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APG23
01/07/2023
«Prostituzione in Europa, bene il rapporto»
«Plaudiamo con favore al Rapporto votato il 27 giugno dalla Commissione sui diritti delle donne e l'uguaglianza di genere del Parlamento Europeo. Il testo fa emergere la necessità urgente negli Stati membri di interventi per scoraggiare la domanda di prostituzione, connessa alla diffusione sempre più importante di forme di tratta, violenza di genere, stigmatizzazione e sfruttamento del corpo delle donne. Il rapporto mette in luce le cause per cui le persone entrano nella prostituzione e indica chiaramente cosa occorre fare per prevenire il fenomeno». Così il Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, Matteo Fadda, commenta il documento 2139/2022approvato dalla Commissione. Il 9 novembre dello scorso anno la Comunità Papa Giovanni XXIII a Bruxelles insieme ad altre organizzazioni europee - nella tavola rotonda prevista dal progetto europeo MIRIAM per la tempestiva identificazione delle donne migranti vittime di violenza (vedi il video) - aveva ricordato ai Membri del Parlamento presenti l'urgenza di dare voce alle migliaia di donne migranti vittime di violenza di genere nell'Unione Europea e di garantire loro protezione e accesso immediato ai servizi sociali e sanitari. Tra queste forme di violenza primeggia lo sfruttamento della prostituzione. «Confidiamo che anche a settembre, in plenaria, si faccia luce sull'impatto profondamente negativo che ogni forma di violenza e disparità di genere ha sulle donne, sui propri figli, sulla loro salute fisica e psichica, e sul cammino dell'Unione Europea verso la parità», conclude Fadda.
APG23
30/06/2023
50 anni di casa famiglia
A distanza di 50 anni vive ancora a Coriano (RN), sulle colline romagnole, Marino Catena, il primo accolto da Don Oreste Benzi della prima casa famiglia italiana. Sabato 1 luglio alle ore 16,30 nella parrocchia della Grotta Rossa, che fu di Don Benzi, la Comunità Papa Giovanni XXIII ricorderà i 50 anni della prima casa famiglia durante la celebrazione dell'Eucarestia, guidata dal Vescovo di Cesena-Sarsina Mons. Douglas Regattieri e dal Vescovo di San Marino-Montefeltro Mons. Andrea Turazzi. Nell'estate del 1972 un panettiere si avvicinò al giovane sacerdote riminese con l'invito: «Vieni, ti porto a vedere come muore un cristiano». Don Benzi si ritrovò a visitare il tugurio semi-abbandonato dove Marino, nella sua estrema fragilità viveva in condizioni gravemente disumane (La storia è raccontata fra gli altri nel libro Don Oreste benzi, amare sempre). Aveva scontato la pena di un anno e mezzo di carcere per aver rubato una bicicletta. Ascolta l'intervista a Marino «Don Oreste convocò — ricorda l'allora volontaria Mirella Rossi che oggi ha 67 anni — le persone che facevano parte della sua giovane associazione; propose di avviare una sorta di "pronto soccorso sociale", per dare una famiglia agli ultimi. Ci disse che avremmo dovuto iniziare ad amare i poveri proprio allo stesso modo in cui lo aveva fatto Gesù».   #FOTOGALLERY:casa# Una giovane, Ida Branducci, accettò per prima la sua proposta. Il 3 luglio del 1973andò a vivere a Coriano, nella casa che era appena stata messa a disposizione dalla "Fondazione Madonna della Scala”. Vide così la luce quel giorno la prima di quelle realtà di accoglienza di tipo familiare che sono conosciute oggi come "case famiglia". Anticipò la chiusura dei manicomi che sarebbe arrivata poi con la legge Basaglia 180 del '78. Presto si affiancò a lei Don Nevio Faitanini. La seconda casa famiglia venne inaugurata dopo solo un mese e mezzo, il 15 agosto del 1973 nella parrocchia della Grotta Rossa di Rimini. L’11 novembre nacque la terza casa famiglia, a Sant’Arcangelo di Romagna (RN). Mirella Rossi, allora diciannovenne, si trasferì a vivere nella casa famiglia di Coriano tre anni dopo l'inaugurazione, e vi è rimasta fino al 2017: «Negli anni '70 i malati psichiatrici venivano tenuti distanti da tutti; l'accoglienza come la intendiamo oggi proprio non esisteva. Fa mille difficoltà mi ritrovai a cercare di amare le persone accolte così come erano. È stata l'avventura più bella che mi sia mai capitata nella vita. Don Oreste era per me come un papà, con lui avevo un rapporto molto schietto». L'intuizione delle case famiglia varcò i confini del territorio riminese giungendo prima a Bologna e poi in Piemonte, in Veneto, in Lombardia, per venire poi assimilata da altre realtà sociali e raggiungendo progressivamente tutto il territorio nazionale. Nel maggio 1986 venne inaugurata dallo stesso Don Benzi la “Holy family home for children” di Ndola, in Zambia, prima casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII all'estero. Oggi le case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII sono in totale 247, di cui 209 in Italia. Fra quelle all'estero 6 sono in Bolivia, 4 in Russia. Mara Rossi, che poi sarebbe diventata referente per l'associazione presso il Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu a Ginevra, ha vissuto nella casa di Coriano durante gli anni dell'università: «La prima casa famiglia era inserita pienamente nel territorio; ricordo che tenevo un doposcuola per i bambini del circondario. Iniziarono ad arrivare a Coriano i primi obiettori di coscienza al servizio militare: Don Benzi chiedeva a tutti loro di vivere almeno un mese lì. Proponeva a donne e a uomini di vivere insieme nella condivisione di vita con gli ultimi, di andare oltre agli istituti, di dare una famiglia a chi non ce l'aveva. Erano aspetti rivoluzionari per la mentalità di quel tempo» . Dal 2018 ad oggi la casa di Coriano è una Comunità Educante con i Carcerati ed accoglie una ventina di persone, inserite nei programmi di recupero alternativi alla detenzione. Realizza l'intenzione di Don Benzi: «L'uomo non è il suo errore: Dobbiamo passare dalla certezza della pena alla certezza del recupero, perché un uomo recuperato non è più pericoloso». Marino vive qui ancora ed è accudito da persone che nella condivisione con lui cercano un rimedio ai propri errori. Scopri di più su casafamiglia.apg23.org
APG23
22/06/2023
In ricordo di Anna Bonaldo, mamma di casa famiglia
È mancata, dopo un periodo di malattia, Anna Bonaldo, 68 anni, di Cittadella (PD), mamma di casa famiglia nella Comunità Papa Giovanni XXIII. Insieme al marito Paolo Tonelotto accompagnò Don Oreste Benzi in Sud America, inaugurando le prime missioni della Comunità Papa Giovanni XXIII oggi diffusa in 42 Paesi del Mondo. Il funerale si terrà sabato 24 alle 10.30 nel duomo di Cittadella. ​​Paolo ed Anna si sono conosciuti da bambini; insieme hanno costruito una storia di coppia e di famiglia che si allarga sia all'interno della loro casa, accogliendo chi una famiglia non ce l'ha, sia all'esterno, aprendo la strada, nella Comunità Papa Giovanni XXIII, alla missionarietà vissuta come famiglia. Nella loro casa oltre ai loro 3 figli naturali hanno condiviso la vita con decine di persone, disabili anche gravi, adolescenti in difficoltà. Entrambi sono di Cittadella (PD); Nel 2007 hanno raccolto la loro storia nel libro "Fuori le mura il mondo".   Scopri di più su Anna e Paolo, nell'articolo di semprenews.it. Leggilo su La Difesa del Popolo  
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22/06/2023
È mancata, dopo un periodo di malattia, Anna Bonaldo, 68 anni, di Cittadella (PD), mamma di casa famiglia nella Comunità Papa Giovanni XXIII. Insieme al marito Paolo Tonelotto accompagnò Don Oreste Benzi in Sud America, inaugurando le prime missioni della Comunità Papa Giovanni XXIII oggi diffusa in 42 Paesi del Mondo. Il funerale si terrà sabato 24 giugno alle 10.30 nel duomo di Cittadella.  ​​Paolo ed Anna si sono conosciuti da bambini; insieme hanno costruito una storia di coppia e di famiglia che si allarga sia all'interno della loro casa, accogliendo chi una famiglia non ce l'ha, sia all'esterno, aprendo la strada, nella Comunità Papa Giovanni XXIII, alla missionarietà vissuta come famiglia. Nella loro casa oltre ai loro 3 figli naturali hanno condiviso la vita con decine di persone, disabili anche gravi, adolescenti in difficoltà. Entrambi sono di Cittadella (PD); Nel 2007 hanno raccolto la loro storia nel libro "Fuori le mura il mondo".   
APG23
21/06/2023
Rimini non multi le donne costrette alla prostituzione
«Le donne che si prostituiscono sono vittime della tratta, i clienti al contrario sono complici dello sfruttamento: sono loro che devono essere sanzionati. Riconosciamo la buona volontà del Sindaco nel cercare di contrastare il fenomeno su strada affinché Rimini        non diventi la capitale estiva del turismo sessuale ma riteniamo sbagliato punire le vittime. Nell'ordinanza comunale invece sono previste sanzioni fino a 500 euro per le donne prostituite».   E' quanto dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito all'ordinanza comunale per il contrasto alla prostituzione predisposta dal Comando di Polizia Locale del Comune di Rimini in accordo con l'Assessore alla Sicurezza, Juri Magrini, e firmata dal sindaco Jamil Sadegholvaad.   «Proponiamo che si istituisca un tavolo di lavoro permanente tra comune ed associazioni per adottare strumenti efficaci nella riduzione della domanda di prostituzione, così come si era suggerito nel consiglio comunale del 16 marzo scorso (link video) in cui la nostra associazione, in rete con altre, era intervenuta sul tema. - continua Fadda - Anzitutto suggeriamo una modifica al regolamento della polizia urbana, in secondo luogo proponiamo che il consiglio comunale adotti una delibera in favore del modello nordico, infine auspichiamo che la città di Rimini patrocini un grande evento a favore del cittadino riminese don Oreste Benzi, la cui opera di contrasto allo sfruttamento della donna - iniziata nel 1989 - è stata innovativa in Italia e all'estero».
APG23
20/06/2023
Giornate dell’indipendenza, nel cuore le nuove generazioni
Un ciclo di iniziative non più per lottare contro la droga ma per prevenire e curare insieme i soggetti più fragili. Dialoghi, viaggi, spettacoli, incontri, confronti, fuori e dentro la città per affrontare insieme il tema della dipendenza, o meglio dell'inter-dipendenza. Si disegna così la rassegna di eventi promossi dalle comunità terapeutiche insieme all'Azienda USL di Bologna e in collaborazione con istituzioni ed enti locali, tra i quali il Comune di Bologna. "Le giornate dell'interdipendenza" approderanno a Bologna e provincia dal 21 al 26 giugno in luoghi emblematici per tutta la città. È infatti una scelta, quella dell'Azienda USL di Bologna e delle comunità terapeutiche, ribattezzare la tradizionale "giornata della lotta contro la droga" come un percorso, un viaggio fatto di tanti piccoli passi per condividere con il maggior numero di cittadini esperienze, consapevolezze, progetti, mete e traguardi. E così, guardare al futuro delle dipendenze con uno sguardo nuovo: corale ed inclusivo, riflettendo su questo tema a partire da diversi punti di vista, capaci di offrire lenti, letture e approcci inediti.   #FOTOGALLERY:grafica# In particolare, quest’anno, le giornate intendono dedicare spazio e attenzione al tema delle nuove generazioni: al loro rapporto con il consumo di sostanze, alla loro salute mentale e alle varie manifestazioni del disagio giovanile, nonché al rapporto con la legalità. Ogni evento rappresenterà un modo per dialogare su un tema tanto profondo quanto complesso, che interessa i singoli ma anche l’intera società ed il suo futuro. Nel corso del ciclo di eventi saranno molteplici le opportunità per approfondire i diversi aspetti dell'interdipendenza. In primis, la tavola rotonda in programma il 21 giugno alle ore 17,30 presso il Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati intende porre attenzione sul complesso tema dei giovani e della giustizia. Un’occasione per esaminare i cambiamenti in atto nella società: dalla riflessione sulle caratteristiche delle persone minorenni che si trovano presso l’Istituto penale minorile di Bologna, ai disagi legati ai percorsi migratori, fino al tema della giustizia riparativa. Argomenti su cui istituzioni e cittadini oggi ancor più hanno la necessità di riflettere per rimodellare i servizi, rendendoli sempre più integrati e in grado di rispondere alle più attuali esigenze della comunità. Il 22 giugno, alle ore 9, presso la Sala Cesari-Sede regionale Avis sarà la volta del convegno intitolato “Giovani e consumi. Evoluzione del fenomeno e degli interventi”. Il congresso offrirà ad addetti ai lavori (e non solo) l’opportunità di riflettere sui dati relativi ai consumi delle nuove generazioni, ascoltando interventi ed esperienze di professionisti che ogni giorno lavorano con i giovani consumatori, sia in ambito metropolitano che in altri territori. Sarà questa un’occasione per ripensare insieme la presa in carico ambulatoriale, gli interventi farmacologici e psicoterapici, la presa in carico residenziale e la necessaria integrazione socio-sanitaria. Infine, il 26 giugno in Piazza Dalla dalle ore 17, le giornate dell’interdipendenza si concluderanno con un evento - realizzato per i giovani e con i giovani - all’insegna di musica, arte e spettacolo. Durante la serata verrà proposta una mostra di manifesti dedicati ai consumi di sostanze, introdotta dal dott. Edoardo Polidori, mentre i ragazzi della comunità terapeutica San Giuseppe, in collaborazione con la Compagnia Teatrale dell’Argine, e i ragazzi dei Ceis A.R.T.E. saranno protagonisti di due spettacoli teatrali. Per concludere, alle ore 21 il rapper Murubutu si esibirà nel Murubutu Tack intitolato “La sostanza del rap”. La serata si chiuderà con “Musica - Live lab Hip Hop Philosophy Graf” realizzato da un gruppo di giovani dei quartieri San Donato e San Vitale. In sintesi, una fitta rassegna di appuntamenti con cui avviare una nuova stagione, riportando l'attenzione di cittadini, istituzioni e Terzo settore sul tema del disagio giovanile, sempre più emergente ed urgente da affrontare insieme. Promuovendo e favorendo l'inclusione, la conoscenza, la consapevolezza e lo sguardo critico dei più giovani, senza mai stigmatizzare e/o giudicare. L’impegno condiviso da istituzioni e cittadini sarà pertanto quello di rafforzare le reti di sostegno al fine di accogliere e accompagnare i soggetti più vulnerabili nell'accesso ai servizi. Su questa strada sarà possibile curare il dolore profondo di ciascun giovane e con lui prendersi cura della salute e del benessere dell'intera comunità, nei quartieri della città, così come della provincia. Azienda USL di Bologna Il suo territorio comprende 45 comuni su un'area di 3.000 chilometri quadrati circa, per una popolazione di oltre 870.000 abitanti (i residenti in Emilia Romagna sono più di 4.400.000). Il bilancio annuale supera i 1.700 milioni di euro (quasi il 20% dei circa 8.600 milioni della sanità della Regione Emilia Romagna). Al suo interno sono impegnati più di 8.200 professionisti, oltre 1.300 dei quali medici e 4.200 operatori assistenziali.
APG23
14/06/2023
A piedi contro le dipendenze!
Sono in 7, fra ospiti, operatori e simpatizzanti della comunità terapeutica di servizi per persone con problemi di dipendenza patologica S.Giuseppe di Castel Maggiore (BO), sono in cammino da Terni a Roma, 140 km lungo la Via di Francesco, impegnati in un pellegrinaggio contro le dipendenze. Il pellegrinaggio si inserisce fra le iniziative per le Giornate dell'Interdipendenza, organizzate da Comunità Papa Giovanni XXIII, Azienda USL di Bologna, in collaborazione con istituzioni ed enti locali tra i quali il Comune di Bologna e l'Arcidiocesi di Bologna. L'arrivo a Roma è previsto il 18 giugno, per l'Angelus in Piazza S.Pietro. Il 26 giugno si terrà poi a Bologna l'evento conclusivo delle iniziative dell'edizione 2023. Leggi il diario, giorno per giorno!   Domenica 18 giugno 2023 Superata una notte non troppo riposante, fra caldo, materassini sul pavimento, concerti sotto la finestra (qualcuno col sonno più leggero riferisce concerti anche in stanza, seppur non musicali!) il risveglio ci riserva un'ennesima bella sorpresa, la ricca colazione che ci prepara padre Carlo. Abbiamo il tempo di chiudere gli zaini, andare a messa, condividere un ultimo tempo tranquillo insieme in cui raccogliere e consegnarci i primi frutti di questa settimana. Si avverte un senso di RICONOSCENZA profondo nelle parole di tutti e un rinnovato desiderio di AUTENTICITÀ. Richiamiamo alla memoria le parole, i momenti e i luoghi che ci hanno colpito maggiormente. Sicuramente i messaggi che abbiamo ricevuto ogni mattina, con gli spunti per le riflessioni della giornata. Anche oggi ascoltiamo l'ultimo, ci commuove. E poi tanti incontri, un nuovo modo di dialogare, il sentirsi accolti, la bellezza del bosco e il senso di libertà provato bagnandosi sotto un temporale. Ricordiamo con affetto anche i luoghi e la vita di san Francesco, che i racconti di questi giorni ci hanno aiutato a scoprire. Ma un'altro Francesco ci aspetta. Sentirlo e vederlo mentre recita l'Angelus, in piazza san Pietro, è forse il momento più intenso di tutto il pellegrinaggio. Anche se le gambe ora lo reggono a stento, le parole sono di uno che ha camminato molto. Non a caso, si parla proprio di cammino: "...annunciare Dio vicino è invitare a pensarsi come un bambino, che cammina tenuto per mano dal papà". Parole che risuonano in noi. Perché in questi giorni ci siamo tenuti per mano, spesso. Perché condividiamo un sentimento nuovo, di VICINANZA, come se non potessimo più essere indifferenti a chi ha camminato con noi.   #FOTOGALLERY:roma# Il resto della giornata scorre veloce, visitando i monumenti più iconici della città che tanti di noi non hanno mai visto, in un clima quasi da gita scolastica. Poi il lungo viaggio di rientro a Bologna e una ricca cena preparata per noi, a casa. In altri tempi ci sarebbe sembrata ordinarietà, il cammino appena compiuto le dà un gusto nuovo. Sapore di accoglienza, gratuità, affetto. Abbiamo ancora addosso le maglie di 'rappresentanza'. Sul petto recitano 'sogna e cammina'. Lo abbiamo fatto, vogliamo farlo ancora.   Sabato 17 giugno 2023 Eccoci all'ultima tappa. Oggi si va a Roma! Non prima di esserci bagnati per l'ennesima volta i piedi, nel primo tratto di sentiero che i violenti temporali dei giorni scorsi hanno trasformato in una palude. I segni del sentiero latitano e più volte ricorriamo al GPS per evitare errori ai bivii, le nostre gambe non ce lo perdonerebbero dopo una settimana di fatiche. Ridiamo pensando che, anche se tutte le strade portano a Roma, noi oggi possiamo permetterci di fare solo la più breve! Scattiamo una bella foto quando avvistiamo il Cupolone in lontananza, all'orizzonte. Anche se è talmente piccolo e distante che la vista più di rallegrarci ci preoccupa. Superata la riserva della Marcigliana, dove salutiamo gli ultimi sprazzi di campagna, iniziamo già in tarda mattinata ad attraversare le periferie di Roma.  Sole, asfalto e marciapiedi non proprio tenuti bene rendono il cammino più faticoso del solito, qualcuno inizia a dare segni di cedimento, ci tiene in piedi un senso di condivisione e corresponsabilità, che ci spinge a sforzarci per non interrompere ad un passo dalla meta il cammino. Via Nomentana sembra non finire mai, camminiamo molto in silenzio, sovrastati dalla fatica e dal frastuono della città. Panino e caffè in un bar ci danno la spinta per arrivare fino alle mura della città. Le varchiamo simbolicamente proprio nei pressi del luogo della Breccia di Porta Pia. Segno di una resistenza che crolla o di un desiderio che supera anche i muri più invalicabili? Senza voler scomodare giudizi storici, per il nostro cammino (e per la nostra vita) sicuramente spereremmo la seconda. Raggiungiamo in pochi minuti Trinità dei Monti, dove sfiliamo davanti ad una folla in trepidante attesa di qualcuno, fuori da un hotel di lusso (scopriremo poi Tom Cruise). Qualcuno ci guarda con aria perplessa, altri si fanno scappare commenti non troppo cortesi. Zaino, scarpe da trekking e maglie da pellegrinaggio sembrano stonare, in quel contesto. Ma non ce ne preoccupiamo affatto, forti del bagaglio prezioso di esperienze che questo outfit ci ha permesso, in questi giorni. Il tempo di una foto sulla famosa scalinata e si riparte per l'ultimo sforzo. Attraversiamo il Tevere, superiamo Castel Sant'Angelo, ecco San Pietro! Gli ultimi passi sono davvero leggeri, sciolgono le tensioni, riempiono il cuore. Le fontane della piazza sembra quasi che ci aspettino, per rinfrescarci e dissetarci. Nell'abbraccio del colonnato ci abbracciamo anche noi. Foto di rito e poi metro e tram per raggiungere Santa Croce al Flaminio, dove ci aspetta padre Carlo, per l'ennesima calorosa accoglienza. Meritate docce e altrettanto meritata cena in trattoria tipica romana. Ogni sera, in questa settimana, abbiamo a turno preparato e guidato il momento di riflessione e confronto finale della giornata. E abbiamo preso la bella abitudine di ringraziarci per le cose che condividiamo in questi momenti. Stasera i 'grazie' sono ancora più sentiti, perché è stata la giornata più faticosa, per la meta raggiunta, ma soprattutto per la strada fatta insieme.   Venerdì 16 giugno 2023 Oggi il percorso prevede una lunga tappa (29km) che ci segna il passaggio dalla provincia di Rieti a quella di Roma, così come di un passaggio dal paesaggio montuoso e rurale dei primi giorni ad uno collinare e sempre più antropizzato. L'Urbe si avvicina! La destinazione finale di giornata è Monterotondo, passando per Montelibretti, località che a qualcuno di noi rievoca i ricordi di gioventù perché qui ha svolto il servizio di leva. La giornata inizia con una moka di caffè che non sale perché è stata preparata senza acqua, viatico di una serie di imprevisti a tinte opposte che caratterizzano la tappa. Nell'ordine: 1) Giornata di sole e caldo, visti i precedenti è davvero un imprevisto! Qualcuno dimentica la crema e finisce bello rosso. 2) Per la prima volta, ci capita di sbagliare strada. Ce ne accorgiamo controllando casualmente il GPS, quando troviamo una grande pozzanghera ad ostacolarci il cammino... La pioggia dei giorni scorsi in qualche modo si sdebita dei disagi arrecati, evitandoci di finire troppo lontano dalla strada giusta. I 500 metri per tornare indietro fino al bivio sono i più lunghi e faticosi di tutti. Arrivati, ci accorgiamo che il palo con le indicazioni è caduto e lo rifissiamo in piedi legandolo ad un altro palo con il nastro americano che qualcuno inspiegabilmente ha nello zaino (ci eravamo detti di essere essenziali!). Eppure, in questa situazione risulta provvidenziale, se non per noi, per chi passerà nei prossimi giorni. 3) Roberta: una signora che ci vede seduti a bordo strada per pranzare, si ferma per conoscerci e poi corre a casa per prenderci formaggio e biscotti. Momento di incontro e leggerezza inaspettato e gradito. 4) All'arrivo don Giuseppe ci offre, oltre ad una bella accoglienza, le ottime torte avanzate da una festa nel pomeriggio! In un colpo solo guadagnamo merenda e colazione di domani! Oggi ci siamo soffermati su uno sguardo particolare, quello rivolto alla nostra interiorità, alla ricerca di ciò che ci aiuta a dare senso e gusto alla vita. E poi a tutti quegli incontri che ci hanno invitato ed aiutato a ricercare nel cuore. Bello condividere i DESIDERI che ciascuno sente 'proprio per sé', diversi da quelli degli altri ma tutti ugualmente degni. La metafora azzeccata dei nostri discorsi la offre un paio di scarpe, passato già di mano in mano (anzi di piede in piede) diverse volte negli ultimi mesi in comunità e che anche qui erano state scartare da chi le aveva portate, perché causa di dolorose vesciche. Un ennesimo 'passaggio di proprietà' le ha portate oggi ad essere finalmente calzanti e comode per qualcuno! #FOTOGALLERY:foto3#   Giovedì 15 giugno 2023   Quarta tappa, da Poggio San Lorenzo a Ponticelli di Scandriglia. La distanza e il dislivello non sono troppo impegnativi, ci concediamo una giornata con ritmi di cammino più tranquilli e qualche pausa in più. Un po' anche perché le gambe e le spalle iniziano a protestare per le fatiche dei giorni passati, e poi viene quasi naturale adeguarsi ai ritmi lenti dei piccoli paesi della Sabina che attraversiamo (a Poggio Moiano il fruttivendolo si è fatto aspettare una mezz'ora buona perché era uscito a fare una consegna!). La parola che ci ha accompagnato oggi è LEGAMI, a partire da uno spunto sulla famosa amicizia fra la volpe e il Piccolo Principe. Sicuramente questi giorni ci aiutano molto a vederne il lato buono e nutriente, ma non dimentichiamo il dolore del doversi salutare, del sentirsi traditi e neanche l'indifferenza che a tratti ci ha abitato e ci abita. Conveniamo nella condivisione serale che questo cammino, come il percorso in comunità, è una spinta importante verso la conclusione che alla fine ne vale la pena, legarsi. Non a caso la scritta che portiamo sulla maglia parla di interdipendenza, come terza via rispetto alle idee di dipendenza e indipendenza, che spesso ci sembrano le uniche alternative possibili. Note positive della giornata: 1) Non abbiamo preso l'acqua! Almeno non in testa, perché fra pozzanghere e prati bagnati abbiamo comunque finito la giornata con scarpe e calzini da strizzare. Il fedele temporale pomeridiano oggi ci ha solo sfiorati, disturbando il nostro riposo post pranzo con qualche preoccupante tuono che ci ha fatto subito saltare in piedi per ripartire. 2) Abbiamo imparato a bendarci meglio i piedi dove ci fanno male e a stringere lo zaino per alleggerire le spalle! 3) Non abbiamo dovuto cucinare la cena, né aprire i sacchi a pelo! Riccardo e Patrizia (titolari di un piccolo bar e un'accoglienza a donativo in paese) ci hanno fatto vivere una bella esperienza di accoglienza pellegrina! La cena che ci preparano è davvero gustosa, così come le chiacchiere che facciamo fra una forchettata e l'latra (forchettate di parmigiana di melanzane... Un lusso, per noi pellegrini!).   #FOTOGALLERY:foto2#   Mercoledì 14 giugno 2023   Il terzo giorno di cammino ci porta da Fonte Colombo a Poggio San Lorenzo, con un lungo tratto in falso piano nella valle del Turano, un tracciato che ricalca l'antica Salaria e qualche salita nel finale. Lasciamo il santuario in un clima quasi mistico, con i frati che recitano le lodi ed una nuvola bassa che trasforma la luce del sole in un tiepido abbraccio a noi e a tutto quello che ci circonda. Oggi siamo invitati a riflettere su quegli sguardi degli altri che ci hanno rivelato qualcosa di noi che non immaginavamo e che è stato significativo scoprire. i nostri pensieri e le nostre condivisioni parlano così dell'incontro con altri PUNTI DI VISTA, che ci hanno incoraggiato e rilanciato, ma anche colpito duramente per spingerci a cambiare e a volte ostacolato, suscitando ansie e paure.   Accompagnati da una coppia di docili cani randagi, che ci custodiscono per un bel prezzo di strada, concludiamo le fatiche mattutine. I panini del piccolo alimentari di Ornaro Basso sono la giusta spinta per affrontare gli ultimi kilometri, sotto il solito temporale pomeridiano che ormai aspettiamo come un appuntamento fisso e che diventa oggetto dei nostri dialoghi più leggeri, fra chi si improvvisa meteorologo e vicendevoli accuse su chi sia il 'gufo' colpevole del tempo avverso. La pioggia ci aiuta a tenere un buon passo, oltre che, imprevedibilmente, un buon umore. Uno fra noi sta facendo il pellegrinaggio in bici. Lo troviamo in piazza a Poggio San Lorenzo, che ha già conosciuto la simpatica barista custode delle chiavi della Casa del Pellegrino. Dormono con noi 3 pellegrini marchigiani, praticamente i primi che incontriamo. Stanno facendo la strada in senso opposto al nostro. Non perdiamo l'occasione di condividere le nostre esperienze, accogliere consigli e strumenti per curare le vesciche, carpire qualche informazione sulla tappa che ci aspetta domani (queste forse era meglio non chiederle!). A cena uno di noi prepara una deliziosa pasta con il tonno e i pomodori secchi che surclassa il sugo di ieri, fatto con il doppio concentrato, che era stato difeso a spada tratta da chi lo aveva preparato e aveva comunque soddisfatto le nostre pance affamate. Dalla condivisione serale emerge un comune senso di SERENITÀ che questo cammino ci sta suscitando, la stessa che si respira negli stretti vicoli di questo borgo  che si aprono all'improvviso su splendidi e panoramici terrazzi. La voglia di camminare aumenta di giorno in giorno, come le piccole attenzioni che abbiamo fra noi, dall'imparare a camminare al passo dell'altro, al preparare un letto, oggi che ci sono le lenzuola, a chi per pigrizia si sarebbe accontentato del sacco a pelo.   #FOTOGALLERY:foto1# Martedì 13 giugno 2023   Secondo giorno di cammino, dal santuario di Greccio, lasciato alle spalle poco dopo l'alba, fino ad un altro santuario francescano, Fonte Colombo. Tappa più breve e con meno salite, anche se i km di ieri si sentono e, per qualcuno, si sentono anche le prime vesciche ai piedi. Il silenzio e poi la condivisione a coppie del mattino è stata dedicata ad un incontro o uno sguardo che ci ha segnati in modo indimenticabile. Queste domande, che nell'ordinarietà della routine non ci facciamo, diventano occasione per una conoscenza reciproca ad un nuovo livello.   I km corrono veloci, arriva veloce anche la fame, allora alle 11 pausa pranzo in un fornaio. Poi la salita per il santuario con l'immancabile temporale che anche oggi rinfresca l'ultimo pezzo della tappa. Una provvidenziale tettoia nella piazzetta di Sant'Elia ci salva dagli scrosci più intensi. Nell'attesa c'è anche tempo per una partita a carte, per la gioia di qualcuno e le proteste dei più infreddoliti che vorrebbero subito ripartire.   Anche i frati di Fonte Colombo ci riservano una bella accoglienza, nella loro splendida foresteria, con stanze singole e una meritata doccia calda. Frate Marco ci racconta la storia di questo luogo, frequentato da Francesco e dai primi compagni, dove il Santo ha finito di scrivere la regola per il suo ordine. Ecco allora la parola del giorno.. AFFIDARSI, o meglio SEGUIRE LE INDICAZIONI. Lo facciamo tutti i giorni qui, seguendo i segni gialli e blu del cammino, lasciati da qualcuno che lo ha percorso e tracciato prima di noi. Cerchiamo di allenarci a farlo nella vita, non senza fatica (anche alcuni compagni di Francesco protestarono, ritenendo la regola troppo faticosa.. eppure i secoli hanno dimostrato la bontà delle intuizioni di Francesco!). Sorpresa finale, il pane di Sant'Antonio che i frati ci donano dopo la messa, come da secolare tradizione, in occasione della festa del 13 giugno. Impasto sodo e saporito, cotto nel forno a legna.. la fame del pellegrino fa il resto, sembra il pane più buono che abbiamo mai mangiato!   Poi cena, un momento di condivisione e ringraziamento e a letto! La sveglia è sempre alle 5:30, le previsioni anche per domani non promettono bene, serve una 'partenza intelligente'!   Lunedì 12 giugno 2023   Primo giorno di cammino, i primi 25 km. Le parole che ci hanno accompagnato sono state DIALOGO e CONCRETEZZA. Abbiamo iniziato la giornata camminando in silenzio i primi km, partendo da uno spunto di riflessione e una domanda. Oggi era "qual'e il desiderio e la preghiera che porti con te e per cui offri questo pellegrinaggio? Una cosa per te ed una per una persona che conosci". Abbiamo così ripreso l'abitudine che avevano anticamente i pellegrini di recarsi in un luogo sacro per chiedere una grazia. Poi durante la mattina abbiamo avuto un tempo di condivisione a coppie, sempre camminando, perché siamo pellegrini che non camminano da soli, ma insieme. Questo stile di silenzio in partenza e poi condivisione è la modalità che ci accompagnerà in questi giorni.   La tappa prevedeva partenza da Terni, sosta per un pranzo ai prati di Stroncone e arrivo al santuario di Greccio. Giusto il tempo di farci il risotto sui fornellini, lavare i piatti, chiudere lo zaino... E ci siamo ritrovati dentro un bel temporale! Poco male, considerando la bella accoglienza dei frati di Greccio. Frate Pino ci ha raccontato la storia di quel luogo, il desiderio di Francesco di poter vedere e vivere l'esperienza concreta del luogo in cui è nato Gesù e l'idea così di comporre in quella grotta il primo presepe della storia. Poi una pasta al pesto e a letto presto, le previsioni per martedì pomeriggio non sono ottime per cui bisogna alzarsi e partire presto!   Domenica 11 giugno 2023   Trasferimento a Terni con il nostro pulmino (e due accompagnatori di eccezione!), Visita alla cascata delle Marmore e poi ultimi preparativi e una prima condivisione serale. Ci hanno guidato le parole GRATUITÀ e FIDUCIA. Le parole le scegliamo ogni sera, a turno, come sintesi della giornata. Gratuità perché alle cascate siamo entrati inaspettatamente gratis, la signora alle casse leggendo le nostre magliette ha capito che eravamo pellegrini, e ci ha fatto i biglietti omaggio. Questo come episodio, simbolico rispetto all'idea di vivere con gratuità questa esperienza, sia in quello che riceviamo (ospitalità, incontri,..) sia in ciò che possiamo dare.    
APG23
29/05/2023
«Grati a Mattarella per la beneficenza alle case di accoglienza alluvionate»
«Intendo esprimere il nostro sentimento di stima e gratitudine al Presidente Mattarella per aver deciso di devolvere il Premio Paolo VI alle nostre case colpite dall’alluvione in Romagna, terra dove è nata la nostra Comunità e dove abbiamo centinaia di strutture di accoglienza. Una straordinaria provvidenza per i tanti poveri e le persone gravemente disabili che accogliamo e che ora sono sfollate. Ricordiamo la sua visita a Rimini per il 50esimo anniversario della nostra associazione, quando visitò una nostra casa famiglia, vide l'umile dimora del nostro fondatore don Oreste Benzi ed incontrò le tante persone accolte, tra cui le ragazze liberate dalla schiavitù della tratta». È quanto dichiara Matteo Fadda, neo-presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, eletto ieri a Rimini, in merito alla decisione del Presidente Mattarella di devolvere in beneficenza la somma collegata al premio Paolo VI - che ha ricevuto in Vaticano da Papa Francesco - alla Comunità Papa Giovanni XXIII, le cui strutture sono state colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna.   Questo il lancio dell'agenzia Ansa: (ANSA) - ROMA, 29 MAG - "Vorrei chiedere all'Istituto Paolo VI di destinare la somma collegata al premio alla comunità intitolata a Giovanni XXIII nata in Romagna. Alcune delle sue case d'accoglienza sono state gravemente colpite dall'alluvione dei giorni scorsi. Penso che con il premio più che la mia personale azione si intenda e si è inteso indicare un modo di interpretare l'impegno nella società e nelle istituzioni che in molti hanno praticato e sviluppato ispirandosi alla visione di Paolo Vi e ai suoi insegnamenti, che tante volte ha espressi. E io spero di meritare la valutazione di averli bene interpretati".Così il capo dello Stato Sergio Mattarella.    
APG23
28/05/2023
Matteo Fadda indicato nuovo Presidente della Comunità  Papa Giovanni XXIII
Matteo Fadda è il nuovo responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, il terzo dopo il fondatore don Oreste Benzi e Giovanni Paolo Ramonda che l’ha guidata per 15 anni dalla morte di don Benzi fino ad oggi. Fadda, 50enne, torinese, è stato eletto dall’assemblea generale a Rimini domenica 28 maggio 2023 al secondo turno con una maggioranza del 60%, su un totale di 203 votanti. L'assemblea generale giuridica è composta dal responsabile generale uscente, dai responsabili di zona e dai delegati che rappresentano la Comunità nelle varie parti del mondo.   L'Assemblea avrebbe dovuto tenersi presso la Fiera di Cesena ma è stata spostata a Rimini a causa dell'alluvione che ha duramente colpito numerose strutture della Comunità in Romagna. Il nuovo eletto resterà in carica per 5 anni: il cambio alla guida si è reso necessario considerato che un Decreto del Dicastero vaticano per i Laici, approvato due anni fa da Papa Francesco, ha stabilito una durata massima di 2 mandati, 10 anni totali, per i responsabili dei movimenti e delle associazioni internazionali di fedeli laici. Matteo Fadda, sposato con Carla, padre di 4 figli naturali, è in Comunità dal 2005. Con la moglie hanno aperto la casa all'accoglienza di bambini in affido e di persone senza famiglia di San Giorgio Canavese (TO), diocesi di Ivrea (non è diocesi di Biella, ndr), in cui vive. Attualmente è responsabile della Papa Giovanni a Torino ed in Liguria, responsabile di Operazione Colomba, il corpo civile nonviolento di pace della Comunità, vice-presidente dell'associazione “Senza Confini” di Asti, presidente di “Condivisone fra i popoli”, l'Ong promossa dalla Papa Giovanni per gestire i progetti nei paesi all'estero. La Comunità Papa Giovanni XXIII opera nel vasto mondo dell’emarginazione e della povertà dal 1968. Vive come “un’unica famiglia spirituale” composta da persone di diversa età e stato di vita che si impegnano a condividere direttamente la vita con gli ultimi. La Comunità ha dato vita a 488 tra case famiglia e realtà in tutto il mondo, diversificando le modalità di accoglienza in base alle necessità dei poveri che incontra. L'associazione accoglie oggi 4.292 persone in Italia e nel mondo. Dal carisma della Comunità sono nati 35 enti giuridici nel mondo, tra cui: 15 Cooperative Sociali riunite nel Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII; numerosi centri di lavoro e attività commerciali come un editore, alberghi e gelaterie; la ONG Condivisione fra i popoli, che gestisce progetti di sviluppo all’estero. Leggi l'approfondimento di semprenews.it   Il saluto al Presidente uscente Giovanni Paolo Ramonda Caro Paolo, ti siamo immensamente grati per il tuo servizio alla Comunità ed ai poveri, tu che sei stato il successore di don Oreste Benzi. In un'ultima intervista Giovanni Paolo Ramonda fa il bilancio di tre lustri passati alla guida della Comunità Papa Giovanni XXIII. «Quando vivi con bambini gravemente disabili, ragazzi con malattie mentali, ragazze che hai liberato dalla strada, in tutto il mondo la gente si fida di te» Leggi l'intervista su Avvenire    
APG23
26/05/2023
Pubblicato il bando Corpi Civili di Pace
Il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale ha pubblicato ieri il Bando di selezione per 153 volontari, tra i 18 e i 28 anni, da impiegare nei progetti per i Corpi Civili di Pace in Italia e all’estero, con la Comunità Papa Giovanni XXIII, 2 posti in Cile e 3 in Grecia. Le candidature entro venerdì 30 giugno. Il Bando si colloca all’interno della sperimentazione dei Corpi Civili di Pace prevista dalla legge n. 147 del 2013 che ha istituito un contingente di Corpi Civili di Pacedestinato alla formazione e alla sperimentazione di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale. L’avviso pubblicato dà l’avvio alla terza annualità della sperimentazione. IL PROGETTO: A FIANCO DEI MAPUCHE IN CILE E DEI MIGRANTI IN GRECIA L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII partecipa al bando con il progetto “CORPI CIVILI DI PACE 2022 – LA PROTEZIONE DEI CIVILI NEI CONFLITTI”, che prevede 5 posizioni disponibili, 3 in Grecia ad Atene e 2 nel sud del Cile a Valdivia. Il progetto esprime le peculiarità dell’intervento in zone di conflitto dell’associazione, che da oltre trent’anni con i volontari in Servizio Civile all’estero denominati Caschi Bianchi e Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di pace dell’ente, promuove esperienze di trasformazione nonviolenta dei conflitti a partire dalla condivisione diretta a fianco della popolazione civile vittima di violenza e di violazione dei Diritti Umani. In particolare i volontari presteranno servizio presso le sedi di Operazione Colomba a fianco delle popolazioni Mapuche nel sud del Cile e dei migranti ad Atene al fine di garantire protezione dei civili e il monitoraggio dei Diritti Umani. Il progetto ha una durata di 12 mesi e di 40 ore settimanali su 6 giorni di servizio. REQUISITI E MODALITÀ DI CANDIDATURA Potranno candidarsi tutti i giovani e le giovani dai 18 ai 28 anni, cittadini italiani, UE o extra UE regolarmente soggiornanti, compresi quanti hanno già svolto Servizio Civile Nazionale o Universale. Per approfondire tutti i requisiti di ammissione vedasi l’articolo 2 del Bando. La domanda dovrà essere presentata attraverso la piattaforma DOLCCP, accedendo esclusivamente con SPID di livello di sicurezza 2, entro e non oltre le ore 14.00 di venerdì 30 giugno 2023.
APG23
25/05/2023
A Rimini l’assemblea della Papa Giovanni XXIII
Il prossimo fine settimana si terrà l'Assemblea Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII. L'appuntamento è per sabato 27 e domenica 28 maggio a Rimini presso una struttura dell'associazione. «L'Assemblea avrebbe dovuto tenersi presso la Fiera di Cesena ed ospitare tutte le persone ed i volontari delle nostre case di accoglienza sparse in tutt'Italia ed all'estero. Avrebbe dovuto essere un bel momento di festa dopo gli anni della pandemia. Purtroppo l'alluvione, che ha duramente colpito tante strutture della nostra Comunità in Romagna, ci ha costretti a cambiare i piani. La Fiera che avevamo prenotato è stata richiesta per gli alluvionati e ci siamo dovuti spostare in una delle nostre strutture nel riminese dove potranno partecipare in presenza i soli delegati ed i missionari provenienti da alcuni dei 42 paesi del mondo in cui siamo presenti» spiega Gianpiero Cofano, segretario della Papa Giovanni. Il Vescovo di Cesena, mons. Douglas Regattieri, sabato celebrerà la Veglia di Pentecoste. Domenica si terranno le elezioni per indicare il nuovo Responsabile Generale. Giovanni Paolo Ramonda, giunto al suo terzo mandato, lascia la guida della Comunità dopo 15 anni, dalla morte del fondatore don Oreste Benzi. Il cambio alla guida si rende necessario considerato che un Decreto del Dicastero vaticano per i Laici, approvato due anni fa da Papa Francesco, ha stabilito una durata massima di due mandati, dieci anni totali, per i responsabili dei movimenti e delle associazioni internazionali di fedeli laici. La Comunità Papa Giovanni XXIII opera nel vasto mondo dell’emarginazione e della povertà dal 1968. Vive come “un’unica famiglia spirituale” composta da persone di diversa età e stato di vita che si impegnano a condividere direttamente la vita con gli ultimi. La Comunità ha dato vita a 488 tra case famiglia e realtà in tutto il mondo, diversificando le modalità di accoglienza in base alle necessità dei poveri che incontra. L'associazione accoglie oggi 4.292 persone in Italia e nel mondo. Dal carisma della Comunità sono nati 35 enti giuridici nel mondo, tra cui: 15 Cooperative Sociali riunite nel “Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII”; numerosi centri di lavoro e attività commerciali come un editore, alberghi e gelaterie; la ONG “Condivisione fra i popoli”, che gestisce progetti di sviluppo all’estero. Giovanni Paolo Ramonda è nato a Fossano (CN) nel 1960. A 19 anni conosce don Oreste Benzi che gli propone di fare il servizio civile nella prima casa famiglia vicino Rimini. A 20 anni, apre con altri giovani la prima casa famiglia in Piemonte e l'anno successivo diventa responsabile della Comunità in Piemonte. Nel 1984 si sposa con Tiziana Mariani: hanno 3 figli naturali e altri “rigenerati nell’amore”. A 38 anni don Benzi lo indica quale vice-responsabile dell'associazione ed il 2 novembre 2007, con la morte di don Benzi, assume ad interim la funzione di Responsabile Generale. Il 13 gennaio 2008 l'assemblea straordinaria dell'associazione lo elegge nuovo Responsabile. Laureato in Scienze Religiose ed in Pedagogia è inoltre consulente sessuologo. È giornalista ed autore di numerosi libri su temi religiosi ed educativi. Nell'ultima pubblicazione “La condivisione salverà il mondo”, ed. Sempre, traccia un bilancio del suo servizio al governo dell'associazione.
APG23
24/05/2023
Alluvione in Emilia-Romagna: gli aggiornamenti dalle nostre case di accoglienza
L’alluvione in Emilia Romagna ha colpito duramente case famiglia, famiglie affidatarie, realtà di accoglienza, comunità terapeutiche, centri occupazionali della Comunità Papa Giovanni XXIII e delle sue Cooperative sociali tra Bologna e Rimini, soprattutto nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna. Alcune case sono state completamente allagate, altre hanno subito pesanti danni, altre sono rimaste isolate a causa di smottamenti e sono state evacuate perché in zone a rischio frane e non sapremo quando potremo tornarci né dove continuare a dare accoglienza a chi vive con noi. Sono famiglie con ragazzi e persone con disabilità, persone che hanno esigenze speciali e particolari, per cui i cambiamenti sono destabilizzanti, o che abbiamo accolto in accordo e convenzione con le Prefetture, i servizi sociali e per cui a volte è complicato persino lasciare la provincia di residenza. Sono state settimane di grandi fatiche e preoccupazioni, soprattutto per le persone che accogliamo, con disabilità, con storie di fragilità, spaventate. Non possiamo che essere grati alle tante persone che da tutta Italia ci hanno fatto sentire la loro calorosa vicinanza: amici, conoscenti, volontari, Associazioni, Istituzioni, fino al generoso gesto del Presidente Mattarella. Tutti, indistintamente, ci avete dato forza e speranza attraverso le vostre preghiere, i vostri messaggi di affetto, aiutandoci a liberare le nostre case dal fango, a salvare quanto possibile, inviandoci cibo e beni di prima necessità, sostenendoci attraverso preziose donazioni.  Non bastano le parole ad esprimere la nostra infinita gratitudine.  C’è ancora moltissimo da fare, ma sentirvi così vicino ci dà la certezza che insieme possiamo davvero affrontare tutto.   Grazie.   Abbiamo avviato una raccolta fondi di emergenza a sostegno delle persone e delle strutture colpite e danneggiate dall’alluvione.       È attivo un numero emergenze a cui segnalare offerte di aiuti.         Qui abbiamo raccolto i racconti e gli aggiornamenti su quanto abbiamo vissuto nelle prime settimane post alluzione. 11 luglio Presso l’Episcopio di Faenza (Ravenna), si è tenuta la cerimonia di consegna della somma collegata al Premio Internazionale Paolo VI, devoluta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insignito del riconoscimento lo scorso 29 maggio in Vaticano alla presenza di Sua Santità Francesco, alla Comunità Papa Giovanni XXIII.  Il Premio Internazionale intitolato al Papa bresciano, promosso dall’Opera per l’Educazione Cristiana e dall’Istituto Paolo VI di Concesio, mette a disposizione del vincitore la somma di euro 100 mila, somma che è stata ufficialmente consegnata al nuovo Responsabile Generale della Comunità, Matteo Fadda, dal presidente dell’Opera per l’Educazione Cristiana, avv. Pier Paolo Camadini, e dal presidente dell’Istituto Paolo VI, don Angelo Maffeis. Alla Cerimonia sono intervenuti anche il vescovo di Faenza-Modigliana, mons. Mario Toso, la prof.ssa Simona Negruzzo, Segretario Generale dell’Istituto Paolo VI, e il dott. Carlo Peroni, Direttore Generale dell’Opera per l’Educazione Cristiana e alcune delle persone delle case di accoglienza maggiormente danneggiate dall’alluvione. Al termine della cerimonia i partecipanti hanno visitato anche la comunità terapeutica della Comunità, ad Albereto di Faenza, colpita gravemente dalle alluvioni che lo scorso maggio hanno interessato la Romagna.   01 giugno Alluvione, i bambini superano il trauma con l'arte. Mentre la Romagna cerca di rialzarsi, la scuola elementare paritaria Don Oreste Benzi di Forlì ha proposto ai i suoi giovani studenti di rielaborare l'esperienza dell'alluvione attraverso l'arte e il disegno chiedendo loro di esprimere su di un foglio le proprie emozioni e percezioni. Leggi l'articolo completo su Sempre 31 maggio L'esperienza di oggi é riassunta bene in questa foto scattata nel giardino della Comunità Terapeutica di Albereto, Faenza profondamente colpita dall'alluvione. Siamo ancora nel fango ma c'è anche la Rosa... tutti noi, i fratelli della comunità e tutta la solidarietà e la Provvidenza che ci circonda. Grazie! Elisabetta   30 maggio Durante la sua visita in Romagna, il Presidente Mattarella ha incontrato la Comunità e in particolare la responsabile di zona Elisabetta Cimatti, i ragazzi della Comunità Terapeutica di Albereto di Faenza gravemente colpita e Giovanni Belosi, papà della casa famiglia "San Giovanni Bosco" sfollata a causa dell'alluzione. Un'occasione unica per ringraziare personalmente il Presidente della sua generosità. L'incontro è stato ripreso dal servizio del TG3 delle 19.30. 29 maggio “Vorrei chiedere all'Istituto Paolo VI di destinare la somma collegata al premio alla comunità intitolata a Giovanni XXIII nata in Romagna. Alcune delle sue case d'accoglienza sono state gravemente colpite dall'alluvione dei giorni scorsi. Penso che con il premio più che la mia personale azione si intenda e si è inteso indicare un modo di interpretare l'impegno nella società e nelle istituzioni che in molti hanno praticato e sviluppato ispirandosi alla visione di Paolo Vi e ai suoi insegnamenti, che tante volte ha espressi. E io spero di meritare la valutazione di averli bene interpretati". Con queste parole ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in Vaticano per ricevere il Premio Paolo VI alla presenza di Papa Francesco, ha espresso la volontà di devolvere la somma collegata al premio alle nostre case alluvionate. Grazie Presidente. 28 maggio La storia della casa famiglia "San Giovanni Bosco" di Faenza raccontata da TG2000.   26 maggio Marco, ex senzatetto, aiuta gli alluvionati di Cesena. 25 maggio A Cesena abbiamo recuperato dal fango prodotti alimentari di un supermercato alluvionato.    24 maggio Continuano i lavori di pulizia nella Comunità Terapeutica di Albereto, vicino Faenza. Oggi sono venuti a dare manforte i richiedenti asilo politico accolti nelle nostre case di Rimini. Ci sono anche i ragazzi volontari da Ravenna e dal Friuli.   23 maggio Oggi un gruppo di volontari e membri della Comunità dalla zona di Pesaro sono arrivati a Faenza per aiutare a pulire la nostra casa famiglia alluvionata. A Cesena, invece, i ragazzi della nostra casa di accoglienza di Bagnile hanno lavorato per recuperare prodotti in un supermercato di Cesena che è stato allagato e distribuirli alla popolazione. #FOTOGALLERY:FAENZA#   22 maggio I ragazzi di San Patrignano oggi sono venuti ad aiutarci a spalare il fango ed a pulire le nostre strutture di Albereto, vicino Faenza, dove ha sede la nostra comunità terapeutica evacuata e temporaneamente accolta a Forlì. Qui la difficoltà maggiore è che l'acqua ancora non defluisce. Il servizio del TGR Rai3 EMILIA ROMAGNA   21 maggio Tanti giovani, amici, membri della Comunità delle zone vicine, figli e persone accolte sono andati ad aiutare a ripulire le zone e le case colpite a Forlì e Faenza. Tra loro anche Cricca, figlio di una famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII appena reduce dalla trasmissione Amici. Si sta ripulendo anche la Comunità Terapeutica di Albereto di Faenza, totalmente svuotata da tutto ciò che era all’interno e con ancora acqua e fango all’esterno che non defluisce e rende impossibile prevedere quando si potrà rientrare. A Cesena abbiamo recuperato dal fango prodotti alimentari di un supermercato alluvionato. Una ventina di nostri volontari, insieme a quelli dell'associazione “ScartiAmo” e in collaborazione con il Banco di solidarietà, che ha messo a disposizione spazi e attrezzature, hanno lavorato senza sosta per due giorni. I prodotti recuperati sono stati distribuiti gratuitamente agli alluvionati. Sempre a Cesena durante il week end abbiamo gestito uno spazio per bambini che abbiamo chiamato “Lascia i tuoi bimbi a giocare e vai a spalare”.   20 maggio I due Cas (centri di accoglienza straordinaria)  di Colmano e Predappio, le case dove accogliamo e viviamo con ragazzi profughi sulle colline forlivesi, sono stati evacuati. La zona è a forte rischio frane, diverse hanno già reso difficilmente percorribili le strade di collegamento ai centri principali. Le due case si trovano sulle colline di Predappio e le frane hanno lesionato tutte le strade intorno ed era possibile raggiungerle solo a piedi, inoltre da qualche giorno mancava la corrente elettrica e l’acqua. Gli ospiti sono 26 ragazzi richiedenti asilo con 2 operatori. Attualmente i ragazzi sono stati ospitati in Curia a Ravenna, che ha messo gratuitamente a disposizione i posti necessari per due settimane e un refettorio per poter consumare i pasti. Il ristorante "I passatelli" di Ravenna ha offerto gratuitamente i pasti per i primi due giorni e la mensa dell'opera di Santa Teresa si è offerta di cucinare i pasti dei giorni successivi.   19 maggio I ragazzi della Casa per accoglienza di migranti a Bagnile (Cesena), appena usciti dall'isolamento in cui erano a causa degli allagamenti sono andati in soccorso ai vicini di casa, anziani ultra novantenni.   #FOTOGALLERY:FOTO2# I nostri ragazzi delle realtà meno colpite dall’alluvione sono andati a prestare aiuto a Cesena per ripulire le case e le strade allagate e dare aiuto e sostegno a chi è in situazioni drammatiche in queste ore. #FOTOGALLERY:CESENA# A Colmano, sulle colline forlivesi, la situazione è molto pericolosa. Lì c’è una casa di accoglienza che in queste ore sta ancora aspettando di essere evacuata. Il problema sono le frane e gli smottamenti che hanno isolato la casa dal resto del mondo, mentre piove ancora e c’è il rischio di altri crolli. #FOTOGALLERY:COLMANO# Un ragazzo che anni fa è stato accolto dalla Comunità e che oggi seguiamo nel suo percorso verso l’autonomia è stato salvato ieri sera alle 22 dai soccorritori che sono arrivati con l’elicottero. Su era rifugiato sul tetto della sua casa, completamente sommersa, con un fuoco acceso. “Ho visto la morte in faccia” ci ha detto quando siamo riusciti a metterci in contatto con lui.   18 maggio Le 13 persone isolate alla comunità terapeutica di Albereto di Faenza sono state evacuate nelle notte. «I soccorritori sono arrivati poco prima di mezzanotte, ci hanno portato via in elicottero. - spiega Andrea Negri, responsabile della struttura - Hanno dovuto fare quattro viaggi, l'ultimo alle 3 di notte. Abbiamo passato la notte in una palestra allestita dalla Protezione Civile a Forlì». Nel pomeriggio i ragazzi che stavano seguendo il percorso terapeutico per uscire dalle loro dipendenze si sono trasferiti con i loro educatori e responsabili presso un'altra Comunità Terapeutica della Comunità Papa Giovanni XXIII vicino Forlì. «Quando sono venuti a prenderci c'erano due metri d'acqua, il nostro pulmino è stato sommerso dall’acqua, non si vedeva. - racconta Giovanni Belosi, il papà della casa famiglia allagata evacuata ieri pomeriggio – Elsa, che ha una grave disabilità psichiatrica, urlava, mentre Biagio, che ha un grave ritardo mentale, piangeva. Loro non parlano e non capivano quello che stava succedendo. Adesso siamo in una situazione sicura e si sono tranquillizzati. Due ospiti della casa sono rientrati temporaneamente dagli anziani genitori che non hanno avuto problemi con l'alluvione. Invece il volontario in servizio civile ed un altro ragazzo che vive con noi sono rientrati nella nostra casa per cominciare a spalare il fango. Anche se faticano perché qui a Faenza non si trovano più scope, badili e stivali». La casa famiglia di Giovanni è a Faenza, nel quartiere Borghi, e qui vivono 7 ragazzi di cui 3 con disabilità. Al momento ha ricevuto ospitalità in emergenza in un'altra zona della città, presso la casa di una volontaria che aveva svolto il servizio civile nei mesi scorsi presso la struttura. La casa di accoglienza per profughi di Bagnile, vicino Cesena, rimasta isolata perché circondata dall’acqua, è finalmente tornata accessibile con il ritirarsi dell’acqua dalle strade. «Grazie al Cielo la casa è leggermente sopraelevata rispetto alla pianura circostante, abbiamo tre metri di dislivello, per cui ieri la casa era come un'isola. Questo ci ha salvati». A parlare è Giorgio Pollastri, responsabile della casa in cui sono ospitate 11 persone provenienti dal Bangladesh e dall'Africa. «I ragazzi ieri a mezzanotte hanno soccorso un uomo che si era trovato bloccato con l'auto in un fosso. Non sappiamo come ci sia arrivato. Ha passato la notte da noi, gli abbiamo dato da mangiare e vestiti asciutti. Oggi i ragazzi sono andati a spalare il fango in una casa vicina dove vive una coppia di anziani». Nella casa famiglia di via Tolemaide a Rimini, composta da 15 persone anche adulti con disabilità fisica e psichica, si è lavorato a tempo di record grazie a tanti volontari che l’hanno liberata dall’acqua che aveva invaso il piano terra per diversi centimetri. Gianni e Rosa sono così tornati a casa per rendersi conto dei danni subiti. Nelle zone interne e di collina, sono ancora diverse le case isolate o con problemi di collegamenti per via delle numerose frane, che andranno evacuate e per cui dovremo cercare una soluzione alternativa e probabilmente non temporanea.   17 maggio «Nessuno si aspettava un simile disastro. Aspettavamo la pioggia ma mai avremmo pensato quello che sarebbe successo». A parlare è Andrea Bendandi, responsabile di casa famiglia a Faenza. Tutta la Romagna da Bologna fino a Rimini è sotto l'acqua. Tutti i fiumi sono esondati. La situazione più grave è a Faenza dove una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII ha il piano terra completamente allagato. «Siamo otto persone, di cui tre con gravi disabilità. - spiega Giovanni Belosi, il responsabile - Siamo ancora in attesa di essere evacuati. Sappiamo che i soccorritori stanno facendo il massimo, ma le richieste sono tantissime». #FOTOGALLERY:FOTO# Anche la comunità terapeutica di Albereto, vicino a Faenza, è sott'acqua. I 13 ragazzi ospiti sono al primo piano in attesa di essere evacuati. «Ieri sera siamo andati a letto con la paura ma è stato durante la notte che l'incubo è diventato realtà. - racconta Andrea Negri, responsabile della struttura - Al piano terra è andato tutto completamente distrutto, il frigorifero galleggia in un metro d'acqua, le auto e i pulmini sommersi». Le situazioni sono tantissime. Il Villaggio della gioia a Forlì ha l'acqua che è a pochi metri dalle case. La Capanna di Betlemme di Forlì, casa di accoglienza per senza fissa dimora, ha tutta l'acqua intorno. Le due case per profughi nell'Appennino sono completamente isolate a causa delle frane. La luce manca in tantissime delle nostre strutture da ieri sera. La comunità terapeutica di Bagnile nel Cesenate è irraggiungibile perché è divenuta come un'isola in mezzo a un grande lago. Una casa famiglia di Rimini ha visto tutto il piano terra allagarsi ed è stata evacuata e accolta in un'altra struttura della Papa Giovanni, la Colonia Stella Maris.   Le nostre famiglie, le persone con disabilità e fragilità che accogliamo nelle nostre case e realtà di accoglienza in Emilia-Romagna hanno bisogno ora più che mai del tuo aiuto.
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