APG23
02/12/2021
La Fondazione Banco di Napoli nell’anno 2020/2021 ha finanziato un progetto a supporto delle attività ordinarie della Capanna di Betlemme della Comunità Papa Giovanni XXIII “Maria Stella del Mattino” di Chieti, struttura per persone senza fissa dimora alle quali viene offerto un percorso completo di integrazione, che va dal contatto nei luoghi del disagio e la conseguente presa in carico, fino all’accoglienza e alla creazione di percorsi individualizzati volti all’autonomia e all’integrazione lavorativa.
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Grazie al progetto “Integr-AZIONE” sono stati attivati nuovi percorsi individualizzati, costituiti da una serie di laboratori creativi scelti in base alle capacità e alle caratteristiche dei beneficiari che frequentano o vivono presso la Capanna di Betlemme al fine di rafforzare e valorizzare le capacità e le potenzialità di oltre 80 persone che presentano problemi di molteplice natura (senza fissa dimora, donne provenienti dal racket della prostituzione, persone con disabilità psico-fisica e persone con problemi di dipendenze o disagio generico) favorendo la creazione di relazioni umane tra gli utenti e i volontari e operatori della struttura.
APG23
30/11/2021
Al fianco delle famiglie, nella giornata internazionale delle persone disabili, favorendo i percorsi per l'inclusione dei nuclei familiari nelle realtà sociali: con questa intenzione la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza, il 3 dicembre alle ore 10, l'evento online:
L'ex Deputato e giornalista Andrea Sarubbi introdurrà l'evento a cui parteciperanno il Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda, Luca Russo, papà della casa famiglia Fuori le Mura di Assisi, Silvia Colledan, pedagogista, in rappresentanza delle cooperative sociali dell'associazione di Don Benzi.
Arricchiranno il confronto la testimonianza di Sara, giovane volontaria in servizio civile; 5 video-storie in cui verrà data voce alle famiglie di persone con disabilità. Temi dei filmati saranno l'accoglienza, l'accompagnamento, il sostegno, le autonomie.
L'evento, sottotitolato e tradotto in Lis, Lingua italiana dei Segni, è realizzato con il contributo del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri; si propone di accompagnare il percorso Dall’inclusione all’appartenenza della Pastorale delle persone con disabilità della CEI.
Spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII:
«Come sostiene l'Equipe europea di catechesi, la nascita di un figlio disabile in una famiglia può portare a fenomeni significativi di stress, ansia e depressione, che sono correlati per lo più ai comportamenti sociali ed emozionali del bambino piuttosto che alle caratteristiche proprie del genitore. La modalità attraverso la quale la famiglia affronta l'esperienza della disabilità influirà notevolmente sullo sviluppo futuro del figlio. Ecco perché dobbiamo rafforzare a tutti i livelli le reti a supporto delle famiglie».
Sarà possibile seguire la diretta sul sito, sulla pagina Facebook e sul canale youtube della Comunità Papa Giovanni XXIII.
APG23
23/11/2021
Organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana, in data 20/11/21 si è tenuto a Roma presso l’Hotel Carpegna Palace, il Seminario nazionale per la pastorale delle persone con disabilità. Sono state invitate diverse Associazioni italiane, tra cui l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, aprendo così il dialogo sinodale in merito al desiderio di un cammino di fede nella Chiesa italiana delle persone sorde. Erano collegate in via telematica molte persone sorde e operatori pastorali a livello nazionale. Con l’aiuto della tecnologia, il seminario è stato interamente accessibile grazie ad interpreti in lingua dei segni, sottotitoli con sistema closed caption. Il programma comprendeva una intensa giornata di lavoro, dalle 9.00 alle 16. Si è aperto con un incontro reciproco e di conoscenza, approdando ai primi passi per rendere il cammino proficuo.
Nella prima parte della mattina è intervenuta Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con Disabilità, con il tema “Dall’inclusione all’appartenenza”. Ognuno ha condiviso le proprie realtà, punti di vista, criticità e prospettive. Durante l’incontro sono intervenuti: Monsignor Roberto Malpelo, Sottosegretario della CEI; Raffaele Cagnazzo, Presidente Nazionale dell’ENS, operatori pastorali sordi e udenti, laici e religiosi. Il contributo della giornata è stato frutto di un lavoro in sinergia che guarda al futuro, in una dimensione sinodale, per una nuova evangelizzazione in una comunità generativa. Ci rammenta Monsignor Malpelo: Gesù dona alla comunità cristiana la sfida di una partecipazione attiva, ricordandoci di “sporcarci le mani” come diceva Don Milani.
Ma è necessario guardare la realtà che ci permette di uscire da noi stessi, è così che la realtà cambia: così noi cambiamo e ci convertiamo lavorando sui pregiudizi e guardando ad ogni persona nel suo complesso, prendendo in considerazione le capacità e andando oltre i propri limiti. Il Vangelo ci dice che le prime comunità cristiane si riconoscevano da come si amavano. Noi, attraverso il Battesimo, riceviamo ognuno un dono specifico. Nella misura in cui siamo capaci di mantenerci in ginocchio, come ci ricordava il nostro caro Don Oreste Benzi, e in sintonia con il Signore, possiamo farci prossimi ai nostri fratelli, fasciando le ferite e versando dell’olio anche a chi è difficile da accompagnare. Vivere da veri credenti, facendosi carico delle fragilità, aiuta a rendere la Chiesa credibile, non limitandosi a dare soluzioni con delle semplici frasi spot del tipo “Baci Perugina”.
Occorre un linguaggio prossimo alle persone, saper ascoltare le domande e le richieste, una buona pratica oggigiorno un po’ trascurata: l’ascolto. Occorre una pastorale che non deleghi, che non abbia paura di condividere, perché se non condivide non si modifica, non genera cambiamento, in un’ottica di reciprocità. Non c’è chi cura o chi è curato, non c’è più chi salva e chi è salvato, ma c’è un dare e un ricevere, in uno scambio generativo. Occorre lasciare l’abito vecchio e indossare l’abito nuovo. La pandemia ci insegna che dobbiamo tornare alla prossimità, che dobbiamo passare dall’io al noi, con un linguaggio d’amore.
La lingua dei segni ne è esempio: in qualche parrocchia si sta facendo il segno della pace in lingua dei segni per le regole di distanziamento. Quindi la lingua dei segni ci insegna che abbattere le barriere è possibile. Dobbiamo tornare all’incontro, all’ascolto, che ci porta al discernimento e ad un’azione concreta, così la pace e la giustizia e la gioia dello Spirito Santo potranno essere tangibili, uscendo dalla logica della pretesa, delle aspettative, accettando l’altro, soprattutto chi è considerato diverso. Questa la mia provocazione.
APG23
22/11/2021
«La prostituzione corrompe una società intera. Se si continua ad essere liberi di acquistare il corpo femminile e usarlo a piacimento, abusandone come fosse un giocattolo, allora non ci sarà mai nessuna parità di genere. E non potranno mai diminuire le numerose forme di violenza, legittimate da una cultura del dominio e del possesso. I casi di femminicidio lo dimostrano»
Su queste parole del Presidente Giovanni Paolo Ramonda la Comunità Papa Giovanni XXIII, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, lancia il percorso artistico e culturale per sensibilizzare sul tema dello sfruttamento sessuale. È un'azione avviata dal fondatore della Comunità, Don Oreste Benzi, che parte dal presupposto: «nessuna donna nasce prostituta».
Su Rimini il progetto trova centro nell'educazione dei ragazzi: la proposta già rivolta agli Istituti scolastici superiori comprende percorsi con seminari, assemblee di istituto e di classe, laboratori di approfondimento.
Interverranno nelle scuole formatori esperti sul tema, giornalisti, donne che hanno vissuto l'esperienza di violenza sulla propria pelle e che porteranno ai giovani una testimonianza diretta.
RIMINI - Il 24 novembre alle ore 21, al Teatro degli atti di Rimini andrà in scena la prima di "Nemmeno con un fiore. Il prezzo dell'amore", lo spettacolo ispirato alla storia vera di una vittima di tratta e di femminicidio.
RAVENNA - Il 26 novembre alle 20.30 si terrà la prima replica al Teatro San Giuseppe, Faenza.
CUNEO - Il 28 novembre alle 16.30 lo spettacolo andrà in scena nel Teatro Toselli di Cuneo.
Tutti gli eventi sono a prenotazione obbligatoria.
LO SPETTACOLO TEATRALE - La pièce teatrale si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto: l’uccisione a Modena di una di una giovane donna sfruttata sui marciapiedi della Via Emilia per mano di un cliente, il cui corpo è stato poi abbandonato sui binari della stazione.
Lo spettacolo mette a confronto varie figure al femminile coinvolte in qualche modo nel fenomeno della prostituzione. È un racconto a più voci che fa emergere tutta la complessità del fenomeno della violenza di genere e che fa riflettere sulla mercificazione del corpo e sul significato dell’amore.
La regia dello spettacolo è di Emanuela Frisoni e di Rosa Morelli; è scritto da Emanuela Frisoni con il contributo della giornalista Giovanna Greco. Le attrici sono: Barbara Abbondanza, Patrizia Bollini, Giorgia Guerra; partecipano le voci maschili di: Giorgio Borghetti, Giorgio Colangeli, Giulio Cristini, Giorgio Marchesi, Francesco Montanari.
«Abbiamo voluto andare oltre al fatto di cronaca e indagare la quotidianità dei personaggi, direttamente e indirettamente coinvolti nella prostituzione — spiega Emanuela Frisoni —. Dietro all’immagine di corpi svelati, trasgressioni e violenze ci sono spesso storie di solitudini e domande di significato che riguardano tutti noi, nessuno escluso».
I FEMMINICIDI - In occasione del 25 novembre, la Comunità di don Benzi farà memoria anche di giovani donne incontrate dalle Unità di Strada in 10 città italiane e uccise, nella gran parte dei casi, per mano dei loro clienti o sfruttatori. ​​​​
VERONA - Venerdì 26 novembre, alle ore 21 a Verona, sulla Strada Bresciana, 79 in Località Bassone, i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII ricorderanno l'uccisione avvenuta nel 2014 di Venetita Niacsu; un omicidio compiuto da un cliente che non è mai stato identificato.
BOLOGNA - Lunedì 29 Novembre 2021 alle ore 20.30 a Bologna in Via delle Serre, (rotonda del Camionista), volontari dell'Associazione Albero di Cirene, della Comunità Papa Giovanni XXIII e di altre realtà del territorio si ritroveranno nel luogo dove è stata uccisa nel 2009 Christina Ionela Tepuru, vittima di tratta.
L​​​​'associazione di don Benzi promuove la campagna di sensibilizzazione Questo è il mio corpo per accrescere la consapevolezza che la prostituzione costituisce una violazione dei diritti della donna e una minaccia alla sua promozione sociale. La campagna chiede anche in Italia una legge che riconosca la responsabilità dei clienti, in linea con quella di Francia, Norvegia, Svezia, Islanda, Irlanda e Irlanda del nord.
APG23
04/11/2021
Giovedì 4 novembre in Vaticano sono stati presentati i risultati degli interventi realizzati dalle associazioni per la protezione dei minori. A partire dalle ore 9:30, presso la sala San Pio X, in via Conciliazione 5, si tiene il convegno “Promuovere child safeguarding al tempo del Covid 19 e oltre”.
Di alto profilo gli interventi all'evento: «A causa della pandemia del Covid-19 bambini e ragazzi si sono trovati molto più esposti ai rischi dovuti all'uso del telefonino, di computer e tablet, con un aumento del 28% in Europa delle segnalazioni di casi di abuso online». È l'allarme lanciato dalla dottoressa Carla Garlatti, garante nazionale per l'infanzia e per l'adolescenza (leggilo su semprenews).
Ai partecipanti è giunto pure il saluto in video da Boston del cardinale Sean O’Malley, presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori. Come nella conferenza di Varsavia, il porporato è tornato sul concetto di “conversione pastorale”, importante – ha affermato - per rinnovare la Chiesa di fronte a questo scandalo: “Dobbiamo lavorare per il cambiamento in tutti gli aspetti della vita della Chiesa, combattendo l’abuso ovunque si sia verificato, indipendentemente dallo status o dall’ufficio della persona che ha commesso il crimine” (leggi la sintesi degli interventi su vaticanews)
Rivedi l'evento:
La lettera di saluto di Papa Francesco
Cari fratelli e sorelle!

Rivolgo il mio saluto a tutti voi che partecipate – in presenza e da remoto – al Convegno “Promuovere child safeguarding al tempo del Covid-19 e oltre”, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII con l’Azione Cattolica Italiana e il Centro Sportivo Italiano, in collaborazione con il Centro per la Vittimologia e la Sicurezza dell’Università di Bologna. Saluto con riconoscenza i Rappresentanti del Parlamento Europeo e di quello Italiano e di altre Istituzioni, in particolare della Polizia Postale. Come ebbi a dire nella Lettera al Popolo di Dio (20 agosto 2018), «guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi». Vi trovate oggi a riflettere insieme e a raccogliere i frutti di due anni di ascolto, ricerca e formazione. Questo lavoro è partito “dal basso”, come espressione della partecipazione attiva del popolo di Dio al cammino di conversione personale e comunitaria. Un cammino che come Chiesa siamo chiamati a compiere tutti insieme, sollecitati dal dolore e dalla vergogna per non essere stati sempre buoni custodi proteggendo i minori che ci venivano affidati nelle nostre attività educative e sociali.

Questo processo di conversione richiede con urgenza una rinnovata formazione di tutti coloro che rivestono responsabilità educative e operano in ambienti con minori, nella Chiesa, nella società, nella famiglia. Solo così, con un’azione sistematica di alleanza preventiva, sarà possibile sradicare la cultura di morte di cui è portatrice ogni forma di abuso, sessuale, di coscienza, di potere.
Se l’abuso è un atto di tradimento della fiducia, che condanna a morte chi lo subisce e genera crepe profonde nel contesto in cui avviene, la prevenzione dev’essere un percorso permanente di promozione di una sempre rinnovata e certa affidabilità verso la vita e il futuro, su cui i minori devono poter contare. E questo noi, come adulti, siamo chiamati a garantire loro, riscoprendo la vocazione di “artigiani dell’educare” e sforzandoci di esservi fedeli. Ciò significa
favorire l’espressione dei talenti di coloro che accompagniamo; rispettarne i tempi, la libertà e la dignità; contrastare con ogni mezzo le tentazioni del sedurre e dell’indurre, che solo in apparenza possono facilitare le relazioni con le giovani generazioni.

Guardo con fiducia e speranza, in particolare, ai molti giovani che si sono formati in questo vostro Progetto. Sono specialmente loro che ci chiedono un passo deciso di rinnovamento di fronte alle ferite degli abusi riscontrate nei loro coetanei. Mi viene in mente l’espressione di San Paolo VI: “giovani apostoli dei giovani” (cfr Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 72), e penso che possa trovare attuazione anche in questo senso, come vicinanza fraterna e solidale. Il contributo dei giovani, poi, sarà prezioso nel riconoscere le situazioni a rischio e nel richiamare con coraggio tutta la comunità alla sua responsabilità nella salvaguardia dei minori, a rivedere il modo di relazionarsi con le giovani generazioni, perché si torni ad assicurare loro la bellezza di incontrarsi, dialogare, giocare e sognare.
Agli adulti che hanno condiviso questo percorso con i giovani auguro di continuare a essere credibili, vale a dire responsabili nella cura e coerenti nella testimonianza. Possano essere promotori e custodi di una rinnovata alleanza educativa tra le generazioni e tra i diversi contesti di crescita dei minori, capaci di stimolare tra loro una connessione generativa e tutelante, soprattutto in questo tempo complesso di pandemia.

Come associazioni laicali, infine, vi esorto a perseverare in questa azione di formazione alla corresponsabilità, al dialogo e alla trasparenza. La tutela dei minori sia sempre più concretamente una priorità ordinaria nell’azione educativa della Chiesa; sia promozione di un servizio aperto, affidabile e autorevole, in contrasto fermo ad ogni forma di dominio, di sfregio dell’intimità e di silenzio complice.

Cari fratelli e sorelle, vi auguro un fruttuoso convegno, che sia base solida per proseguire insieme il servizio ai bambini e ai ragazzi, alle famiglie e all’intera comunità ecclesiale e civile. Vi assicuro la mia preghiera e di cuore vi benedico.

Roma, San Giovanni in Laterano, 21 ottobre 2021
Il Programma
Aprono i lavori le relazioni della dott.ssa Alessandra Campo, centro di formazione a livello internazionale nel campo della child safeguarding e la dott.ssa Carla Garlatti, garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, con alle spalle una lunga esperienza nel campo del diritto di famiglia e della tutela dei minori.
Segue un confronto a più voci tra i rappresentanti delle istituzioni ecclesiali, il Cardinale Sean O'Malley ed il Vescovo Lorenzo Ghizzoni che intervengono in streaming, e le istituzioni civili e di sicurezza con la presenza di Caterina Chinnici, europarlamentare e coordinatrice inter-gruppo europeo diritti dei minori, e la dott.ssa Annalisa Lillini, dirigente della Polizia postale del servizio nazionale di contrasto alla pedopornografia.
Nel corso della mattina viene presentata la ricerca che ha accompagnato il progetto, mediante l’attività di valutazione sui partecipanti condotta con strumenti elaborati ad hoc da un team multidisciplinare di esperti in campo economico-statistico, sociologico, pedagogico e psicologico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza.
Nel pomeriggio i lavori proseguono con una tavola rotonda in cui si illustreranno i percorsi intrapresi all’interno dei quattro enti partners del Progetto, dando voce ai partecipanti e con l’intervento di esperti di lunga esperienza nella cura delle vittime degli abusi e nella prevenzione, come don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter.
È possibile seguire il convegno in diretta streaming sul sito www.progettosafe.eu
Nel rapporto finale della ricerca si afferma che “la ricerca svolta evidenzia che superare i tabù che per troppo tempo hanno portato a negare o a trascurare i temi più scottanti della relazione educativa o che comunque può instaurarsi tra adulti e minori è condizione imprescindibile per garantire a bambini e bambine, ragazzi e ragazze rispetto e cura.”
«Mio padre ucciso dalla mafia era preoccupato per l'uso di droghe dai giovani. Diceva che serviva mobilitazione delle coscienze di tutti noi; anche oggi per tutelare bambini da violenze siamo tutti chiamati alla mobilitazione delle coscienze».
@CaterinaChinnic #ProgettoSafe pic.twitter.com/7Ga04DogQL
— Comunità Papa Giov23 (@apg23_org) November 4, 2021
L'evento è organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica, Centro Sportivo Italiano e Università di Bologna a conclusione del progetto “Safe - Educare e Accogliere in ambienti sicuri”, co-finanziato dall’Unione Europea. Attraverso il progetto SAFE sono state formate 1184 persone, in 27 province di 13 regioni italiane, appartenenti ad organizzazioni religiose che hanno rapporti regolari con più di 46.300 bambini.
APG23
29/10/2021
Il 2 novembre la Comunità Papa Giovanni XXIII si stringe attorno alla memoria del suo fondatore don Oreste Benzi nell’anniversario della sua salita al Cielo. Lo ricordiamo con sentimento di profonda gratitudine per lo slancio d’amore verso gli ultimi del mondo che ci ha lasciato in eredità e per la sua fede incondizionata nella Provvidenza e in Gesù.
Uniti, da più parti del mondo, vogliamo celebrare il ricordo di don Oreste con momenti di preghiera e condivisione organizzati dalla sua grande famiglia, la Comunità. Sono occasioni per unirci nel ricordo del sacerdote “dalla tonaca lisa”, come veniva chiamato, che ha dedicato la sua intera esistenza agli esclusi e che ha rivoluzionato le nostre vite indicandoci l’unica via da seguire: il Vangelo.
Domenica 31 Ottobre, durante la Santa Messa delle ore 11.00 celebrata dalla Grotta delle apparizioni di Lourdes, ricordiamo Don Oreste. Sarà possibile seguire la diretta streaming sul canale ufficiale del Santuario.
Anche a Rimini, il 2 novembre alle ore 20.30, si tiene la Santa Messa in sua memoria, celebrata da Mons. Francesco Lambiasi, vescovo della città. La funzione, presso la Chiesa della Resurrezione, alla Grotta Rossa di Rimini, è trasmessa anche in diretta streaming da questo luogo simbolico per la storia della Comunità, in cui don Oreste fu parroco per oltre quarant'anni.
Martedì 2 novembre alle 20.30 si potrà assistere alla Celebrazione direttamente qui:
Quest’anno l’anniversario arriva a pochi giorni dalla celebrazione con cui Sandra Sabattini, discepola di don Oreste, è stata proclamata Beata, segnando un altro momento di unione e comunione per tutta la Comunità e per la Chiesa. “Sandra viveva tesa verso l’infinito, la luce, il mistero, l’amore, Dio. Non teneva la sua vita per se stessa”, disse di lei il servo di Dio don Oreste Benzi. Oggi, vorremmo chiedere, per intercessione del nostro amato don, di essere capaci di amare senza condizioni, di non tenere la nostra vita per noi stessi. Sappiamo che, nel farlo, saremo accompagnati da chi ha condiviso un pezzetto di cammino con noi, su questa terra.
Il 2 novembre è anche la giornata legata al ricordo dei nostri cari che non ci sono più. A loro ci lega un amore che non conosce limiti di spazio e di tempo. È un amore che rivive nei nostri gesti, intrisi di quella presenza che continua ad accompagnarci. In tanti ci chiedono di poter riversare questo amore su quanti sono in difficoltà, destinando una donazione alla Comunità Papa Giovanni XXIII in ricordo di una persona cara. Così facendo, danno una speranza di vita a bambini disabili, anziani soli, famiglie che vivono nella povertà. È un gesto che anche tu puoi scegliere di fare per commemorare i tuoi affetti e farli rivivere nella gioia che nasce dal dono.
APG23
26/10/2021
Oltre 1.200 persone hanno partecipato alla beatificazione di Sandra Sabattini, la giovane riminese di 22 anni, discepola di don Oreste, la “santa della porta accanto” come l’ha definita papa Francesco, la prima fidanzata beata della storia della Chiesa. Le persone si sono disposte tra Basilica Cattedrale, sagrato, cortile della Diocesi e via IV Novembre, in ottemperanza alle normative anti-Covid e in maniera molto responsabile. Molti i membri della comunità Papa Giovanni XXIII, a cui apparteneva Sandra è nella quale si era formata nella fede, provenienti anche da diverse regioni d'Italia. E ancora le parrocchie della Diocesi di Rimini, associazioni, movimenti, comunità religiose, associazioni di volontariato. Il prefetto di Rimini, il sindaco di Rimini, autorità civili e militari.
Rivedi quei momenti
La celebrazione si è aperta con la processione con in testa la Croce e la Parola di Dio. Il presidente, cardinale Marcello Semeraro, Prefetto Congregazione delle cause dei santi, era accompagnato dal Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi; il Vescovo di San Marino-Montefeltro mons. Andrea Turazzi; il Vescovo di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vado, mons. Vanni Tani; il Vescovo di Pesaro, mons. Piero Coccia; il Vescovo emerito di Ferrara-Comacchio, mons. Paolo Rabitti, il Vescovo di Forlì, mons. Livio Corazza; mons. Claudio Maria Celli, Prefetto emerito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali; sacerdoti, diaconi e accoliti.
Il Rito della Beatificazione si è aperto con la richiesta del Vescovo di Rimini di procedere alla beatificazione di Sandra, ed è proseguito con la lettura - da parte del postulatore della causa, padre - del profilo biografico della 22enne riminese. Il cardinale Semeraro ha successivamente proceduto alla lettura (in latino) della Lettera Apostolica con la quale Papa Francesco ha iscritto Sandra Sabattini nel numero dei Beati. Tutto il Duomo (e le zone adiacenti) si è alzato in piedi esplodendo in un applauso fragoroso, durato diversi minuti, accompagnato dal canto del coro composto da coristi della Papa Giovanni XXIII, Comunione e Liberazione, Rinnovamento nello Spirito e parrocchia di San Girolamo (dove ha vissuto gran parte della vita Sandra). Il cardinale Semeraro ha abbracciato il Vescovo Lambiasi e ha consegnato a lui, al postulatore padre Antonio Marrazzo e a Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della comunità Papa Giovanni XXIII, la Lettera Apostolica mentre il coro cantava il “Gloria”.
Il momento successivo è stato molto intenso e toccante: il miracolato per intercessione di Sandra, Stefano Vitali, ha portato processionalmente l'unico resto mortale di Sandra, un capello, conservato dal fidanzato Guido in una scatola di caramelle che la stessa Sandra aveva decorato. La reliquia è stata posta ai piedi dell'altare, insensata e venerata dal cardinale Semeraro, mentre a metri era stata svelata la grande immagine di Sandra sorridente. La prima lettura della Celebrazione eucaristica è stata letta da Mariangela Ramberti, non vedente, riminese. La seconda lettura è stata letta da Laila Lucci, biografa di Sandra Sabattini, mentre il vangelo è stato proclamato da Guido rossi, diacono e fidanzato di Sandra.
Nell’omelia, il card. Semeraro ha posto l’accento sull’amare, portare la sofferenza dell’altro. E per farlo ha esordito con un brano de I racconti dei chassidim narrati da Martin Buber, riguardante Moshe Löb di Sasow, uno dei primi rabbini della tradizione polacca. Dice: «Come bisogna amare gli uomini, l’ho imparato da un contadino. Questi sedeva in una méscita con altri contadini e beveva. Tacque a lungo come tutti gli altri, ma quando il cuore fu mosso dal vino, si rivolse al suo vicino dicendo: “Dimmi tu, mi ami, o non mi ami?”. Quello rispose: “Io ti amo molto”. Ma egli disse ancora: “Tu dici: io ti amo e non sai cosa mi affligge. Se tu mi amassi in verità, lo sapresti”. L’altro non seppe che rispondere, e anche il contadino che aveva fatto la domanda tacque come prima. Ma io compresi: questo è l’amore per gli uomini, sentire di che cosa hanno bisogno e portare la loro pena». Il card. Semeraro ha detto di aver esordito con questo racconto per due ragioni. “La prima è perché oggi, nella proclamazione della Parola di Dio, abbiamo ascoltato il meraviglioso Inno all’amore di san Paolo (cf. 1Cor 13,1-13). L’altra ragione sta nel fatto che in una esperienza analoga possiamo riconoscere anche il cammino spirituale percorso da Sandra Sabatini, la giovane che da oggi la Chiesa onora come beata”. L’Apostolo ha presentato alcune caratteristiche della carità, ben 15 per dircene la qualità; più del doppio dei colori che la scienza riconosce nell’arcobaleno e delle note nella scala musicale. “E Sandra, il linguaggio dell’amore – con i suoi colori e la sua musica – l’ha appreso molto bene. Sotto questo aspetto è stata un’autentica artista. È stata una santità, la sua, vissuta in tutti gli ambiti della propria vita, nell’aprirsi alla condivisione con gli ultimi, nel mettere al servizio di Dio tutta la sua giovane esistenza terrena, fatta di entusiasmo, semplicità e una grande fede”. “Leggendo le pagine del suo Diario – ha proseguito il card. Semeraro – ci è facile scoprire quanto, in Sandra, la carità sia stata creativa e concreta, attenta al dramma della povertà e considerata come strada verso la santità: «Povertà è povertà, e non è sufficiente fare il voto di povertà per essere poveri in spirito. Se veramente amo, come posso sopportare che un terzo dell’umanità muoia di fame, mentre io conservo la mia sicurezza e stabilità economica? Facendo così, sarò un buon cristiano, ma non certamente un santo ed oggi c’è inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi» (Diario, 4 marzo 1983)”. Come ha annotato il vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, “il desiderio di servire i poveri non scattava da una semplice spinta emotiva a fare beneficenza, ma scaturiva da una sorgente spirituale: l’amore di Dio. Man mano che il suo cuore si immergeva nel mare – senza fondo e senza sponde – dello sconfinato amore di Dio per i poveri, sperimentava che la vera soluzione di ogni problema è la risurrezione di Gesù, unica autentica proposta di liberazione”.
La preghiera dei fedeli sono state recitate dalle “amiche storiche di Sandra”, mentre la processione offertoriale è stata portata dal babbo Giuseppe e dal fratello Raffaele, poi Giovanni Paolo Ramonda e la cugina di Sandra, Enrica.
Pato Castillo, cileno di origine, sposato e oggi residente a San Marino, ha tradotto tutta la celebrazione nella lingua dei segni (Lis). Al termine, ha preso la parola il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, in primis per “esprimere l’unico sentimento che vibra nel cuore di tutti e ciascuno: grazie. Quella di oggi è una bella grazia che ricorderemo a lungo. Grazie allo Spirito Santo, grazie a Sandra e mentre ribadisco questo sentimento di gratitudine vorrei invitare tutti a sottoscrivere un impegno e una responsabilità al termine di questa giornata di festa: se non è imitazione, rischia di diventare bugiarda adulazione. Don Oreste Benzi diceva: Gesù non è venuto a portarci altre devozioni ma ad accendere una rivoluzione, di quell’unica violenza che va contro il peccato e l’egoismo. Gesù non cerca facchini sgobboni che si spremono per Lui, ma discepoli innamorati. Oggi celebriamo il primo frutto dell’opera e della testimonianza di don Oreste: Sandra Sabattini. Ci impegniamo non solo a parlare di Sandra, a parlare con Sandra ma a far parlare Sandra, che testimonia una vita bella, matura, pienamente umana”. E per finire, il Vescovo ha regalato una battuta: “Terminiamo come dice il Salmo 151, che non è nel salterio canonico ma in quello riminese: battiamo le mani”.
L’applauso che ne è scaturito è stato lungo e gioioso, degna conclusione di una giornata di festa per tutta la Chiesa, non solo riminese, per questa nuova figura, Sandra, che da oggi è annoverata nella schiera dei Beati. La memoria liturgica di Sandra è prevista il 4 maggio.
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APG23
20/10/2021
Papa Francesco, oggi all'Angelus, ha ricordato la beatificazione di Sandra Sabattini, che si tiene nel pomeriggio a Rimini. Il Pontefice l'ha ricordata come
"Ragazza gioiosa, animata da grande carità e preghiera quotidiana, che si dedicò con entusiasmo al servizio dei più deboli, nel solco del servo di Dio Don Oreste Benzi".
Pubblicato anche il podcast su Sandra. Anche su Spotify.
Ascolta "Beata Sandra Sabattini" su Spreaker.
Una Novena per Sandra
Dal 1 ottobre 2021 abbiamo pregato insieme la Novena alla Beata Sandra Sabattini, curata dalle Amiche di Sandra. Eccola, suddivisa in singole giornate. Vi invitiamo tutti a recitare con fede questa novena ovunque siate, sparsi nel mondo ma uniti in Cristo con i santi.
La prima giornata ha come tema la fede. Le tracce di preghiera sono disponibili fino al 30 ottobre.
Buona preghiera!
Scarica l'opuscolo a libretto (stampa fronte-retro)
Scarica l'opuscolo in A4 (a foglio intero)
Scarica le singole giornate della novena completa con le traduzioni in francese, portoghese, spagnolo
Sandra Sabattini Beata
Sandra Sabattini, giovane riminese, discepola di don Benzi, è stata beatificata domenica 24 ottobre 2021. La celebrazione eucaristica era presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi. La celebrazione era originariamente prevista per domenica 14 giugno 2020, poi sospesa a causa della pandemia. L’annuncio di Papa Francesco era arrivato con una lettera della Segreteria di Stato, firmata dall’arcivescovo Edgar Peña Parra, Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede.
Intanto è stato lanciato il sito ufficiale su Sandra Sabattini
La santa Fidanzata
Sandra è la prima fidanzata beata ammessa all’onore degli altari. Vi arriva dopo una causa durata 13 anni. La fase diocesana del processo, avviata nel 2006, si è chiusa il 6 dicembre 2008. Il 2 ottobre 2019 Papa Francesco ha promulgato il decreto riguardante la beatificazione di “Alessandra (Sandra) Sabattini, Laica”.
Nell’esprimere gioia piena per l’annuncio della celebrazione del Rito di Beatificazione, il Vescovo di Rimini dichiara “che la figura di Sandra può essere segnalata come icona credibile e attraente della santità della porta accanto, compresa da Papa Francesco come «la santità di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio»”. Per una siffatta santità, prosegue il Vescovo Francesco Lambiasi, “non occorrono esperienze eccezionali di impegno ascetico o di contemplazione mistica. Alla nostra cara Sandra è bastata la trama di una vita ordinaria, tessuta di fede viva, sostenuta da una preghiera intensa e diffusa. Una vita spesa nel lieto e fedele compimento del proprio dovere, punteggiata da piccoli gesti di un amore teso all’estremo, in una appassionata amicizia con Cristo «povero e servo», in un servizio generoso e infaticabile a favore dei poveri. Una volta incontrato Gesù personalmente, lei non ha più potuto fare a meno di amarlo, di puntare su di lui, di vivere per lui, nella Chiesa”.
La Comunità di don Benzi, Parte Attrice della causa di beatificazione, pienamente coinvolta nella preparazione dell’evento, esprime grande soddisfazione tramite il suo Presidente Giovanni Paolo Ramonda: «Sarà un momento di immensa gioia che condivideremo con i poveri delle missioni della Comunità Papa Giovanni XXIII nelle periferie del mondo. Lo vivremo con lo stesso entusiasmo, semplicità e fede di Sandra».
Qui le ultime notizie.
Nata a Riccione il 19 agosto 1961, Sandra Sabattini ha respirato la fede fin da piccola e ancor più quando, insieme ai genitori ed al fratellino, va a vivere nella canonica dello zio prete, don Giuseppe Bonini, a Misano Adriatico, e di seguito a Rimini, nella parrocchia di San Girolamo. A 12 anni incontra don Oreste Benzi e la comunità “Papa Giovanni XXIII”; due anni dopo già partecipa ad un soggiorno per adolescenti sulle Dolomiti con disabili gravi, dal quale ritorna con le idee chiare: “Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai”.
Sandra si spende nel servizio per i disabili e per i tossicodipendenti, e va a cercare i poveri di casa in casa. Nel 1980, dopo il diploma di maturità scientifica a Rimini, si iscrive alla Facoltà di Medicina all’Università di Bologna. Uno dei suoi sogni è di essere medico missionario in Africa. Fidanzata con Guido Rossi dall’agosto 1979, anch’egli membro della Papa Giovanni; insieme vivono una relazione improntata ad un amore tenero e casto, alla luce della Parola di Dio. Dirà Sandra: “Oggi c’è un’inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi”. Il 29 aprile 1984, ad Igea Marina, mentre si reca ad un incontro della Papa Giovanni, viene investita da una macchina, entra in coma e muore il 2 maggio successivo, a 22 anni.
È stato riconosciuto un miracolo dovuto alla intercessione della giovane riminese, e così la Venerabile verrà iscritta da Papa Francesco tra i beati: le persone a lei devote o la gente della diocesi di origine possono pregarla con fiducia e imitarla con frutto.
APG23
18/10/2021
«Non si contano i casi di donne ed adolescenti adescate e sfruttate nell'industria della prostituzione indoor in Europa, con strategie sempre nuove, da parte di trafficanti e sfruttatori; lo squilibrio di potere tra uomini e donne danneggia per lungo tempo, anche negli appartamenti e nelle camere d'albergo, la salute mentale delle donne. Interveniamo sulla domanda e sanzioniamo i clienti del sesso a pagamento, come già fanno diversi Paesi del Nord Europa», è il commento Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, alle testimonianze portate sabato al seminario nazionale Tra corpo e psiche: ferite visibili e invisibili dello sfruttamento sessuale . L'associazione di Don Benzi è impegnata dal 1996 al fianco delle vittime di tratta, ed è presente con 27 unità di strada in 12 regioni italiane. Ha promosso l'evento online insieme ai partner Differenza Donna e Fundacion de solidariad Amaranta, nell'ambito del progetto europeo MIRIAM, donne libere dalla violenza di genere.
Sulla stessa linea si è espressa la senatrice on. Maria Luisa Mantovani: «La regolamentazione della prostituzione in Germania ha aggravato il fenomeno della tratta». Fra gli interventi, quello di Liliam Altuntas, sopravvissuta all'industria del sesso tedesca: «La prostituzione è come la bomba atomica: entra dentro di te, esplode e la radiazione ti uccide piano piano. Dopo un rapporto, quando quegli uomini finivano, mi guardavo allo specchio. E non mi riconoscevo. Non vedevo realmente Liliam ma un oggetto. Ero spazzatura».
Poi quello della psicoterapeuta Ingeborg Kraus che l'ha aiutata e sostenuta nel superare i traumi subiti, e che ha riportato: «Fra il 50% e il 90% delle donne del mercato della prostituzione tedesco sono state abusate da bambine. Come effetto della regolamentazione della prostituzione il numero dei clienti tedeschi è cresciuto, così come la tratta delle donne, che si è trasformata nelle strategie e nelle modalità di adescamento».
Annaclaudia Servillo, del Dipartimento per le Pari Opportunità del che finanzia 21 progetti della rete nazionale antitratta, ha promesso nuove strategie riguardo allo sfruttamento sessuale: «Il nostro sforzo aumenterà sempre di più, soprattutto in questo periodo in cui la pandemia da Covid-19 sta aggravando il problema, anche online. Il fenomeno si modifica molto più velocemente di quanto noi non riusciamo ad adattare le misure poste in essere. Proveremo a modificare l'assetto, se sarà necessario, con modalità nuove e diverse rispetto al passato».
A rappresentare la liberazione dalla condizione di sfruttamento, nella giornata di oggi, la Rete nazionale antitratta e il Numero verde nazionale antitratta promuovono la diffusione dell' hashtag #liberailtuosogno ( scarica la brochure ) .
APG23
11/10/2021
Si terrà a Carpi presso l'Auditorium Loria dal 14 al 16 ottobre il seminario “Viaggio nella salute mentale delle donne vittime di violenza. Esperienze di cura e storie migratorie a confronto” organizzato dalla Comunità Papa Giovani XXIII. Tra i numerosi relatori interverranno Anna Claudia Servillo del Dipartimento per le Pari Opportunità, Martina Taricco, psicologa della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giulia Fioravanti, psicologa di Differenza Donna, Josè Manuel Suárez, psicologo della Fundaciòn de Solidaridad Amaranta che supporta vittime di sfruttamento sessuale in Spagna.
Il 16 ottobre, verrà presentato, in visione speciale solo per gli iscritti, il cortometraggio Ballerina realizzato dal regista Kristian Gianfreda realizzato grazie al contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità e della Cisl.
“All’indomani della Giornata mondiale della Salute mentale abbiamo voluto sottolineare l’urgenza di sostenere le donne che vivono un disagio mentale, specie in questo tempo di pandemia, dopo aver subito una forma di violenza. Il 44,7% delle chiamate che abbiamo ricevuto nei primi mesi di quest'anno erano da parte di donne che hanno raccontato di aver subito una violenza domestica. Nel 44% erano donne in stato di gravidanza.” spiega Irene Ciambezi, operatrice antitratta della Comunità di don Benzi.
Nelle giornate del 14 e del 15 ottobre sarà possibile seguire il seminario in diretta sui canali www.facebook.com/questoeilmiocorpo e su www.apg23.org/it/lifeapg23tv/
Il seminario rientra all'interno del progetto “MIRIAM. Free Migrant Women from GBV, through identification and access to specialized support service”, co-finanziato dall'Unione Europea. Prevede un percorso formativo rivolto a psicologi, psichiatri, professioni sanitarie, operatori dei centri di accoglienza al fine di migliorare l'identificazione precoce delle vittime. Ad oggi sono stati formati oltre 300 operatori dei servizi a bassa soglia del terzo settore.
L'evento fa parte delle iniziative preparatorie al Festival della migrazione promosso annualmente in autunno da Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, da Associazione Porta Aperta di Modena e IntegriaMo per rappresentare la diversità, le sfumature e l'esperienza soggettiva all'interno della migrazione, partendo dal comune denominatore dell’appartenenza all'umanità.
Scarica il volantino
Iscrizione obbligatoria al seguente link: Programma evento
Per informazioni: progettomiriam@apg23.org
APG23
09/10/2021
La comunità Papa Giovanni XXIII esprime viva preoccupazione per il generale clima di crescente criminalizzazione della solidarietà. Le Ong che operano in mare per salvare vite vengono descritte, come già accaduto in passato, come organizzazioni criminali colluse con i trafficanti; coloro che nei vari territori europei si adoperano per assicurare accoglienza e integrazione vengono rappresentati come affaristi senza scrupoli che mirano ad arricchirsi, sfruttando l’emergenza profughi.
È in atto un’allarmante criminalizzazione di individui, comunità e gruppi che mostrano solidarietà ai migranti; sono diventati bersagli di campagne tossiche mirate a delegittimarne le attività e a negare la natura di aiuto umanitario dei loro atti.
Le testimonianze che giungono dai volontari della comunità Papa Giovanni XXIII che operano nei progetti di condivisione e tutela dei diritti umani nel campo profughi di Lesbo in Grecia, in quello di Tel Abbas in Libano, sulla rotta balcanica, ci parlano di vite interrotte, sospese, in attesa di poter attraversare un confine che in molti casi diventa irraggiungibile.
Nel rispetto del lavoro della magistratura, manifestiamo piena solidarietà a Mimmo Lucano per quanto realizzato nell’accoglienza e inclusione dei profughi.
APG23
08/10/2021
Lo scorso 13 settembre l’equipe APG23 di Ginevra ha portato la voce dell'Associazione alle Nazioni Unite per l’inizio del 48esimo Consiglio dei Diritti Umani. Questo appuntamento (che si ripresenta tre volte all’anno a marzo, giugno e settembre), è durato questa volta in maniera eccezionale ben quattro settimane e si è svolto completamente online. Il Consiglio è l’opportunità per gli Stati Membri e rappresentati della società civile di contribuire e segnalare temi e problematiche importanti riguardanti le violazioni di diritti umani nel mondo e nei singoli paesi. L’ APG23 ha la possibilità di portare la propria esperienza internazionale e non solo, da ogni campo e attività che svolge per e con gli ultimi, al fine di creare quella famiglia umana che non lascia indietro nessuno.
Sin dal 2009, la nostra associazione è impegnata nella rappresentanza alle Nazioni Unite con l’advocacy necessaria per portare nelle stanze delle massime decisioni i contributi e le raccomandazioni dai ben cinque continenti in cui siamo presenti. In questa edizione del Consiglio, la nostra equipe è intervenuta con ben nove interventi orali e cinque scritti denunciando le violazioni e reclamando i diritti di ben cinque ambiti fondamentali: il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per i popoli dei paesi in via di sviluppo, la lotta contro l’attuale e scandaloso l’apartheid dei vaccini contro il COVID-19 (Link), la tratta sessuale e vulnerabilità delle donne ridotte in schiavitù, le ineguaglianze accentuate dalla pandemia COVID-19, i diritti violati del popolo indigeno Mapuche in Chile, il diritto allo sviluppo e alla solidarietà internazionale.
L’azione di advocacy ha inoltre incluso la realizzazione di uno evento parallelo (side-event) online organizzato in collaborazione con Operazione Colomba, l’ONG COSPE e l’Associazione dei Giuristi Democratici. L’evento. Intitolato “Diritti umani nei territori palestinesi occupati. Vivere nella paura: abusi quotidiani e intimidazioni sulle colline del South Hebron” si è focalizzato sulla tematica dell’occupazione dei territori Palestinesi nella zona di South Hebron Hills dove i nostri volontari di Operazione Colomba sono presenti da molti anni. I relatori dell’evento sono stati due attivisti palestinesi Sameeha H. H. Huraini e Bahjat K. I. Alhelou, un ricercatore accademico Dr. Luigi Daniele e lo Special Rapporteur Michael Lynk per la questione Israele-Palestina.
L’APG23 continua a lavorare e battersi per la promozione di una cultura inclusiva, solidale e basata sull’equità. Il mezzo dell’ advocacy è fondamentale per far parlare le azioni in spazi dove le grandi decisioni e strategie politiche avvengono alle spalle degli ultimi e sono accessibili solo da alcuni.
In attesa delle decisioni sulle risoluzioni presentate dai vari Stati, ci si auspica una presa di posizione significativa della comunità internazionale verso un equilibrio mondiale che guardi e prenda azioni per tutti quei gruppi vulnerabili dimenticati nel mondo.
11 ottobre: il Social Forum 2021
Nel frattempo, abbiamo cominciato a prepararci per un altro evento importantissimo che ci ha visto sempre presenti attivamente da 12 anni: Il SOCIAL FORUM.
Infatti, dall’11 al 12 ottobre, si terrà il Social Forum 2021 col tema “Buone pratiche, storie di successo, lezioni apprese e sfide nella lotta contro la pandemia di COVID-19, con un'attenzione particolare alla cooperazione e alla solidarietà internazionali, e dal punto di vista dei diritti umani”.
Il Social Forum è uno fra i pochi eventi in cui tutte le organizzazioni della società civile, anche quelle non accreditate all’ECOSOC delle Nazioni Unite, possono partecipare e prenderne parte attiva in un dialogo costruttivo con gli stati membri e le organizzazioni internazionali a seconda del tema scelto dal Consiglio dei Diritti Umani di anno in anno.
Nello stabilire il tema e il fulcro della discussione per ciascun Forum, il Consiglio per i Diritti Umani sottolinea l'importanza di sforzi coordinati a livello nazionale, regionale e internazionale. Uno degli obiettivi chiave del Forum è promuovere la coesione sociale basata sui principi di giustizia sociale, equità e solidarietà, nonché affrontare la dimensione sociale e le sfide del processo di globalizzazione in corso. I dibattiti sono guidati da un presidente-relatore, nominato ogni anno dal Consiglio per i diritti umani tra i candidati nominati dai gruppi regionali. Questa persona è responsabile della conduzione delle discussioni.
Mara Rossi, la responsabile della delegazione Apg23 a Ginevra, è stata invitata dall’OHCHR (Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani), organizzatore dell’evento, a moderare il pannello che avrà per titolo “COVID-19, diritto allo sviluppo e diritti di solidarietà”.
L’APG23 farà interventi sul tema della salute e accesso ai vaccini, sulla migrazione, sulle malattie neglette, e sull’importanza del diritto allo sviluppo, la solidarietà internazionale e il diritto alla pace per combattere le ineguaglianze e l’estrema povertà nel mondo.