio da seguire, dimostra che è possibile costruire un altro tipo di società, ed è attraverso quel tipo di costruzione di società che si agisce sulle cause strutturali dei conflitti”. Per queste ragioni è importante dare voce alla Comunità di Pace di San José de Apartadò, ma soprattutto che ognuno, nel suo piccolo, possa sostenere questa Comunità che è un esempio, puro, di resistenza nonviolenta e di costruzione di una nuova umanità e di una nuova forma di società.
Inoltre come sottolineato durante la conferenza stampa dall'On. D'Ottavio: “E' evidente che senza una attenzione internazionale forte l'Accordo di Pace non può procedere. Gli ideali della Comunità di Pace sono quelli che dovrebbero essere alla base della coesistenza pacifica di tutta la Colombia, per questo vogliamo richiamare l'attenzione della stampa e continuare tutti i giorni a essere presenti al fianco delle nostre organizzazioni che, come Operazione Colomba, compiono azioni concrete. E' importante che le nostre associazioni e ong siano lì presenti con il nostro sostegno politico e ideale come stiamo facendo oggi. E' bene che l'Italia faccia la sua parte per aiutare il processo di Pace, non dobbiamo mollare su questo”.
Per questo impegno e sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó e al lavoro di Operazione Colomba ringraziamo l'On. Martelli e l’On. D’Ottavio; e assieme a loro gli amici della Rete italiana di solidarietà Colombia Vive!, anch'essi presenti alla Conferenza stampa, che da anni supportano con le loro azioni e la loro passione la resistenza nonviolenta della Comunità di Pace.
Violenza in Colombia ai danni di popolazione e dei difensori dei diritti umani
Il corpo di pace di Operazione Colomba ha espresso a più riprese la sua preoccupazione per il dilagare della violenza. Alessandra Zaghini, coordinatrice del progetto l'ha espresso in un'intervista all'agenzia AciStampa: «I gruppi armati non sono, come li descrive il Governo, semplici criminali legati al narcotraffico, ma veri e propri eserciti che obbligano la popolazione alla coltivazione della coca e che intervengono nella compra vendita dei terreni».
Il diritto alla terra è uno dei problemi maggiori da affrontare.
Ad inizio anno decine di contadini ed attivisti avevano occupato pacificamente per qualche tempo la sede del ministero degli interni di Bogotà: denunciavano i «120 difensori dei diritti umani e leader sociali, in maggioranza donne, assassinati negli ultimi 14 mesi».
Concordano le fonti che denunciano il perdurare della situazione di tensione:
Almeno 127 omicidi di leader sociali ed attivisti si sono contati nel 2016 secondo le Nazioni Unite ; e la mattanza è proseguita nel 2017: in Parlamento Angela Robledo, rappresentante alla Camera della Colombia per il partito Alianza Verde ha denunciato a marzo di quest'anno: «22 leader della società civile sociali sono stati assassinati in questi 3 mesi». Alessandra Zaghini nell'intervista cita i dati del ‘Programa Somos Defensores’ che parla di 52 difensori dei diritti umani uccisi nei primi mesi del 2017.
E tutto questo nonostante gli accordi per la pace sottoscritti dal governo del presidente Juan Manuel Santos e le Farc il 25 agosto del 2016, in parte modificati dopo la bocciatura al referendum popolare del 2 ottobre 2016. Sono proseguite anche in parallelo le trattative del governo di Bogotà ed i vertici dei guerriglieri dell'Eln (Esercito di liberazione nazionale); il Presidente, insignito anche del Premio Nobel per la pace, ha difeso la portata del suo lavoro in una recente intervista su Avvenire.
Monica Puto, volontaria in Colombia, ha raccontato la sua esperienza in questa recente intervista radiofonica andata in onda su una radio locale.
Il viaggio di Papa Francesco in Colombia
Papa Francesco è stato in Colombia alcuni giorni ad inizio settembre 2017. La sua visita aveva creato attese da parte dell'80% dei cattolici del paese e da parte degli opinionisti interessati al processo di pacificazione del paese sudamericano.
La Rete Italiana Colombia Vive ha scritto il 18 luglio 2017 una lettera a Papa Francesco, denunciando: «La violenza paramilitare è ogni giorno più forte in Colombia ed il Governo non fa niente per fermarla». Nel documento intestato a Sua Santità spiega: «I gruppi paramilitari ed i suoi finanziatori stanno approfittando della smobilitazione della guerriglia delle Farc per controllare le zone rurali colombiane»; cita poi le parole del Vescovo della diocesi di Apartadò, sul cui territorio vi sono state anche ripetute incursioni di esponenti del gruppo paramilitare Agc (Autodefensas Gaetanistas de Colombia). Il Vescovo Monsignor Hugo Alberto Torres MariÌn a più riprese ha denunciato «la violenza paramilitare che tormenta la sua diocesi e la poca attenzione da parte dello Stato colombiano». La lettera al Papa termina con un appello: «Santo Padre, la preghiamo di incontrarsi con altre realtaÌ€ della Colombia, lontane e silenziate dalla versione ufficiale del governo e degli organi statali. In tal modo, conoscendo l'altra realtaÌ€ delle vittime, sia lei l'amplificatore del loro grido per la veritaÌ€, riparazione e non ripetizione. Le chiediamo che includa nella sua agenda contadini, indigeni, afrodiscendenti, difensori dei diritti umani che, da decenni, stanno rischiando la loro vita per costruire e conseguire una pace con giustizia sociale, stabile e duratura».
APG23
10/10/2017
Il 6 ottobre scorso, al Teatro degli Alemanni a Bologna, proprio nei pressi della neonata "Culla per la vita" inaugurata da mons. Zuppi, arcivescovo di Bologna, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha presentato il Report 2016 delle attività a sostegno della vita nascente e delle maternità difficili nella regione. Nel 2016 la Comunità Papa Giovanni XXIII in Emilia-Romagna ha seguito 124 donne, di cui 94 gestanti, riscontrando una significativa diminuzione delle donne incontrate rispetto agli anni precedenti (leggi anche il Report 2015), analogo a quello registrato a livello nazionale
«Per la nostra esperienza, tra i fattori responsabili di questo calo - ha spiegato Andrea Mazzi, Referente del Servizio Famiglia e Vita per la zona Emilia - ci sono la crescente diffusione delle pillole del giorno dopo e dei 5 giorni dopo, che possono portare ad un aborto prima ancora di socializzare la gravidanza, la preferenza data dalle aziende sanitarie all’utilizzo dell’aborto chimico (con RU 486) anziché chirurgico, per cui alla donna viene fatta fretta per non superare il 49° giorno, e quindi ha meno tempo per cercare alternative, infine la crescita delle difficoltà per chi vuole continuare una gravidanza indesiderata (ad es. maggiore lavoro a tempo determinato), che porta scoraggiamento».
Le pressioni sulle donne incinta sono dunque sempre presenti. Sono state rilevate nel 18% delle mamme indecise. Il principale responsabile continua ad essere il partner, che spesso ha un atteggiamento più negativo verso la nuova vita.
Numero verde per le mamme in difficoltà
Nel 2016 sono 21 le mamme accolte in famiglie aperte o case famiglia o altre realtà di accoglienza della Comunità di don Benzi. Il primo aiuto nella maggior parte dei casi è stato costituito da:
offerta di una relazione, di una presenza amicale che incoraggia ed aiuta ad uscire dalla solitudine dall'isolamento (29% delle donne), seguito da:
sostegno economico (20%)
aiuti materiali come pannolini, latte, corredino, carrozzine/passeggini, ecc. (16% dei casi).
Nonostante questo "calo" nelle richieste di aiuto, non sono diminuite le iniziative a favore della vita. Sono continuate infatti sia la Preghiera settimanale davanti agli ospedali Sant'Orsola a Bologna e Policlinico a Modena, sia le iniziative di sensibilizzazione presso i Consultori, le parrocchie, le scuole. In particolare la Fiaccolata per la vita nascente promossa annualmente lungo le vie del centro a Modena in primavera, ha visto la crescente adesione di associazioni cristiane e anche protestanti e ortodosse.
Inoltre, è stata segnalata una novità: proprio nel decennale della salita al cielo di don Oreste Benzi (2007 - 2107), è stato approvato dal Dipartimento per la gioventù e del Servizio civile nazionale il primo progetto di servizio civile della Comunità dedicato anche alle maternità difficili, con sede a Bologna, e tra qualche mese un primo giovane inizierà questo servizio. Un segnale importante, il servizio civile, che permette di dare attenzione ai più deboli, con lo stile della nonviolenza, e dimostrare che la Comunità Papa Giovanni XXIII resta sempre dalla parte dei bimbi nel grembo e delle mamme.
APG23
06/10/2017
«Ci congratuliamo per l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2017 alla Campagna Internazionale per il bando delle armi nucleari (Ican). Il pericolo nucleare è sempre in agguato. La possibilità che intere nazioni possano essere distrutte in pochi minuti è reale e presente. Stiamo assistendo tutti all'escalation nucleare. Inoltre oggi esiste il fondato pericolo che certe armi di distruzione possano finire in mano a gruppi terroristici senza scrupoli»
Questo il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di don Benzi, alla notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la Pace. «Anche la nostra Comunità ha contribuito, nel suo piccolo, a questo risultato. Apg23 aderisce infatti alla Rete Disarmo, la quale a sua volta aderisce alla Campagna Internazionale con diversi eventi sul territorio. Quest’estate a Cagliari è approdata una rappresentanza di Hibakusha, i sopravvissuti alla bomba di Hiroshima e Nagasaki per portare la loro testimonianza», precisa Ramonda dalla Sardegna dove si trova per l'inaugurazione di una nuova casa famiglia.
La Comunità Papa Giovanni XXIII opera nell'ambito del servizio civile, In Italia e all'estero, proponendo ai giovani una scelta di Pace. E' attiva inoltre nelle zone di conflitto con Operazione Colomba, corpo civile di pace.
APG23
06/10/2017
La Comunità Papa Giovanni XXIII aderisce alla manifestazione regionale "NO PFAS" che si svolgerà a Lonigo(VI) l'8 ottobre 2017 alle ore 10 nel Parco Ippodromo.
Nell'estate 2013 è emerso un inquinamento diffuso da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) in una vasta area della Regione Veneto.
La Comunità Papa Giovanni XXIII , fedele alla sua chiamata alla rimozione delle cause dell'ingiustizia e del malessere delle persone, sostiene i Comitati spontanei contro l'inquinamento da PFAS che si sono costituiti nelle Province di Vicenza, Verona, Padova.
Il corteo si snoderà verso la Centrale di potabilizzazione dell'acqua di Madonna di Lonigo, concludendosi con un momento di preghiera presso il Santuario Madonna dei miracoli di Lonigo, alla presenza del Vescovo di Vicenza Mons. Beniamino Pizziol.
APG23
06/10/2017
Il 31 ottobre 2017 Rimini diventerà la capitale della società civile cattolica. I presidenti di Agesci, Azione Cattolica, Comunità di Sant'Egidio, Rinnovamento nello Spirito, Forum Famiglie, chiamati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, dialogheranno sull'eredità spirituale lasciata da don Benzi alla società italiana e sulle sfide future.
“Una vita per amare” è il titolo del convegno che si terrà il prossimo 31 ottobre al Palacongressi di Rimini, in occasione degli eventi per decennale dalla morte di don Oreste Benzi.
Don Benzi ci lasciava il 2 novembre 2007, dopo una vita spesa con gli ultimi, senza risparmiarsi, una sete di carità e giustizia mai appagata. Come mai oggi la sua figura è ancora così attuale e rivoluzionaria? Le sue parole così vive? Si cercherà di rispondere a queste domande attraverso una giornata di testimonianze e riflessioni.
La sessione della mattina sarà dedicata ai giovani. Don Oreste iniziò la sua avventura con i giovani e a loro dedicò il suo ultimo intervento pubblico, alle “Settimane sociali dei cattolici” il 19 ottobre 2007. Saranno presenti in sala centinaia di studenti delle scuole superiori del riminese. Si alterneranno video e testimonianze di persone impegnate sul campo, in alcuni ambiti dove don Oreste ha portato la sua lotta contro l’ingiustizia: immigrazione, prostituzione e tratta di esseri umani, conflitti e pace, tossicodipendenza, difesa della vita, disabilità e integrazione.
A presentare la mattinata Marco Federici, con interventi del comico Paolo Cevoli, dell’attrice Beatrice Fazi, del giornalista Enzo Romeo e di Tonio dell’Olio di Libera.
Si riapre nel pomeriggio alle 15,30.
In assemblea, voci e testimonianze per conoscere il “prete dalla tonaca lisa”. Un confronto per capire meglio chi era don Benzi, condotto da Paola Saluzzi e con la partecipazione di Giovanni Paolo Ramonda, il viceministro degli esteri Mario Giro, Matteo Truffelli (Azione Cattolica), Salvatore Martinez (Rinnovamento dello Spirito), Gigi de Palo (Forum delle famiglie), Matteo Spanò (Agesci), Lucia Bellaspiga (Avvenire), Anna Maria Furlan (Cisl), Marco Impagliazzo (Comunità di sant’Egidio).
Dalle 16,25 l’evento verrà trasmesso in diretta su TV2000.
Alle 18,15 verrà celebrata la messa, presieduta dal Cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della CEI.
Alle 21 Lorena Bianchetti, giornalista Rai, introduce la proiezione del film “Borderlife”, uno spaccato di vita della Comunità Papa Giovanni XXIII nel mondo.
Nell’atrio del Palacongressi dalle ore 14 alle 15,30 verrà allestito il Villaggio don Oreste, uno spazio di animazione e incontro gestito dai Gruppi Giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII, con mostre fotografiche, performance artistiche e teatrali, presentazioni di libri.
Per info e per iscriversi www.donoreste.it
Biografia ed altri eventi: Don Oreste Benzi, eventi per il decennale dalla morte.
E’ possibile seguire la diretta streaming di tutto il convegno: https://goo.gl/FNP4Xy
Sulla pagina Facebook della Comunità Papa Giovanni XXIII si possono seguire gli aggiornamenti sul programma e sul convegno. Su Twitter #cimettolamiavita
Don Oreste Benzi: una vita per amare, il programma in dettaglio
Ore 8:00 – Accoglienza
Ore 9:00 “Il vento è favorevole”
Saluti di Giovanni Paolo Ramonda e delle istituzioni cittadine.
In dialogo con i giovani delle scuole superiori della provincia di Rimini.
Conduce Marco Federici con interventi di Paolo Cevoli, Beatrice Fazi, Vincenzo Romeo, Tonio Dell’Olio.
Ore 11:30 “Portami a casa”
Musica e teatro per raccontare don Oreste. A cura di Piccola Piazza d’Arti.
Ore 13:00 – Pranzo
Ore 14:00 – Apertura del “Villaggio di Don Oreste”
Spazio allestito nell’atrio del Palacongressi con info point, mostre fotografiche, laboratori, punti di ascolto, performance artistiche.
Ore 15:30 – 17:30 “La rivoluzione necessaria”
In assemblea, interventi e testimonianze sul messaggio vivo e attuale di don Benzi. Introduzione di Giovanni Paolo Ramonda.
dalle 16,25 in diretta su TV2000.
Conduce Paola Saluzzi. Introduzione di Giovanni Paolo Ramonda e interventi di Mario Giro, Matteo Truffelli, Salvatore Martinez, Gigi de Palo, Matteo Spanò, Lorena Bianchetti, Lucia Bellaspiga, Anna Maria Furlan, Marco Impagliazzo.
Ore 18:15 Celebrazione della Santa Messa presieduta da S. E. cardinal Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Ore 20:30 Adorazione e inizio della Notte di Don Oreste
Ore 21:00 Proiezione del film “Border life”, la Comunità Papa Giovanni in ventiquattr’ore
Ore 22:00 “La Notte di don Oreste”, si parte dall’ingresso del Palacongressi per le esperienze di condivisione in strada e nelle realtà di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXII
Scarica la locandina: convegno Don Oreste Benzi.
APG23
05/10/2017
La Corte di Cassazione ha confermato il riconoscimento della Comunità Papa Giovanni XXIII come parte civile lesa in un processo per tratta di esseri umani. Lo ha stabilito la sentenza n. 50066 del 4 ottobre 2017, nella quale l'Alta Corte conferma le sentenze di condanna dei gradi precedenti, come stabilito dalla Corte di Assise di Frosinone, e contestualmente riconosce la Comunità di don Benzi come parte civile nei processi per reati di tratta di esseri umani.
«E' una sentenza storica» commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente di Apg23 «Per la prima volta, con questa sentenza, definitiva, viene riconosciuto il ruolo fondamentale della Comunità Papa Giovanni XXIII nella lotta alla tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale in Italia. E' un implicito riconoscimento alla battaglia che ha combattuto il nostro fondatore, don Oreste Benzi, a partire dal 1990. Tra poche settimane ricorderemo i 10 anni della sua scomparsa. Questa sentenza ci incoraggia a continuare il lavoro iniziato dal nostro fondatore, fintanto che tutte le ragazze schiave del sesso non saranno liberate».
Don Oreste Benzi (1925-2007) è stato un presbitero italiano, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha speso la sua vita a favore degli ultimi. In occasione dei 10 anni della sua scomparsa, si terranno in tutta Italia numerosi eventi per ricordarlo, che culmineranno in un Convegno a Rimini il prossimo 31 Ottobre 2017. La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle persone che si prostituiscono.
APG23
04/10/2017
Nel suo viaggio apostolico in Romagna, Papa Francesco ha incontrato una casa famiglia che abita dentro il vescovado di Cesena. Ezio e Simona Nobili, già missionari in Spagna, vivono da qualche settimana in un appartamento al fianco del vescovo Regattieri.
Leggi l'intervista di Stefano Pasta ad Ezio e Simona su Famiglia Cristiana
Nell'incontro ad accompagnare la famiglia erano presenti anche il nostro presidente Giovanni Paolo Ramonda e Daniele Severi, responsabile Apg23 della zona Romagna. Un incontro breve, ma intenso. Ramonda ha donato al Papa un'immagine di don Oreste Benzi ed il libro “Io spreco zero”, un piccolo segno concreto sulla scia della sensibilità del Papa ai temi dell'ecologia umana.
C'è stato anche il tempo di un piccolo siparietto: uno dei bimbi aveva con sé una papalina e così l'ha scambiata con quella di Papa Francesco.
Guarda l'intervista di Nelson Bova su TGR RAI Emilia-Romagna (dal min. 13:46)
Anche a Bologna Papa Francesco ha incontrato la Comunità Papa Giovanni XXIII. Andrea Montuschi, responsabile della zona Emilia Apg23, ha accompagnato una rappresentanza della Comunità durante il pranzo con i poveri all'interno della Basilica di San Petronio. Ancora una volta Papa Francesco ha dimostrato una particolare vicinanza ai bambini, ai disabili, agli anziani. Nonostante le tante persone, il Pontefice ha voluto salutare uno ad uno tutti i piccoli. Brevi momenti, ma grande felicità. Grazie Papa Francesco!
APG23
04/10/2017
Dalla parte di mamme e bambini: verranno presentati i dati statistici 2016 sul tema della vita nascente e del sostegno alla maternità difficile raccolti Comunità Papa Giovanni XXIII.
Andrea Montuschi L'azione della Comunità a sostegno delle maternità difficili e per la rimozione delle cause che portano all'aborto, con focus sulle attività nella zona Emilia nel 2016
Enrico Masini Presentazione Report 2016 mamme incontrate – nazionale
Video testimonianza
Andrea Mazzi Riflessione sui dati regionali e sulla crescente diffusione dei metodi abortivi chimici.
Modera Irene Ciambezi, autrice del libro Quello che gli occhi non vedono .
APG23
29/09/2017
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aperto a Forlì una scuola con l'inizio del nuovo anno scolastico. Il progetto pedagogico, primo in Italia, sarà presentato sabato 30 settembre nel corso del convegno nazionale sulla Scuola del gratuito "Quando la classe genera vita", organizzato dall'associazione fondata da Don Benzi presso l’auditorium CariRomagna.
L’evento chiama a raccolta centinaia di insegnanti, dirigenti scolastici, educatori da tutta Italia per un confronto sul tema della “pedagogia del gratuito”, la proposta formativa elaborata dal sacerdote riminese di cui quest'anno ricorrono i 10 anni dalla scomparsa.
Ramonda (Apg23): “Progetto innovativo, il valore sociale di una scuola è incommensurabile”
«Le caratteristiche della “pedagogia del gratuito” sono la fiducia e la responsabilità, la motivazione a sviluppare i propri doni, la capacità di riflessione critica che genera libertà di scelta, il saper scegliere e lavorare insieme, la partecipazione e l’integrazione, l’aiuto reciproco, il riconoscimento e il rispetto del valore di ogni persona» spiega Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità di don Benzi. «Il valore sociale di una scuola è incommensurabile, perché essa genera persone nuove capaci di dar vita ad una società nuova, la società del gratuito, una società alternativa a quella del profitto»
L’evento si tiene all’Auditorium CariRomagna di Forlì, in via Flavio Biondo 16, sabato 30 settembre dalle 14 alle 21 e domenica 1 ottobre dalle 9 alle 13. Si alterneranno relazioni, gruppi di lavoro, approfondimenti.
Per approfondire: Scuola del gratuito, evento a Forlì
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APG23
26/09/2017
“Finché gli ultimi non saranno i primi ci troverete qui”, ed è proprio così. Anche quest’anno ci siamo ritrovati nelle piazze e nei sagrati d’Italia per mantenere, ancora una volta, quella promessa fatta 30 anni fa da don Oreste Benzi. In questi giorni abbiamo incontrato tantissime persone; abbiamo cercato di trasmettere il nostro impegno e la nostra gioia ma, soprattutto, di far capire quanto l’aiuto di tutti sia vitale per poter continuare ad aiutare decine di migliaia di persone. Un pasto al giorno è solo il primo passo, il punto di partenza per sfamare il corpo, il cuore e lo spirito.
In questi due giorni molte mani si sono tese per ringraziare, salutare, accogliere e donare il piccolo ma prezioso libro #IOSPRECOZERO. Abbiamo cercato di trasmettere quanto sia importante far tesoro di ogni momento della nostra vita, di ogni piccolo pezzo di pane, di ogni oggetto che, anche se usurato, può essere reinventato e riutilizzato.
Ma è sullo spreco del tempo che abbiamo avuto modo di concentrarci: i nostri volontari e tutte le persone che hanno deciso di ascoltarci e conoscerci hanno scelto di spendere una parte del loro tempo per dedicarlo a noi. Ritrovarsi nel cuore di Milano e Roma per portare una nostra testimonianza è stato molto difficile: le grandi città si muovono velocemente e spesso non si riesce neppure ad incrociare uno sguardo.
Tanti i “no grazie”, “scusa ma vado di fretta”, “non mi interessa”… ma non sono certo queste risposte a fermare la nostra missione. Non importa quanti “no” abbiamo ricevuto: il nostro cuore si è scaldato con i sorrisi delle persone che hanno deciso di guardarci negli occhi e di entrare, anche se solo per un attimo, nel nostro mondo, scambiando con noi parole di sostegno, gratitudine e speranza per il futuro. È proprio come diceva Don Oreste: “L’uomo è maturo quando non è più il centro di se stesso, ma comprende e vive che ha in sé qualcosa da dare e ricevere”.
Il nostro grazie è rivolto a tutti coloro che hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona e di tendere le mani anche a chi sfuggiva; grazie a chi si è fermato ad ascoltarci, a chi ci ha sorriso e a chi ha voluto donare un pasto a chi non ha nulla da mangiare. Sono stati giorni intensi e carichi di emozioni ma il nostro impegno non si esaurisce oggi: ci troverete di nuovo nelle piazze, davanti alle chiese e ai supermercati, e soprattutto a fianco di chi, in silenzio, chiede aiuto… finché gli ultimi non saranno i primi.