APG23
14/02/2019
«Ci auguriamo che il Veneto respinga la proposta di regolamentare la prostituzione. Le donne costrette a prostituirsi sono vittime, rese schiave dalla criminalità organizzata e dai clienti che sfruttano la loro condizione di vulnerabilità». È quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII , in merito al progetto di legge di iniziativa statale che mira a regolamentare la prostituzione, istituendo appositi «albi» registrati nei Comuni, proposto dal consigliere Antonio Guadagnini.
«La discussione in Regione - continua Ramonda - arriva pochi giorni dopo la Veglia contro la prostituzione, tenutasi a Verona, cui hanno partecipato centinaia di persone insieme a ben cinque Vescovi».
«Ci auspichiamo che la Regione adotti le misure necessarie per liberare le migliaia di donne, tutte provenienti da paesi poverissimi, che in Veneto ogni notte sono costrette a soddisfare le turpi richieste dei clienti italiani. La soluzione più efficace – prosegue Ramonda – non è regolare il fenomeno ma contrastare la domanda, con sanzioni e misure rieducative per i clienti, come dimostrano le esperienze condotte da vari Paesi europei che hanno adottato il cosiddetto “modello nordico”. Confidiamo che presto anche l’Italia adotti questo modello di intervento».
A sostegno di questa proposta la Comunità Papa Giovanni XXIII ha promosso una campagna informativa e una raccolta di firme che ha già ottenuto l’adesione di oltre 30 mila persone e molte personalità civili e religiose, reperibile all’indirizzo www.questoeilmiocorpo.org
APG23
08/02/2019
La preoccupazione di molti è che Hit Show, la fiera che si svolge dal 9 all'11 febbraio 2019 a Vicenza e che si presenta come "la manifestazione dedicata a caccia, tiro sportivo e outdoor", rischi di diventare un'operazione ideologico-culturale per la diffusione delle armi in Italia.
È importante riflettere insieme sulle implicazioni di certe scelte e cercare proposte alternative per arrivare ad una reale sicurezza.
L’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia insieme alla Rete italiana per il disarmo promuove sabato 9 febbraio p.v. (ore 15-18.30) presso la sala conferenze dei Missionari Saveriani in viale Trento 119 a Vicenza il convegno “Legittima difesa, delitti e armi in Italia: per quale sicurezza?”.
La prima parte del convegno sarà dedicata all’approfondimento delle problematiche sociali, culturali e giuridiche che concernono l’istituto della legittima difesa, il possesso e la diffusione delle armi in Italia dando voce soprattutto alle associazioni delle vittime, ma anche a giornalisti e studiosi che si sono occupati di queste tematiche.
La seconda parte sarà dedicata ad una Tavola rotonda sul salone fieristico delle armi “HIT Show Outdoor Passion”, la cui quinta edizione inizierà il giorno stesso a Vicenza. Il convegno, “Legittima difesa, delitti e armi in Italia: per quale sicurezza?” sarà introdotto e moderato da Lauro Paoletto (Direttore del settimanale diocesano “La voce dei Berici”) e vedrà gli interventi di Giorgio Beretta (Analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa) sul tema “Insicurezza, reati e armi in Italia: tra realtà e rappresentazione”, dell’avvocato Elisabetta Aldrovandi (Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, promotrice della legge di modifica sulla “legittima difesa”) che terrà una relazione su “La difesa è sempre legittima? Le vittime di reati violenti”, della dott.sa Gabriella Neri (Presidente dell’Associazione “Ognivolta” onlus) che interverrà sulla questione “Armi per la difesa? Le vittime di armi legalmente detenute” e di Manco Mensurati e Fabio Tonacci (Giornalisti de “La Repubblica”) che presenteranno le loro inchieste su “Le armi in Italia: tra passione e domanda di sicurezza”.
Un convegno di grande attualità sia in considerazione del dibattito parlamentare riguardo alle annunciate modifiche della legge sulla “legittima difesa”, sia perché offre uno spazio di dialogo e di confronto pubblico a due rappresentanti autorevoli di associazioni da anni impegnate in iniziative culturali e legislative a difesa delle vittime di reati, sia infine, perché intende porre all’attenzione la questione della diffusione delle armi in Italia nel contesto dell’insicurezza, reale e percepita, e delle implicazioni sulla sicurezza pubblica nel nostro Paese.
Leggi l'articolo su Avvenire
Leggi la lettera aperta che 25 associazioni hanno scritto a Lorenzo Cagnoni, presidente dell'IEG Spa, che organizza la fiera delle armi Hit Show a Vicenza.
Leggi la risposta di IEG alle preoccupazioni delle associazioni, in merito alla fiera delle armi Hit Show.
APG23
05/02/2019
Cinque Vescovi si ritroveranno per lanciare un appello alle coscienze dei milioni di clienti italiani che ogni notte abusano di inermi ragazzine costrette alla prostituzione. A Verona, presso il Tempio Votivo di Piazzale XXV Aprile, venerdì 8 febbraio alle ore 20:30, la Comunità Papa Giovanni XXIII promuove una veglia presieduta dal Patriarca di Venezia Mons. Francesco Moraglia ed i Vescovi di Verona Mons. Giuseppe Zenti, di Vicenza Mons. Beniamino Pizziol, di Adria-Rovigo Mons. Pierantonio Pavanello, di Trento Mons. Lauro Tisi. Nel corso della serata porterà il proprio contributo un ex cliente, che testimonierà la sua esperienza di consumatore del mercato del sesso a pagamento. L'iniziativa arriva in occasione della Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, istituita da Papa Francesco in memoria di Santa Bakhita, bimba sudanese di 7 anni resa schiava, poi divenuta suora e proclamata Santa nel 2000. Alla serata prenderà parte anche suor Marilena Pagiato, Madre Superiora delle Figlie della Carità Canossiane, l'ordine di S. Bakhita.
«Per la prima volta, pochi giorni fa, il Vaticano ha preso una posizione netta sui clienti delle prostitute. In esso si dichiara che “gli stati dovrebbero criminalizzare chi approfitta della prostituzione o di altre forme di sfruttamento sessuale”. Una presa di posizione senza precedenti che segue quanto aveva già dichiarato un anno fa lo stesso Pontefice quando aveva definito i clienti come “criminali che torturano le donne”» è quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito agli Orientamenti pastorali sulla Tratta di persone redatti dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale.
«In questo documento – continua Ramonda - si dice ancora che “Chi genera la domanda, il cliente, condivide personalmente la responsabilità dell’impatto distruttivo del suo comportamento su altri esseri umani”. Ci appelliamo alla coscienza dei clienti. Con il vostro comportamento rendete schiave queste ragazzine vulnerabili. Guardatevi allo specchio: siate veri uomini».
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha liberato dalla strada e accolto oltre 7000 ragazze vittime del racket della prostituzione. Ogni settimana è presente con 28 unità di strada e 120 volontari per incontrare le persone che si prostituiscono. Promuove, insieme ad un cartello di associazioni, - tra cui CISL, AGESCI, Azione Cattolica, Forum Famiglie, Rinnovamento dello Spirito - l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e sanzionando i clienti delle persone che si prostituiscono.
Scarica il volantino
APG23
01/02/2019
In occasione della 41ª Giornata nazionale per la vita, che sarà celebrata domenica prossima, la Comunità Papa Giovanni XXIII promuove diversi eventi:
A Rimini, sabato 2 febbraio alle ore 17:30, il Vescovo Francesco Lambiasi presiede la Santa Messa in Basilica. A seguire una cena presso la casa per ferie "Stella Maris" in via Regina Margherita 18 a Marebello. Inoltre martedì 5 febbraio alle ore 7:15 si terrà la preghiera per la vita nascente davanti all'Ospedale Infermi di Rimini.
A Vailate in provincia di Cremona, presso la Chiesa parrocchiale, sabato 2 febbraio alle ore 21:00 si terrà una veglia presieduta dal Vescovo Antonio Napolioni. Nel corso della serata porteranno la testimonianza Greta e Duilio della Comunità Papa Giovanni XXIII.
A Castiglione del Lago in provincia di Perugia, presso il Palazzo della Corgna, domenica 3 febbraio, alle ore 15:30, si terrà l'incontro “Vale ancora la pena di spendere la vita per gli altri?” con Luca Fortunato della Comunità Papa Giovanni XXIII e Suor Rita Giarretta.
A Imola (BO), in Cattedrale, domenica 3 febbraio, alle ore 16:45 si celebra il S. Rosario. A seguire alle ore 17:30 il Vescovo Tommaso Ghirelli presiede la Santa Messa.
A Cuneo, presso l'ingresso principale dell'Ospedale S. Croce, lunedì 4 febbraio alle ore 10:00 si terrà la preghiera per la vita nascente.
«Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i numeri delle bambine e dei bambini abortiti in Italia nel 2017: 80.733. La decisione di abortire nasce spesso dalla solitudine della donna e da ostacoli che gli impediscono di accogliere la vita. Il 59% delle mamme indecise che abbiamo incontrato, con gli opportuni sostegni ed incoraggiamenti, ha continuato la gravidanza. Oggi pur nelle difficoltà testimoniano che questa scelta l’ha resa felice!» commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.
«Siamo preoccupati dall'aumento esponenziale delle vendite dei cosiddetti “contraccettivi d’emergenza”. - continua Ramonda – Si tratta di farmaci che, secondo diversi studi, possono avere effetti abortivi. Le vendite delle pillole "del giorno dopo" e "dei cinque giorni dopo" sono state 560.081 nel 2017. Pertanto è ragionevole pensare che il numero di embrioni umani eliminati grazie a queste pillole sia superiore alla riduzione degli aborti».
«Una giornata come quella di domenica ci ricorda che la vita è il dono più grande che Dio ci ha fatto» conclude Ramonda.
La Comunità Papa Giovanni XXIII opera dal 1997 al fianco delle donne che vivono una maternità difficile. Le gestanti sono accompagnate al fine di rimuovere le cause che le porterebbero ad abortire. A questo scopo l'associazione gestisce il numero verde 800 035 036 per le maternità difficili cui chiedere ed ottenere ascolto e l'aiuto necessario.
APG23
29/01/2019
Il culmine della Giornata Mondiale della Gioventù a Panama è stata sicuramente la veglia del sabato sera e la messa di domenica 27 gennaio. «È stato un momento coinvolgente e travolgente» racconta Matteo Santini, a Panama con il gruppo di giovani Apg23. «Abbiamo sperimentato un'immensa gioia, una potenza di essere immersi in un cammino di fede planetario. Un'esperienza che ha scaldato e commosso i nostri cuori, mettendo in moto delle energie che ciascuno di noi pensava di non avere. Si è accesa in noi la voglia di comunione e una vicinanza con Gesù e Maria molto coinvolgente».
Papa Francesco alla Giornata Mondiale della Gioventù
Le parole che Papa Francesco ha rivolto ai giovani radunati a Panama aprono ad orizzonti pieni di speranza ed entusiasmo:
«Uno dei frutti del recente Sinodo è stata la ricchezza di poterci incontrare e, soprattutto, ascoltare. La ricchezza dell’ascolto tra generazioni, la ricchezza dello scambio e il valore di riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che dobbiamo sforzarci di favorire canali e spazi in cui coinvolgerci nel sognare e costruire il domani già da oggi. Ma non isolatamente, uniti, creando uno spazio in comune. Uno spazio che non si regala né lo vinciamo alla lotteria, ma uno spazio per cui anche voi dovete combattere. Voi giovani dovete combattere per il vostro spazio oggi, perché la vita è oggi. Nessuno ti può promettere un giorno del domani: la tua vita è oggi, il tuo metterti in gioco è oggi, il tuo spazio è oggi. Come stai rispondendo a questo?
Voi, cari giovani, non siete il futuro. Ci piace dire: “Voi siete il futuro...”. No, siete il presente! Non siete il futuro di Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio! Lui vi convoca, vi chiama nelle vostre comunità, vi chiama nelle vostre città ad andare in cerca dei nonni, degli adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a loro prendere la parola e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato».
«Con queste parole Papa Francesco ha dato un grande messaggio al mondo intero degli adulti e a tutta la Chiesa» dice Matteo Santini. «Noi adulti spesso e volentieri abbiamo manie di protragonismo o di giovanilismo. I giovani non hanno bisogno di parole o di un futuro roseo, loro possono vivere già oggi una partecipazione alla vita di Cristo e della Chiesa, una bellezza di una fede cristiana che è dovuta loro come parte della Chiesa e del popolo umano».
GMG Panama 2019
Per la terza volta Papa Francesco ha accolto i giovani di tutto il mondo durante la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Dopo Rio de Janeiro (2013) e Cracovia (2016) è la volta di Panama. La GMG stavolta si è svolta in inverno, invece che d’estate. Questo perché a gennaio il clima permette meglio lo svolgimento dell’evento, oltre ad essere tempo di vacanze nel Centro e nel Sud America.
Il tema della giornata, o meglio delle giornate insieme al Papa pone l'accento su Maria: "Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).
Migliaia di giovani, provenienti da tutto il mondo, hanno raccolto l’invito di Papa Francesco e si sono trovati a Panama. L’apertura di questa XXXIV edizione dell'appuntamento introdotto da San Giovanni Paolo II si è svolta giovedì 24 gennaio al Campo Santa Maria la Antigua, un'area dedicata alla memoria di quella che dal 2001 è riconosciuta come la patrona di Panama.
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Dal Brasile, dallo Zambia e qualcuno anche dall'Italia: insieme alla Giornata Mondiale della Gioventù
Anche una delegazione Apg23 è presente a Panama per partecipare alla GMG, vivendo in prima persona gli eventi in programma, a partire dalla celebrazione di apertura del 22 gennaio, fino ad arrivare alla veglia e alla S. Messa conclusiva del 27 gennaio, entrambe presiedute da Papa Francesco. Nel gruppo ci sono giovani brasiliani e zambiani.
Matteo Santini, uno degli accompagnatori del gruppo Apg23 e animatore del Servizio Educazione e Formazione, ci aggiorna così: «Proprio stamattina (22 gennaio) il gruppo della Papa Giovanni XXIII si è riunito nella Parrocchia San Pio di Pietrelcina, che si trova a Tocumen, nella periferia di Panama City, nella zona dell’aeroporto. Abbiamo fatto un momento di preghiera e ci siamo presentati. Siamo in 27: tra i giovani ci sono anche 5 seminaristi di diocesi brasiliane e 2 sacerdoti tra gli accompagnatori. Durante il momento della preghiera abbiamo consegnato a tutti i rosari benedetti da don Adamo Affri durante la Messa del mandato missionario, celebrata sabato scorso alla Grotta Rossa di Rimini. Abbiamo anche consegnato il braccialetto dei giovani Apg23 a tutti quanti, come segno visibile di voler fare insieme questo cammino che ci porterà alla giornata mondiale della gioventù. Stiamo aspettando il bus per andare in centro città perché stasera alle 19 ci sarà la cerimonia di apertura al parco Omar di Panama City».
La prossima GMG
Un'esperienza che ha cambiato il cuore e la vita di tanti giovani di tutto il mondo. Ora il loro sguardo si volge al prossimo appuntamento mondiale: la prossima GMG si svolgerà nel 2022 a Lisbona, in Portogallo.
Il Papa invita i giovani a lasciarsi portare a casa l'entusiasmo che hanno provato in questi giorni a Panama:
«Già è stata annunciata la sede della prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Vi chiedo di non lasciar raffreddare ciò che avete vissuto in questi giorni. Ritornate alle vostre parrocchie e comunità, nelle vostre famiglie e dai vostri amici, trasmettete quello che avete vissuto, perché altri possano vibrare con la forza e la speranza concreta che voi avete. E con Maria continuate a dire “sì” al sogno che Dio ha seminato in voi».
Il Papa lancia la nuova App “Click to Pray”
Durante l’Angelus del 20 gennaio, Papa Francesco si rende ancora più vicino ai giovani, invitandoli ad unirsi in una rete globale per pregare insieme, e lancia una nuova app da scaricare sui propri cellulari e tablet: «Internet e i social media sono una risorsa del nostro tempo, un’occasione per stare in contatto con gli altri, per condividere valori e progetti e per esprimere il desiderio di fare comunità. La Rete può aiutarci anche a pregare insieme».
Con accanto padre Frederic Fornos, direttore internazionale dell’Apostolato della Preghiera, Papa Francesco ha lanciato la piattaforma ufficiale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa: Click To Pray (scaricabile su GooglePlay e su AppStore). «Qui inserirò le intenzioni e le richieste di preghiera per la missione della Chiesa - ha detto Papa Francesco, avviando l’app in diretta. - Invito soprattutto voi giovani a scaricare l’app Click To Pray, continuando a pregare insieme a me il Rosario per la pace, particolarmente durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Panama».
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APG23
28/01/2019
Sabato 26 gennaio hanno vinto l’accoglienza e la collaborazione, hanno vinto le famiglie.
L’evento #Dónàti è stato promosso nella stessa giornata in tutta Italia dal Forum Nazionale per le Associazioni Familiari per parlare di prossimità familiare, affidamento diurno e residenziale e adozione.
Verona ha visto la sala gremita al Palazzo della Gran Guardia e la partecipazione di diverse autorità: dal Senatore Stefano Bertacco, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Verona, al dottor Raffaele Grottola, Direttore dei Servizi Sociali dell'Ulss 9, a Mons. Giancarlo Grandis vicario del vescovo, a don Francesco Pilloni, Direttore del Centro di pastorale familiare di Verona oltre all'assistente sociale Valeria Colosi che coordina il Casf di Legnago.
Al centro dell’evento ci sono state le testimonianze delle famiglie che vivono questa esperienza: mamme, papà, figli naturali di una famiglia accogliente, i ragazzi che sono stati accolti in affidamento. Organizzata e coordinata dai presidenti del Forum Veneto delle associazioni Maria Alessandra Donà e Marco Scarmagnani, entrambi membri della Comunità di don Benzi, la giornata è stata un successo anche perché ha visto la collaborazione tra le varie associazioni che da anni sono impegnate a fianco di bambini e ragazzi in difficoltà.
La Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnata da sempre nell’affido e segue molte famiglie affidatarie in tutta Italia, per chi volesse più informazioni può rivolgersi a: minori@apg23.org
Le testimonianze dei protagonisti: l’affido e l’adozione
Massimo Cecchetti, coordinatore veneto di AIBI amici dei bambini, padre adottivo parla col cuore in mano del momento in cui lui e sua moglie sono andati ad incontrare la bambina che sarebbe diventata loro figlia; accanto a lei un'altra diceva: «Perché non portate anche me con voi?». Questo grido che proviene dai bambini in istituto senza una famiglia ha spinto Massimo e Maria Luisa a generare nell'amore ben 3 figlie adottive.
Elia ed Elena hanno scelto un affido residenziale nel Movimento per l'affido e l'adozione, ossia di accogliere 24 ore su 24 una bambina di 7 anni alcune difficoltà di tipo evolutivo. Sono felici a vederla felice, progredire e superare le sue difficoltà.
Andrea ed Elena, dell'Associazione Famiglie per l'accoglienza, 3 figli naturali, hanno accolto nella loro famiglia in affido diurno due bambini di 6 e 8 anni. Affido diurno significa dare un appoggio a questi bambini nei compiti, nel gioco, nell'attività sportiva, dal pomeriggio fino a sera.
Affido familiare: parlano i figli
Elena, figlia naturale di una famiglia aperta all'affidamento dell'Associazione Una famiglia in più, ha scelto di fare un'esperienza di prossimità familiare dando cioè una mano a una ragazzina con problemi di disabilità nel momento di necessità.
Nicola, un bel ragazzotto di 28 anni, ha raccontato senza peli sulla lingua della sua difficoltà a “subire” la scelta dei suoi genitori di accogliere in affidamento diurno per ben 10 anni un ragazzo con ritardo mentale. E ha raccontato come sia passato dall’evitamento al riconoscimento dell’importanza dell’accoglienza in un percorso di maturazione personale.
Asia ha portato la sua esperienza di ragazzina accolta in affidamento ha sottolineato con commozione che per lei è stato un grande dono essere accolta in una famiglia, quella di Jimmy Garbujo, presidente Famiglie per l'accoglienza del Veneto, con figli di diverse età, questa diversità le ha dato tanta armonia.
Alla fine c'è stato un fuori programma: dalla platea Elisa di 29 anni ha chiesto la parola per poter esprimere un grazie ai genitori affidatari, gli attuali presidenti del forum Veneto che fanno parte della Comunità Papa Giovanni XXIII, per la sua esperienza di figlia affidataria vissuta nella loro famiglia quando aveva 9 anni; ha voluto sottolineare la differenza tra ciò che ha vissuto in istituto e l'esperienza della famiglia affidataria: l'importanza di avere una mamma che ti incoraggia, ti stimola alle relazioni con gli altri, che ti accarezza i capelli la sera.
Nell'affidamento ha vissuto la possibilità di essere pienamente figlia, sorella, nipote.
APG23
19/01/2019
«Apprendiamo sconcertati la notizia dell'ennesimo terribile naufragio con numerosi morti di fronte alle coste libiche. Vittime innocenti cui vanno le nostre preghiere. Questa tragedia ci impone di affrontare di petto la questione migratoria. Occorre potenziare viaggi sicuri e legali per queste persone sia con un decreto flussi sia con i corridoi umanitari. Inoltre occorre aumentare la percentuale di PIL da destinare alla cooperazione allo sviluppo con l'Africa». È il commento di Giovanni Paolo Ramonda, presidente della comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al naufragio di ieri.
La comunità fondata da Don Benzi ha già accolto due gruppi di migranti arrivati dalla Libia con i corridoi umanitari in novembre e dicembre.
«L'Europa dovrebbe verificare il rispetto dei diritti umani in Libia» conclude Ramonda.
APG23
18/01/2019
Sabato 19 gennaio 2019 a Rimini, c'è un nuovo appuntamento dell'Università del Perdono, dal titolo "Custodi di un unico respiro".
Nella sala conferenza della Comunità Papa Giovanni XXIII in via Valverde 10, Francuccio Gesualdi, allievo di don Milani e fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo e don Luigi Verdi della Fraternità di Romena ci accompagneranno nella riflessione "alla ricerca di una riconciliazione tra giustizia sociale, tutela ambientale e pace interiore".
A moderare l'incontro Walter Chiani, giornalista e responsabile del servizio politiche educative del Comune di Pesaro. Porta sua testimonianza Evan Welkin, quacchero di origine statunitense che ha lavorato per ONG, aziende e governi tribali di Nativi Americani.
L'Università del Perdono è un progetto innovativo, nato nel 2012 nella Comunità Papa Giovanni XXIII per diffondere la pratica del perdono non solo in termini di fede, ma valorizzandone la forza universale. L'intuizione è arrivata dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, in una sua visita alla Casa Madre del Perdono, una struttura alternativa al carcere dove persone condannate ad una pena detentiva scelgono di fare un percorso personale rieducativo. Qui il Vescovo ha auspicato la nascita di una università dove imparare tutti a perdonare.
foto di Gabriella Carnevale
APG23
15/01/2019
C'è chi festeggia l'arrivo del nuovo anno con panettone e spumante, c'è chi partecipa alle grandi feste in piazza, c'è chi parte e va in Romania, per stare con gli emarginati, con quelle persone che non festeggiano il 31 dicembre, ma nemmeno il 1° gennaio, perché spesso le loro giornate sono tutte uguali.
Festeggiare "L'ultimo con gli ultimi" è un'iniziativa che da anni la Comunità Papa Giovanni XXIII propone ai giovani, spingendoli alle periferie esistenziali, per donare loro un'esperienza che spesso scombussola le loro prospettive e le loro vite...
Ecco alcune esperienze vissute dai giovani che hanno avuto il coraggio di vivere un capodanno diverso dal solito.
«Mi porto a casa tante domande»
«Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2, 12)
Dopo l’esperienza a Bucarest, non posso che fare ritorno a casa «per un’altra strada».
Questi giorni sono stati tanti piccoli e grandi fulmini che hanno illuminato, in modo anche violento a volte, alcuni grigi della mia vita. Scrivendo rivivo le contraddizioni che ho incontrato: bambini cresciuti in un quartiere di morte che esprimono vita, anziani abbandonati che affidano il proprio dolore, disabili fermi in un letto che guardandoti muovono maree. E ancora: senza fissa dimora ubriachi che richiamano il silenzio per pregare Dio, ragazzi delle comunità terapeutiche che si fanno riempire dall’incontro con l’altro, giovani che lasciano i propri agi per entrare nel disagio.
Non posso allora che rientrare in un altro modo nella mia quotidianità, con occhi nuovi per vedere il fratello che ho accanto, mani pronte a sporcarsi e cuore aperto all’accoglienza. Non posso che mettermi in moto perché anche a me spetta il compito di «lasciare il mondo un po’ meglio di come l’ho trovato» (Baden Powell).
Ringrazio Dio per avermi accompagnato in questa esperienza che mi ha interrogato sul senso della mia vita. Porto a casa tante domande: Come posso fare qualcosa di grande nella mia vita? Come posso incidere su ciò che crea sofferenza e disagio? Qual è il mio posto? Cosa voglio lasciare al mondo? Ho portato a casa anche un invito: «Vieni e seguimi». (Mt 19, 21). È stato un ritorno all’essenziale della vita, al cuore del Vangelo: l’amore per gli ultimi. Il cuore è colmo.
Giulia Riboli
#FOTOGALLERY:bucarest#
«I poveri mi fanno riscoprire di voler essere giovane»
«Non so come mai, ma quando torni sei sempre diversa e penso ti faccia un sacco bene».
Sono tornata da qualche giorno dal #campofuorilemura a Bucarest, Romania e dopo essere rientrata nella quotidianità, ho ricevuto questo messaggio da una mia amica.
È proprio come dice lei: mi sento diversa, cambiata e ciò è grazie a quello che ho vissuto in Romania.
Mi piace l’idea di farmi modellare e forse, il mio partecipare al campo è proprio per questo motivo: per non adagiarmi.
Molto spesso, immersa nella frenesia della quotidianità, tendo a ristagnare, a trovare un apparente equilibrio ma ciò non è positivo.
Per questo, ho scelto nuovamente di trascorrere del tempo nella terra delle contraddizioni per eccellenza: si passa in un istante dal luccichio del centro al grigiore dei block.
Mi sembra quasi di poter fare un salto nel passato, tornando a vivere nell’era vittoriana, conosciuta per l’accesa dualità: apparenza e realtà.
A Bucarest, tra i tanti ambienti, alcuni scarti della società vivono nel “Spital de Boni Cronice Sf. Luca”, di cui mi sembra ancor ora di poter percepire l’odore fetido che invade le stanze dell’edificio talmente anonimo che spersonalizzerebbe chiunque.
Mentre scrivo mi riaffiorano i ricordi e riecheggiano le risa colorate dei bimbi di Ferentari.
Mi pare quasi di avere accanto Mario che con la sua voce squillante mi dice: «Salut Alex, ce faci?».
Don Oreste Benzi scrive: «È giovane colui che vuole sempre di più, non gli basta mai, per cui è aperto alla vita, non reprime mai il bene, e fugge, ovunque, il male».
I poveri, mi fanno riscoprire di voler essere giovane.
La Romania è una nazione caratterizzata da un popolo che non ha opportunità, dunque è priva di possibilità di scegliere.
Mario, Ana Maria, Ionut, Andrei, Mihaela non possono essere artefici del proprio destino.
Più ci penso e più mi rendo conto della grande occasione che ho: poter essere attrice della mia vita.
I ragazzi disabili che ho preso per mano e con cui ho ballato spensieratamente mi fanno comprendere che vale la pena uscire dagli schemi prestabiliti della nostra società nonostante le mille paure e angosce.
Una sera, alla Gara de Nord (stazione), insieme ad un gruppetto di giovani, abbiamo incontrato alcuni senza fissa dimora.
L’idea era quella di passare del tempo con loro, fare due chicchere e offrir loro qualcosa da mangiare.
Ho impressa nella mente la scena in cui porgo ad una signora un panino e lei, non solo rifiuta ma mi offre dei cioccolatini: avevano il sapore della semplicità.
È un gesto che mi ha lasciato senza parole.
Lei che non ha nulla, mi offre quel poco che possiede.
Cerco allora di portare questo esempio alla vita concreta pensando che, ognuno di noi, spesso, si sente piccolo e impotente.
Forse però, dovremmo accettare che, nonostante la nostra piccolezza, anche noi possiamo compiere gesti grandi.
Ora, ti chiedo: «Tu hai una vita piena?»
Guardati dentro e se senti di sopravvivere di un equilibrio apparente, scegli di vivere un’esperienza che possa scombussolarti il cuore e fare di te un capolavoro.
Alessandra Vegis
APG23
14/01/2019
Può capitare, nella vita, di trovarsi in periodi in cui si è momentaneamente a corto di cose da fare. Senza scuola, senza università, senza lavoro. Ci sono momenti, però, in cui questa situazione non è solo un periodo passeggero ma una condizione di vita. Si smette di cercare e le giornate diventano lunghe e sempre uguali.
È proprio a questi giovani che il progetto di SEED (Social Employment Education Development) si rivolge con l’obiettivo di creare opportunità di incontro e stimolo per giovani delle province di Rimini e Forlì-Cesena che vogliono mettersi in gioco e riscoprirsi protagonisti del proprio futuro.
I partecipanti al concorso on-line a premi posso presentare, in modo creativo e artistico, idee di innovazione sociale per i propri territori. Questo percorso creativo verrà accompagnato da momenti formativi gratuiti, dall'allestimento spazi di co-working, da incontri e laboratori con professionisti presso le organizzazioni di volontariato.
Il progetto SEED, proposto dall’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini, in partnership con le cooperative sociali Comunità Papa Giovanni XXIII e La Fraternità, è finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale nell’ambito della Prevenzione e contrasto al disagio giovanile.
Dunque, se hai tra i 14 e i 28 anni, se sei delle province di Rimini e Forlì-Cesena e se non stai lavorando e studiando questo è il progetto giusto per te!
Per qualsiasi informazione e per rimanere sempre aggiornato segui il progetto SEED: anche su Instagram e su Facebook.
APG23
07/01/2019
«Siamo pronti ad accogliere nelle nostre case famiglia in Germania e Olanda alcune famiglie di migranti salvate dalle navi Sea Watch e Sea Eye». E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla vicenda dei 49 migranti a bordo della Sea Watch e Sea Eye, le navi delle ONG che da giorni stazionano di fronte a Malta in attesa di sbarcare in qualche porto.
«Ci uniamo all'accorato appello di Papa Francesco affinché i leader europei dimostrino concreta solidarietà. - continua Ramonda - In particolare ci appelliamo ai Governi tedesco e olandese, i governi delle due ONG che hanno salvato i profughi, affinché possano dare accoglienza a queste persone da troppo tempo in mare. Persone che stanno pagando il prezzo dell'immobilità dell'Europa sulla questione migratoria».
«Noi siamo disponibili all'accoglienza anche in Italia, come già fatto con i precedenti corridoi umanitari. - conclude Ramonda - Il nostro plauso va a quanti si rendono disponibili ad aprire le loro porte, come ha fatto il Vescovo di Torino, Mons. Nosiglia».
La Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, opera da 50 anni al fianco degli ultimi. Oltre alle 201 case famiglia in Italia, gestisce altre 50 case famiglia all’estero.
Case famiglia APG23: le tre caratteristiche fondamentali:
1) La casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII si caratterizza per la presenza di un papà ed una mamma. Non operatori in strutture residenziali ma strutture affettive.
2) E' una vera famiglia. Tutti ci vivono 24 ore su 24, 365 giorni all'anno. Non un’occupazione lavorativa ma una scelta di vita. Famiglie che aprono le porte di casa all'accoglienza di chi ha bisogno.
3) C'è posto per tutti: minori, disabili, anziani, italiani o stranieri e chiunque cerchi di ritrovare un posto nella società dopo aver sbagliato.
APG23
07/01/2019
A Natale ci siamo seduti insieme ai nostri cari intorno alla tavola imbandita; a Capodanno abbiamo fatto il bilancio dell’anno passato e brindato a quello nuovo, augurandoci che sia ricco di tutto ciò che desideriamo. E ancora abbiamo festeggiato l’Epifania, prima di tornare al lavoro, allo studio, alla routine quotidiana.
Non per tutti è stato così.
Le persone che vivono in strada guardano alle Feste da un’altra prospettiva. Proprio perché il mondo intorno a loro celebra la gioia dell’attesa e la speranza nel futuro, loro si sentono più soli, più emarginati.
Ecco perché la Comunità Papa Giovanni XXIII ogni anno si impegna in modo particolare per star vicino a chi vive in strada e per far sì che sia davvero festa per tutti.
Le nostre Mense di Strada di Torino, Genova e Milano hanno organizzato pranzi e cene in grande stile, oltre al consueto servizio che non si è interrotto nemmeno la sera del 24 e quella del 31 dicembre.
“Il menù è diverso rispetto al solito” ci tiene a precisare Lucia, da Roma, dove si festeggerà venerdì 11 gennaio, quando le luci e le iniziative organizzate dalle tante associazioni della capitale si sono già spente e a tanti viene la malinconia. “Ci sono l’antipasto, la carne, i dolci, che non possono mancare quando si celebra un’occasione importante! Per una volta poi mangiamo seduti, in un salone apparecchiato per bene, invece che al freddo fuori dalla Tuscolana”.
Le Capanne di Betlemme hanno aperto la loro porta davvero a tutti, a chi vive in strada, ai vecchi amici, a chi è arrivato grazie al passaparola.
A Bologna erano tutti invitati per il pranzo; a Rimini, il 25, è arrivato perfino Babbo Natale con i regali, mentre a Milano ci si è ritrovati per la consueta tombola dell’Epifania, dove ciascuno porta un premio da mettere al centro della tavola. Hanno fatto notizia il veglione di Capodanno a Riccione e alla Capanna di Chieti, a cui hanno partecipato anche moltissimi i giovani, che hanno preferito questa esperienza ai festeggiamenti tradizionali.
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Non sono state da meno le Unità di Strada di tutta Italia, che hanno trovato il modo di organizzare qualcosa di speciale.
Benché i mezzi a disposizione siano sempre limitati si è voluto portare un segno del Natale anche negli angoli più nascosti e bui. Il panettone da mangiare insieme, un sacchetto di biscotti, un regalo a ciascuno (calze e guanti pesanti, scarpe e sacchi a pelo a chi ne aveva bisogno), impacchettato e completato da un biglietto di auguri, così com’è giusto che sia.
“Vogliamo essere una grande famiglia allargata dove c'è posto per tutti. Non abbiamo voluto organizzare delle Feste per gli ultimi, ma con gli ultimi: ogni anno celebriamo il nostro Natale, Capodanno ed Epifania insieme a loro, a tavola gomito a gomito, aprendo i regali – non andiamo a festeggiare, poi, anche da qualche altra parte, in modo diverso, perché loro sono la nostra famiglia” ha detto Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.“
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Succede in Italia come all’estero: si è fatta festa con gli ultimi anche a Santiago del Cile, a La Paz in Bolivia, a Tirana in Albania, ad Atene in Grecia, perfino a Sidney in Australia – ovunque sia attivo il servizio per l’emergenza di strada di Apg23. In Russia si festeggia proprio oggi, 7 gennaio, il Natale ortodosso: la Mensa di Strada di Volgograd ha preparato la borsch, la zuppa tradizionale, mentre l’Unità di Strada di Astrakhan sta distribuendo un regalo a ciascuno. Perché sia davvero festa per tutti.
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