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APG23
08/11/2022
Il Governo ritiri i Decreti che impediscono lo sbarco dei naufraghi
Come organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione e che si occupano della promozione dei diritti fondamentali, ci rivolgiamo ai Ministri dell’Interno, della Difesa e delle Infrastrutture del Governo Italiano, perché sia immediatamente consentito lo sbarco di tutti i naufraghi soccorsi negli scorsi giorni nel Mediterraneo Centrale, da giorni in attesa a bordo delle navi di salvataggio. Il Decreto del Ministero dell’Interno del 4 novembre 2022, scritto di concerto con il Ministero della Difesa e il Ministero delle Infrastrutture, con il quale si pretende di riservare lo sbarco alle sole persone “che versino in condizioni emergenziali” e di respingere le altre fuori dalle acque territoriali, si pone decisamente in contrasto con il divieto di respingimento collettivo, e potrebbe portare a una nuova condanna dell’Italia per respingimenti illegali, come giaÌ€ fu nel 2012. Il Tavolo Asilo e Immigrazione sottoscrive, a questo proposito, l’analisi e l’appello proposto da Magistratura Democratica e allegato a questo comunicato stampa. In questo momento le navi in attesa di fronte al porto di Catania, alle quali eÌ€ stata imposta una illegittima selezione dei naufraghi, con decine di persone bloccate a bordo, devono raggiungere velocemente la terraferma, per poter beneficiare di cure mediche e protezione. L’eventualitaÌ€ che queste navi facciano sbarcare solo una parte delle persone a bordo, riportando le altre fuori dalle acque territoriali italiane, come richiesto dal nostro Governo, pone seri rischi di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale. La Geo Barents, la Humanity 1, la Rise Above e la Ocean Viking hanno agito nel pieno rispetto delle norme, tenendo costantemente informati i centri di coordinamento dei soccorsi di ogni fase delle operazioni di salvataggio, a partire dalla segnalazione di nave in pericolo fino alla richiesta di un porto sicuro per far sbarcare i superstiti. Ricordiamo che, secondo le convenzioni internazionali marittime, eÌ€ preciso compito degli stati responsabili dell’area in cui il soccorso eÌ€ stato compiuto cooperare per coordinare i soccorsi e designare un porto sicuro per i naufraghi: eÌ€ solo al momento dello sbarco nel cosiddetto Place of Safety (POS), infatti, che l’operazione di salvataggio puoÌ€ dirsi terminata. Il silenzio di Malta e le mosse politiche dell'Italia per ritardare lo sbarco dei sopravvissuti prolungano le sofferenze delle persone in cerca di sicurezza, costituendo episodi inaccettabili dal punto di vista umanitario e legale. Come organizzazioni di tutela dei diritti umani, troviamo inaccettabile la totale inosservanza dei trattati e delle convenzioni internazionali da parte del nostro Governo, a scapito della dignitaÌ€ e della salvaguardia della vita umana, che non possono essere sacrificate per ragioni politiche. Chiediamo dunque al Governo italiano di: · Consentire lo sbarco immediato di tutte le persone attualmente a bordo delle navi di salvataggio Humanity 1, Geo Barents, Rise Above e Ocean Viking, come previsto dalle convenzioni internazionali; · Ritirare il Decreto Interministeriale del 4 novembre 2022, in ottemperanza del divieto di respingimenti collettivi. E all’Italia e agli altri stati membri europei che: · Tutti gli stati costieri rispettino gli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali, collaborando per la buona riuscita delle operazioni di soccorso e la rapida individuazione di un porto sicuro di sbarco per i naufraghi; · Si stabilisca un meccanismo prevedibile di sbarco dei sopravvissuti che garantisca tempestivitaÌ€ e sbarco in un luogo sicuro, dove la sicurezza della vita dei sopravvissuti eÌ€ garantita e i loro bisogni umani fondamentali possono essere soddisfatti; · Si metta a punto una missione pubblica europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale, ad oggi la rotta migratoria piuÌ€ mortale al mondo. A Buon Diritto, ACAT Italia, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Caritas Italiana, Centro Astalli, CGIL, CIES, CIR, CNCA, ComunitaÌ€ PapaÌ€ Giovanni XXIII, Emergency, Europasilo, Focus-Casa dei Diritti Sociali, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Magistratura Democratica, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Refugees Welcome Italia, Save the Children Italia, Senza Confine, OXFAM Italia, SIMM, UNIRE
APG23
28/10/2022
Diciamo No alle armi nucleari e Sà a forti gesti di pace e di dialogo
A pochi giorni dalla grande manifestazione per la pace del 5 novembre a Roma e uniti a Papa Francesco, offriamo questo contributo di riflessione al dibattito e al confronto in corso sul drammatico problema della guerra e sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace. Dal 24 febbraio 2022 la Russia di Putin con l’invasione dell’Ucraina ha portato la guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che comporta in prevalenza vittime civili, tra cui in maggioranza donne, bambini e anziani, a causa di bombardamenti su abitazioni, scuole, ospedali, centri culturali, chiese, convogli umanitari. Questa guerra si pone accanto alle tante altre sparse per il mondo, per lo più guerre dimenticate perché lontane da noi. Da quando è apparso sulla terra l’uomo ha cominciato a combattere contro i propri simili: Caino ha ucciso Abele. E poi tutta una sequela di guerre: di conquista e di indipendenza, guerre rivoluzionarie e guerre controrivoluzionarie, guerre sante e guerre di religione, guerre difensive e guerre offensive, crociate…fino alle due guerre mondiali. Con la creazione delle Nazioni Unite si pensava che la guerra fosse ormai un’opzione non più prevista, una metodologia barbara, dunque superata, per la soluzione dei conflitti. E invece no. Eccoci ancora con il dramma della guerra vicino a noi. Don Primo Mazzolari, dopo l’esperienza drammatica di due guerre mondiali, era giunto alla conclusione, in “Tu non uccidere”, che la guerra è sempre un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, e di conseguenza, tutte le guerre, anche quelle rivoluzionarie, difensive ecc., sono da rifiutare senza mezzi termini. È quanto aveva scritto ai governanti dei Paesi belligeranti anche Papa Benedetto XV nel pieno della prima guerra mondiale, indicandola come “una follia, un’inutile strage”. E come non ricordare Paolo VI all’Onu nel 1965 con il suo grido rivolto ai potenti del mondo: “Mai più la guerra, mai più la guerra, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con le armi in pugno”? Un grido, questo, ripetuto da Giovanni Paolo II nel tentativo di scongiurare la guerra in Iraq e l’invasione del Kuwait e da Benedetto XVI ad Assisi accanto ai leader religiosi mondiali. Ora, di fronte al drammatico conflitto in corso in Ucraina, è Papa Francesco a ricordarci costantemente che la guerra è “una follia, un orrore, un sacrilegio, una logica perversa”: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate il fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni” (Angelus di domenica 3 ottobre 2022). Come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, vogliamo unire la nostra voce a quella di Papa Francesco per chiedere un impegno più determinato nella ricerca della pace. Affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica. Il nostro Paese deve da protagonista far valere le ragioni della pace in sede di Unione Europea, di Nazioni Unite e in sede Nato. Il dialogo, il confronto, la diplomazia sono le strade da percorrere con determinazione. Servono urgentemente concrete scelte e forti gesti di pace. Di fronte all’evocazione del possibile utilizzo di ordigni atomici, e dunque di fronte al terribile rischio dello scatenarsi di un conflitto mondiale, un gesto dirompente di pace sarebbe certamente la scelta da parte del nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, armi di distruzione di massa, dunque eticamente inaccettabili. L’abbiamo già chiesto ad alta voce in 44 presidenti nazionali di realtà del mondo cattolico e come movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, con la sottoscrizione, nella primavera del 2021, del documento “L’Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, e poi con un secondo documento del gennaio 2022. L’hanno chiesto centinaia di Sindaci di ogni colore politico. L’hanno chiesto in un loro documento i vescovi italiani. L’hanno chiesto associazioni e movimenti della società civile. Rinnoviamo ora questa richiesta al nuovo Governo e al nuovo Parlamento affinché pongano urgentemente all’ordine del giorno la ratifica del “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, ad indicare che il nostro Paese non vuole più armi nucleari sul proprio territorio e che sollecita anche i propri alleati a percorrere questa strada di pace. Purtroppo, anche dopo tante guerre, noi non abbiamo ancora imparato la lezione e continuiamo ogni volta ad armarci, a fare affari con la vendita di armi e a prepararci alla guerra. Forse sarebbe opportuno con determinazione e coraggio percorrere altre strade. Forse sarebbe opportuno riempire di precise scelte e contenuti quella che Giorgio La Pira chiamava “l’utopia della pace”. Prima che sia troppo tardi. “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un'altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali” (Papa Francesco, 24 marzo 2022). [scarica il pdf] Emiliano Manfredonia Presidente nazionale delle Acli Giuseppe Notarstefano Presidente nazionale di Azione Cattolica Italiana Giovanni Paolo Ramonda Presidente dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Gabriele Bardo e Cristiana Formosa Responsabili nazionali del Movimento dei Focolari Italia Mons. Giovanni Ricchiuti Presidente nazionale di Pax Christi Davide Prosperi Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Adriano Roccucci Responsabile nazionale per l’Italia della Comunità di Sant’Egidio Don Luigi Ciotti Presidente del Gruppo Abele e di Libera Ernesto Preziosi, Presidente di Argomenti 2000 Ernesto Olivero Fondatore del Sermig (Servizio Missionario Giovani) Luigi d’Andrea Presidente nazionale del MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) Allegra Tonnarini e Tommaso Perrucci Presidenti nazionali della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) Roberta Vincini e Francesco Scoppola Presidenti del Comitato Nazionale dell’AGESCI Franco Vaccari Presidente di Rondine, Cittadella della Pace Antonio Di Matteo Presidente nazionale MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) Paola Da Ros Presidente Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV Luciano Caimi, Presidente di Città dell’Uomo - associazione fondata da Giuseppe Lazzati Ivana Borsotto Presidente della Focsiv (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) Rosalba Candela Presidente dell’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi) Giuseppe Desideri Presidente dell’AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici) Don Riccardo Battocchio Presidente nazionale dell’ATI (Associazione Teologica Italiana) Lucia Vantini Presidente del Coordinamento delle Teologhe Italiane Vittorio Bosio Presidente nazionale del CSI (Centro Sportivo Italiano) Massimiliano Costa Presidente nazionale del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) Patrizia Giunti Presidente della Fondazione Giorgio La Pira (Firenze) Marco Salvatori Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira (Firenze) Andrea Cecconi Presidente della Fondazione Ernesto Balducci (Fiesole) Paola Bignardi e Don Luigi Pisani Presidente e vicepresidente della Fondazione Don Primo Mazzolari (Bozzolo) Agostino Burberi Presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani (Barbiana) Rosanna Tommasi Presidente del Centro Internazionale Hélder Câmara di Milano Fulvio De Giorgi e Celestina Antonacci Presidenti dell’associazione La Rosa Bianca Giuseppe Rotunno Presidente del Comitato per una Civiltà dell’Amore Maria Grazia Di Tullio Associazione Francescani nel Mondo aps Franco Ferrari Presidente dell’associazione Viandanti e della Rete Viandanti (costituita da 19 gruppi e 12 riviste di varie città) Vittorio Bellavite Coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa Don Albino Bizzotto e Lisa Clark Presidente e vicepresidente dell’associazione Beati i Costruttori di Pace Carla Biavati IPRI-CCP (Istituto Italiano Ricerca per la Pace-Corpi Civili di Pace) Paolo Sales Per la Segreteria nazionale delle Comunità Cristiane di Base Italiane Maurizio Gardini Presidente nazionale di Confcooperative (Confederazione Cooperative Italiane) Fabio Caneri Coordinatore della rete C3dem (Costituzione, Concilio, Cittadinanza,) composta da 26 associazioni di varie parti d’Italia Gabriele Tomasoni Presidente nazionale del MEC (Movimento Ecclesiale Carmelitano) Alfonso Barbarisi Presidente AIDU – Associazione Italiana Docenti Universitari Cattolici Enzo Sanfilippo e Maria Albanese Responsabili italiani della comunità dell’Arca di Lanza Del Vasto Ambrogio Bongiovanni Presidente della Fondazione Magis Pierangelo Monti Presidente MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) Antonio Fersini Ministro Regionale OFS Lazio Suor Paola Moggi Per la segreteria della FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana)
APG23
26/10/2022
La notte di Don Oreste Benzi
Era la notte tra l’1 e il 2 novembre 2007 quando don Oreste lasciava questa vita terrena e da allora lo ricordiamo ogni anno con eventi, iniziative e celebrazioni in tutta Italia. L’obiettivo è raccontare la sua vita a chi non ha avuto l’opportunità di conoscerlo e soprattutto, continuare il suo impegno per rimuovere le ingiustizie che causano emarginazione, povertà e sofferenza a tanti. Don Oreste spese tutta la sua vita per dare voce agli ultimi e ai piccoli, incontrava la sofferenza delle persone e sulla base di questa innalzava al Padre la sua supplica, stimolando in chi gli stava accanto un desiderio di bene e giustizia. Nella notte del 31 ottobre, don Oreste Benzi non perdeva mai l’appuntamento con la strada, con i suoi poveri. Amava andare in discoteca tra i giovani, la notte di Halloween, con il suo sorriso disarmante e contagioso. Lo fece anche il 31 ottobre 2007, poche ore prima di morire. Oggi, questa notte è diventata “La Notte di don Oreste” e anche quest’anno a Rimini, nella sua città, tornano tante occasioni di condivisione per i giovani, per offrire loro “un Incontro simpatico con Cristo”, come lo definiva lo stesso Don. (scarica il volantino del programma della Notte di don Oreste). Un Cristo vivo che si incontra nelle periferie, tra gli scartati, un incontro che dà un senso alla vita. Così come ricorda Beatrice, una giovane volontaria che ha sperimentato quest’esperienza di condivisione qualche anno fa: «La notte del Don mi ha stravolto i piani. Ero alla ricerca di un'esperienza forte, qualcosa capace di svegliarmi dalla monotonia delle serate che si vivono a vent'anni. Quella notte ho sentito nascere forte in me il desiderio di mettermi a servizio di chi, dalla vita, non aveva ricevuto nessuno dei miei privilegi eppure sorrideva lo stesso. Quella notte ho trovato quello che stavo cercando. Sono uscita per la prima volta in strada ad incontrare le ragazze vittime di tratta e da quel momento testa e cuore sono rimasti lì, non permettendomi mai più di percorrere il lungomare di Rimini di notte con la sola spensieratezza di chi ha vent'anni». Julia è anche lei una giovane volontaria che quest’anno parteciperà alla Notte di don Oreste per la terza volta consecutiva. «Per me è un appuntamento fisso! È un’occasione per vivere un momento con il Signore e portare il Suo Amore alle persone che più hanno bisogno. La cosa incredibile però è che, mentre tu credi di portare ad altri la parola di salvezza, in realtà quella Parola sta aspettando te: gli “ultimi” sono uno strumento di incontro con Dio! Spero che sempre più persone possano sperimentare questo incontro prezioso!».   Guarda qui la diretta della Santa Messa Il 2 novembre, nel giorno del quindicesimo anniversario della nascita in Cielo del nostro amato don Oreste, verrà celebrata la Santa Messa in suo ricordo alla Chiesa La Resurrezione di Rimini, dove è stato parroco per una vita. Gli eventi in tutta Italia per ricordare don Oreste CATANIA - 29 ottobre alle18:00 verrà celebrata la Santa Messa in memoria di don Oreste, presso la Parrocchia di San Michele Arcangelo. RIMINI - 31 ottobre alle 18:00 la “Notte di Don Oreste” inizierà con l'apertura della mostra fotografica “Coin-Volti” e il consueto appuntamento con la Biblioteca Vivente. Alle 21.00 si potrà partecipare all’adorazione a S. Giuliano Borgo. Alle 22.30 la S. Messa conclusiva, sempre a S. Giuliano Borgo, e dalle 23.30, la nostra proposta è di unirsi alle nostre unità di strada, cioè ai gruppi di volontari che di notte, per le strade della città e della riviera, avvicinano le ragazze costrette a prostituirsi o chi è senza dimora per dare conforto, conoscersi e offrire un aiuto. il 2 novembre alle 20:30 verrà celebrata la Santa Messa in memoria di don Oreste, dal vescovo di Rimini Mons. Francesco Lambiasi nella Chiesa La Resurrezione. CASARANO (LE) - 31 ottobre alle 18:00 verrà celebrata la Santa Messa in memoria di don Oreste, presso la Parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Casarano. SAN MARTINO DI LUPARI (PD) - 31 ottobre alle 20:45 verrà celebrata la Santa Messa in memoria di don Oreste, presso il Duomo di S. Martino di Lupari (PD). CENTO (FE) - 1° novembre alle 18:00 verrà celebrata la santa Messa in memoria di don Oreste, presso la parrocchia di S. Pietro. CASTEL MAGGIORE (BO) - 2 novembre alle 21:00, nella Capanna di Betlemme, in Via Saliceto, 35 a Castel Maggiore, si terrà un'adorazione eucaristica dedicata a Don Oreste Benzi. CUNEO - 2 novembre alle 18:00 presso il Villaggio della Carità, via Pedona 11, a San Rocco di Castagnaretta verrà celebrata la santa Messa in memoria a don Oreste Benzi. LEGNAGO (VR) - 6 novembre alle 19:00 presso il Duomo ci sarà la Santa Messa in memoria di don Oreste. Prima della messa, ci sarà un incontro con il vescovo di Verona, Domenico Pompili e il responsabile della Capanna di Betlemme di Chieti, Luca Fortunato, che racconterà la sua testimonianza di condivisione con gli ultimi. Don Oreste Benzi e i giovani L'attenzione per i giovani è stata una costante in Don Benzi. La stessa Comunità Giovanni XXIII nacque nel '68 con un gruppetto di giovani cui proponeva delle vacanze alternative. Don Benzi andava nei grandi istituti dove erano rinchiuse le persone disabili, al tempo chiamate spastiche, per portarli ad Alba di Canazei, dove oggi sorge un albergo voluto dal sacerdote. Ogni persona con disabilità veniva accudita da due giovani. Fu un fatto sconvolgente per l’epoca. Giovani con disabilità per la prima volta giravano liberi sulle alte vette, sugli autobus, sulla funivia, tanto che vi fu la reazione avversa della locale azienda di soggiorno che temeva una fuga di turisti. Invece fu l’inizio di un nuovo approccio al mondo dell’emarginazione. Non più persone da assistere ma con cui condividere la vita. Chi era Don Oreste Benzi? Nato nel 1925, ha capito che voleva diventare sacerdote già alla giovane età di 7 anni. Fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha speso tutta la sua vita a favore degli ultimi. Giovane sacerdote nell'Italia martoriata del dopoguerra, si impegnò da subito a favore dei giovani, cui propone «un incontro simpatico con Cristo». Nel 1968 con un gruppetto di giovani e alcuni altri sacerdoti dà vita all’Associazione Papa Giovanni XXIII (Apg23) per sostenere chi è nella solitudine e nell'emarginazione. Don Benzi guida l’apertura della prima Casa Famiglia a Coriano, sulle colline riminesi, il 3 luglio 1973. Da allora la Comunità Papa Giovanni XXIII è cresciuta ed ora conta oltre 500 case famiglia e strutture di accoglienza in Italia e all’estero. Don Benzi è stato il primo in Italia a lottare contro la cultura della prostituzione e a denunciare la tratta delle donne. Con la lunga tonaca scura ed il rosario in mano, alle donne vittime del racket della prostituzione proponeva la liberazione immediata e la speranza di una nuova vita. Quella che ancora cercano i tanti poveri lungo le strade delle nostre città. La sua storia, così come la sua opera, sono raccolte sul sito della Fondazione a lui intitolata, nata del 2017 con lo scopo di far conoscere da vicino il nostro fondatore, attraverso i suoi scritti e le testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto. Ad oggi la Congregazione per le Cause dei Santi a Roma sta vagliando il vasto archivio di documenti raccolti per la causa di beatificazione di don Oreste Benzi.
APG23
21/10/2022
Un’assemblea straordinaria in cammino nella Chiesa
Sabato 29 Ottobre, alle ore 15, è convocata un'Assemblea Straordinaria in modalità online. Oltre ai delegati è aperta, come di consuetudine, a tutti i membri e PVV della Comunità Papa Giovanni XXIII. L'Assemblea sarà chiamata, non alla votazione - che sarà fatta successivamente -, ma a portare indicazioni sulle modifiche allo Statuto per conformarsi alle richieste del Decreto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita in cui è stabilito un limite alla durata dei mandati nelle associazioni di fedeli di diritto pontificio. A questo link un articolo sul Decreto. Attualmente l'art. 12 dello Statuto della Comunità Papa Giovanni XXIII prevede che il Responsabile Generale sia eletto dall'Assemblea Generale per sei anni senza limitazione al numero dei mandati. L'art. 18 stabilisce che l'Assemblea degli associati residenti in ciascuna zona provvede ogni tre anni ad eleggere il Responsabile di Zona che deve essere confermato dal Consiglio dei Responsabili di cui diventerà membro di diritto.  Pertanto la proposta di modifica che sarà sottoposta all'Assemblea riguarda esclusivamente la durata del mandato del responsabile generale, del rappresentante legale, del responsabile di zona e dei delegati che si propone di cinque anni con possibilità di un secondo mandato. Nello stesso incontro si terrà un aggiornamento sulla situazione di sostenibilità economica della Comunità alla luce dell'aumento del costo dell'energia e della conseguente inflazione. Inoltre saranno comunicati i nominativi dei nuovi animatori/referenti di Ambito generali. Infine si parlerà del ruolo e funzione dei delegati. La Comunità, sempre grata per il dono della sua vocazione specifica, si affida all'intercessione del Servo di Dio don Oreste Benzi e della Beata Sandra Sabattini.
APG23
18/10/2022
Contro la violenza alle donne migranti
Quali vie d'uscita per le donne migranti vittima di violenza? Il tema sarà affrontato nel seminario “L'inclusione delle donne migranti uscite dalla violenza” che si terrà venerdì 21 ottobre, dalle ore 9, a Verona in via dell'Artigliere 19, presso l'Aula Menegazzi del Palazzo “Ex Economia” in occasione della Giornata europea contro la tratta di persone. Interverranno tra gli altri Rosanna Cima, ricercatrice di pedagogia, Vittorio Zanon,assistente sociale, e Anna Fiscale, fondatrice e presidente della cooperativa sociale Quid. Apriranno i lavori Luisa Ceni, Assessore alle Politiche Sociali, e Raffaele Grottola, Direttore dei servizi sociali della AULSS 9. Modera Nicoletta Pasqualini, giornalista di Semprenews. «Le donne richiedenti asilo e rifugiate hanno subito violenze e discriminazioni prima, durante e dopo il viaggio di migrazione lungo le rotte per l'Europa. - spiega Irene Ciambezi, operatrice antitratta - L'impatto della crisi da Covid-19 ha inoltre causato un aumento della violenza di genere in Europa: violenza fisica e psicologica, il controllo coercitivo e la violenza online». Nel corso della mattinata verrà proiettato in prima visione a Verona il cortometraggio Ballerina del regista Kristian Gianfreda, prodotto da Coffee Time Film. La pellicola è ispirata alla storia vera di una donna migrante vittima di tratta a fini sessuali e vanta numerosi riconoscimenti: miglior cortometraggio al Venezia Shorts Film festival (2020); al Shorts Awards Cannes (2020); al Around Films international Festival di Berlino (2020); al Socially Relevant Film Festival di New York (2021). L'evento è organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII nell'ambito del progetto europeo “MIRIAM. Donne migranti libere dalla violenza”, in partenariato con l'associazione Differenza Donna, con il patrocinio del Comune di Verona e dell'Università di Verona - Dipartimento di Scienze Umane. Il progetto MIRIAM. Donne migranti libere dalla violenza offre servizi di sostegno sia alle donne vittima di violenza sia alle richieste di aiuto pervenute tramite altre associazioni. Tra i servizi offerti vi è l'accoglienza nelle case della Papa Giovanni, consulenza legale, supporto psicosociale, accompagnamento sanitario. Infine il progetto fino ad oggi ha promosso, anche in Veneto, una formazione specifica di 1000 professionisti e volontari di centri di accoglienza, servizi socio-sanitari e terzo settore. Scarica la locandina Vai al form di iscrizione Per informazioni: progettomiriam@apg23.org
APG23
13/10/2022
«Digiuniamo per fermare la guerra»
Una giornata di meditazione, preghiera e di digiuno per chiedere con forza un tavolo di dialogo, che porti ad un immediato cessate il fuoco. È la proposta per il 15 ottobre 2022 avanzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, rivolta a tutte le persone preoccupate per le ipotesi di allargamento del conflitto in corso, di ogni credo religioso e di ogni schieramento.   Scarica qui la traccia per la preghiera e la meditazione personale. L'associazione di Don Benzi invita gli aderenti a proseguire poi nell'impegno con iniziative di azione nonviolenta spontanee e diffuse, per chiedere alle istituzioni di profondersi con il massimo degli sforzi nel sostegno alle possibilità di mediazione fra le parti in conflitto. Il digiuno è primo strumento di azione nonviolenta e, unito alla preghiera, è importante occasione per la comunione e per la crescita spirituale nelle principali fedi religiose di tutto il mondo. Così il Presidente dell'associazione di Don Benzi, Giovanni Paolo Ramonda: «Ci uniamo all'Assemblea delle Nazioni Unite nel condannare l'annessione di territori ucraini alla Russia. Eppure la situazione di escalation che stiamo vivendo in questi giorni è drammatica, e credo che le cancellerie occidentali stiano pericolosamente sottostimando il pericolo di allargamento del conflitto. Ormai è entrato nel lessico quotidiano il riferimento ad armi sempre più devastanti. Dobbiamo ritornare al dialogo per il bene dell'umanità intera». La Comunità Papa Giovanni XXIII è presente da marzo 2022 in Ucraina, grazie ai volontari del corpo di pace Operazione Colomba che hanno iniziato a condividere la vita con le persone che per scelta o per necessità non sono fuggite. Con varie iniziative e attraverso la rete di solidarietà #StopTheWarNow già 500 volontari si sono alternati nelle aree di conflitto in Ucraina, aiutando ad arrivare in Italia e poi accogliendo oltre 1000 profughi. Hanno consegnato tonnellate di aiuti umanitari e contribuito alla costruzione di dissalatori per l'acqua nella città di Mykolaïv. Alberto Capannini, referente in Ucraina: «Lanciamo questa iniziativa di digiuno partendo dal punto di vista di chi la guerra la conosce: le sue vittime, ora nostri amici. Chi comanda una guerra non è consapevole nel profondo di quanta sofferenza le sue azioni stiano arrecando a persone che per lui sono degli sconosciuti». E continua: «Chiediamo trattative che partano da un contesto irrinunciabile di giustizia, perché è inaccettabile abituarsi al bombardamento dei civili, alla costrizione di persone inermi al freddo, alla sete, alla violenza. Nessuno, neanche le persone più ricche e potenti del mondo, hanno il diritto di fare la guerra». La proposta di digiuno collettivo anticipa e prepara le iniziative previste fra il 21 e il 23 ottobre dalla rete Europe for Peace, sostenute in Italia dalla Rete Pace e Disarmo di cui l'associazione di Don Benzi fa parte. La Papa Giovanni parteciperà alle varie iniziative per la pace previste nelle prossime settimane, sostenendo le manifestazioni nazionali unitarie. Materiale per la meditazione personale durante il digiuno e strumenti per il proseguio dell'iniziativa nonviolenta verranno messi a disposizione su questo sito.
APG23
11/10/2022
I giovani hanno ancora il desiderio di generare la vita?
Quest'anno in Italia (dati Miur) hanno iniziato la prima elementare circa 12 mila bambini in meno dell'anno scorso. La scuola pubblica misura un calo di 121 mila studenti: si sono perse 2300 classi. L'anno prima si erano contati altri 100.000 studenti in meno, con la chiusura, nel 2021, di 196 sedi scolastiche. I dati rendono evidente lo stravolgimento sociale cui il Paese sta andando incontro a causa del calo demografico. E il trend, con circa 15.000 nascite in meno contate dall'Istat ogni anno, è chiaro. Con l'intenzione di arginare il declino, e di far emergere il valore e la positività dell’esperienza genitoriale, più di 40 associazioni italiane hanno scelto di collaborare e costituire la “Rete per la Giornata della Vita Nascente”; primo obiettivo della rete è ottenere, anche in Italia, nella data del 25 Marzo, una “Giornata nazionale della Vita Nascente”. Sarebbe una giornata in cui riportare al centro l’importanza della vita che nasce, fugare dubbi e timori sulla maternità, informare sulle buone pratiche e sugli aiuti messi in campo da amministrazioni pubbliche e da privati a sostegno di chi desidera diventare genitore. All'interno di questo percorso si terrà martedì 18 ottobre dalle ore 16 nella Sala Pia dell'Università Lumsa di Roma, in Via di Porta Castello 44, il convegno:   Il futuro è giovane.... ma i giovani hanno ancora il desiderio di generare la vita? La giornalista Monica Mondo, aiutata da alcuni giovani, animerà il tavolo di confronto ed indicherà chiavi di lettura: quale futuro i giovani immaginano per sé, in relazione alla costruzione di una propria famiglia e alla loro possibilità di diventare genitori? Il programma prevede l'analisi del Presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo, basata sui dati relativi alla paternità e alla maternità, in riferimento all’età in cui oggi si tende a diventare genitori. Porteranno il proprio contributo: L'economista Prof. Leonardo Becchetti dell'Università Roma Tor Vergata; il Prof. Francesco Bonini, Magnifico rettore Lumsa; l'imprenditrice Stefania Brancaccio di Coelmo spa; il sindaco Alessio Rinaldi, promotore di politiche per la natalità; l'On. Giacomino Taricco, firmatario della proposta di legge per l'istituzione della Giornata della Vita nascente; il Card. Matteo Maria Zuppi, Presidente CEI. L'iniziativa si rivolge anche ai nuovi parlamentari. Spiega Andrea Mazzi, coordinatore della Rete per la Giornata della Vita nascente: «Il nostro Paese sta inesorabilmnte invecchiando. Il desiderio di dare la vita si sta spegnendo a causa delle prospettive di insicurezza economica e per la mancanza di politiche a sostegno della famiglia. Proponiamo di dedicare un giorno dell’anno a queste tematiche come primo passo per cambiare rotta; stiamo già lavorando ad un Festival per la Vita nascente da realizzare, in presenza, nel mese di marzo 2023». L'evento sarà trasmesso in streaming sul sito giornatavitanascente.org
APG23
04/10/2022
Ru486, volontariato cattolico: «L’Emilia Romagna non lasci sole le donne»
«Con la pillola abortiva le donne che vivono una gravidanza indesiderata diventeranno invisibili e non sarà possibile ascoltarle e sostenerle. Chiediamo al Presidente Bonaccini e all'Assessore alla Sanità Donini di non lasciare ancor più sole le donne». E' quanto dichiarano la Comunità Papa Giovanni XXIII e FederVita Emilia-Romagna in merito alla decisione della Regione Emilia-Romagna di rendere disponibile la pillola abortiva RU486 anche nei consultori. «L'uso della pillola abortiva risulta inoltre molto più doloroso per una donna a causa delle prolungate emorragie ed i dolori addominali. Dalle testimonianze raccolte (leggila su semprenews, leggila su interris), in assenza di un ricovero ordinario, il momento in cui le donne vedono l'espulsione del feto risulta traumatico» continuano le associazioni. «La fretta di somministrare la pillola abortiva rischia di far venire meno sia la settimana di riflessione, salvo casi d'urgenza, sia il supporto alle donne. Due misure a tutela delle donne previste per legge. Infine, - concludono le associazioni - da quando si è diffusa la pillola abortiva sono calate le richieste d'aiuto: occorre invece garantire alle donne l'ascolto, la condivisione delle incertezze di una gravidanza imprevista e l'eventuale supporto».
APG23
28/09/2022
C’era una volta il Bio
Dalle origini, espressione di sogni giovanili, ai dubbi sul futuro. C’era una volta il Bio è il cortometraggio, con regia di Paolo Gai, che porta l’attenzione sulla certificazione biologica. Prodotto da Coop Tesori Bio - cooperativa agricola e sociale con sede a Cervasca specializzata nella trasformazione di latte biologico a marchio BioMu, Cascina Bianca e I Tesori della Terra - e Agricola Multimedia - agenzia di comunicazione digitale e analogica al servizio delle filiere agroalimentari di qualità, C’era una volta il Bio ha ripercorso la storia del biologico attraverso gli uomini che, ieri e oggi, hanno contribuito alla sua nascita e alla sua evoluzione, sia in Piemonte, sia in Italia. Nello stesso, sono espresse anche tutte le incertezze e i dubbi rispetto all’autenticità e ai valori del biologico nel futuro. Vedi il teaser «L’idea del documentario è nata da una necessità: sentivamo il bisogno di far chiarezza sul tema — racconta Fabrizio Oggero, amministratore delegato di Coop Tesori Bio —. La nostra cooperativa, e ancora prima la persona di Livio, tra le menti di Coop Tesori Bio, ha sempre scelto il biologico, fin dal 1986, ancora prima che questo fosse certificato. Ma oggi, che cos’ è questa certificazione? Siamo certi che non sia esclusivamente una moda? Per noi il biologico è un approccio alla vita e all’agricoltura. Per questo motivo abbiamo scelto di tornare indietro per ripercorrere la sua storia, animata da sogni e progetti autentici». Il regista Paolo Gai, di Agricola Multimedia, commenta: «Cercavamo la verità e l’abbiamo trovata. Ho accettato questa sfida perché credo sia necessario riconoscere il valore degli uomini e delle donne, sempre. È nelle menti di chi sa prendersi cura della Terra, il futuro delle prossime generazioni. C’era una volta il Bio vuole scatenare riflessioni e confronti, alimentare domande e dibattiti affinché i sogni di chi, per primo, ci ha creduto, continuino a essere difesi».
APG23
12/09/2022
Le richieste al mondo politico per costruire la pace
La Comunità Papa Giovanni XXIII sostiene l’appello della CNESC – Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile a tutte le forze politiche per rafforzare e valorizzare il Servizio Civile Universale (di seguito SCU). Per i giovani il SCU rappresenta un’occasione unica per sentirsi parte di una comunità, per essere portatori sani di cambiamento, che parte da sé stessi e si dilata alla società, al mondo che ci circonda. “Nella proposta di SCU della Comunità questo avviene attraverso la condivisione diretta, cioè attraverso un’esperienza di prossimità con quanti vivono l’esclusione, l’ingiustizia o qualsiasi forma di violenza” dichiara Laura Milani, Responsabile del Servizio Civile per la Comunità Papa Giovanni XXIII e Presidente CNESC. “Lo stare a fianco diventa allora già una scelta nonviolenta, un primo passo per la promozione dei Diritti Umani, dell’inclusione, della solidarietà tra i popoli.” “E’ urgente investire in politiche di pace a tutto tondo – continua Milani - Mentre continuano ad aumentare le spese militari, si investe troppo poco nelle esperienze che contribuiscono a prevenire e trasformare i conflitti e a costruire una pace positiva, che non è solo assenza di guerra. Per questo chiediamo che si potenzi il Servizio Civile Universale, che si investa nei Corpi Civili di Pace, valorizzando le esperienze positive della società civile, che si intervenga a livello politico in questo senso, coinvolgendo tutti gli attori coinvolti, perché è urgente un approccio strutturale nazionale di larga scala per il mantenimento e la promozione della pace”.   Scarica il comunicato stampa della CNESC  
APG23
07/09/2022
Don Oreste Benzi nel cuore dei bambini
Il ricordo di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è ancora vivo nel cuore di tanti che l’hanno incontrato e conosciuto. E tante mamme, papà, nonni hanno raccontato la sua vita ai loro piccoli. Da semprenews.it alcuni pensieri raccolti dai bambini che hanno conosciuto il sacerdote riminese dopo la sua scomparsa, attraverso i racconti di chi l’ha incontrato di persona. Don Oreste ha incontrato migliaia di persone e ha segnato la vita di tanti. Anche oggi la sua storia continua a parlare e a ispirare molte persone, a partire dai bambini: «Caro nonno Oreste, anche se io non ti ho incontrato, io sono sicuro che eri e ancora sei un vero supereroe che invece di combatterli, i cattivi li fai diventare buoni. Ma io vorrei sapere: come facevi a vedere tutto in modo buono? Soprattutto l'aglio e il minestrone. Grazie nonno Oreste!» Leggi tutto    
APG23
06/09/2022
Grazie per aver fatto posto alla tavola di Un Pasto al Giorno
Un fine settimana all’insegna della solidarietà e della fraternità: è questo l’obiettivo di Un Pasto al Giorno, che ogni anno si impegna a dare almeno un pasto a chi ha fame così che possa prendere il proprio posto alla nostra tavola, come in una grande famiglia. In questi due giorni ricchi di emozioni e sorrisi, i nostri volontari hanno incontrato nei loro banchetti nelle tante città di tutta Italia, centinaia di persone pronte a dare il proprio aiuto per contrastare la povertà e la fame in Italia e nel mondo. “Grazie a voi per questo fine settimana di impegno e condivisione - dice il responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII Giovanni Ramonda- anche quest’anno Un Pasto al giorno è sceso in piazza per chiedere giustizia a chi non ha da mangiare, per far sedere a tavola i poveri, insieme per una giusta festa, senza fine. Grazie a tutte le persone della Comunità e ai volontari che sono stati in piazza per dare un pasto a chi soffre la fame. Insieme possiamo costruire una tavola dove ci sia posto per tutti”. #FOTOGALLERY:UPAG2022# Grazie per esserci stati accanto e di continuare a credere nel nostro impegno al fianco degli ultimi. Un impegno che continua ogni giorno ed è per questo che Un Pasto al Giorno continua: nei prossimi giorni saremo ancora in alcune città d’Italia. Scopri dove saranno i nostri banchetti e sostienici sul nostro sito: unpastoalgiorno.apg23.org   Torna Un Pasto al Giorno per costruire una tavola dove ci sia posto per tutti Il 17 e 18 settembre vieni in piazza con la Comunità Papa Giovanni XXIII per contrastare le nuove povertà emergenti Sono tante le persone che ogni giorno soffrono la fame, molte più di quelle che pensiamo. Solo in Italia nel 2021, secondo l’Istat, poco più di 1,9 milioni di famiglie e circa 5,6 milioni di individui vivono nella povertà assoluta. La pandemia e le conseguenze economiche che ha generato e poi la guerra in Ucraina e l’impatto che sta avendo sull’aumento dei costi delle materie prime, stanno aggiungendo nuove difficoltà a chi già prima viveva in un equilibrio precario o a chi riusciva a sopravvivere dignitosamente ma che oggi sono precipitate in una condizione di indigenza. Per questo motivo, sabato 17 e domenica 18 settembre torna nelle città di tutta Italia l’iniziativa solidale Un Pasto al Giorno, l’evento di sensibilizzazione che ogni anno la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza per aiutare le tante persone che vivono in situazioni di grandi difficoltà in Italia e nel mondo. Con Un Pasto al Giorno possiamo preparare 7 milioni e mezzo di pasti all’anno per le persone povere aiutate e accolte nelle nostre Case, mense e realtà di aiuto. Quest’anno, inoltre, sarà aggiunta anche una piccola riflessione sull’importanza della preghiera: come da tradizione, infatti, chi parteciperà all’iniziativa riceverà un oggetto simbolico, in questo caso un libricino con sette preghiere in sette lingue diverse. Un segno di come ci si possa e ci si debba sentire una comunità, unita di fronte ai problemi che ci si presentano innanzi e attenta ai bisogni di tutti. "La Comunità Papa Giovanni XXIII è fatta di persone che condividono ogni giorno la vita, la casa e anche la tavola con chi è nel bisogno – ha spiegato il presidente della Comunità, Giovanni Ramonda –. Sediamo uno accanto all’altro, stringendoci per far posto a chi arriva e il nostro primo gesto è ringraziare per il pasto che abbiamo davanti, pregando che sia sempre sufficiente a sfamare le migliaia di persone che si rivolgono a noi in cerca di aiuto, chiedendoci di colmare il vuoto del corpo e dell’anima. La preghiera ci unisce ovunque siamo e rafforza quel legame che ci rende possibile, solo assieme, salvare la vita di chi è disperato. Per questo, quest’anno, abbiamo scelto di fare dono a chi si avvicinerà ai nostri banchetti, di una raccolta di preghiere dalle nostre missioni, 7 come i giorni della settimana. In un momento in cui tanti ci chiedono tutto e ogni euro conta, realizzare tovagliette o altri oggetti, come si è soliti fare in queste iniziative, avrebbe comportato una spesa che, responsabilmente, non ci siamo sentiti di affrontare. Siamo certi che la consapevolezza di aver assicurato un posto a tavola per chi soffre sia il ringraziamento più grande".   Scopri di più su unpastoalgiorno.apg23.org
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