APG23
21/12/2022
«Non si possono dimenticare coloro che, pur essendo categorizzati come “occupabili”, non sono collocabili nel mondo del lavoro e per i quali il reddito di cittadinanza è una forma di sussistenza indispensabile contro la povertà. Auspichiamo che il Governo agisca per poterlo mantenere e migliorare: si tratta di una misura della quale oggi lo Stato Italiano non può fare a meno e che deve diventare uno strumento di lotta universale per il contrasto alla povertà». E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII in merito alle proposte di eliminare il sussidio economico per i percettori considerati occupabili.
«Se questa misura fosse cancellata tornerebbe alla povertà oltre un milione di famiglie. - continua Ramonda - Condividiamo il fatto che il RdC debba essere migliorato. Ma la povertà non si contrasta solo con una politica di interventi di natura economica. Le persone diventano “occupabili” non per categorizzazioni o con un corso di formazione, ma con l’accompagnamento sociale verso un’autonomia. Questo passaggio avviene con percorsi che le rendano protagoniste legando il RdC a serie politiche attive del lavoro, il che significa un passaggio graduale dei beneficiari della misura, con volontariato, tirocini e lavoro, nel rispetto delle capacità e delle potenzialità delle persone, privilegiando la clausola sociale negli appalti pubblici, riconoscendo il ruolo delle cooperative sociali che già oggi includono molte persone difficilmente occupabili. In questo modo il provvedimento si trasformerà in dignità ed inclusione dei beneficiari».
«Infine per svolgere tale azione è fondamentale un coinvolgimento degli enti locali con la presa in carico delle persone fragili che dovranno affrontare il percorso di avvicinamento al lavoro. - conclude Ramonda - Occorre una maggiore sinergia con gli Enti Locali ed è fondamentale che la misura sia gestita in stretta collaborazione con i servizi sociali del territorio, pensando anche a beneficiari di breve-medio periodo».
La Comunità Papa Giovanni XXIII, da sempre schierata in favore di coloro che soffrono e si trovano in condizioni di difficoltà, da diversi anni è al fianco di altre 35 organizzazioni sociali e civili che compongono “L’Alleanza contro la povertà in Italia” svolgendo l’opera di advocacy a favore delle persone in condizioni di povertà assoluta.
APG23
16/12/2022
Pubblicato il bando per la selezione di 71.550 giovani tra i 18 e i 28 anni che intendono diventare operatori volontari in progetti di servizio civile universale in Italia e all'Estero, con un impegno di 25 ore settimanali ed una durata variabile dagli 8 ai 12 mesi.
La scadenza per presentare la candidatura è alle ore 14 di venerdì 10 febbraio 2023.
Sono 296 in Italia i posti disponibili con la Comunità Papa Giovanni XXIII e 51 all'estero, distribuiti nei tanti paesi di destinazione: Albania, Bolivia, Brasile, Camerun, Cile, Francia, Germania, Kenya, Paesi Bassi, Romania, Sri Lanka, Svizzera, Thailandia e Zambia. In ciascun progetto, le attività dove i volontari in servizio civile si troveranno coinvolti vanno dall’assistenza a minori e disabili, al supporto a persone vittime di dipendenza o che vivono in strada, da attività di monitoraggio e denuncia di violazioni dei diritti umani alla condivisione della quotidianità con persone che stanno scontando una pena alternativa al carcere
I requisiti per accedere al bando
Possono partecipare al bando i giovani, senza distinzione di sesso, che al momento della presentazione della domanda hanno compiuto 18 anni e ne hanno meno di 29. E' richiesta la cittadinanza italiana o di paesi dell'Unione Europea. Per i cittadini extra-UE va dimostrato di soggiornare regolarmente in Italia. I candidati non devono aver riportato condanna, anche non definitiva, alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo oppure ad una pena, anche di entità inferiore, per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, oppure per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata.
Non possono presentare domanda i giovani che appartengono ai corpi militari e alle forze di polizia; abbiano già prestato o stiano prestando servizio civile nazionale o universale; abbiano interrotto il servizio prima della scadenza prevista; abbiano rapporto con l'ente che realizza il progetto, rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo, ovvero che abbiano avuto tali rapporti nell'anno precedente di durata superiore a tre mesi.
Altre requisiti andranno verificati direttamente nei testi dei progetti, che possono prevedere documentazioni aggiuntive o autocertificazioni per i posti con riserva per i Giovani con Minori Opportunità o per i progetti con Misure Europee.
Un Servizio retribuito
I giovani ricevono un contributo spese di 444,30 euro mensili. Nei progetti all'estero viene aggiunta una diaria giornaliera che va dai 13 ai 15 euro a seconda del Paese di destinazione.
Come presentare la candidatura
È possibile presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domande on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone, con SPID di livello di sicurezza 2 o, se sei cittadino europeo o extra-europeo regolarmente soggiornante, chiedendo le credenziali di accesso specifiche sulla piattaforma stessa. Le domande trasmesse con modalità diverse non saranno prese in considerazione. E' possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto ed un'unica sede.
Il servizio civile nella Comunità Papa Giovanni XXIII
È possibile svolgere servizio presso una delle numerose case famiglia della Giovanni XXIII a supporto di minori e persone con disabilità, presso le cooperative sociali, le comunità terapeutiche che accolgono persone vittime di dipendenze, le strutture per persone senza fissa dimora, per donne vittime di tratta e per carcerati che stanno scontando la pena in misura alternativa al carcere.
L’associazione presenta anche progetti che prevedono "misure aggiuntive UE". Cosa significa? Che candidandosi in 3 particolari progetti, per un totale di 14 posti, sarà possibile svolgere un periodo di servizio di 2 mesi in un paese Europeo, nel caso dell'associazione in Spagna, Portogallo e Croazia.
Per meglio orientare i giovani nella scelta del progetto l’associazione offre l’iniziativa “Porte aperte al Servizio Civile: prova tre giorni!”, un’opportunità per conoscere direttamente lo stile dell’ente e le progettualità. Per iscriversi è sufficiente compilare un modulo e si verrà ricontattati.
«Proprio ieri si è celebrata la Giornata Nazionale del Servizio Civile Universale - dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII – Non vogliamo soltanto fare qualcosa per i giovani, ma CON i giovani. In un momento storico caratterizzato da incertezza, guerra e timore, il servizio civile rimane un’opportunità unica per i giovani di diventare protagonisti di un forte cambiamento. Un'occasione per scoprirsi, per riappropriarsi della capacità di sognare, facendo qualcosa per sé stessi e per gli altri”
Per ricevere tutte le informazioni è possibile compilare il modulo attivato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
Sono anche disponibili il sito web serviziocivile.apg23.org, il numero Whatsapp 340.2241702, le mail odcpace@apg23.org per i progetti in Italia e caschibianchi@apg23.org per l'estero.
APG23
16/12/2022
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, la tratta di esseri umani è ancora una grave minaccia in Italia e in Europa.
Sabato 17 dicembre, nell'hotel Stella Maris di Rimini, in Viale Regina Margherita 18 fra le ore 10 e le ore 16, il prossimo appuntamento di formazione sulla tratta di esseri umani rivolto al personale socio-sanitario proposto dal progetto europeo Amelie.
L'iniziativa ha l’obiettivo di rafforzare le capacità degli operatori sanitari e degli assistenti sociali per favorire l’identificazione delle vittime, e per fornire un supporto per interventi inseriti in una prospettiva di genere, sensibile al trauma, con particolare attenzione rivolta alle donne.
Sono previsti workshop, casi studio e simulazioni.
Secondo i dati della Commissione Europea, che il 14 aprile 2021 ha adottato la nuova strategia per la lotta alla tratta di esseri umani, tra il 2017 e il 2018 sono state più di 14.000 le vittime di tratta registrate all'interno dell'Unione Europea. Ma il numero effettivo, contando il sommerso, potrebbe essere decisamente più alto. La maggior parte delle vittime sono donne e ragazze (72%); la maggior parte di loro viene trafficata a scopo di sfruttamento sessuale (60%). La violenza provoca gravi conseguenze sulla salute fisica e psicologica delle vittime.
Il progetto AMELIE è promosso da KMOP - Centro di Azione Sociale e Innovazione (Grecia), SOLWODI (Germania), Differenza Donna APS (Italia), PAYOKE (Belgio) e Comunità Papa Giovanni XXIII (Italia), ed è finanziato dal programma AMIF (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) dell'Unione Europea. Con il patrocinio del Comune di Rimini.
APG23
06/12/2022
La Scuderia di Piazza Giuseppe Verdi 2 a Bologna ospiterà venerdì 16 dicembre, dalle ore 17.30 alle 22.00, una serata dedicata ai 50 anni del servizio civile.
Durante il momento di festa per la ricorrenza verrano proposte testimonianze, dibattiti, proiezioni e musica dal vivo. Alcuni "libri viventi", persone con esperienza diretta nel campo, potranno essere consultati durante incontri personali e di gruppo all'interno del famoso locale bolognese. Verrà proiettato in prima visione il documentario "InCoscienza - 50 anni di obiezione e servizio civile" prodotto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Attivo durante tutto l’evento anche un infopoint sul bando di servizio civile.
La Legge n. 772 del 1972 riconobbe l’obiezione di coscienza al servizio militare, istituendo il Servizio Civile. Lo strumento consente un’esperienza di cittadinanza attiva in cui i giovani sono protagonisti di azioni di solidarietà e costruzione della pace.
L’evento InCOSCIENZA: 50 anni di obiezione per la pace è organizzato da Amici dei Popoli, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Cefa Onlus, Co.Pr.E.Sc. di Bologna, FISM Bologna, Ispettoria salesiana lombardo emiliana, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna.
Spiegano gli organizzatori: «L’iniziativa rappresenta un momento di festa ma anche di dibattito e confronto pubblico sul senso della difesa civile non armata e nonviolenta oggi, e sulle possibili vie di costruzione della pace attraverso il Servizio Civile Universale in Italia e all’estero. Sarà un’occasione per far conoscere i valori fondanti del Servizio Civile e le diverse occasioni offerte, attraverso la voce di operatori volontari, ex obiettori, attivisti e operatori di pace».
Vedi il sito ufficiale
Scarica il volantino e le grafiche
APG23
29/11/2022
Le persone con disabilità, in tema di affettività e di sessualità, rischiano di trovarsi vittime di tabù o di falsi pudori, cui non riescono a ribellarsi.
In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità la Comunità Papa Giovanni XXIII propone l'evento: Io valgo … Io amo… l’amore e l’affetto nelle persone con disabilità, che si svolgerà online lunedì 5 dicembre alle ore 10 con l'obiettivo di approfondire tematiche inerenti la vita quotidiana delle persone con disabilità cognitiva, fisica, psichica. Destinatari sono le famiglie, ma anche i gestori dei servizi legati al welfare, che spesso si trovano impreparati nel dare risposte alle domande di relazione e di vita affettiva delle persone con disabilità.
Come occuparsi di osservare, comprendere e canalizzare le normali richieste, pulsioni, tendenze sessuali?
L'evento affronterà il tema delle paure, delle incomprensioni, dei retaggi culturali da superare nel sostenere l’esperienza sessuale delle persone con disabilità. Verranno portate esperienza di fidanzamento, convivenza e matrimonio; la riflessione si allargherà al coinvolgimento delle figure genitoriali e dei servizi sociali territoriali.
Condotto dal giornalista Andrea Sarubbi, vedrà la presenza di:
Elisabetta Cimatti, psicoterapeuta, sessuologa
Laura Miola, influencer, racconta la sua storia personale di sposa e mamma
Oscar Miotti, psicoterapeuta
Cecilia Sorpilli, educatrice
Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII
Spiegano gli organizzatori: «Esempi virtuosi di servizi territoriali particolarmente attenti alla tematica mostrano come sia possibile nella disabilità, avvicinandosi con delicatezza ed intelligenza, aiutare per persone a vivere l’amore, l’affetto, la dolcezza del rapporto di coppia, e anche il matrimonio.
Falsi pudori o principi moralistici possono rivelarsi un limite per i caregiver, mentre l’esperienza di una sessualità fisica normale, a volte libera ed ingenua, può essere espressione della felicità».
L'evento sarà trasmesso in diretta streaming con traduzione in Lingua dei Sordi LIS sulla pagina Facebook della Comunità Papa Giovanni XXIII e sulla webtv del sito www.apg23.org.
In occasione della Giornata, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza eventi su tutto il territorio nazionale. Si segnalano gli appuntamenti nelle provincie di: Rimini, Perugia, Catania, Sassari. Il 7 dicembre anche a Tirana (Albania).
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APG23
28/11/2022
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2022, si terrà il 30 novembre 2022 dalle 9 alle 13 nell'Aula dei Poeti del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia dell'Università di Bologna, Strada Maggiore 45, la conferenza finale del progetto europeo MIRIAM. Donne migranti libere dalla violenza di genere.
Nel corso dell’evento saranno presentate le Linee guida per la promozione del benessere psicologico delle donne migranti vittime di violenza, uno strumento utile per i professionisti della salute per meglio comprendere come approcciarsi alle donne migranti che intendono uscire dalla violenza. Saranno presentati i risultati di due anni di ascolto delle vittime – 250 segnalazioni nel 2022 – e di formazione di operatori e operatrici di sportello e di servizi a bassa soglia di alcune province italiane (in Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio).
Porteranno un saluto: Fabrizio Rosanna, Direttore del Servizio per la prevenzione e la lotta alla violenza di genere - Dipartimento per le pari opportunità, Presidenza del Consiglio dei Ministri; Giovanni Paolo Ramonda, Presidente dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; interverranno esperte di Comunità Papa Giovanni XXIII e di Differenza Donna.
Porteranno testimonianze: Maria Chiara Rosa, referente dell’organizzazione femminile Mondo Donna; Violetta Burla, mediatrice ucraina dello Sportello immigrati di Cittadinanza Attiva; Centro italiano femminile; Migrantes.
Verrà presentata una lettura teatrale dallo spettacolo “Nemmeno con un fiore. Il prezzo dell’amore” di Emanuela Frisoni e Maria Mengozzi, ispirato ad una storia vera.
Spiegano gli organizzatori: «Non va dimenticato che lo sfruttamento sessuale rimane uno dei fenomeni più diffusi nell'ambito della violenza di genere, e che l’industria della prostituzione è il contesto più a rischio per le donne migranti. Queste hanno diritto insieme ai loro figli ad una adeguata protezione, ad un alloggio sicuro e ad un adeguato supporto psicologico, attraverso l'aiuto di professionisti con competenze interculturali formati nella gestione dei traumi».
I DATI
La violenza contro le donne è sempre più diffusa e colpisce una donna su tre nell'UE. Grave è il trend dei femminicidi: in Italia 104 donne sono state uccise nel 2022. Il Nord Italia (Dati Eures), pur segnando nell'ultimo anno una flessione del numero delle vittime, si conferma l'area geografica più a rischio, concentrando nel suo territorio il maggior numero delle donne uccise (il 53,8% del totale italiano). Segue il Sud (con 30 vittime nel 2022) e il Centro (18 vittime nel 2022 e 19 nei primi 11 mesi del 2021). Le città più colpite sono Roma, Milano, Napoli e Vicenza. Nelle relazioni del gruppo indipendente di esperti GREVIO, durante la pandemia è emerso che le donne migranti e richiedenti asilo, o quelle in fuga da conflitti armati, sono state tra le più vulnerabili alla violenza.
IL PROGETTO MIRIAM
Il progetto europeo MIRIAM, Donne migranti libere dalla violenza di genere, si propone di migliorare la protezione e i servizi di supporto specializzati per le donne migranti vittime di violenza con un focus particolare su sfruttamento sessuale, violenza domestica e matrimoni forzati. La campagna Break the wall si è rivolta con azioni di sensibilizzazione a potenziali vittime tra le donne migranti ed a operatori sanitari del settore sociale. Il progetto è finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell'Unione Europea, frutto del partenariato tra Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Differenza Donna e la spagnola Fundaciòn de solidaridad Amaranta.
L'evento è accreditato dall'Ordine degli assistenti sociali dell'Emilia Romagna per il riconoscimento di 4 crediti formativi. Rientra tra gli eventi del Festival della Migrazione, promosso annualmente da Fondazione Migrantes.
Iscriviti qui
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Per informazioni: progettomiriam@apg23.org
APG23
24/11/2022
La Comunità Papa Giovanni XXIII, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, organizza a Rimini l'evento "Fiori sull'Asfalto: prostituzione, violenza di genere."
«In una data significativa come il 25 novembre è fondamentale ricordare che tutte le ragazze che incontriamo sulle strade sono vittime di violenza di genere — dice Silvia Argenti, referente delle Unità di Strada contro la tratta dell'associazione riminese —. Come diceva don Oreste Benzi, tutte le donne in strada sono vittime di qualcuno o di qualcosa: non è il mestiere più antico del mondo, ma la schiavitù più antica del mondo. Tutte le bambine, ragazze e donne che incontriamo hanno diritto di riprendere in mano la loro dignità; è nostro dovere avere uno sguardo di vita su loro».
«La violenza che queste donne subiscono – continua Argenti - è la chiara espressione di una disparità di potere tra i sessi e di una pretesa di controllo da parte maschile sul corpo femminile, e uno squilibrio di potere in una relazione non paritaria non può esprimere nessuna libertà».
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, il Progetto Miriam per la sensibilizzazione contro la violenza di genere sulle donne migranti, che si concluderà il 30 novembre a Bologna, e la Campagna Questo è il mio Corpo, per la liberazione delle vittime della tratta e della prostituzione. La campagna chiede al Parlamento di adottare una legge, ispirata al modello nordico, che riconosca la responsabilità dei clienti.
Rimini: la testimonianza dei giovani
Così Beatrice Mizzotti, 22 anni, in un affollato Cinema Tiberio il 24 febbraio durante l'evento "Fiori sull'asfalto":
Mi hanno chiesto di raccontarvi cosa sia per me l’esperienza dell’unitaÌ€ di strada ma la veritaÌ€ eÌ€ che qualsiasi mia parola rischierebbe di essere riduttiva... comunque ci provo.
Ho iniziato ad uscire in strada nel 2018, ormai quattro anni fa, in una notte molto simile a questa, in cui era stata data la possibilitaÌ€ ad alcuni giovani di avvicinarsi a questa realtaÌ€. Ero alla ricerca di un’esperienza forte, che potesse scuotermi dalla monotonia delle serate che si vivono a vent’anni e da quel momento l’unitaÌ€ di strada eÌ€ per me diventata una scelta.
Scelta è, dunque, la prima parola che accosterei a questa esperienza per definirla. Ogni giovedì, ciascun volontario sceglie se uscire in strada oppure no, dipendentemente dalla stanchezza della propria giornata, ma non è questa la scelta di cui vi sto parlando; ciò a cui faccio riferimento è qualcosa di più profondo e permanente che ti costringe a non essere più disinteressato una volta che hai visto e ascoltato. Scegliere di non essere più indifferente di fronte a questa ingiustizia è ciò di cui vi parlo ed è quello che vivo non solo il giovedì sera ma ogni giorno della settimana, nei contesti più disparati, cercando di dar voce, nel mio piccolo, a chi da solo purtroppo non riesce a farsi sentire.
L’unitaÌ€ di strada poi eÌ€ amicizia, sincera e incondizionata. Siamo un gruppo in costante evoluzione, sempre pronto ad accogliere chiunque voglia provare a farne parte e a condividere cioÌ€ che siamo, prima tra di noi e poi soprattutto con le ragazze. Siamo un gruppo che cammina insieme e che, come tale, a volte si scontra per incontrarsi, scegliendo sempre di abbracciarsi prima della fine della serata. L’unitaÌ€ di strada eÌ€ preziosa percheÌ eÌ€ portata avanti insieme e questo eÌ€ profondamente positivo per le ragazze che incontriamo percheÌ se noi funzioniamo come gruppo loro di conseguenza lo percepiscono, sentendosi parte integrante di qualcosa di enorme. Essere un gruppo significa poi avere la consapevolezza che se tu non ci sei, c’eÌ€ qualcuno che sceglie di esserci anche per te.
Fare unitaÌ€ di strada eÌ€ quindi, per me, scelta, amicizia ma anche scomoditaÌ€. EÌ€ la scomoditaÌ€ delle ore passate in piedi al freddo e della sveglia che il venerdiÌ€ suona sempre troppo presto. Ma soprattutto, per me, eÌ€ la scomoditaÌ€ di quelle ore passate nel letto, finita la strada, a girare e rigirarsi alla ricerca di risposte che nessuno mai riusciraÌ€ a trovare. Da quella prima notte passata in strada, quattro anni fa, ho sentito nascere in me una certa sensazione di scomoditaÌ€ nell’addormentarmi tra tutti i miei privilegi e un profondo desiderio di giustizia; cosiÌ€ decisi di mettermi a servizio di chi, dalla vita, non aveva ricevuto nessuno dei miei privilegi eppure sorrideva lo stesso.
L’unitaÌ€ di strada eÌ€ poi assolutamente relazione. CioÌ€ che offriamo alle ragazze eÌ€ un’amicizia sana, sincera, pura... capace di andare oltre alle apparenze, oltre a cioÌ€ che scelgono di mostrare. EÌ€ un’amicizia che scava nel profondo, che guarda dritto negli occhi e che, soprattutto, si ricorda di chiedere il permesso prima di entrare. Quando si fa unitaÌ€ di strada eÌ€ bene sempre tenere a mente che stiamo andando a cercare persone che non hanno chiesto a nessuno di essere cercate, per cui eÌ€ necessario saper rispettare anche i no, le porte chiuse in faccia, gli sguardi indifferenti... nella speranza granitica che, perseverando rispettosamente nell’amore, quella porta chiusa in faccia prima o poi diventi uno spiraglio.
L’esperienza dell’unitaÌ€ di strada non eÌ€, quindi, sempre rosea. EÌ€ piuÌ€ spesso attesa.
È per me scelta, amicizia, scomodità e relazione.
Ma eÌ€ per ogni risata scoppiata in strada e per ogni lacrima scesa con loro, che noi volontari scegliamo, quotidianamente, di sognare un mondo in cui nessuna persona debba piuÌ€ essere costretta, dalle esperienze piuÌ€ disparate di vita, ad attribuire al proprio corpo un valore percheÌ l’unicitaÌ€ di un’anima che respira non puoÌ€ avere un prezzo attaccato e di questo ne sono convinta.
APG23
18/11/2022
Il 18 novembre, Giornata contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale su minori promossa dal Consiglio d’Europa, è stata indicata dalle Nazione Unite come Giornata mondiale per il contrasto e la prevenzione all’abuso, al maltrattamento e allo sfruttamento sui minori. La Chiesa Italiana ha promosso in tale data - a partire dal 2021 - la Giornata annuale di preghiera e di sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti agli abusi.
Per questa 2ª giornata nazionale, il 18 novembre 2022, è stato scelto come tema: «Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Salmo 147,3). Dal dolore alla consolazione.
Questo per indicare come nella Chiesa stia emergendo una rinnovata consapevolezza intorno al dolore di chi è stato ferito da suoi membri e al suo interno. Nessun dolore è definitivo. Per la comunità cristiana la consolazione è un imperativo, non come dovere, ma come cura e impegno. E la cura e l’impegno non posso anche che generare un rinnovamento nella prevenzione e formazione. Per la Chiesa parlare di safeguarding oggi è impegno serio e credibile. Lo dicono i dati del primo report sulla rete territoriale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, presentato a Roma il 17 novembre. In tutte le diocesi italiane sono stati attivati i servizi diocesani, la rilevazione ha visto la partecipazione di 158 diocesi su 166 coinvolte, perché in 8 di loro i servizi hanno carattere interdiocesano.
I centri di ascolto, luogo di accoglienza, di presentazione di eventuali segnalazioni indirizzate all’autorità ecclesiastica, sono stati attivati in 90 diocesi.
Mi preme sottolineare 4 aspetti emersi da questo primo report.
1. Il primo è relativo al fatto che l’approccio scelto dalle Chiese che sono in Italia è un approccio globale, per passare da una reazione al problema – protection child, già un buon passo- a una pro-azione, ovvero alla promozione di percorsi formativi che mirano a rendere sempre più tutelanti le attività educative e socio-assistenziali.
Questo si evince dal fatto che nella maggioranza delle diocesi accanto al referente vi è una équipe multidisciplinare. Competenze professionali a servizio dei piccoli dentro una sinodalità di stati di vita e un approccio integrato e multidisciplinare come le evidenze scientifiche chiedono. Il dato relativo al fatto che il referente sia principalmente un sacerdote va incrociato con la sua competenza ( psicologo o educatore o canonista), con le professionalità dei membri delle equipe che lo affiancano e dal dato che nelle equipe dei servizi prevalente è la presenza di figure femminili.
Ancora nei centri di ascolto ad accogliere coloro che vogliono consegnare vissuti ,segnalare, vi sono nella maggioranza donne, laiche. La cura e il calore della maternità come tratto fondamentale per favorire la fiducia e l’ascolto.
2. Il secondo è il numero di persone raggiunte con i percorsi preventivi e formativi, 20mila, in 2 anni segnati dalla pandemia e da limitazioni notevoli anche per le attività della Chiesa. Formazione che ha coinvolto tutto il popolo di Dio nelle sue componenti, come richiesto e auspicato da Papa Francesco nella lettera al popolo di Dio.
3. Il terzo aspetto è che per la Chiesa questi non sono numeri, ma persone, incontrate nella prevenzione come nei centri di ascolto. Parlare di persone raggiunte nella prevenzione significa attivazione di sensibilità e consegna di un metodo di lavoro agli operatori pastorali capace di intercettare fattori di rischio e protezione dentro i diversi contesti ecclesiali.
4. Infine la necessità di mantenere sempre il continuum tra formazione e segnalazione (servizi e centri di ascolto). Vi è infatti un rapporto di reciproca incidenza tra segnalazione e formazione, che questo primo report ha confermato: la segnalazione può consentire di perseguire ma anche prevenire un eventuale crimine, fornendo alla formazione gli strumenti per migliorare i propri percorsi, stimolando i contesti a una revisione critica delle azioni poste in essere, la formazione invece crea quella coscienza e consapevolezza che può far emergere e segnalare comportamenti inappropriati.
Questo è il 1° report annuale sulla rete dei servizi, che sarà ripetuto annualmente. È una delle 6 vie scelte dalla Chiesa Italiana per questo percorso di rinnovamento ecclesiale intorno alla protezione dei minori e dei vulnerabili.
Il 17 novembre è stato comunicato che si sta approntando anche la ricerca sui 613 fascicoli relativi ad abusi commessi in Italia da chierici nel periodo 2000-2021 presenti presso il Dicastero per la dottrina della fede. Un passo dopo l’altro non solo per rendere verità a chi è stato ferito, ma soprattutto per una rinnovata fedeltà della Chiesa al Vangelo nella sua missione educativa con piccoli e vulnerabili.
APG23
17/11/2022
«A nome della Comunità Papa Giovanni XXIII intendo esprimere le nostre felicitazioni per la nomina di Mons. Nicolò Anselmi come nuovo Vescovo di Rimini. Pastore vicino ai poveri e ai giovani gli assicuriamo la nostra collaborazione e le preghiere per questo nuovo incarico a servizio della Chiesa riminese».
È quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità fondata da don Benzi, in merito alla nomina da parte di Papa Francesco di Mons. Anselmi come Vescovo di Rimini.
«Esprimiamo inoltre la nostra gratitudine a Mons. Lambiasi per il servizio pastorale svolto — conclude Ramonda —. Il Vescovo Francesco Lambiasi giunse a Rimini pochi mesi prima della salita in cielo del fondatore della nostra Comunità don Oreste Benzi. Fin da subito il Vescovo ci ha accompagnato, sostenuto e amato in un momento di passaggio cruciale della Papa Giovanni XXIII. Gli siamo riconoscenti e gli saremo vicini nelle preghiere».
Leggi l'articolo di Semprenews
APG23
16/11/2022
È stato lanciato di recente un nuovo progetto finanziato dall'UE, intitolato AMELIE, che mira a rafforzare i meccanismi di identificazione delle vittime della tratta di esseri umani nel settore sanitario e a migliorare il loro accesso all'assistenza e ai servizi sanitari in una prospettiva di genere e sensibile al trauma.
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, la tratta di esseri umani è ancora una grave minaccia nell'UE. Secondo i dati della Commissione europea, che il 14 aprile 2021 ha adottato una nuova strategia per la lotta dell’UE alla tratta di esseri umani (2021-2025), tra il 2017 e il 2018 sono state più di 14.000 le vittime di tratta registrate all'interno dell'Unione Europea, ma il numero effettivo è probabile che sia decisamente più alto in quanto molti casi rimangono sommersi. La maggior parte delle vittime sono donne e ragazze (72%) e la maggior parte di loro viene trafficata a scopo di sfruttamento sessuale (60%).
La violenza che subiscono le vittime di tratta ha gravi conseguenze sulla loro salute fisica e psicologica, e quindi anche sul sistema sanitario. Nonostante l'impatto dello sfruttamento nelle sue varie forme, ad oggi l'impegno della comunità sanitaria internazionale nel dialogo o nelle risposte alla tratta è stato limitato, con un'attenzione spesso insufficiente ai bisogni sanitari delle vittime.
Il progetto AMELIE
AMELIE è un’iniziativa europea che ha l’obiettivo di rafforzare le capacità di operatori e operatrici sanitari/e e di servizi di prima linea per favorire l’identificazione delle vittime, un referral sicuro e supporto in una prospettiva di genere e sensibile al trauma, con particolare attenzione alle donne.
Cinque organizzazioni provenienti da Belgio, Grecia, Germania e Italia hanno unito le forze per sostenere l’empowerment delle persone sopravvissute e migliorare l'accesso ai loro diritti e ai servizi sanitari, potenziare le competenze di professionisti/e che lavorano con le vittime di tratta e migliorare i meccanismi di individuazione e identificazione, stabilendo una migliore cooperazione tra gli attori antitratta e i sistemi sanitari. Nello specifico, AMELIE prevede di aumentare le capacità di oltre 200 professionisti/e sanitari/e attraverso strumenti di formazione dedicati e attività di capacity building. Inoltre prevede anche di sostenere l'empowerment di 180 sopravvissuti/e alla tratta e il loro accesso al supporto psico-sociale e all’assistenza sanitaria specializzata, attraverso prassi e servizi di consulenza, referral, prevenzione e cura di sé, sulla base dei bisogni delle vittime e delle loro preferenze. Oltre a ciò, rafforzerà la cooperazione tra i principali attori antitratta per consolidare i meccanismi di referral nazionali e transnazionali.
Il progetto AMELIE è realizzato da KMOP - Centro di Azione Sociale e Innovazione (Grecia), SOLWODI (Germania), Differenza Donna APS (Italia), PAYOKE (Belgio) e Comunità Papa Giovanni XXIII (Italia), ed è finanziato dal programma AMIF (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) dell'Unione Europea.
In Italia, nei prossimi mesi saranno realizzati corsi gratuiti sulla tratta rivolti in particolare al personale sanitario e dei servizi sociali per meglio comprendere come identificare un caso di tratta e come intervenire, tramite workshop, casi studio e simulazioni. Nel mese di dicembre il team della Comunità di don Benzi partirà coi primi due appuntamenti:
BARI: 1 dicembre dalle ore 10 alle ore 16. Vai al form d’iscrizione
RIMINI: 17 dicembre dalle ore 10 alle ore 17. Vai al form d’iscrizione
Info: antitratta@apg23.org
Sito web: www.project-amelie.eu
APG23
16/11/2022
È stato lanciato di recente un nuovo progetto finanziato dall'UE, intitolato AMELIE, che mira a rafforzare i meccanismi di identificazione delle vittime della tratta di esseri umani nel settore sanitario e a migliorare il loro accesso all'assistenza e ai servizi sanitari in una prospettiva di genere e sensibile al trauma.
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, la tratta di esseri umani è ancora una grave minaccia nell'UE. Secondo i dati della Commissione europea, che il 14 aprile 2021 ha adottato una nuova strategia per la lotta dell’UE alla tratta di esseri umani (2021-2025), tra il 2017 e il 2018 sono state più di 14.000 le vittime di tratta registrate all'interno dell'Unione Europea, ma il numero effettivo è probabile che sia decisamente più alto in quanto molti casi rimangono sommersi. La maggior parte delle vittime sono donne e ragazze (72%) e la maggior parte di loro viene trafficata a scopo di sfruttamento sessuale (60%).
La violenza che subiscono le vittime di tratta ha gravi conseguenze sulla loro salute fisica e psicologica, e quindi anche sul sistema sanitario. Nonostante l'impatto dello sfruttamento nelle sue varie forme, ad oggi l'impegno della comunità sanitaria internazionale nel dialogo o nelle risposte alla tratta è stato limitato, con un'attenzione spesso insufficiente ai bisogni sanitari delle vittime.
Il progetto AMELIE AMELIE è un’iniziativa europea che ha l’obiettivo di rafforzare le capacità di operatori e operatrici sanitari/e e di servizi di prima linea per favorire l’identificazione delle vittime, un referral sicuro e supporto in una prospettiva di genere e sensibile al trauma, con particolare attenzione alle donne.
Cinque organizzazioni provenienti da Belgio, Grecia, Germania e Italia hanno unito le forze per sostenere l’empowerment delle persone sopravvissute e migliorare l'accesso ai loro diritti e ai servizi sanitari, potenziare le competenze di professionisti/e che lavorano con le vittime di tratta e migliorare i meccanismi di individuazione e identificazione, stabilendo una migliore cooperazione tra gli attori antitratta e i sistemi sanitari. Nello specifico, AMELIE prevede di aumentare le capacità di oltre 200 professionisti/e sanitari/e attraverso strumenti di formazione dedicati e attività di capacity building. Inoltre prevede anche di sostenere l'empowerment di 180 sopravvissuti/e alla tratta e il loro accesso al supporto psico-sociale e all’assistenza sanitaria specializzata, attraverso prassi e servizi di consulenza, referral, prevenzione e cura di sé, sulla base dei bisogni delle vittime e delle loro preferenze. Oltre a ciò, rafforzerà la cooperazione tra i principali attori antitratta per consolidare i meccanismi di referral nazionali e transnazionali.
Il progetto AMELIE è realizzato da KMOP - Centro di Azione Sociale e Innovazione (Grecia), SOLWODI (Germania), Differenza Donna APS (Italia), PAYOKE (Belgio) e Comunità Papa Giovanni XXIII (Italia), ed è finanziato dal programma AMIF (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) dell'Unione Europea.
In Italia, nei prossimi mesi saranno realizzati corsi gratuiti sulla tratta rivolti in particolare al personale sanitario e dei servizi sociali per meglio comprendere come identificare un caso di tratta e come intervenire, tramite workshop, casi studio e simulazioni. Nel mese di dicembre il team della Comunità di don Benzi partirà coi primi due appuntamenti:
BARI: 1 dicembre dalle ore 10 alle ore 16. Vai al form d’iscrizione
RIMINI: 17 dicembre dalle ore 10 alle ore 17. Vai al form d’iscrizione
Info: antitratta@apg23.org
Sito web: www.project-amelie.eu
APG23
09/11/2022
Presentate al Parlamento europeo a Bruxelles il 9 novembre, durante il Panel Gender-Based Violence against migrant women, le Linee guida per la promozione del benessere psicologico delle donne migranti vittime di violenza di genere, a conclusione del progetto europeo MIRIAM. Donne migranti libere dalla GBV, finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell'Unione Europea.
A seguire la tavola rotonda con europarlamentari di Italia e Spagna, appartenenti a diversi gruppi tra cui l'on. Simona Baldassarre del gruppo ID, l'on. Alessandra Moretti di S&D, l'on. Alessandra Basso del gruppo ID, l’on. Fabio Massimo Castaldo del gruppo Indipendenti, l’on. María Soraya Rodríguez Ramos del gruppo Renew e Margarita De la Pisa Carrión del gruppo ECR.
Leggi com'è andata.
Il progetto mira a migliorare la protezione e i servizi di supporto specializzati per le donne migranti vittime di violenza con un focus particolare su sfruttamento sessuale, violenza domestica e matrimoni forzati. Le Linee Guida sono uno strumento a disposizione dei professionisti delle ONG che lavorano con le donne migranti.
Il progetto si colloca in un contesto in cui la violenza contro le donne è diffusa in tutti gli Stati membri e colpisce una donna su tre nell'UE. «Anche la violenza online è diffusa: secondo i dati del 2020, una ragazza su due ne è stata vittima. Per questo motivo - secondo gli organizzatori dell’evento – sono da apprezzare gli sforzi nel contrasto alla violenza accresciuti con la proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica del marzo 2022. In particolare, le misure che riguardano le mutilazioni genitali femminili e alcune forme di violenza online, e quelle che comportano inoltre, l’assistenza mirata alle vittime con bisogni specifici e gruppi ad alto rischio come le donne con disabilità, quelle appartenenti a minoranze razziali o etniche. Nelle relazioni del GREVIO, durante la pandemia, è emerso che le donne migranti e richiedenti asilo, o quelle in fuga da conflitti armati - che sono tra le più vulnerabili alla violenza - hanno diritto insieme ai loro figli ad una adeguata protezione, ad un alloggio sicuro e un adeguato supporto psicologico in tutti gli Stati membri, attraverso l'aiuto di professioniste con competenze interculturali e traumatologiche».
Il progetto è stato realizzato da Comunità Papa Giovanni XXIII e Differenza Donna, ente gestore del 1522, numero nazionale antiviolenza e antistalking in Italia, e da Fundación de Solidaridad Amaranta in Spagna, come partners del progetto europeo.
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