Il 18 marzo scorso è stato approvato dalla Giunta comunale di Coriano (RN) il progetto “Piantare la speranza”, con cui il Comune romagnolo si impegna a piantare un albero per ogni detenuto accolto a Casa Betania, struttura del percorso CEC (Comunità Educante con i Carcerati). «Questo progetto unisce l’amore ai poveri e quello per la Madre Terra» spiega Giorgio Pieri, coordinatore del progetto CEC. A Coriano (RN).
Il 27 marzo il sindaco Domenica Spinelli ha consegnato al prefetto Alessandra Camporata la delibera comunale in cui la città di Coriano si impegna a piantare un albero per ogni accolto di Casa Betania. Inizia un cammino di speranza per i poveri e il creato.
La prima casa di accoglienza per detenuti in pena alternativa della Comunità Papa Giovanni XXIII è stata aperta nel 2004, sul modello delle APAC (Associazioni di Protezione e Assistenza dei Condannati) ideate in Brasile dal compianto Mario Ottoboni. Oggi le CEC (Comunità educative con i carcerati) sono 7 in Italia e 2 in Camerun, affiliato ufficialmente alle APAC brasiliane dal 2016.
Attraverso i percorsi previsti in queste case di accoglienza i detenuti sono impegnati in lavori socialmente utili, ma soprattutto in un lavoro psicologico di rivisitazione del proprio passato, per trovare la forza di perdonare sé stessi e di chiedere finalmente un reale perdono alle vittime dei reati commessi. L'accoglienza è pensata in tre fasi successive che possono avere durata variabile: il primo ingresso, il percorso di recupero, il reinserimento in società.
Casa Betania, a Coriano (RN) è una delle strutture CEC, dove si accolgono i detenuti in pena alternativa al carcere ed è anche la prima casa famiglia che don Oreste Benzi aprì nel 1973 per accogliere orfani, senza fissa dimora, chiunque non avesse una famiglia. Dal 2017 Casa Betania è diventata una delle strutture del percorso CEC, accogliendo i detenuti in pena alternativa al carcere.