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APG23
02/06/2025
La storia di Gustavo e Manuela al Giubileo delle Famiglie
Al Giubileo delle famiglie ha partecipato una delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII. Durante la veglia di preghiera di sabato 31 maggio, la Comunità ha accompagnato due coniugi, Gustavo e Manuela, che hanno portato la testimonianza del loro difficile matrimonio. Dalle violenze in casa sulla moglie alla denuncia di lei, passando per il carcere di lui e il percorso riabilitativo nella Papa Giovanni, fino alla riconciliazione familiare. «Ora siamo persone completamente rinnovate, risorte, siamo rinati nell’amore, in una consapevolezza nuova, perché abbiamo abbracciato la croce che abbiamo portato». È la risposta che dà oggi Manuela Romagnoli quando le si chiede di descrivere lo stato attuale del rapporto con il marito Gustavo, dopo essere passati attraverso violenza, carcere, riabilitazione ed essere finalmente giunti alla riconciliazione. Matrimonio rose e spine I due si sposano nel 2005. Marito e moglie – lui di Foggia, lei di Riccione – si amano, ma il loro rapporto è burrascoso e non di rado violento. Sono entrambi figli di genitori separati. Gustavo ha avuto un padre aggressivo e quando nella vita di coppia sale la tensione lui reagisce violentemente e arriva anche alle mani. «Ho deciso di denunciare Gustavo dopo 12 anni di violenze in cui ho sopportato per amore e per paura», racconta Manuela. «Dovevo fermarlo – prosegue – per salvare me stessa e mettere al riparo i nostri due figli, ma in cuor mio non volevo che il nostro matrimonio finisse». Gustavo finisce in carcere Dopo la denuncia di Manuela ai Carabinieri, Gustavo finisce nel carcere di Rimini per 24 giorni. «Mi sono sentito smarrito e senza speranza – racconta – il senso di colpa era troppo grande, quello che avevo fatto era troppo grave. Un senso di vuoto assoluto per aver perso tutto». Ma, proprio nel momento più oscuro, la ferita si fa feritoia, ed entra la luce. «Nel carcere – prosegue l’uomo – ho incontrato i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII e ho ottenuto la possibilità di scontare la pena in una struttura alternativa, nella Comunità Educante con i Carcerati che ha le sue radici nel carisma di don Oreste Benzi». Il cambiamento per entrambi Manuela, intanto, lascia il lavoro e si affida per un mese ad una associazione antiviolenza. Cresciuta in una famiglia credente e ricevuta un'educazione cattolica, avverte però di avere bisogno di un cambiamento spirituale, che inizia attraverso la parola di un sacerdote e prosegue tutt’oggi. «Ero arrabbiata con Gustavo e con Dio – racconta – che ritenevo colpevole di non avermi aiutato. Un giorno un prete mi ha detto che non potevo perdonare se non sperimentavo per prima l'essere perdonata e amata. Queste parole mi hanno salvata». Gradualmente, anche Gustavo cambia. Possono riprendere i contatti, inizialmente solo telefonici, con la moglie. «Ho scelto di aiutare persone con vicissitudini simili alla mia – ricostruisce Gustavo – rimanendo a lavorare presso la Casa Madre del perdono di Rimini, abitata da persone con disabilità e individui che arrivano dal carcere. Uno di loro, Marino, mi ha girato il cuore, mi ha aiutato ad uscire dal mio egocentrismo, io che mi ero sempre sentito un fallito ho scoperto di avere qualcosa di buono da donare agli altri». La rinascita dal perdono Da tre anni la coppia è tornata insieme. I due sposi, insieme ai rappresentanti di quattro associazioni famigliari, hanno raccontato la loro storia sabato sera, 31 maggio, durante la veglia di preghiera a piazza San Giovanni in Laterano, una delle iniziative del Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani. «Perdonare non è umano – conclude Manuela – è una grazia. È una cosa divina, poiché umanamente non si può perdonare una persona che ci ha fatto del male. Ma il Signore ad un certo punto ti entra dentro e il suo amore vince il male. E quando la rabbia va via, allora ti puoi sentire consolata, amata». Fonte: Vatican News
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01/06/2025
Il sottosegretario Mantovano in visita alla casa famiglia di Jesi
Lo scorso giovedì 29 Maggio il sottosegretario Alfredo Mantovano è stato accolto in visita privata presso la casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII "Maria Stella del mattino" a Jesi, accompagnato da don Aldo Buonaiuto. Alla visita erano presenti anche il commissario di Fabriano, Angelo Sebastianelli, ed il giornalista e vaticanista Giacomo Galeazzi. Samuel e Liliana Polidori, responsabili della casa famiglia, dopo aver accompagnato l’onorevole e gli ospiti in un percorso descrittivo attraverso i luoghi più significativi della loro abitazione, – l’ex convento dei Frati Cappuccini – hanno spiegato come si svolge la vita quotidiana della loro casa famiglia, attualmente composta da nove persone, di cui sette minori. Negli anni la casa famiglia di Samuel e Liliana ha dato risposta a decine di persone con varie problematiche. Hanno spiegato che don Oreste Benzi considerava la casa famiglia come «la pupilla degli occhi della Comunità» necessaria per «dare una famiglia a chi non l'ha». In essa i membri dell'associazione scelgono di diventare padre e madre di chi è nel bisogno, legando la propria vita alla loro come in una normale famiglia. «La casa famiglia – hanno spiegato Liliana e Samuel Polidori, assieme a Don Aldo Buonaiuto – è il luogo in cui una mamma ed un papà donano la propria vita in maniera continuativa ed oblativa, assieme ai loro figli naturali, spazio non solo fisico ma anche interiore, pensato per dare una famiglia a chi non ce l’ha, e per rendere chiunque ne faccia parte consapevole di essere importante e attore in un progetto più grande, in cui la complementarietà e l’attenzione possono curare le più profonde ferite». L’iniziativa, pur se realizzata in un clima famigliare e amichevole, si inserisce nel quadro dei numerosi eventi promossi quest’anno dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in occasione del centenario della nascita di don Benzi, suo fondatore, e vuole dare seguito anche alle iniziative promosse nel 2023 in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita, per opera di don Benzi, della prima casa famiglia, modello innovativo di accoglienza, che ridona dignità alla persona. «Il termine casa famiglia in molti casi viene inflazionato, se non addirittura abusato, utilizzato impropriamente in realtà di accoglienza con caratteristiche molto differenti. Anche a livello normativo – ha ricordato don Aldo Buonaiuto – non si è ancora arrivati ad avere un inquadramento uniforme: viene lasciata piena facoltà alle Regioni di definire criteri di funzionamento e definizione. Esiste un nomenclatore che dovrebbe rendere possibile l’utilizzo di un linguaggio condiviso e appropriato in termini di realtà di accoglienza, ma lo stesso non è vincolante, quindi chiunque può procedere in maniera autonoma». Il Sottosegretario Mantovano, attento e sensibile verso i temi affrontati, ha espresso la massima disponibilità a supportare qualsiasi iniziativa volta a favorire il perfezionamento delle criticità sulla regolamentazione della casa famiglia.
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01/06/2025
Assemblea 2025: un’unica famiglia che ogni giorno mette a tavola 63mila persone
Sabato 31 maggio 2025 a Rimini si è tenuta l'assemblea annuale della Comunità Papa Giovanni XXIII. La giornata è iniziata come sempre con la preghiera delle lodi insieme a tutti i responsabili di zona anche dei paesi esteri, al responsabile generale Matteo Fadda e ai circa 200 delegati, provenienti da tutta Italia e dall'estero, che costituiscono l'assemblea. Dopo l'invocazione allo Spirito Santo, i responsabili degli uffici amministrativi hanno presentato il bilancio consolidato dell'associazione, che chiude sostanzialmente in pari, dando voce anche al prezioso lavoro dell'ufficio Fund raising e progetti. E' stato presentato altresì il bilancio sociale, parte molto importante in quanto fornisce uno spaccato di cosa vive la comunità ogni giorno. Interessante il dato aggregato che vede più di 63mila persone mettersi a tavola ogni giorno. Il 50 per cento delle persone accolte in Italia sono inserite nelle strutture dell'associazione senza nessun tipo di retta o contributo. Da rilevare anche l'intervento della revisione dei conti che ha fatto i complimenti all'associazione per la trasparenza e la precisione con cui viene redatto il bilancio, il quale è stato approvato con 168 voti favorevoli su 170, con un astenuto ed un contrario. Un tempo congruo è stato dedicato alle domande dei delegati. L'assemblea si è conclusa con la relazione del responsabile generale, che in modo molto accorato ha toccato diversi temi vocazionali esortando a vivere la fraternità, con uno stile di pace nelle azioni e nelle parole, per poter rafforzare l'accoglienza e la condivisione, strumenti che riempiono la vita di cose vere e che aiutano a vivere una vita da poveri. Alla conclusione della relazione è seguito un lungo applauso che ha confermato quanto sia stata sentita e intensa. Durante il pranzo in fraternità i delegati e responsabili di zona di tutto il mondo hanno potuto dialogare e confrontarsi sulla vita comunitaria. La giornata si è conclusa ringraziando il Signore con la Santa Messa, celebrata da Don Mario Zacchini, presso la Chiesa della Resurrezione alla Grotta Rossa, la parrocchia in cui è vissuto dal 1968 Don Oreste Benzi.
APG23
01/06/2025
Sogna e cammina, per vincere le dipendenze
È partito il 1 giugno il pellegrinaggio 'Sogna e Cammina', giunto alla 5ª edizione. Affrontano il percorso oltre 20 persone, fra ospiti ed operatori delle comunità terapeutiche  'San Giuseppe' di Sabbiuno (BO), 'San Lorenzo' di Caraglio (CN) e 'Madonna della Tenerezza' di Denore (FE). Attraverseranno 7 tappe sulla via Francigena, con partenza da Bolsena (VT) ed arrivo a Roma, dove si celebrerà il Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e Nuove Comunità proprio il 7 e l'8 di giugno. L'iniziativa è pensata per arricchire il percorso terapeutico dei partecipanti di un'importante occasione di riflessione, crescita e cambiamento, a partire dai numerosi spunti educativi che un'esperienza di cammino zaino in spalla offre: essenzialità, incontri, fatica, condivisione, contatto con la natura. Il pellegrinaggio Sogna e Cammina rientra fra gli eventi organizzati nel mese di giugno dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in preparazione alla giornata internazionale contro l'abuso e il traffico illecito di droga del 26 giugno.   Tappa 1: Bolsena - Montefiascone (17 km) - 1 GIUGNO L'appuntamento per i pellegrini è fissato per la sera di sabato 31/5 sera, alla CT di Sabbiuno. L'ospitalità per il gruppo in arrivo da Caraglio (alla prima partecipazione al pellegrinaggio) è garantita da un'ottima pizza in forno a legna, strumento più che efficace per animare i primi momenti di conoscenza. La mattina seguente la sveglia suona presto. Dopo una bella colazione sostanziosa e l'arrivo anche dei partecipanti dalla CT di Denore, è tutto pronto, si parte! Anzi no... neanche il tempo di arrivare in fondo al vialetto che già bisogna tornare indietro. Raccolto tutto il necessario che era stato dimenticato, si ri-parte davvero! Dopo un viaggio di 3 ore, la carovana arriva a destinazione: Bolsena! Foto di rito davanti alla Basilica di Santa Cristina e inizia ufficialmente il nostro pellegrinaggio! La prima tappa attraversa le vie del paese per poi passare a strade sterrate e sentieri. Sul percorso incrociamo tanti partecipanti alla maratona locale, che ci superano agilmente (ma loro non hanno lo zaino). Pochi km e la fame inizia a farsi sentire, decidiamo così di fermarci in una bella area picnic per mangiare l'insalata di riso che il nostro furgone di appoggio ci ha portato (anche noi qualche privilegio lo abbiamo). Recuperate le forze si riparte per l’ultimo tratto, arrivando a destinazione in circa 3 ore, dopo una ripida salita. Siamo ospitati a Montefiasocne nel monastero di San Pietro delle monache benedettine dove ci accoglie suor Maria Magdalena, che con la sua gentilezza e disponibilità ci mette subito a nostro agio. Dopo una bella doccia rigenerante partecipiamo alla messa del paese, nell'affascinante basilica di San Flaviano. Poi la cena, preparata da alcuni di noi rimasti al monastero. Nella serata finalmente possiamo sederci in cerchio insieme, per la prima volta. È il momento della consegna del nostro passaporto di viaggio: la credenziale del pellegrino, dove raccolgiere tutti i timbri delle tappe che faremo in questo pellegrinaggio! La serata finisce con un momento di condivisione sulla giornata passata e su ciò che ci ha lasciato. Poi a letto presto, per ricaricare le batterie! #FOTOGALLERY:DAY1# Tappa 2: Montefiascone - Viterbo (18 km) - 2 giugno La sveglia suona alle 6: inizia una nuova giornata! Facciamo colazione tutti insieme, risistemiamo gli ambienti del convento che ci ha ospitato e siamo pronti a partire! Attraversiamo la Rocca dei Papi e, dopo aver goduto della stupenda vista sul lago di Bolsena (con foto di rito), percorriamo il primo tratto in silenzio, riflettendo su un desiderio da custodire in questo pellegrinaggio. Sotto i nostri piedi, per alcuni tratti, l'antica via Cassia romana, ancora perfettamente conservata. Sfruttiamo un piccolo spiazzo per un momento di condivisione e intimità, prendendoci per mano e scambiandoci sguardi silenziosi e profondi. Tutto questo ci invita a riflettere su quanto siano potenti, pur nella loro semplicità, gesti che spesso diamo per scontati nella quotidianità. Il viaggio prosegue tra i sentieri e la conoscenza con i nuovi compagni, il tutto accompagnato da un sole cocente, che ci fa apprezzare un piccolo ma provvidenziale albero per una sosta all'ombra. Dopo una mattinata intensa, arriviamo a Viterbo, dove ci aspetta un'ottima pasta fredda grazie al supporto "dell'ammiraglia". In mezz'ora raggiungiamo l'Ospitale del Pellegrino, dove ci aspetta Vincenzo, diacono e responsabile dell’ostello. Dopo una doccia rinfrescante, riceviamo la benedizione del pellegrino proprio da Vincenzo, che ci ha anche spiegato l’interessante storia del pellegrinaggio dal Medioevo ai giorni nostri, dandoci utili consigli e spunti di riflessione per questa nostra esperienza! Ma soprattutto ci ha raccontato dei numerosi cammini che ha fatto (vi diciamo solo che potrebbe aver percorso più chilometri della vostra macchina!). Intanto si fanno sentire i primi acciacchi, così decidiamo di fare un po’ di stretching nella piazza del duomo di Viterbo. La cena è preparata dalla simpaticissima cuoca Ivana che, insieme ad Alessandro, ci ha coccolato con antipasto, primo, secondo, contorno e dolce! L’ospite speciale della cena è stato Fabio, uno dei fondatori del pellegrinaggio “Sogna e Cammina”, con il quale abbiamo avuto il piacere di parlare di come è nata l’idea di questo cammino. Prima della buonanotte, medichiamo le prime vesciche: siamo già intorno alla mezza dozzina! #FOTOGALLERY:DAY2# Tappa 3: Viterbo - Vetralla (18 km) - 3 GIUGNO Dopo una bella dormita, riprendiamo il cammino: direzione Vetralla! I primi chilometri li affrontiamo come se fossero una seconda parte della colazione, preparata qualche ora prima da Ivana! L’aria fresca ci accompagna mentre percorriamo strade scavate anticamente dagli Etruschi nelle pareti di tufo, fino a raggiungere il cippo che segna i 100 km da Roma. Al terzo giorno del cammino, le fatiche e i dolori si fanno sentire, ma stringiamo i denti. Il tragitto si snoda tra noccioleti e stupendi ulivi secolari, fino a raggiungere l'antica chiesa di Santa Maria in Forcassi, dove siamo accolti calorosamente dalle volontarie Mimma e Rossella. Sono proprio loro a guidarci all'interno del luogo sacro, dove Domenico, un altro volontario, ci racconta la storia e le vicende che hanno segnato questo luogo. Ancora pochi chilometri e arriviamo a Vetralla, dove ci aspetta l'ammiraglia con gli attesi panini. Dopo il pranzo, ci attende l’ultima fatica: altri 2 km, in salita come ogni fine tappa che si rispetti, per arrivare al Monastero Casa Accoglienza Regina Pacis, dove ci accoglie Suor Maria Benedetta. Dopo un riposo rigenerante e un po’ di stretching, approfittiamo del giardino spazioso e ombreggiato per un momento di incontro che ci aiuta a fare una verifica di metà percorso. Per concludere al meglio la giornata, un piatto di carbonara. Preparazione rigorosa: fortunatamente qualcuno di noi ha origini laziali, non possiamo sbagliare proprio qui! Prima della buonanotte, le medicazioni dei feriti, che aumentano giorno dopo giorno! #FOTOGALLERY:DAY3# L'arrivo a Roma Tappa 5: Sutri - Campagnano di Roma (24 km) - 5 GIUGNO Tappa 6: Campagnano di Roma - La Storta (25km) - 6 GIUGNO Tappa 7: La Storta - Roma (21 km) - 7 GIUGNO  Arrivati a Roma!! A breve il diario degli ultimi giorni!      
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20/05/2025
10 anni di missione in Grecia
Sabato 17 maggio si sono celebrati 10 anni di presenza della Comunità Papa Giovanni XXIII in Grecia: la casa famiglia di Filippo Bianchini e Fabiola Bianchi, la Capanna di Betlemme per senza fissa dimora e la presenza dei volontari di Operazione Colomba nei luoghi dove vivono i migranti. All'evento erano presenti Theodoros Kontidis, Arcivescovo di Atene, Matteo Fadda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, e numerosi missionari dall’Europa orientale. Si è ricordato Don Oreste Benzi nel Centenario della sua nascita. Durante l’incontro in cattedrale, l’Arcivescovo Theodoros ha incoraggiato a continuare ad essere una Chiesa in uscita, che cerca gli ultimi per strada ed a testimoniare che la famiglia deve essere il primo luogo dell’accoglienza. Dopo la S. Messa, si è festeggiato con una serata di condivisione in casa famiglia. Su Semprenews il racconto di Filippo e Fabiola, genitori toscani di 4 figli, che hanno aperto la missione in Grecia, ad Atene, nel quartiere Neos Kosmos, nuovo mondo, a 20 minuti dall'Acropoli. Oggi in casa accolgono una mamma del Kenya con due figli, una mamma eritrea con un bimbo ed un ragazzo afghano. Inoltre al piano superiore della casa danno ospitalità ad una famiglia Rohingya del Myanmar ed un altro ragazzo afghano. In questi anni hanno trovato spazio nella loro famiglia diversi minori stranieri non accompagnati che non erano stati riconosciuti tali dalle autorità locali.  
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13/05/2025
50 anni di obiezione di coscienza e di impegno per la pace
13 maggio 1975 – 13 maggio 2025 La Comunità Papa Giovanni XXIII celebra il cinquantesimo anniversario dalla Convenzione con il ministero della Difesa per l’impiego di obiettori di coscienza in progetti per la pace
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12/05/2025
Le associazioni presentano il Ministero della Pace
Roma, 24 giugno 2025 Il prossimo 24 giugno 2025, presso l’Auditorium Bachelet della Domus Mariae in Roma, dalle ore 15.30, le organizzazioni rappresentanti al Tavolo di lavoro Terzo Settore della Fondazione Fratelli tutti - Associazione Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica e ACLI - promuovono un evento dal titolo “Creare istituzioni più sane, ordinamenti più giusti, strutture più solidali. La proposta di istituire un Ministero della Pace”.
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09/05/2025
Papa Leone XIV: ci uniamo alla sua invocazione per la pace
Il saluto del Responsabile Generale della Papa Giovanni Matteo Fadda «Esprimiamo la nostra gioia per l'elezione del Sommo Pontefice Leone XIV. Ci uniamo alla sua invocazione affinché “la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante” raggiunga tutta la terra.
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07/05/2025
Fadda: «Il Governo italiano attivi ogni canale per porre fine all’eccidio»
«Ci uniamo all'appello dei Cardinali affinché “si giunga quanto prima ad un cessate il fuoco permanente e si negozi, senza precondizioni e ulteriori indugi, la pace lungamente desiderata dalle popolazioni coinvolte e dal mondo intero”». E' quanto dichiara Matteo Fadda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, che, tra le varie attività verso i poveri, opera in zone di guerra tramite il Corpo di Pace Operazione Colomba.
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06/05/2025
Grazie a Dio per aver donato Francesco
Mentre inizia il Conclave, il popolo sente ancora il bisogno di rendere grazie a Dio per aver donato Francesco. Ecco alcuni dei poveri che hanno segnato il suo pontificato.
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30/04/2025
Memoria della Beata Sandra Sabattini
Da venerdì 2 a domenica 4 maggio, tre appuntamenti in tre luoghi simbolici Gli appuntamenti: ospedale Infermi, parrocchia La Resurrezione e parrocchia San Girolamo. Domenica Messa in streaming.
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29/04/2025
Blackout in Spagna, la testimonianza della casa famiglia
Ore 12.33, la penisola iberica si spegne. Martedì 28 aprile un gigantesco blackout si è verificato in Portogallo, Spagna e parte del sud della Francia. La penisola iberica è rimasta interamente senza energia elettrica fino a notte fonda, poi pian piano la luce è tornata nelle varie città ed ora l'energia elettrica è tornata in tutto il Portogallo e nel 99,5% della Spagna.
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