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APG23
16/03/2021
Nessuno si salva da solo
La pandemia da Covid-19, in questo lungo anno, non ha conosciuto differenze di origine, fede o etnia.  In occasione della  XVII Giornata nazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali la comunità Papa Giovanni XXIII e l’Associazione Islamica delle Alpi promuovono un pomeriggio di incontro e dialogo, con testimonianze di impegno e solidarietà. Ecco il video del 21 marzo 2021, trasmesso in diretta streaming dalla Moschea Taiba.       «Egoismo e discriminazioni indeboliscono la società, ma in questo periodo di pandemia proprio la solidarietà e la conoscenza reciproca possono ridurre i fattori di rischio», spiegano gli organizzatori.    L'evento è reso possibile dal sostegno dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) della Presidenza del Consiglio dei Ministri  e rientra nell'ambito della campagna contro le discriminazioni promossa dalla Lega Serie A, Keep Racismo Out.   È stata introdotta dall'autore la mostra fotografica Sguardi, di Nderim Keceli, sul tema della pandemia a Torino.   Sono intervenuti fra gli altri:   Marco Giusta,  Assessore comunale alle Politiche per la pari opportunità di genere,  per la multiculturalità e l’integrazione e politiche giovanili; Luca Deri, Presidente della Circoscrizione 7 del Comune di Torino; Silvia Abbà, Volontaria di Operazione Colomba, corpo di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII; Amarilli Varesio, scrittrice ed artista; Fedua El Attari, poetessa; Halima Rakiki, volontaria dell’Ass. Islamica delle Alpi. Ha condotto la diretta streaming Alessandro Ciquera, referente di Operazione Colomba e Brahim Baya portavoce dell'Associazione Islamica delle Alpi.     Guardalo su Youtube   Guardalo su Facebook
APG23
16/03/2021
La Transazione ecologica: influenze delle scelte economiche sui cambiamenti climatici
Ormai da circa un anno la Comunità, in stretta correlazione e collaborazione con la Chiesa universale e con il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, sta percorrendo il cammino dell'Ecologia integrale e sviluppando diversi filoni di discussione che conducono ad una vera Conversione ecologica e ad un cambio di paradigma economico che abbia maggior cura della terra e dei poveri. La Vocazione dei membri della Comunità, sulle orme di don Oreste Benzi, spinge ad agire per la giustizia ed a condividere con coloro che sono emarginati dalle scelte dei potenti. Sulla webtv della Comunità potete visionare la registrazione dei precedenti Webinar, potendo così comprenderne il percorso, che troverà il suo culmine nella Giornata Mondiale di fine maggio, dedicata proprio al tema dell'Ecologia integrale. Come in altre occasioni, l'incontro sarà aperto ad un ascolto di voci autorevoli dentro e fuori Apg23, incontrate  su cammini diversi, ma tutti convergenti: Luca Fiorani ascoltato nei percorsi formativi degli Animatori Laudato Si, promossi dal MCMC di cui la Comunità è parte. L'aspetto che ha colpito è la capacità di evidenziare le problematicità dell'attuale approccio economico/ecologico e offrire piste di lavoro nuove, approfondendo in particolare il rapporto fra scelte economiche e mutamenti climatici Monica Di Sisto incrociata in una delle sue appassionate battaglie contro i trattati commerciali che stanno distruggendo il pianeta, a cui è stato chiesto di sottolineare proprio questo aspetto, partendo dal volume "un pianeta svenduto" Lorenzo Barucca incontrato nel percorso dell'Alleanza per un nuovo Welfare, nel gruppo della "conversione ecologica dell'economia", a cui è chiesto di capire quali proposte ci siano i ncampo perché questa conversione avvenga Maria Paula Casanova è membro di Apg23, missionaria Argentina e docente universitaria, ha scritto un bel trattato sui cambiamenti climatici frutto delle scelte economiche e potrebbe - da dentro - far capire come la Comunità si impegna per impedire lo sfruttamento della terra e dei poveri A Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII il compito di introdurre e a Lucia Tonelotto, Animatrice dell'Ambito Giustizia internazionale quello di farli dialogare.    
APG23
12/03/2021
Il Papa scrive alla casa famiglia di Termoli
«Non scoraggiatevi mai! Continuate a prendervi sempre cura gli uni degli altri. E, vi raccomando, siate sempre creativi». Sono le parole che Papa Francesco ha scritto in una lettera inviata ai ragazzi della nostra casa famiglia di Termoli dove sono accolte persone che stanno scontando la pena in alternativa al carcere. I giovani avevano inviato al Santo Padre una lettera semplice, scritta a stampatello, attraverso una delegazione religiosa, guidata dal Vescovo Gianfranco De Luca, recatasi dal Santo Padre lo scorso 21 gennaio. In essa spiegavano che erano consapevoli “di aver avuto una seconda opportunità dalla vita” e che “per troppe volte avevano scelto il male al posto del bene”. Nella missiva ringraziavano il Signore “perché ci sta facendo scoprire una vita di pienezza lontana dalla solitudine e dalla sofferenza”, incoraggiati dalle parole del Papa: “Bisogna imparare a pensare non con l'io ma col noi”. Concludendo con il motto di don Oreste Benzi: “L'uomo non è il suo errore”. Grande è stato lo stupore quando gli ospiti della casa famiglia hanno ricevuto fra le loro mani la lettera firmata dal Papa in persona. «Desidero ringraziarvi per la bella lettera che avete voluto farmi recentemente pervenire e per l'affetto e la vicinanza spirituale che mi avete manifestato - gli ha risposto Papa Francesco - Nel ringraziarvi per la vostra testimonianza di fede e di speranza, vi incoraggio a proseguire con passione sulla via credibile della fraternità e dell'amore vicendevole». #FOTOGALLERY:CECTermoli# Di seguito la lettera di Papa Francesco datata 26 febbraio 2021: Cari ragazzi, Desidero ringraziarvi per la bella lettera che avete voluto farmi recentemente pervenire e per l’affetto e la vicinanza spirituale che mi avete manifestato. Nel ringraziarvi per la vostra testimonianza di fede e di speranza, vi incoraggio a proseguire con passione sulla via credibile della fraternità e dell’amore vicendevole. Non scoraggiatevi mai! Continuate a prendervi sempre cura gli uni degli altri. E, vi raccomando, siate sempre creativi. Invocando la protezione della Santa Vergine e di San Giuseppe, di cuore imparto a voi ed alle vostre famiglie la mia Benedizione Apostolica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me! Fraternamente, Francesco
APG23
11/03/2021
Cisgiordania: bambini arrestati, il video
«Esprimiamo forte preoccupazione per l'arresto di cinque bambini avvenuta nel pomeriggio in Cisgiordania. Secondo le nostre fonti i bambini stavano raccogliendo verdure selvatiche quando sono stati prima allontanati dai coloni di un insediamento israeliano e poi portati in caserma dai militari. Chiediamo che la Comunità internazionale e il Segretario Generale delle Nazioni Unite intervengano a difesa dei diritti umani dei bambini». È quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito all'arresto di cinque bambini palestinesi di 8-12 anni del villaggio di Ar Rakeez nelle colline a sud di Hebron, in Cisgiordania vicino alla colonia di Havat Ma'on. Secondo le fonti di Operazione Colomba, il Corpo di Pace della Comunità di don Benzi presente dal 2004 in Palestina, i bambini sono stati portati presso la stazione di polizia di Kiryat Arba e rilasciati dopo alcune ore. Nel video il momento dell'arresto.
APG23
08/03/2021
Donne vittime di violenza reinserite in società 
“Uscire dalla violenza, ripartire dal lavoro”, è questo il titolo dell’intesa sottoscritta oggi tra l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e la Cisl dell’Emilia-Romagna. Accordo con cui il sindacato mette a disposizione la propria rete di Sportelli Lavoro per favorire il reinserimento lavorativo delle donne vittime di tratta e di violenza. Gli Sportelli Lavoro~Cisl~sono 11 in Emilia-Romagna e offrono un servizio di accompagnamento al lavoro: vengono strutturati percorsi di consulenza, di ricerca di occupazione, di promozione dei tirocini e formazione mirata all'inserimento lavorativo. “L'inserimento nell’ambito lavorativo è di certo una delle più importanti misure di protezione e di assistenza a favore di tutte le vittime di violenza. Per questo vogliamo offrire il nostro aiuto, soprattutto in un contesto, come quello attuale, assai difficile, soprattutto per l’occupazione femminile. Negli ultimi due anni, a fianco dei servizi già noti, come patronato e Caf, si è aggiunta la rete degli Sportelli Lavoro~Cisl. Ora noi vorremmo mettere questa rete, a disposizione dei bisogni che la comunità Papa Giovanni XXIII vorrà segnalarci” ha dichiarato Orietta Ruccolo, segretaria regionale della Cisl Emilia Romagna. Una collaborazione che parte da lontano, già nel 2017, quando la Cisl Emilia-Romagna ha aderito alla campagna, tuttora attiva, per la liberazione delle donne vittime di tratta e di sfruttamento “Questo è il mio corpo”, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. “Un impegno che è continuato nel tempo – aggiunge Elisa Fiorani del coordinamento donne Cisl ER - come ad esempio con il sostegno, in partnership con la Cisl Romagna e la Cisl Nazionale, del cortometraggio “Ballerina”, opera che racconta il viaggio di una giovane prostituta dal momento in cui viene rapinata e lasciata in strada da un cliente”. "L'inclusione lavorativa è una parte fondamentale di un grande percorso interiore riabilitante per aiutare le donne vittime di sfruttamento. Le donne di origine straniera e le vittime di tratta spesso non hanno chiara la struttura economica del nostro Paese, non si sono mai sperimentate in un lavoro e soprattutto non ci hanno provato in Italia. Spesso ci sono enormi barriere linguistiche e culturali da dovere superare, per questo emerge il bisogno di attivare percorsi formativi e tirocini ad hoc per ognuna di loro, in modo da accompagnarle a riscoprire le proprie abilità e capacità per rimettersi in gioco in contesti sani", dice Caterina Ghiozzi, referente generale Antitratta dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Nel 2020, in Emilia-Romagna, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha assistito e sostenuto 155 donne di 24 nazionalità diverse. In particolare, donne vulnerabili quali migranti vittime di matrimoni forzati, tratta, torture, sfruttamento della prostituzione, ma anche donne disabili o con patologie psichiatriche o problemi di dipendenze. Il 60% delle assistite ha meno di 30 anni e il 46% ha la cittadinanza italiana. Presente su tutto il territorio regionale con case famiglia, famiglie affidatarie, case di accoglienza per adulti, comunità terapeutiche, unità di strada e 7 helpline per le richieste di aiuto, l’associazione gestisce anche l’ambulatorio medico ‘La Filigrana’ di Rimini in cui offre l’opportunità di un supporto psicologico e visite ginecologiche. Qui il testo completo dell'accordo    
APG23
08/03/2021
Papa Francesco ricorda la visita alla casa famiglia di don Benzi
Tornando dall'Iraq Papa Francesco ha lanciato un nuovo grido contro le moderne schiavitù. Nel suo viaggio ha visitato la città di Mosul dove i jihadisti dell'Isis stupravano e vendevano al mercato le ragazze yazide. E ricorda la sua visita alla nostra casa famiglia per vittime di tratta dove ascoltò le loro terribili storie si schiavitù nell'industria della prostituzione. «La donna anche oggi è umiliata, andiamo a quell’estremo: una di voi mi ha fatto vedere la lista dei prezzi delle donne (preparata dall’Isis che comprava le donne cristiane e yazide, ndr). Io non potevo credere. Le donne si vendono, le donne si schiavizzano.» Ha dichiarato il Santo Padre, e poi ha ricordato: «Anche nel centro di Roma il lavoro contro la tratta è un lavoro di ogni giorno. Nel Giubileo sono stato a visitare una delle tante case dell’Opera don Benzi. Ragazze riscattate, una con l’orecchio tagliato perché non aveva portato i soldi quel giorno, l’altra portata da Bratislava nel bagagliaio della macchina, schiava, rapita.»           A Baghdad volontari fra le persone con disabilità   La Comunità Papa Giovanni XXIII a Baghdad ha salutato l'arrivo in Iraq di  Papa Francesco (foto: Ansa), che ha percorso le polverose strade delle persecuzioni cristiane moderne. Risale al 2014 la tragica avanzata dell'Isis, che dal Nord dell'Iraq avanzava travolgendo tutte le comunità religiose e provocando decine di migliaia di sfollati.   #FOTOGALLERY:iraq#   «Ora la parte più a Nord del Paese è la più sicura, e potrà accogliere il Papa a braccia aperte — hanno spiegato i volontari dell'Associazione di Don Benzi — mentre a Baghdad, dove siamo presenti dal 2015 nonostante i ripetuti attentati, vige un coprifuoco serrato». La firma all'appello per il dialogo interreligioso   L'ha spiegato sull'agenzia Acistampa Stefano: «La comunità Papa Giovanni XXIII accoglierà il Papa Francesco con quel desiderio di vedere che l’incontro del Santo Padre con le Istituzioni politiche e religiose generi nei cuori di chi ha in mano le sorti del paese, un sentimento di Fraternità volto alla Giustizia e a creare un paese dove le tante ed enormi diversità, etniche, religiose e culturali non siano un ostacolo all’unità ma siamo colori differenti di uno stesso arcobaleno di pace».   Ad attendere il Papa a Baghdad sono state dunque solo le delegazioni ufficiali. La Comunità è fra i firmatari, insieme ai rappresentati di tutte le religioni, di una lettera al pontefice (leggila su Agenzia Press) in cui si auspica la costruzione di una fraternità universale, e un incontro fra le fedi religiose che possa ripartire dal tema comune dell'amore ai fratelli.   «Viviamo un rispetto reciproco tra le diverse religioni, tra  musulmani e cristiani. Il tema della fratellanza qui è davvero molto  valido e quindi da sviluppare, da incoraggiare, da portare avanti», è il racconto di Claudio, volontario a Baghdad, trasmesso da Radio Vaticana e rilanciato da vaticanews.   Benvenuto Papa Francesco!
APG23
03/03/2021
Corridoi umanitari: Nico ce l’ha fatta
Verrà accolto in una casa famiglia del Trentino Alto Adige il ragazzino minorenne fuggito da solo dall'Afghanistan, e la cui storia pareva doversi concludere fra i reticolati di un campo profughi sull'isola greca di Lesbo. Grazie all'attivazione dei Corridoi Umanitari, che stanno permettendo ad alcuni gruppi di persone migranti di regolarizzarsi in Europa, Nico (il nome è di fantasia) è potuto arrivare nei giorni scorsi a Roma. Da qui verrà accompagnato dai suoi "nuovi genitori", Antonio e Sonia. Fra le altre persone accolte con i corridoi umanitari, ci saranno anche due fratelli, che resteranno ad abitare a Roma. 15 anni lui, ha rinunciato ad un ricollocamento in Germania per non doversi separare dalla sorella più grande, che diventerà la sua tutrice.   A darle la notizia è stato il quotidiano Avvenire, che durante l'anno scorso non ha mai mancato un appuntamento nel seguire la vicenda del giovane. L'odissea di Nico è anche raccontata sul web-magazine semprenews.it. Reportage da Lesbo: segui la  diretta La Comunità Papa Giovanni XXIII domani 4 marzo 2021 racconterà in diretta la difficile realtà in cui riversano migliaia di persone sull'isola di Lesbo, sulla quale è presente. Queste le toccanti parole di Nico l'anno scorso, quando era costretto a rimanere nei campi profughi nonostante la disponibilità della Comunità Papa Giovanni XXIII ad accoglierlo: «Quando arrivai qui a Lesbo, ero solo e avevo paura. Ora sono di nuovo qui, a Lesbo, ma non ho più paura perché non sono solo. Ci siete voi»! Nico in quel momento aveva 16 anni ed era già stato accolto per un anno nella casa famiglia della Papa Giovanni XXIII ad Atene, ma poi riportato con l'inganno sull'isola greca, come aveva raccontato Avvenire in un articolo di prima pagina dedicato alla sua storia. Fra i ricordi di Nico: il devastante incendio di Lesbo La presenza in Grecia della Comunità Papa Giovanni XXIII, dopo aver lanciato a più riprese l'allarme per le condizioni inumane in cui erano rinchiuse migliaia di persone in transito sull'isola di Lesbo, a settembre 2020 ha ricevuto dai migranti in fuga questo filmato. Un devastante incendio nella notte fra il 9 e il 10 settembre 2020 aveva distrutto il principale campo profughi sull'isola, nel quale Nico aveva soggiornato.  
APG23
02/03/2021
La Casa Famiglia di Tolentino torna ad accogliere
Finalmente è arrivato questo momento. Abbiamo temuto di non vederlo arrivare per tanto tempo. Oggi la Casa Famiglia "Nostra Signora della Pace" di Tolentino ha riaperto le sue porte: è tornata ad accogliere nuove persone, in una nuova casa, ma con lo stesso amore e spirito di condivisione di sempre. Tutto è cominciato nel 2016, quando il terremoto ha scosso il Centro Italia e danneggiato, tra le tante, anche questa Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. L’edificio non era più sicuro e così papà Valentino, mamma Roberta e i loro figli, naturali e accolti, sono stati costretti a lasciarlo e a trasferirsi in un appartamento offerto dalla Diocesi di Macerata, lontano 30 km da Tolentino. Sono passati diversi mesi e la famiglia ha dovuto superare tanti ostacoli, tanti dolori, come la perdita di Giacomo, il nonnino di casa spentosi nel novembre del 2019 dopo tanti anni trascorsi in loro compagnia. Poi il lungo iter burocratico per poter acquistare il terreno e iniziare a costruire la nuova casa, seguito dall’arrivo della pandemia che ha fermato tutte le attività, anche i lavori di costruzione. Ma, come in tutte le cose, l’importante è restare uniti, non perdersi d’animo, non perdere mai la speranza: questo si sono ripetuti per tutto questo tempo Valentino, Roberta e i loro figli, fino al 23 dicembre 2020. Una data indimenticabile che li ha visti entrare nella nuova casa, costruita grazie al sostegno ricevuto da tantissimi sostenitori, amici e persone vicine alla Comunità. Una casa dove, tutti insieme, hanno potuto trascorrere un Natale pieno di serenità, gioia e tanta emozione. A metà febbraio, poi, le porte si sono aperte anche alle nuove accoglienze: i primi arrivati sono un bimbo piccolo e una signora di 83 anni, entrambi avvolti nel calore di questa grande famiglia speciale. Questo è ciò che accadrà anche a tutte le persone che, da ora in poi, verranno accolte in questo nuovo luogo del cuore. Per conoscere la storia di questa Casa Famiglia: Leggi l’articolo del Corriere della Sera Visita il Diario della Casa Famiglia “Nostra Signora della Pace”
APG23
25/02/2021
Schiave cinesi: la prostituzione invisibile
La nostra operatrice Irene Ciambezi spiega a Le Iene come funziona la prostituzione nei centri massaggi. «I clienti erano tutti italiani — dice una vittima piangendo —. Venivano dalle 8 a mezzanotte. Anche 10 al giorno». Vedi il servivizio completo  
APG23
24/02/2021
Covid e carcere: il webinar
Covid-19 e carcere: una emergenza nell’emergenza. Mentre le varianti del coronavirus mettono a dura prova il piano di contenimento e di cura della pandemia, oltre 53 mila persone vivono rinchiuse nelle carceri italiane in condizioni di promiscuità: un rischio enorme per loro, per i familiari, per il personale che lavora negli istituti penitenziari.    Nell’ottica proposta dal neo-presidente del Consiglio Mario Draghi di «trasformare la crisi della pandemia in opportunità», la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato per giovedì 25 febbraio alle ore 10:30  un seminario dal tema  Carcere, Covid-19 e Comunità  che potrà essere seguito sulla pagina Facebook della Papa Giovanni o sul sito  www.apg23.org/it/lifeapg23tv/   L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, è «cogliere gli  elementi di crisi del sistema attuale  e offrire valide  proposte alternative  da sottoporre al nuovo Governo».   Il confronto prevede gli interventi di  Riccardo Turrini Vita,  Direttore Generale della formazione, Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria;  Giovanni Paolo Ramonda,  Presidente Comunità Papa Giovanni XXIII;  Patrizio Gonnella,  Presidente Associazione Antigone;  Alfredo Bazoli,  Deputato della Commissione giustizia;  Marcello Marighelli,  Garante dell'Emilia Romagna delle persone private della libertà personale;  Bartolomeo Barberis,  Responsabile Comunità Terapeutiche della Giovanni XXIII. Al termine un “question time” con il giornalista di Avvenire  Pino Ciociola.  Il nuovo libro di Giorgio Pieri Nel corso dell’incontro  Giorgio Pieri, autore del libro  Carcere, l’alternativa è possibile   (Sempre Editore, in libreria dal 18 febbraio) porterà una testimonianza sul funzionamento delle Comunità Educanti con i Carcerati (CEC).    «Il carcere attuale è superato — sottolinea Pieri —. Oltre a essere pericoloso per la pandemia, non funziona nel suo scopo rieducativo dato che ogni 1000 persone che terminano la pena, in media 750 tornano a commettere reati spesso peggiori. Nelle comunità invece i delinquenti si pentono davvero e quando escono, tranne una minoranza che non supera il 15%, sono persone nuove, non più un problema ma una risorsa per la società».   E denuncia: «Per affrontare l’emergenza Covid, lo stato è disposto a finanziare l’accoglienza in comunità. E’ una bellissima notizia. Purtroppo pur avendo molte associazioni dato la propria disponibilità, molte comunità restano vuote;sono stati occupati meno di un quarto dei posti disponibili». Anche di questo si occuperà il webinar.
APG23
23/02/2021
Oscar, papà  di casa famiglia e infermiere contro il Covid
Un anno fa Oscar era al lavoro come ogni giorno. Ma non era un giorno come gli altri. Poco prima della fine del suo turno arrivò la notizia che ha dato inizio alla situazione in cui ancora oggi stiamo vivendo:il famigerato virus era arrivato in Italia. Il turno quel giorno durò 56 ore. "Fu come una valanga" ricorda Oscar.       Oscar, infermiere di professione, lavora all’ospedale di Codogno, la prima città italiana ad affrontare l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. Ma Oscar è anche il papà di una delle nostre Case Famiglia. Per continuare a lavorare capì che doveva proteggere i suoi cari. Iniziò a dormire nel ripostiglio, adibito a cameretta di fortuna, a mangiare distante da tutti. Lasciava scarpe e vestiti in cortile, si lavava con attenzione meticolosa. Per mesi i suoi figli e sua moglie Daniela hanno dovuto fare i conti con la sua presenza “a distanza”. Oggi le precauzioni sono divenute una routine. La parola chiave secondo Oscar è l'amore che "ti porta ad avere cura dei tuoi cari, ad essere attento e a rispettare le regole".    
APG23
19/02/2021
Don Oreste Benzi torna Sulla Via di Damasco
Lo scorso 14 Febbraio, domenica di San Valentino, la trasmissione di Rai 2 Sulla Via di Damasco ha voluto celebrare la festa degli innamorati raccontando la rivoluzione d’amore di don Oreste Benzi. Un grande apostolo della carità, follemente innamorato di Dio, che si è fatto carico di tante sofferenze umane.   «Questa è la Chiesa della Resurrezione, questa è la mia Chiesa. - spiega don Benzi in un raro filmato -Qui conserviamo il Pane della Vita, Cristo. Qui, a notte inoltrata partiamo per andare a cercare coloro che sono schiavizzate con lo sfruttamento della prostituzione».         All’interno del programma Giovanni Paolo Ramonda, primo successore di Don Benzi e Presidente della Comunità Papa Giovanni XXII è stato intervistato da Eva Crosetta. «Ancora oggi, - ha detto Ramonda - dopo oltre 50 anni, le nostre case famiglia accolgono bimbi, sofferenti, che ritrovano un papà e una mamma, dei fratelli, per vivere una vita reale e di bellezza». Anche lui, con la moglie Tiziana, ha una numerosa casa famiglia.    Dalla Capanna di Betlemme di Chieti, un altro esempio dello stile di accoglienza ideato da don Benzi. «Qui accogliamo chi non ha più nessuno. - ha spiegato Luca Fortunato - Accogliamo innanzitutto persone senza dimora che oggi purtroppo sono per l’80% di nazionalità italiana. Don Benzi diceva di incontrare sempre tutti, perché da quell’incontro può sempre nascere qualcosa».
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