APG23
27/02/2018
Gentile candidato,
questa breve lettera è rivolta a te, che intendi metterti a servizio della più alta forma di carità umana: la politica (Papa Paolo VI). Noi apparteniamo alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da un sacerdote, don Oreste Benzi, il sacerdote che per primo in Italia ha lottato contro la tratta delle schiave della prostituzione.
Don Benzi è stato l'inventore della casa famiglia. Da 50 anni noi apriamo le nostre porte e diamo una famiglia a chi non ce l'ha. Non solo bambini, ma anche adulti, ragazzi che escono dalle dipendenze, ex prostitute, senza fissa dimora. Insomma tutti. La famiglia è il luogo dove curiamo i nostri accolti e dove ci curiamo noi stessi. Perché? Perché essa è la risposta al bisogno innato di relazione che abbiamo.
Nel nostro piccolo cerchiamo di costruire una Società del gratuito. In essa, ognuno detiene il bene dell'altro: nel bene di tutti c'è anche il bene individuale. E’ un’idea inclusiva di società nella quale il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio della persona umana, soprattutto quando la sua vita è fragile, debole, da sostenere.
Ben sappiamo che il nostro Bel Paese è ricco, bello, pieno di cultura. Ma sappiamo anche che tanti problemi affliggono molte persone. Ci permettiamo di consigliarti di fare come facciamo noi: partire dagli ultimi. Il motivo è semplice. Se si parte dagli ultimi, allora possiamo abbracciare ed aiutare tutti.
Qui di seguito ti illustriamo alcune nostre 5 proposte concrete per sostenere le persone e le famiglie in Italia, a partire da quelle più fragili.
Grazie per il tuo servizio al Bene Comune,
Giovanni Paolo Ramonda, presidente Comunità Papa Giovanni XXIII
1° proposta: istituire un Ministero della Pace
Questo nuovo Ministro della Pace potrebbe avere competenza sulle materie che riguardano le seguenti aree:
Promozione di politiche di Pace
Disarmo e monitoraggio dell’attuazione degli accordi,
Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta, con particolare riguardo ai Corpi Civili di Pace ed il Servizio Civile
Prevenzione e riduzione della violenza sociale e culturale, e promozione di un linguaggio libero dall’odio.
Qualificazione delle politiche di istruzione rispetto a nonviolenza, trasformazione positiva e nonviolenta dei conflitti, tutela dei diritti umani e mantenimento della pace.
Mediazione sociale, riconciliazione e giustizia riparativa.
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2° proposta: liberare le donne vittime di tratta
La prostituzione in sé è sempre abusante. Tale pratica ha conseguenze disastrose sulla psiche delle donne. Le donne che si prostituiscono, siano esse dentro i bordelli, siano sulle strade, soffrono degli stessi disturbi psicologici dei veterani di guerra. Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli, spesso cresciute in condizioni famigliari violente ed abusanti, private dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o ‘esportate’ con l'inganno. Non si può affermare che chi va con le prostitute stia esercitando una libertà. È una “libertà” nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta. È un atto che nasce da una catena di sopraffazioni, non può essere in alcun modo considerato una contrattazione fra due contraenti liberi. Il cliente quasi sempre conosce questa situazione, in questo modo diventa lui stesso uno sfruttatore. Ecco cosa proponiamo:
Al Governo Italiano si chiede l'approvazione di un Disegno di legge volto a punire il cliente delle donne che si prostituiscono in un'ottica di percorso riabilitativo e rieducativo in linea con la Raccomandazione del Consiglio d'Europa su sfruttamento sessuale e prostituzione e sulle loro conseguenze per la parità di genere del 2014 (c.d. Risoluzione Honeyball).
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3° proposta: riabilitare i detenuti
Il progetto di alternativa al carcere proposto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII si chiama “CEC- Comunità Educante con i Carcerati” ed è sperimentato, a partire dagli anni '90, in 5 strutture residenziali, offrendo concrete opportunità di cambiamento e di rieducazione. Come risultato c'è una drastica riduzione della recidiva, che arriva a circa il 10% Ad oggi, sono state accolti oltre 1600 detenuti ed ex-detenuti presso le nostre strutture. In ambito Europeo l’Associazione è stata capofila del progetto"Reducing prison population: advanced tools of justice in Europe", volto ad ampliare la conoscenza, allo scambio di pratiche innovativecirca le alternative al carcere.
Riconoscere le comunità educanti con i carcerati e sostenerle con una retta.
Garantire l'accesso alle misure di comunità anche di chi non ha la possibilità di un domicilio.
Mai più bambini in carcere.
Abolizione dell'ergastolo ostativo.
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4° proposta: in difesa della vita
Gli indici demografici, da circa un trentennio attestano un inesorabile invecchiamento della popolazione: i dati ISTAT 2016 confermano da anni una netta diminuzione della natalità, 17.000 in meno rispetto al 2014 e 91.000 nati in meno rispetto al 2008. Le cause di questo “lungo inverno demografico” sono da attribuirsi ad una compresenza di fattori di natura sociale, culturale, economica, sanitaria e di assenza di politiche familiari e del lavoro. Don Oreste Benzi diceva “Ad ogni donna deve essere riconosciuto il diritto di non abortire e di poter accogliere il figlio che porta in grembo in condizioni dignitose”.
Reddito minimo di 800 euro mensili per i primi 3 anni di vita del bambino, alle mamme in gravidanza, in condizioni economiche sfavorevoli rilevabile dai dati ISEE o in assenza di lavoro.
Definire procedure standardizzate a livello nazionale volte a rimuovere le cause che inducono la donna all'aborto, così come dichiarato nell'art. 5 della legge 194, stabilendo risorse economiche ed umane a ciò dedicate specificatamente ed adeguatamente formate.
Porre in essere tutte le azioni necessarie alla promozione del parto in anonimato come alternativa estrema all'aborto.
Istituire la figura del Garante dell'infanzia prenatale, «considerato che il fanciullo, a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa una adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita» (dalla Convenzione dei Diritti del Fanciullo).
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5° proposta: liberi dalle dipendenze
Nell'ultima Relazione Annuale sulle Tossicodipendenze del 2017 elaborata dal Dipartimento Politiche Antidroga si sottolinea come «oltre un quarto degli studenti delle scuole superiori ha fatto uso di cannabis. Ancora più preoccupante se si pensa che circa 90mila studenti riferiscono un uso pressoché quotidiano della sostanza e che quasi 150mila studenti sembrerebbero farne un uso problematico. L’uso sperimentale di sostanze psicoattive coinvolge circa un terzo degli studenti minorenni frequentanti le scuole superiori». A queste dipendenze si aggiungono inoltre la problematica relativa al gioco d'azzardo patologico, che a differenza di altri tipi di dipendenze, ha conseguenze disastrose non solo sugli individui, ma anche sulle famiglie, le quali vengono esposte a seri problemi di indebitamento. Infine da segnalare la dipendenza dal Web e tutte le altre forme di videodipendenza. Per liberarsi da queste dipendenze e dalle tragiche conseguenze, ecco le nostre proposte:
Prevenzione nelle scuole sugli effetti dannosi delle droghe, in particolare della cannabis.
Attivare la Conferenza Nazionale sulla lotta alle dipendenze patologiche, prevista dall'attuale normativa.
Convocare la Consulta Nazionale degli esperti presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, come previsto dal testo unico 309/90.
Rafforzare il coordinamento tra i ministeri di competenza del governo centrale con le Regioni.
Campagne di sensibilizzazione sulla dipendenza da web ed oscurazione dei siti web vietati ai minori di 18 anni.
Divieto della pubblicità del gioco d'azzardo.
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Scarica il libretto completo con le 5 proposte politiche
Per approfondire, ecco alcune riflessioni di Giovanni Paolo Ramonda:
Come si vota: dopo proporzionale classico, Mattarellum, Porcellum e Italicum, ora arriva il Rosatellum
Per la prima volta, alle imminenti elezioni politiche, voteremo con la nuova legge elettorale, frutto di un estenuante dibattito tra le forze politiche che ha lasciato disorientati i cittadini. Vi spieghiamo per punti come funziona e a cosa serve il nostro voto.
Quando si vota?
Domenica 4 Marzo dalle ore 7 alle 23.
Per cosa si vota?
Siamo chiamati ad eleggere i rappresentanti del Parlamento. L'Italia è infatti una Repubblica Parlamentare. Il fatto che in molti simboli di partito sia scritto il nome di qualche leader non deve trarci in inganno: non possiamo eleggere il Governo. Il Presidente del Consiglio è colui che riceve l'incarico dal Capo dello Stato ed ottiene la fiducia dal Parlamento.
Attenzione! Nella stessa data si svolgeranno anche le elezioni regionali di Lazio e Lombardia. Qui sì invece che si elegge direttamente il Presidente della Regione. Così come accade per i Sindaci.
Chi può votare?
Per la Camera chi ha almeno 18 anni, per il Senato chi ne ha almeno 25.
Con quale legge elettorale voteremo?
Una legge elettorale indica le regole con cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti. È una sorta di operazione che trasforma i voti espressi dagli elettori in seggi del Parlamento. Lo scorso 3 Novembre è stata approvata la nuova Legge, chiamata Rosatellum dal nome del suo ideatore. Essa vale sia per la Camera che per il Senato. Si tratta di un sistema elettorale misto:
il 37% dei seggi è assegnato con un sistema maggioritario uninominale (un solo candidato per ogni coalizione): in ciascun collegio è eletto il candidato più votato;
il 61% dei seggi è assegnato con un sistema proporzionale: sono istituiti collegi plurinominali (con più candidati per ogni lista);
il 2% dei seggi è destinato al voto degli italiani all'estero, con sistema proporzionale.
Cosa sono le soglie di sbarramento?
Sono un livello minimo di voti necessari ad un partito per accedere alla ripartizione dei seggi. La soglia di sbarramento è utilizzata per limitare l'eccessiva frammentazione partitica. In questo modo, pur riducendo la rappresentatività, si permette una maggior governabilità. In questa legge elettorale è prevista una soglia di sbarramento del 3% per le singole liste. Chi non raggiunge questa soglia non può entrare in Parlamento.
Sono presenti coalizioni?
Sì, ma non sono obbligatorie. Una coalizione è un insieme di partiti che si uniscono condividendo un programma elettorale e che candidano una sola persona in ogni collegio maggioritario.
Si possono esprimere preferenze?
No, non è prevista l'espressione di voti di preferenza. Nei collegi plurinominali i candidati vengono eletti secondo l'ordine fissato. Si tratta delle cosiddette liste bloccate, in cui l'elettore non può scegliere il suo candidato preferito, ma può solo votare per quella lista.
Cosa sono le pluricandidature?
La legge prevede la possibilità di candidarsi in più collegi plurinominali, fino a cinque, ed eventualmente anche in un collegio uninominale. Questo meccanismo permette ai leader di fungere da traino in più collegi, ma serve a ridurre il rischio per molti candidati di non essere eletti, come una scialuppa di salvataggio.
Cosa sono le quote di genere?
Per favorire la rappresentanza di uomini e donne, nei collegi plurinominali l'elenco dei candidati di ciascuna lista deve seguire l'alternanza di genere (maschio-femmina).
Come si vota nelle elezioni 2018?
Occorre ricordare che il Parlamento è diviso in due rami. Da una parte la Camera, composta da 630 Deputati. Dall'altra il Senato composto da 315 senatori. Dunque noi riceveremo 2 schede: una per la Camera, un'altra per il Senato.
Potremo esprimere il nostro voto in 3 modi differenti:
Tracciando un segno sul simbolo di una lista: in questo caso il voto si estende al candidato nel collegio uninominale che quella lista sostiene.
Tracciando un segno sul simbolo di una lista e sul nome del candidato del collegio uninominale da questa sostenuto: il risultato è uguale a quello sopra.
Tracciando un segno solo sul nome del candidato del collegio uninominale (senza indicare alcuna lista): in questo caso, il voto vale per il candidato nel collegio e si estende in automatico alla lista che lo sostiene.
È possibile il voto disgiunto?
No, non è ammesso, pena l'annullamento della scheda. Non potremo quindi votare contemporaneamente per un candidato di un collegio maggioritario e, nel proporzionale, per una lista a lui non collegata.
Qui il facsimile delle schede elettorali fornito dal Ministero dell’Interno.
APG23
26/02/2018
L’annunciato freddo è arrivato: metà Italia è coperta dalla neve, mentre l’altra metà è stata colpita da un gelo che toglie il respiro. Non c’è abbigliamento che tenga: lo sentiamo tutti, non risparmia nessuno. Soprattutto chi vive in strada e che, proprio in queste ore, rischia la vita.
Nelle principali città, da nord a sud, è scattata l’emergenza freddo. Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII ha moltiplicato il suo abituale impegno nel prendersi cura delle persone senza dimora e la collaborazione con le istituzioni e le associazioni che operano nel campo.
Oggi più che mai dobbiamo “andare a cercare le persone che non vengono a cercare noi”, come diceva don Oreste Benzi. Quelli che nonostante tutto rimangono a dormire per strada; quelli a cui il freddo rischia di arrivare al cuore, gelandolo per sempre.
I volontari delle Unità di Strada e delle Mense di Strada della Papa Giovanni li conoscono per nome, uno per uno, perché li incontrano sempre, tutti i giorni dell’anno. Si prendono cura di loro, li hanno a cuore. E, oggi, la preoccupazione nei loro confronti è ancora maggiore: hanno mangiato, hanno abbastanza coperte per sopravvivere anche a questa notte? L’unico modo per saperlo è andarli a cercare.
#FOTOGALLERY:emergenzafreddo#
AGGIORNAMENTI DALLA STRADA
Mercoledì 28 febbraio 2018
​“Il fatto stesso che ci siano persone che vivono il strada è un’emergenza. Ma quando le temperature sono così basse, l’emergenza diventa estrema. Ieri sera siamo andati in stazione e al Movicentro. Questa sera usciamo di nuovo. Danno neve già da oggi pomeriggio, bisogna che ci attrezziamo come si deve”
Christian, volontario dell’Unità di Strada di Cuneo
​“Non ha mai fatto così freddo negli scorsi mesi, sono preoccupato, volevo andare di persona a vedere come stanno i nostri senza dimora. Ce ne sono alcuni che non sono nelle condizioni di rimanere in strada, bisogna assolutamente convincerli ad andare in un dormitorio. Non solo convincerli: bisogna aiutarli a salire sul pulmino e accompagnarli fino alla porta, altrimenti da soli non vanno. Bisogna farlo con estrema delicatezza, sono fragili i nostri senza dimora. Questa sera non potrò farlo, ma so che gli altri del gruppo saranno là anche per me. Non tralasceranno nessuna galleria del Corso Vittorio Emanuele, nessun porticato. Non risparmieranno le parole, i sorrisi e gli abbracci, quando sono ben accetti”
Ivan, responsabile dell’Unità di Strada di Milano
​“Credo troveremo una quindicina di persone che dormono sotto i portici del centro e altrettante alla stazione - di solito si rifugiano nei sottopassaggi che portano ai binari, ma in questi giorni la sicurezza chiude un occhio e permette loro di stare nella sala d’aspetto. Sono quasi tutti uomini, forse una o due donne, e per la maggior parte italiani. Non c’è verso di convincerli ad andare nei dormitori: preferiscono il freddo alla confusione di tutta quell’umanità mescolata. È successo lo stesso nel 2012, quando Bologna è stata sommersa dalla neve, e alcune persone sono le stesse, sempre nello stesso luogo. C’eravamo allora, ci saremo anche oggi. Non li lasciamo soli”
Franco, responsabile dell’Unità di Strada di Bologna
Martedì 27 febbraio 2018
​“È nevicato tutta la notte e non ha ancora smesso. Il Comune ha deciso di aprire la stazione per 10gg. Noi questa sera usciamo con tutte le coperte che riusciremo a trovare, ma cercheremo di convincere tutti a seguirci in stazione, li aiuteremo a sistemarsi per la notte. Con questa neve non possono sopravvivere all’aperto, nei luoghi dove dormono di solito. Di giorno invece li aspettiamo al centro di accoglienza Buon Pastore, aperto in collaborazione con la Caritas: apriamo loro la porta perché possano trovare calore, conforto, ristoro. Molti di loro si addormentano sulle sedie, finalmente circondati dal tepore e dalle attenzioni dei volontari che si prendono cura di loro”
Martina, volontaria dell’Unità di Strada di Forlì
“E alla fine il freddo è arrivato anche qui, in Sicilia, a Catania. Questa sera con l’Unità di Strada andremo come sempre in Piazza della Repubblica. Ci sono persone che ci aspettano per il tè caldo, e non solo per quello. Chi vive in strada ha la possibilità di dormire nel tendone riscaldato che è stato allestito per l’emergenza; altri invece tornano nelle loro case dove non c’è elettricità né gas, perché da tempo non possono più pagare le bollette. Loro rimangono fuori fino a quando parte l’ultimo autobus, in cerca di quel calore che solo il contatto umano sa dare. Questa sera andiamo soprattutto da loro”
Vincenzo, volontario dell’Unità di Strada di Catania
Lunedì 26 febbraio 2018
“Roma oggi si è svegliata sotto la neve. La città è bloccata ma Fiorella è riuscita comunque ad andare a prendere il pane: questa sera, come tutti i lunedì, ceniamo alla Stazione Tuscolana. Bisognerà muoversi leggeri, quindi porteremo con noi solo panini, torte e tè bollente. Se avanzerà qualcosa, gireremo a piedi nei dintorni per cercare le persone che non hanno trovato posto nemmeno nei dormitori allestiti per emergenza e portare loro un po’ di conforto”
Enkolina, volontaria della Mensa di Strada di Roma
“Il centro di accoglienza del Comune doveva chiudere ieri. Invece è arrivato questo freddo incredibile e, oltre a non chiudere più, teniamo aperto anche di giorno. Ci siamo messi a disposizione per il turno della mattina, oltre che per quello della sera. Alla Capanna di Betlemme invece più letti di così non ci stanno, siamo pieni. Però più tardi andremo in Stazione: oggi ci vogliono le coperte più pesanti, il tè più caldo e l’amore più grande. Con questo freddo dobbiamo dare ancora di più alle persone che vivono in strada”
Luca, responsabile dell’Unità di Strada di Pescara e della Capanna di Betlemme di Chieti
Domenica 25 febbraio 2018
“Da venerdì scorso cerchiamo di prendere tutti, di non lasciare nessuno a dormire fuori e di tenere le persone al caldo anche di giorno. In Capanna noi volontari dormiamo sui materassini in soggiorno per mettere a disposizione più letti possibili per le persone senza dimora. Insieme alla Caritas e alla Protezione Civile invece abbiamo aperto un dormitorio di emergenza con una 30ina di posti, dove offriamo anche la cena e la colazione. Al freddo oggi si è aggiunta la neve… Questa sera infatti facciamo il giro doppio, prima accompagniamo la gente a dormire al coperto, poi torniamo in stazione per distribuire qualcosa di caldo e delle coperte a chi nonostante tutto rimane a dormire in strada”
Nicolò, volontario dell’Unità di Strada e della Capanna di Betlemme di Rimini
APG23
26/02/2018
Il 16 e 17 febbraio scorso una settantina di persone si sono incontrate a Guadalajara, a pochi km da Madrid: i papà e le mamme di casa famiglia, con tutti i loro figli, che rendono presente la Comunità Papa Giovanni XXIII nell’Europa centro-occidentale. Dodici anni fa la prima apertura in Europa; oggi la vocazione di don Benzi è sbocciata in Olanda, Svizzera (con la presenza ai tavoli delle nazioni unite a Ginevra), Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Inghilterra e da qualche mese anche Belgio. Come portare un carisma, nato in Italia, inculturandolo in un Paese e in una cultura diversa? Come mantenere viva e attuale la buona notizia portata agli emarginati e ai poveri, nella ricca Europa? Questi e altri sono stati i temi che i missionari hanno affrontato insieme a Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Apg23. Importante è stata la vicinanza del vescovo di Guadalajara, che si è voluto rendere presente tramite il proprio vicario generale mons. Agustin Bugeda Sanz, a dimostrazione della stima che la Chiesa locale nutre per la Comunità di don Benzi.
Un incontro gioviale e di fraternità, con degli importanti momenti di riflessione comune sia per gli adulti che per i figli.
Tutte le riflessioni emerse sono state messe ai piedi dell'altare durante la messa celebrata da Agustin Bugeda Sanz, vicario del vescovo della diocesi di Guadalajara.
#FOTOGALLERY:europa#
«Ci sono poveri che non verranno mai a cercarci, quelli li dobbiamo cercare noi» diceva spesso don Benzi. Con questo spirito tanti della Comunità Papa Giovanni XXIII sono partiti nel mondo intero alla ricerca dei poveri che nessuno conosceva o che nessuno voleva vedere. A distanza di 33 anni dalla nostra prima partenza, oggi siamo chiamati alla presenza in tutti i 5 continenti. Da 12 anni ormai anche nella nostra ricca Europa centro-occidentale: Olanda, Svizzera con la nostra presenza ai tavoli delle nazioni unite a Ginevra, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Inghilterra e ora anche Belgio. Si tratta pur sempre di Europa, ma sono territori, lingue, culture e usanze totalmente diverse l'una dall'altra; unica comunità, ma esigenze, modi di inserimento e contesti di condivisione totalmente diversi che hanno il bisogno di ritrovarsi, di confrontarsi e di crescere alla luce ed alla guida di una sola vocazione.
Le continue chiamate da parte dei vescovi e la continua disponibilità ad aprire in nuove zone di missione ha fatto sì che ad oggi siamo presenti in 42 paesi del mondo e non è più pensabile di riuscire a trovare un solo unico momento generale. Per questo è già qualche anno che si sperimenta l'importanza e la fecondità di incontri delle diverse realtà presenti nelle zone delle stesse macro-aree geografiche; ci si ritrova un paio di volte l'anno per quanto possibile di persona e poi con l'aiuto della tecnologia in video-conferenze, per conoscersi, fare fraternità, scambiarsi dubbi, sensazioni, idee, confrontarsi sulla vita missionaria della propria realtà e zona, per tirar fuori delle linee comuni per rimanere sempre in ascolto del territorio che ci ospita.
APG23
22/02/2018
«Chiediamo che il Governo approvi il decreto legislativo che modifica le norme sull'ordinamento penitenziario. Pochi giorni fa ho spedito una lettera al Premier Gentiloni chiedendo di non disperdere il lavoro fatto in questi ultimi anni. Ci auspichiamo che questo avvenga entro la fine della legislatura».
Questo il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alle dichiarazioni di Paolo Gentiloni secondo cui “il sistema carcerario deve contribuire a ridurre il tasso recidiva da parte di chi è condannato per reatiâ€.
«Nelle nostre comunità per carcerati non incontriamo gli errori, ma persone che hanno commesso errori. Per chi esce dal carcere – ricorda Ramonda – la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è purtroppo molto alta: tra il 75 e l'80% dei casi. Invece nelle nostre comunità , dove i detenuti fanno esperienza di servizio ai più deboli, i casi di recidiva sono appena il 10%».
La Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce in Italia 5 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l'accoglienza di carcerati che scontano la pena. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 61 detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 565 persone. Nel solo 2016 le giornate di presenza sono state 12.199.
APG23
22/02/2018
Un seminario per presentare la campagna che chiede al futuro governo l’istituzione di un Ministero della Pace si terrà sabato 24 febbraio alle ore 9:30, a Catania, presso la Parrocchia N.S. del SS. Sacramento in Librino, in Via delle Susine 15.
«La proposta del Ministero della Pace giunge in un momento in cui il tema della sicurezza sociale è percepito come prioritario da cittadini. Violenza, guerre, terrorismo, riarmo stringono sempre più le persone nella morsa dell’insicurezza. Ora si tratta di spezzare questa catena di morte. Come diceva il nostro fondatore don Oreste Benzi “l'uomo da quando esiste ha sempre organizzato la guerra, è arrivato il momento di organizzare la pace”».
Con queste parole Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, invita a prendere coscienza della situazione geopolitica internazionale, tanto grave quanto sottovalutata.
Interverranno: Don Piero Sapienza, Direttore Ufficio per la Pastorale dei problemi sociali e lavoro, Tony Bonaventura, Presidente Diocesano dell'Azione Cattolica Italiana, Grazia Martines del Movimento del Focolari, Luigi Pasotti di Pax Christi, Carmela D’Agostino, Focsiv.
Modera Antonio Chiarenza, Comunità Papa Giovanni XXIII.
Nel corso del seminario saranno anche illustrati i risultati di un sondaggio d'opinione sul tema della sicurezza e della pace, commissionato da Apg23, nell'ambito della campagna.
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni (Azione Cattolica, Cesc Project, Focsiv, Movimento dei Focolari, Movimento Nonviolento, Sermig-Arsenale della Pace, Università di Padova, Mir, Altante delle guerre), la campagna “Ministero della Pace, una scelta di Governo”. La proposta ha l'obiettivo di far istituire nel prossimo Governo Italiano un Ministero che si occupi delle politiche di Pace, sia in Italia che all'estero. Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org.
per informazioni: Antonio Chiarenza, 333.9434256
APG23
21/02/2018
A 10 anni dalla scomparsa di Don Oreste Benzi, da molti ricordato come il prete dalla tonaca lisa, in Sicilia e Calabria si susseguono gli appuntamenti in ricordo del fondatore della Comunità papa Giovanni XXIII.
Un cartellone di eventi per approfondire le tante esperienze di tutela degli ultimi alle quali il sacerdote riminese ha dedicato la propria vita e che fa tappa in due terre – Sicilia e Calabria – che più di altre rischiano di rimanere soffocate dalle nuove povertà, dalla fuga dei giovani, dalle difficoltà di accesso al welfare delle persone con disabilità.
Sono 12 appuntamenti che raccontano l’attualità e la straordinarietà del pensiero di Don Oreste Benzi. Prossimo evento in Calabria sarà il 23 febbraio a Lamezia Terme.
Alle ore 16 nei locali del Seminario Vescovile in Piazza d'Ippolito, alla presenza di Mons. Luigi Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme, si terrà l’iniziativa “Uomo e donna li creò: la Famiglia nella Società liquida”.
Porteranno la propria testimonianza Maria Didiano, mamma di Casa Famiglia a Lamezia Terme; Enrico Masini, coordinatore nazionale per l'aiuto alla famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII; Primo Lazzari, vicepresidente dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
Da Lamezia Terme il cammino proseguirà poi a Palermo, Siracusa, Locri, Caltagirone, Scicli, Reggio Calabria, Trapani e Acireale; si parlerà di accoglienza, immigrazione, famiglia, disabilità, prostituzione, giovani e vita, restituendo la fotografia di una Comunità che opera quotidianamente e sempre in frontiera. Come sosteneva Don Oreste Benzi: «la devozione senza la rivoluzione non basta».
Per informazioni: Maria Didano, 368.650098
Vedi la pagina facebook degli eventi apg23 zona sud
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APG23
19/02/2018
«La Legge Merlin va aggiornata alla luce del nuovo contesto sociale, ma sempre nella stessa direzione di tutela delle persone, in particolare delle donne. La situazione attuale non è più quella degli anni '50, bensì è legata alla tratta di persone provenienti da paesi poveri e ridotte in schiavitù. Occorre introdurre sanzioni non solo verso i trafficanti, ma anche verso i clienti delle prostitute, perché con il loro comportamento sfruttano la vulnerabilità delle persone che si prostituiscono. I clienti sbagliano! E per questo vanno sanzionati. Anche per aiutarli a cambiare. Diceva la Merlin: “Questo Paese di viriloni che passan per gli uomini più dotati del mondo e poi non riescono a conquistare una donna da soli”».
E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al 60° anniversario dell'approvazione della Legge Merlin, che il 20 Febbraio del 1958 sancì la chiusura delle “case di prostituzione”. La Legge, ancora in vigore, non vieta la prostituzione in sé, ma chi la favorisce e la sfrutta.
«Ancora oggi torna in campagna elettorale l'idea di riaprire le case chiuse. Si vuole colpire l’emotività dell’opinione pubblica, ma questa è una proposta vecchia, superata, obsoleta. In Olanda, ad Amsterdam, in Germania, dove da decenni ci sono bordelli regolamentati, stanno facendo marcia indietro. Perché sia il mercato legale che quello illegale sono in mano al racket. La prostituzione corrompe una società intera, perché distrugge la dignità della donna».
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni (tra cui CISL, AGESCI, Azione Cattolica, Forum Famiglie, Rinnovamento dello Spirito), l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute. Tutte le informazioni sul sito questoeilmiocorpo.org
APG23
14/02/2018
Il 66% degli italiani è favorevole alla creazione di un Ministero della Pace dedicato a promuovere, sviluppare e coordinare attività di prevenzione e mediazione nonviolenta dei conflitti
E' quanto emerge da un sondaggio commissionato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e realizzato dalla Società Demetra, con la collaborazione dell’Università di Padova.
Secondo il campione di intervistati, se da un lato la sicurezza rimane un problema percepito come centrale (86%), dall'altro ritengono che sarebbe utile dotarsi di un corpo civile nonviolento e di un vero e proprio Dicastero che gestisca i numerosi compiti legati alla gestione dei conflitti sociali e armati. Un Ministero per la Pace che sappia gestire i conflitti, promuovere politiche di disarmo, la difesa civile e i diritti umani, con un ruolo attivo e propositivo, sia a livello europeo che in ambito internazionale.
La maggior parte degli italiani sembra quindi favorevole all’ipotesi di un Ministero della Pace, un ruolo finora mai esistito in Europa, ma da tempo oggetto di proposte - come Corby in Inghilterra - e che in Costa Rica e Nepal ha già preso corpo.
«Il nostro fondatore, don Oreste Benzi, diceva “l'uomo da quando esiste ha sempre organizzato la guerra, è arrivato il momento di organizzare la pace” e propose a più di un Presidente del Consiglio l’istituzione di un Ministero della Pace. Oggi gli scenari internazionali e quelli nazionali richiedono che questa scelta non debba più essere rimandata ed abbiamo dunque lanciato la campagna “Ministero della Pace. Una scelta di Governo”».
E' quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, commentando il sondaggio.
«La risposta che abbiamo ricevuto dalla società civile è stata sorprendente. – continua Ramonda – Si sono uniti in questa battaglia: Azione Cattolica, Focolari, Sermig, Focsiv, CescProject, Movimento Nonviolento, Centro per i Diritti umani dell'ateneo padovano, Gigi De Palo (Forum Associazioni Familiari) e Anna Maria Furlan (Cisl). Ed infine, come testimonial, l'attore Beppe Fiorello».
La necessità di formare un corpo civile esperto. La consapevolezza che la pace vada ricercata, promossa e sostenuta anche con specifiche forze e competenze emerge in diverse risposte raccolte tra gli italiani. L’81% degli intervistati ritiene che il nostro Paese si debba dotare di un Corpo Civile di Pace specializzato. Nella stessa direzione va interpretata la sostenuta adesione al potenziamento (48%) e al mantenimento (30%) dell’attuale esperienza svolta dai giovani italiani che nei contesti di conflitto mettono in atto, per conto dello Stato, attività nonviolente di promozione della pace e di tutela dei diritti umani. Così come va potenziata (70%) l’esperienza dei giovani in servizio civile nazionale, almeno tra quanti conoscono l’esistenza di questo servizio.
Militari formati ai diritti umani e alla nonviolenza. Il 90% degli intervistati pensa che il metodo nonviolento e il paradigma dei diritti umani sia utile nelle attività formative delle forze di polizia e dei carabinieri; così come l’89% pensa che questa debba far parte della formazione di base dei militari e l’86% anche della formazione culturale degli amministratori pubblici locali, regionali e nazionali.
Educazione alla Pace nelle scuole. Non solo i militari ma anche gli studenti devono apprendere i paradigmi culturali della pace. Il 90% degli intervistati infatti si dichiara favorevole a inserire nei programmi scolastici dell’obbligo un insegnamento sull’educazione alla pace, ai diritti umani e alla nonviolenza.
Sicurezza nelle città: non solo militari. La presenza di militari in alcune aree metropolitane a rischio del Paese conferma un forte consenso: il 60% è favorevole ad un suo potenziamento, mentre il 26% e per mantenere la misura in corso senza rafforzarla. Dall'indagine emerge che l’adesione alla misura di contenimento militare prevista dai Governi nazionali va di pari passo con la messa in campo di interventi rivolti alla promozione del dialogo e alla composizione dei conflitti, in un modo rispettoso dei diritti umani. Pertanto, ben il 69% degli italiani sarebbe favorevole alla presenza, accanto ai militari, di civili specializzati in pratiche di mediazione e di accompagnamento sociale.
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, la campagna “Ministero della Pace, una scelta di Governo”. La proposta ha l'obiettivo di far istituire nel prossimo Governo, per la prima volta in Europa, un Ministero che si occupi delle politiche di Pace, sia in Italia che all'estero. Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org.
Per avere un riscontro sul livello di favore che la proposta di istituzione di un Ministero della Pace trova tra l’elettorato italiano, è stata realizzata un’indagine rivolta a un campione rappresentativo degli elettori italiani. Agli intervistati è stato proposto un questionario articolato in cinque aree tematiche e composto da 38 domande. Oltre a verificare il “polso della gente” rispetto al livello di adesione alla proposta del nuovo ministero e delle sue competenze, le domande hanno riguardato anche orientamenti più generali, in particolare: la sensibilità verso i temi della pace, della mediazione nonviolenta e dei diritti umani; le concezioni della guerra e della pace nonché la fattibilità sul campo della mediazione nonviolenta dei conflitti, della riduzione delle spese militari e della riconversione dell’industria delle armi; il tema della sicurezza nelle aree metropolitane del Paese; la valutazione sulle missioni italiane all’estero e sull’impegno dei Corpi civili di pace e del Servizio civile; il giudizio sul ruolo degli attori internazionali nella gestione e prevenzione dei conflitti armati.
Nota metodologica
L’indagine è stata progettata e diretta dal punto di vista scientifico dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova. La popolazione di riferimento è costituita dalla popolazione adulta residente in Italia in possesso di telefonia fissa, mobile o iscritta al Panel online Opinioni.net. Il sondaggio è stato realizzato, via Cati, Cami e Cawi, dalla società Demetra di Venezia tra il 30 gennaio e il 5 febbraio 2018. Il campione di intervistati di 1.024 persone (rifiuti/sostituzioni: 8.675) è rappresentativo della popolazione di riferimento per genere, fascia di età, zona geografica e dimensione comunale (margine massimo di errore al livello fiduciario del 95%: 3,05%). I dati sono stati successivamente ponderati anche in base al titolo di studio e sono stati trattati ed elaborati in forma anonima. La documentazione completa è disponibile su www.agcom.it.
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APG23
11/02/2018
l Servizio Volontariato Europeo (SVE), che rientra nel progetto europeo Erasmus+, permette ai giovani fra i 18 e i 30 anni di tutta l’Unione Europea di partecipare ad attività di volontariato all'estero, spesati, per un massimo di 12 mesi. La ricerca di volontari per i progetti di Servizio Volontario Europeo non avviene a cadenza annuale, ma a seconda dei progetti finanziati all’interno del programma Erasmus+. A cosa serve? A promuovere la cooperazione tra i giovani, per favorire la solidarietà tra i concittadini di un'Unione Europea sempre più unita e coesa. L’invio della candidatura da parte dei volontari non ha una scadenza, ma le selezioni dei volontari sono già iniziate: si cercano giovani che possano partire sin da subito. Condividi questo invito ai tuoi amici!
Servizio di volontariato Europeo SVE in Egitto
Stiamo cercando:
1 volontario per il progetto di Servizio Volontario Europeo “MEDITERRANEAN: SEA OF PEACE” al Cairo, in Egitto
Il partecipante che sarà selezionato sarà impegnato 5 giorni la settimana per approssimativamente 35 h settimanali ed avrà la possibilità di inserirsi in attività di integrazione di rifugiati, documentazione e promozione online delle attività svolte, sviluppo di nuove idee e laboratori, e più precisamente:
affiancare gli insegnanti di due scuole che ospitano rifugiati, nello svolgimento delle lezioni/laboratori
attività di sensibilizzazione della società su attività interculturali
sviluppo di nuove idee per attività con bambini da realizzarsi al Cairo ed anche in una scuola poco fuori dalla città
L'organizzazione ospitante ha un mentore, la cui responsabilità è di guidare e aiutare i volontari nella loro vita quotidiana all'interno dell'organizzazione. I volontari alloggeranno in un appartamento nel quartiere Downtown del Cairo, insieme con altri volontari. L’alloggio è vicino ad una stazione della metro. Sarà garantito il vitto e come da Programma è prevista l'erogazione del pocket money mensile. Il volontario selezionato riceverà una formazione pre-partenza in Italia (a Rimini) sul Servizio Volontario Europeo e sui valori e i fondamenti del Programma Erasmus+. In loco riceverà formazione linguistica e formazione specifica in relazione alle attività previste dal progetto. Inoltre ha il diritto/dovere di partecipare alle Formazioni all’arrivo e quella Intermedia organizzate dal partner insieme con il network SALTO.
Chi può partecipare? Ecco i requisiti richiesti
Avere tra i 17 e i 30 anni
Essere legalmente residenti in Italia
Avere una conoscenza di base della lingua inglese
Interesse per il tema delle migrazioni e della nonviolenza
Avere una forte motivazione a sviluppare capacità interculturali e di mediazione
Inclinazione a vivere in un ambiente multiculturale
Essere molto motivati a svolgere un servizio di volontariato all’estero
Quando si parte?
Il progetto dura dal 2 Aprile 2018 al 02 ottobre 2018, per un totale di 6 mesi. Per la precisione verranno contati 184 giorni, cui vanno aggiunti 2 giorni di viaggio.
Come partecipare? Iscrizioni entro il 2 marzo 2018
Le candidature dovranno essere inviate tramite posta elettronica all’indirizzo email odcpace@apg23.org , indicando come oggetto “Candidatura SVE MEDITERRANEAN: SEA OF PEACE – EGITTO”, entro e non oltre il 02 marzo 2018. In allegato alla candidatura inviare Cv e lettera motivazionale entrambi in inglese.
La selezione verrà chiusa, anche prima della data indicata, non appena sarà identificato un/a candidato/a idoneo/a.
Per saperne di più: CLICCA QUI PER LA SCHEDA o scrivi a odcpace@apg23.org
Ecco una TESTIMONIANZA dal progetto (in inglese).
Volontariato SVE in Croazia o in Moldavia
Stiamo cercando:
2 volontari interessati a svolgere 6 mesi di Servizio Volontario Europeo a Vrgorac (Croazia) in comunità terapeutica
1 volontario interessato a svolgere 6 mesi di Servizio Volontario Europeo a Chisinau (Moldavia) presso un’organizzazione nostra partner che accoglie minori svantaggiati
Il periodo di volontariato previsto è di 6 mesi.
Con la Comunità Papa Giovanni XXIII è possibile partire grazie al progetto BEST: Building Essential Skills for Tomorrow, anche se i posti sono piuttosto limitati: i giovani possono prestare servizio nella Comunità Terapeutica della associazione Zajednica Pape Ivana XXIII (che appartiene al network dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) di Vrgorac, in Croazia: accoglie ex-tossicodipendenti in percorsi di recupero. Altri volontari danno una mano nei centri dell'Association for Child and Family Empowerment AVE COPIII Moldova di Chisinau, capitale della Moldavia. Entrambe le organizzazioni di accoglienza da anni collaborano in modo preciso, puntuale e costante con la Papa Giovanni, nella realizzazione dei progetti di Servizio Volontario Europeo; lavorano nell'ambito dell'esclusione sociale, in particolare per quanto riguarda minori e giovani in situazioni di grave disagio.
Obiettivi del progetto
I giovani che vengono selezionati attraverso Apg23 vivranno in prima persona un'esperienza verso gli “Essential Skills for Tomorrow” (le Conoscenze Essenziali per il Domani), come spiega il progetto:
il superamento dei pregiudizi nei confronti dei contesti sociali territorialmente lontani;
la creazione di occasioni di incontro, con spazi di intervento diretto, per un confronto costruttivo fra culture;
l’apprendimento dei valori di solidarietà, partecipazione e cittadinanza attiva promossi dall’Unione Europea.
I volontari potranno porteranno tutto il loro entusiasmo nella realizzazione di giochi ed attività ricreative; ci sarà la possibilità di un confronto critico e costruttivo sui propri atteggiamenti e comportamenti, sui propri diritti e su quelli degli altri. Aiuteranno anche nel realizzare del materiale informativo e di sensibilizzazione sui progetti, attraverso la scrittura di report e di testimonianze personali. Ci saranno anche alcuni momenti di condivisione delle esperienze con coetanei.
Requisiti
Ecco i requisiti che sono richiesti:
età compresa tra 18 e 30 anni;
essere legalmente residenti in Italia;
conoscenza di base della lingua inglese;
essere motivati a svolgere un servizio di volontariato all’estero;
essere curiosi e aperti all’incontro con altre culture e tradizioni.
Contributo economico
Tutti i costi sono a carico del programma europeo Erasmus+. Sono coperti:
costi di viaggio A/R dall’Italia sino al luogo di svolgimento delle attività;
vitto e alloggio;
corso di lingua locale;
pocket money mensile di Euro 55 per la Moldavia e di Euro 90 per la Croazia come sostegno individuale per coprire spese personali supplementari del volontari.
vitto e alloggio, verranno forniti dalle associazioni ospitanti partner del progetto.
Come partecipare
Per partecipare è sufficiente scrivere una mail a progetti@apg23.org inviando il CV ed una breve lettera motivazionale, all’interno della quale il volontario che desidera candidarsi può presentarsi. L’Ufficio Progetti della Comunità Papa Giovanni XXIII contatterà a breve il volontario che ha inviato la candidatura, per organizzare un colloquio conoscitivo via Skype.
APG23
09/02/2018
Comunità Papa Giovanni XXIII premiata assieme alla campionessa olimpica Federica Pellegrini, all’imprenditore del settore dolciario Egidio Dal Colle e all’attrice Valentina Bellè. È successo mercoledì 7 febbraio a Verona durante la “Premiazione della Fedeltà al Lavoro, del Progresso Economico e del Lavoro Veronese” che si è tenuta presso l’auditorium del nuovo centro congressi della Camera di Commercio, gremito di imprenditori e rappresentanti delle istituzioni.
La cerimonia, giunta alla 40a edizione, premia «lavoratori, imprenditori, ma anche persone e associazioni che contribuiscono a valorizzare l’immagine della nostra città in Italia e all’estero anche in campi diversi da quello economico».
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Alla Comunità fondata da don Benzi è andato il Premio per il sociale «per aver contribuito – si legge nelle motivazioni – alla valorizzazione dell’immagine di Verona grazie all’attività svolta in campo sociale, a fianco dei poveri e degli emarginati, con i preziosi strumenti della “Casa Famiglia”, luogo di accoglienza e di condivisione di vita autentica, della Cooperativa Sociale “Il Calabrone”, esempio di realtà imprenditoriale solidale, e con le altre numerose attività a tutela dei più piccoli e dei giovani».
Il riconoscimento – una pergamena e un’opera artistica in pietra – è stato consegnato dal presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Riello, dopo la proiezione di un breve video sulle attività dell’associazione.
Sul palco sono saliti, oltre a Ugo Ceron, responsabile della Comunità per la zona Veneto Ovest, Marcellino Dallachiusa e Donata Padoanello, con i loro numerosi figli naturali ed accolti, in rappresentanza di tutte le case famiglia, e Arciso Peretto e Paolo Merlin, presidente e vicepresidente della cooperativa sociale Il Calabrone, accompagnati da due delle lavoratrici inserite.
«Questo riconoscimento – ha detto Ceron – testimonia il grande dono che noi stessi abbiamo ricevuto, di incarnare la vita in Gesù nella condivisione con le persone che si trovano in condizioni di bisogno e disagio. Da questa condivisione sono nate le case famiglia dove queste persone trovano un papà e una mamma che vivono con loro 24 ore su 24. La cooperativa il Calabrone, attraverso la collaborazione con altre aziende del territorio, fa sì che queste persone possano diventare da oggetto di assistenza a soggetti di lavoro e inclusione sociale».
APG23
09/02/2018
Un seminario per presentare la campagna che chiede al futuro governo l’istituzione di un ministero della pace si terrà lunedì 12 febbraio alle ore 17.00, presso l'Archivio Antico del Palazzo del Bo, Università di Padova.
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«Lo scorso 25 gennaio il Science and Security Board della Federation of Atomic Scientists, che dal 1945 indica con le lancette di un orologio (il Doomsday Clock, "l'orologio del giudizio universale") quanti minuti rimangono prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio, ha deciso di ridurre di altri 30 secondi la distanza dalla catastrofe globale fino a due soli minuti: la peggior situazione di sempre».
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Con queste parole Marco Mascia, direttore del Centro Diritti Umani, invita a prendere coscienza della situazione geopolitica internazionale, tanto grave quanto sottovalutata.
«Pochi giorni fa l'Amministrazione Americana ha messo la parola fine alla strategia per "un mondo privo di armi nucleari" ed ha avviato un programma senza precedenti di riarmo nucleare. Il documento parla espressamente di impiego di armi nucleari in caso di attacchi strategici non nucleari e sottolinea che gli USA non adotteranno mai una politica di "non uso per primi". - continua Mascia - Dal canto loro, Russia, Cina e Corea del Nord, i potenziali avversari degli USA a livello strategico, hanno avviato proprie strategie di sviluppo degli armamenti nucleari. Il documento dello Science and Security Board si conclude osservando che i leader reagiscono quando i cittadini insistono che lo facciano, e i cittadini di tutto il mondo possono chiedere azioni per ridurre la minaccia esistenziale della guerra nucleare"».
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La campagna "Ministero della Pace, una scelta di governo" sarà presentata lunedì 12 febbraio 2018 con inizio alle ore 17.00, nella sala dell'Archivio Antico del Palazzo del Bo dell'Università di Padova (via VIII Febbraio).
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Interverranno: Annalisa Oboe, Prorettrice alle relazioni culturali, sociali e di genere, Università di Padova, Francesca Benciolini, Assessore alla Pace e ai Diritti Umani, Comune di Padova, Nicola Lapenta, Comunità Papa Giovanni XXIII, Raffaele Crocco, Direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, don Albino Bizzotto, Presidente dell'Associazione Beati i Costruttori di Pace, Egidio Canil, Francescano, Basilica del Santo, Marco Mascia, Direttore del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papiscaâ€, Università di Padova.
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La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, la campagna Ministero della Pace, una scelta di Governo. La proposta ha l'obiettivo di far istituire nel prossimo Governo Italiano un Ministero che si occupi delle politiche di Pace, sia in Italia che all'estero. Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org.
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APG23
08/02/2018
Una veglia per Arietta Mata, la giovane prostituta ungherese uccisa da un cliente italiano, si terrà Sabato 10 Febbraio, alle ore 21, in via Bonvino, località Gaggio, nei pressi di Castelfranco Emilia (Modena), esattamente nel luogo in cui è stata ritrovata, vicino Castelfranco Emilia.
«Sabato ci troveremo con tutte le persone di buona volontà per pregare per queste nostre sorelle vittime dello sfruttamento sessuale e per la conversione degli sfruttatori e dei clienti - afferma Giovanni Paolo Ramonda Presidente della Comunità di don Benzi, il sacerdote che primo in Italia ha lottato contro il sistema prostitutivo - Chiediamo in particolare alle autorità ed alle persone che sono candidate al Parlamento di partecipare. Noi proponiamo, in questo percorso di avvicinamento alle elezioni politiche, che i partiti appoggino delle leggi che siano in favore della donna, della famiglia, per i bambini, la vita, il lavoro».
«Arietta era arrivata in Italia - speiga Ramonda - con la speranza di una vita migliore. Questa speranza è morta lo scorso 21 Gennaio, quando Arietta è stata uccisa da un cliente italiano, il quale ha poi deturpato il suo corpo, gettandola sotto un treno. Si tratta di un altro episodio di femminicidio, di violenza sul corpo e la dignità dell'essere umano perchè donna».
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.
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