I ragazzi di don Benzi al Giubileo dei giovani

News pubblicata il: 04/08/2025

Una biblioteca vivente per raccontare storie di speranza

Si è chiuso domenica il Giubileo dei giovani, l’evento più atteso dell’anno giubilare. Un milione di giovani ha riempito la spianata di Tor Vergata per partecipare alla veglia di sabato e alla Messa di domenica presieduta  da Papa Leone XIV, a suggello di una settimana di spiritualità, preghiera e incontri.


«Ritrovarci a Tor Vergata – racconta Marta, una giovane partecipante –, insieme a migliaia di altri giovani provenienti da ogni parte del mondo, ci ha fatto sentire parte di qualcosa di più grande. La veglia di preghiera è stata un momento intenso, carico di silenzio, canti, riflessione e condivisione. Ci ha colpito il clima di raccoglimento, ma anche la gioia semplice di stare insieme, animati dalla stessa fede».

La Comunità Papa Giovanni ha portato il suo carisma, quello della “condivisione diretta della vita con i poveri”, organizzando una “biblioteca vivente”. Si tratta di un metodo innovativo per promuovere il dialogo tra le persone, un’iniziativa che ha visto alcuni giovani raccontare in prima persona le proprie storie di riscatto e altri le proprie esperienze con i poveri.

I giovani di don Benzi per due giorni sono diventati “libri” in carne ed ossa a disposizione dei lettori/pellegrini che si fermavano. Nel catalogo della biblioteca erano presenti, tra gli altri, Marta, 25 anni, che aiuta i senza tetto, Sebastiano, 34 anni, che è volontario in Ucraina con il Corpo di Pace Operazione Colomba, Marianna, 32 anni, missionaria in Marocco, Rocio, 22 anni, che ha svolto il servizio civile all’estero. La biblioteca vivente della Papa Giovanni si è tenuta a Roma venerdì sera in Piazza Farnese e sabato mattina presso la Chiesa di San Gregorio.

«Per organizzare la biblioteca vivente eravamo una quarantina di persone. – spiega Matteo Santini, responsabile della Segreteria Generale dell’associazione – Abbiamo gestito otto cerchi in contemporanea in cui diversi libri/testimoni hanno raccontato le loro esperienze. Si sono fermate centinaia di persone, di diverse nazionalità, che hanno potuto ascoltare. Il tutto grazie al puntuale servizio di traduzione che abbiamo offerto attraverso i nostri volontari che parlano inglese, francese, spagnolo, portoghese, russo e albanese. Alcune persone sono uscite da queste letture/ascolto in lacrime, commosse per le testimonianza di vita. Un ragazzo che sta terminando il cammino di recupero dalla tossicodipendenza, un ex carcerato che ha aperto una casa di accoglienza, una donna con la sua amica disabile. E’ stato un momento in cui la Chiesa si è fermata e messa in ascolto di una Chiesa povera, ferita, che porta croci enormi. Tra i tanti lettori c’erano sacerdoti ed è passato anche un cardinale. Sono stati giovani che hanno parlato ad altri giovani, raccontando storie di rinascita, di vita ritrovata. Storie di speranza».