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APG23
06/06/2017
«A Bologna accoglieremo le mamme carcerate»
  Aggiornamento: il comunicato stampa del Garante per i detenuti del comune di Bologna, Elisabetta Laganà.   Ivan (nomi di fantasia) ad 1 anno e mezzo aveva già passato 3 mesi della sua vita nel carcere della Dozza; oggi ne ha 2 compiuti ed è finalmente un bimbo libero. La mamma Letizia, 45 anni di etnia rom, figlia di contadini rumeni, era stata arrestata per un episodio di minacce, ed era dovuta entrare in galera insieme al figlio. La donna ha potuto scontare gli ultimi mesi di pena fuori prigione: è stata accolta nella casa San Giovanni Battista di Castel Maggiore (BO), vivendo come in famiglia insieme al figlio, piuttosto che dietro alle sbarre. Giovanna Boccardo , figura materna della casa di accoglienza per adulti, lo racconta «Il bimbo da noi stava bene, ma era evidente il trauma subito in carcere. Voleva sempre stare fuori, all’aria aperta, nel parco. Grazie al clima molto familiare la nostra casa si è sempre rivelata funzionale rispetto ai bisogni delle mamme, ecco perché abbiamo aperto le porte all’accoglienza di donne che sono detenute con i propri figli». Venerdì 9 giugno alle 17.30 la casa San Giovanni di Via Sammarina 40 a Sabbiuno di Castel Maggiore (BO) celebrerà i 20 anni dalla sua fondazione. Era stata voluta da Don Oreste Benzi nel 1997 per accogliere i malati terminali di aids inviati dall’Ausl di Bologna. Giovanni Paolo Ramonda , presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, sarà presente e spiega: «È una grande ingiustizia che i figli siano costretti a pagare per i reati commessi dai propri genitori. Come Comunità da sempre chiediamo che sia sempre possibile, soprattutto nei casi di fragilità familiare, attivare dei percorsi alternativi al carcere che permettano di abbassare la recidiva e recuperare realmente la dignità delle persone che hanno sbagliato. Noi ci rendiamo fin da subito disponibili per l’accoglienza delle mamme detenute con i loro bimbi ». Oggi la casa ospita 12 persone, fra cui adulti con ripetute ricadute nelle dipendenze, impegnati in percorsi di reinserimento lavorativo. Poi ci sono giovani alle prese con gravi disturbi psicologici; donne vittime della tratta ai fini della prostituzione. Negli anni qui hanno trovato una possibilità di ricominciare circa 800 persone , fortemente emarginate dalla società. Alberto Zucchero è educatore insieme a Giovanna: «Il modello della multi-utenza complementare ideato da Don Oreste Benzi permette a tutti di portare un proprio piccolo contributo nella vita di casa senza renderla un ghetto, cosa che non sarebbe possibile se avessimo un’unica categoria di disagio. Fondamentale è anche la presenza del gruppo di giovani volontari, che ad esempio durante l’accoglienza di Ivan ha portato a momenti di animazione e di confronto». Durante la celebrazione per il ventennale racconteranno la sfide dell’accoglienza degli adulti: Giovanni Paolo Ramonda , presidente della Comunità di Don Benzi; Lauretta Gianessi , responsabile del Sert (Servizio per le Tossicodipendenze) di San Giorgio di Piano, Emanuela Zanacchini , responsabile del Centro di Salute Mentale, entrambi dell’Ausl di Bologna; Giorgio Magnani , psichiatra del Centro di Salute Mentale di Carpi, Ausl di Modena. Sarà presente l’Arcivescovo di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi . Con l'accoglienza delle mamme che sono detenute con i propri figli il modello di Don Oreste si allarga alla nuova marginalità. Ad appena un chilometro di distanza la Capanna di Betlemme ha accolto negli anni circa 2000 persone di 30 nazionalità differenti. La vicina Comunità Terapeutica dal 91 ha attivato circa 1000 progetti di recupero per giovani affetti da dipendenze. Oggi è ospitata anche la roulotte di una famiglia rom. Grazie al finanziamento dell’Arcidiocesi di Bologna inizieranno a breve a Sabbiuno i lavori per la realizzazione di un Polo culturale, sociale e della condivisione , con sala riunioni, palestra ed un ulteriore spazio per l’accoglienza. Alle 19 l’aperi-cena multietnica gratuita sarà aperta a tutti e seguirà un concerto. Scarica la locandina e le foto .  
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05/06/2017
Servizio Civile all’estero, info-day a Bologna
I progetti di servizio civile all'estero realizzati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII saranno presentati mercoledì 7 Giugno a Bologna. L'infoday si terrà in via Massarenti n. 59 , presso i locali della parrocchia Sant'Antonio di Savena, dalle ore 10:00 alle 16:00. L'incontro è aperto a tutti i giovani interessati. Sarà possibile ricevere informazioni sui singoli progetti, ascoltare testimonianze di altri ragazzi rientrati, avere colloqui privati con i referenti dell'associazione. « In 15 anni sono partiti circa 500 ragazze e ragazzi nelle nostre missioni sparse nei 5 continenti» spiega Giovanni Paolo Ramonda , Presidente della Comunità di don Benzi. «Si tratta di un'esperienza unica, che cambia la vita. Condividendo un anno con i poveri, lungo le polverose strade delle periferie del mondo.» Dallo Zambia al Bangladesh , dall'Albania alla Bolivia sono 58 i posti disponibili presso le missioni ed i progetti della Comunità Papa Giovanni XXIII in 16 paesi esteri. La scadenza per l'invio delle candidature è fissata alle ore 14.00 di lunedì 26 giugno . Per informazioni è attivo il numero verde 800.913.596 E' possibile trovare i testi dei progetti ed i moduli per partecipare al bando sul sito www.odcpace.org     
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05/06/2017
«La prostituzione è una forma di violenza di genere»
«La prostituzione è una forma di violenza di genere. Serve una legge per sanzionare gli uomini che comprano sesso». Sono queste le parole di Irene Ciambezi, operatrice contro la tratta della Comunità di don Oreste Benzi e autrice del recente libro-inchiesta Non siamo in vendita (Sempre Edizioni) sulla tratta delle minorenni sfruttate sessualmente in Italia. La Comunità Papa Giovanni XXIII è intervenuta il 31 maggio scorso in Senato nella Commissione d’inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, presieduta dalla senatrice Francesca Puglisi. «I dati dimostrano come gli uomini che acquistano servizi sessuali siano più inclini a commettere atti di violenza contro le donne – continua Ciambezi –. Inoltre considerare normale la prostituzione ha un impatto negativo sulla percezione che i giovani hanno della sessualità». Nel 2016 la Comunità Papa Giovanni XXIII ha accolto 150 donne vittime di tratta. Il 15% delle donne inserite nei programmi di protezione ed integrazione sono minorenni. «Nel 2016 i femminicidi in Italia sono stati 80 (da gennaio a settembre 2016). Nel 10% dei casi le donne sono state uccise dai loro clienti mentre si prostituivano», conclude Irene Ciambezi. La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La campagna chiede al Parlamento di adottare una legge, ispirata al modello nordico, che contrasti la domanda del sesso a pagamento multando i clienti. Ecco il video in cui si può seguire l'intervento della Comunità Papa Giovanni XXIII al minuto 43. Oltre all'intervento di Irene Ciambezi, era prevista una relazione di Franca Franzetti sull'accoglienza di mamme sole. Franca è mamma in casa famiglia, referente del servizio Maternità Difficile e Vita. Nel suo intervento viene presentata una riflessione sull'istigazione all'aborto che è comunque una violenza di genere. Secondo i dati raccolti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, 1 donna su 4 ha ricevuto pressioni dal partner o dai familiari e 1 su 3 ecide di portare avanti una gravidanza quando riceve un aiuto adeguato. Nell'intervento previsto, si proponeva una nuova legge che garantisca lo stipendio alle mamme fino al terzo anno di vita dei loro figli. Per motivi di tempo non è stato possibile presentare l'intervento di Franca Franzetti, che però potete leggere qui, che comunque è stato consegnato alla commissione. Nella foto, da sinistra: Franca Franzetti, il senatore Dalla Zuanna, Irene Ciambezi
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01/06/2017
PROSTITUTE? A Legnago (VR) il 5 giugno
  Chi sono le giovani donne, a volte minorenni, che vediamo prostituirsi lungo le strade delle nostre città? Da dove vengono e perché sono finite sulla strada? Chi c’è dietro il mercato della prostituzione e quali possibilità abbiamo di fermarlo?   Lunedì 5 giugno, alle 21, a Legnago in sala civica (Via Matteotti 6) un incontro organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Vicaria di Legnago, con il patrocinio del Comune di Legnago, approfondirà il tema “ Prostitute? Conoscere per fermare la tratta e lo sfruttamento” con persone in prima linea nell’aiuto di chi è vittima del racket della prostituzione.   Irene Ciambezi , giornalista modenese, da anni si occupa di questi temi, non solo sul piano professionale ma anche accogliendo in casa propria le vittime di tratta. Da poche settimane ha pubblicato un libro ( Non siamo in vendita – Sempre Comunicazione, aprile 2017) che indaga in particolare sull’enorme aumento di minorenni nigeriane indotte alla prostituzione.   Michela Trarivi , educatrice professionale, è responsabile dell’Unità di strada che a Legnago e Verona va ad incontrare le vittime della prostituzione, per offrire loro vicinanza e una via d’uscita. Racconterà la situazione nel territorio e aiuterà a dare un nome, un volto e una storia a queste donne.   Giorgio Malaspina è coordinatore della Campagna nazionale “Questo il mio corpo” ( www.questoeilmiocorpo.org ) promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare le istituzioni pubbliche a contrastare la tratta ai fini di prostituzione agendo soprattutto sul fronte della domanda, i cosiddetti “clienti”. Spiegherà le caratteristiche di questo fenomeno e quali sono le soluzioni che si sono dimostrate più efficaci.   È prevista anche la testimonianza (dal vivo o in video) di una o più vittime recentemente liberate dal racket della prostituzione.   L’incontro ha avuto l’adesione di una trentina di associazioni del territorio operative sul fronte sociale e culturale.   Scarica la locandina dell’evento . 
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01/06/2017
#Scegliamolapace! Bando di servizio civile 2017
Sono 269 in Italia e 58 all'estero i posti disponibili con la Comunità Papa Giovanni XXIII all'interno del bando 2017 pubblicato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile il 24 maggio. La scadenza per l'invio delle candidature è fissata alle ore 14.00 di lunedì 26 giugno.   Superare la malnutrizione in Zambia, offrire un tetto e un pasto al giorno a chi vive in strada in Bolivia così come in Albania, integrare i disabili fisici e mentali in Bangladesh, contribuire alla rimozione delle cause che creano ingiustizia a Ginevra presso le Nazioni Unite; esperienze di vita in strutture di accoglienza, centri diurni, case famiglia anche in 15 regioni Italiane. Sono occasioni per educarsi ed educare alla pace, formarsi sotto l'aspetto professionale, civico e sociale attraverso la condivisione diretta e l'impegno con altri giovani per trasformare in modo nonviolento i conflitti del mondo che viviamo.   Possono presentare domanda i giovani italiani e stranieri con regolare permesso di soggiorno, di età compresa tra 18 e 28 anni, senza precedenti penali; sulla base delle richieste presentate e di colloqui personali verranno formate delle graduatorie per l'accesso al bando. Il servizio civile dura 12 mesi e impegna una media di 30 ore settimanali. I giovani ricevono un contributo spese di 433,80 euro mensili. Nei progetti all'estero viene aggiunta una diaria giornaliera che va dai 13 ai 15 euro a seconda del Paese di destinazione.   «Per la Papa Giovanni il servizio civile è un'occasione preziosa, per continuare a camminare su sentieri di pace a fianco dei più deboli. Continueremo a dimostrare che il mondo non ha bisogno di armi per difendersi, ma di persone di buona volontà», spiega Giovanni Paolo Ramonda , Presidente della Comunità.   Nicola Lapenta , responsabile del servizio civile per la Papa Giovanni XXIII aggiunge: «E' un'opportunità irrinunciabile, possiamo costruire la pace come cittadini attivi e nonviolenti».   Per informazioni è attivo il numero verde 800.913.596   E' possibile trovare i testi dei progetti ed i moduli per partecipare al bando sul sito www.odcpace.org
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31/05/2017
«La prostituzione è una forma di violenza di genere»
« La prostituzione è una forma di violenza di genere. Serve una legge per sanzionare gli uomini che comprano sesso ». Sono queste le parole di Irene Ciambezi, operatrice contro la tratta della Comunità di don Oreste Benzi e autrice del recente libro-inchiesta "Non siamo in vendita” (Sempre Edizioni) sulla tratta delle minorenni sfruttate sessualmente in Italia.   La Comunità Papa Giovanni XXIII è intervenuta stamane in Senato nella Commissione d'inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, presieduta dalla senatrice Francesca Puglisi.   «I dati dimostrano come gli uomini che acquistano servizi sessuali siano più inclini a commettere atti di violenza contro le donne – continua Ciambezi –. Inoltre considerare normale la prostituzione ha un impatto negativo sulla percezione che i giovani hanno della sessualità».   Nel 2016 la Comunità Papa Giovanni XXIII ha accolto 150 donne vittime di tratta. Il 15% delle donne inserite nei programmi di protezione ed integrazione sono minorenni .   «Nel 2016 i femminicidi in Italia sono stati 80 (da gennaio a settembre 2016). Nel 10% dei casi le donne sono state uccise dai loro clienti mentre si prostituivano », conclude Irene Ciambezi.   La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La campagna chiede al Parlamento di adottare una legge, ispirata al modello nordico, che contrasti la domanda del sesso a pagamento multando i clienti. Per approfondire: www.questoeilmiocorpo.org .   Scarica le foto .
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28/05/2017
«Chiediamo il ministero della Pace»
«Chiediamo all'Italia di istituire un Ministero della Pace. Una proposta da lanciare a tutti i mass media, alle Diocesi, agli imprenditori, ai parlamentari, al Governo». La proposta di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni, è giunta alla conclusione dell'Assemblea Internazionale tenutasi a Forlì in questo fine settimana, che ha visto accorrere presso la città romagnola 5000 persone provenienti da tutta Italia e da 40 Paesi del mondo.   «E' un assurdo quello che il mondo sta portando avanti dal terrorismo alle guerre, dalla vendita di armi alle migrazioni dove muoiono migliaia di persone. - continua Ramonda - Allora cominciamo dal nostro Paese: andiamo a chiedere conto di tutti i soldi spesi in armamenti. Al contrario chiediamo di investire nella diplomazia della nonviolenza, nei corridoi umanitari, nella cooperazione allo sviluppo» La S. Messa è stata celebrata da don Elio Piccari, storico assistente di don Oreste Benzi al suo fianco per 50 anni.   Il prossimo appuntamento è atteso per il prossimo autunno quando si terranno diversi eventi in tutta Italia per celebrare il decimo anniversario della morte del fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Il saluto di Ramonda: «Vi aspettiamo il prossimo 31 Ottobre a Rimini per festeggiare 10 anni della salita al cielo di don Oreste».   Scarica le foto
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27/05/2017
«Una Chiesa nelle periferie»
«Sapete qual è il più grande miracolo che ha compiuto don Oreste Benzi? Una Comunità che non teme di andare nelle periferie, aperta a tutti i poveri». Con queste parole Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha salutato l'Assemblea Internazionale della Comunità di don Benzi, che si è riunita oggi a Forlì. A salutarlo c'era una folla variegata di bambini, disabili, anziani, missionari provenienti da tutta Italia e da 40 paesi del mondo.   «Sono stati approvati tutti i nostri progetti di servizio civile.- ha annunciato Ramonda - A breve partiranno più di 300 giovani con noi. Faccio un appello a tutti i ragazzi: condividete con i poveri un anno di vita! E' una proposta che vi cambia. Venite e vedrete».   Poi un accenno alla presenza a Forlì: «Qui abbiamo grandi progetti. Apriremo una scuola basata sulla pedagogia del gratuito, uno dei sogni di don Oreste; apriremo una casa di recupero per i detenuti. Su questo non lasciatevi strumentalizzare, non abbiate paura. Chi sceglie di fare un vero percorso di recupero, allora cambia vita e non delinque più».   Infine Ramonda ha rivolto un augurio ai fratelli musulmani che oggi iniziano il Ramadan: «Desideriamo collaborare per edificare un mondo migliore, senza violenza e dove regni l'amore di Dio».   La S. Messa è celebrata da don Fortunato Di Noto, Presidente di Meter, associazione contro la pedofilia: «Conservo un particolare ricordo di don Oreste, fu lui a dirmi “Tu fai una cosa che io non riuscirei a fare”. La sua fu una grande benedizione per me e per l'opera che portiamo avanti contro lo sfruttamento dei bambini. Don Oreste Benzi incarnava l'Eucaristia».   Scarica le foto
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26/05/2017
Sono chiuse le iscrizioni al Servizio Civile Nazionale per il 2017
Sono 269 in Italia e 58 all'estero i posti disponibili con la Comunità Papa Giovanni XXIII all’interno del bando 2017 pubblicato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile il 24 maggio, ma le iscrizioni sono ormai chiuse. Superare la malnutrizione in Zambia, offrire un tetto e un pasto al giorno a chi vive in strada in Bolivia così come in Albania, integrare i disabili fisici e mentali in Bangladesh, contribuire alla rimozione delle cause che creano ingiustizia a Ginevra presso le Nazioni Unite;  esperienze di vita in strutture di accoglienza, centri diurni, case famiglia anche in 15 regioni Italiane. Sono occasioni per educarsi ed educare alla pace, formarsi sotto l'aspetto professionale, civico e sociale attraverso la condivisione diretta e l'impegno con altri giovani per trasformare in modo nonviolento i conflitti del mondo che viviamo. Potevano presentare domanda i giovani italiani e stranieri con regolare permesso di soggiorno, di età compresa tra 18 e 28 anni, senza precedenti penali; sulla base delle richieste presentate e di colloqui personali verranno formate delle graduatorie per l’accesso al bando. Il servizio civile dura 12 mesi e impegna una media di 30 ore settimanali. I giovani ricevono un contributo spese di 433,80 euro mensili. Nei progetti all’estero viene aggiunta una diaria giornaliera che va dai 13 ai 15 euro a seconda del Paese di destinazione. Appuntamento al prossimo anno!   SCOPRI TUTTI I PROGETTI E LE MODALITA’ DI CANDIDATURA! Vieni ad incontrarci: Calendario incontri informativi Info progetti all'estero: caschibianchi@apg23.org Info progetti in Italia: odcpace@apg23.org Numero verde: 800 913 596 Pagina Facebook: @serviziocivile.apg23
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26/05/2017
Sulle orme di don Oreste
Il 27 e 28 maggio i figli spirituali di don Oreste Benzi sono arrivati a Forlì da ogni parte del mondo. Obiettivo: attingere alle origini del carisma per rendere ancora più efficace la risposta alle nuove emergenze.  «Ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra». Questa visione profetizzata da Isaia ha affascinato don Oreste Benzi fin da giovane e alla sua realizzazione si è dedicato con passione e tenacia. Una fede che non si limita alla devozione ma spinge alla rivoluzione, come ha sottolineato in uno dei suoi ultimi interventi pubblici, alla Settimana sociale dei cristiani di Pisa. Nel decennale della sua morte, la Comunità Papa Giovanni XXIII si chiede proprio «a che punto siamo nella costruzione dei cieli nuovi e nuova terra». Ne parliamo con il responsabile generale della comunità, Giovanni Paolo Ramonda. Solitamente l’appuntamento annuale della Comunità era di tre giorni, stavolta solo due. Perché? «Perché il terzo giorno lo faremo a fine ottobre, in una data vicina all’anniversario della morte. Sarà una giornata aperta a tutti, per far conoscere la vita, il pensiero e come si stanno attuando oggi le intuizioni profetiche di don Oreste. Non un classico convegno ma un appuntamento vivace e creativo, con momenti artistici e testimonianze. Ci saranno personaggi importanti, ma soprattutto daremo voce ai poveri». Intanto però c’è questo evento di fine maggio. Come ci si sta preparando? «C’è stato un anno di riflessione per fare memoria. Non in senso nostalgico, ma per comprendere i suoi insegnamenti, le sue intuizioni. Ogni zona e ogni settore della comunità sta meditando sulle parole di don Oreste. Io invito tutti a pregare con Pane Quotidiano, lì c’è il suo cuore. Poi ci sono i libri. Inoltre io ho curato dei momenti formativi approfondendo le “cinque vie” di don Oreste: incarnazione, contemplazione, povertà, vita pubblica, obbedienza come dono totale della sua vita». Hai conosciuto don Oreste e la Comunità a 20 anni. Cos’è che ti ha attirato? «La sua autenticità. Don Oreste aveva molto chiaro che lui voleva seguire il Vangelo per attuarlo nel mondo di oggi, portandolo anche ai lontani. Non si limitava a proclamarlo ma lo viveva anzitutto in prima persona». Da allora di anni ne sono passati 40. Oggi cos’è che ti attira? «Il fatto che riconosco in questo cammino la via che il Signore ha tracciato per me e mia moglie per costruire il regno di Dio. Mi colpisce come la vita della comunità sia attualissima, chiara, limpida: la condivisione diretta con i poveri e gli emarginati è un linguaggio che capiscono tutti, credenti e non credenti, cristiani, musulmani, buddisti, induisti…».   Qual è, secondo te, la mission della Comunità Papa Giovanni XXIII oggi? «Ascoltare il grido dei poveri e poi, senza se e senza ma, rispondere, magari con forme precarie e imperfette ma rispondere. Come dice papa Francesco, meglio una Chiesa incidentata che chiusa con il rischio di ammuffire. Ci sono nuove emergenze, profughi in aumento, schiave della prostituzione, vittime dell’aborto... Nel nostro piccolo cerchiamo di rispondere con la vita». La presenza della Comunità nel mondo si sta allargando. A quanti Paesi siamo arrivati? «39 paesi. E ci chiamano in altri: Messico, Cuba, Sierra Leone, Capoverde, Togo...». C’è una strategia di diffusione? «La strategia è stare in ginocchio, avere la parola di Dio nel cuore, superare le forze istintive che ci porterebbero a mettere le pantofole. Don Oreste ci invitata ad essere incendiari, a fare la rivoluzione con la nostra vita, non facendola pagare agli altri. Per compiere questa rivoluzione dobbiamo essere organizzati, ma sempre in funzione del carisma» Don Oreste invitava anche ad essere “contemporanei alla storia”. Cosa significa? «Stare dentro i problemi della povera gente, vivere in noi stessi i loro problemi sentendoli come nostri. Don Oreste ci chiedeva però di essere nel mondo ma non del mondo. Noi dobbiamo essere dove vanno tutti, ma tenere lo sguardo rivolto a Cristo per avere la giusta comprensione». Cosa chiede oggi la storia per esserle contemporanea? «Una linea tracciata dalla lettura dei segni dei tempi è che ci vuole una giustizia distributiva che dia a tutti la possibilità di lavorare per mantenere sé e la propria famiglia. Dobbiamo superare le disparità tra chi ha stipendi e pensioni scandalose e chi non ha neppure il necessario. La via della condivisione ci salverà. Il mondo sarà vivibile in quanto sarà attento ai più deboli. È il passo dei più deboli che segna la storia». Tratto dal mensile Sempre, maggio 2017 Foto di Riccardo Ghinelli   RIVIVI LE EMOZIONI (aggiornamento 28 maggio)      
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24/05/2017
Auguri al nuovo presidente della CEI
«Intendo esprimere, a nome di tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII, la nostra felicitazione al Cardinale Gualtiero Bassetti per la nomina a Presidente della Conferenza Episcopale Italiana». È il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di don Benzi, alla notizia della nomina odierna. «Assicuriamo fin d'ora la nostra disponibilità a cooperare alle importanti sfide che attendono la Chiesa Italiana – prosegue Ramonda – e accompagniamo il neo Presidente della CEI nella preghiera. Desidero esprimere infine la nostra riconoscenza al Cardinale Angelo Bagnasco per il servizio reso in questi anni».
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24/05/2017
Comunità  Papa Giovanni XXIII, sulle orme di Don Oreste Benzi
Il 27 e 28 Maggio i figli spirituali di don Benzi si ritroveranno per l'Assemblea Internazionale 2017 della Comunità Papa Giovanni XXIII, che si terrà presso la fiera di Forlì. Nella città romagnola sono attese 5.000 persone provenienti da tutta Italia e dai 39 Paesi del mondo in cui è presente la Comunità di don Benzi. Una grande festa nel corso del quale si alterneranno relazioni, testimonianze, momenti di preghiera, celebrazioni eucaristiche, video interventi dai cinque continenti. Sabato sera due appuntamenti: uno spettacolo teatrale ed una serata rivolta ai giovani. «Da 40 anni il ritrovo delle Papa Giovanni è un'occasione unica in cui si possono incontrare tutti i piccoli, gli ultimi ed i poveri accolti nelle case famiglia in Italia e all'estero: bambini, disabili anche gravissimi, ex prostitute, ex carcerati, senza fissa dimora, profughi, sordomuti. Uno spaccato di quel “popolo di Dio” proveniente dalle periferie esistenziali e materiali cui fa spesso riferimento Papa Francesco» spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità. La relazione di Ramonda è prevista sabato pomeriggio dalle ore 15:00. La Santa Messa del sabato sarà celebrata da don Fortunato di Noto, presidente dell'associazione “Meter” contro la pedofilia, mentre quella della domenica sarà celebrata da don Elio Piccari, storico assistente di don Oreste Benzi..   Vedi le foto dell'edizione 2016, di Thomas Monticelli.
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