Prostituzione, rompiamo il silenzio

News pubblicata il: 10/11/2015

Il Vescovo di Piacenza alla Comunità di don Benzi: «Non vi stancate di consolare le vittime!»
300 persone in piazza per la liberazione delle donne prostituite
 
IL VESCOVO
«Continuate con coraggio l'opera di don Oreste, servo instancabile, dalla tonaca lisa, per ridare dignità alle donne tolte dalla strada, per lottare contro le tante leggi disumane, per consolare le prostitute, i senza tetto, i bambini abbandonati». Così Mons. Gianni Ambrosio, Arcivescovo della Diocesi di Piacenza–Bobbio, sabato 7 novembre, ha esortato la Comunità Papa Giovanni XXIII durante la celebrazione in occasione dell' 8° anniversario della morte di don Oreste Benzi a conclusione della Fiaccolata per le vittime di tratta, intitolata Luci di libertà.
 
 
MADDALENA, INCINTA E PICCHIATA
Nel corso della manifestazione, promossa dal Servizio Antitratta della Lombardia e che ha visto percorrere le vie del centro circa 300 cittadini e cittadine intenzionati ad uscire dall'indifferenza verso le vittime dello sfruttamento sessuale e della prostituzione, commovente in Piazza Duomo la testimonianza di Maddalena, giovane albanese mandata in Italia dal fidanzato e venduta ai suoi sfruttatori con un bimbo in pancia. Costretta a prostituirsi a suon di botte anche dopo aver partorito e lasciando “in ostaggio” il figlio a sconosciuti ogni notte. Una tra le tante atroci storie di questa schiera di schiave che non diminuisce affatto.
 
ROMPERE IL SILENZIO
Secondo l'allarme recentemente lanciato dall'Organizzazione mondiale per le migrazioni, il numero di potenziali vittime di tratta arrivate via mare quest’anno è aumentato di oltre il 300 per cento rispetto al 2014. Le donne della Nigeria, del Camerun, del Mali.
 
Primo Lazzari, viceresponsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha sottolineato l'importanza oggi più che mai di «rompere il silenzio, uscire dai nostri egoismi per non cadere nell'indifferenza che anestetizza l'animo. Insieme, anche attraverso queste fiaccolate e manifestazioni di piazza, possiamo portare avanti un'azione di denuncia, di prevenzione, di educazione alla sessualità, facendo nostro il grido di queste donne costrette a prostituirsi sotto i nostri occhi. La loro è schiavitù!». 
 
Significativa anche la partecipazione del Sindaco di Piacenza Paolo Dosi, l'Assessore al Nuovo welfare e sostegno alle famiglie, Stefano Cugini e rappresentanti della Prefettura, della Questura, dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia municipale. Lazzari si è rivolto anche alle istituzioni incitando a «interrompere questo mercimonio, prendendo esempio dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e  dalla Procura della Repubblica di Lodi che hanno ipotizzato, per alcuni  sfruttatori arrestati qualche giorno fa a Milano, il reato di tratta di esseri umani e di riduzione in schiavitù». Anche in questo caso le ragazze giungevano in Italia sbarcando dai barconi di migranti a Lampedusa, dopo aver attraversato il deserto del Sahara, la Libia e il Mar Mediterraneo sulla rotta dei profughi.
 
(Irene Ciambezi)