APG23
12/04/2024
«Il fatto che nella risoluzione si chieda di eliminare i sussidi alle associazioni pro-life significa eliminare ogni possibilità di stare al fianco delle donne, ascoltare il loro dolore e insieme a loro cercare soluzioni per poter affrontare una gravidanza indesiderata». è l’amaro commento di Matteo Fadda, presidente della Comunità papa Giovanni XXIII, alla risoluzione con la quale il Parlamento Europeo ha non solo chiesto che sia introdotto il «diritto di abortire» nella Carta fondamentale dell’Ue ma anche espresso preoccupazione per il più che presunto «significativo aumento dei finanziamenti per i gruppi anti-genere e anti-scelta in tutto il mondo, anche nell'Ue» invitando «la Commissione a garantire che le organizzazioni che operano contro la parità di genere e i diritti delle donne, compresi i diritti riproduttivi, non ricevano finanziamenti dell'Ue». Nel linguaggio di cartone dell’eurobupolitica, un’allusione a chi sta dalla parte delle donne in difficoltà alle prese con una gravidanza inattesa che le fa pensare a un possibile aborto. Fadda vuole essere chiaro, anche alla luce dei molti sì di rappresentanti del nostro Paese a Strasburgo: «Rattrista la scelta di tanti europarlamentari italiani che intendono negare questa possibilità alle donne – afferma –. Una possibilità che sarebbe dovuta per legge in Italia. L'Europarlamento ha definito le associazioni “anti-scelta” ma è esattamente il contrario. Si tratta di una strategia ideologica basata su una menzogna. Chi sta al fianco delle donne permette loro di eliminare le cause che impediscono di fare scelte in libertà».
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APG23
11/04/2024
Cos'è una casa famiglia? È solo per minori o anche per adulti? Quante persone può ospitare? Chi può gestirla e come si regge economicamente?
Basta una rapida ricerca su Google per rendersi conto della grande confusione che regna attorno a questo termine e, in generale, sulle comunità di accoglienza che avrebbero dovuto segnare il definitivo superamento degli istituti assistenziali.
A pochi giorni dall'approvazione da parte del governo del disegno di legge Rocella Nordio che intende mettere ordine su questa materia almeno per quanto riguarda i minori – suscitando dibattito e reazioni nel mondo associativo – arriva in libreria "Casa Famiglia. Le verità nascoste dietro un termine frainteso" (Sempre Editore), scritto dal giornalista Alessio Zamboni, che per tanti anni ha collaborato direttamente con don Benzi e oggi dirige i periodici Sempre Magazine e Semprenews.it
Con lo stile dell'indagine giornalistica, ricostruendo fatti, citando testimoni, analizzando documenti, incrociando storie, l'autore racconta come nacque, 50 anni fa, la prima casa famiglia letteralmente inventata da zero da don Oreste Benzi e come, attraverso la Comunità Papa Giovanni XXIII, sia ben presto divenuta un modello innovativo di risposta alla marginalità sociale destinato ad una rapida espansione in Italia e nel mondo.
Ma affronta anche temi delicati come le periodiche accuse di «fare business sulla pelle dei bambini», le conclusioni della Commissione d'inchiesta istituita nel 2020, le carenze normative che vedono una differenza di impostazione tra le diverse Regioni, con conseguenze deleterie per i soggetti più fragili, in particolare i minori.
L'autore, raccontando un aneddoto di cui è stato personalmente testimone, spiega che lo stesso don Benzi si accorse trent'anni fa che il termine "casa famiglia" cominciava ad essere usato impropriamente e documenta che già da allora iniziò a denunciare come molti istituti si stessero riconfigurando in casa famiglia ma in realtà fossero dei «mini istituti camuffati».
Il problema tutt'oggi non è risolto, il termine "casa famiglia" è entrato nell'uso comune, ma spesso è associato a strutture che non hanno nulla a che fare con la famiglia, e a farne le spese sono i più deboli.
Riportando i risultati di ricerche condotte sulle "vere" case famiglia da enti accreditati come l'Eurispes, lo Iusve, e uno studio condotto pochi mesi fa dal Dipartimento di Economia dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il libro documenta come la validità del modello sia ampiamente dimostrata, eppure in varie Regioni il riconoscimento manca o è parziale, e per circa la metà delle persone accolte l'ente pubblico non eroga alcun contributo.
E riporta un caso emblematico, la storia di Daniele, che per un problema di competenza tra "sociale" e "sanitario" era stato spostato dalla casa famiglia in un istituto nonostante avesse chiaramente bisogno di una realtà di tipo familiare, con conseguenze che avrebbero potuto essere tragiche.
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03/04/2024
La Rete di contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) di Rimini, nell'ambito del Progetto "Quando il gioco non è un gioco", organizza l'evento "Azzardofollia - L'Italia che trasforma il gioco in azzardo": "Il Gioco d'Azzardo è un fenomeno sociale e culturale dagli impatti devastanti sul tessuto sociale, economico, relazionale, affettivo, di cui ancora tardiamo a comprendere la portata presente e futura. Cosa fare? Come proteggersi?", citano gli organizzatori.
Il tema sarà affrontato grazie all'intervento del Dott. Marco Dotti, giornalista e docente presso l’Università di Pavia e della Dott.ssa Chiara Pracucci, psicologa e psicoterapeuta.
L'appuntamento, ad accesso libero fino ad esaurimento posti, è mercoledì 17 aprile alle 20:30, presso la Sala Manzoni della Diocesi di Rimini.
Vedi le info e scarica il volantino
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28/03/2024
In tanti pensano che il proprio 5x1000 abbia poco valore e non faccia la differenza ma non è così!
Una firma, la tua firma, unita a quella di tanti, ha un effetto concreto nella vita di chi è solo e sofferente.
Ogni anno, per circa metà delle persone che la Comunità Papa Giovanni XXIII accoglie nelle proprie Case Famiglia e realtà di accoglienza non riceve nessun contributo o retta dalle Istituzioni, e si fa carico di tutte le loro necessità.
Per questo i fondi che riceviamo dal 5x1000 sono così preziosi per noi, perché ci permettono di riscaldare e illuminare le nostre Case Famiglia, luoghi protetti e sicuri dove i bimbi, anche quelli con disabilità e altre problematiche, possono crescere sereni, amati da mamma e papà, e costruire per loro una famiglia. Possiamo cucinare cibo per chi non ha più neanche il necessario per sopravvivere e farlo sedere con noi alla nostra tavola, facendolo sentire, sempre, un ospite desiderato.
Scegliere di destinare il suo 5x1000 alla Comunità Papa Giovanni XXIII significa costruire insieme a noi un mondo giusto per tutti, in cui nessuno venga escluso e ridare dignità e speranza a chi è invisibile agli occhi del mondo.
Il tuo 5x1000 costruisce una famiglia per Patrick
Il mondo di Patrick si è fermato quando era piccolo. A causa di un grave incidente è rimasto tetraplegico e adesso è costretto a vivere su una carrozzina. Lui non parla e non cammina, ha bisogno costantemente di qualcuno che si prenda cura di lui, che lo cambi, lo imbocchi e lo accudisca.
È stato accolto nella Casa Famiglia di Francesco e Nicoletta, in emergenza inizialmente, per dare supporto ai suoi genitori che non riuscivano a prendersi cura di lui.
Oggi la presenza di Patrick è un dono per tutti: mamma, papà e i suoi fratellini e Patrick cresce circondato dall’amore che solo una famiglia sa dare.
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Leggi le altre storie delle persone che accogliamo e scopri cosa può costruire il tuo 5x1000.
Ogni firma è una persona in più che possiamo sostenere, una mano in più che possiamo tendere.
Destina il tuo 5x1000 alla Comunità Papa Giovanni XXIII inserendo la tua firma e il nostro codice fiscale: 00310810221.
Ricevi un promemoria con il nostro codice fiscale, ti ricorderai di destinare il tuo 5x1000 alla Comunità Papa Giovanni XXIII quando andrai a fare la dichiarazione dei redditi.
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28/03/2024
La Comunità Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell'ambito delle attività della | Settimana di azione per la promozione della cultura romani e per il contrasto all'antiziganismo, organizza alcuni appuntamenti per la conoscenza della storia e della cultura Romanì.
The Gipsy Marionettist Consigliato alle famiglie e adatto ai bambini: Si tendono i fili e si aprono i sorrisi. Ogni marionetta è ispirata ad un componente della propria famiglia. Ogni marionetta è un'atmosfera, una fotografia diversa. Si risolvono e districano i rapporti familiari filo per filo durante un racconto simbolico e divertente, un viaggio rocambolesco dalla Jugoslavia in guerra all'Italia.
Rom vs Tutti Consigliato ad un pubblico adulto e ragazzi delle scuole medie-superiori: Tra Stand-up Comedy e conferenza antropologica, in questo ring culturale Rašid Nikolić, con un tocco di stravaganza e con feroce ironia, scardina i pregiudizi e l'ignoranza che aleggiano sovrani sulla cultura Romanì.
ROMANIPEN è un viaggio che vi accompagnerà alla scoperta della complessa e poco conosciuta identità e cultura della popolazione romani. Seguendo le orme di un popolo senza confini, si potrà conoscere e approfondire la storia di una cultura millenaria e transnazionale. La mostra è composta da 43 pannelli e 4 tv con audio/video ed è sviluppata in diverse "stanze": chi sono i Rom, stereotipi, il samudaripen (genocidio della popolazione romani), i mestieri, l'arte, i personaggi storici, gli attivisti Rom, la romanipen (l'identità Rom). La mostra è aperta e fruibile dalle 08:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 dal 4 al 6 aprile 2024, per accogliere visitatori e scolaresche.
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5 aprile 2024, gli appuntamenti a a Rimini
Seminario Don Oreste Benzi, Via Covignano 259
The Gipsy Marionettist ore 18:00
Rom vs Tutti ore 21:00
In occasione degli spettacoli proposti alla cittadinanza di Rimini verrà allestita la mostra multimediale "Romanipen Identità e Storia della Cultura romanì".
6 aprile 2024, gli appuntamenti a a Cuneo
The Gipsy Marionettist ore 18:00, Largo Audiffredi
Rom vs Tutti ore 21:00 Sala San Giovanni, Via Roma 4
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27/03/2024
"Gli uomini hanno sempre, attraverso i secoli, organizzato guerre; è ora di iniziare a organizzare la pace" Queste sono le parole di Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, nella lettera al Presidente del Consiglio nel 2001 con il quale promosse l'iniziativa dell'istituzione del Ministero della Pace.
A partire dal 2017, la Campagna per l'istituzione del Ministero della Pace è stata rilanciata dalla Comunità organizzando incontri o convegni sul territorio italiano, dialogando con altri enti e associazioni che hanno aderito alla campagna, ricercando risonanza a livello locale.
La Comunità Papa Giovanni XXIII organizza per il prossimo 9 aprile un incontro pubblico sul Ministero della Pace con sottotitolo "Se vuoi la Pace, prepara la Pace". Evento inaugurale del Festival della Pace a Lodi, si svolgerà presso la Sala dei Comuni nella sede della Provincia di Lodi alle 17.30, alla presenza delle autorità cittadine.
Si tratta di un incontro esplicativo sul ruolo e la struttura che potrebbe avere il Ministero della Pace, in linea con quanto dichiarato dall'articolo 11 della nostra Costituzione, e metterà in evidenza l'importanza di una politica di pace a livello delle amministrazioni locali, con la nomina di un Assessorato alla pace ad esempio.
L'incontro coinvolgerà relatori di spicco esperti sui temi della pace e della nonviolenza: Laila Simoncelli, avvocata, coordinatrice della Campagna del Ministero della Pace; Daria Jacopozzi, assessora con delega alla Pace di Parma; Stefania Proietti, sindaca di Assisi. Modererà l'incontro Andrea Ferrari, presidente del coordinamento degli Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani.
Scarica la locandina dell'evento
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26/03/2024
«L'affido è anzitutto un'alleanza tra famiglie, è un meraviglioso sostegno temporaneo al bambino e alla famiglia d'origine, perché alla fine, se possibile, ci possa essere una riunificazione familiare. Questo è un patrimonio, caratteristico del nostro Paese, che va potenziato.» E' quanto dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII in merito alla proposta di legge del governo in materia di tutela dei minori in affidamento.
«Dalla lettura della bozza del testo di legge – continua Fadda – emerge principalmente la volontà di controllo da parte del Governo, tanto da proporre la creazione di un registro, nel quale dovrebbero essere iscritte anche le famiglie affidatarie, per richiedere dati di cui le Regioni sono già in possesso. Nelle linee guida approvate il mese scorso dalla Conferenza Stato-Regioni emerge la necessità di una maggiore attenzione sia al sostegno alle famiglie d'origine per prevenire gli allontanamenti sia alle verifica dei tempi degli affidi. Giuste intenzioni, ma il problema è che se le Regioni non le recepiscono e non investono risorse allora rimangono solo belle parole».
Fadda ribadisce infine che «la risposta ad un bambino in difficoltà, qualora non sia stata possibile la permanenza nella propria famiglia, sia quella di offrirgli un'altra famiglia capace di accoglierlo e curare le sue ferite. Pertanto auspichiamo un disegno di legge proiettato verso la promozione, il sostegno alle famiglie ed ai Servizi sociali che devono attuare gli affidi».
Valter Martini, esperto della Comunità di don Benzi in tema di affido, evidenzia alcune criticità. «Nel testo del ddl il termine Istituti di assistenza pubblici o privati e istituzionalizzazione ricorre 13 volte. – spiega Martini – Ma gli istituti dovrebbero essere stati chiusi con la legge 149/2001 che ne prevedeva il superamento entro il 31 dicembre 2006 attraverso l'affidamento ad una famiglia o l'inserimento in una comunità di tipo familiare. Se ancora ci sono delle realtà che mantengono le caratteristiche degli istituti dovrebbe essere imposto dagli organi competenti la loro conversione nelle diverse tipologie previste dalle nuove Linee nazionali sui Presidi socio assistenziali da poco approvate dalla Conferenza Stato-Regioni».
«Inoltre il ddl prevede la costituzione di un Osservatorio nazionale sugli istituti di assistenza pubblici o privati, sulle comunità di tipo familiare e sulle famiglie affidatarie presso il Dipartimento per la Famiglia. Ma proprio in questi giorni è in discussione alla Camera il disegno di legge 1532 ter che ha come prima firmataria il Ministro del lavoro e che prevede la costituzione di un Tavolo in materia di minori fuori famiglia con analoghe funzioni.Infine esiste già un Osservatorio Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza che si sta occupando della materia e che potrebbe svolgere i compiti previsti, in questo ddl, per questo nuovo Osservatorio» conclude Martini.
APG23
25/03/2024
Nel drammatico contesto internazionale, segnato da terrorismo e guerre fratricide, le ACLI, l'AGESCI, l'Azione Cattolica Italiana, la Comunità Papa Giovanni XXIII, il Movimento dei Focolari Italia e Pax Christi dedicano, comunitariamente, alla Pace gli auguri per la Santa Pasqua 2024.
La pace è l'urgenza del Risorto. La pace è la nostra priorità, oggi che la fraternità stessa è messa in discussione, come ha ricordato il Card. Matteo Zuppi al Consiglio permanente della CEI lo scorso 18 marzo. Non possiamo accettare che solo la guerra sia la soluzione dei conflitti. Ripudiarla significa arrestarne la progressione. A cominciare dall'aumento sconsiderato della produzione di armi, a discapito di vere politiche di sviluppo. Osare la pace significa scegliere politiche di disarmo, nucleare e non. Osare la pace significa difendere la Legge 185/90 che oggi rischia di essere svuotata.
Come Papa Francesco siamo consapevoli che «per accogliere Dio e la sua pace non si può stare fermi, non si può stare comodi aspettando che le cose migliorino. Bisogna alzarsi, cogliere le occasioni di grazia, andare, rischiare. Bisogna rischiare». Occorre ribadire ancora una volta l'immoralità di fabbricare e detenere armi nucleari e perciò imploriamo l'adesione dell'Italia al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.
La via della pace passa per il dialogo politico e sociale, non per le armi. Costruiamo Pace, scegliamo politiche di disarmo. Italia, ripensaci! Auguri di Pace!
APG23
25/03/2024
La Festa dell’Annunciazione di 20 anni fa – 25 marzo 2004 – recava dal Vaticano un importante annuncio per la Comunità Papa Giovanni XXIII: il riconoscimento definitivo da parte della Santa Sede. Porta quella data, infatti, il Decreto firmato dal card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici (dal 2016 confluito nel Dicastero per i laici, la famiglia e la vita), che stabilisce «la conferma del riconoscimento dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII come associazione privata internazionale di fedeli di diritto pontificio» e «l’approvazione definitiva degli Statuti e della Carta di fondazione».
Il documento, in realtà, arrivò un paio di mesi dopo e venne reso pubblico da don Benzi il 28 maggio 2004 durante l’Assemblea generale dell’Associazione. Ma la data del 25 marzo era stata concordata per la sua particolare significatività, e il segretario del Pontificio Consiglio Josef Clemens, nella lettera indirizzata a don Benzi che accompagnava la trasmissione del decreto, esprimeva i suoi «migliori voti affinché i membri dell’associazione da Lei fondata siano sempre fermento di santità e di evangelizzazione nel mondo» dicendosi «certo che non vi mancherà l’intercessione della Madonna davanti al Suo Divin Figlio».
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APG23
23/03/2024
Oggi 23 Marzo dalle 16 alle 18 si terrà la 2° edizione del Festival Nazionale per la Giornata della Vita Nascente: musica, interviste, storie, approfondimenti per raccontare lo spettacolo della vita. L'evento si terrà a Modena, in via Tamburini 106, presso l'Aula Magna della Città dei Ragazzi. Gli ospiti, moderati da Chiara Pazzaglia, giornalista di Avvenire, saranno Arnoldo Mosca Mondadori, autore del libro "Il miracolo della vita", Matteo Rizzolli, economista e padre di sei figli, che parlerà dell'importanza della dimensione culturale nella scelta di accogliere la vita, Matteo Manicardi e Fabiana Coriani, giovane coppia che ha accolto la brevissima vita del loro figlio, una storia raccontata nel libro "La storia di super Michy". Due imprenditori porteranno le loro esperienze di buone pratiche. Il pomeriggio sarà allietato dalla voce della cantautrice Mirael che eseguirà brani dal suo album "Sentire l'Amore".
L'evento si potrà anche seguire online su www.giornatavitanascente.org ed è promosso da una rete di 45 associazioni italiane. L'obiettivo della Rete per la Giornata della Vita Nascenteè quello di chiedere alle istituzioni che il 25 marzo – come già accade in diversi paesi del mondo – sia istituita una giornata per dare attenzione a chi sceglie di generare nuove vite e alla vita nascente.
«Intendiamo ribadire che la genitorialità è preziosa per la società, pertanto va valorizzato chi fa questa scelta; rilanciare il tema della natalità, perché le nascite in Italia devono aumentare e c'è ancora una disattenzione culturale per questo tema; e far conoscere la vita nascente e le meraviglie che contiene» spiega Andrea Mazzi, coordinatore della Rete per la vita nascente.
Nel 2021 la Rete ha organizzato il primo Festival, nel 2022 il convegno "Il futuro è giovane"alla LUMSA con il cardinal Zuppi, nel 2023 la tavola rotonda "Progettare la vita" con rappresentanti di diverse forze politiche. «In questa legislatura ci sono quattro Proposte di Legge sottoscritte da qualche decina di parlamentari. – commenta Luisa Santolini,coordinatrice delle relazioni istituzionali della Rete – Sono semplicissime: si chiede una giornata in cui si parli di accoglienza della vita in senso positivo».
Nell'attesa di una giornata nazionale, la Rete propone ora agli Enti locali di istituire una giornata comunale della Vita Nascente il 25 marzo, in cui si impegnano a realizzare un'iniziativa di sensibilizzazione sul loro territorio.
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22/03/2024
Mercoledì 19 marzo in Colombia sono stati uccisi una donna ed un ragazzo appartenenti alla Comunità di Pace di San José de Apartadó in Colombia. Le vittime sono Nayeli Sepulveda, 30 anni ed Edison David, 15 anni, rispettivamente moglie e fratello di uno dei leader della Comunità di Pace. Il duplice omicidio è stato compiuto con colpi d'arma da fuoco la mattina del 19 marzo 2024 presso il villaggio La Esperanza, nel Dipartimento di Antioquia.
Desde nuestra Comunidad de Paz acompañamos a nuestros hermanos y compañeros asesinandos por las manos criminales de los paramilitares, claramente tolerados por la institucionalidad. Hasta siempre Nallely y Edinson. Por siempre estarán en nuestra memoria. pic.twitter.com/S758qEdAH6
— Comunidad de Paz San José de Apartadó (@cdpsanjose) March 22, 2024
«Nelle ultime due settimane noi di Operazione Colomba eravamo presenti in qualità di osservatori internazionali nel villaggio La Esperanza proprio a causa degli ultimi attacchi ricevuti. Io ero ripartita da quel villaggio il giorno prima del massacro» spiega Monica Puto, operatrice di Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Comunità di don Benzi.
«La Comunità di Pace aveva subito di recente diversi attacchi: – continua Puto – invasioni di terreno nella proprietà privata Las Delicias, all'interno del villaggio, danni materiali a beni di sua proprietà, minacce, calunnie per screditare la resistenza pacifica che portano avanti da 27 anni per proteggere la loro terra da grandi progetti estrattivi. Il Municipio di Apartadò, gli enti locali e il governo nazionale erano a conoscenza di quanto stesse accadendo prima del massacro».
«Chiediamo che si fermi immediatamente questa escalation di violenza che sta colpendo chi in prima linea si spende per creare un futuro di pace per il suo Paese» conclude Monica Puto.
Dal 1997 ad oggi la Comunità di Pace ha avuto più di 300 persone assassinate. Sebbene le violazioni dei diritti umani non siano mai cessate, era dal 2005 che non avveniva un tale massacro. Dalla firma degli Accordi di Pace del 2016, la Comunità di Pace ha continuato a denunciare la forte presenza dei gruppi paramilitari nell'area.
Operazione Colomba, il Corpo di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, è presente in Colombia dal 2009 per garantire protezione e accompagnamento alle persone vittime del conflitto.
APG23
19/03/2024
Rete Italiana Pace e Disarmo è tra i promotori, insieme a decine di organizzazioni della società civile riunite nel coordinamento "Basta favori ai mercanti di armi", di una mobilitazione per chiedere al Parlamento di non peggiorare i meccanismi di autorizzazione e controllo e i presidi di trasparenza sull'esportazione di armamenti previsti dalla legge 185 del 1990.
Senato ha approvato in aula il 21 febbraio 2024 un disegno di legge di iniziativa governativa che cancella i meccanismi di trasparenza e controllo parlamentare sul commercio e le esportazioni di armi e sulle banche che finanziano tali operazioni. Con una fretta inconsueta e degna di miglior causa e approfittando della distrazione della stampa e dell'opinione pubblica, il disegno di legge è stato approvato prima in commissione e poi in aula al Senato, dove sono stati bocciati tutti gli emendamenti che tentavano di mitigare gli effetti più nefasti del provvedimento. Il testo è ora all'esame della Camera: sarà esaminato dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa e si prevede che arriverà in aula a maggio. Decine di organizzazioni della società civile chiedono ai deputati di modificare il disegno di legge per ripristinare il controllo del Parlamento sull'export di armi e sulle banche che fanno affari con tali operazioni.
Va fermata questa folle corsa alle guerre ed al riarmo. L'opinione pubblica deve comprendere che siamo entrati in un'economia di guerra senza alcun mandato popolare. Siamo in una democrazia con una Costituzione che ci obbliga a costruire convivenza e cooperazione tra i popoli e ad agire nel quadro del diritto internazionale. Tutta altra storia dell'isteria che sta attraversando l'Europa e che pensa a produrre munizioni e ad alzare muri ai propri confini. Il Parlamento italiano deve ascoltare e rappresentare i bisogni della cittadinanza che sono il lavoro con diritti, la sanità e la formazione pubblica, la sicurezza del territorio e la sicurezza sul lavoro. Chiediamo al Parlamento di confrontarsi con la società civile e di opporsi allo smantellamento della Legge 185 dichiara Sergio Bassoli coordinatore dell'Esecutivo di Rete Pace Disarmo.
L'importanza della legge 185/90
Si tratta di una norma innovativa che il Parlamento ha approvato nel 1990 dopo una grande campagna di mobilitazione della società civile, inserendo per la prima volta dei criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane. Un approccio che è stato poi ripreso sia dalla Posizione Comune UE sull'export di armi sia dal Trattato ATT (Arms Trade Treaty). Sebbene nel corso degli anni la legge 185 - che prevede il divieto di invio di armi verso Paesi in conflitto e in cui ci siano gravi violazioni dei diritti umani - non sia stata in grado di fermare esportazioni di sistemi militari con impatti molto negativi, è indubbio il grande ruolo di trasparenza che essa ha avuto. Permettendo al Parlamento e alla società civile di conoscere i dettagli di un mercato spesso altamente opaco.
Ora questa possibilità di trasparenza è messa in pericolo a causa di decisioni che vogliono rendere sempre più liberalizzata la vendita di armi, con l'utilizzo di false retoriche: non è vero che c'è un problema di eccessivi controlli sull'esportazione di armi italiane e non è vero che questa modifica della legge 185/90 favorirà una maggiore sicurezza per l'Italia in un momento di crisi internazionale. Al contrario facilitare la vendita all'estero di armi che sicuramente finiranno nelle zone più conflittuali del mondo aumenterà l'insicurezza globale, e quindi anche quella di tutti noi, solo per garantire un facile profitto di pochi. Questa modifica della legge 185/90 parte da lontano perché da anni la lobby dell'industria militare e i centri di ricerca e di pressione ad essa collegati chiedono a gran voce di poter praticamente liberalizzare l'export di armi. A chi fa affari vendendo nel mondo armi e sistemi militari non fa piacere che ci sia trasparenza e controllo anche da parte della società civile, oltre che allineamento con principi che non prendono in considerazione solo i fatturati. Già nella situazione attuale sappiamo bene che non sempre le autorizzazioni rilasciate sono state in linea con i criteri della Legge 185/90 e dei trattati internazionali: se il nuovo disegno di legge dovesse passare la situazione peggiorerebbe, in particolare sulla questione degli intrecci tra finanza e produzione di armamenti.
Col pretesto di rendere la normativa più rispondente alle sfide dell'attuale contesto internazionale, il governo Meloni vuole di fatto limitare l'applicazione dei divieti sulle esportazioni di armamenti, ridurre al minimo l'informazione al Parlamento e alla società civile ed eliminare, tra l'altro, dalla Relazione ufficiale annuale tutta la documentazione riguardo al coinvolgimento degli Istituti di credito nell'import-export di armi e sistemi militari italiani. I cittadini non sapranno più dalla Relazione quante e quali armi vengono esportate e non avranno più informazioni sulle banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armamenti in particolare verso regimi autoritari e Paesi coinvolti in conflitti armati sottolinea Giorgio Beretta analista sull'export militare per Rete Pace Disarmo e Opal Brescia.
La petizione
Le organizzazioni della società civile aderenti chiedono ai cittadini e alle cittadine e a tutte le organizzazioni interessate di firmare la petizione pubblicata sul sito di Rete Italiana Pace e Disarmo "Basta favori ai mercanti di armi".
Nei prossimi giorni partiranno anche altre mobilitazioni tra cui l'invio di lettere ai parlamentari, la richiesta di audizioni parlamentari e l'organizzazione di momenti di assemblea pubblica.
Per maggiori informazioni: https://retepacedisarmo.org/petizione-basta-favori-ai-mercanti-di-armi-fermiamo-lo-svuotamento-della-legge-185-90/
https://www.bancaetica.it/la-trasparenza-sullexport-delle-armi-e-sulle-banche-armate-e-sotto-attacco-difendiamola/
Aderiscono alla mobilitazione:
Rete Italiana Pace Disarmo e tutte le organizzazioni aderenti: Accademia apuana della pace, ACLI, AGESCI, ALTROMERCATO, Ambasciata democrazia locale, Amici della mezza luna rossa palestinese, ANPI, ANSPS, AOI – Associazione di cooperazione e di solidarietà internazionale, Archivio Disarmo, ARCI, ARCI Bassa Val di Cecina, ARCI Servizio Civile aps, ARCS, Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione per la pace, AssopacePalestina, AUSER, Banca Popolare Etica, Beati i costruttori di Pace, Casa per la pace di Modena, CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Centro Studi Difesa Civile, Centro Studi Sereno Regis, CGIL, CGIL Padova, CGIL Verona, CIPAX, CNCA, Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della FCEI, Comitato Pace e Disarmo di Volterra, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia, Coordinamento Comasco per la Pace, Coordinamento pace in comune Milano, COSPE, Emmaus Italia, FIOM-Cgil, FOCSIV, Fondazione Angelo Frammartino, Fondazione Finanza Etica, Forum Trentino per la Pace e i diritti umani, Gruppo Abele, IPRI – rete CCP, IPSIA, Lega per i diritti dei popoli, Legambiente, Libera, Link – coordinamento universitario, Link2007 cooperazione in rete, Lunaria, Movi, Movimento europeo, Movimento Internazionale della Riconciliazione, Movimento Nonviolento, Nexus Emilia Romagna, Noi Siamo Chiesa, Opal Brescia, Oxfam, Pax Christi Italia, Percorsi di pace, Rete degli studenti medi, Rete della conoscenza, Scuola di Pace "Vincenzo Buccelletti" di Senigallia, Servas Italia, Tavola sarda della pace, U.S.Acli, UDS, UDU, Un ponte per..., Ventiquattro marzo