APG23
08/05/2020
L’emergenza sanitaria e il distanziamento sociale che si sono protratti per tante settimane hanno messo a dura prova tutte le mamme.
Pizzaiole, fornaie, cuoche, educatrici, insegnanti, animatrici, correttrici di compiti… e quante altre cose si sono dovute inventare per intrattenere i più piccoli, quanta energia e quanta creatività per non fargli pesare la quarantena.
Ma ci sono state anche quelle mamme che, costrette all’isolamento, non hanno potuto avere vicino i propri cari e tanto hanno sofferto per questa distanza. E anche ora, che possono ricongiungersi, devono rinunciare a baci e abbracci per continuare a proteggersi a vicenda.
Come non pensare a tutte loro, in occasione della Festa della Mamma, se non con immensa gratitudine. In particolar modo per quelle delle nostre famiglie accoglienti che, oltre a prendersi cura insieme ai papà dei più piccoli e dei più fragili che ci sono stati affidati, non hanno smesso si incontrare persone bisognose del nostro aiuto accogliendole nella propria vita prima ancora che nella propria casa. Le case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII si sono rivelate ancora una volta per quello che sono: più che case. Famiglia.
Ecco, celebriamo l’amore di tutte le mamme. Auguri mamme!
Se vuoi fare anche solo un piccolo gesto di gratitudine puoi usare gli auguri digitali per la Festa della Mamma e sostenere così le mamme della Comunità, oltre ogni distanza.
APG23
30/04/2020
L’aborto non è facile. È atroce! Da quel giorno ho spesso degli incubi. E ho pensato d’impazzire. Se avessi avuto più tempo per riflettere, avrei ragionato, forse avrei potuto confrontarmi con i miei e mi avrebbero accettato. Se non avessi avuto quella fretta, sono sicura che avrei potuto fare una scelta diversa».
Natascia ha 37 anni e ha scelto di uscire allo scoperto, ripercorrendo coraggiosamente “in diretta”, momento per momento quel terribile aborto “troppo veloce”. Una donna che non conosceva la Comunità Papa Giovanni XXIII ma che ha sentito l’esigenza di contattare il numero verde gratuito del Servizio maternità e Vita, per parlare con qualcuno in quel momento di disperazione, e chiedere aiuto dopo l’aborto farmacologico.
Leggi tutto l'articolo su semprenews: Aborto in casa? No, grazie
È disponibile la registrazione della tavola rotonda live con:
Prof. Giuseppe Noia, Presidente dell'Associazione Italiana Ginecologi e Ostretrici Cattolici, Direttore dell’Hospice perinatale presso il Policlinico Gemelli di Roma
Dott. Enrico Masini, bioeticista, ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
Con la testimonianza di Nadia: «Vi racconto il mio aborto con la pillola Ru486»
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APG23
28/04/2020
L’Economia di condivisione è stata al centro di un incontro promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha avuto come ospite Stefano Zamagni e che ha suscitato grande interesse e curiosità per una proposta nata dall’istinto profetico di don Oreste Benzi
La Comunità Papa Giovanni XXIII si è lasciata sempre determinare dai poveri ed ha costruito il modello della società del gratuito, che non è un'utopia, è già in atto in tante forme che appartengono ancora ad una minoranza di persone, gruppi e comunità e di cui si parla ancora troppo poco...
L’incontro con Stefano Zamagni, grande estimatore di don Benzi, ha rinnovato l’appuntamento di Faenza del 2013, quando lui e Paolo Ramonda discussero del rapporto fra “Fede, Economia e Società del Gratuito”
Oggi come allora, Stefano Zamagni ha dichiarato che “in effetti Il modello organizzativo della Comunità papa Giovanni XXIII merita più attenzione di quanto finora ne abbia ricevuto: bisognerà che prima o poi qualcuno si metta a studiarlo, proprio il modello organizzativo perché voi sapete che i principi occorrono per tracciare la via, ma poi occorre l’organizzazione per realizzare l’obiettivo. Tutta l’azione della Comunità è orientata all’altrocentrismo, al ritenere che nel bene di tutti c’è anche il mio bene. Questo è un modo molto concreto di gestione dei beni comuni ed è un modo del tutto innovativo. Infatti, noi oggi sappiamo quali sono i modi di gestione dei beni privati, questo l’abbiamo imparato da tempo. Sappiamo anche come gestire i beni pubblici (che poi non si riesca a causa di fenomeni vari – corruzione ed altro – è un discorso diverso), ma quando arriviamo ai beni comuni, dobbiamo constatare che non c’è ancora una teoria economica adeguata allo scopo; ed è questo il motivo per cui non si riesce a gestirli. Pensate a beni comuni come l’ambiente, l’acqua, l’aria, il suolo, la conoscenza, i beni culturali.
Quello che don Oreste ha capito è che per gestire in modo efficace i beni comuni che sono diversi sia dai beni privati che dai beni pubblici, occorre un modello di governance che ha come base specifica quello che poi nella Comunità Papa Giovanni XXIII di fatto si realizza: tutte le persone della Comunità che si dedicano alla accoglienza, applicano una governance adeguata allo scopo.
Ecco perché occorrerebbe studiare ed approfondire questo modello organizzativo: perché può essere di aiuto a tanti altri. In altre parole, la gestione “comunitaria” non è né la gestione privatistica né la gestione pubblicistica.
Notate che i nostri padri costituenti l’avevano capito quando dopo l’art. 42 della Costituzione hanno introdotto l’art. 43. L’art. 42 è quello che dice che la proprietà è privata o pubblica a seconda dei casi. L’art. 43 introduce il concetto di proprietà comune che non è né privata né pubblica. Però dopo di allora nessun politico ha più richiamato questo concetto. Don Oreste con i suoi amici della Comunità di fatto, lo ha realizzato.
La società del gratuito infatti nasce dal basso, da scelte personali e comunitarie che creano “mondi vitali nuovi” che si diffondono per trapianto vitale.
Tutte le persone che compongono il corpo sociale vengono messe nelle condizioni di partecipare agli altri i propri doni attraverso il lavoro.
Dobbiamo vivere la fraternità per essere società del gratuito: saremmo contraddittori, ridicoli se fossimo divisi o se non sapessimo mettere le nostre originalità in comunione.
Se non si arriva a questa formulazione concreta noi siamo dei teorici che però, con la loro vita, scacciano quello che affermano, perché la paura dell’altro è la malattia peggiore che esista nella società. Quanto più uno si difende, tanto più parla della gratuità, perché deve coprire la sua difesa. Il problema lo risolviamo solo se diventiamo noi un mondo nuovo, quel mondo che è secondo il cuore di tutti gli uomini; lo risolviamo solo se creiamo una nuova umanità, quella che Cristo ha portato, basata sull’amore veramente gratuito.
Don Oreste Benzi ha anticipato 30 anni fa quello che è il cuore dell’enciclica Laudato Si di Papa Francesco, quello che oggi è il cuore dell’Economia di condivisione:“Oggi più che mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale”
Così il prof Zamagni ha sottolineato il “fiuto” di don Oreste Benzi per l’Economia, benché fosse un “povero prete di campagna”, la sua capacità di puntare tutto sulla Fraternità, un ingrediente che conduce l’Economia ad un approccio nuovo, quello della Reciprocità.
È il senso dell’invito che Papa Francesco ha fatto ai giovani imprenditori e changemakers per Economy of Francesco, perché i giovani sono portatori di interesse per il futuro del mondo ed hanno grandi motivazioni di cambiamento. Ed è la missione specifica che avranno i 17 giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII che andranno ad Assisi nel novembre 2020 e che hanno preparato un “manifesto” dell’Economia di condivisione con 10 proposte per il cambiamento dei paradigmi dell’Economia.
Proprio i giovani sono oggi vittime di un sistema manipolatorio messo in campo dagli adulti che detengono il potere economico e dalle multinazionali della finanza. LA ricetta, secondo Zamagni è che «Dobbiamo rispolverare la categoria della felicità. Il modello attuale aumenta l’utilità ma diminuisce la felicità che, come diceva già Aristotele, risiede nelle relazioni interpersonali. La povertà evangelica non è tanto la privazione dai beni ma il distacco da essi, che devono rimanere un mezzo e non un fine. Il fine è la felicità»
Tanto Stefano Zamagni che Paolo Ramonda, hanno voluto sottolineare in questa direzione l’importanza delle esperienze giovanili di Servizio Civile, perché lì i giovani sperimentano come nelle relazioni umane autentiche, nella condivisione con gli ultimi, la vita sia più soddisfacente. È la vita insieme al povero che cambia per sempre la prospettiva di vita per i giovani.
Giovanni Ramonda, presidente della Comunità, ha anche sottolineato come l’economia di condivisione possa essere una risposta per questo momento storico, puntando ad un sistema economico che metta al centro la dignità dell’uomo, di ogni uomo e la cura del pianeta, una vera e propria “rivoluzione della condivisione”, in cui i più fragili sono messi al centro di una comunità, di un popolo, e ne segnano il cammino.
Nei suoi 50 anni di vita, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha sviluppato forme di condivisione che sono diventati modelli economici e modalità di partecipazione alla vita dei territori in cui la Comunità opera, in Italia ed all’Estero, a partire dalla gestione del denaro come amministratori e l'amministrazione comune, dal contrasto della fame nel mondo, dalle battaglie contro lo spreco, dalla scelta della Pace e dalla presenza di pace nelle zone di conflitto, dall’educazione alla condivisione, dal recupero della dignità della persona nelle realtà di accoglienza e nelle cooperative di lavoro, dalle forme innovative di impresa nelle terre di missione, nei paesi poveri del pianeta, dal contaminare i luoghi della professione, dell’economia, della politica.
Il Papa Benedetto XVI, nella Caritas in Veritate alla fine del paragrafo 36 dice: “La grande sfida che abbiamo davanti a noi, fatta emergere dalle problematiche dello sviluppo in questo tempo di globalizzazione e resa ancor più esigente dalla crisi economico-finanziaria, è di mostrare, a livello sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo i tradizionali principi dell'etica sociale, quali la trasparenza, l'onestà e la responsabilità non possono venire trascurati o attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un'esigenza dell'uomo nel momento attuale, ma anche un'esigenza della stessa ragione economica. Si tratta di un’ esigenza ad un tempo della carità e della verità.”
Ed è per questo che dobbiamo chiedere allo Stato nella redistribuzione delle risorse principi di solidarietà e condivisione, uguaglianza, valorizzazione i talenti di ognuno, e soprattutto prestare grande attenzione a sostenere le famiglie , quelle numerose, quelle con figli disabili, con malati di mente, anziani, che decidono di tenerli presso la famiglia.
Anche come consumatori, dobbiamo essere critici ma non a parole o negli ideali, ma nei fatti, perché abbiamo ampi margini di potere d’acquisto, e soprattutto abbiamo la possibilità di vivere la sobrietà, che ci fa vivere la vita da poveri e ci fa anche inquinare di meno l’ambiente. La valutazione di prodotti tenendo conto non solo del prezzo ma anche dell’esistenza di corrette condizioni di lavoro nelle imprese, del grado di tutela assicurato per l’ambiente naturale che lo circonda.
È questo il tempo delle scelte, della responsabilità, della comunità, dell’agire insieme, come popolo. È la scelta della fraternità, della cura delle relazioni, dell’incarnazione delle buone prassi, adottando un’economia spicciola e feriale, di aiuto reciproco, che dà successo nella complessa sfida educativa e nella costruzione della società del gratuito. “ chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto”.
La nostra lotta alla povertà nasce nell’opzione preferenziale per i poveri della nostra comunità. Nessuno ha le mani pulite davanti ai poveri e tutti siamo veramente responsabili di tutti. La nostra presenza in terra di missione vuole vedere i poveri non come un problema, ma come a coloro che possono diventare soggetti e protagonisti di un futuro nuovo e più umano per tutto il mondo. Popoli che hanno tanto da insegnare, con un’esperienza che una ricchezza per tutta l’umanità. Pensiamo ai popoli africani, dell’america latina, dell’asia, dell’europa dell’est.
La salvaguardia dell’ambiente perché sia sano e sicuro, richiede un’educazione ambientale rispettoso del riciclo, della raccolta differenziata, dell’identificare nuove fonti energetiche, alternative, come stiamo facendo anche in comunità con la società che si è costituita con fratelli e sorelle sensibili a questo aspetto così importante . l’attuale crisi ambientale colpisce particolarmente i più poveri, sia perché vivono in quelle terre che sono soggette all’erosione e alla desertificazione, o coinvolti in conflitti armati o costretti a migrazioni forzate, sia perché non dispongono dei mezzi economici e tecnologici per proteggersi dalle calamità. Pensiamo a chi vive negli slums, bidonvilles, barrios, favelas.
L’Economia di condivisione, questo “avere in comune”, questo “dividere con”, vivendo la propria vita insieme alle persone più emarginate, combattendo le ingiustizie e le distorsioni della società, ci spinge a non sprecare nessuna risorsa, superando i semplici obiettivi del guadagno e del risparmio per mettere al centro la creazione di legami autentici. Ogni persona, ogni esperienza, anche quelle più negative e dolorose, fanno parte della condizione umana e da queste si impara e si può ricostruire.
L’obiettivo è cambiare l’attuale economia e dare un’anima a quella di domani. «Un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda» (Papa Francesco).
APG23
23/04/2020
Come sorelle e fratelli della Comunità Papa Giovanni XXIII rivolgiamo un fraterno augurio di Ramadan Mubarak ai nostri amici musulmani, in questo mese benedetto di digiuno, preghiera ed elemosina. Anche noi cattolici viviamo nella Quaresima questi elementi della fede prescritti da Dio Onnipotente. Nel mistero della Rivelazione, come figli dello stesso padre Abramo, ci rivolgiamo a Dio, Unico Creatore dell’Universo, perché ci aiuti a vivere con speranza e rinnovata fede questo tempo di pandemia che sta provocando forte sofferenza e difficoltà economiche.
Come già fortemente richiamato dal documento sulla Fratellanza Umana firmato dal nostro Papa Francesco e dal Gran Imam Al Tayyeb ad Abu Dhabi, uniamoci in un grande sforzo comune di solidarietà per soccorrere i deboli, rispettarci tra noi e proteggere la Terra, nostra casa comune. Rinnoviamo il nostro augurio di Ramadan Mubarak . Siamo una sola umanità, tutti figli del Creatore. Camminiamo insieme.
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.
APG23
22/04/2020
In questo periodo strano che siamo chiamati a vivere legato all’emergenza COVID-19, in cui per alcuni tutto pare sospeso mentre per altri i ritmi sono ancora più frenetici, due aziende del riminese, Rippotai (startup innovativa e brand di Ecodesign) e Nuova Comunicazione - Gruppo Novacom (Agenzia di comunicazione e marketing di Rimini) hanno pensato di unire le forze e mettere in campo le proprie professionalità per fare qualcosa di concreto per il bene comune. Così, puntando alla proverbiale generosità dei romagnoli, è nata l’idea di realizzare un’asta online di raccolta fondi che ha preso il nome di La Romagna che Dona che raccoglie, sullo Shop Apg23, il buono e il bello della Romagna DOP.
Le due aziende, partendo dal pensiero che l'idea sostenibile di un'economia circolare passi soprattutto attraverso il coinvolgimento in quello che ci è più prossimo, nel lavoro come nella vita personale, hanno coinvolto clienti e fornitori, tra cui tante aziende, artisti e artigiani del territorio romagnolo, invitandoli a donare opere, prodotti o esperienze. L’adesione è stata entusiasta e lo è tutt’ora poiché continuano a pervenire articoli da tutta la Romagna.
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Una piccola selezione degil oggetti e dell'esperienze donate per l'asta benefica
I proventi della vendita degli oggetti e delle esperienze che sono stati donati, andranno a sostenere direttamente le attività di emergenza COVID-19 della Comunità che ad esempio ha riconvertito in 3 giorni l’Hotel Royal di Cattolica a struttura di accoglienza per persone contagiate che non hanno un luogo sicuro in cui trascorrere la quarantena, sta lavorando alla conversione di case della Comunità in diverse parti d'Italia a strutture di accoglienza per chi è stato contagiato (offrendo i propri volontari come operatori a servizio dei malati) e deve acquistare mascherine, dispositivi di protezione e materiale medico/sanitario per continuare le attività di accoglienza di chi è solo e fragile come disabili, minori non accompagnati ed anziani.
Acquistando un articolo dell’asta online, contribuisci a sostenere l’impegno della Comunità a contrastare gli effetti negativi del COVID-19 nella società portandosi a casa un pezzo di Romagna.
APG23
17/04/2020
L’Italia si sta lentamente preparando a quella che viene chiamata la Fase 2: la progressiva riapertura delle attività, il lento processo di ritorno alla normalità, o almeno ad una forma che ad essa si avvicina. Sta per aprirsi un tempo nuovo, ma non per tutti.
Le scuole e i centri aggregativi di ogni genere rimangono chiusi fino a data da destinarsi: ciò significa che non solo bambini e ragazzi, ma anche i giovani con disabilità e gli anziani che frequentavano progetti diurni di vario tipo continueranno a stare a casa.
Come aiutare loro e le loro famiglie ad affrontare nel migliore dei modi il momento che stiamo vivendo?
Ce lo siamo chiesti anche noi, per non interrompere il rapporto con tutte le persone che quotidianamente frequentano le nostre scuole, centri educativi e socio-occupazionali, centri diurni – chiusi da settimane nel rispetto delle norme per fronteggiare l’emergenza COVID-19.
Il risultato è questo: una serie di iniziative e di contributi pensati dai nostri educatori, operatori e volontari per continuare, con nuovi strumenti, ad essere di aiuto e sostegno alle famiglie e nel contempo portare avanti il lavoro educativo.
Ora vogliamo condividerle, perché diventino “risorse aperte” per scoprire e cogliere insieme le opportunità che questo periodo può offrire.
Ecco ciò che le realtà di accoglienza e condivisione della Comunità Papa Giovanni XXIII hanno pensato per tutti!
Ecco le nostre proposte
Le maestre, gli operatori e i volontari dei centri educativi e socio-occupazionali della Cooperativa Sociale La Fraternità propongono laboratori creativi ed esercizi motori pensati per i ragazzi con disabilità, attività ludiche per i bambini, quiz e consigli per tutta la famiglia, e molto altro!
Gli educatori solitamente impegnati ad organizzare le esperienze ed i campi “Fuori le Mura” per i giovani, hanno realizzato video e tutorial che illustrano attività creative e non solo, per divertirsi e stare insieme anche… “Dentro le Mura” di casa!
Gli educatori e operatori della Cooperativa Sociale Il Ramo hanno realizzato video in cui cantano canzoni, raccontano storie, mostrano come realizzare la pasta di sale o fare i pop-corn, per non stare mai con le mani in mano!
Il progetto Reti di Comunità offre un vero e proprio kit pensato per le famiglie, che fornisce supporto psicologico ed educativo grazie a materiali divisi per tematiche e pensati per sostenere i genitori, gli adolescenti e anche i più piccoli.
Il sito offre una selezione di scritti e di registrazioni, di interventi pubblici e omelie di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, oltre che la biografia completa e la trasposizione in 3D della mostra “Amare Sempre” a lui dedicata, da visitare senza nemmeno spostarsi dalla sedia!
Per rimanere informati sulle misure di contenimento, sulla prevenzione e sul trattamento del Covid-19 invece ti ricordiamo di visitare il sito del Ministero della Salute.
APG23
16/04/2020
118 giovani fra i 18 e i 28 anni hanno ripreso oggi il proprio impegno nei progetti di servizio civile della Comunità Papa Giovanni XXIII, rimodulati dopo l'esplosione dell'emergenza Covid-19.
I volontari si occuperanno di consegna di cibo e medicinali a domicilio, disbrigo di alcune attività burocratiche, attività di formazione a distanza per bambini e disabili ospitati in case famiglia e realtà di accoglienza, costruzione di video didattici, supporto a comuni ed enti locali.
Potranno essere riattivati i progetti che erano stati sospesi con l'inizio dell'emergenza, ed avviati quelli non ancora iniziati, dando così un contributo alla gestione della situazione di emergenza che il Paese sta affrontando:
«Grazie ad un lavoro di analisi delle singole situazioni, che ha coinvolto tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII a livello nazionale – spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente dell'Associazione di Don Benzi – siamo riusciti a riattivare il servizio per 118 operatori volontari su 122. In molti casi questa operazione ha richiesto creatività e versatilità, in altri ha portato ad attivare collaborazioni con altri enti e realtà. Le nuove circostanze, così faticose, ci fanno riscoprire il senso profondo del servizio civile: difendere la Patria in modo nonviolento per noi significa avere cura delle persone più fragili».
Lo scorso 4 aprile il Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale aveva pubblicato la Circolare di “impiego operatori volontari nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, con le indicazioni rivolte agli enti per l’impiego degli operatori volontari del servizio civile universale, nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
APG23
09/04/2020
Le Associazioni del Tavolo Asilo Nazionale manifestano la propria preoccupazione per il Decreto Interministeriale emesso lo scorso 7 Aprile 2020 n. 150 in cui il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti di concerto con altri Ministri, dichiara che per l’intero periodo dell’emergenza sanitaria nazionale i porti italiani non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di Porto Sicuro (Place of Safety) solo per le navi soccorritrici battenti bandiera straniera che abbiano soccorso esseri umani fuori dalle nostre acque SAR.
La dichiarazione appare inopportuna e non giustificabile in quanto con un atto amministrativo, di natura secondaria, viene sospeso il Diritto Internazionale, di grado superiore, sfuggendo così ai propri doveri inderogabili di soccorso nei confronti di chi è in pericolo di vita. Si attacca ancora una volta il concetto internazionale di Porto Sicuro, la cui affermazione ha trovato conferma nelle decisioni della nostra Magistratura.
Pur consapevoli del momento complesso che ci troviamo ad affrontare, è importante garantire il rispetto dei principi di solidarietà e di umano soccorso, che non possono essere negati sulla base di tesi opinabili che riguardano la competenza nei soccorsi in mare ed il luogo in cui vadano condotti esseri umani in pericolo di vita.
E’ opportuno sottolineare che il Ministero della Salute attraverso l’USMAF si è già attrezzato per la quarantena delle Navi che hanno soccorso migranti ed ha già disposto delle linee Guida. Inoltre è essenziale ribadire che l’Autorità preposta ad intervenire nei soccorsi è l’MRCC che riceve per primo la richiesta di coordinamento e non l’Autorità di bandiera. Le Associazioni del Tavolo Asilo Nazionale ribadiscono che, anche in questo momento difficile per l’Italia, la Libia è un paese in guerra, dove i migranti sono oggetto di torture e schiavitù.
Attualmente la Alan Kurdi è al limite delle nostre acque nazionali in attesa che le venga assegnato un Porto Sicuro dalle nostre Autorità. Le Associazioni del Tavolo Asilo Nazionale chiedono fermamente al Governo italiano di operare senza indugi in tal senso.
@A Buon Diritto, ACLI, ActionAid Italia, Amnesty International Italia, ARCI, Caritas Italiana, Centro Astalli, CIR, CNCA, Comunità papa Giovanni XXIII, Emergency, Europasilo, FCEI, Focus – Casa dei Diritti Sociali, Fondazione Migrantes, Médecins du Monde - missione Italia, Intersos, Oxfam Italia, SIMM - società italiana medicina
APG23
09/04/2020
Una Pasqua così, ce la ricorderemo per sempre: le chiese sono chiuse ai fedeli, i festeggiamenti avranno per forza di cose una dimensione intima e ristretta, mentre la tradizionale gita di Pasquetta è rimandata a data da destinarsi. Molte persone, purtroppo, stanno affrontando momenti dolorosi per se stessi o per i propri cari.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di vicinanza, ancor più in occasione della Pasqua, quando le campane suonano a festa per celebrare il Cristo risorto che porta nuova vita.
Una nuova vita, come quella che offriamo alle persone senza fissa dimora, che continuiamo ad accogliere pur con tutte le precauzioni del caso. Come quella che garantiamo alle persone che trascorrono la convalescenza da Covid-19 in quarantena nel nostro Hotel Royal di Cattolica (RN), che abbiamo messo a disposizione all'AUSL e alla Prefettura.
La promessa di un nuovo inizio per ciascuno di noi: ecco il significato della Pasqua, un dono stupendo che merita di essere vissuto in comunione, nonostante tutto. Per questo abbiamo pensato ad un modo per riunire virtualmente tutte le persone che vivono nelle nostre realtà di accoglienza, in Italia e nel mondo, e tutti i nostri amici e sostenitori.
Ecco le proposte della Comunità Papa Giovanni XXIII per celebrare insieme, pur nella distanza, questa Santa Pasqua:
Venerdì Santo
10 aprile - ore 15.00
La Via Crucis trasmessa in diretta da Bucarest e animata da don Federico, missionario in Romania per la Comunità Papa Giovanni XXIII.
Scarica qui la traccia per partecipare alla Via Crucis.
Lunedì dell’Angelo
13 aprile - ore 15.00
La Santa Messa celebrata da don Antonello, sacerdote della Comunità.
Audio di don Oreste Benzi
Per riflettere sul significato che la Santa Pasqua ha per ciascuno di noi, ecco un audio per una meditazione guidata dalle parole attualissime di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII.
L'audio è intitolato "Domenica delle Palme - Anno B (26/03/1994)".
Cartoline digitali pasquali
Per fare gli auguri di una Santa Pasqua ai tuoi cari e sostenere, allo stesso tempo, le attività della Comunità Papa Giovanni XXIII in questo momento di emergenza, scegli le cartoline digitali da inviare a chi vuoi bene via email o via chat.
APG23
08/04/2020
Un numero verde ( 800.55.62.14) allo scopo di ascoltare e intercettare le istanze di persone con disabilitaÌ€, anziane e i loro famigliari in particolari situazioni di fragilitaÌ€ e isolamento, nel territorio del cuneese, del fossanese e nei comuni di Savigliano e Saluzzo: è questa l’iniziativa proposta dalla Cooperativa Sociale “Il Ramo” della Comunità Papa Giovanni XXIII, per sostenere il territorio durante l’emergenza Covid-19.
Il progetto è finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e dalla Compagnia di San Paolo. Il numero sarà attivo dal lunediÌ€ al venerdiÌ€ dalle ore 10 alle ore 16, per l'intera durata temporale dell’emergenza .
Oltre ad essere ascoltate e supportate dal punto di vista logistico, le persone che usufruiranno del servizio gratuito verranno indirizzate ai servizi di competenza, o nel caso ai servizi di emergenza.
Nei casi più semplici verranno proposte attivitaÌ€ ludiche, formative e ricreative, rese disponibili anche sul sito della Cooperativa, www.ilramo.it .
Nei comuni di Fossano, Savigliano e Saluzzo, in collaborazione con Caritas, sarà attivato un sevizio di distribuzione alimenti per persone in situazioni di disagio economico e fragilità sociale.
APG23
07/04/2020
Ieri Corinna Coppetta ci ha lasciato per un malore ed è salita al Padre, e da lassù veglierà su i suoi piccoli (ormai grandi).
«Corinna e Paolo da sempre hanno scelto di aprire la loro famiglia ai più piccoli, in particolare ai piccoli più fragili. Mamma Corinna ha amato ogni suo figlio biologico e rigenerato nell'amore donandosi senza limiti. La sua forza era in Gesù. Stretti intorno alla sua famiglia saremo sempre grati a Dio per la sua Figlia Corinna, testimone autentico dell'amore gratuito», così Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Il ricordo del marito, Paolo Floris e della sua famiglia spirituale, attraverso questo servizio andato in onda il 15 novembre 2018 su La Vita in Diretta, Rai1.
APG23
03/04/2020
«Non potremo mai accettare l’idea che dei bambini continuino a vivere dietro le sbarre, tanto più oggi nel pieno dell'emergenza coronavirus. Questi bimbi, che non hanno commesso alcuna colpa, sono esposti ad un enorme rischio in carceri sovraffollate». E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in seguito alla notizia della prima vittima tra i reclusi e della diffusione della pandemia nelle carcere italiane, a partire da quello di Rebibbia. Secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia al 31 dicembre 2019 sono presenti nelle carceri italiane 48 bambini che vivono al seguito delle loro madri che stanno scontando la pena.
«Si conceda alle mamme ed i loro figli di essere accolti presso le case famiglia - propone Ramonda - e, laddove questo sia impraticabile per le loro mamme, si liberino questi bambini con il collocamento presso parenti idonei e/o famiglie affidatarie».
La pandemia attuale riapre una delle profonde ferite del diritto penale italiano. La legge n. 62/2011, in materia di detenute madri, presenta limiti che debbono essere superati. Se le prospettive di riforma erano già urgenti, ora sono ancor più esigenti a causa del sovraffollamento delle carceri.
«E’ indispensabile adottare provvedimenti eccezionali e indifferibili, - conclude Ramonda - tali da non permettere a nessun bambino di continuare a scontare la pena in carcere con le proprie madri. Il Paese abbia a cuore le sorti di questi bambini che vivono in galera senza alcuna colpa. Il Paese non volti la faccia e protegga questi suoi figli».