Al Meeting il formaggio del perdono

News pubblicata il: 27/08/2015

 
«Il Meeting è andato benissimo, dal mio punto di vista: la casatella è la cugina morbida dello stracchino, e con la rucola allietava il palato nelle piadine – racconta  Antonello, ex detenuto ed oggi casaro all'interno del progetto Cec della Comunità Papa Giovanni XXIII –. Nel ristorante del consorzio Bovinitaly per sette giorni sono state servite tartare di vitello con ricotta; la caciotta bianca accompagnava le insalate e gli hamburger».
 
Gli ospiti d’eccezione che hanno affollato per una settimana a Rimini il meeting di Comunione e Liberazione hanno potuto così assaggiare il Formaggio del perdono, prodotto da persone inserite in percorsi alternativi al carcere nell’Azienda Agricola di San Facondino a Saludecio (RN). 
80 ettari di terra e 120 capi di bestiame hanno portato al Meeting 7 quintali di casatella, 1 quintale e mezzo di ricotta e 30 chili di caciotte. 
Uno stand illustrava la possibilità di percorsi alternativi al carcere.
 
«Fare il formaggio per me è solo un’attività fisica, ma il mio vero lavoro è quello di compensare come posso i conti che ho in sospeso con le persone e con la giustizia», racconta Antonello.
 
«Le Cec (Comunità educanti per i carcerati) come quella in cui lavora Antonello sono strutture che oggi vivono solamente grazie all’autofinanziamento – racconta Giorgio Pieri, responsabile del progetto –. Eppure se lo Stato investisse in questo campo avrebbe un risparmio enorme oltre che risultati di recupero decisamente migliori. Sono almeno 10 mila i posti che sarebbero da subito disponibili per l'accoglienza dei detenuti da parte della rete di associazioni "Certezza del recupero". Se venisse riconosciuta una retta di 40 euro al giorno per detenuto si avrebbe un risparmio di 500 milioni all'anno rispetto a quanto oggi si spende per mantenere le stesse persone in carcere. Inoltre tra chi fa il nostro percorso di recupero meno del 10% torna a delinquere mentre questo dato sale al 70% per chi fa il percorso carcerario tradizionale». 
 
«È il tempo di passare – conclude Pieri – da una giustizia vendicativa ad una giustizia educativa».
 
Ecco un video per saperne di più.
 

 
 
 
 
(Marco Tassinari, foto di Sara Zanni)