APG23
22/06/2017
A Cesena , Sabato 24 Giugno , il Vescovo Douglas Regattieri inaugurerà la casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23) , che sarà collocata all'interno dei locali della curia. La cerimonia si terrà alle ore 11:30, dopo la S. Messa in Cattedrale.
«Siamo onorati di mettere il nostro carisma e la condivisione della vita con gli ultimi a servizio della Chiesa» spiega Giovanni Paolo Ramonda , Presidente della Comunità fondata da don Benzi. «Questa è la prima casa famiglia, fra le circa 600 realtà sparse nel mondo, che va direttamente ad abitare al fianco di un Vescovo. - continua Ramonda - Aiuteremo il Vescovo ad aprire le porte della sua casa ai poveri, come richiesto da Papa Francesco ».
Nella casa andranno a vivere i coniugi Ezio e Simona Nobili (nella foto) con i loro 4 figli. Lombardo lui, romagnola lei. La famiglia è di recente rientrata dopo 10 anni di missione in Spagna, a Guadalajara, dove ha vissuto al fianco dei senza fissa dimora. «Siamo davvero tanto grati dell'accoglienza che stiamo ricevendo. Per noi è una nuova missione» spiega Simona «Non capita tutti i giorni di andare ad abitare con un Vescovo».
La Comunità Papa Giovanni XXIII , fondata da don Oreste Benzi , opera al fianco degli ultimi dal 1968. Oggi conta 573 strutture in Italia ed in 40 Paesi nei 5 continenti. Ogni giorno 41.000 persone mangiano alla nostra tavola.
APG23
20/06/2017
Non del tutto
Sedersi sopra ad un tronco
senza paura del burrone che c’è giù
solo, sopraffatto, ma non del tutto.
Non ci sono sorrisi intorno a me
uno soltanto è importante
quello del mio Signore che guarda divertito
per quell’uomo fatto di vetro che ha creato
libero di essere felice nonostante il simpatico orrore del creato.
A. T.
Alla Biennale della Prossimità c’erano anche loro, poeti in erba, i giovani e adulti della Comunità terapeutica San Giuseppe di Sabbiuno che sabato 17 giugno hanno presentato nelle vie del centro Licenza Poetica ovvero storie di vita, storie di riscatto, fuori dal tunnel delle dipendenze espresse in poesia come quella di A.T. che parla della ricerca di Colui che dà il coraggio di tornare a vivere senza mai più “farsi”. Nel corso della mattinata ha invece moderato i lavori di gruppo sul tema dei Servizi per le tossicodipendenze Alberto Zucchero, da anni impegnato sul fronte delle dipendenze patologiche e del rapporto con i Sert con particolare riguardo verso chi, finito il programma di recupero nelle comunità terapeutica, deve gradualmente raggiungere l’autonomia lavorativa e abitativa.
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La Comunità di don Oreste Benzi dal 15 al 18 giugno 2017 è stata presente coi molteplici volti dell’accoglienza e della condivisione all’interno della Rassegna nazionale dal titolo Voglio dire, voglio fare, voglio esserci! che è nata nel 2015, con la prima edizione a Genova, da una fitta rete di cooperative, associazioni e gruppi di cittadini chiamata Rete della prossimità. Quest’anno l’iniziativa ha invece riempito di qualche migliaio di persone il capoluogo emiliano creando soprattutto spazi aperti di confronto e scambio in piazza, sotto i portici, sulle vie più frequentate del centro. La Comunità Papa Giovanni XXIII è stata presente anche all’interno dell’Urban Center di Bologna intervenendo sul tema della tratta di esseri umani con la testimonianza di Cecilia Farnè impegnata in particolare nell’incontro con chi è vittima di accattonaggio a Bologna e sul tema dei minori e adolescenti con la testimonianza di vita di Valeria Colella mamma di casa famiglia nella provincia di Bologna.
Presente all’appuntamento bolognese anche la Cooperativa “La Fraternità” di Bologna (impegnata nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate dal 1991) che venerdì sera ha presentato il cortometraggio Su misura, progetto di collaborazione con l'Accademia di Belle arti di Bologna nell'ambito del quale gli studenti, a partire da vestiti usati, hanno realizzato un abito su misura per le persone con varie forme di disagio che lavorano nella Cooperativa. Sabato sera, nella splendida cornice dell’Arena Orfeonica, è stato invece proiettato il video mapping C'ha Proiect ovvero segni, giochi di luce e colore, che raffiguravano l’idea di casa dei ragazzi disabili della Cooperativa Sociale La Fraternità.
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«È stata una bella esperienza di rete e di incontro di tante realtà diverse – ha raccontato Giulia Montanari membro bolognese della Comunità Papa Giovanni XXIII e referente locale del Servizio Giustizia e Pace – che ci insegna anche ad arricchirci gli uni delle esperienze degli altri, uscendo dalle solite cerchie. Come già abbiamo iniziato a sperimentare con l’esperienza del Portico della pace qui a Bologna»
APG23
20/06/2017
«A noi l'unico diritto che è lasciato è quello di scegliere come morire»: comincia così la lettera per la pace in Siria firmata da centinaia di profughi in esilio. Il testo «Noi Siriani, la proposta di pace dei profughi siriani», è stato presentato oggi a Montecitorio in occasione della Giornata Mondiale per i Rifugiati.
La proposta di pace propone al primo punto: «la creazione di zone umanitarie in Siria, ovvero di territori che scelgono la neutralità rispetto al conflitto, sottoposti a protezione internazionale, in cui non abbiano accesso attori armati».
Una delegazione dei promotori, accompagnata da Alberto Capannini di Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, è stata ricevuta oggi 20 giugno 2017 da Michele Nicoletti, presidente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, e da Vincenzo Amendola, sottosegretario agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale.
Per una volta si scambiano i ruoli: i profughi accolti in Italia non sono più quegli immigrati spesso considerati passivi nell'accoglienza, ma protagonisti del cambiamento del proprio paese. Anche perché, come ha spiegato AbuRabih Satouf arrivato in Italia grazie ai corridoi umanitari, «Solo la pace, il rifiuto della violenza e delle armi potranno ridare una casa e una Patria ai siriani. Perché un uomo senza Patria non vale nulla».
Alberto Capannini, responsabile del progetto che la Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce in Libano grazie ai volontari di Operazione Colomba la vede così: «dietro alle guerre ci sono grandi potenze, ma oggi proviamo ad esplorare una soluzione differente. Una soluzione che parte dalle tende dei profughi. Vivendo insieme a loro abbiamo fatto una cosa semplice ma potente: li abbiamo ascoltati».
«E loro ci dicevano: “non siamo profughi, ma esseri umani”. La guerra deve uscire dalla storia, e questo è il giorno in cui si esplorano soluzioni diverse. Questa proposta è la prima che non prevede la spartizione dello stato siriano. La situazione siriana si risolverà solo con il contributo di tutti», ha rilanciato.
APG23
16/06/2017
Ci sono giovani che scelgono di trascorrere in maniera diversa il loro tempo. Non sono marziani, non sono mosche bianche, sono centinaia ogni anno e ogni anno crescono.
Sono i giovani che scelgono un’estate con qualcosa in più, che non sia solo mare, serate con gli amici e divertimento. Questi giovani trovano spazio anche per trascorrere una settimana in montagna con ragazzi con disabilità, per continuare – ancora oggi – quel che don Oreste ha iniziato nel 1968, quando diceva “dove noi anche loro”. O per andare in Sicilia, sì, ma tra i ragazzi dei quartieri più degradati e a rischio.
Sono ragazzi che partono non per un giro in treno nelle capitali nord-europee, ma per i posti più sperduti della Romania, dove ci sono solo miniere e tutto è nero di carbone.
Passeranno qualche settimana non in un college inglese a studiare la lingua, ma ad imparare qualche parola di rumeno solo per poter parlare con i bambini che ogni giorno arrivano per giocare con loro, tutti riuniti in girotondo.
Ogni anno la Papa Giovanni organizza campi estivi – “di condivisione” e “fuori le mura”, tra chi vive ai margini – per fare esperienze umane, di relazione, di crescita e di incontro che saranno ricchezza per tutta la vita. Per alcuni quelle esperienze sono state punti di svolta, per altri solo una parentesi che però ha lasciato in loro un modo diverso di leggere il mondo e le sofferenze umane, di chi è lontano ma anche di chi ci sta accanto.
E ogni anno altri giovani partecipano al bando per il servizio civile, da svolgere in Italia o all’estero. Un anno intero, da donare agli altri, a scoprire la relazione, la pace, la nonviolenza in maniera concreta. C’è chi sceglie di aiutare ragazzi in carrozzina in casa famiglia, chi di dare il proprio apporto nei progetti rivolti ai senza dimora. Chi resta vicino casa e chi parte per un continente dall’altra parte dell’Oceano. Anche quest’anno la Papa Giovanni ha partecipato al bando nazionale di servizio civile rivolto ai ragazzi dai 18 ai 28 anni con tantissimi progetti. I posti disponibili erano 269 in Italia e 58 all’estero.
Chi sceglie il servizio civile con la Papa Giovanni sa che farà qualcosa di speciale, perché vivrà per un anno 24 ore su 24 con noi, accanto agli ultimi e agli emarginati. Non si tratta di un anno da passare “perché tanto il lavoro non si trova”, ma di un’esperienza profonda e fortemente formativa, che riscopre i valori della nonviolenza per cui il servizio civile era nato. Quel servizio civile che una volta chiamavamo obiezione di coscienza alla leva militare obbligatoria e per cui tanti giovani hanno lottato, affinché fosse riconosciuto. Tanti di quei giovani oggi sono papà delle nostre case famiglia, perché hanno scelto di fermarsi, di aprire questa parentesi della loro vita e farle pervadere tutto il mondo intorno.
Per maggiori informazioni:
> Campi Estivi 2017
> Servizio Civile 2017
APG23
14/06/2017
“Ai tavoli delle trattative siedono solo coloro che hanno interessi economici e politici sulla Siria. A noi, vere vittime della guerra e veri amanti della Siria , l’unico diritto che è lasciato è quello di scegliere come morire in silenzio. Ma noi, nel rumore assordante delle armi, rivendichiamo il diritto a far sentire la nostra voce…”.
Martedì 20 giugno 2017 alle ore 13:00, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati a Roma, Hsyan Abd El Rahim , insegnante siriano di Homs, presenterà alla stampa, a nome di molti profughi siriani fuggiti in Libano, una Proposta di Pace per la Siria , rivolta ai rappresentanti del Parlamento italiano e alle Associazioni interessate.
La proposta è stata elaborata e predisposta in collaborazione con i volontari di Operazione Colomba , Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, che dal 2013 opera in alcuni campi profughi del Libano al confine con la Siria.
Alla Conferenza stampa, interverranno l' on. Michele Nicoletti , Presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, l ’on. Vincenzo Amendola , Sottosegretario agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale, alcuni volontari di Operazione Colomba e rappresentanti dei profughi siriani arrivati in Italia attraverso i Corridoi Umanitari.
Alla violenza, che da sei anni sta distruggendo la Siria, vogliamo contrapporre una forza che non sia quella delle armi, delle bombe, delle torture, delle uccisioni, favorendo la partecipazione ai tavoli delle trattative di pace anche di esponenti della società civile, che non vogliono né uccidere né essere uccisi .
Questo invito, che formuliamo a nome dei nostri amici siriani, è rivolto a tutto il Paese ed è finalizzato a sostenere, diffondere e promuovere questa Proposta di Pace per la Siria .
Chi intendesse partecipare alla Conferenza stampa, è pregato di inviare una mail all’indirizzo nicoletti_m@camera.it, oppure di telefonare al n. 06/67608663, entro GIOVEDI’ 16 GIUGNO 2017 ALLE ORE 12:00
Per informazioni
Ita: www.operazionecolomba.it/noisiriani
Eng: www.operazionecolomba.it/wethesyrians
APG23
14/06/2017
«Io amo la libertà. La salute, la libertà e la felicità sono le cose più belle della vita e se arrivi ad averle tutte sei davvero fortunato… Ho voglia di fare delle camminate che durano tanti chilometri per riprendermi tutti quegli anni persi nel nulla». Questo scritto di Chiara (nome di fantasia), una donna ex tossicodipendente con problematiche psichiatriche, è uno dei tanti raccolti nel volumetto intitolato Scartati chi?!? Storie vere di adulti fragili e protagonisti che venerdì 9 giugno è stato consegnato ai convenuti al ventennale della casa “San Giovanni Battista” sita nel territorio di Castel Maggiore nella provincia di Bologna.
Questa è una delle 47 case di accoglienza in cui la Comunità Papa Giovanni XXIII cerca di offrire un contesto familiare ai tanti adulti soli e ai margini delle nostre città. Alle sue origini, nel lontano 1997, c’è la disponibilità di una giovane infermiera Giovanna Boccardo che, seguendo le parole del fondatore don Oreste Benzi «dare una famiglia a chi non ce l’ha» per “ri-generare nell’amore”, accetta la proposta di accogliere malati di Aids in fase terminale inviati dall’Asl di Bologna. Oggi insieme ad Alberto Zucchero, che è anche il referente nazionale per l’accoglienza di Rom e Sinti, ad operatori e a volontari in servizio civile continua l’accoglienza di tante persone adulte anche in situazioni d’emergenza. Nella casa sono ospiti 12 persone, fra cui adulti con ripetute ricadute nelle dipendenze, impegnati in percorsi di reinserimento lavorativo. Poi ci sono giovani adulti affetti da disturbi psichiatrici, donne vittime della tratta. Negli anni qui hanno trovato una possibilità di riscatto e inclusione sociale circa 800 persone. E negli ultimi anni anche alcune mamme detenute come raccontato nel servizio del Tg3.
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Il Presidente della Comunità di don Benzi, Giovanni Paolo Ramonda, nel corso della festa per i vent’anni, ha infatti rilanciato il tema dell’accoglienza delle detenute nelle carceri italiane coi loro bimbi. «Ci sono ancora 56 mamme detenute in Italia. Devono riparare i loro errori ma non rimanendo in carcere coi loro bambini. È necessaria una misura alternativa: nelle nostre case di accoglienza e case-famiglia. Come abbiamo sperimentato qui a Bologna». Pieno appoggio dal Garante per i diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna, Elisabetta Doganà che ha sostenuto l’iniziativa in un comunicato stampa in cui ha riportato l’attenzione sul carcere e la questione femminile in vista del Convegno nazionale del prossimo 15 giugno.
Tra i vari interventi sull’accoglienza e l’inclusione sociale degli adulti fragili è emersa anche la voce “fuori dal coro” del dott. Giorgio Magnani, Psichiatra del Centro Salute Mentale di Carpi, Ausl di Modena, che intervenendo sul tema Adulti fragili e comunità accoglienti… oltre la cultura dello scarto, ha ricordato come sia possibile un percorso di reintegrazione dei soggetti psichiatrici in mezzo a persone con altre problematiche piuttosto che in strutture più settoriali perché «bisogna essere come si è là dove si è, come il cieco Bartimeo quando incontra Gesù». «Mi occupo da tanti anni di gruppi e preferisco lavorare con gruppi disomogenei ovvero quelli composti da persone diverse per genere, età, status, problemi, patologia, provenienza ecc. Nella mia esperienza, la diversità è un fattore importante per l’arricchimento reciproco. Va anche detto che la diversità è un elemento che fa parte della nostra normalità: una famiglia o una comunità formata da individui tutti della stessa età o dello stesso genere sarebbero una ben strana famiglia o una ben strana comunità. È evidente che occorre anche molta attenzione nel rispettare le differenze, nel permettere la libertà degli individui e nel mantenere un sufficiente livello di coesione. Le strutture settoriali non favoriscono lo sviluppo del pensiero e corrono il rischio di essere emarginanti».
Parole di ringraziamento e di incoraggiamento anche negli interventi di Lauretta Gianessi, responsabile del Sert (Servizio per le Tossicodipendenze) di San Giorgio di Piano, Emanuela Zanacchini , responsabile del Centro di Salute Mentale, entrambi dell’Ausl di Bologna. Quest’ultima ha sottolineato: «Lavoriamo con persone che hanno bisogno di speranza. E anche nel servizio pubblico c’è bisogno di molta speranza. Voi con la vostra presenza e la vostra collaborazione ci dimostrate che anche nei nostri territori questo è possibile».
APG23
08/06/2017
Un flashmob organizzato dai ragazzi disabili concluderà la seconda edizione del progetto #DiversArteMente. Il terzo ed ultimo appuntamento della rassegna "Uno, nessuno, tutti insieme” si terrà sabato 10 giugno alle 19.30 a Giarre (CT) in Piazza Duomo. Obiettivo è riflettere sul valore dell'arte nella disabilità e nell’emarginazione, in particolare portando l'attenzione sull’espressione corporea della danza.
ll momento di Flashmob sarà guidato dai ragazzi dei centri diurni delle cooperative Ro' la Formichina di Linera (CT) e La Fraternità di Rimini, entrambe della Comunità Papa Giovanni XXIII; i giovani con disabilità esprimeranno danzando l'originalità di ciascuno .
Il tema verrà affrontato nella tavola rotonda e nei laboratori esperienziali domenica 11 giugn o dalle 9.30 alle 17 presso la cooperativa Ro' la Formichina, a Linera, frazione di Santa Venerina (CT) , via don Oreste Benzi, 2. Condurranno Maria Grazia Finocchiaro, insegnante di dance-ability; Donatella Cremonese, ballerina e referente per la disabilità della Comunità Papa Giovanni XXIII.
APG23
08/06/2017
Sono 25 i posti disponibili in Veneto per il servizio civile dei giovani dai 18 ai 28 anni, attivati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII; verranno presentati martedì 13 giugno a Dueville (VI) alle 20 in via Ungaretti 20 presso i locali della Cooperativa Eco Rinascere. I ragazzi saranno impegnati in realtà di condivisione con persone emarginate (minori allontanati dalle famiglie, persone tossicodipendenti, disabili ed homeless) di Padova, Treviso, Verona e Vicenza .
Il 20 giugno a Padova alle 10.30 in via Martiri della libertà 2 verranno invece presentati i 58 progetti all’estero , con la presenza di Marco Mascia , Direttore del Centro per i Diritti Umani dell’Università di Padova.
Durante entrambi gli appuntamenti sarà possibile ricevere informazioni sui singoli progetti, ascoltare testimonianze di altri ragazzi, avere colloqui privati con i referenti dell'associazione. «In 15 anni sono partiti circa 500 ragazze e ragazzi nelle nostre missioni sparse nei 5 continenti» spiega Giovanni Paolo Ramonda , Presidente della Comunità di don Benzi. «Si tratta di un'esperienza unica, che cambia la vita grazie alla condivisione di un anno con i poveri, lungo le polverose strade delle periferie del mondo».
Possono presentare domanda i giovani italiani e stranieri con regolare permesso di soggiorno, di età compresa tra 18 e 28 anni, senza precedenti penali; il servizio civile dura 12 mesi e impegna una media di 30 ore settimanali. I giovani ricevono un contributo spese di 433,80 euro mensili. Nei progetti all'estero viene aggiunta una diaria giornaliera che va dai 13 ai 15 euro a seconda del Paese di destinazione.
La scadenza per l'invio delle candidature è fissata alle ore 14.00 di lunedì 26 giugno.
Per informazioni è attivo il numero verde 800.913.596 ed il sito www.odcpace.org
APG23
08/06/2017
Musaab, profugo dalla Siria, si era rifugiato in Libano. Ma la sua malattia non gli avrebbe lasciato scampo. L'8 giugno 2017 è arrivato a Genova con il fratello di 17 anni che gli donerà il midollo.
Il nome completo è Musaab Kalash, è un profugo siriano di 13 anni affetto da anemia aplastica, una forma letale di leucemia che necessita di trapianto del midollo. Il padre è morto in prigione in Siria. La famiglia, fuggita in Libano, è attualmente composta dalla madre e 5 fratelli.
«La sanità in Libano è praticamente inaccessibile per i profughi siriani, ma attorno a Musaab si è creata una rete di solidarietà in cui siamo stati coinvolti anche noi volontari di Operazione Colomba», spiegano Alberto Capannini del corpo di pace dei giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII, che vivono in un campo profughi al confine con la Siria.
#FOTOGALLERY:Musaab#
«Questa rete ha permesso, nelle ultime settimane, di raccogliere il denaro necessario all'acquisto di medicine costosissime che sono servite per la sopravvivenza del bambino fino ad oggi e per affrontare un'infezione molto grave», continua.
«Inoltre, attraverso un nostro volontario, abbiamo contattato l'Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova che si è reso disponibile, grazie alla Regione Liguria e per mezzo di altre associazioni, ad occuparsi delle cure mediche del bambino, del viaggio e dell'accoglienza dei due fratelli che con lui dovranno partire: il maggiore che lo accompagnerà, ed il fratello più piccolo che è risultato compatibile al 100% per la donazione del midollo»
Per salvare Musaab si sono attivate anche Caritas, la FlyAngels Foundation, l'associazone Abeo della Liguria, la Regione Liguria: una rete della solidarietà spontanea che si è rivelata in grado di salvare una vita; oltri 50 donatori hanno aiutato a raccogliere i 4000 euro necessari per affrontare il viaggio della speranza, e altri 4000 che serviranno per sostenere la famiglia del giovane ragazzo siriano.
#SalviamoMusaab
APG23
08/06/2017
Venerdì 9 Giugno la Comunità Papa Giovanni invita ad una fresca serata africana. Sotto le stelle delle splendide colline di Cusercoli, nell’entroterra forlivese. Il piccolo Borgo Basino ospiterà tre eventi estivi organizzati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con le Fattorie Faggioli, all’insegna del divertimento e della solidarietà.
Questo primo appuntamento avrà come protagonisti il gruppo di ballo e percussioni Dada Africa. Alla serata parteciperà anche Simone Ceciliani, giovane missionario, che porterà la sua testimonianza di vita a Nairobi, in Kenya. A partire dalle ore 19 si potranno degustare cibi tipici africani. Il ricavato della serata sarà destinato a progetti di sostegno nelle terre di missione della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Gli eventi si terranno presso le Fattorie Faggioli in via S. Giovanni 41 - loc. Cusercoli, Civitella di Romagna (FC).
Scarica la locandina: incontriamoci a Borgo Basino.
Prenotazione obbligatoria al numero 339.5441691
APG23
07/06/2017
Una delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII ha incontrato oggi il Cardinale Kevin Farrell, presidente del nuovo Dicastero Vaticano per la Famiglia, Vita e Laici. Nel corso dell'incontro è stata presentata l'opera ed il carisma della Comunità fondata da don Oreste Benzi.
«La mission della Comunità Papa Giovanni XXIII è la condivisione con i poveri» ha dichiarato Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità. «La bellezza del carisma che la Chiesa ci ha donato lo portiamo fino agli estremi confini della terra, evangelizzando non con le parole, ma attraverso un trapianto vitale».
Il Card. Farrell ha incoraggiato la Comunità a continuare nell'opera iniziata da don Benzi. «Siate fecondi nella vocazione e nel vostro carisma. Per la vita della Chiesa di oggi è importante il coinvolgimento dei giovani e delle famiglie, così numerose nella vostra Comunità» ha commentato il presule irlandese «Ricordate che la vivacità di una Comunità come la vostra si vede dalle nuove vocazioni, in particolare di persone consacrate e sacerdoti». Il Cardinale è rimasto impressionato dalla capacità di integrazione e di creare lavoro non solo in Italia, ma anche nelle missioni estere. Ha mostrato particolare interesse per le gelaterie aperte nelle zone di missioni, esempi di impresa sociale, capace di dare lavoro e dignità ai poveri.