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23/06/2021
Servizio civile in Emilia Romagna: come fare
C'è tempo fino al 18 luglio 2021 per presentare la propria candidatura ai progetti di Servizio Civile  Regionale 2021 della Regione Emilia Romagna. L'esperienza formativa del Servizio civile regionale prevede un contributo per i volontari di 439,50 € mensili. Possono fare domanda i giovani fra i 18 e i 29 anni. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha attivato progetti sul territorio di Rimini e Ferrara: Il progetto 2021 Nuove Generazioni si svolgerà nel territorio riminese a partire dal 1 settembre 2021, per la durata di 10 mesi. Sono 12 le posizioni ricercate, che verranno impegnati in attività a sostegno di minori e giovani stranieri, giovani con disabilità o persone senza fissa dimora, presso sedi della Comunità e di enti co-progettanti, da sempre attivi nel tessuto sociale romagnolo, nello specifico:  2 posti presso Associazione Arcobaleno casa dell’intercultura, via Bruno Toni 12, Rimini 2 posti presso Centro Educativo Italo Svizzero Remo Bordoni, via Vezia 2, Rimini 2 posti presso Comunità residenziale Casa Clementini, via Cesare Clementini 23, Rimini 1 posto presso GET Abracadabra, via Gerolamo Rovetta 20, Rimini 2 posti presso Casa Pomposa Centro Giovani, via Pomposa 8, Rimini 2 posti presso Casa Karibu, via Gustavo Salvini 10, Rimini 1 posto presso Capanna di Betlemme, via Ausa 186, Coriano (RN)   Inoltre, 3 posti saranno riservati a giovani con bassa scolarizzazione, che hanno cioè il solo diploma di scuola secondaria di primo grado, presso Associazione Arcobaleno casa dell’intercultura, Centro Giovani Casa Pomposa e Casa Karibu.   Il progetto Percorsi di autonomia si svolgerà a Ferrara a partire dal 1 settembre 2021, per la durata di 11 mesi. Sono 4 le posizioni ricercate, che verranno impegnate in attività a sostegno di persone con disabilità presso il centro aggregativo La Bottega di Giuseppe. Anche a Ferrara, un posto è riservato a giovani con un titolo di studio inferiore a quello di scuola secondaria di secondo grado, o che abbiano già presentato la propria candidatura ad un bando di servizio civile risultando Idonei non selezionati.    Per informazioni sui requisiti e le modalità di candidatura:  https://serviziocivile.apg23.org/servizio-civile-regionale Numero verde 800.913596 Whatsapp 340.2241702  
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22/06/2021
Parlamento Europeo, Comunità  Giovanni XXIII: «L’aborto non è un diritto»
«Non esiste un diritto ad abortire. La vita umana, anche quella non ancora nata, possiede una propria dignità e un proprio diritto sin dal concepimento. Pertanto chiediamo al Parlamento Europeo di adottare una risoluzione in cui si stabilisca il diritto di tutte le donne alla continuazione alla gravidanza e quindi di ricevere gli aiuti e le protezioni necessarie perché il loro figlio possa essere accolto». E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII in merito al Rapporto Matic. Il documento “La situazione della salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti nell'Ue”, presentato dall’europarlamentare Predrag Fred Matić, sarà discusso nella sessione plenaria del Parlamento europeo il 23 e 24 giugno a Bruxelles. «Risulta inoltre pericolosa la negazione del diritto all'obiezione di coscienza prevista nel Report — conclude Ramonda —. Questa sì che sarebbe una grave violazione di una libertà fondamentale».   Scarica la nota stampa in inglese [pdf].  
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16/06/2021
Covid-19: la Capanna si fa casa
La Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (CARISBO) ha finanziato, per l’anno 2020, il progetto #iorestoacasaconte, sostenendo con un contributo di 15.000€ le attività della “Capanna di Betlemme” di Castelmaggiore (BO), presidio socio-assistenziale gestito dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per persone in stato di estrema povertà e senza dimora. L’idea di questo progetto è nata all’inizio del periodo di lockdown che ha colpito il Paese agli inizi di marzo 2020 e dall’esigenza di potenziare l’ordinaria attività di accoglienza della struttura, da sempre solo a carattere emergenziale, rendendola di fatto residenziale. Grazie a questo intervento è stato possibile realizzare progetti personalizzati di reinserimento sociale per tutti coloro che si trovano senza una casa in un periodo di crisi sanitaria e sociale senza precedenti. Il progetto #iorestoacasaconte si è posto quindi come prima risposta al periodo di emergenza causato dal Covid-19 che ha imposto l’isolamento sociale a tutti, colpendo maggiormente tutti coloro che si trovavano già ai margini della società ovvero in situazioni di emarginazione e gravi difficoltà economiche. #FOTOGALLERY:CAPANNA# Per rispondere a questa urgenza l'associazione di Don Benzi ha dunque accolto tantissime persone in situazioni di estrema necessità creando così all’interno della Capanna di Betlemme quanto di più simile ad una famiglia vera e propria. Il rapporto tra volontari, operatori e utenti, alcuni dei quali già frequentatori abituali o saltuari della casa, si è consolidato al punto di permettere la creazione di relazioni di fiducia e stima i cui effetti sono ad oggi evidenti e tangibili. Infatti, la continuità e la residenzialità si sono dimostrati essere fattori fondamentali nella progettazione e realizzazione di percorsi di reinserimento sociale o riavvicinamento famigliare, molti dei quali non sarebbero stati possibili in un regime ordinario di accoglienza notturna. Ad oggi la Capanna di Betlemme ha mantenuto in parte il carattere residenziale, prevedendo comunque dei posti letto per le emergenze, il tutto nel rispetto delle normative ai fini della prevenzione del contagio da Covid-19. Sono state riprese le attività di unità di strada, due volte a settimana, durante le quali si intercettano nuovi bisogni e nuove povertà a cui rispondere quotidianamente. Resta ad ogni modo chiaro che, alla luce dei risultati raggiunti, tale progetto ha offerto nuove prospettive e nuovi obiettivi per cui si manterrà il carattere residenziale della Capanna di Betlemme, cercando di strutturare ancora di più la proposta già sperimentata all’interno del progetto #iorestoacasaconte.
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15/06/2021
A Bruxelles la proposta di pace per la Siria
Lunedì 14 giugno rappresentanti di Operazione Colomba hanno partecipato a Bruxelles alla Seconda conferenza interparlamentare di alto livello su Migrazione e Asilo, ospitata congiuntamente dal Parlamento europeo e portoghese. «In Libano sono presenti 1,5 milioni di rifugiati siriani su una popolazione di neanche 6 milioni di persone — ha dichiarato Alberto Capannini, responsabile di Operazione Colomba in Libano —. È una situazione esplosiva che continua a peggiorare. I rifugiati sono stretti in una morsa. Da un lato vivono in un paese in piena crisi politica ed economica, con un tasso di inflazione stellare che distrugge il potere d'acquisto delle famiglie. Dall'altro non possono tornare in una Patria che è ancora sotto il ferreo controllo dei signori della guerra. Vivono senza futuro». Nel corso della conferenza Operazione Colomba, corpo civile di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha presentato il proprio lavoro in Libano, i corridoi umanitari e la proposta di pace scritta dai rifugiati siriani del Libano. Di fronte a vari rappresentanti del parlamento europeo e dei differenti governi nazionali d'Europa, la risposta è stata di interesse e di apertura. Il Presidente David Sassoli ha ribadito la volontà da parte delle istituzioni europee di agire a livello politico con proposte opposte alla logica della violenza. Detlef Seif della Commissione affari interni del Parlamento tedesco ha dichiarato: «L'Unione Europea insieme alle Nazioni Unite dovranno lavorare per creare delle zone umanitarie in Siria». Seif è rimasto piacevolmente colpito dall'esperienza dell'associazione di don Benzi, presente in Libano con volontari che vivono dentro il campo profughi al fianco delle famiglie. Ha definito la proposta di istituire zone umanitarie in Siria una “ good idea ”.  
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12/06/2021
Da Bologna a Firenze a piedi per dire no alla droga
Partiranno lunedì 14 giugno alle 10.30 in Piazza Maggiore a Bologna, alla volta di Firenze, alcuni dei ragazzi impegnati nel cammino di liberazione dalle dipendenze  proposto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Lottano contro droga, alcool e gioco d'azzardo nella comunità terapeutica, nella foto, di Castel Maggiore (BO). Li accompagneranno gli operatori e qualche familiare: in tutto saranno una decina i pellegrini che raggiungeranno Piazza della Signoria domenica 20 giugno, lungo la Via degli Dei. Con loro ci sarà Fabio Bernasconi, responsabile della struttura:  «Il percorso metterà insieme la fatica del cammino con la bellezza dello stare insieme e della scoperta dei luoghi».   Guarda il filmato su Facebook Scarica il volantino Percorreranno 130 chilometri nella natura dell'Appennino Tosco-Emiliano; il cammino segnerà il percorso di avvicinamento alla Giornata internazionale contro l'abuso ed il traffico di droga del 26 giugno, che l'associazione di Don Benzi celebrerà quel giorno a Rimini con la Festa dell'interdipendenza e del riconoscimento. La comunità terapeutica della Comunità Papa Giovanni XXIII a Castel Maggiore (BO) è dedicata a San Giuseppe, cui Papa Francesco ha affidato il 2021; lo ricorda il Presidente dell'associazione di Don Oreste Benzi, Giovanni Paolo Ramonda: «Le dipendenze ci ancorano ai nostri pensieri. A San Giuseppe invece un angelo appariva in sogno e diceva di non avere paura, di partire, di mettersi in cammino. Anche il nostro fondatore ci ha insegnato a vivere sempre con le scarpe ai piedi». Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna ha affidato il suo augurio ad un video messaggio: «La droga spegne l'anima e si insinua poco alla volta, come è successo, senza che ce ne accorgessimo, con la pandemia del Covid-19. All'inizio sembrava un niente, poi abbiamo visto quanta sofferenza ha portato e quanta vita si è presa. Voi invece coltivate un sogno, raccontatelo alle persone che incontrate lungo il cammino e testimoniate con passione che dalle dipendenze ci si può liberare». Un raccomandazione per il ritorno è arrivata dal comico Giuseppe Giacobazzi: «Leggete e studiate molto, perché la cultura è l'unica droga che crea in-dipendenza». La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aperto nel 1980 la prima Comunità terapeutica per il recupero delle persone con dipendenze patologiche. Oggi gestisce 34 Comunità Terapeutiche - 22 in Italia e 12 all'estero - in cui sono accolte oltre 300 persone.
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11/06/2021
Si gioca per combattere il gioco d’azzardo
Giochi al parco per combattere il gioco d'azzardo. Sabato pomeriggio, dalle 14:30 alle 18:30, i Giardini Margherita ospiteranno i GAP – Giochiamo al Parco, una serie di giochi finalizzati alla prevenzione del gioco d'azzardo tra i giovani. Durante il pomeriggio verranno installate tre stazioni. Uno spazio interattivo dove i ragazzi potranno sperimentare giochi diversi: alcuni sani e altri riconducibili all'azzardo. Uno spazio informativo dove i ragazzi potranno accrescere la loro conoscenza sulla tematica della dipendenza da gioco d’azzardo e sui rischi ad esso connessi. Infine uno spazio esperienziale dove i ragazzi potranno ascoltare una testimonianza diretta di persone che hanno sofferto di dipendenza patologica.   «Nell'ultimo anno abbiamo osservato come l'azzardo sia divenuto un fenomeno sociale di dimensioni sempre maggiori negli adolescenti, in particolare nelle modalità online. Da qui è nata la volontà di investire nella prevenzione sul gioco d’azzardo. In collaborazione con il Comune di Bologna stiamo realizzando un progetto che mira alla promozione del benessere e della coesione sociale tra i giovani», spiega Leonardo Guaraldi, operatore della Papa Giovanni XXIII, la Comunità di don Benzi che gestisce una comunità terapeutica alle porte di Bologna. Nei mesi estivi l'evento sarà replicato in altri sei parchi cittadini: verrà individuato un parco per ogni quartiere della città metropolitana di Bologna.
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04/06/2021
Bologna: domenica una preghiera interreligiosa per i migranti
Il momento di preghiera interreligiosa Nel segno di Abramo si terrà domenica 6 Giugno alle ore 19:30 a Bologna, presso la Chiesa di Sant'Antonio di Savena, in collegamento con altre tre postazioni in Turchia, Grecia e Svezia. La preghiera vedrà la partecipazione dell'Arcivescovo di Bologna, Cardinale Matteo Zuppi, di Yassine Lafram, presidente delle comunità islamiche (UCOII), di Mons. Hovsep Bezazian, amministratore apostolico degli armeni cattolici in Grecia, di Mons. Paolo Bizzeti, Vescovo di Tabe e vicario apostolico in Anatolia (Turchia), di Per Kristiansson, prete luterano di Malmö (Svezia) e di Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità fondata da don Oreste Benzi.   Sarà possibile seguire la serata online a questo link.  Scarica qui la traccia di preghiera in 3 lingue [pdf]. You can attend here to the live event. Download here the trace of the prayer [pdf]. Scarica il volantino - Download the flyer.   Fatima ha 19 anni, viene da Idlib, la città siriana dove si nascondeva il califfo Al-Baghdadi. Dopo aver perso il padre durante la guerra all'Isis, scappa con la sua famiglia e raggiunge il Libano a piedi. Qui per cinque anni vive in tenda in un campo informale. Van è iracheno ma dal 2014 vive in Anatolia, Turchia, dove si è rifugiato dal terrore dell'ISIS. Mohammad viene dall'Afghanistan, ha 28 anni e insieme alla moglie e i due figli vive ad Atene. «Sono fuggito dalla mia terra perché è in guerra da più di quaranta anni — racconta — e lì ho perso mio padre, mia madre e tutti i miei fratelli e sorelle che sono stati uccisi nella nostra casa durante uno scontro a fuoco tra i Talebani e le forze alleate internazionali. Sono arrivato in Europa per costruire per me e la mia famiglia un nuovo futuro, per dare un'istruzione ai miei figli ed un posto sicuro alla mia famiglia». Sono alcune delle storie che saranno ascoltate domenica sera durante la preghiera interreligiosa. «Questo momento nasce dal desiderio di conoscere e ascoltare il grido dei poveri direttamente dalla voce dei profughi che vivono o hanno vissuto l'esperienza della migrazione. Le fatiche del viaggio, la miseria, la fame, le violenze, la reclusione nei campi, il freddo, l'abbandono — spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII —. Insieme al desiderio di ascoltare vogliamo unirci nella preghiera a Dio affinché possano raggiungere la libertà cui aspirano e che è propria di ogni persona. E poi pregheremo affinché noi europei possiamo aprire i nostri cuori verso questi fratelli ed avere una cultura più accogliente».   Scarica il volantino - Download the flyer.  
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03/06/2021
Verso la Settimana Sociale dei Cattolici per una ecologia integrale
Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII prende parte alla 49a Settimana sociale dei Cattolici italiani (Taranto 21-24 ottobre 2021: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro, tutto è connesso). Per rendere concreto questo impegno ha organizzato per giovedì 3 giugno 2021 alle ore 20:30 un momento di dialogo fra Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile Generale della Comunità, e mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale italiana. Il resoconto degli organizzatori La sensazione chiara è stata che non stavamo solo avviando la nostra Comunità verso la Settimana. L’impressione netta è stata anche di aver aggiunto una tessera importante al ricchissimo mosaico che la Comunità Papa Giovanni XXIII va componendo, anche in vista della prossima Assemblea generale dell'associazione fissata per il 24 luglio. Abbiamo intitolato l’appuntamento generale dello scorso 3 giugno CAMMINARE INSIEME VERSO TARANTO E OLTRE … PER UNA ECOLOGIA INTEGRALE. L’oltre è nel solco della Storia della Salvezza incessante della Chiesa; l’oltre è nell’oggi del cammino comunitario della Papa Giovanni iscritto in questo percorso salvifico. Protagonisti della serata sono stati S.E. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto, la città del disastro ambientale dell’ex Ilva, e il nostro Responsabile generale Paolo Ramonda, l’uomo che in Italia negli ultimi mesi ha pronunciato con più frequenza le parole “responsabilità” e “concretezza” … rivolgendola ai membri della Comunità e a tutti gli uomini di buona volontà. Cosa ci ha detto in questa circostanza la Chiesa per bocca di un suo autorevole Pastore? Che l’ecologia integrale non è intuizione solo di Papa Francesco. Già Benedetto XVI, nell’Enciclica Caritas in veritate, aveva affermato con forza che la gratuità è cifra della condizione umana che discende dalla Divina Rivelazione. Dio si rivela all’uomo non per una necessità, come fosse una rivendicazione per affermare e ribadire costantemente il suo potere creativo. Dio si rivela per una libera scelta, come dono gratuito di sé. Papa Francesco, proseguendo questa riflessione, tipica del pensiero ratzingeriano, ad apertura della Laudato Sì, offre un fondamento teologico all’Enciclica: il Padre dona Suo Figlio, una Persona della SS. Trinità, rendendolo parte del creato, facendolo uomo, un uomo che condivide il destino umano sino alla morte … e “oltre”. Mons. Santoro, nella sua riflessione, ha sottolineato come il contrario del dono gratuito è visibile in America Latina, dove il Presule è stato per 28 anni nella realtà martoriata del Brasile. La mentalità estrattiva rispetto alla natura è il contrario del dono. Pensare che vi siano fonti infinite da cavare è una distrazione imperdonabile che avvolge l’economia. Invece lo sguardo giusto verso il creato è quello di San Francesco nel “Cantico delle creature”, nella lode del creato ricevuto gratuitamente, dove tutte le componenti sono umanizzate e chiamate fratello e sorella. Fa eccezione la terra, che Francesco chiama sorella e anche madre. Mons. Santoro ha scritto una tesi di Dottorato nel 1974 dal titolo “La comunità, condizione della fede”, libro edito successivamente dalla Jaca Book. È quindi particolarmente sensibile al tema della essenzialità della comunità nella dinamica ecclesiale. La comunità cristiana è Corpus Domini che si incarna nella storia. La bellezza dell’esperienza cristiana, anche in senso estetico, è nei tratti del corpo della comunità. Ma la dinamica comunitaria è indispensabile anche alla vita: l’ecologia violata, la vicenda pandemica, hanno chiaramente mostrato che gli uomini si salvano tutti insieme nella cooperazione, oppure non si salvano. In Brasile è constatabile come i poveri siano i più sensibili all’esigenza della vita comune. Sono loro stessi che la edificano: nelle favelas di Rio il sabato e la domenica tutti costruiscono senza compensi la casa per i nuovi arrivati, mentre le donne preparano un pranzo di festa per gli accolti. L’emergenza ecologica può aver soluzione solo in una visione spirituale e contemplativa più alta, come quella di San Francesco. Il Santo di Assisi entra in conflitto critico con la visione dello stile di vita sociale da cui proveniva. Francesco comprende che la sua esistenza ha essenzialmente bisogno di senso, di un determinante valore arricchente. Forse senza saperlo San Francesco avverte che la sua era una crisi antropologica, e ad essa dà una risposta universale, non valida solo per sé, o per il suo Ordine. L’espressione più bella usata da Mons. Santoro nella serata dell’incontro è stata dichiarare che vive il Ministero episcopale “lasciandosi ferire dalla realtà”, dalla realtà di una città martoriata, dove il Vescovo è vicino al popolo, come già aveva scelto di fare in America Latina, prossimo ai poveri e ai bisognosi che gli raccontano le loro ferite. È il Vescovo che celebra i funerali degli operai morti in acciaieria e dei bambini del rione Tamburi morti di cancro. In questo modo, nella successione apostolica, accoglie quotidianamente le due file di persone che si recano in udienza dal loro Pastore: quella che chiede aiuto per porre fine all’emergenza ambientale della città, quella che chiede cosa ne sarà di 8.000 persone senza lavoro, cosa accadrà alle loro famiglie. “Lasciarsi ferire dalla realtà” è la via della croce. Ha lo stesso senso l’indicazione di don Oreste di condividere l’esistenza degli ultimi facendosi poveri e servi. È la scelta di povertà che San Francesco offrì al suo Ordine. Un’unica prospettiva salvifica da cui guardare alla vita umana secondo l’immagine e la storia di Cristo. E Paolo Ramonda cosa ha detto alla sua Comunità la sera del 3 giugno scorso?  Ha fatto presente che don Oreste già 30 anni prima della Laudato Sì ci ha posto lungo questa direttrice, chiedendoci di costruire la società del gratuito. Ascoltando “tanto il grido della terra quanto quello dei poveri” (LS, 49) la Comunità Papa Giovanni traduce concretamente questo mandato in tutti i 5 Continenti. Le esperienze lavorative che hanno preso vita nella Comunità pongono al centro l’uomo e il bene comune, in un cammino dove il concetto di “Economia di condivisione” è considerato scelta necessaria, fondata sulla fraternità e l’equità, rinunciando così espressamente a meri criteri economicistici. Ed anche in questa circostanza Paolo non ha mancato di ripetere ancora una volta la parola concretezza, riferendola ad alcuni temi che declinino un nuovo paradigma economico: economia circolare, equa distribuzione delle risorse del pianeta, corretta gestione dei rifiuti, mobilità sostenibile, finanza etica, nuovi stili di vita. Quali indicazioni rilevanti è possibile trarre dall’incontro e dalla stessa storia delle Settimane sociali? Direi anzitutto che la dinamica interiore del credente non ha due dimensioni: la devozione da una parte e il perseguimento del diritto e della giustizia dall’altra. Credo sia questo che anche don Oreste volesse dire con la nota espressione “la devozione senza la rivoluzione non basta, non basta”. Questa frase, ultimo suo intervento pubblico, l’ha pronunciata proprio ad una Settimana sociale dei Cattolici italiani, a Pisa, il 19 ottobre 2007, 14 giorni prima di andare in Zona Paradiso. Questo suo testamento spirituale è patrimonio non solo della Comunità, ma anche di coloro che hanno ispirato la storia delle Settimane sociali, un filo rosso che si lega indissolubilmente con i protagonisti del Movimento cattolico e del popolarismo in Italia. Per costoro la vita interiore era unità tra essere donne e uomini di Dio e vivere in compagnia delle opere. Giuseppe Toniolo, che promosse le “Settimane” a partire dal 1907, aveva questa idea di unicità ontologica. Anche per questo è Beato nella Chiesa. La Papa Giovanni è parte integrante di questa storia. Le Settimane sociali sono state uno sviluppo naturale che sgorga dalla promulgazione della prima Enciclica sociale, la Rerum Novarum, l’Enciclica “delle cose nuove”. Con questa lettera Papa Leone XIII fondava nel Diritto naturale i Principi della Dottrina sociale della Chiesa. Molti anni dopo, in sede di Assemblea Costituente, i cosiddetti “Professorini” che per parte cattolica elaborarono i Principi fondamentali della Costituzione (La Pira, Dossetti, Moro, Mortati, Lazzati, Fanfani, Tosato) fondarono il ritorno del Paese alla democrazia sull’idea che anche qui il Diritto (come per la Rerum Novarum), in particolare il Diritto costituzionale, dovesse porre lo Stato a servizio della persona, della comunità civile, della tutela delle libertà. La Chiesa oggi opera per arricchire ed ampliare il Diritto Pubblico Internazionale, che metta al centro la salvaguardia di tutte le componenti dell’ecologia integrale, in uno sguardo poliedrico e non concentrico (diceva Mons. Santoro), che è riflesso della dimensione universale in cui la Chiesa opera, ma riflesso anche della consapevolezza che nelle sorti dell’umanità “tutto è connesso”.  
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03/06/2021
I gravi danni dell’accordo UE-MERCOSUR
Il 21 maggio 2021 la Comunità Papa Giovanni XXIII ha partecipato all'evento online  organizzato dalla sezione Italia della Campagna Globale STOP EU-MERCOSUR sugli Impatti sociali e ambientali dell'accordo commerciale di libero scambio EU-MERCOSUR.     È stato un momento di discussione in cui esperti, sindacati e associazioni si sono incontrati con alcuni parlamentari europei, analizzando ed esponendo gli effetti negativi delll'accordo EU-MERCOSUR. Il trattato impatta su violazione dei diritti umani, ambiente, salute; altera gli equilibri economico-commerciali degli Stati contribuendo a una concorrenza dei prezzi al ribasso a scapito dei produttori locali che sono già sull’orlo della chiusura.         La Comunità è intervenuta con Edoardo Barbarossa che ha introdotto il percorso dell'associazione su: Transizione Ecologica e Ecologia Integrale, al cui interno si è inserita l’adesione dell'Associazione di Don Benzi alla Campagna STOP EU-MERCOSUR.   La  testimonianza dalla missione della Comunità Papa Giovanni XXIII in Brasile illustra gli impatti che questo trattato commerciale avrà, in termini di maggiore concentrazione della terra per monocultura, in termini di incendi boschivi, in termini di aumento della diseguaglianza e violenza verso popoli indigeni, comunitá locali e lavoratori.   La Comunità in Brasile é presente in diversi territori, principalmente nella regione Amazzonica e nel Cerrado, due dei sei biomi gravemente minacciati nel paese.    Gli incendi sono una realtà: secondo dati dell'Inpe solo nel mese di settembre del 2020 si sono verificati 69.329 incendi, legati principalmente alla deforestazione a favore del settore agropecuairo (esportazione di soia, mais e carne bovina) e siderurgico (acciaio).   Il Brasile a causa dell’enorme esportazione di carne bovina e pollo, soprattutto verso la Cina, ha visto aumentati nel 2020 i prezzi della carne del 30% e le famiglie non sempre hanno la possibilità di comprare carne e pollo, costrette a sostituire questi alimenti o a rinunciarvi.   L’inflazione è aumentata del 21,13% ; le conseguenze pesano direttamente sulla vita delle persone e sul carrello della spesa.   Ricordiamo anche la questione dei pesticidi; il Brasile è il paese che più consuma pesticidi al mondo (diversi sono espressamente vietati in Europa). Contaminano il suolo, l'acqua, compromettendo quindi la salute delle popolazioni locali e la genuinità dei prodotti esportati.   Oltre al disastro ambientale si registrano nel Paese crescenti violenze nei confronti dei lavoratori, delle donne, dei popoli indigeni e delle comunità locali. Il Conselho Indigenista Missionario (CIMI, 2020) denuncia un vertiginoso aumento di espropriazione di terra, incendi dolosi, fenomeni di abbandono dell'assistenza sanitaria e dell'educazione, minacce e conflitti. Si tratta di uno dei momenti storici più difficili e impegnativi per le popolazioni indigene.    Sono problemi che dovrebbero essere considerati prima di firmare qualsiasi accordo. Per questo motivo é urgente prendere parte alla difesa dell’ambiente, della salute, della vita; far si che i diritti delle comunità locali possano essere rispettati, non anteponendo il profitto di multinazionali o Corporation Transnazionali di cui gli Europei spesso sono interessati azionisti.
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31/05/2021
Tempo di sogni: appuntamento il 1 giugno
Un incontro  per  raccontare i sogni dei giovani, anche in un tempo di crisi  come quello attuale.   E' questo l'obiettivo di  “Tempo di sogni: i desideri dei giovani per un futuro da costruire insieme”,  l'evento che  si terrà martedì 1 giugno dalle ore 10 alle 12 su YouTube e su Facebook. Aprirà la diretta  Don Alberto Ravagnani , giovane sacerdote e youtuber. Interverranno il cantante Nek ed il sacerdote e conduttore televisivo Don Davide Banzato . La  solitudine forzata  che hanno vissuto gli adolescenti sta causando gravi  disagi psicologici.  Anche in mancanza di dati statistici, sono ormai numerosi i segnali lanciati da operatori sanitari, insegnanti, psicologi: atti di autolesionismo, aumento dell'aggressività, disturbi alimentari. Si tratta di fattori di rischio che nel prossimo futuro potrebbero sfociare in forme di  dipendenze patologiche  nei giovani. Il programma prevede un confronto a più voci su come questo tempo di pandemia possa trasformarsi in un’opportunità per ricominciare a sognare il proprio futuro. La parola sarà data ai giovani ospiti delle comunità di recupero dalle dipendenze, ai volontari, ai ragazzi in servizio civile ed agli studenti delle scuole che vorranno collegarsi. Sarà possibile inviare domande, riflessioni e commenti sul canale Youtube della diretta.   L'incontro è promosso dalle associazioni impegnate nella  lotta alle dipendenze e la promozione di percorsi di prevenzione, riunite nel Tavolo Ecclesiale Dipendenze.  L’evento sarà trasmesso online sul canale Youtube di Caritas Italiana e sulle pagine Facebook delle associazioni aderenti al Tavolo Ecclesiale Dipendenze.
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25/05/2021
Colombia: volontari di Operazione Colomba auditi in Parlamento
Lunedì 24 maggio 2021 il Comitato Permanente sui Diritti Umani nel mondo della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, presieduto dall’On. Laura Boldrini, ha ricevuto in audizione rappresentanti della Comunità Giovanni XXIII – Operazione Colomba (nella foto i volontari con, a destra, l'On Boldrini) per riferire sulla situazione dei diritti umani in Colombia. Sono inoltre intervenuti Juan Camilo Zuluaga, del Nodo Italia a sostegno della Commissione della Verità, Simona Fraudatario, del Tribunale Permanente dei Popoli, Giovanna Martelli, già deputata, e Francesco Martone, già senatore e portavoce della rete “In Difesa Di”.   «Ho conosciuto personalmente i volontari di Operazione Colomba quando operavo oltre venti anni fa in Kossovo. - ha commentato l'on. Laura Boldrini - Ritengo che in queste circostanze sia sempre utile che i deputati e le deputate possano anche andare direttamente nei luoghi e avere interlocuzioni con le istituzioni, con la società civile e fare un’azione di pressione diretta. Vi ringrazio di averci dato la possibilità di ascoltare da voi le istanze. Vi siamo vicini. Vi ringraziamo per quello che fate, per come lo fate e spero che riusciremo ad avere una buona sinergia perché è importante lavorare insieme, istituzioni e società civile». Per ascoltare audizione completa: https://webtv.camera.it/evento/18222#
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25/05/2021
Armi nucleari: «L’Italia prenda posizione»
«Come Comunità Papa Giovanni XXIII affianchiamo Papa Francesco senza sé e senza ma, nell'opporsi al suicidio dell'umanità rappresentato dalle armi nucleari». Così Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, intervenuto in conferenza stampa oggi. «È giusto che diventi prioritario garantire la pace e la sicurezza per la povera gente — ha continuato — contribuendo a costruire la speranza del disarmo con una svolta reale. Serve un cammino di popolo, che parta dai territori e dai giovani, che salvaguardi le future generazoni dal flagello della guerra. Dobbiamo puntare sul dialogo, senza lasciare nessuno indietro. La vera sicurezza può nascere solo dalla cooperazione e dalla solidarietà internazionale»· Ramonda ha anche sottolineato la necessità di lavorare alla riconversione dell'industria bellica, proponendo l'istituzione di un Ministero della Pace, che «Denunci l'immoralità e l'illegalità delle armi di distruzione di massa». «Ci rifiuteremo con i nostri giovani — ha concluso — di essere corresponsabili nell'alimentare focolai di guerra». Il documento congiunto Così Ramonda è intervenuto oggi durante la conferenza stampa on line di presentazione del documento firmato da 39 presidenti nazionali di realtà associative del mondo cattolico italiano, e che chiede all’Italia di ratificare il Trattato Onu di proibizione della armi nucleari.  Il 25 aprile 2021 i presidenti nazionali delle Acli, dell’Azione cattolica italiana, dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, i responsabili italiani del Movimento dei Focolari e il coordinatore nazionale di Pax Christi hanno infatti proposto al mondo cattolico italiano la sottoscrizione di un documento nel quale si chiede al Governo e al Parlamento italiano la ratifica del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore lo scorso 22 gennaio 2021 con il raggiungimento della cinquantesima ratifica. In queste settimane il documento ha raccolto altre 34 adesioni (giungendo così a 39) da movimenti, associazioni e altre realtà del mondo cattolico italiano, cui hanno fatto seguito anche quelle di diversi direttori di riviste a diffusione nazionale e di importanti realtà locali. «Ne deriva una richiesta alta e forte che si accompagna a quella insistente di Papa Francesco e di diversi vescovi italiani che si sono ufficialmente espressi in questa direzione – affermano i promotori -. Il Governo e il Parlamento del nostro Paese non possono restare insensibili a tutti questi appelli, che si uniscono a quelli della campagna Italia ripensaci che ha visto una forte mobilitazione di sindaci e di realtà della società civile nel richiedere al nostro Paese la ratifica del Trattato Onu». Alla conferenza stampa sono intervenuti alcuni dei firmatari del documento.        
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