Il 10 dicembre, la Pontificia Università Gregoriana ha ospitato una conferenza internazionale per celebrare i 25 anni del Protocollo di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale, sottolineando l’urgenza di un rinnovato impegno globale contro la tratta di esseri umani. L’evento, organizzato dal Sovrano Militare Ordine di Malta in collaborazione con Praeveni Global, Santa Marta Group e l’Istituto di Antropologia della Gregoriana, ha riunito rappresentanti istituzionali e esperti impegnati nell’assistenza alle vittime.
Malgrado i progressi normativi, la situazione globale rimane preoccupante: oltre 50 milioni di persone sono attualmente in condizioni di schiavitù moderna, con profitti criminali che raggiungono i 236 miliardi di dollari l’anno. La Comunità Papa Giovanni XXIII, attiva dal 1996, ha condiviso nuove forme di vulnerabilità, come quelle delle persone fuggite da violenze politiche in Venezuela e Colombia e delle giovani ivoriane vittime di matrimoni forzati.
Maria Mercedes Rossi, rappresentante della Comunità all’ONU, ha denunciato l’aumento dello sfruttamento lavorativo in Italia e presentato buone pratiche realizzate negli ultimi anni, come il progetto AMELIE, che ha formato 800 operatori sanitari, e NETWORKS, che ha assistito 55 donne in sei paesi europei. In particolare, il progetto ALMA si distingue per il coinvolgimento di comunità etniche e religiose nella prevenzione della violenza sulle donne migranti.
La conferenza ha evidenziato l’importanza della cooperazione globale, sottolineando che la tratta di esseri umani richiede un impegno collettivo di istituzioni, società civile e comunità religiose. Come ha affermato Papa Francesco, è fondamentale ascoltare le storie e i bisogni di chi sopravvive, per garantire che nessuno sia trattato come merce da sfruttare.
Leggi l’articolo originale su semprenews.it.
