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APG23
20/12/2016
Rispondere al terrorismo: 25 anni di Nonviolenza
Di fronte agli atti di terrorismo che si sono verificati negli ultimi giorni a Berlino e in molte altre parti del mondo, la migliore risposta resta la nonviolenza, come dimostrano 25 anni di attività di Operazione Colomba.   Sono passati quasi venticinque anni dal giugno del 1992 quando in Ex Jugoslavia infuriava la guerra. Due giovani obiettori di coscienza della Comunità Papa Giovanni XXIII partivano alla volta di Zara «perché il conflitto va abitato». La condivisione come forma per «lenire le ferite e costruire ponti». Così nasceva Operazione Colomba.   «Raccontare 25 anni in un calendario non era possibile... troppi volti, azioni, lacrime e sorrisi – hanno detto quelli di Operazione Colomba –. Abbiamo scelto allora 12 scatti per fissare almeno dei momenti, importanti, di un cammino che ha portato oltre 1.600 persone a vivere concretamente la nonviolenza in zone di guerra, dai Balcani all'America Latina, dall'Africa al Caucaso, dal Medio all'estremo Oriente». Per chi fosse interessato a ricevere il calendario o a diffonderlo tra parenti e/o amici, può farne richiesta direttamente alla nostra sede (vedi contatti). Prepariamoci a vivere insieme il 2017 chiudendo al meglio il 2016... anche economicamente se ci date una mano a distribuirli! Per sostenerci: Ordina il tuo calendario al numero: 0541-29005 www.operazionecolomba.it  
APG23
19/12/2016
Per vincere la droga, cercate l’Assoluto!
Il Natale… solo luci, canzoni e regali, oppure un’occasione per incontrare un Dio Bambino capace di cambiarci il cuore? Venerdì 16 dicembre don Federico Pedrana ha guidato un incontro di riflessione, dialogo, confronto e celebrazione per i 300 giovani che stanno facendo il programma terapeutico nelle Comunità Terapeutiche della Papa Giovanni XXIII. Perché inserire un incontro di catechesi alle persone che stanno facendo il percorso riabilitativo? Ce lo spiega Bartolomeo Barberis, operatore e accompagnatore di tanti ragazzi delle Comunità Terapeutiche: «La ricerca della presenza e della relazione con Dio è uno dei punti cardine della proposta terapeutica che la Comunità Papa Giovanni XXIII offre. Riteniamo - come don Benzi spesso ci ricordava - che la liberazione e il superamento di tutte le forme di dipendenza patologica da sostanze o da comportamenti, è pieno, è completo solo quando l’individuo si apre ad una autentica ricerca della relazione con l’Assoluto. Questo Assoluto per noi ha un nome preciso: è il Padre che Gesù ci ha rivelato». Sempre più spesso chiedono di iniziare il programma terapeutico anche persone di religioni diverse da quella cristiana: «Certamente la proposta che noi facciamo – continua Barberis - contiene in sé l’apertura alla dimensione religiosa e ovviamente non può tradursi in forme di costrizione alla pratica religiosa Sono sempre più numerose le persone in percorsi di fede non cristiano-cattolica, ad esempio musulmani, accolti nelle Comunità Terapeutiche. Questa è una sfida non facile, ma siamo chiamati ad affrontarla conservando la nostra identità e allo stesso tempo garantendo il giusto rispetto delle diverse opinioni. Anche loro, come tutti gli altri, sono invitati ai momenti di formazione religiosa e anzi diversi di loro scelgono di venire a pregare in cappellina con noi. La proposta di valori che facciamo deve principalmente passare attraverso la testimonianza degli operatori e degli educatori che accompagnano i ragazzi. Deve passare grazie all’incontro della vita della nostra Comunità: questa è la vera proposta formativa. Come è noto, alle 3 dimensioni tradizionalmente riconosciute della persona umana (psichica, fisica, relazionale), noi insistiamo con forza che venga dato spazio anche alla dimensione religiosa. In questo senso continuiamo nella scelta voluta dal nostro fondatore don Benzi, che ha voluto che in ogni struttura di recupero sia presente la cappellina con la presenza del Signore nell’Eucarestia. Soprattutto negli ultimi anni, con l’aiuto dei sacerdoti della Comunità Papa Giovanni XXIII, in particolare don Federico Pedrana, abbiamo dato vita a momenti specifici di formazione religiosa per noi operatori, ma anche per le persone in programma terapeutico». A proposito di cammino di recupero dalle dipendenze, a che punto è la proposta di legge per la liberalizzazione della Cannabis? «La proposta di legge presentata alcuni mesi or sono con un’accelerazione certamente voluta dal presidente della Camera Boldrini, grazie a Dio ha avuto un insabbiamento: è ritornata in commissione parlamentare e le ultime vicende politiche fanno sì che il discorso sia rimandato. Le spinte per la legalizzazione di cannabis sono forti, non solo in Italia, ma anche a livello mondiale. Non a caso negli USA, proprio durante la recente elezione del presidente, in 8 Stati federali i cittadini sono stati chiamati ad esprimere un parere sulla legalizzazione della cannabis. In tre di questi hanno approvato l’apertura alla legalizzazione. Per quanto riguarda l’Italia, noi come Comunità Papa Giovanni XXIII siamo contrari alla proposta di legge presentata, soprattutto perché era completamente ignorata la dimensione educativa. Nella proposta di legge si parla di ipotetica diminuzione dei crimini e quindi di un minor impegno della Magistratura per perseguire lo spaccio di cannabis, si parla di ipotetici guadagni per lo Stato perché andrebbe sotto monopolio di Stato, ma non c’è nemmeno una parola sul fatto che ciò che è legale, viene percepito immediatamente dalla maggioranza come “buono” o “accettabile”. Non si considera il grave danno nel percorso educativo delle giovani generazioni. Certamente non possiamo affermare che se venisse legalizzata, tutti diventerebbero consumatori, ma possiamo dire che sarebbero più vulnerabili proprio le persone meno protette, cioè quei giovani e adolescenti che alle spalle hanno una famiglia fragile».
APG23
16/12/2016
Auguri di buon compleanno, Papa Francesco!
Papa Francesco compie gli anni il 17 dicembre; nel 2017 festeggia 81 candeline! «Buon compleanno, Papa Francesco! Carissimo Papa, nel cuore delle ragazze schiavizzate che Lei ha incontrato a Roma sorge, insieme a tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII sparsa nel mondo, un augurio e una preghiera sincera per i Vostri 80 anni. Un grazie per la gioia che i poveri hanno incontrato nel vostro luminoso e misericordioso ministero come successore di Pietro. Vi Affidiamo alla vergine di Guadalupe, madre e fiducia nostra», scrive Giovanni Paolo Ramonda, di ritorno dal cile. Ecco di seguito il video di auguri che ha realizzato insieme ai ragazzi impegnati in Cile nel cammino per superare le dipendenze, condividetelo!
APG23
15/12/2016
Bimba muore nel campo profughi
bambine nel campo profughi Tel Abbas «Oggi è mancata una bimba bellissima di cinque anni che viveva nel campo vicino al nostro, aveva un gran sorriso e molta voglia di vivere dentro di sé. È mancata per un incidente, cadendo nel pozzo di scolo delle fogne, dopo essere fuggita dalla guerra con sua mamma (nella foto, in braccio a lei), suo papà e i suoi fratelli. Anche lei è una vittima di questa guerra sporca e senza fine. Si chiamava Amal, che significa speranza, la stessa che oggi cerchiamo in fondo ai nostri cuori insieme alla sua famiglia». Così scrivono due giorni fa i volontari dell'Operazione Colomba presenti nei campi profughi ai confini con la Siria. Che la situazione in Libano sia drammatica, l'ha confermato anche Alberto Capannini, uno dei fondatori insieme a don Oreste Benzi del corpo civile nonviolento (che nel 2017 compirà 25 anni) durante un incontro tenutosi alla Capanna di Betlemme di Bologna lo scorso 5 dicembre. L'escalation di violenza si è aggravata alla fine di ottobre a causa degli scontri a Tripoli tra l'esercito libanese e gruppi armati affiliati al Fronte Al-Nusra e all'ISIS. Interi quartieri sono stati evacuati e le violenze hanno colpito anche la zona a nord del Paese, dove vivono i volontari coi profughi. «Libanesi e siriani hanno paura di una nuova guerra –dice Capannini-. I volontari di Operazione Colomba vivono a Tel Abbas in una tenda in un campo profughi e in un garage: una presenza internazionale, nonviolenta e neutrale che, per gli stessi profughi siriani, è fonte di maggiore sicurezza. Attraverso la condivisione quotidiana i volontari favoriscono il collegamento tra i reali bisogni dei profughi e chi può soddisfarli (ONU, Istituzioni...)». In collaborazione con l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati questo corpo nonviolento di pace tenta nel quotidiano di mediare le tensioni degli abitanti dei campi con la comunità locale libanese, scongiurandone ogni giorno la chiusura. Ma nonostante le difficoltà, Operazione Colomba non si ferma. Ecco 3 segni di speranza: 1. Davanti alla Commissione Europea Commissione europea, alcune settimane fa, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha portato la voce di questi profughi dimenticati. «Il vicepresidente Frans Timmermans - racconta la delegazione - ha accolto con molta simpatia e con molto impegno questa istanza e si è reso disponibile a far arrivare questa proposta anche allo staff di De Mistura e ai delegati speciali dell’Onu per la Siria». I profughi siriani che la Comunità di don Benzi affianca dal 2013 non possono tornare in Siria perché le loro città sono ancora sotto i bombardamenti e il governo non garantirebbe loro nessuna sicurezza, visto che sono stati già incarcerati. Sul modello delle zone umanitarie in Colombia vorrebbero poter tornare nel loro Paese, con la protezione internazionale e vivere pacificamente. Come spiega Capannini infatti l'unica via è la nonviolenza: «Si tratta di opporsi con una forza morale ad una forza fisica. Toccare e risvegliare la coscienza dell'avversario a prezzo della mia sofferenza, accettare che siamo profondamente interconnessi. Può sembrare rischiosa e ingenua questa via, ma non dimentichiamo che in occidente noi siano esperti di guerra, non di pace, investiamo in esercito ed armi e interventi militari. Con i risultati che vediamo: Iraq, Libia, Siria, Afghanistan».Nel frattempo con l'aiuto dei volontari  di Operazione Colomba già tre gruppi di profughi per lo più nuclei familiari (che hanno la possibilità di ricongiungersi con parenti in Europa o che hanno al loro interno bambini o donne con problemi sanitari che richiedono un’autentica assistenza), sono arrivati in Italia in questo anno grazie alla Comunità di Sant'Egidio e alla chiesa Valdese, attraverso il sistema dei corridoi umanitari autorizzati dalla Farnesina, integrandosi in alcune comunità cristiane del nord Italia. 2. Lo scorso 10 dicembre, in occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi e l'Assessore alla Pace Francesca Lucchi hanno consegnato il Premio "Cesena Città per la Pace 2016" proprio ai volontari di Operazione Colomba, presenti in anche in Albania, Colombia e Palestina, per il loro intervento sul campo basato sulla pratica della nonviolenza, dell'equivicinanza e della partecipazione popolare. premio conferito dalla città di Cesena a Operazione Colomba 3. E le azioni di pace non si fermano mai…. in diverse zone di conflitto Operazione Colomba, solo nello scorso anno, ha potuto sostenere ben 2.240 persone di cui 721 sono bambini.
APG23
12/12/2016
Francesco, ex tossicodipendente, ce l’ha fatta
Ci sarà anche Francesco, domani 16 dicembre, all’evento dei 300 giovani impegnati nel cammino per uscire dalle dipendenze che si terrà in una località di Villa Verucchio a Rimini. Francesco, Originario della Toscana, 24 anni, fumò il primo spinello il giorno in cui ne stava compiendo 15; diventato cocainomane si ritrovò in poco tempo ad un passo dalla morte. È finalmente arrivato anche per lui il momento della gioia, la fine del suo programma terapeutico, la rinascita: sarà la giornata del Riconoscimento del 26 dicembre 2016, per la quale già da tempo si stava preparando, nella comunità di Villafranca di Forlì che lo ospita.  Francesco ha dovuto lavorare molto su di sé in questi anni, in un cammino che gli è costato fatica e impegno, e che, racconta, ha portato a risultati meravigliosi: «Ho ripreso gli studi, ho instaurato relazioni vere. Spesso mi guardano come un alieno, alcuni non mi riconoscono. Ora cammino, a volte zoppico, ma non temo... perché oggi c’è il sole a illuminare i miei passi».  Saranno circa un centinaio i ragazzi che il cammino lo concluderanno quest’anno, e che si incontreranno il 17 a Marebello per i preparativi, e per raccontarsi i propri sogni per il futuro, i propri bisogni, le proprie speranze, ora che la vita trova un nuovo inizio. Il giorno dopo Natale, alle 11.15, in un momento pubblico, Francesco riceverà la benedizione del Cardinale Edoardo Menichelli. Celebrerà la fine del percorso terapeutico nella parrocchia della Resurrezione che fu di Don Oreste Benzi, ideatore del metodo che gli ha cambiato la vita.   Bartolomeo Barberis, un responsabile per l’ambito delle dipendenze della Papa Giovanni XXIII , spiega la proposta della Comunità : «La liberazione da tutte le forme di dipendenza patologica, sia da sostanze stupefacenti che da comportamenti devianti, è completa solo quando l’individuo si apre ad una ricerca autentica della relazione con l’Assoluto. Un numero sempre maggior di non cristiani, di musulmani, arriva da noi. Ma l'assoluto per noi ha un nome preciso: è il Padre che Gesù ci ha rivelato. Oltre alle dimensioni psichica, fisica, relazionale, della persona, noi continuiamo sulla strada pensata dal nostro fondatore don Benzi, che ha voluto una cappellina in ogni casa di accoglienza».  Giovanni Paolo Ramonda, il responsabile della Comunità, si rivolge con un augurio ai ragazzi impegnati nei programmi terapeutici: «Siete giovani che nel cammino di liberazione dalle dipendenze avete scoperto i vostri talenti, ora sappiate metterli a frutto per il bene comune e dei più poveri». 
APG23
09/12/2016
IO VALGO: oltre le barriere, non solo architettoniche!
In Italia sono tre milioni i disabili e di questi solo un milione ha l’indennità di accompagnamento. Oltre 200mila vivono ancora in istituto o in Rsa (Residenza Sanitaria Assistenziale). Molti invece vivono “segregati” in casa, a causa dell’assenza di sostegno, se non quello della famiglia. Secondo l’Eurostat la spesa media per disabile dei Comuni è di 8 euro al giorno, al di sotto di quella europea. E per quanto riguarda l’occupazione, si stima che meno di un disabile su cinque lavora. E nonostante queste cifre poco gratificanti in questi giorni si sono moltiplicate le iniziative promosse dal nord al sud in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone disabili, voluta nel 1981 dalle Nazioni Unite, che si celebra ogni anno il 3 dicembre. Secondo l'Agenda per lo sviluppo sostenibile, sono 17 gli obiettivi da raggiungere per una vera integrazione delle persone disabili come cittadini attivi. E principalmente riguardano il tema del lavoro, della scuola, dell'accessibilità, della vita indipendente. Per questo la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato in diverse città dal nord al sud Italia l'evento "Io valgo oltre le barriere" dando voce alle persone disabili in diversi contesti sociali. #FOTOGALLERY:iobologna# C’è chi ha scelto di incontrarsi con gli studenti delle superiori per un cambiamento dei punti di vista come è avvenuto a Bologna con l’evento promosso dalla Cooperativa La Fraternità dal titolo “Io valgo perché mi vedi”. Andrea è uno dei ragazzi disabili che il 2 dicembre ha incontrato gli studenti dell’Istituto Superiore Ettore Majorana di San Lazzaro (BO) per raccontare dal vivo cosa significa per una persona disabile andare oltre le barriere e integrarsi nel tessuto cittadino con le stesse opportunità che hanno tutti. Nelle scuole superiori sarà poi Claudio Imprudente, Presidente di Accaparlante.it, uno dei più significativi archivi digitali sull'handicap, a continuare nei prossimi mesi momenti formativi sul tema della disabilità. A seguire, oltre 500 tra studenti e ragazzi disabili di 20 Centri Diurni emiliani che hanno partecipato al tradizionale Torneo di Bowling per tutti, a fine mattinata hanno realizzato anche un flashmob per mettersi nei panni dell’altro e imparare a vederlo, indossando simbolici occhiali di cartone e “scattando” delle gigantografie “umane” stile Instagram. #FOTOGALLERY:iocatania# C’è chi i propri diritti li ha fatti valere invece attraverso lo sport. A Catania i campioni di diverse discipline sportive hanno affiancato i "futuri campioni" disabili nel corso dello Sport Ability 2016, patrocinato dal Comune di Catania, dal Comitato Italiano Paralimpico e dall’Inail. Il 2 dicembre nella città sicula l’evento è stato un’occasione di sport di tutti e per tutti, con l’esibizione di diverse discipline olimpiche da parte di atleti di taratura nazionale, internazionale ed olimpica. Raimondo Alecci, tennistavolista, ha infatti dichiarato che: «L'handicap è soprattutto una sfida con se stessi e lo sport paralimpico sta abbattendo le barriere, favorendo l'integrazione». Erano presenti anche Samuele Stella, Irene e Giuseppe D'Antonio del Centro Ro La Formichina della Comunità Papa Giovanni XXIII di Catania e anche Marcella Li Brizzi, campionessa italiana di scherma in carrozzina (spada femminile dal 2012 al 2015) e Martino Florio, campione di nuoto, che ha portato la fiaccola all’apertura delle Universiadi 1997 di Catania e adesso sta avviando una squadra di basket in carrozzina. #FOTOGALLERY:iorimini# Il protagonismo delle persone disabili non si ferma qui. Dimostrando di essere cittadini attivi in ogni contesto, anche in quello urbanistico quando necessario, il 2 dicembre a Rimini, a conclusione della marcia “io Valgo… oltre le barriere”, i ragazzi dei Centri Diurni Akkanto, La Romagnola, Fondazione San Giuseppe, la Goccia, Zavatta hanno consegnato alle autorità cittadine 5 mappe in cui sono stati segnati i luoghi accessibili della città. I ragazzi che frequentano i Centri hanno percorso aree della città per verificare la presenza, o l’assenza, di barriere architettoniche in pubblici esercizi, uffici, strade, piazze, locali. La vicesindaco Gloria Lisi ne ha sottolineato l'importanza perché «abbattere una barriera culturale è una sfida ben più grande che abbatterne una architettonica, ma è una sfida che ci affascina e non ci fa mollare».
APG23
07/12/2016
Adolescenti: un Avvento fuori le mura
Il 3 e 4 dicembre più di 90 ragazzi tra i 12 e i 19 anni da Emilia Romagna, Marche e Umbria, si sono ritrovati insieme a Pesaro per partecipare all’Avvento "Fuori Le Mura". Parola d’ordine: Passaparola! Con questo imperativo i ragazzi si sono confrontati con le testimonianze di Aldo, Carla e Giordano, persone con disabilità di cui non immaginavano la vita così stra-ordinaria; con i detenuti della Casa “Madre della Riconciliazione” che cercano di dare una svolta alla propria vita, con i papà e le mamme delle case famiglia “Due pani e cinque pesci” e “Piccoli Angeli” che attraverso il dono di sé e l’amore gratuito hanno dato una famiglia a tanti piccoli. Occhi sgranati e domande a raffica per Giordano, divenuto cieco a 18 anni in un incidente stradale dopo una notte in cui “ero fumato e bevuto”: sei fidanzato? Vai all’Università? Vivi da solo? Fai volontariato??? La scoperta che il “Passaparola” della Buona Notizia avviene tramite chi è considerato debole e fragile dal mondo. La scoperta, attraverso le riflessioni di Don Enrico Giorgini e Don Adamo Affri, che tutti i tasselli servono a completare il quadro: non conta se siamo il pezzo brillante o quello opaco, ciò che conta è che mettiamo a frutto i nostri talenti e che coltiviamo il desiderio! Desiderio di una vita piena e vera, senza maschere, desiderio della felicità. Allora anche le nostre fragilità si riveleranno essere in realtà punto di forza e di inizio per diventare voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore!
APG23
05/12/2016
Un letto di pace per Dijana
Ha compiuto 24 anni il 26 novembre Dijana, ospitata dalla Casa famiglia Manuela di Campli, in provincia di Teramo. I ragazzi e le ragazze della Gifra (la gioventù francescana), insieme ai parrocchiani, ai volontari della Comunità e a tutti gli amici della città, hanno organizzato una gran festa per lei, tutta a sorpresa. Dijana, che non può parlare, era felicissima, e con i suoi meravigliosi sorrisi ha ringraziato tutti.   La sua è una storia iniziata ai tempi della guerra di Bosnia; dopo la nascita, scoperta gravemente disabile, fu abbandonata dai genitori e venne ospitata a Spalato da una casa famiglia della Papa Giovanni XXIII. Già da bambina arrivò poi in Italia. Oggi Dijana è ospitata nell’ex convento dei frati Cappuccini di Campli, dove il 16 settembre di quest’anno è stata inaugurata la casa famiglia di Claudia Zappasodi e Gioacchino Bruni; la coppia proveniva da San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Ormai da 20 anni Dijana vive con loro.   Adesso in famiglia a Campli, grazie al sostegno della diocesi di Teramo-Atri, della famiglia francescana e delle persone sostengono e aiutano la famiglia, sono in 12, più altre tre persone che sono state ospitate da loro, sfollate dopo il terremoto. Fratelli di Dijana oggi sono altri 3 figli adottati dalla coppia, di cui 2 disabili; poi ci sono 3 ragazzi in affido, i genitori di Claudia, e un detenuto che è stato accolto in misura alternativa al carcere.     Fra i regali che ha ricevuto Dijana per il suo compleanno c’è anche un letto ortopedico nuovo di zecca, che il sindaco di Campli Pietro Quaresimale è riuscito ad avere grazie ad un amico, titolare di un’azienda di prodotti sanitari. Il nuovo letto le permetterà di vivere meglio le sue giornate nella zona giorno della casa; prima infatti ne aveva solo uno in camera sua, al secondo piano.     I genitori, Claudia e Gioacchino, hanno ringraziato con calore il primo cittadino: «E’ stato un regalo molto sentito, un letto molto bello che il sindaco ci ha voluto regalare con semplicità. Si è commosso quando è venuto a casa nostra a conoscere Dijana e gli altri nostri ragazzi disabili, e per questo ci aveva promesso che appena avrebbe potuto ci avrebbe dato una mano. Chi entra nella nostra casa famiglia scopre un’umanità nuova che apre il cuore», spiega Claudia.   La loro casa famiglia è sostenuta anche grazie al progetto delle Adozioni delle case famiglia apg23.   Già in occasione dell’inaugurazione della casa, mamma Claudia l’aveva detto: «Qui a Campli tutti ci stavano aspettando, per mantenere il convento al servizio dei più poveri»; oggi le porte di casa sono sempre aperte, continuando l’opera iniziata in questo luogo 435 anni fa dai frati cappuccini.      Anche tu puoi fare parte della Casa Famiglia Manuela, diventa loro Padrino o Madrina!    
APG23
01/12/2016
Giornata disabilità  2016: non dimentichiamo il dopo di noi
«In questa giornata di festa, il tema della disabilità deve tornare all’attenzione di tutti: negli ultimi anni i diritti dei disabili rischiano di subire le logiche di razionalizzazione delle risorse», lo dice Fabio Gallo, membro del direttivo del Forum delle Associazioni Familiari e animatore generale per la famiglia della Papa Giovanni XXIII. In tutta Italia fervono i preparativi per la giornata internazionale della disabilità, che il mondo ricorda il 3 dicembre.   Le famiglie che hanno figli disabili in casa vivono con preoccupazione soprattutto il tema del “dopo di noi”: cosa fare quando i genitori diventeranno anziani? Il tema si pone soprattutto in caso di disabilità psicologica, perché le persone non sono in grado di decidere autonomamente del proprio futuro. Spesso papà e mamma si rivolgono con preoccupazione alla rete delle realtà associative che in tutta Italia a macchia di leopardo offrono servizi di assistenza e occasioni di incontro per i ragazzi con disabilità. A giugno 2016 è diventato legge uno stanziamento di 184 milioni di euro come fondo per il dopo di noi, suddiviso in tre anni, che tramite bandi pubblici regionali sosterrà la creazione di gruppi appartamento, residenze private, comunità alloggio per persone disabili sole. Il meccanismo che è stato approvato prevede anche meccanismi di tutela dei patrimoni che le famiglie destinano al futuro di figli disabili; agevola la sottoscrizione di polizze previdenziali ed assicurative.   Eppure Gallo invita a mantenere alta l’attenzione su questi temi: «Sin dal 2014 è in corso un dibattito che rischia di andare nella direzione di caricare tutti i costi sul sociale, piuttosto che sul comparto sanitario: in questo modo il problema ritorna ai comuni, al privato sociale e alle famiglie. Il denaro stanziato rischia di non essere sufficiente. Come associazione dobbiamo assumerci la nostra responsabilità nel favorire un lavoro di rete fra chi si occupa di residenzialità dei disabili, per continuare a dare voce alle realtà più piccole, che non hanno voce».   «Il dopo di noi richiede un investimento culturale fortissimo — continua Gallo — e adesso guardiamo con fiducia alle linee attuative della nuova legge, dalle quali ci aspettiamo una risposta concreta. Tutti dobbiamo ricordarci la risorsa che possono essere i ragazzi disabili, che ci mostrano la strada per una società più giusta ed umana».   Intanto, in occasione della giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità del 3 dicembre 2016 la Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con le altre associazioni e gli enti locali, organizza eventi in tutta Italia: "IO VALGO ... OLTRE LE BARRIERE”. Si va dal torneo di bowling per disabili di Bologna, alle marce per i diritti dei disabili, con le carrozzelle che verranno spinte a Cesena, Crema e Rimini. Atleti paralimpici si esibiranno a Catania, mentre alcune band dei disabili suoneranno in provincia di Cuneo. Ovunque si susseguiranno tavole rotonde, testimonianze, proposte, riflessioni per il pieno riconoscimento della dignità e del valore della persona con disabilità, già a partire dal 2 dicembre.   Perchè «Ognuno vale per gli altri, nonostante la fragilità, in quanto costruttore di vita, destinatario di una missione unica e insostituibile, cittadino attivo e protagonista della storia» ricordava Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità.    (nella foto: incontro della Comunità con il Vescovo di Padova Claudio Cipolla)
APG23
01/12/2016
AIDS: un’epidemia quasi dimenticata
Il 1 dicembre è la giornata mondiale contro l’AIDS. Per noi celebrare il primo dicembre sembra essere diventato un momento per gioire di tutti i passi in avanti che la ricerca medica ha fatto nell’ambito della cura dell’AIDS. Come se ormai questa terribile malattia fosse solo un fantasma del passato. Ci sono le medicine, quindi tutti quelle persone che hanno contratto il virus e magari lo contrarranno possono curarsi ed avere una prospettiva di vita più lunga. Ma è proprio così? O meglio è così in tutto il mondo? La risposta è semplice ma purtroppo drammatica. NO. Non è vero che tutti possono avere accesso ai farmaci non solo perché le medicine possono non essere accessibili (in tanti paesi vengono date gratuitamente), ma perché accesso ai farmaci vuole dire anche avere i soldi per pagare il trasporto verso l’ospedale e il cibo necessario per assumere dei farmaci così importanti. E questo per molte persone che vivono con meno di 1 euro al giorno, è un’utopia! Per contrastare davvero questa epidemia quasi dimenticata, bisogna quindi spezzare con decisione il circolo vizioso povertà/AIDS dove una alimenta l’altra. Gli operatori del Progetto Rainbow della Comunità Papa Giovanni XXIII, nato nel 1998 in Zambia per dare una risposta agli orfani dell’AIDS, ci dicono che sono ancora tantissime le persone affette dal virus. La metà delle mamme che seguiamo nei centri nutrizionali è sieropositiva ed oltre il 20% dei loro bambini ha contratto il virus. Sono purtroppo poche quelle di loro che si possono permettere di accedere i farmaci necessari. Certo non è più quella malattia che a metà degli anni ’90 ha cancellato un’intera generazione, ma è ancora una delle principali cause di mortalità. Il primo dicembre è quindi ancora la giornata mondiale per la lotta all’AIDS e lo sarà fino a che ci sarà anche solo una persona del pianeta che non potrà avere accesso alle cure necessarie. Se vuoi scoprire gli altri progetti in Africa, clicca qui.
APG23
30/11/2016
«Io Valgo»!
Il 3 dicembre, giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza in diverse città italiane " Io Valgo... oltre le barriere ". Testimonianze, proposte, riflessioni per il pieno riconoscimento della dignità e del valore della persona con disabilità. Un evento per sottolineare l'urgenza di abbattere le barriere, non solo architettoniche ma soprattutto culturali e sociali e favorire una piena integrazione, così come è scritto nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: “la discriminazione contro qualsiasi persona sulla base della disabilità costituisce una violazione della dignità e del valore della persona umana”. Vanno protetti e assicurati “il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità”. «Proponiamo una riflessione che deve necessariamente coinvolgere tutti i cittadini e le istituzioni. Quanto le nostre città sono accessibili a tutti? Quali sono i limiti culturali che ancora condizionano la presenza di persone con disabilità nei nostri paesi? — sono le parole di Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII — Una società ricca, positiva per tutti è quella che rimuove gli ostacoli al pieno sviluppo di ogni persona, in particolare di quelle più vulnerabili ingiustamente messe ai margini». Le città che presentano iniziative legate all’evento sono Bologna, Crema, Saluzzo, Forlì, Cesena, Vicenza, Padova, Rimini e Catania.    CALENDARIO INIZIATIVE Rimini , il 2 dicembre si terrà una marcia per le vie del centro. Alle 10 il ritrovo presso l'Arco d'Augusto. Il 3 dicembre alle 9 una tavola rotonda sul tema delle barriere architettoniche e culturali, presso il Museo della città, via Tonini 1. Verrà presentata una mappatura dei luoghi accessibili della città stilata dagli stessi ragazzi che frequentano i centri diurni per disabili. Crema , il 2 dicembre alle 10 in piazza del Duomo un flash-mob e un incontro pubblico dal titolo "L'inclusione attraverso le regole" con la dottoressa Elena Passerini, co-autrice del libro "Educare alla libertà". Cesena , il 2 dicembre alle 9,50 ritrovo in piazza del teatro Bonci per una marcia cittadina e flash-mob in Piazza del Popolo con gli studenti delle scuole superiori della città. Bologna , il 2 dicembre, ore 9,30 torneo di Bowling tra i centri diurni e residenziali e gli alunni dell'Istituto E. Majorana presso il Bowlcenter di San Lazzaro di Savena. Alle 12 nel parcheggio dell'Istituto Majorana flash-mob "Io Valgo perché mi vedi".  Catania , Il 2 dicembre alle ore 8,30 presso il Palacatania in corso Indipendenza una mattinata di "sport per tutti". L'evento è patrocinato dal Comune di Catania e dal Comitato Italiano Paralimpico dell'INAIL.  Saluzzo (Cn), il 3 dicembre le band musicali Una nota in più e Tutto esaurito  (nate 11 anni fa dall'incontro tra la Coop. Sociale Il Ramo e la scuola di musica La scala del Re ) si esibiranno presso l'Istituto Magistrale G. Soleri. Interverrà Giovanni Paolo Ramonda.   Per approfondire:  https://www.apg23.org/it/persone_con_disabilita_io_valgo/   
APG23
29/11/2016
Il referendum ha bocciato la pace?
Lo scorso giugno il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, aveva firmato uno storico accordo di pace con Rodrigo Londono, comandante delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). E proprio per questo impegno per la pace (la Colombia da più di 50 anni vive nella guerra civile) a Santos era stato pure conferito il Premio Nobel per la Pace 2016 ai primi di ottobre. Poi il risultato inatteso del referendum, voluto dallo stesso presidente, per raccogliere il parere del popolo: i NO hanno vinto. La delusione per la vittoria del NO al plebiscito è stata un duro colpo per i volontari di Operazione Colomba e per i membri della Comunità di Pace di San José de Apartadò, nella regione di Antioquia, nel nord-ovest della Colombia. I volontari di Operazione Colomba, che vivono insieme alla Comunità di Pace dal 2009, si sono uniti la sera del 2 ottobre attorno al fuoco a Mulatos con le orecchie tese ad ascoltare la notizie che provenivano da una piccola radio. Nonostante l'analisi politica della Comunità sia sempre stata lucida e il NO non fosse poi così inaspettato, è altrettanto vero che tale risultato ha fatto male. Nonostante i limiti degli accordi, la vittoria del SÌ avrebbe aperto nuovi scenari di lotta per i propri diritti, mentre quella del NO ha riportato il timore di una nuova ondata di violenza. Quello che nessuno si aspettava, forse nemmeno lo stesso ex-presidente Alvaro Uribe, fautore della campagna per il NO, è accaduto: il 2 ottobre il risultato del plebiscito per il consenso al raggiunto Accordo di Pace tra il governo colombiano e le FARC, firmato il 26 settembre scorso, ha avuto esito negativo. Il NO ha vinto per una manciata di voti, circa 50.000, prevalendo con un 50,21% sul 49,78% del SÌ. Migliaia i voti annullati, spaventosa l'astensione al voto: su 34 milioni di aventi diritto, solo 13 milioni si sono presentati alle urne. La mappa delle votazioni nei vari dipartimenti della Colombia è stata inequivocabile: in quasi tutte le regioni colpite più duramente dal conflitto, le vittime hanno votato per il SÌ. Loro la pace la volevano davvero… Fortunatamente il 24 novembre è stato firmato un nuovo Accordo di Pace che dovrebbe essere ratificato direttamente dal parlamento senza un referendum popolare, il dibattito è iniziato il 28 novembre. Quello che rimane fra la gente della Comunità di Pace e non solo, è una sensazione di insicurezza che soffoca la voglia di speranza in un futuro migliore senza guerra. Per approfondire:    Firmato il nuovo Accordo di Pace tra Governo e FARC-EP      Leggi gli ultimi aggiornamenti sulle attività in Colombia      Scarica il Report sulle attività di Operazione Colomba in Albania, Colombia, Libano (nei campi profughi siriani), Palestina e Israele  
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