APG23
24/11/2015
Sabato scorso a Rimini è stato il tempo di "Insieme per la Pace", che per la prima volta ha visto riunite la comunità cristiana e la comunità musulmana della città.
Il Vescovo Mons. Francesco Lambiasi si era recato personalmente alla Moschea per inivitare l'Imam Murad Ayadi.
Così si sono trovati riuniti per dire no alla violenza e sì all'incontro: un Vescovo cattolico, una Pastora Valdese (Giuseppina Bagnato), un parroco della comunità ortodossa di Rimini e del patriarcato di Costantinopoli. Poi c'erano rappresentanti della comunità rumena ortodossa e della comunità musulmana. Uniti, insieme.
Sotto una pioggia battente 500 persone circa si sono riunite attorno ai capi religiosi; hanno letto e sottoscritto una lettera d'intenti, come impegno condiviso nel dare ciascuno il proprio contributo per il dialogo e la pace. Lo scritto è stato poi consegnato (dal vescovo e dall'Imam) nelle mani della Prefetto e del Sindaco.
I capi religiosi, insieme, hanno detto il loro “no” alla violenza e il “sì” alla pace, nel dopo-Parigi: un “no” forte al terrorismo, ma soprattutto alla guerra, ed al commercio delle armi. E un sincero “sì” al dialogo.
“No” ad ogni cultura dello scarto; “sì” alla cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, chiede la piazza.
Erano stati i Giovani Musulmani d'Italia della sezione di Rimini ad aprire l'iniziativa, consegnando a tutti i partecipanti una candela accesa, in segno di saluto e di accoglienza. Un gesto da esportare, in Italia e nel mondo.
(Antonio de Filippis, foto di Thomas Monticelli)
Per approfondire: Leggi il documento conclusivo.
APG23
22/11/2015
Manca poco più di un mese al Natale e Mirco è già al lavoro per confezionare i cesti natalizi della Comunità.
Con grande cura e attenzione sceglie le creme di verdure, i sughi di tutti i tipi, lenticchie, succhi di frutta, confetture che li andranno a comporre.
Tutti prodotti rigorosamente biologici e rispettosi delle persone, specialmente quelle che per la loro “unicità” sono scartate dal mondo del lavoro. I prodotti della “Madre Terra” sono infatti realizzati in un laboratorio unico, dove le persone diversamente abili diventano una ricchezza; dove tutto il ciclo produttivo è organizzato secondo le capacità e le sensibilità di ciascuno, scegliendo macchinari e metodologie che riservano un posto per tutti.
Come nel caso di Mirco che è nato con un cromosoma in più ma non ha niente di meno degli altri.
Una piccola differenza che rende Mirco unico. A scuola forse era un po' più lento degli altri bimbi, ma i suoi sorrisi e la voglia di ricevere coccole hanno sempre contagiato tutti. Allora come adesso.
Tutti nel laboratorio hanno una responsabilità, piccola o grande, e a ciascuno viene chiesto di mettersi in gioco, di tirare fuori le proprie capacità.
Mirco lo fa con tutto se stesso e ogni cosa la fa con amore.
Quell’amore che può cambiare la vita delle persone.
SCOPRI COSA HA PREPARATO PER TE MIRCO.
APG23
20/11/2015
«Con gioia da mesi ci prepariamo ad incontrare le famiglie, ma anche i singoli, che sentono nel cuore il desiderio di mettersi in ascolto dei più piccoli, e di allargare le braccia per accoglierli». Marta D’Antonio è al lavoro da circa due anni per costruire una rete di famiglie affidatarie in Sicilia, e quello di oggi per lei è un gran giorno.
Sono circa 30.000 i minori allontanati dai propri genitori in Italia; vanno in affido nelle famiglie o nelle comunità. Circa 2.000 di questi non hanno più relazioni con i veri genitori e sono interessati da provvedimenti per l’adozione. Frequenti sono i casi di minorenni parcheggiati nelle comunità quando i servizi sociali dei comuni non riescono a trovare famiglie disposte ad accoglierli. La questione si pone con maggior forza per i bimbi con meno di 6 anni: circa il 30% di loro sono abbracciati da operatori che ruotano a turno (dati di Valerio Belotti, Università di Padova), e non trovano aperte le porte di una famiglia vera, con dei genitori che si prendano cura di loro.
«Proprio per questo vogliamo portare i gazebi in piazza ed esserci: per ricordare a tutti che ogni bimbo ha diritto di vivere in una famiglia, anche quando la sua è in difficoltà. Questa sofferenza un bambino non la dovrebbe mai portare da solo», continua Marta, che per la Comunità Papa Giovanni XXIII cura l’accoglienza dei minori in Sicilia e in Calabria. Anche i bambini, con un bel video, hanno voluto dire la loro.
Oggi infatti si celebra la Giornata internazionale dei diritti del Fanciullo, diritti sanciti dalle Nazioni Unite nel 1989. Nel libro "Bambini in affido" la Comunità ha raccolto il suo manuale di istruzioni per l'affido, ma ognuno potrà saperne di più contattando Apg23 o i servizi sociali del proprio comune di residenza.
Molte le attività in programma oggi e nei prossimi giorni. «Cominceremo da oggi al Cortile Platone a Catania, grazie al patrocinio gratuito del Comune all’aiuto delle famiglie affidatarie del territorio; animeremo tutti i bambini che arriveranno con le loro famiglie e sarà una festa. Ci saranno una fitta serie di appuntamenti per l’approfondimento, in Sicilia e in Calabria». Hanno collaborato, fra gli altri, alla realizzazione delle iniziative: Ufficio affidi di Catania, Diocesi di Acireale, Diocesi di Noto, Diocesi di Gioiosa Ionica, Stefano Buda, innumerevoli volontari che con il loro sorriso contribuiscono a portare gioia e fiducia nel futuro.
«E poi nella nostra esperienza lo sappiamo… accogliere fa bene a tutti, soprattutto ai grandi», conclude Marta.
(Marco Tassinari)
PER SCOPRIRE DI PIÙ SULL'AFFIDO
APG23
18/11/2015
Iniziative di sensibilizzazione per la giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
Un grande spettacolo teatrale, ma anche gazebi informativi e tavole rotonde: ha scelto la Sicilia e la costa calabra la Comunità Papa Giovanni XXIII per celebrare la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Le iniziative di sensibilizzazione sul tema dell’affido familiare attraverseranno l’isola per raggiungere la città di Reggio Calabria.
La Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza celebra l’approvazione, da parte delle Nazioni Unite, della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, avvenuta nel 1989. Fra questi diritti, l’Associazione di Don Oreste Benzi sottolinea il diritto di ogni bambino, “di avere e di crescere in una famiglia”.
Marta D’Antonio coordina le iniziative: "Promuoviamo qualcosa di grande, di importante, di gratuito. Chiediamo alle famiglie di accogliere nelle proprie case i minorenni che sono in difficoltà, anche se poi forse i risultati non li vedranno mai. Noi non sapremo se saranno uno o dieci o cento i bimbi che troveranno una famiglia in Sicilia dopo questo 20 novembre; né conosceremo le emozioni che si porteranno dentro quando un giorno ritorneranno a vivere con i loro genitori naturali".
La Comunità ospita nelle 12 case famiglia delle province di Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani una trentina di minorenni; una quarantina frequentano le 6 case famiglia o il centro diurno sulla costa calabra. I ragazzi, anche adolescenti, italiani o stranieri, provengono da situazioni di violenza familiare, di abbandono, di disabilità non accolta, o sono migranti soli. Da circa 2 anni è iniziato il percorso per la costituzione in Sicilia di reti di famiglie affidatarie e gruppi di auto-mutuo aiuto.
Queste le iniziative che si svolgeranno a partire dal 20 novembre 2015:
Catania, 20 novembre, Palazzo della Cultura di Via Vittorio Emanuele 121, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19: gazebo informativo sull'affido familiare, con momenti di animazione per i bambini. Ci sarà la possibilità di porre domande e conoscere le famiglie che ospitano i minori. Con il patrocinio del Comune di Catania. Info: Marta d’Antonio, 345.9855621
Villa San Giovanni(RC), 20 novembre, Centro diurno Rose Blu di via Tintoretto in località Piale, a partire dalle 17.00: “chimmi rati? - che mi date?”, tavola rotonda sul tema dell’affido familiare con momenti di animazione per le famiglie. Info: Paolo Campolo, 347.3086904
Scicli(RG), 21 novembre, Parrocchia di Madonna di Fatima in via Modena 1, dalle ore 19: “diamo una famiglia a chi non ce l’ha”: primo di una serie di 8 incontri di testimonianza nei Vicariati della Diocesi, con la presenza di famiglie affidatarie; ogni incontro vedrà la presenza insieme di genitori di realtà del territorio e della Comunità Papa Giovanni XXIII. Info: Giovanna Inì, 348.9318175
Acireale(CT), 30 novembre, Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, piazza S.Francesco: spettacolo teatrale messo in scena dai minori siciliani della Comunità Papa Giovanni XXIII, inserito nel convegno "Oltre il Sinodo, famiglia fabbrica di speranza” organizzato dalla Pastorale familiare della Diocesi di Acireale. Azioni di sensibilizzazione con video pubblicati su Facebook. Info: Laura Lubatti 348.4767073
carcere di Giarre(CT), data da definire: tavola rotonda in carcere con i genitori di minorenni in affido familiare. Info: Marco Lovato, 348.2488157
Gioiosa Ionica(RC), momento informativo. Info: Silvia Alì, 393.5096660
Gli eventi sono anche social, con video e racconti raccolti dall’hashtag #miaffidoate.
APG23
14/11/2015
Un attentato ignobile e vigliacco contro innocenti che va condannato energicamente. Parigi è una nuova tappa che ci deve portare a cercare di rimuovere le cause di una violenza planetaria ormai imprevedibile.
Un esame di coscienza dell’Occidente e delle nazioni che continuano a vendere armi, a sedersi da una parte ai tavoli negoziali e dall’altra a foraggiare le nazioni in cui si annidano fondamentalismi estremi, è necessario. Siamo nell’era delle armi di distruzione di massa, nell’era della globalizzazione selvaggia che già oggi consente all’1% della popolazione mondiale di avere il possesso del 40% dei beni della terra. Siamo nell'era in cui la forza delle armi e della violenza che ne emana sono diventate strumento al servizio dei fondamentalismi terroristici.
Il grido delle vittime di Parigi ci deve fare ribellare contro tutte le forme di violenza che si annidano contro l’uomo, dall’uccisione nel grembo materno, all’uccisione dei rifugiati sui barconi. Dietro ogni violenza c’è la sofferenza di un Dio solidale che si coinvolge nei problemi dell’essere umano.
Credo che la risposta vera alla crisi dell'oggi sia la nonviolenza vissuta.
Diceva Papa Giovanni Paolo II nella lettera Enciclica Evangelium Vitae: «In molti strati dell’opinione pubblica c’è una nuova sensibilità, sempre più orientata alla ricerca di strumenti efficaci ma non violenti nel bloccare l’aggressore armato».
L’Europa deve ritrovare l’unità nella lotta nonviolenta, insieme a tutti gli uomini di buona volontà. Deve assecondare l’antropologia cristiana, che costruisce comunità di vita in grado di isolare i violenti. Deve sapere lanciare ponti, costruire relazioni riconciliate e solidali.
Giovanni P.Ramonda, Responsabile Generale Comunità Papa Giovanni XXIII
APG23
11/11/2015
Dopo un aborto spontaneo, una mamma si era vista negare la possibilità di seppellire il figlio. Ora il nuovo regolamento della Regione Marche prevede che sia data adeguata informazione e che i genitori possano scriverne il nome sulla lapide.
Una grande soddisfazione, per l'affermato diritto dei genitori di essere informati riguardo alla possibilità di seppellire i resti mortali del loro figlio morto prima di nascere. Lo esprimomono Comunità Papa Giovanni XXIII, FederVita Marche e Pastorale della Salute delle Marche.
Proprio ieri infatti è stata approvata all'unanimità la modifica al regolamento di polizia mortuaria da parte del Consiglio della Regione Marche. Una proposta presentata dal consigliere Marconi su proposta delle due associazioni. L'idea era nata dal sollecito di una mamma che in seguito all'interruzione spontanea della propria gravidanza alla XX settimana di gestazione si era vista negare la richiesta di effettuare il seppellimento. Alla fine vi era riuscita ma solo facendo valere la propria professione di avvocato.
Il nuovo provvedimento offre anche la libera possibilità di scrivere sulla lapide i nomi dei genitori e quello che avrebbero voluto dare al figlio/a, cosa oggi spesso negata.
"Finalmente un’importante istituzione come la Regione Marche riconosce che anche quello prenatale è un lutto - dichiarano le due associazioni – e come tale va data la possibilità di poterlo esprimere con quei gesti di pietà che vedono coesi ambiti civili e religiosi".
APG23
10/11/2015
Il Vescovo di Piacenza alla Comunità di don Benzi: «Non vi stancate di consolare le vittime!»
300 persone in piazza per la liberazione delle donne prostituite
IL VESCOVO
«Continuate con coraggio l'opera di don Oreste, servo instancabile, dalla tonaca lisa, per ridare dignità alle donne tolte dalla strada, per lottare contro le tante leggi disumane, per consolare le prostitute, i senza tetto, i bambini abbandonati». Così Mons. Gianni Ambrosio, Arcivescovo della Diocesi di Piacenza–Bobbio, sabato 7 novembre, ha esortato la Comunità Papa Giovanni XXIII durante la celebrazione in occasione dell' 8° anniversario della morte di don Oreste Benzi a conclusione della Fiaccolata per le vittime di tratta, intitolata Luci di libertà.
MADDALENA, INCINTA E PICCHIATA
Nel corso della manifestazione, promossa dal Servizio Antitratta della Lombardia e che ha visto percorrere le vie del centro circa 300 cittadini e cittadine intenzionati ad uscire dall'indifferenza verso le vittime dello sfruttamento sessuale e della prostituzione, commovente in Piazza Duomo la testimonianza di Maddalena, giovane albanese mandata in Italia dal fidanzato e venduta ai suoi sfruttatori con un bimbo in pancia. Costretta a prostituirsi a suon di botte anche dopo aver partorito e lasciando “in ostaggio” il figlio a sconosciuti ogni notte. Una tra le tante atroci storie di questa schiera di schiave che non diminuisce affatto.
ROMPERE IL SILENZIO
Secondo l'allarme recentemente lanciato dall'Organizzazione mondiale per le migrazioni, il numero di potenziali vittime di tratta arrivate via mare quest’anno è aumentato di oltre il 300 per cento rispetto al 2014. Le donne della Nigeria, del Camerun, del Mali.
Primo Lazzari, viceresponsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha sottolineato l'importanza oggi più che mai di «rompere il silenzio, uscire dai nostri egoismi per non cadere nell'indifferenza che anestetizza l'animo. Insieme, anche attraverso queste fiaccolate e manifestazioni di piazza, possiamo portare avanti un'azione di denuncia, di prevenzione, di educazione alla sessualità, facendo nostro il grido di queste donne costrette a prostituirsi sotto i nostri occhi. La loro è schiavitù!».
Significativa anche la partecipazione del Sindaco di Piacenza Paolo Dosi, l'Assessore al Nuovo welfare e sostegno alle famiglie, Stefano Cugini e rappresentanti della Prefettura, della Questura, dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia municipale. Lazzari si è rivolto anche alle istituzioni incitando a «interrompere questo mercimonio, prendendo esempio dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e dalla Procura della Repubblica di Lodi che hanno ipotizzato, per alcuni sfruttatori arrestati qualche giorno fa a Milano, il reato di tratta di esseri umani e di riduzione in schiavitù». Anche in questo caso le ragazze giungevano in Italia sbarcando dai barconi di migranti a Lampedusa, dopo aver attraversato il deserto del Sahara, la Libia e il Mar Mediterraneo sulla rotta dei profughi.
(Irene Ciambezi)
APG23
08/11/2015
Anche la Papa Giovanni condanna la presenza di armi italiane nel conflitto
In Occasione della visita del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in Arabia Saudita, la Comunità Papa Giovanni XXIII si unisce all'appello di Opal, Amnesty International Italia, Rete italiana per il disarmo. La cordata di associazioni si rivolge al Presidente del Consiglio perché che si adoperi alla sospensione dell'invio di armi ai paesi, come l'Arabia Saudita, coinvolti nel conflitto in Yemen.
La coalizione guidata dall'Arabia Saudita ha iniziato ad aprile 2015 un'azione di bombardamenti ininterrotti sul territorio yemenita, intervenendo in un conflitto che - denunciano le associazioni - ha causato ad oggi oltre 4000 morti e 20.000 feriti, ed aggravando una catastrofe umanitaria che conta un milione di sfollati. Le Nazioni Unite hanno condannato le azioni militari.
Bombe prodotte in Sardegna del tipo Mk84 e Blu109 sono state ritrovate inesplose in diverse città dello Yemen, e la stampa nazionale riporta documentazioni sull'ennesima consegna: la partenza di un volo decollato il 29 ottobre da Cagliari (un Boeing 747 della compagnia Silk Way) e diretto in Arabia Saudita. Famiglia Cristiana ha confermato la spedizione di un carico dal porto di Genova.
«Leviamo la nostra voce indignata contro la politica del governo italiano che aggirando i divieti della legge 185/90 e disattendendo le richieste dell'Onu di cessare i bombardamenti, alimenta questo dramma con i suoi carichi di morte; chiediamo l'immediato blocco di ulteriori consegne», denuncia Giovanni Ramonda, Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che continua: «L'Italia con una mano siede ai tavoli negoziali, operando a parole per la cessazione delle ostilità, mentre con l'altra attraverso la vendita di armi consente al conflitto di proseguire. Quanti altri morti, feriti, sfollati, rifugiati, a quanti drammi ancora dovremo assistere, prima che il nostro governo inizi a contribuire concretamente alla fine di questa strage»?
APG23
05/11/2015
Una famiglia per i bimbi del Centro assistenza di Milano
"Non dobbiamo cercare 2 milioni di euro per salvare il Centro assistenza minorile di Milano, ma trovare 19 famiglie disponibili ad accogliere i bambini ricoverati in questa struttura, per salvarli nei loro bisogni fondamentali".
Così si esprime Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alle dichiarazioni dell'onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.
L'Onorevole era intervenuta in merito alla ventilata chiusura del Centro di Milano al termine dell'audizione di ieri alla Commissione Infanzia.
"Quei bambini hanno bisogno fin da subito di una famiglia, come la legge 184/83 ben prevede – prosegue Ramonda –, nessun educatore o operatore può sostituire il bisogno fondamentale di stare sulle ginocchia di una mamma e di un papà, soprattutto nei primi anni di vita. Inoltre l'accoglienza in famiglie costerebbe decisamente molto meno".
"Si apra subito un tavolo come proposto dalla Brambilla, che comprenda però anche Magistratura minorile e le Associazioni – conclude Ramonda –, non però per 'dare un futuro a questa struttura', ma un futuro a questi bambini. Noi ci stiamo, insieme alla nostra rete di famiglie affidatarie".
APG23
04/11/2015
Luljeta è una giovane albanese contattata dall'unità di strada di Piacenza dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Sfruttata, controllata sul tratto di marciapiede che le era stato indicato, in stato di gravidanza, poi malmenata. Ad inizio ottobre ha partorito in casa al terzo mese il feto morto. Suo figlio non c'è più e lei pure nelle ultime settimane non è stata più rivista, probabilmente trasferita in un'altra zona ancora costretta a smerciare il suo corpo ai clienti.
I membri e volontari dell'Associazione del capoluogo emiliano avrebbero voluto proporre un altro finale a lei e a suo figlio: un programma di assistenza e protezione sociale; un percorso di sostegno alla maternità in una casa famiglia della Comunità. Da questa tragica vicenda è nata l'idea di Luci di libertà, la fiaccolata che denuncerà le molte storie di prostituzione come quella di Luljeta, e che vedono protagoniste anche donne in stato di gravidanza, in diverse aree in particolare a sud della città.
Sabato 7 novembre appuntamento in via Beverora (parcheggio questura) a Piacenza alle ore 17.
Una unità di strada Apg23 è attiva in città dall'ottobre 2013 con uscite settimanali notturne, e ha contattato fino ad oggi 250 donne nigeriane, albanesi e rumene di età compresa tra i 20 e i 28 anni. In questi due anni non sono mancate le segnalazioni di ragazzine che si prostituivano da minorenni.
"La Fiaccolata è stata pensata appositamente lungo le vie del centro - spiegano gli organizzatori - nell'area pedonale e durante l'orario di apertura dei negozi. Partiremo dal parcheggio di viale Malta, alle spalle della Questura, per raggiungere in piazza Cavalli la basilica di San Francesco. Vogliamo essere visibili, come Chiesa, per dare voce a chi non ha voce. Chiediamo alle istituzioni che venga superata la logica della riduzione del danno, anche introducendo sistemi di sanzioni per i clienti".
Preziosa sarà la presenza del Vescovo, Mons. Gianni Ambrosio, che presiederà la messa conclusiva alle ore 18 presso la Basilica San Francesco, in ricordo fra l'altro di don Oreste Benzi. "Nessuna donna nasce prostituta, c’è sempre qualcuno che la fa diventare tale", ripeteva incessantemente il Servo di Dio, scomparso il 2 novembre del 2007 e fondatore dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
L’Apg23 è parte del Tavolo contro la tratta del Comune di Piacenza; collabora col Corpo speciale della Polizia municipale. Le Luci di libertà raggiungeranno poi Reggio Calabria il 14 dicembre, per il prossimo appuntamento di denuncia delle schiavitù della tratta.
APG23
03/11/2015
A otto anni dalla morte di don Oreste Benzi, avvenuta la notte tra l'1 e il 2 novembre 2007, la Comunità Papa Giovanni XXIII lo ricorderà nel territorio veronese sabato 7 novembre a Minerbe (VR).
La celebrazione dell'anniversario inizierà alle ore 18.30 con la Santa Messa nella Chiesa parrocchiale di Minerbe, che verrà celebrata da don Giorgio Salati, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Per l'occasione sarà diffusa la preghiera, che ha avuto l'approvazione ecclesiastica, con cui i fedeli possono invocare una grazia chiedendo l'intercessione del Servo di Dio, per il quale l'8 Aprile 2014 è stata avviata la causa di beatificazione.
Un pieghevole, che contiene oltre alla preghiera anche una breve biografia, invita a segnalare eventuali grazie ricevute, che potrebbero essere utili per la causa di beatificazione.
L'evento proseguirà poi con un momento di festa al vicino PalaMinerbe di Via Verdi 3. A seguire verrà proiettato un filmato che aiuterà a conoscere don Oreste Benzi; verrà servito risotto alla veneta cucinato dal Gruppo Alpini di Minerbe (si consiglia di prenotare).
La serata è animata dalla band dei Mood Swings, di giovanissimi legnaghesi, dai 14 ai 16 anni, che proporranno brani della scena pop contemporanea. Molte le simpatiche sorprese previste; l'evento è aperto a tutti.
Il carisma di don Benzi mise radici in Veneto alla fine degli anni '70. La zona Veneto Ovest della Comunità Papa Giovanni XXIII comprende oggi circa 30 Case Famiglia e una rete di famiglie affidatarie, 1 Comunità terapeutica, 3 Unità di Strada contro la prostituzione, 3 Cooperative Sociali, 2 negozi di prodotti biologici, artigianali e dell'usato, una Casa editrice e propone attività di animazione ai giovani in condizioni di handicap e di disagio.
Per conoscere Don Oreste Benzi: https://www.apg23.org/it/don_oreste_benzi/biografia/
APG23
01/11/2015
A ridosso del 31 ottobre vetrine e locali sono stati invasi dalla simbologia di Halloween, che ogni anno si afferma con maggiore evidenza. Ma da dove nasce questa festa e cosa c'è dietro? Troviamo le risposte in Halloween. Lo scherzetto del diavolo, il nuovo libro di don Aldo Buonaiuto, animatore generale del Servizio Antisette occulte della Comunità Papa Giovanni XXIII
Una prospettiva antropologica
Un libro che «si pone all'incrocio tra la ricerca intellettuale e l'azione pastorale» ha scritto Monsignor Giovanni D’Ercole nella prefazione. È questa l’angolatura dalla quale guardare un fatto assolutamente dissonante con la nostra cultura: «Nella notte a cavallo tra l’ultimo giorno di ottobre ed il primo novembre le strade e i locali si popolano di bambini e adulti grottescamente vestiti da scheletri, streghe e vampiri, zombies piuttosto che pipistrelli, gatti neri, licantropi, e così via. Le nostre strade, le vetrine dei negozi, persino i corridoi delle scuole si colorano improvvisamente di arancione e si addobbano di zucche giganti. Intagliate a mo' di “faccia cattiva”, spuntano fuori dal nulla quasi magicamente: è Halloween, la festa delle zucche!»
Ma che storia è questa?
In un’affascinante ricostruzione storica, il testo segue il percorso di Halloween, fin dalla ricorrenza Celtica di Samhain (il dio delle tenebre, che segnava la fine dell’estate e quindi la sconfitta della luce), alla sovrapposizione alla festa di Ognissanti da parte di Papa Gregorio III intorno al 731. Il cammino di Halloween si fa poi complesso, sbarcando in America e poi tornando in Europa.
Dove sta il problema?
«Quando il mostruoso è considerato piacevole – si legge nel libro – il terrificante è divertente, l’orrido è appagante, cade il confine tra il bene e il male». Il vero problema è che Halloween «veicola valori che si richiamano al paganesimo, dunque, totalmente contrari a quelli cristiani. Ciò non avviene apertamente, ma in modo subdolo e nascosto sotto una coltre illusoria e fantastica, di festa, di divertimento ingenuo e di allegra mascherata».
Un invito per gli uomini di buona volontà
«La cattive abitudini – ha detto Buonaiuto in una recente intervista – si possono rimuovere con l'aiuto e la forza della fede. Senza portare avanti inutili crociate, il male va chiamato con il suo nome e combattuto, innanzitutto presentando in alternativa proposte di bene».
Proposte che il libro offre in abbondanza a genitori, educatori e tutti coloro che sono interessati ad approfondire un fenomeno che non possiamo liquidare con superficialità.
(Marco Scarmagnani)