APG23
31/03/2023
“Costruire” nel vocabolario è spiegato come “mettere insieme pezzo per pezzo” ed è quello che accade nella Comunità Papa Giovanni XXIII: ognuno mette insieme il proprio pezzo con quello dell’altro così da costruire un mondo che sia più giusto e solidale, dove nessuno viene escluso.
Da oltre 50 anni apriamo le porte delle nostre Case famiglie, delle nostre mense e delle nostre Capanne di Betlemme, delle comunità terapeutiche e di tutte le realtà di accoglienza in Italia e nel mondo a chi è solo ed emarginato. Lo riconosciamo come fratello, parte di una stessa famiglia. Una famiglia che non tiene le distanze da chi è sofferente, ma lo accoglie lo abbraccia, lo sfama, dandogli ciò di cui ha bisogno: l’amore che non ha mai avuto.
Don Oreste Benzi diceva: “Mondi vitali nuovi si costruiscono nella misura che ci sono persone disponibili a dire di sì”. Dall’insegnamento di don Oreste, la campagna Costruire un mondo giusto per tutti vuole coinvolgere le tante anime che compongono e fanno parte della Comunità Papa Giovanni XXIII, e che ogni giorno decidono di metterci la vita, condividendola con i poveri, con chi la società definisce gli ultimi.
Con un gesto, piccolo e semplice, come destinare il 5x1000 alla Comunità Papa Giovanni XXIII, anche tu puoi scegliere di mettere il tuo pezzo per costruire qualcosa di grande per qualcuno: una famiglia, un legame, una casa per chi è fragile e solo al mondo, una comunità dove gli ultimi siano davvero al primo posto.
La maggior parte delle persone che accogliamo non ricevono nessun altro aiuto o sussidio e ci facciamo carico noi di tutti i loro bisogni. Per questo il tuo 5x1000 è fondamentale: una firma che a te non costa nulla ma per tanti ha un valore preziosissimo!
#FOTOGALLERY:costruire#
Il tuo 5x1000 ci aiuta a costruire una scuola per Sumaia che vive nel villaggio di Chalna, in Bangladesh. Il tuo gesto ci permetterà di garantirle libri, uniformi e tutto il materiale scolastico necessario per la sua istruzione e quella di molti bambini poveri. Leggi la storia di Sumaia e le tante altre storie delle persone che accogliamo nelle nostre case.
Destina il tuo 5x1000 alla Comunità Papa Giovanni XXIII inserendo la tua firma e il nostro codice fiscale: 00310810221.
Ricevi un promemoria con il nostro codice fiscale così ti ricorderai di destinare il tuo 5x1000 alla Comunità Papa Giovanni XXIII quando andrai a fare la dichiarazione dei redditi.
Domande frequenti sul 5x1000
Che cos’è il 5x1000?
È una quota dell’IRPEF, proporzionata al proprio reddito, che ogni contribuente può destinare a un ente iscritto presso l’elenco dei beneficiari tenuto dall’Agenzia delle Entrate. Non ti costa nulla, è una quota che devi obbligatoriamente versare e, se non scegli come devolverloa sarà assegnata allo Stato.
Quanto vale il mio 5x1000?
Pasti caldi, spese mediche, visite specialistiche, carrozzine per persone con disabilità: il tuo 5x1000 si trasforma in aiuto concreto per bimbi in difficoltà, anziani soli e famiglie nel bisogno. Aiuti che cambiano davvero la vita alle persone che incontriamo e che contano su di noi.
Ecco alcuni esempi:
Con 35 euro assicuri spese mediche straordinarie per persone anziane o con gravi disabilità. (Esempio di cosa puoi fare con un reddito lordo di 28.000 euro)
Con 86 euro doni una visita specialistica a un bimbo con disabilità. (Esempio di cosa puoi fare con un reddito lordo di 55.000 euro)
Come fare a destinarlo?
Quando compili il Modello 730, il Modello Redditi (ex modello Unico per le Persone Fisiche) o il Modello di Certificazione (ex CUD), firma nel riquadro “Sostegno del Volontariato e delle altre Organizzazioni Non Lucrative...” e scrivi il nostro Codice Fiscale: 00310810221. Oppure comunicalo al CAF o al Commercialista che ti aiuta nella dichiarazione.
Qual è il termine per la consegna della dichiarazione dei redditi?
Modello 730 precompilato e/o ordinario: 30 settembre 2023, sia per chi presenta il modello al CAF o al commercialista, sia per coloro che presentano il modello al proprio sostituto d’imposta.
Modello Redditi (ex Unico): 30 novembre 2023 per chi lo consegna per via telematica
Certificazione unica: 31 ottobre 2023
Per conoscere eventuali proroghe o aggiornamenti, controlla il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Posso destinare anche l’8x1000 o il 2x1000?
Sì, perché con il 5x1000 aiuti gli enti benefici, con l’8x1000 sostieni le Confessioni religiose o lo Stato, mentre il 2x1000 è un contributo per i partiti politici.
APG23
30/03/2023
È partita il 30 marzo da Padova la 5° carovana della Pace diretta in Ucraina. Il convoglio, composto in tutto da 150 volontari con 30 mezzi, porterà 25 generatori di corrente e 20 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione martoriata dalla guerra. La colonna di mezzi farà tappa sabato ad Odessa per inaugurare il potente generatore donato all’ospedale pediatrico e domenica a Mykolaiv, raggiungendo la missione permanente dei volontari del Corpo di Pace, Operazione Colomba.
I generatori verranno consegnati grazie anche alla Diocesi di Bologna e di CGIL. Serviranno ad alimentare dissalatori per l'acqua, rifugi anti-aerei e alcuni centri per la distribuzione di aiuti umanitari della Caritas.
Ad organizzare la Carovana per la Pace è la rete “Stop the war now”, coordinata da: Comunità Papa Giovanni XXIII, Focsiv, AOI, Rete Italiana Pace e Disarmo, Libera; ne fanno parte 180 organizzazioni della società civile italiana.
La partenza è stata preceduta da una conferenza stampa nel Prato della Valle, alla quale hanno partecipato: Gianpiero Cofano, coordinatore della rete Stop the War Now; Francesca Benciolini, assessora alla Pace del comune di Padova; il professore Marco Mascia, del Centro per i Diritti Umani dell'Università di Padova.
«Come rete proponiamo un esempio di presenza civile nonviolenta. - ha spiegato Gianpiero Cofano - Non porteremo armi, ma aiuti concreti e un segno di fratellanza. Nella società civile è viva infatti la voglia di abitare il conflitto, andando a condividere la vita con le persone coinvolte in una guerra che non hanno scelto. Chiediamo il dialogo e la riapertura dei negoziati di pace, perché purtroppo l'inizio della primavera segna per l'Ucraina un periodo di angoscia: il disgelo porta a una recrudescenza dei combattimenti».
«Attraverso questa iniziativa - continua - vogliamo ribadire l’urgenza della costituzione dei corpi civili di pace e richiedere l’impiego di maggiori risorse per la cooperazione internazionale. Solo così potremo prevenire guerre e sanare le ingiustizie nel mondo».
APG23
29/03/2023
Si terrà venerdì 31 Marzo a Fossano (CN) il convegno “Generatività, il nome del welfare del futuro” organizzato dalla Cooperativa sociale Il Ramo in occasione dei suoi 30 anni di vita. L'appuntamento è alle ore 14:45 presso la Sala Brut e Bon in Piazza Foro Boario.
All'evento interverrà il Leonardo Becchetti, editorialista di Avvenire e professore di Economia Politica presso l'Università di Tor Vergata, il quale offrirà una panoramica sul tema della generatività e su come essa possa influenzare e migliorare il welfare futuro.
A seguire una tavola rotonda per discutere prospettive e strategie per realizzare un sistema di welfare sostenibile e inclusivo nel prossimo decennio in cui si confronteranno: Livio Tesio, Regione Piemonte, Giulia Manassero, direttrice Consorzio CSAC Cuneo, Enrico Giraudo, direttore Consorzio Monviso Solidale, Sandro Durando, Presidente Confcooperative Cuneo, Pierluigi Dovis, Caritas Piemonte, Daniela Cusan, Fondazione CRC, Francesco Risso, direttore salute mentale ASL CN1, Maurizio Bergia, Coop. Il Ramo.
Inoltre, l'evento includerà un Laboratorio di buone prassi e segni di speranza, durante il quale verranno presentate soluzioni concrete e sostenibili che possono contribuire al miglioramento del sistema di welfare. Alla conclusione si terrà un buffet.
«La cooperativa Il Ramo è nata a Fossano nel 1993 dall’intuizione di alcuni membri della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi. - spiega Luca Miglietti, il presidente della cooperativa - Oggi gestiamo otto centri diurni e 12 sedi lavorative in tutta la provincia di Cuneo ed impieghiamo 124 persone, di cui il 30% con fragilità. Il valore che anima tutte le nostre attività è quello stare accanto a chi ha maggiori bisogni facendoci carico dello sviluppo della persona attraverso l’educazione e l’impiego lavorativo».
Scarica il volantino
APG23
29/03/2023
Cari fratelli e sorelle musulmani, anche questo anno viviamo insieme un tempo di digiuno e di preghiera. Voi avete iniziato il mese sacro del Ramadan, mentre noi cristiani stiamo vivendo i 40 giorni della Quaresima che ci preparano alla Pasqua di Gesù. Siamo uniti in questo sforzo di purificazione e di ritorno a Dio!!
Grandi sfide affliggono l’umanità: le guerre in Ucraina, in Siria e in altri paesi, il rifiuto di accogliere quanti fuggono dai conflitti armati e dalla fame, la violenza alla nostra casa comune, il pianeta Terra.
Il Dio di Abramo ricorda a tutti noi che è venuto per la Misericordia e la Compassione. Chiede a tutti noi di vivere da fratelli, di liberare il cuore da ogni tipo di violenza e di essere pazienti e coraggiosi artigiani di pace.
Insieme scegliamo la misericordia, scegliamo la giustizia, facciamoci operatori di pace e di fratellanza!! Vi accompagniamo in questo mese sacro con l'amicizia e la preghiera.
Ancora un augurio di buon Ramadan!
APG23
20/03/2023
Una tavola rotonda in cui dieci ragazzi tra i 20 e i 35 anni discuteranno con quattro parlamentari su come i giovani possono costruire il proprio futuro, come non rinunciare a diventare genitori, come considerare oggi un valore la maternità e paternità e non una pietra d'inciampo nel lavoro.
L'evento “Progettare la vita – I giovani incontrano la politica per una primavera demografica” si terrà mercoledì 22 Marzo dalle ore 14 alle 16 a Roma presso la Sala Capranichetta dell'Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio 125. All'incontro parteciperanno i parlamentari Lorenzo Cesa (Noi moderati), Paolo Ciani (PD), Elisabetta Gardini (FDI), Ettore Rosato (Italia Viva) e saranno moderati dal giornalista di Avvenire Angelo Picariello.
L’evento verrà introdotto da un intervento video del Presidente nazionale dell’ISTAT, Prof. Gian Carlo Blangiardo. Proprio oggi dai dati sulla dinamica demografica diffusi dall'Istat si registra un nuovo record negativo della natalità in Italia, sfondando quota 400mila. Nel 2022 si contano 392.598 nascite, 7.651 in meno rispetto al 2021 (-1,9%), nuovo record che accentua la denatalità degli ultimi anni.
Infine interverranno due sindaci - Alberto Baldazzi di Castel del Rio (BO) e Pierluigi Biondi, Sindaco dell’Aquila - per valutare le buone prassi sul territorio per la ripresa della natalità.
L'evento sarà trasmesso anche in diretta streaming su www.giornatavitanascente.org
L'obiettivo principale dell'evento - promosso da una rete di oltre 40 associazioni italiane - è quello di chiedere al Parlamento italiano l’istituzione della Giornata della vita nascente nella data del 25 marzo. Una data che intende divenire una ricorrenza istituzionale, per promuovere la cultura della vita e della natalità, aprire un grande dibattito sui temi della maternità, della paternità e della procreazione, creare un clima favorevole all’accoglienza della vita nascente e della vita fragile, coinvolgendo la classe politica, le giovani generazioni e l’opinione pubblica.
APG23
16/03/2023
«Grati al Presidente Mattarella per aver rinsaldato l'amicizia tra Italia e Kenya e ricordato l'importanza della collaborazione e della solidarietà. Qui in Kenya vivono moltissimi italiani e tanti missionari che portano il Vangelo con la vita spesa per i più poveri. Oggi l'Italia destina agli aiuti allo sviluppo lo 0,29% del reddito nazionale, una percentuale lontanissima dallo 0,70 cui si è impegnata da tanti anni. Chiediamo che il nostro Governo aumenti i fondi destinati alla Cooperazione allo Sviluppo: è un atto di giustizia ed un investimento sul futuro».
E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII in merito alla Visita di Stato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Kenya.
«Don Oreste Benzi nel 1997 aprì la missione a Soweto, una delle tante baraccopoli della capitale a sostegno dei poveri e dei ragazzi di strada. - continua Ramonda - Di recente abbiamo aperto un progetto nei villaggi sperduti del Turkana, una zona nel nord del Paese dove non piove da tre anni. Qui gestiamo una mensa scolastica per 500 bambini dei villaggi più lontani e stiamo raccogliendo fondi per la costruzione di pozzi per dare alla popolazione locale accesso all'acqua».
Un progetto in linea con la preoccupazione denunciata dal Presidente Mattarella stamane all'Università di Nairobi: “La tremenda siccità che ha reso aride vaste regioni del Corno d’Africa e anche del Kenya settentrionale, per l’eccezionale durata del fenomeno, assume oramai i contorni di preoccupante nuova normalità piuttosto che di sporadica emergenza. Sono a rischio i laghi, i fiumi, tradizionali veicoli e custodi di biodiversità e ambiti di collegamento tra i territori. (…) Secondo uno degli ultimi rapporti del Panel Internazionale sul Cambiamento Climatico, i ghiacciai sul monte Kenya rischiano di scomparire nel prossimo decennio, mentre quelli sul Monte Kilimanjaro potrebbero non resistere oltre il 2040. È un destino che queste magnifiche vette africane rischiano di condividere con quelle delle Alpi in Europa, dove già oggi la neve è molto meno frequente.”
«Nei giorni scorsi sono rientrato dal nord del Kenya, dal villaggio di Bubisa nella diocesi di Marsabit. - racconta Simone Ceciliani, giovane missionario della Comunità Papa Giovanni XXIII a Nairobi - È una zona semi arida, colpita fortemente dalla siccità e dai cambiamenti climatici. Nel villaggio di Bubisa ho trovato cimiteri a cielo aperto disseminati di carcasse di animali morti. Erano soprattutto pecore e capre, unica forma di sostentamento per i popoli di queste zone. Le bestie muoiono perché non piove e non hanno niente da mangiare. Non avendo più animali e quindi neanche più soldi, molte famiglie hanno smesso di mandare i bambini a scuola. Qui in Africa i cambiamenti climatici stanno facendo disastri. Queste popolazioni, che hanno sempre vissuto di un'economia di sussistenza, pagano le conseguenze dei cambiamenti climatici di cui loro non sono responsabili. Qui il grido dei poveri si unisce al grido della terra ed è più forte che mai».
Il Turkana è un grande lago collocato nella Rift Valley, nella zona nord Occidentale del Kenya, una delle aree più desertiche del Paese. In questa regione non piove da quasi tre anni. Secondo le Nazioni Unite è la siccità peggiore degli ultimi 40 anni e oltre quattro milioni di persone sono ad alto rischio alimentare. Si stima che siano morti un milione e mezzo di capi di bestiame, l’unica fonte di reddito e sopravvivenza in queste zone aride.
APG23
14/03/2023
«Libera la vita!». Questo il tema della Via Crucis per la liberazione delle vittime di tratta e prostituzione organizzata dalla diocesi di Roma in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII e il Coordinamento diocesano anti tratta per venerdì 17 marzo, che sarà guidata dal vescovo ausiliare Dario Gervasi. La partenza è prevista alle ore 20.15 dall’Istituto Sant’Anna di viale Marconi 700; da lì si snoderà un percorso tra la ventitreesima e la ventiquattresima prefettura della diocesi, lungo viale Marconi, largo Veratti, Lungotevere Dante, per arrivare infine alla parrocchia di San Leonardo Murialdo, in via Pincherle 144.
Ogni stazione della Via Crucis sarà accompagnata da “parole segno”. “Non giudicarmi”, ad esempio, è la prima stazione, nella quale Gesù è condannato a morte: la società, invece di condannare chi priva donne e uomini della loro libertà e dignità, si conforma al “pensiero dominante” e il più delle volte giudica le vittime, abbandonandole al loro destino. Nella seconda stazione, in cui Gesù è caricato della Croce, la parola scelta è “Cercami”: la ferocia dei trafficanti, la perversione dei clienti e il silenzio di tanti, di fatto incatenano uomini, donne e bambini innocenti, facendo pagare loro un peccato che è di tutta la società.
Del Coordinamento diocesano anti tratta fanno parte Ali di Speranza, Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione Slaves No More, Caritas diocesana, Casa del Magnificat, Comunità di Sant’Egidio, Congregazione delle Suore adoratrici ancelle del SS. Sacramento e della Carità, Fondazione Arché, Gruppo Raab, Istituto delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù-Oasi Madre Clelia, Usmi Roma, parrocchia di San Frumenzio, oltre alle unità di strada che svolgono il loro servizio in diversi luoghi della città. Tutti saranno presenti all’iniziativa di venerdì sera.
Ci sarà anche il vescovo Benoni Ambarus, responsabile dell’ambito della Diaconia della carità nella diocesi di Roma. «Il senso del titolo – spiega – va inteso su un doppio binario: vuole essere un invito alle persone coinvolte nel fenomeno della tratta ad avere il coraggio di liberare la propria vita. Molte ormai sono rassegnate, pensano di non avere una vita d’uscita, invece noi vogliamo spronarle a denunciare. Ma “Libera la vita!” è un invito anche a tutti noi, alle parrocchie, alla città intera: dobbiamo capire che nelle persone vittime di tratta c’è una vita che è prigioniera e che noi non vediamo. Tutti noi dobbiamo diventare “liberatori di vita”».
«Papa Francesco, in uno dei Venerdì della Misericordia, ha abbracciato come un nonno venti giovani ragazze nigeriane, ucraine, albanesi e rumene liberate dalla schiavitù della prostituzione dalla Comunità Papa Giovanni XXIII – dice il presidente della Comunità Giovanni Paolo Ramonda –. Quando ha suonato il campanello della casa famiglia in via di Pietralata le giovani, ignare di quella visita, sono scoppiate in pianto. L’ascolto delle loro storie, con le violenze subite, ha commosso il viso attento e paterno del Pontefice. Come diceva il servo di Dio don Oreste Benzi, nessuna donna nasce prostituta, non lasciamole più soffrire da sole e impegniamoci per la loro liberazione. La tratta delle persone cresce in maniera preoccupante e la comunità, continuando il lavoro di don Oreste, nel 2022 ha sostenuto 94 vittime di tratta a scopo sessuale, sfruttamento lavorativo e accattonaggio, di età dai 26 ai 33 anni».
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APG23
13/03/2023
«La famiglia è il luogo dove curare tutti, sia le persone accolte sia quelle accoglienti, perché è la risposta al bisogno innato di relazione che ha ogni persona». E' uno dei passaggi del discorso che il Santo Padre ha rivolto agli 800 bambini accorsi in Vaticano per l'udienza alla Comunità Papa Giovanni XXIII svoltasi sabato 14 gennaio nell'aula Paolo VI.
Una festa chiassosa dei ragazzi accolti nella case famiglia della Comunità fondata da don Oreste Benzi nel 1968, il sacerdote dalla tonaca lisa che ha convertito tanti e salvato emarginati dalla strada, dalla dipendenza, dalla tratta di persone. Francesco, radioso, è entrato nella grande aula col solo ausilio di un bastone per incontrare i tanti bimbi che con gioia spontanea hanno potuto vedere, salutare e stringere le mani a quel “Signore vestito di bianco” che vedono in televisione. Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità, facendosi portavoce dei bambini ha salutato il Pontefice: «Nonno Francesco se possiamo ti chiamiamo così. Alcuni di noi hanno delle disabilità gravi ma anche delle qualità super! Siamo stati per molto tempo in ospedale, negli istituti, i nostri genitori biologici non se la sono sentita di tenerci, non li giudichiamo, anzi li ringraziamo per il dono della vita, sai tanti bimbi non vengono fatti nascere perché sono ciechi, sordi, con trisomia 21. Alcuni di noi erano nella lista per l’interruzione volontaria di gravidanza ma le nostre mamme hanno avuto il coraggio di dire sì alla vita. Alcuni di noi erano embrioni congelati e grazie al calore di un grembo materno oggi possiamo vedere le meraviglie del creato. Abbiamo trovato nuovi genitori, babbo e mamma, nuovi fratelli e sorelle e siamo qui per dirti grazie. Ti vogliamo bene!».
Tra i numerosi bambini provenienti dai cinque continenti, ve ne erano tanti disabili, alcuni gravissimi. Come Great, nigeriano di sei anni, tetraplegico costretto in carrozzina a causa di in incidente stradale, accompagnato da Emanuele, il suo fratello affidatario di 13 anni. Maria Chiara, 10 anni, che ha vissuto in Rwanda. Poi Jia Hui, sei anni, bimba di origine cinese con una patologia cromosomica che l'ha costretta spesso in ospedale, accompagnata da sua sorella affidataria Anna di 14 anni. Bianca, sette anni, in carrozzina, che sprigiona una positiva energia contagiosa. Laila, 12 anni, ha il papà che va spesso in Ucraina per aiutare le vittime. E Sara,13 anni, scappata dall’Iraq per evitare di diventare una sposa bambina.
Tra i piccoli c'era anche Marianna Bergoglio, sette anni, idranencefala: all'interno del suo cranio un liquor occupa il posto del cervello. Fu abbandonata alla nascita in ospedale dopo gli esiti di una radiografia prima del parto che svelava la gravissima malformazione cerebrale. Per questo motivo l'ufficiale dell'anagrafe la registrò con il cognome Bergoglio rendendola “figlia adottiva” di Papa Francesco, Pastore che ama e accoglie come un padre i poveri, i profughi e tutti gli scartati. La mamma affidataria, quando Francesco si è avvicinato gli ha sussurrato: «Santità, si chiama come lei». E il Santo Padre, fermatosi per un momento, l'ha teneramente benedetta.
Piccole vite che alcuni possono giudicare non degne di essere vissute vedendo solo inutile sofferenza. Al contrario questi piccoli disabili, che don Benzi definiva “le nostre colonne portanti”, mostrano il senso ultimo dell'esistenza: l'amore gratuito. Sono loro che riescono a convertire tanti cuori, anche i più inariditi, del ragazzo sbandato, della persona tossicodipendente, del ragazzo in servizio civile, del carcerato. Tutti, guardando loro piccoli innocenti, si inginocchiano.
Il Santo Padre ha riconosciuto la grande invenzione di don Benzi: la casa famiglia. «Don Oreste, con la forza dello Spirito Santo e il coinvolgimento di persone a cui Dio dava questa vocazione, ha iniziato l’esperienza dell’accoglienza a tempo pieno, della condivisione della vita; e da lì è nata quella che lui ha chiamato “casa famiglia”». Un riconoscimento che Papa Francesco ha voluto rimarcare ringraziando «il Signore e don Oreste Benzi che ha dato vita a questa bella realtà» e invitando i piccoli a ripetere «Grazie don Oreste! Un'altra volta: grazie don Oreste!».
Negli anni '50 Don Benzi vide la situazione dentro i grandi istituti dove vivevano le persone abbandonate e con handicap. «Dio ha inventato la famiglia, gli uomini gli istituti» ripeteva. Da lì iniziò la sua battaglia che porto nel 2006 alla chiusura definitiva di tutti gli istituti in Italia. Oggi sono numerose le case famiglia gestite da tante realtà sociali. Tuttavia troppo spesso si usa impropriamente il nome “casa famiglia” per definire strutture residenziali che non hanno nulla di simile ad una famiglia.
Probabilmente per questa ragione il Pontefice ha sentito la necessità di spiegare la peculiarità della vera casa famiglia «che si caratterizza per l’accoglienza in casa di persone che diventano realmente i propri figli rigenerati dall’amore cristiano. Un papà e una mamma che aprono le porte di casa per dare una famiglia a chi non ce l’ha. Una vera famiglia; non un’occupazione lavorativa, ma una scelta di vita. In essa c’è posto per tutti: minori, persone con disabilità, anziani, italiani o stranieri, e chiunque cerchi un punto fermo da cui ripartire o una famiglia in cui ritrovarsi».
Infine i bambini hanno consegnato al Papa un dono speciale: un libro con disegni e letterine che arrivano, oltre che dall'Italia, da Cina, Thailandia, Francia, Bangladesh, Cile, Zambia. Disegni che rappresentano i bambini con le loro famiglie e case famiglia; altri che mostrano la paura della guerra; altri che ritraggono Papa Francesco come un super eroe. Tra gli scritti ci sono domande simpatiche e altre che sfiorano i temi teologici più importanti. Come Marta dalla Thailandia che chiede: «Come stai papa Francesco? Io vorrei chiederti, se noi non ci amiamo, come possiamo fare? Perché quando la famiglia ha problemi di amore allora tutto finisce».
Fonte: L'Osservatore Romano
APG23
13/03/2023
Dal papa teologo al papa pastore. Il gesto inaspettato delle dimissioni di Benedetto XVI ha aperto la strada allo Spirito Santo per dare alla Chiesa e al mondo intero, il 13 marzo 2013, un vescovo di Roma con l’odore delle pecore. La stima reciproca manifestata tra i due in questi dieci anni mette i denigratori a servizio del divisore nell’angolo, e fa splendere l’unità di una Chiesa sbattuta sì dai venti degli scandali di alcuni suoi rappresentanti, ma che continuamente si mette a servizio degli uomini a partire dagli ultimi.
Papa Francesco, in uno dei “Venerdì della Misericordia” ha abbracciato come un nonno 20 giovani ragazze nigeriane, ucraine, albanesi e rumene liberate dalla schiavitù della prostituzione dalla Comunità Papa Giovanni XXII.
Quando ha suonato il campanello della casa famiglia di via Pietralata a Roma, le giovani, ignare di questa visita, sono scoppiate in un pianto di gioia. L’ascolto delle loro storie, con le violenze subite, ha commosso il viso attento e paterno del Pontefice.
Un secondo incontro è avvenuto in una udienza speciale con 8.000 persone dove abbiamo presentato il carisma della nostra vocazione a servizio dei poveri, e raccontato la vita del servo di Dio don Oreste Benzi e della beata Sandra Sabattini.
Quindi recentemente il bellissimo incontro tra Papa Francesco e circa 800 bambini diversamente abili della Comunità Papa Giovanni XXIII e di tante famiglie amiche impegnate nell’accoglienza.
Il Papa ha ascoltato con attenzione e stupore le parole che gli abbiamo rivolto:
«Alcuni di noi hanno delle disabilità gravi ma anche delle qualità super! Siamo stati per molto tempo in ospedale, negli istituti: i nostri genitori biologici non se la sono sentita di tenerci; non li giudichiamo, anzi, li ringraziamo per il dono della vita. Tanti bimbi non vengono fatti nascere perché sono ciechi, sordi, con trisomia 21 o con spasticità gravi. Eravamo nei campi profughi, oggi con le nostre mamme siamo qui con degli amici, abbiamo la possibilità di andare a scuola, una casa e tante cose belle. Siamo scappati dalla guerra con tanta paura, senza acqua, medicine, solo con i nonni, oggi ci siamo ricongiunti con i nostri genitori. Eravamo nelle carceri con le nostre mamme, oggi siamo qui liberi di giocare e correre e vogliamo che altri bimbi possano uscire: ce ne sono ancora 36 in carcere.»
Diciamo un grazie di cuore a questo successore di Pietro che ha fatto incontrare Gesù nei poveri, che vuole una Chiesa povera, che lotta contro gli abusi sui piccoli e si fa pellegrino di pace e di giustizia.
Fonte: Semprenews.it
APG23
06/03/2023
Come riconoscere una donna sopravvissuta alla tratta, sfruttata nella prostituzione o nel lavoro nero? Come prendersi cura di minorenni costretti ad economie illegali o accattonaggio nelle nostre città? A questi interrogativi intende rispondere il progetto Amelie promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII che, in sinergia coi servizi sociali e sanitari di sei città italiane, propone alcuni percorsi formativi ad accesso gratuito. Simulazioni e analisi di casi concreti per imparare ad identificare e proteggere chi, sfruttato da trafficanti e reti mafiose senza scrupolo, troppo spesso resta invisibile.
Questi gli appuntamenti:
Crema; giovedì 9 marzo online, giovedì 20 aprile nella Sala ricevimenti del Comune di Crema;
Modena; venerdì 10 marzo nel CSV di Piazza Cittadella;
Biella; lunedì 13 marzo online, lunedì 13 aprile nel Centro territoriale per il volontariato ETS;
San Benedetto del tronto (AP), giovedì 30 marzo nell’Aula Convegni di AST.
Vedi gli eventi
Il Progetto europeo AMELIE si propone di rafforzare le capacità di almeno 200 professionisti, operatori sanitari e dei servizi di prima linea, per favorire l’identificazione delle vittime. Fornisce riferimenti e supporto con particolare attenzione alle donne, in una prospettiva di genere e sensibile al trauma.
È realizzato da KMOP - Centro di Azione Sociale e Innovazione (Grecia), SOLWODI (Germania), Differenza Donna APS (Italia), PAYOKE (Belgio) e Comunità Papa Giovanni XXIII (Italia) ed è finanziato dal programma AMIF (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) dell'Unione Europea.
Cinque organizzazioni uniscono l'impegno con l'intenzione di raggiungere almeno 200 professionisti sanitari. Gli strumenti di formazione dedicati e di sviluppo delle competenze vogliono sostenere la capacità di autodeterminazione di 180 persone sopravvissute alla tratta, favorendo il loro accesso ai servizi di supporto psicologico e all’assistenza sanitaria specializzata.
Si rafforzerà la cooperazione tra i principali attori antitratta per consolidare i sistemi di segnalazione (nazionali e transnazionali) anche grazie ad una campagna di sensibilizzazione.
Martina Taricco, psicologa e referente internazionale del settore tratta per la Comunità di don Benzi, è tra le formatrici: «L'impatto della tratta sulla salute è rilevante. Il personale sanitario che risponde al bisogno di cura si trova ad operare in una zona di frontiera, una terra di mezzo in cui s’intercettano potenziali vittime, anche prima dell'attivazione di operatori specializzati. Medici, infermieri e personale dei servizi sociali hanno la possibilità di prevenire forme di grave sfruttamento e di interrompere i circuiti di violenza, quando sono in grado di riconoscere tempestivamente chi è sfruttato. È importante sapere poi quali procedure attivare e a chi rivolgersi».
Scarica le grafiche e le locandine
APG23
27/02/2023
«L'Italia diventi un segno profetico per tutto il mondo, un faro di accoglienza e solidarietà. Che accolga i migranti, che li “raccolga” in mare, che permetta viaggi sicuri e legali dalla loro patria, che aumenti la cooperazione con i paesi di provenienza per combattere la povertà, la corruzione, le ingiustizie, la guerra affinché le persone non siano costrette a partire». È quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al naufragio avvenuto davanti alle coste calabre.
«Dobbiamo reagire con un sussulto di coscienza. Non si può più discutere di immigrazione, non ci sono più giustificazioni; questa ennesima tragedia non ci può più lasciare indifferenti — continua Ramonda —. Il nostro Paese è la culla della cristianità e, al di là del colore politico di chi la governa, deve dare una risposta evangelica, nel senso più umano del termine».
APG23
14/02/2023
Ogni giorno in più della guerra senza fine in Ucraina apre anche allo scenario di una apocalisse nucleare come ci avverte il Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists. Nella notte del 31 dicembre 2022 la marcia della pace promossa dalla Chiesa italiana ha rilanciato ancora una volta l’appello che abbiamo promosso, fin dal maggio 2021, come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, per chiedere al nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”.
Non è più rimandabile un serio dialogo e un confronto pubblico, e in sede parlamentare, sulla proposta lanciata dalla campagna “Italia ripensaci” e promossa dai rappresentanti in Italia della coalizione Ican, Nobel per la pace 2017, anche in considerazione del fatto che stanno per essere stoccate a Ghedi e a Aviano le nuove bombe atomiche B61-12.
Per continuare nella riflessione e nell’azione volta a contrastare la logica della guerra e delle armi, sabato 18 febbraio 2023 si ritroveranno a Bologna i rappresentati delle organizzazioni cattoliche e dei movimenti ecumenici e nonviolenti su base spirituale che hanno firmato l’appello per chiedere l’adesione dell’Italia al Trattato di proibizione delle armi nucleari.
All’incontro sarà presente il cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, per condividere un momento di discernimento sul drammatico momento che stiamo vivendo e su come continuare con coraggio a operare per la pace in un tempo di guerra.
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L’appello è firmato dai Presidenti e dai Responsabili nazionali di: Acli, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Fraternità di Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Sermig, Gruppo Abele, Libera, AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), Argomenti 2000, Rondine-Cittadella della Pace, MCL (Movimento Cristiano Lavoratori), Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Città dell’Uomo, Associazione Teologica Italiana, Coordinamento delle Teologhe Italiane, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Centro Internazionale Hélder Câmara, CSI (Centro Sportivo Italiano), La Rosa Bianca, MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Ernesto Balducci, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Fondazione Don Primo Mazzolari, Fondazione Don Lorenzo Milani, Comitato per una Civiltà dell’Amore, Rete Viandanti, Noi Siamo Chiesa, Beati i Costruttori di Pace, Associazione Francescani nel Mondo aps, Comunità Cristiane di Base, Confcooperative, C3dem, MEC (Movimento Ecclesiale Carmelitano), AIDU (Associazione Italiana Docenti Universitari Cattolici), Arca di Lanza Del Vasto, Fondazione Magis, UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), IPRI-CCP (Istituto Italiano Ricerca per la Pace-Corpi Civili di Pace), AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), Ordine Secolare Francescano OFS, FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana), Fraternità Francescana Frate Jacopa.
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