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APG23
13/04/2016
Un radiocomando contro la prostituzione
«Ringraziamo la Faac Spa per il suo sostegno alle nostre unità di strada e alle realtà di accoglienza, sparse sul territorio nazionale, che si rivolgono alle donne vittime di tratta e di violenza», è il pensiero di Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII. L'azienda leader nella soluzione di automazioni per serramenti e controllo degli accessi ha annunciato oggi a Bologna l'immissione sul mercato del "Radiocomando del tifoso", personalizzato con il marchio grafico della società calcistica di serie A Bologna FC, il cui ricavato verrà interamente devoluto alle attività contro la tratta della Comunità. Ramonda ha recentemente sottolineato la necessità di fronteggiare l'emergenza adottando anche in Italia un sistema di sanzioni ai clienti: «auspichiamo la creazione di uno schieramento trasversale di politici disposti a mettersi dalla parte delle vittime, punendo chi vorrebbe continuare ad utilizzare queste giovani donne approfittando della loro vulnerabilità». In Italia si stima che siano tra 75.000 e 120.000 le vittime della prostituzione; di queste il 37% è minorenne, tra i 13 e i 17 anni. La Comunità Papa Giovanni XXIII in 25 anni ha liberato più di 7.000 donne; attualmente accoglie circa 200 ragazze, mentre sono 21 le Unità di strada. A Bologna Andrea Montuschi, responsabile per la zona Emilia della Comunità, spiega: «In città le unità di strada della Papa Giovanni sono attive da ormai 20 anni; da 16 sono fortemente sostenute dal Comune di Bologna attraverso l'Istituzione "Don Paolo Serra Zanetti". Ogni anno, con 4 uscite a settimana, i volontari riescono a contattare circa 1.800 donne; una media di 25 ragazze all’anno abbandonano la strada ed iniziano un percorso di autonomia». Scopri il radiocomando sul sito Faac: http://www.faac.it/ilradiocomandodeltifoso   Sostieni la Comunità Papa Giovanni XXIII. Mettiamo fine a questa moderna schiavitù.  
APG23
11/04/2016
A Rimini una rotonda dedicata a Sandra Sabattini
Fra le nuove rotatorie che l'amministrazione comunale di Rimini ha costruito negli ultimi anni ce n'è una che potrebbe essere definita la “porta” della Grotta Rossa, il quartiere della parrocchia di don Oreste Benzi. Situata a monte dell'autostrada, sulla strada che porta alla vecchia fiera, è punto di passaggio obbligato per chi proviene dal centro. Da lì passava con la sua bicicletta anche Sandra Sabattini, una delle ragazze seguivano don Oreste all'interno della Comunità Papa Giovanni XXIII da lui fondata. Per Sandra è in corso il processo di beatificazione. Così quando si è deciso di ricordare Sandra in qualche luogo cittadino, si è pensato proprio a quello. Sabato 11 aprile una piccola folla della Comunità Papa Giovanni XXIII e della parrocchia San Girolamo di Sandra, insieme al Vescovo Mons. Francesco Lambiasi e ad una rappresentanza del Comune, si è radunata per l'intitolazione ufficiale. Dopo il saluto dell'Assessore Irina Imola del Comune di Rimini, Mons. Lambiasi ha ricordato brevemente Sandra e commentato la scelta di una rotatoria dedicata a lei: «Nessuno rimane qui a girare in tondo; è un invito a prendere una direzione, ad andare». Durante la Santa Messa, celebrata subito dopo aver scoperto la targa, il vescovo ha detto: «la vita di Sandra ci illumina»; ha raccomandato di chiederle di illuminare ognuno, nel rispondere alla domanda «Mi ami tu?» posta da Gesù nel Vangelo.  Prima dell'intitolazione cadeva una pioggerellina leggera; subito dopo pioveva a dirotto, e durante la cerimonia è spuntato anche un pallido sole. Che don Oreste abbia tenuto l'ombrello? Riccardo Ghinelli (testi e foto)  
APG23
09/04/2016
Testo unico sulla Famiglia, tre priorità 
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha incontrato il Ministro Enrico Costa oggi a Fossano (CN) «Occorre passare da politiche rivolte solo al singolo ad una prospettiva di attenzione alla famiglia nel suo insieme», ha dichiarato il ministro per gli affari regionali e con delega alla famiglia Enrico Costa, che è stato oggi ospite della Comunità Papa Giovanni XXIII. Il ministro ha partecipato all'incontro “Bambini e ragazzi, diritti in famiglia” organizzato a Fossano (Cuneo) dalla Comunità sul tema dell'accoglienza di minorenni in realtà protette. «Occorre riconoscere la famiglia come nucleo essenziale e spina dorsale della società», ha proseguito il ministro, che ieri ha presentato la richiesta di un Testo Unico sulla famiglia all'interno del Consiglio dei Ministri. Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha espresso soddisfazione per le parole del ministro e ricordato tre priorità: «Chiediamo il riconoscimento delle vere case famiglia, per distinguerle dalle altre comunità di accoglienza; chiediamo una lotta alla denatalità attraverso il riconoscimento di uno stipendio alle mamme e la moratoria di un anno sull'aborto; chiediamo di rafforzare la lotta alla prostituzione sanzionando i clienti».   Vedi le foto.
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08/04/2016
Modena per la vita nascente:
Davanti alla striscione che recita Modena cammina in preghiera per i suoi figli più piccoli, è Paolo Ramonda, il Presidente dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, a lanciare la proposta di una moratoria per puntare sulla cultura della vita anzichè su quella della morte: «Sospendiamo gli aborti per un anno! Si potrebbe partire proprio da Modena, dal Policlinico. Può essere un modo per dire no alla morte e sì alla vita in occasione dell’Anno della Misericordia e invertire rotta». E ai quattrocento presenti all'iniziativa di preghiera di del 6 aprile nel capoluogo emiliano, non esita a ricordare pure la proposta dello stipendio alle mamme, avanzata lo scorso anno dall'Associazione. Un modo concreto per ridare dignità al “mestiere di mamma" che ormai rischia di estinguersi in Italia e sostenere le mamme di fronte alla gravidanza. Solo in Emilia-Romagna infatti, secondo i dati Istat sulla denatalità, nel 2014 ci sono stati 1400 nati in meno. E Modena è al terzo posto con un - 4,3%, dopo Reggio Emilia e Forlì-Cesena.  Da Piazza Sant'Agostino a Piazza Grande, in pieno centro, si è snodata la marcia per la vita promossa dall'Associazione di don Benzi insieme ad altre 35 associazioni e movimenti, con la partecipazione del neo eletto Arcivescovo di Modena-Nonantola Mons. Erio Castellucci insieme ai rappresentanti della Chiesa ortodossa Romena delle Mirofore e delle Chiese evangeliche Chiesa Gesù Fonte d'Acqua Viva e NewLife Deliverance Church. Commovente, tra le testimonianze ascoltate durante la camminata, quella di Anna Maria che ha raccontato la storia di suo figlio vissuto per sole due ore a causa di un’acrania. All’inizio del concepimento la donna aveva pensato di abortire ma successivamente ha scelto di portare avanti la gravidanza. «La vita vale sempre - ha spiegato il marito Francesco - sia se è vissuta per un secondo sia se dura cent’anni: davanti al Signore non c’è tempo. Una scelta di vero amore non può lasciare soli i piccoli». Il Vescovo di Modena citando il poeta indiano Tagore, ha ribadito il dono inestimabile della vita umana fin dal suo concepimento.«Anche per noi “Ogni bambino che nasce è il segno che Dio non si è ancora stancato dell'uomo”. Sembra paradossale parlare di vita nascente perchè significa che mettiamo in questione quanto siamo esposti alla fragilità umana. I bambini sono le vite più fragili e indifese che fanno pensare al Salmo 89. “Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte... Sono come l'erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca”. Non possiamo che restare uniti dalla parte di chi è più fragile, di chi è vivo e ha diritto a nascere». Anche Antonella Diegoli, Presidente di Federvita Emilia-Romagna è intervenuta a sostegno dei piccoli che non hanno voce, ricordando le responsabilità del personale ospedaliero. «Madre Teresa di Calcutta diceva “nessuna donna sia più costretta ad abortire il suo bimbo”. Noi siamo per la vita sempre, per questo chiediamo soprattutto ai medici di dare preferenza alla vita e non alla morte». Se a livello regionale le nascite risultano essere calate del 3,6%, le interruzioni di gravidanza, dai dati emersi nella Relazione 2014 della Regione Emilia-Romagna - Assessorato alle politiche per la salute -, sono invece sempre numerose (pari a 8.473 nel 2014). Nel 50% si tratta di donne italiane residenti; nel 37,8% di donne straniere (per la maggioranza dell'est europeo o del Marocco), con un tasso di abortività in lieve calo rispetto all'anno precedente. Più della metà sono donne nubili, occupate oppure in cerca di prima occupazione, italiane che hanno tra i 35 e i 40 anni, già con un figlio a carico.  
APG23
07/04/2016
Sulla prostituzione seguiamo la Francia: multe ai clienti
Ramonda: «La legge approvata dall'Assemblea nazionale francese va nella direzione che sosteniamo da sempre. Anche l'Italia scelga il contrasto alla domanda» «Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia che l'Assemblea nazionale francese ha approvato in via definitiva le nuove norme di contrasto alla prostituzione, prevedendo multe salate ai clienti, misure di protezione per le vittime e iniziative di sensibilizzazione per l'opinione pubblica e in particolare i giovani» ha dichiarato oggi Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII. «Anche la Francia ha intrapreso con decisione la via del cosiddetto modello nordico, già sperimentata con successo da Svezia, Norvegia ed altri paesi europei – prosegue Ramonda –. Da sempre sosteniamo, come intuì molti anni fa il nostro fondatore don Benzi, che l'unica strada veramente efficace per sconfiggere il racket della prostituzione è intervenire sul fronte della domanda. Siamo lieti che questa linea stia diventando sempre più diffusa a livello europeo e chiediamo che anche l'Italia aggiorni la normativa prevedendo precise misure di contrasto». «Su questo tema è ora di smetterla con le contrapposizioni ideologiche – conclude Ramonda –. Auspichiamo che anche nel nostro paese si crei uno schieramento trasversale di politici disposti a mettersi dalla parte delle vittime, fermando chi vorrebbe continuare ad utilizzare queste giovani donne approfittando della loro vulnerabilità».
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07/04/2016
Popoli rom e sinto: chiamati a costruire la pace
L'8 aprile la giornata internazionale - evento l'11 maggio a Forlì   Si festeggia l'8 aprile in tutto il mondo la Giornata internazionale delle Comunità rom e sinti. La data ne ricorda il riconoscimento nello stesso giorno del 1979 come “popolo senza terra” da parte delle Nazioni Unite. L'11 maggio a Forlì la Comunità Papa Giovanni XXIII  organizza una giornata di formazione e confronto dal titolo "Chiamati a costruire la pace con il popolo rom e sinto". Nazareno Guarnieri, Presidente di Fondazione romanì Italia terrà un intervento: "Minoranza Romanì: dalla memoria storica ad una visione strategica". La Comunità iniziò ad incontrare le due popolazioni 10 anni dopo, nel 1989, quando Don Oreste Benzi aveva iniziato a chiedere a Rimini un'accoglienza e una sistemazione dignitosa per alcune famiglie arrivate da poco in città. Domani a Rimini i membri della Papa Giovanni saranno presenti alla giornata di festa organizzata da alcune famiglie rom in collaborazione con Caritas; fra loro ci saranno alcune delle persone incontrate 30 anni fa da Don Oreste. Alberto Zucchero, coordinatore dell'equipe per la condivisione con i popoli rom e sinto della Comunità spiega: «Desideriamo fortemente crescere nel cammino di condivisione con questo popolo. L'evento di Forlì sarà un momento di riflessione forte sulle esperienze ed i criteri di una integrazione di queste minoranze; tutti ci dobbiamo lasciare provocare nel profondo da un incontro che può essere bello, intenso e vitale con loro. Come ha detto Papa Francesco dobbiamo porci interrogativi profondi sulle nostre barriere di pregiudizio; d'altra parte le due minoranze devono scegliere fino in fondo di essere protagoniste del presente e del futuro, integrandosi nella società».   --- ore 9.30-17.30 - Sala conferenze c/o Bar L'URLO, Forlì - mattina pubblica; al pomeriggio solo su invito In programma interventi di: - GIOVANNI PAOLO RAMONDA, Presidente Comunità Papa Giovanni XXIII - NAZARENO GUARNIERI, Presidente di Fondazione romanì Italia - MARIANGELA ZECCHINI, già Responsabile Ufficio Servizi sociali Provincia di Rovigo - esponenti delle comunità rom e sinte in Italia - operatori impegnati nell'ambito dei Rom e Sinti in Italia, Romania, Olanda, India
APG23
05/04/2016
Costruire la pace: un cantiere artistico sperimentale
A Rimini musica, teatro e danza spiegano l’alternativa nonviolenta   L’equipe di Piccola Piazza D’Arti ha ricercato per alcuni mesi, fra racconti di guerra e brani di musica popolare, esperienze di riconciliazione e di risoluzione non violenta dei conflitti. Ne nasce una rappresentazione artistica: "Pace di tutti i colori", musica, prosa, danza popolare, movimento creativo ed immagini. Alberto Capannini, responsabile del progetto di Operazione Colomba (corpo di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII) in Libano, porterà la sua esperienza dai confini con la Siria: «Mi aiuta il non essere solo. Una voce dentro di me mi dice di non credere al buio, di credere ad una possibilità di gioia, anche se improbabile». Al pubblico verrà proposto un dialogo, saranno raccolte critiche, domande e proposte di sviluppo.   Appuntamento venerdì 8 aprile alle 21 in Via Consolare Rimini - San Marino, 51   Davide Bianchini, chitarrista, racconta la serata: «Attraverso ogni testo proposto, anche il più malinconico, tenteremo di regalare al quadro grigio di un mondo ancora dominato dalla guerra alcune pennellate di colore. Tutte quelle che questo percorso orientato alla speranza potrà suggerirci. E se anche una canzone non potrà cambiare il mondo, potrà però veicolare un dubbio, diffondere un pensiero, rafforzare nel suo impegno ogni persona che lavora in maniera attiva e nonviolenta per la pace».   Spettacolo gratuito, posti limitati. Info: 342.5683304 ­ 348.2488139   Scarica il volantino    
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04/04/2016
Vita nascente: a Modena chiese unite in preghiera contro l’aborto
Alcune comunità cristiane insieme saranno riunite nella "preghiera in cammino per la vita nascente": il 6 aprile dalle 18.30 i fedeli torneranno a percorrere le vie del centro di Modena. Dieci anni fa, nel 2006, la prima fiaccolata cittadina fu guidata da Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII; oggi ha voluto essere presente, fra gli altri, il nuovo Arcivescovo della diocesi Don Erio Catellucci. Con lui saranno presenti i rappresentanti di: 35 organizzazioni laicali legate alla diocesi; la Parrocchia Ortodossa Romena delle Mirofore; la comunità evangelica della Chiesa Gesù Fonte d'Acqua Viva; la comunità evangelica nigeriana NewLife Deliverance Church. Fra le testimonianze D. racconterà la propria interruzione di gravidanza volontaria; A. e F. racconteranno la storia dolorosa della morte prenatale del proprio figlio. Sarà presente Giovanni Ramonda, Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che spiega: «Vogliamo stimolare tutta la società, a partire da noi stessi, a scoprire il valore incredibile di ogni nascituro, ognuno amato da Dio in modo straordinario, ognuno con una missione unica da svolgere nel mondo; e a porre attenzione al dolore delle tante madri che hanno abortito e convivono con una ferita dolorosa. Nella provincia di Modena viene abortito quasi un bimbo su cinque». Giorgio Mattioli, Pastore della Chiesa Gesù Fonte d'Acqua Viva spiega la sua adesione: «Riconosciamo il diritto alla vita di ogni bambino e per questo ci uniremo per l’obiettivo comune, pur mantenendo ognuno la propria identità». Questo il programma della marcia del 6 aprile a Modena:   18.30 partenza da Piazzale S.Agostino   19.30 arrivo in Piazza Grande, intervento di Don Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e dei rappresentanti delle diverse comunità cristiane    20.00 conclusione    
APG23
02/04/2016
La disabilità  non è una fonte di reddito
«L’indennitaÌ€ di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all’accumulo del patrimonio personale - si legge nella sentenza del Consiglio di Stato del 29 febbraio scorso - bensiÌ€ a compensare un’oggettiva ed ontologica (cioeÌ€ indipendente da ogni eventuale o ulteriore prestazione assistenziale attiva) situazione d’inabilitaÌ€ che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacitaÌ€ reddituale. Tali indennitaÌ€ o il risarcimento sono accordati a chi si trova giaÌ€ cosiÌ€ com’eÌ€ in uno svantaggio, al ne di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo ed a ristabilire una paritaÌ€ morale e competitiva. Essi non determinano infatti una 'migliore' situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al piuÌ€ mirando a colmare tal situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa». Si chiude cosiÌ€ una faticosa battaglia tra le famiglie dei disabili ed il Governo, dopo che quest’ultimo aveva preteso, nella compilazione dell’ISEE, di comprendere tra i redditi della famiglia l’IndennitaÌ€ di accompagnamento. Una palese ingiustizia secondo le famiglie, che ora eÌ€ stata nalmente chiarita.
APG23
01/04/2016
Italiani al fianco della popolazione minacciata da gruppi paramilitari in Colombia
«Siamo arrivati due giorni fa al villaggio de La Esperanza perché gruppi paramilitari si sono accampati a soli 10 minuti da qui. A distanza di pochi mesi dall'emergenza paramilitare già denunciata ad ottobre, ci troviamo di fronte a una situazione di estrema tensione e di pericolo per la presenza dei gruppi armati in mezzo alla popolazione civile», dichiarano i volontari di Operazione Colomba, corpo di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII. Negli ultimi giorni la presenza dell'auto-proclamato gruppo armato illegale delle Autodefensas Gaitanistas de Colombia (AGC) nei villaggi de La Hoz, Il Porvenir e La Esperanza (regione di Antioquia), ha provocato diversi scontri armati tra le AGC e la guerriglia delle FARC. I volontari di Operazione Colomba si sono attivati per accompagnare una commissione umanitaria, formata da membri appartenenti alla Comunità di Pace di San Jose de Apartadò, per verificare la situazione e per raccogliere le testimonianze della popolazione civile. Tra le testimonianze raccolte spicca quella di due giovani contadini picchiati e minacciati di morte dalle AGC. Sul luogo erano visibili i segni dei combattimenti, avvenuti tra le case dei civili e la scuola statale del villaggio, in piena violazione del diritto internazionale. Alcune famiglie hanno abbandonato le proprie case. Giovedì 31 marzo, le AGC hanno imposto un blocco, di 48 ore, di tutte le attività economiche, accademiche e di trasporto nella regione dell'Urabà per commemorare l'uccisione di un capo paramilitare avvenuta nel 2013. Nei villaggi rurali dove attualmente sono presenti i volontari di Operazione Colomba, è forte la presenza del gruppo armato illegale che ha imposto le proprie disposizioni alla popolazione civile. «A livello nazionale e internazionale tutti gli occhi sono puntati sugli Accordi di Pace in corso a l'Avana tra il Governo colombiano e le FARC e si comincia a parlare di “post-conflitto” e di un paese “pacificato” e ormai “sicuro” in cui rilanciare gli investimenti stranieri e il turismo; ma noi siamo estremamente preoccupati per il perdurare nel paese di situazioni di conflitto e di violenza come quelle in corso e per il coinvolgimento della popolazione civile colombiana», è il commento di Antonio De Filippis, responsabile di Operazione Colomba. Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, è presente in Colombia dal 2009 con un progetto di accompagnamento dei civili della Comunità di Pace di San José de Apartadò.
APG23
31/03/2016
Detenuti in marcia a Rimini per le pene alternative 
Alcune decine di detenuti da tutta Italia si danno appuntamento a Rimini, il 3 aprile 2016, di fronte al Carcere di Via Santa Cristina 19. Il loro obiettivo è quello di percorrere a piedi la ventina di chilometri che li separa dalla Casa Madre del Perdono di Taverna di Monte Colombo. Offriranno a tutti la possibilità di incontrarli per conoscere la loro esperienza: stanno scontando la pena in soluzioni alternative al carcere. C’è chi lavora come casaro, chi produce miele; tutti sono ospitati dalle Cec, le Comunità Educanti con i carcerati, che la Comunità Papa Giovanni XXIII sta sperimentando come modello per il superamento della detenzione. Giorgio Pieri è responsabile del progetto Cec: «I ragazzi arriveranno alla casa di accoglienza che il vescovo Mons. Francesco Lambiasi ha voluto riconoscere a dicembre scorso come una delle Porte Sante di Papa Francesco. Qui sono 30 i detenuti inseriti in progetti di recupero alternativo. Si tratta di un modello innovativo che abbiamo presentato nei mesi scorsi al Ministero della Giustizia; saremo presenti il 18 aprile a Roma agli "Stati Generali dell'esecuzione penale" e lo porteremo il 19 aprile a Bruxelles all’evento conclusivo del progetto europeo "Reducing prison population"».   Scarica il volantino    
APG23
31/03/2016
Dopo di noi: un progetto di vita per i disabili senza genitori
184 milioni di euro: a tanto potrebbe arrivare il fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave che si ritrovano prive del sostegno familiare. Il disegno di legge approvato il 3 febbraio alla Camera dei Deputati dovrebbe andare in discussione al Senato entro la primavera. Al centro del palco saranno le regioni, che tramite bandi potranno destinare ingenti denari per la creazione di gruppi appartamento, residenze private, comunità alloggio.  «Ma non case famiglia composte da un papà e una mamma, che volontariamente accolgono i disabili quando i genitori naturali non sono più in grado di occuparsi di loro: le "case famiglia" questa legge non le cita proprio»: Donatella Cremonese, che nella sua casa ospita due disabili gravissimi, è andata a dirlo oggi in Senato.  Il ddl prevede anche meccanismi di tutela dei patrimoni che le famiglie destinano al futuro di figli disabili; agevola la sottoscrizione di polizze previdenziali ed assicurative.  Donatella è coordinatrice del Centro diurno accreditato l'Arcobaleno, gestito dalla cooperativa La Fraternità, in cui vengono svolte attività socio-riabilitative con adulti disabili gravi.   La Comunità Papa Giovanni XXIII, cui questo centro fa capo, è stata invitata oggi in audizione dalla Commissione Lavoro per commentare il disegno di legge.  Un altro punto che le sta molto a cuore è quello della stesura di un «progetto di vita», auspicato dal progetto di legge per le persone accolte. L’eventuale amministratore di sostegno della persona con disabilità dovrebbe - è la proposta - occuparsi di tenerlo aggiornato.  «Ma l’amministratore di sostegno si occupa degli aspetti economici della vita dell’assistito, e non della valorizzazione delle sue capacità residue, delle relazioni, dell’inserimento sociale», commenta Donatella.  La delegazione Apg23 ha espresso apprezzamento per le finalità previste dalla nuova legge, ma ha sottolineato che «le persone con disabilità grave necessitano di interventi continuativi, di un progetto di vita che riconosca in maniera positiva l’esserci del disabile come persona, che non si occupi solo delle sue funzioni vitali, cognitive, sensoriali. La legge potrebbe dare un riconoscimento a chi osserva con attenzione l’accolto, dandogli cura e amore ogni giorno della vita.  Vanno coinvolte anche la scuola, le cooperative, i Centri socio educativi ed occupazionali, i luoghi di incontro».  «Sarebbe importante estendere le garanzie previste anche a persone con disabilità media e lieve; e servirebbe una progressiva presa in carico della persona già durante l'esistenza in vita dei genitori», è l'auspicio della Comunità di Don Benzi.
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