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APG23
21/11/2019
Violenza alle donne: la Comunità  di don Benzi ricorda le vittime dei clienti
Nicoleta, Benedicta, Arietta, Christina, Venetita, Lioara, Jennifer, Angela, Andreea Cristina, Evelyn, Sofia, Loveth. Sono i nomi di donne accoltellate, strangolate, avvelenate e persino crocifisse. Sono centinaia le vittime di clienti e sfruttatori uccise negli ultimi anni nell'industria della prostituzione. In occasione della Giornata contro la violenza alle donne, dal 22 al 29 novembre 2019, i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII ricorderanno dieci donne morte lungo le buie strade della prostituzione. «Sfruttate fino alla morte: donne la cui vita era considerata meno importante delle nostre e quindi dimenticate. Per questo noi continuiamo da anni a ricordarle, pregare per loro e per i loro aguzzini» commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII. «La dignità della donna non si compra. - continua Ramonda - Al contrario si valorizza la bellezza femminile attraverso l’arte, lo sport, la cultura, la maternità, il lavoro, la religiosità. La donna è una risorsa unica per il bene comune». Gli eventi si terranno a: Castelfranco Emilia (MO), via Mavora angolo via Emilia Este, venerdì 22 novembre alle ore 18:30. Firenze, al parco Cristina Zamfir, località Ugnano, lunedì 25 Novembre alle ore 10.00. Ferentino (FR), in via stazione presso la Parrocchia dei Santi Giuseppe e Ambrogio, lunedì 25 Novembre alle ore 20.30. Verona, Borgo Croce Bianca, via Lucio III 3 presso la Chiesa di Ognissanti, mercoledì 27 Novembre alle ore 20.30. Bologna, Borgo Panigale mercoledì 27 Novembre alle ore 20.30. Moncalieri (TO), presso la Collegiata di S. Maria della Scala e S. Egidio, venerdì 29 Novembre alle ore 18.00 Castellana Grotte (BA), S. Messa presso casa di accoglienza "Il sogno di Giuseppe" Senigallia (AN), ore 17.30 tavola rotonda La Comunità di don Benzi intende rilanciare con questi eventi la Campagna di sensibilizzazione Questo è il mio Corpo per la liberazione delle donne vittime di tratta e sfruttamento sessuale. La campagna ha raccolto fino ad oggi oltre 31.000 firme per chiedere al Parlamento che anche in Italia sia approvata una legge basata sul cosiddetto modello nordico, in cui i clienti sono considerati corresponsabili dello sfruttamento della condizione di vulnerabilità della donna e pertanto vengono sanzionati. Clicca per saperne di più
APG23
14/11/2019
Prostituzione, Comunità  Papa Giovanni XXIII a Fontana: «E’ schiavitù sessuale, non autonomia»
«La prostituzione è una schiavitù sessuale, non un'autonomia. Non è libero chi è costretto da altri o da condizioni disagiate. L'idea del Governatore Fontana di considerare la legalizzazione della prostituzione come materia dell'autonomia regionale renderebbe la Lombardia una terra di schiavitù, non di libertà». E' quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Papa Giovanni XXIII, in merito alle dichiarazioni del presidente della Lombardia, Attilio Fontana. «Le "necessità fisiologiche" dei clienti maschi lombardi, per usare le parole di Fontana, - continua Ramonda - sfruttano donne rese schiave del racket, vittime di violenza. In Italia lo sanno tutti, anche i cosiddetti clienti che, incuranti, approfittano della condizione di vulnerabilità delle donne. La Lombardia non sia complice ma liberi le donne dalla prostituzione». La Comunità Papa Giovanni XXIII in 30 anni di attività ha liberato dalla strada migliaia di ragazze vittime del racket della prostituzione. Il fondatore don Oreste Benzi fu il sacerdote che per primo in Italia ha combattuto l'industria della prostituzione che viola e svaluta la dignità della donna. Ogni settimana la Comunità è presente con 30 unità di strada e oltre 150 volontari per incontrare le persone che si prostituiscono e proporre la liberazione immediata. Promuove, insieme ad un cartello di associazioni l'iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e sanzionando i clienti delle persone che si prostituiscono.
APG23
11/11/2019
Revisione Periodica Universale del Consiglio ONU per i Diritti Umani
Lo scorso 4 novembre l’Italia, rappresentata a Ginevra da una delegazione guidata dal sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, e dal presidente del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani, Fabrizio Petri eÌ€ stata oggetto delle osservazioni nel corso del meccanismo dell’ "Universal Periodic Review" (UPR) Revisione Periodica Universale del Consiglio ONU per i Diritti Umani che controlla ogni cinque anni (in precedenza ogni quattro) l’operato di tutti gli Stati membri in materia di diritti umani. L’Associazione ComunitaÌ€ Papa Giovanni XXIII (APG23) eÌ€ impegnata in questa procedura sin dal 2011 e ha presentato diversi rapporti di monitoraggio per i vari Paesi in cui eÌ€ presente nei cinque continenti. (link al sito APG23 upr). Rispetto a questo nuovo ciclo di revisione, il terzo all’Italia, eÌ€ intervenuta presentando le proprie raccomandazioni (link al report Ita con i vari Annex APG23 upr) e partecipando attivamente a alla pre- sessione avvenuta lo scorso ottobre; le Ong e le Associazioni hanno potuto rivolgersi direttamente al rappresentante italiano alle Nazioni Unite e fare advocacy con le delegazioni degli Stati del Consiglio. La APG23 infatti eÌ€ stata selezionata con un suo speaker per esporre oralmente uno statement in pubblica assemblea nella pre-sessione di lavoro, riguardo la propria esperienza e condivisione col popolo Rom. Durante la sessione finale di esame del 4 Novembre, i Paesi membri hanno tenuto ampiamente in considerazione, oltre al report fornito dal nostro Governo e dalle Agenzie delle Nazioni Unite, quanto espresso e raccomandato dalle ONG. Con particolare soddisfazione segnaliamo quelle dirette a rafforzare strategie per combattere atti di discriminazione, controllare i discorsi che incitano all’odio e la marginalizzazione dei gruppi piuÌ€ vulnerabili (in particolare migranti, comunitaÌ€ rom), promuovendo una cultura di interculturalitaÌ€ e pluralismo e in specifico le domande avanzate in anticipo per iscritto rispetto al dialogo interattivo di Germania, Regno Unito ed Irlanda (link al documento) per quanto concerne la minoranza Rom. Le domande infatti riflettono ampiamente l’oggetto dello statement orale portato dalla APG23 alla pre-session,discriminazione, sgomberi forzati e soluzioni alloggiative in applicazione della Strategia Nazionale di Inclusione che necessita di una effettiva implementazione oltre a quanto segnalato da altri rapporti della societaÌ€ civile. Di grande importanza anche l’esigenza e la necessitaÌ€ ribadita da diversi Stati di ripristinare l’effettivo funzionamento dell’Osservatorio Nazionale sull’Infanzia e Adolescenza chiarendone ruoli e funzioni raccomandazione specifica indicata nel rapporto APG23. A seguito poi delle tante convergenze dei rapporti delle Ong e Associazioni (tra cui APG23) sul tema migratorio per interventi diretti ad abolire e/o emendare i due recenti Decreti Sicurezza, si eÌ€ richiamata l’Italia ad assicurare e rispettare il principio di non refoulement e urgentemente ratificare la Convenzione sui Diritti dei Migranti Lavoratori e delle loro Famiglie. Considerata la grave situazione e l’emergenza del fenomeno, eÌ€ stato richiesto urgentemente che il Paese predisponga un sistema di monitoraggio della tratta e sfruttamento di persone e di migranti, inoltre, che si rafforzi, e non si osteggino, i sistemi di salvataggio in mare delle Ong. Degna di ulteriore nota la raccomandazione per la sottoscrizione del The Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration richiesta parimenti contenuta anche nel rapporto di monitoraggio APG23 e quanto mai urgente. In attesa dell’uscita ufficiale del Report del Working Group UPR (c.d. Item 6) dove leggeremo in modo puntuale tutte le singole raccomandazioni per settori e temi di intervento e capiremo quante e quali delle indicazioni delle varie Ong e Associazioni intervenute nella procedura saranno accolte dagli Stati raccomandanti, riteniamo di rilievo sottolineare, nel sommario che sintetizza e le osservazioni della societaÌ€ civile (link) la novitaÌ€ attribuibile ad APG23 della richiesta dell’implementazione del c.d. “Modello Nordico” per cioÌ€ che riguarda la violenza di genere derivante dal sistema prostituente come esplicitamente consigliato dalla Risoluzione del Parlamento Europeo nel 2014 (c.d. Risoluzione Honeyball)5. La procedura di Revisione Universale (UPR) eÌ€ uno degli strumenti internazionale di tutela dei diritti umani che piuÌ€ di altri consente alla societaÌ€ civile di interloquire con le istituzioni delle Nazioni Unite e ne eÌ€ certamente riconoscibile come uno dei principali strumenti di democratizzazione e per il nostro Paese come ricordato anche dall’On. Manlio Di Stefano, Sotto Segretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione, i diritti umani hanno grande e imprescindibile significanza nelle politiche interne, presidio irrinunciabile per la convivenza pacifica e la coesione sociale che trova preciso riferimento nella Costituzione Italiana.  
APG23
29/10/2019
La Notte di Don Oreste
Il 31 ottobre, la “notte prima dei Santi” don Oreste Benzi non perdeva mai l’appuntamento con la strada, con i suoi poveri. Amava andare in discoteca tra i giovani, la notte di Halloween, con il sorriso disarmante e contagioso. Lo fece anche il 31 ottobre 2007, poche ore prima di morire. Dopo 12 anni, il prossimo 23 novembre, si chiude la prima fase, quella diocesana, del processo di canonizzazione e beatificazione di questo grande testimone della fede. E il 31 ottobre e il primo novembre la Comunità Papa Giovanni XXIII, i suoi amici, la sua città, vogliono ricordarlo, come una persona viva, facendo quello che lui amava fare. Le case di accoglienza della Comunità aprono le porte, tutti possono andare a conoscere gli esclusi a cui don Oreste ha dedicato la vita, e le tante persone che hanno aperto la famiglia e il cuore. Poi si può andare con le unità di strada della Comunità, a incontrare persone senza fissa dimora, richiedenti asilo, donne vittime di tratta, detenuti in pena alternativa, giovani in cammino per uscire dalla tossicodipendenza, nomadi, ragazzi con handicap. In piazza Cavour il consueto appuntamento con la biblioteca vivente. Qui le storie di riscatto, gioia o sofferenza di ragazzi che hanno trovato il senso della propria vita: diventeranno dei libri viventi da ascoltare. Tutta la sera il santuario di sant’Antonio da Padova (Paolotti) rimarrà aperto per l’adorazione e le confessioni. All’una di notte il vescovo monsignor Francesco Lambiasi celebrerà la messa. Il primo novembre la mattina tutti i giovani e i partecipanti ai gruppi di condivisione si troveranno alla casa per ferie “Stella Maris” in viale Regina Margherita 18 per una mattinata di dialogo e confronto sulle esperienze vissute. Sempre il primo novembre alle 14,30 al cimitero di Rimini la preghiera per i bimbi mai nati. Il 2 novembre nella Parrocchia della Resurrezione (Grottarossa) la celebrazione eucaristica, sempre con Monsignor Lambiasi. Don Oreste travolgeva tutti, e ai ragazzi proponeva un “Incontro simpatico con Cristo”, un Cristo vivo che si incontra nelle periferie, tra gli scartati, un incontro che dà un senso alla vita. Tanti giovani lo sperimentano ogni giorno, nelle realtà e nella vita Comunità Papa Giovanni XXIII. E’ un invito a cui, anche solo per una notte, ognuno può rispondere, basta andare sul sito www.donreste.it e iscriversi a una delle attività di condivisione del 31 ottobre. “Se ai giovani chiedi poco ti danno poco, se chiedi tanto ti danno tutto”: don Benzi ha sempre lottato per dare ai giovani alternative alla noia e al nonsenso, per mostrargli “mondi vitali nuovi”, che li aiutassero a diventare “come un rullo compressore vivente che non lascia tranquillo nessuno”. “Non scendete a compromesso – li esortava -. Riappropriatevi della gestione della società. Siete stati sradicati dalle vostre origini, vi è stato tolto il futuro dalle mani, siete costretti a consumare emozioni. Per il sistema è meglio che siate drogati!” Ai giovani di Rimini la Comunità Papa Giovanni XXIII nell’estate 2019 ha proposto 5 campi estivi (elementari, medie e superiori per le età 18-30 anni e over 30) e due campi di condivisione. Diversi riminesi scelgono il servizio civile nelle strutture della Comunità, o decidono di partire per la missione o con il Corpo nonviolento di Pace, Operazione Colomba. Molti sono anche quelli che, da altre regioni Italiane, vengono a Rimini a conoscere la Papa Giovanni e la figura di don Oreste: nel 2019 la Comunità a Rimini ha accolto 2.963 giovani. Iscrizioni e volantino
APG23
25/10/2019
Esce domani il libro intervista di don Benzi
Esce domani, sabato 26 Ottobre, il nuovo libro intervista di don Oreste Benzi, “Don Oreste Benzi. Ribellatevi! Intervista a un rivoluzionario di Dio”, pubblicata dalla casa editrice Sempre. Il Vangelo è un testo rivoluzionario e non deve essere edulcorato riducendo il cristianesimo a una serie di pratiche devozionali. È la tesi che attraversa le pagine del libro. Il libro giunge in un momento particolarmente significativo per il sacerdote dalla tonaca lisa: il 23 novembre, infatti, si chiuderà la fase diocesana della causa di beatificazione e l’iter proseguirà poi a Roma presso la Congregazione per le cause dei Santi.   Le posizioni di don Benzi sono non scontate, spesso scomode. Sulla Chiesa, ad esempio, esprime un'idea innovativa: «Perché non rivedere il modo di scegliere i vescovi estendendo ai fedeli, come dice Sant’Ambrogio, la possibilità di esprimere delle indicazioni sulle quali poi si pronuncia il Papa, salvo sempre il suo diritto di nominare anche altri? A mio parere ci sarebbe un risveglio stupendo di partecipazione alla vita della Chiesa».   Gli autori sono Alessio Zamboni e Nicoletta Pasqualini, marito e moglie, entrambi giornalisti del periodico “Sempre” fondato dallo stesso don Benzi. «Dopo la morte di don Benzi, avvenuta il 2 novembre di dodici anni fa, sono stati pubblicati diversi libri che lo riguardano – spiegano – ma questo è un testo particolare: si sente la voce di don Oreste, è lui che parla». L’idea è venuta dal desiderio di approfondire l’ultimo intervento pubblico di don Benzi durante la settimana sociale dei cattolici a Pisa, il 19 ottobre 2007, considerato il suo testamento spirituale. «La gente si sente tradita tutte le volte che ripetiamo parole di speranza ma non c’è l’azione - disse don Benzi in quell’occasione -. Cos’hanno lasciato i cattolici? Hanno lasciato la devozione, ma la devozione senza la rivoluzione non basta! Soprattutto le masse giovanili non le avremo mai più con noi se non ci mettiamo con loro per rivoluzionare il mondo.»   Scavando nel loro archivio, recuperando le interviste fatte a don Benzi in tanti anni di collaborazione, i due giornalisti hanno potuto constatare come questo concetto sia una chiave di lettura per comprendere l’intera opera di don Oreste Benzi. «Rileggendo quei testi, ascoltando le registrazioni per controllare che non si fossero perse parti significative, noi stessi siamo stati colpiti dalla forza dirompente e dall’attualità delle analisi e delle soluzioni da lui proposte su temi che riguardano la Chiesa, come l’allontanamento crescente da parte dei giovani, ed emergenze sociali ed educative come droga, prostituzione, carcere, disgregazione della famiglia. Per questo abbiamo sentito il bisogno di condividere questo tesoro prezioso che avevamo accumulato».   Il libro si apre con un inedito: una lunga intervista pubblica, trascritta per l’occasione, in cui don Oreste racconta davanti ad una platea di giovani gli episodi più significativi della sua vita, il perché delle sue battaglie, e rivolge loro un invito: «Ribellatevi, non potete fare la pace con il male!».   Acquistalo qui
APG23
23/10/2019
Ergastolo ostativo, il parere Apg23
«E' una grande svolta che riconosce il valore di quanti, come noi, lavorano per la rieducazione dei detenuti come sancito all'art. 27 della nostra Costituzione. Finalmente oggi si dice che la pericolosità è relativa: una persona condannata, che giustamente deve pagare per i suoi delitti, può riscattarsi e cambiare vita». E' quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, alla notizia che la Consulta ha dichiarato incostituzionale l'ergastolo senza permessi. «Fino a ieri l'Ergastolo ostativo, il “fine pena mai”, significava negare alla persona ogni speranza. - continua Ramonda - Oggi invece possiamo affermare che è giusto dare un'opportunità alla persone di riparare al danno commesso e di cambiare vita. La vera giustizia non consiste nella vendetta». Le Comunità per Carcerati. La Comunità di don Benzi gestisce 6 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l'accoglienza di carcerati che scontano la pena, dove i detenuti sono rieducati attraverso esperienze di servizio ai più deboli nelle strutture e nelle cooperative dell'associazione. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 61 detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 565 persone. Nell'ultimo anno le giornate di presenza sono state 12.199. La recidiva crolla. Per chi esce dal carcere la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è il 75% dei casi. Invece nelle comunità della Papa Giovanni, dove i detenuti sono rieducati attraverso esperienze di servizio ai più deboli, i casi di recidiva sono appena il 15%.  
APG23
16/10/2019
Beatificazione Don Benzi: il commento del Presidente Ramonda
«Don Benzi è stato un profeta che ha condotto un popolo di laici sulla via della Santità. La prossima beatificazione di Sandra Sabattini ne è la dimostrazione: Sandra fa splendere don Oreste e viceversa». E' il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha commentato con grande soddisfazione la notizia della chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione per don Oreste Benzi il prossimo 23 Novembre. Notizia che arriva pochi giorni dopo la conferma che Sandra Sabattini, cresciuta nella Comunità di don Benzi, sarà proclamata Beata il prossimo anno.   Il processo. 131 testimoni ascoltati dal Tribunale Ecclesiastico Diocesano presieduto da don Giuseppe Tognacci. Centinaia di pubblicazioni raccolte. Migliaia di scritti inediti spesso appuntati su pezzi di carta volante. La causa di beatificazione di don Benzi era stata aperta il 27 Settembre 2014. In solo cinque anni, fatto assai raro, si è giunti alla conclusione della fase diocesana. Tutto il materiale raccolto sarà sigillato per essere poi inviato in Vaticano in seno alla Congregazione per le Cause dei Santi.   Don Oreste Benzi. Nato nel 1925, salito al cielo il 2 Novembre 2007. Fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha speso tutta la sua vita a favore degli ultimi. Giovane sacerdote nell'Italia martoriata del dopoguerra, si impegnò da subito a favore dei giovani, cui propone «un incontro simpatico con Cristo». Nel 1968 con un gruppo di giovani ed alcuni sacerdoti diede vita all’Associazione Papa Giovanni XXIII. Nel 1973 aprì la prima Casa Famiglia a Coriano, sulle colline riminesi. Il carisma di don Benzi - la condivisione della vita con gli ultimi - è oggi diffuso in 42 paesi nei 5 continenti.
APG23
08/10/2019
Un pasto al Giorno: grazie a tutti voi!
L’evento di piazza di Un Pasto al Giorno è tornato anche quest’anno in tante piazze d’Italia. Due giorni per portare avanti il grande sogno di don Oreste Benzi: garantire un pasto a chi soffre la fame. Due giorni di incontri e di confronto. In tanti si sono avvicinati ai banchetti bianchi e blu: chi incuriosito dal cofanetto di #IOSPRECOZERO, chi invece dalla nostra presenza. I volontari della Comunità non sono solo portavoce di questa grande missione ma sono anche amici con i quali fermarti a parlare della tua giornata, scambiarti un saluto. Si parla di antispreco, sostenibilità, e di come questi temi siano legati all’ingiustizia della fame nel mondo e, soprattutto, si parla di umanità e la si vive condividendo insieme il proprio tempo. C’è chi ha voluto sapere tutto sulla campagna di Un Pasto al Giorno perché ancora non ci conosceva, c’è chi invece si è avvicinato ai banchetti sapendo già che avrebbe trovato il nuovo volume del libro, c’è chi ha preso il cofanetto per regalarlo ad una cara amica… questo è Un Pasto al Giorno, è un nuovo incontro ma anche un ritrovarsi, per andare avanti insieme verso un cammino di giustizia. Grazie a tutti voi, grazie di cuore a chi ha deciso di sostenerci, di far buon uso delle nostre parole. Grazie ai volontari che ogni anno si mettono in gioco per garantire le risorse necessarie per distribuire 7 milioni e mezzo di pasti nel mondo. Come recita la maglietta blu dei nostri volontari “finché gli ultimi mi trovate qui”, e noi ci saremo anche il prossimo anno, insieme a voi, per cambiare davvero le cose. Vuoi iniziare adesso? Visita il sito unpastoalgiorno.org e richiedi subito il cofanetto di #IOSPRECOZERO!
APG23
26/09/2019
Il Villaggio della Gioia festeggia 10 anni
Il “Villaggio della Gioia” è un luogo unico in Italia, uno degli ultimi progetti che don Oreste Benzi ha voluto realizzare in prima persona, a Forlì nel cuore della Romagna, e che festeggia adesso i dieci anni dalla fondazione. Dieci anni durante i quali sono state oltre 25 le famiglie che, per periodi più o meno lunghi, hanno trovato l’aiuto e il supporto necessari per affrontare e risolvere piccole e grandi difficoltà, non rendendo necessario così un decreto da parte dei tribunali dei minori che costringesse a separare i bambini dalle proprie famiglie di origine. Qui, infatti, si impara a diventare genitori: tanti bambini provenienti da famiglie in difficoltà e in situazioni di disagio che avrebbero rischiato di essere allontanati dai loro genitori, possono invece restare insieme alla loro mamma e al loro papà. Si tratta di un progetto unico in cui si crea un “ambiente terapeutico” e nasce dagli oltre 40 anni di esperienza della Comunità nell’accoglienza di minori e adulti in difficoltà e dall’intuizione del suo fondatore, secondo la quale le famiglie che vivono insieme possono essere una risposta al bisogno di altre famiglie, garantendo loro non solo un posto dove vivere in momenti di fragilità, ma anche interventi di tipo educativo e, soprattutto, momenti di vita comune. “In Italia - spiega Giovanni Ramonda - sono circa 30mila i minori che vivono al di fuori della propria famiglia di origine, e quando la serenità della famiglia e del bambino viene messa a rischio da situazioni di difficoltà o disagio, anche solo temporaneo, lo Stato utilizza solitamente l’Istituto dell’affidamento familiare” . La validità di questo progetto del Villaggio è stata sancita dal Tribunale per i minorenni di Bologna che, per la prima volta nella storia italiana, ha dato in affidamento proprio a questa struttura un’intera famiglia: una coppia giovanissima con un bambino piccolo che viveva un momento di difficoltà. Fino a quel momento si parlava solo di accoglienze di nuclei mamma-bambino, non di un’intera famiglia. #FOTOGALLERY:villaggio# Oggi, che ricorre il decennale della sua fondazione, sono oltre 50 le persone che vi vengono ospitate. Don Benzi ne seguì passo a passo l’ideazione e lo sviluppo, ma non ha potuto vedere l’avvio concreto dei lavori di costruzione, cominciati pochissimi giorni dopo la sua morte avvenuta nel novembre nel 2007, e l’inaugurazione delle prime tre case nel settembre 2009. Compiere 10 anni è una ricorrenza importante e la Comunità ha deciso di celebrare con una due giorni di eventi nel weekend del 28 e 29 settembre a Forlì. Ecco il programma in sintesi:   Sabato 28 settembre ora 20.30 presso Chiesa di San Giacomo | Piazza Guido da Montefeltro – Forlì FILM "SOLO COSE BELLE" Proiezione e dibattito di “Solo cose Belle”, un film che in modo leggero riflette sull’attenzione per gli altri e il rispetto delle diversità ispirandosi all’esperienza della Comunità Papa Giovanni XXIII. Domenica 29 settembre dalle 15:00 alle 22:00 Villaggio della Gioia - Via Oreste Benzi 18 – Villafranca, Forlì BENVENUTI AL VILLAGGIO Musica, teatro, mercatini e giochi per grandi e piccini.   Maggiori informazioni sul progetto su www.villaggiodellagioia.org Sostieni il VIllaggio della Gioia su sostieni.apg23.org/villaggiodellagioia/  
APG23
20/09/2019
Costruire la pace e la riconciliazione attraverso il Ministero per la Pace
Il 21 settembre 2019 si è celebrata la Giornata internazionale della pace, una giornata stabilita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per rafforzare gli ideali di pace, sia all'interno che tra tutte le nazioni e tutti i popoli, nello spirito della "Dichiarazione e programma d'azione su una cultura di pace ”.  All'incontro di alto livello sulla costruzione del pace e sul mantenimento della pace dell'AG nell'aprile 2018, è stato affermato con forza che “la pace è più che un cessate il fuoco. È più che un accordo di pace. Ed è più che l'assenza di guerra ”. Per questo, è necessario affrontare i conflitti alla radice. È necessario investire per raggiungere una pace sostenibile. Per far durare a lungo la pace a beneficio dell'umanità, è essenziale costruire una cultura della pace. La riunione di alto livello ha ribadito che "sostenere la pace non è un compito facile" e "mantenere la pace è più difficile che mettere a tacere le armi". Costruire la pace è un processo in corso: anche quando sembra raggiunto, non possiamo dare per scontato che durerà per sempre; abbiamo bisogno di sforzi continui per mantenerlo. Solo costruendo la pace giorno dopo giorno, una pace strettamente legata allo sviluppo e al rispetto dei diritti umani, possiamo generare società pacifiche, giuste e inclusive. È infatti essenziale per gli Stati effettuare investimenti multilivello a lungo termine che creino terreno fertile per la pace e la risoluzione dei conflitti a livello nazionale, nonché coordinare la pianificazione e i programmi tra i vari Stati al fine di cooperare per attuare la pace a livello internazionale. Adottando l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nel 2015 e introducendo l'obiettivo di sviluppo sostenibile 16 "Pace, giustizia e istituzioni forti", gli Stati membri hanno riconosciuto che non sarebbe possibile costruire un mondo pacifico se non si adottano misure per conseguire risultati economici e sviluppo sociale per tutte le persone in tutto il mondo e garantire che i loro diritti siano protetti. L'obiettivo 16 prevede la promozione di società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, l'accesso a tutti per la giustizia e la creazione di istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli. Considerando i valori che queste "società pacifiche, giuste e inclusive" dovrebbero avere (pari accesso alla giustizia, rispetto dei diritti umani, stato di diritto effettivo, buon governo, istituzioni trasparenti, efficaci e responsabili), possiamo facilmente dedurre che anche la pace a cui fa riferimento l'Agenda 2030 è una pace positiva e ampia. In questa prospettiva, l'attuazione delle politiche di pace a livello nazionale è essenziale al fine di promuovere infrastrutture come il Ministero della Pace, promuovendo un'arte della diplomazia della Pace. Una diplomazia come arte del dialogo autorevole, incentrata su un concetto globale di pace e sulla promozione di un approccio centrato sui diritti umani e sulla cultura del disarmo come responsabilità collettiva. Moderatori: Il signor Marcello Beccari , Ambasciatore della Missione Permanente di San Marino presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra - Discorso  Dr. Maria Mercedes Rossi, Rappresentate dell' Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (APG23) - Discorso Oratori: Sig. Guerrino Zanotti, Ministero degli Affari interni e Ministro della Pace della Repubblica di San Marino - Discorso Mr Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile generale dell' Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (APG23) - Discorso ENG ITA SE Mons. Ivan Jurkovic , Nunzio Apostolico, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra - Discorso Sig. Antonino Drago , docente dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e professore a contratto in Scienze per la Pace dell'Università di Pisa e Firenze (Italia) - Discorso Sig.ra Zaira Zafarana, rappresentante di International Fellowship of Reconciliation (IFOR) - Discorso Co-organizzatori: Missione permanente di San Marino presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra; Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (APG23);  Altri co-sponsor: Missione permanente della Repubblica di Costa Rica presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra; Missione permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra; Missione permanente d'Italia presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra; UPEACE, Università per la Pace istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite; Centro diritti umani "Antonio Papisca" dell'Università di Padova; Cattedra UNESCO "Diritti umani, democrazia e pace" dell'Università di Padova; Fondazione Vittorino Chizzolini, ONLUS, BERGAMO; Caritas internationalis (Confederation of Catholic Charities); International Fellowship of Reconciliation (IFOR)
APG23
11/09/2019
Torna Un Pasto al Giorno, l’evento tra cibo, solidarietà  e sharing humanity
Torna l’undicesima edizione dell’iniziativa Un pasto al giorno, l’evento solidale per aiutare chi soffre la fame. I volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, saranno nelle piazze e nelle parrocchia di tutta Italia sabato 21 e domenica 22 settembre, con un obiettivo tanto semplice quanto importante: mettere in atto un’azione concreta a sostegno di coloro che tutti i giorni devono fare i conti con la scarsità delle risorse e favorire una maggiore consapevolezza sui temi della lotta agli sprechi all’interno della vita quotidiana. Proprio per questo nel corso dell’evento si potrà ricevere, in cambio di un’offerta libera a sostegno dei progetti alimentari della Comunità, il terzo volume del libro #iosprecozero - e sarà possibile trovare anche il cofanetto con i due volumi precedenti - che propone nelle sue pagine di carta riciclata al 100% una serie di consigli, storie e riflessioni su come ogni giorno si può fare la differenza anche solo con piccole attenzioni e con una visione diversa su ciò di cui si dispone: dalla gestione del cibo, degli oggetti, del tempo, fino al modo in cui affrontiamo la vita, risorsa preziosa per eccellenza. #FOTOGALLERY:unpasto2019# Dalla condivisione di un pasto alla sharing humanity Ma c’è di più: nel volume, quest’anno, l’Apg23 ha voluto mettere al centro la sharing humanity, ovvero un modo più profondo di ripensare tutte quelle “strategie” di condivisione delle risorse che vanno sotto il nome di “sharing economy”, rese possibili anche dallo sviluppo tecnologico. “Bisogna superare - afferma il presidente Giovanni Ramonda - l'approccio legato solo al risparmio e al guadagno. Il bello della condivisione è soprattutto nella relazione con l’altro e nel fatto che ognuno di noi può contribuire a farla crescere, impegnandosi in prima persona, interpretandola in modo innovativo, ampliando la sua azione e i suoi effetti sulla società in cui vive. Condividere è 'avere in comune' prima che 'dividere con'; è uno stile di vita che ci fa vivere insieme agli altri, agli ultimi, combattendo le ingiustizie e le distorsioni della società”. Tutto quello che verrà raccolto nel corso dell’evento servirà alla Comunità Papa Giovanni XXIII per continuare a garantire i 7 milioni e mezzo di pasti che ogni anno vengono assicurati alle 5mila persone accolte nelle sue oltre 500 realtà di accoglienza in tutto il mondo e a tutte quelle persone che si rivolgono in cerca di aiuto nelle mense per i poveri o nei centri nutrizionali. E questa è solo una parte dell’impegno che la Comunità porta avanti per aiutare chi deve fare i conti con la malnutrizione o chi ha bisogno di non essere lasciato solo.   Un Pasto al Giorno, un'idea di don Oreste Benzi L’iniziativa Un pasto al giorno è stata ideata proprio da don Benzi negli anni Ottanta, dopo il suo primo viaggio in Africa, quando si rese conto che bastavano appena 10 mila lire al mese  - l’equivalente di 15 euro oggi - per garantire l’alimentazione giornaliera a una persona malnutrita. Con la visione che nasce dalla sharing humanity, la Apg23 continua a portare avanti il pensiero di don Benzi che sosteneva come sia proprio “la condivisione a renderci insopportabile l'ingiustizia, la strumentalizzazione, l’indifferenza”. “Molto si può ancora fare” conclude Ramonda, secondo cui “la sharing humanity è una storia che possiamo scrivere solo insieme, ripensando il presente per preparare un futuro più accogliente e più giusto. E più felice, per tutti”.   Per maggiori informazioni sulle postazioni in tutta Italia clicca qui.  
APG23
01/08/2019
Cosa significa donare una famiglia ai bambini soli?
Essere mamma e papà è qualcosa che ciascuno di noi sente nel cuore, un desiderio. Esserlo per bambini che sono rimasti soli e non hanno nessuno è una disponibilità non comune, che nelle case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII diventa quotidiana. Questa dedizione ci porta a dire “si” ad ogni richiesta di accoglienza che ci arriva, specialmente quando si tratta di bambini gravemente disabili, che spesso per questo motivo sono stati abbandonati in ospedale alla nascita e non sono mai stati cullati dalle braccia di una mamma o di un papà. Sono centinaia le coppie che vivono questa realtà e altrettanti i bambini che grazie a loro oggi hanno una famiglia e sono i protagonisti di uno spot che nelle prossime settimane potreste vedere in tv. Bambini e genitori hanno prestato i loro volti per aiutarci a raccontare le storie di solitudine e di sofferenza che incontriamo e che cerchiamo di trasformare in vite ricche di amore e di opportunità. Per i bambini che hanno preso parte allo spot è già così, hanno già una famiglia, una casa famiglia che non li abbandonerà più. Bambini come Elia e Anna che per la loro disabilità hanno bisogno di essere accuditi costantemente, di essere accompagnati in tutte le loro necessità. Più di ogni altra cosa, però, hanno bisogno di una famiglia che voglia loro bene che li faccia crescere sereni. Ogni anno sono tante le richieste che ci arrivano dagli ospedali o dai servizi sociali delle varie regioni italiane e per far rispondere a questa emergenza silenziosa abbiamo bisogno di farla conoscere a più persone possibili, chiedendo loro di aiutarci ad essere famiglia per chi non ce l’ha. Per continuare a dare una mamma e un papà a tanti bambini soli c’è bisogno dell’aiuto di tutti! Aiutali anche tu, dona ora.
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